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venerdì 20 aprile 2018

I quattro enigmi degli eretici di Armando Comi (Newton Compton)


Il thriller più geniale dell'anno. Profezie, cospirazioni e delitti nella cupa Roma del tardo Medioevo. Autunno 1342. Roma è macchiata da un crimine abominevole. Un cavaliere cinto da una corona con dieci corna uccide un neonato per impedire l’avverarsi di un’inquietante profezia. Il piccolo sembra essere colui che un giorno erediterà uno specchio che porterà sciagure nel mondo. Cinque anni dopo, il giorno di Pentecoste, il tribuno romano Cola di Rienzo esce di prigione con l’intenzione di realizzare una predizione ricevuta in sogno, ma il suo destino si incrocia con un messaggio che giunge dal passato e lo incita a mettersi alla ricerca di uno specchio occulto, lo Speculum in Aenigmate. Si tratta di un manufatto realizzato con la pietra incastonata nella corona di Lucifero, prima della caduta, capace di stravolgere le sorti dell’umanità. La sua non è una ricerca solitaria: da secoli due sette cercano di entrarne in possesso ed entrambe tramano alle spalle di Cola per manovrarlo. Cosa sono disposti a fare coloro che cospirano per impossessarsi dell’oscuro oggetto della profezia? Una profezia che non deve avverarsi / Un uomo determinato e visionario / Due sette in lotta tra loro da secoli

Armando Comi - È nato a Catanzaro nel 1978. Laureato in Filosofia e Dottore di ricerca in Storia della Filosofia, si è occupato di millenarismo, profetismo e simbologia. Ha pubblicato diversi saggi relativi a movimenti ereticali e simboli profetici. È stato lessicografo occupandosi di voci religiose, filosofiche e storiche ed è autore di diverse sceneggiature. I quattro enigmi degli eretici è il suo primo romanzo storico, dedicato alla controversa storia di Cola di Rienzo.


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giovedì 19 aprile 2018

DAL 25 APRILE IN LIBRERIA IL BOSCO SILENZIOSO di Wolfram Fleischhauer

Il 25 aprile del 1945, Eugenio Pertini, fratello di uno dei presidenti italiani più amati di sempre, Sandro Pertini, fu ucciso nel campo di concentramento di Flossenbürg, a metà strada tra Norimberga e Praga. È qui, sul terreno dove una volta era il lager nazista, che questo thriller affascinante ci conduce, attraverso i sentieri meno noti del nostro passato. È qui che il Presidente Pertini tornò nel 1970, durante la sua presidenza, per lasciare una targa in memoria del fratello e di tutti gli uomini morti per la libertà. È qui che Anja Grimm, studentessa di scienze forestali, si trova a smuovere quella terra – e delle verità – sistemata ben bene a coprire ciò che è stato. Ma i nemici saranno disposti a tutto pur di lasciare il passato lì dov’è, sepolto sottoterra. Perché il presente e i suoi nuovi investimenti richiedono silenzio. Un libro sulla memoria e sulla difficile accettazione del passato.  Anja Grimm ha scelto di fare il suo tirocinio in una foresta della Baviera dove andava in vacanza da bambina. La scelta non è casuale: è lo stesso posto in cui vent’anni prima il padre è sparito senza lasciare traccia. Quando la giovane comincia a fare i suoi rilevamenti, il proprietario del terreno la minaccia e poi si toglie la vita. Anja sospetta che la sua morte sia collegata alla sparizione del padre e comincia a indagare. Le sue ipotesi la portano nella vicina località di Flossenbürg, dove si trovava il campo di concentramento in cui scomparve il fratello di Sandro Pertini, ma la comunità locale e la stessa polizia si dimostrerano ostili e disposti a qualsiasi gesto pur di ostacolare le indagini e far sì che i segreti del bosco restino tali.

Wolfram Fleischhauer è nato nel 1961 a Karlsruhe. Ha studiato letteratura in Germania, poi ha viaggiato molto in Europa America e Oriente. Il suo lavoro di interprete lo ha portato per lunghi periodi a Bruxelles, ma ora vive a Berlino con la moglie e il figlio. Ha scritto dieci libri, tra romanzi storici e thriller, che sono tradotti in più di una dozzina di lingue. In italiano sono pubblicati da Longanesi Un enigma color porpora, La donna dalle mani di pioggia, Il libro che cambiò il mondo, L’ombra dell’ultima rosa. È imminente l’uscita del film tratto da Il bosco silenzioso.

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mercoledì 18 aprile 2018

Il reading del Book Party al Caffè Letterario di Lecce

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martedì 17 aprile 2018

Andrea Biscaro esce con un nuovo lavoro per Meridiano Zero dal titolo “dal Un canto glamour in punta di coltello” (3 Maggio 2018)

Sulla destra c’è un quadro originale di Dino Buzzati, acquistato a un’asta per la modica cifra di 150.000 euro. Il titolo e i colori di quest’immagine stupefacente mi hanno da sempre affascinato. La morte che sogna la vita. Osservo le tinte azzurrine, pastellate, le chine sottilissime, mentre passo. Lo faccio con la coda dell’occhio, mentre penso a quale destino mi stia riservando adesso la morte. O sarebbe meglio dire la vita? L’abilità di un esperto ghostwriter al servizio di una "pulp fiction" tutta sangue e riflettori. Un American Psycho italianissimo tra sesso, lusso e trip omicidi. Tutto questo è la storia di Zeno. Lo showman che amerete odiare.   Zeno è una superstar della televisione, dal suo salotto televisivo passano tutti i VIP: dal presidente del consiglio, alla starlette Porcilli, in partenza per un nuovo film negli USA addirittura con Martin Scorsese. Sarà proprio lei, una volta finita nel "dopo serata" del presentatore a suonare il campanello d'allarme... Bellissimo, collezionista dal gusto raffinato, narcisista e sessuomane, Zeno non è solo il prodotto della società dello spettacolo. È anche un pericolosissimo assassino. Come un moderno Barbablù uccide e mura le sue amanti in cantina avendone prima tratto dei trofei. In preda a momenti onirici, compie performances di omicidio all’arma bianca sfruttando il suo inarrivabile set di coltelli, o la preziosa ascia medievale attaccata alla parete “per bellezza”. Andrea Biscaro crea un personaggio seducente, spietato, crudele, ma realistico: la vita sotto i riflettori della TV e l’ossessione per il gesto di uccidere fanno parte di un flusso continuo in cui la possibilità di avere tutto fa si che realmente Zeno ottenga tutto quel che desidera, anche il viso staccato dal cranio della bella “fu attricetta” Porcilli. In preda a delirio di onnipotenza, l’assassino nasconde sempre meno le sue malefatte, anzi le esibisce proprio, come fosse soggetto a blackout della coscienza. Qualcosa durante l’ultimo spietato assassinio, infatti, va storto. La vittima riesce a chiamare qualcuno, che segue il suo sezionamento in diretta telefonica… Inizia così, tra un flashback di un’orgia con “gli amici della Massoneria” e un’ospitata di due efferati assassini postadolescenti, il castigo dell’efferato presentatore. Ma è davvero qualcuno che vuole fargliela pagare per tutto il male che ha fatto, oppure è il risveglio della coscienza di Zeno, che prende l’assurda sembianza di un doppelgänger ancora più folle, bello e crudele?

Andrea Biscaro cesella la descrizione del mondo parallelo dei ricchi, famosi e potenti dove tutto e tutti hanno un valore: dai coltelli ai mobili, dai vestiti ai divani, dalle amanti al rapporto con la propria “dolce mammina del cazzo”. Una sarabanda di sesso, follia omicida e vuoti di memoria degna dei migliori noiristi internazionali. Andrea Biscaro, scrittore, cantautore e ghostwriter. Nato a Ferrara, vive all’Isola del Giglio. I suoi libri hanno avuto prefazioni autorevoli – Alda Merini, Erri De Luca, Eraldo Baldini, Roberto Piumini – e hanno parlato di lui personalità quali Gianni Mura, Marinella Venegoni, Sergio Zavoli e Franco Carratori. Tra le uscite degli ultimi anni ricordiamo: Illune con prefazione di Eraldo Baldini (Effigi 2011), Nerone. Il fuoco di Roma (Castelvecchi 2011, tascabile Lit 2012, Fabbri 2015), Ballate della notte scura con Tiziano Sclavi (Squilibri 2013). Per Meridiano Zero ha già pubblicato Il cuoco dell’Inferno (2016).

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lunedì 16 aprile 2018

M.e.v.e 15 - Conan The Guardian ... barbarian transfert by Stefano Donno

DAL TRATTO ALLE PAROLE. Intervento di Donato Di Poce*























“Per Mario Pugliese
L’Atelier è  il Boudoir di un’idea.”
Donato Di Poce

Ci sono libri nati da un’idea, libri nati da un dolore o da una passione, libri nati da un’intuizione e libri nati dalla noia, ma i libri più belli sono forse quelli nati da un’amicizia, un sentire comune e condiviso, da un ascolto e un dialogo reciproco tra parola e immagine, tra artisti e poeti.
E’ il caso di questo bellissimo libro a quattro mani, “Dal tratto alle parole “ di Mario Pugliese e Nicola Vacca, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, Lecce, 2018.. Anzi direi otto mani, includendo anche le prefazioni e postfazioni di Alessandro Vergari e Giuseppe Scaglione, che tracciano un UNICUM indivisibile e poliedrico di grande fascino, a partire dalla Copertina progetto grafico e impaginazione curate da Mauro Marino, che propone in copertina un disegno di Pier Paolo Pasolini che ben sintetizza tutto lo spirito del libro, corsaro, estetico, etico esistenziale e combattivo.
“…Dal tratto alle parole, il libro che vi apprestate a leggere, è il frutto della collaborazione tra Nicola Vacca, poeta, e Mario Pugliese, artista. È un omaggio ad alcuni giganti, quasi tutti vissuti nel Novecento, o comunque sofferenti testimoni della modernità, appartenenti a filoni letterari . differenti e ad aree geografiche disparate, accomunati dal desiderio mai sopito del fare letteratura a partire da sé, da esperienze difficili, estreme, assurde o labirintiche. Tutti hanno scavato nel cuore malato dell'uomo. Autori selezionati: Emil Cioran, Federico Garcia Lorca, Fernando Pessoa, Cesare Pavese, Italo Calvino, Albert Camus, Edgar Allan Poe, Charles Bukowski, Virginia Woolf, Alda Merini, Wisława Szymborska, Simone Weil, Marcel Proust, Boris Pasternak, John Fante, Jorge Luis Borges. Chi ha familiarità con la poetica di Nicola Vacca non avrà difficoltà a rintracciare, a partire da tali nomi, derivazioni e filiazioni tematiche. Anziché aderire a motivi stilistici formalmente perfetti o abbracciare un labor limae declinato verso sterili estetismi, la penna di questi poeti e scrittori trascrive il dolore del vissuto senza cedere alla soffocante comodità delle maschere. In alcuni la rivolta esistenziale è più marcata, in altri si agita l’esigenza della ricerca espressiva. Nessuno di loro nasconde l'inquietudine infinita che li attanaglia…”. Così c’introduce brillantemente alla lettura Alessandro Vergari.
Il titolo del libro ci dà subito la chiave di lettura…i testi poetici di Nicola Vacca, sono nati dall’osservazione dei disegni che Mario Pugliese( Artista noto negli ambienti artistici sperimentali, dell’Arte Povera e del Recycling) andava nel tempo disseminando nel suo Atelier e che l’amico poeta vedeva, ascoltava e interpretava con la sua scrittura sempre tagliente e affilata, ma che dalla diaspora esistenziale raccoglie il sangue della scrittura e della vita che il segno estetico tracciava indelebilmente ora con tratto sicuro e deciso, ora con un pointillisme delicato e romantico.
I disegni, oltre ad essere testimonianza di una assidua e continua e colta frequentazione letteraria e poetica dell’Artista,  hanno un pregio innegabile, di raffigurare i vari mostri sacri della letteratura, tra cui no ci sfuggono le presenze femminili di Virginia Woolf, Alda Merini, Wisława Szymborska, Simone Weil, con empatia assoluta che caratterizza il tratto di quell’introspezione psicologica e urgenza comunicativa e relazionale di grande impatto.
E’ su questi tratti che il poeta affonda lo sguardo e il cuore, la mente e il grido d’attenzione e urgenza di lettura, e memoria.
“Gli occhi di Cioran  Il tempo cade/ e io mi faccio male./Cerco un filo di senso/ nel ciclo delle ore./L’intuizione è nelle cose che nascono./ La tristezza è crudele/ perché non tutto mette radici nel vero./ Forse è per questo che un pensiero/apre un pensiero.”
I testo di apertura del libro è dedicato a E. Cioran, autore caro a Vacca, su cui recentemente ha scritto anche un saggio critico esemplare “ Lettere a Cioran, Galaad Edizioni, 2017”, di cui colpisce la chiusa del testo poetico, che apre al pensiero”  …Forse è per questo che un pensiero/apre un pensiero.”. , con una nostalgia struggente di un filo di senso e di vero. E’ questo che deve fare la poesia, aprire la vita, aprire un pensiero.
E notare come in questo caso il disegno di Cioran è tra i più marcati, determinati, con uno sguardo interrogativo e indagatore, il ciuffo scompigliato e ruggente, ma le labbra attonite quasi a ricordare uno squartamento esistenziale e un silenzio che si annoda e attorciglia al pensiero e cerca come l’edere le finestre delle sue verità.
Potremmo continuare all’infinito questo gioco di rimandi tra testo e immagine, ma vogliamo lasciare al lettore la sorpresa e il gusto di scoprire e riconoscere con la propria sensibilità questo abbraccio Oraziano tra Arte e Poesia(UT PICTURA POESIS), concedendoci solo un’ultima citazione del testo dedicato ad Albert Camus, ritratto in posa Bogartiana con la sigaretta in bocca…e ci fa scorgere tra i fili di fumo, le trame dell’assurdo e della ribellione che gridano vendetta e giorni di bellezza.
Albert Camus  Nelle trame dell’assurdo/ il vocabolario delle libertà./ Albert è un uomo in rivolta/ Che dice sempre no/ alla peste che impicca il mondo/ nella caduta. “Io mi ribello, dunque esisto”/ è un pensiero che grida l’allarme/ sulla tragedia di un’epoca marcia. /Stiamo ancora aspettando/ i giorni in cui le rivoluzioni/ avranno bisogno della bellezza.”
Non si può dimenticare di citare l’ottima postfazione di Giuseppe Scaglione ricordando e sottolineando il passaggio in cui scrive:
 “…Parola nitida e composta ma al tempo stesso sconvolgente, dirompente, mai quieta. È fuoco, è lava in candescente che scorre sulla storia e ce la ripropone, stravolgendo le viscere del conformismo letterario. Parola palpitante di verità nuove e inesplorate. Aperta al dialogo con le esperienze creative dell’artista Mario Pugliese. C’è poco altro da dire, di Vacca, oppure paradossalmente troppo altro, perché possa essere detto qui. C’è la storia personale di un uomo. Un intellettuale che ha dedicato alla forza della vera letteratura, ed al suo deflagrante impatto umano e sociale, la sua intera vita e la sua creatività. All’indubbio talento di Vacca fa da sponda l’interazione di Mario Pugliese. Il cui talento si dispiega interpretando puntualmente il ritratto nell’arte di oggi. Pugliese inquadra i temi nodali delle verità proposte dal testo e, nella rappresentazione visuale della relazione ermeneutica che s’instaura tra realtà, raffigurazione e percezione, non solo rende riconoscibile il profilo esistenziale del soggetto ritratto ma in più la visione restituisce ciò che non è direttamente disponibile allo sguardo…”
I due Autori del libro, amici e conterranei di Gioia del Colle, sono riusciti a scavare nel cuore malato dell’uomo e donarci zolle di bellezza da coltivare con cura, avanzi di depensamento sopravvissuti alle schegge del male della nostra società, tratti di poesia e visioni che aprono il cuore alla cultura di quel Rinascimento Pugliese che a partire dal Genio di Carmelo Bene, irradia il nostro futuro.
Milano, 11/4/2018

Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. Svolge, inoltre, un’intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia contemporanea. Ha pubblicato: Nel bene e nel male (Schena,1994); Frutto della passione (Manni 2000); La grazia di un pensiero (prefazione di Paolo Ruffilli, Pellicani, 2002); Serena musica segreta (Manni, 2003); Civiltà delle anime (Book editore, 2004); Incursioni nell’apparenza (prefazione di Sergio Zavoli Manni 2006); Ti ho dato tutte le stagioni (prefazione di Antonio Debenedetti, Manni 2007); Frecce e pugnali (prefazione di Giordano Bruno Guerri, Edizioni Il Foglio 2008); Esperienza degli affanni (Edizioni il Foglio 2009); con Carlo Gambescia il pamphlet A destra per caso (Edizioni Il Foglio 2010); Serena felicità nell’istante (prefazione di Paolo Ruffilli, Edizioni Il Foglio 2010); Almeno un grammo di salvezza (Edizioni Il Foglio, 2011); Mattanza dell’incanto (prefazione di Gian Ruggero Manzoni Marco Saya edizioni 2013); Sguardi dal Novecento (Galaad edizioni 2014); Luce nera (Marco Saya edizioni 2015, Premio Camaiore 2016); Vite colme di versi (Galaad edizioni 2016); Commedia Ubriaca (Marco Saya 2017); Lettere a Cioran (Galaad edizioni 2017).

Mario Pugliese, classe 1964, figlio d’arte diplomato al liceo artistico di Bari,successivamente si specializza a Udine in grafica pubblicitaria. Partecipa a numerose mostre e fiere in Italia e all’estero. Collabora con diversi artisti e musicisti alla divulgazione dell’arte e della musica come strumento di comunicazione. Le sue opere sono presenti in edifici pubblici e privati. Attualmente è presidente dell’associazione artistico culturale “Artensione” e direttore artistico di “Spaziounotre” a Gioia del Colle dove risiede e lavora. Contatti; http://www.rentartdesign.com/ artpugliese@tiscali.it  Studio: via giunone 26 gioia del colle (ba)
***
*Donato Di Poce, poeta e critico d’arte.

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