“Per il perfetto
flâneur, per l’osservatore appassionato, è una gioia immensa eleggere domicilio
nel numero, nel mutevole, nel movimento, nel fuggitivo e nell’infinito” Charles
Baudelaire
Ispirato dai numi tutelari della flânerie
ovvero Charles Baudelaire e Walter Benjamin, Franco Ricciardiello stila un
completo diario di una settimana a zonzo per Parigi. Partendo dal XX
Arrondissement (Ménilmontant) ed arrivando fino al I (Louvre), il lettore potrà
approfondire tutte le curiosità di questi luoghi carichi di cultura. Erudito
conoscitore di cinema, musica, storia e letteratura, l’autore collega la
cultura francese ai luoghi della Ville Lumière
creando approfondimenti gustosi adatti per ogni visitatore, anche il più
ferrato. E se questa guida è utile solo in parte per trovare la migliore
boulangerie del XX Arrondissement, si potrà scegliere quella in cui si recava Serge Gainsbourg. Chi visita il celeberrimo Café de Flore,
luogo simbolo dell’esistenzialismo, deve anche sapere che fu teatro
dell’incontro tra Jean d’Halluin editore di Tropico del Cancro e Boris Vian nel
1946. Da quell’incontro nacque Sputerò sulle vostre tombe: un supplemento di
successo e di scandalo per il brillante e spregiudicato editore. A proposito di
tombe: tra le storie più gustose ci sono
quelle della Parigi sotterranea. Il 2 Aprile 1897 alla “rotonda delle tibie” meglio conosciuta
come “Cripta della passione” si tenne un concerto clandestino ancora oggi
commemorato da un’incisione. I brani suonati? La Marcia funebre di Chopin e la
Danza macabra di Saint Saens, ovviamente. Ricciardiello utilizza i luoghi come
macchine del tempo, così la descrizione dei pressi della Sorbona è utile per
tornare all’epoca in cui i surrealisti aiutarono Buñuel con la promozione di Un
chien andalou (1929). Al cinema Studio des Ursulines assistettero alla prima
Picasso, le Corbusier e Cocteau! Ma molte cose sono ben più che immaginabili,
come le poco conosciute statue della libertà di Frédeéric Bartholdi, autore di
quella a Liberty Island: la prima è il calco originale alto 2,86 metri
conservato al Musée des Arts et Metiers (citato anche da Umberto Eco ne Il
pendolo di Foucault); la seconda è uno studio in bronzo inaugurato nel 1900 nei
Jardins du Luxembourg; la terza, alta 11,5 metri, e questa dell’Ile aux Cygnes,
che si vede nel film di Roman Polansky Frantic. E se in Rue Bleue l’autore
ricorda Momo di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2001) di Eric-Emmanuel
Schmitt, la stazione di Saint Lazare e Parc Monceau evocano con forza Raymond Quenau e i suoi Esercizi di Stile. Il
IX è l’arrondissement di Marcel Proust, mentre l’attento lettore seguirà
Ricciardiello giù per via Chemin Verte fino al 132 di boulevard Richard-Lenoir
dove Simenon colloca della casa di Louise e Jules Maigret. Il civico è svelato
in un unico libro… Non mancano gli accenni alla Parigi di Pennac e della saga
Malaussène e a quella di Cortázar ben descritta in appendice de Rayuela… E se
l’autore non si scorda di seguire la carrozza di Robespierre in via St. Honoré,
sarà ancora più emozionante immaginare l’enorme barricata che sorgeva dove rue
du Temple sfocia in place de la Republique descritta da Victor Hugo nel suo
monumentale Les misérables. Per tutto il resto, c’è Lonely Planet.
Franco Ricciardiello
(Vercelli 1961) a pubblicare fantascienza a vent’anni. Nel 1998 vince il premio
Urania per il miglior romanzo di fantascienza italiano con Ai margini del caos
(Mondadori), tradotto in Francia da Flammarion. Ha insegnato per quasi
vent’anni Scrittura creativa a Biella, Vercelli e Genova, e tiene seminari
sulla letteratura a Torino, Napoli, Cosenza e Novara. Ha collaborato
all’enciclopedia a dispense Scrivere della Rizzoli con una serie di schede su
celebri opere della letteratura mondiale e con il volume dedicato allo “Stile
letterario”. Oggi ha all’attivo tre romanzi di fantascienza, due gialli, un
thriller e un romanzo contemporaneo, più tre volumi che raccolgono la maggior
parte dei suoi racconti apparsi in riviste e antologie in Italia, Francia,
Grecia e Argentina.