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lunedì 13 febbraio 2017

Parole per un futuro possibile di Diego Dantes (iQdB Edizioni di Stefano Donno) al Fondo Verri con Giorgio Pala, Saverio Congedo e Fabio Tarantino



Parole per un futuro possibile di Diego Dantes (iQdB Edizioni di Stefano Donno)  sarà presentato presso il Fondo Verri in  via Santa Maria del Paradiso 8 a Lecce, mercoledì 15 febbraio 2017 ore 20,00.  Presenta l’autore  e coordina Giorgio Pala (Presidente Ass.Carpe Diem). Interverranno il consigliere regionale Saverio Congedo e il Sindaco di Martano Fabio Tarantino  
“Non avrei mai immaginato di scrivere la prefazione di un libro ed è un onore che sia per questo libro di Diego. Perché proprio io, un Sindaco di provincia? Ho letto con molta attenzione le parole, il pensiero, i concetti riportati in questo libro è mi sono accorto che l’esperienza di Diego, cittadino e attivista, è molto vicina alla mia esperienza da Sindaco. Ecco perché proprio io! Il libro descrive uno spaccato reale della Politica italiana: una Politica chiusa in se stessa, implosa per certi versi, in linea con una società "viziata", che non si riconosce più nel modello di Politica tradizionale. Democrazia partecipata, il tema chiave del libro, che permette alla Politica di uscire dalla chiusura, di smettere di essere autoreferenziale e di invertire la tendenza ponendo al centro, dello sviluppo di un paese la persona, il cittadino. Per fare questo bisogna ripensare al ruolo dei partiti ad oggi ridotti a soli comitati elettorali. Diego non si limita a fotografare lo stato in cui vivono le nostre comunità, ma scrive di come affrontare tali tematiche. Non basta porsi la domanda, bisogna osare provando a dare delle risposte, con i fatti, con le azioni, con il coinvolgimento degli attori principali delle nostre comunità, i cittadini. Proviamo ad interpretare le parole di don Tonino Bello pensando alla Politica non come una “costrizione alla logica dei partiti” ma come la valorizzazione della “irripetibilità della persona”. Persone che hanno a cuore le nostre comunità, persone che amano l'ambiente, persone capaci di coinvolgere i cittadini nelle decisioni governative. Persone alle quali viene chiesto un ulteriore sacrificio, non quello economico delle tasse come spesso accade, ma quello di diventare nei fatti i protagonisti dello sviluppo. Cittadini responsabili, persone attive da coinvolgere nella politica del “bene comune”, capaci di interpretare al meglio il cambiamento di questo straordinario Paese. Solo in questa logica ritorna centrale il ruolo dei partiti, chiamati ad uscire dalla loro chiusura strutturale e ad aprirsi come spazio attivo e condiviso alla società civile, ritornando alla “radice” stessa che lega i termini, Politica, città, molti. Il compito della Politica è fare in modo che l’Italia ritorni ad essere il Paese dell’accoglienza, della solidarietà, della cultura, del paesaggio, dei beni comuni e soprattutto delle persone attive come Diego! Buona lettura.” Dall’introduzione di Ivan Stomeo (Sindaco di Melpignano, Presidente dell’Unione della Grecìa Salentina, Presidente nazionale dell'associazione Borghi Autentici d'Italia)

 Diego Dantes vive e lavora a Lecce. Nel 2006 ha conseguito la Laurea Triennale in Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano e nel 2008, sempre presso la stessa Università, la laurea magistrale in Istituzioni e Governo delle Autonomie Territoriali. Nel 2010 ha frequentato il Centro di Formazione Politica, a Milano, presieduto dal filosofo Massimo Cacciari, diretto dal prof. Nicola Pasini (Unimi), che sin da subito intendeva fornire un contributo di carattere culturale e politico alle ragioni autenticamente riformiste del Paese. Da sempre impegnato politicamente è un appassionato lettore di saggi storico/politici

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venerdì 10 febbraio 2017

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IGUANA CLUB di Maurizio Lanteri e Lilli Luini (NOVECENTO EDITORE). Dal 13 febbraio 2017 in libreria




All'Iguana Club, nel cuore nero della provincia  - «L’Iguana Club e` il locale dell’Alassio che conta, della gente che tiene entrambe le mani sui rubinetti del potere. Luca ci va un paio di volte la settimana per sentire l’aria che tira, un drink con gli amici prima di andarsene a cuccia. Ma stasera non e` qui per procacciarsi affari, quello di cui ha bisogno sono informazioni. Mattia non s’e` ancora fatto vivo, e questo e` il posto giusto dove sapere le novità senza dare nell’occhio. Il primo tentativo lo fa con Shakira, una che sa tutto di tutti. Shakira e` l’unico nome con cui gliel’hanno presentata, anche se la somiglianza con la cantante arriva si` e no a due chiappe sporgenti e alle labbra gonfiate di silicone. Il suo ruolo nel locale non gli e` chiaro ma tutti la trattano con deferenza».
  
IL LIBRO - I galgos sono levrieri spagnoli. Una razza che corre veloce e deve farlo. Se non riescono a vincere, li aspetta una morte crudele, impiccati a un albero nel nome della Vergine Maria, perché così vuole la tradizione nel circuito delle corse clandestine in Spagna. Jorge è un galgo che riesce a sfuggire alla sorte incrociando la strada di Luca Dolmetta, un agente immobiliare con la passione per la cocaina e i soldi facili.  Un vizio che l’ha legato a doppio nodo a Mattia Cattaneo, rampollo di una delle famiglie più in vista di Alassio, trasformandolo in corriere della droga tra l’Italia e la Spagna. Ma pochi giorni dopo l’ultimo viaggio di Luca, il cadavere di Mattia viene ritrovato su una delle spiagge della cittadina ligure. Luca Dolmetta si ritrova così con un cane ferito, una BMW imbottita di cocaina, indeciso tra una fuga rapida e la possibilità di guadagnare ancora di più. La situazione perfetta, per uno che gioca d’azzardo. La morte di Mattia ha tutte le caratteristiche di un'esecuzione per passare inosservata agli occhi di chi quei luoghi li conosce bene. È una notizia  sui cui si butta a capofitto con tutti i suoi 100 chili il giornalista Jacopo Bignone, meglio conosciuto con la sigla con cui si firma: JB. Alla vigilia dei suoi 40 anni ha solo voglia di riscattarsi agli occhi dei genitori di cui non ha voluto seguire le orme nella salumeria di famiglia. JB e la squadra della Ponente Press si mettono a ricostruire una pista che diventa ben presto una ragnatela: cosa lega un massacro nei dintorni di Valencia, il ritrovamento di una piantagione di basilico e il più esclusivo night club di Alassio, l'Iguana Club?

giovedì 9 febbraio 2017

Francesco Gabbani - Occidentali's Karma

“Sono nato cantando … tra due mari. Radici e canto nella poetica di Franco Simone cantautore salentino” di Carlo Stasi (iQdB Edizioni di Stefano Donno) a Taurisano con SPECIAL GUEST FRANCO SIMONE presso sede ODA

























Per la rassegna Autori a domicilio, con Oda Library in collaborazione con la consulta giovanile di Taurisano, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Taurisano,  Acli arte e spettacolo Lecce, si presenterà presso la sede ODA in corso Vanini 25 a Taurisano venerdì 10 febbraio 2017 ore 20,30, introdotto dal prof . Gianni De Pascalis, il libro “Sono nato cantando … tra due mari. Radici e canto nella poetica di Franco Simone cantautore salentino” di Carlo Stasi (iQdB Edizioni di Stefano Donno). Interverrà l’editore Stefano Donno. SPECIAL GUEST: FRANCO SIMONE.
“Prima la musica o la poesia? Dilemma proverbiale quasi quanto quello dell’uovo e della gallina, e di fronte al quale le menti più sagge dell’antichità si sono rifugiate in miti rassicuranti come quello delle comuni origini o del loro primordiale legame ritmico e sonoro. Un legame indissolubile, in ogni caso, che ritorna puntuale ed accresciuto nelle sue infinite sfaccettature quando si è di fronte ad un personaggio di grandissima levatura quale Franco Simone, il cantautore di Acquarica del Capo che nella musica ha infuso tutta la sua poetica e sensibilità. Le canzoni, è noto, si ascoltano, si cantano, si respirano, vanno via, ma ritornano. Sono sempre con noi e portano i ricordi. Ma rappresentano anche, in alcuni particolari momenti storici, dei documenti straordinari in grado di indicarci il suono del cambiamento, come quello che riguardò i mutamenti sociali, “antropologici”, linguistici e lessicali dell’Italia del secondo dopoguerra. E a ripercorrere in maniera assolutamente originale il percorso e l’incontro di Franco Simone con quel processo, che non riguardava però solo l’Italia, è ora questo eccellente pamphlet scritto dal poeta Carlo Stasi, che con grande maestria è riuscito a mettere insieme vicende personali del cantautore, legate soprattutto alla sua infanzia ed al periodo scolastico ed universitario, alle tante canzoni che si sono ispirate proprio a quei ricordi. La figura che emerge è quella di un artista non solo legata alle canzoni d’amore, che pure hanno una notevole importanza nella sua produzione e ne hanno sancito l’iniziale fama (“Tu…e così sia” e “Respiro” fra tutte), ma anche di un uomo che “racconta esperienze non personali con una grande sensibilità ed una forte immedesimazione emotiva nei drammi della società contemporanea”. Come quello collegato al problema della deforestazione dell’Amazzonia ed alle prevaricazioni subite dalle popolazioni indigene. Una tema, quello dell’ecologismo, sempre attuale e che troverà collocazione nella magnifica “Amazzonia” del 1988. Ed un altro punto sapientemente sottolineato dall’autore è la grande passione, anzi l’amore sconfinato, che l’America Latina serba verso Franco Simone, autentico “divo” in Sudamerica con il merito aggiuntivo di aver lanciato e portato molti talenti salentini, come recentemente accaduto con Michele Cortese. (dalla prefazione di Eraldo Martucci)

Carlo Stasi, poeta, scrittore e saggista di Acquarica del Capo (Lecce), è docente di Lingua e Letteratura Inglese presso il Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce. Ha pubblicato Poesie (Gabrieli, Roma 1981), La Speranza (Ricerche Poetiche) (Fasano 1984), Leucàsia (racconti, disegni e poesie) (Presicce 1993, 1996, 2001), Danza dei 7 pensieri (Bollate 2001), Leucàsia e le Due Sorelle (storie e leggende del Salento) (Cavallino 2008, 2012). Ha tenuto mostre-performances di poesia visiva a Bari (1984), Milano (1990), Como (1996, 1997), Tradate (1997), Maglie (2000), Lecce (2001-2), ecc. É inserito in numerose antologie. Collabora con articoli, saggi, recensioni, racconti e poesie a quotidiani e riviste, scrive testi per canzoni (ha inciso "Tango della Tangente", Nuova Fonit Cetra, Milano 1997), ed un suo testo poetico (“Tigi Luna”) è stato scelto e musicato dal gruppo Sud Sound System (2001). Nel 1992 ha creato la “leggenda” di Leucasia.

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mercoledì 8 febbraio 2017

TRUMP, ALEX AND ME | by Alessandro Nardone | Official Booktrailer

Storia delle armi da fuoco. Dalle origini al Novecento di Letterio Musciarelli (Per Odoya dal 2 marzo 2017)



Non ci sono documenti certi sul nome del primo fortunato chimico che, miscelando zolfo, carbone e salnitro, scoprì la formula per la polvere da sparo. Probabilmente fu scoperta contemporaneamente in vari luoghi del mondo, non ultima la regione che fu la culla globale delle armi da fuoco: la Val Trompia. Se è vero che alcuni testi attribuiscono l’utilizzo di bombarde (mutuato da lombarde) ai bolognesi già dal 1216 (Muratori) e che Leonardo Aretino e Petrarca collocano a Firenze analoghi “cannoni” all’inizio del XIV secolo, Musciarelli ipotizza che quelle armi arrivassero dalla vicina Brescia per vari motivi: l’estrazione di metallo  nella valle del Mella è accertata già in epoca pre romana; le manifatture bresciane si occupavano di fornire armi già dalle epoche  precedenti (vedi, a prova di ciò, l’ingente ordinativo di tali armi pervenuto alla Val Trompia durante la III Crociata verso la fine del 1100).  Inoltre la documentazione del XVI secolo relativa alle armi fabbricate nelle valli bresciane denota un’esperienza secolare, che alla qualità  venivano chiamati “poeti del ferro” univa la quantità. Se si pensa che dal 1794 al 1797 furono forniti alla spagna 150.000 fucili dalle fabbriche di Brescia, si capisce che l’industrializzazione dell’area abbia origini antiche. Fu Dante stesso che scrisse “Onde l’arena s’accendea com’esca Sotto focil… (Inferno, canto XIV, versi 38-39)” e Boccaccio in una nota glossa chiarisce che è proprio quello che sembra, si parla di fucili. Tuttavia fu solo con l’introduzione su vasta scala dell’acciarino a focile (1610-1630)  che le armi lunghe non si chiamarono più archibugi ma fucili, prendendo il nome dal meccanismo omonimo. Le evoluzioni tecniche delle varie armi da fuoco sono qui minuziosamente descritte e vediamo (in una delle numerose figure esplicative) come nel 1490 fu proprio Leonardo Da Vinci a definire il caricamento a ruota; mentre si deve a Bonaiuto Lorini (1590) il sistema a retrocarica. Le notevoli  innovazioni nostrane arrivano fino al 1960, con Davide Pedersoli  che brevettò un meccanismo, “per sovrapposti”, nel quale i percussori agiscono parallelamente all’asse delle canne.  Le prime armi personali “quasi tascabili” avevano dei nomi piuttosto fantasiosi come Mazzagatto, Petrinale o Spazza-campagna. Si deve invece all’americano Colt l’invenzione di una pistola a più colpi: l’incentivo del governo degli Stai uniti  a questa scoperta fu grande, c’era l’immediata necessità di far fronte all’avanzata dei nativi americani... Il lavoro di Musciarelli, seppur sintetico e ricco di indicazioni antropologiche sull’utilizzo della potenza letale di fucili e pistole, riesce a coprire in modo piuttosto completo l’ambito dell’evoluzione tecnica e quello della produzione industriale, elencando con dovizia di particolari le varie armi, i banchi di prova e i loro produttori. Il libro si chiude infatti con alcune utili appendici, dal vademecum per il collezionista per riconoscere le armi antiche contraffatte, fino all’elenco dei simboli dei vari produttori dall’epoca medievale fino ai giorni nostri.

Letterio Musciarelli, siciliano di nascita e bresciano d’adozione, è stato docente di Matematica, preside incaricato presso la Scuola Statale di Castenedolo, appassionato di meccanica e storia. Archivista raffinato, pubblica questo libro dopo anni di studio e di ricerca presso biblioteche, raccolte private, musei, fabbricanti di armi e botteghe antiquarie.

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