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domenica 24 novembre 2013

Vincono Lo Cascio e Cecchi al Festival del cinema sociale "Et in terra pax" miglior film L'attrice è Ludovica Falda - La Nazione - Arezzo

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sabato 23 novembre 2013

C'è più gioia a donare un sorriso - Kellogg's con Dottor Sorriso

Deutsche UFO-Akten: Bundestag kämpft gegen Freigabe

Tg1 Persone del 23 novembre 2013 "ITALIANO TVTB"

"Mancini e Mourinho due vincenti"

Sollier, l'alleatore comunista: "Galliani in Forza Italia? Problemi suoi"

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Realmente così Diverse? Una ricerca per liberi pensatori.
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venerdì 22 novembre 2013

Ferzan Ozpetek con Rosso Istanbul (Mondadori) domani alla Feltrinelli Point di Lecce



Sabato 23 novembre 2013 alle 18,00 alla Feltrinelli Point di Lecce in via Cavallotti 7/a  Ferzan Ozpetek incontrerà il pubblico per un firmacopie del suo ultimo libro  Rosso Istanbul (Mondadori)



Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana »; delle «zie», amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul accadrà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita.
Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Questo libro è una dichiarazione d'amore a una città, Istanbul. Rossa come i melograni, come i vecchi tram, come i carrettini dei venditori di simit, come certi tramonti sul Bosforo che mischiano lo scarlatto al blu, come lo smalto sulle unghie di una madre molto amata. Ed è, insieme, un libro sull'amore, nelle sue mille sfumature. L'amore che non conosce età, paese, tempo, ragione, differenze di sesso. Che sceglie e basta. Una storia romantica, imprevista e nostalgica che racconta di un regista, di una città e di un ritorno. E poi, come una scatola magica, di una storia nella storia. Proprio come in un film di Ferzan Ozpetek, se decidesse di raccontare la sua.


Ferzan Ozpetek, regista e sceneggiatore, è nato a Istanbul, ma dal 1976 vive a Roma. Nel 1997 esordisce con Il bagno turco (Hamam), cui seguono Harem Suaré, Le fate ignoranti, La finestra di fronte, Cuore sacro, Saturno contro, Un giorno perfetto, Mine vaganti, Magnifica presenza. Ha inoltre diretto Aida (2011) e Traviata (2012). Ha vinto i più importanti premi e riconoscimenti cinematografici e nel 2008 il MoMa di New York gli ha dedicato una retrospettiva.

           
Info – Feltrinelli Point
7/A Viale Cavallotti Felice, Lecce, Le 73100
0832 331999

ITALIANI APPASSIONATI DI LIBRI DI CARTA, MEGLIO SE RICICLATA



Ricerca IPSOS – Comieco sul valore della lettura e del libro per gli italiani, con un occhio all’ambiente. Il 75% dei lettori favorevoli alla stampa dei libri su carta riciclata.  La ricerca presentata oggi a Bookcity, all’incontro su “Il piacere di voltare pagina: il libro di carta nell’era digitale”.
22 novembre 2013 – Qual è il ruolo del libro di carta oggi, nell’era di Internet e delle nuove tecnologie? Come sono cambiate le abitudini degli italiani? La rivoluzione digitale ha trasformato il nostro rapporto con la lettura? Questi i temi al centro dell’incontro “Il piacere di voltare pagina: il libro di carta nell’era digitale”, uno degli appuntamenti di Bookcity Milano 2013, che si terrà oggi presso la Sala Teresiana della Biblioteca Braidense (ore 17, ingresso libero): una riflessione a più voci tra scrittori, sociologi, accademici e rappresentanti del settore, come Andrea De Pasquale, Fabrizio Govi, Andrea Kerbaker, Carlo Montalbetti, Nando Pagnoncelli, Antonio Padoa Schioppa, Francesco Tissoni.

L’evento sarà l’occasione per presentare la ricerca condotta da IPSOS per Comieco - Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, su preferenze e abitudini di lettura degli italiani. Dal campione (1.000 persone tra i 18 e i 60 anni) emerge che due utilizzatori su tre preferiscono ancora la versione cartacea di un libro a quella digitale (64%), seppur l’e-book sia conosciuto pressoché dalla quasi totalità del campione (98%). L’utilizzo digitale coinvolge poco più di un intervistato su tre (36%) ed è crescente in relazione alle abitudini di lettura: più libri si leggono, maggiore è l’uso del supporto elettronico.

Il gradimento verso l’e-book è invece inversamente proporzionale alle abitudini di lettura: al crescere del numero di libri letti, diminuisce la preferenza verso il dispositivo elettronico, a favore del libro cartaceo. Questo dato è solo in apparente contraddizione con l’utilizzo dichiarato del dispositivo laddove si considerino le maggiori motivazioni di preferenza dell’e-book, quali praticità (33%) e comodità di trasporto (21%). Il libro di carta è in grado di regalare un’esperienza sensoriale più compiuta per il 67% del campione, per la gradevolezza al tatto (38%), per il piacere che dà la vista del volume sulla propria libreria (15%) e per l’odore della carta (14%).

Un aspetto importante che la ricerca evidenzia è la propensione per la carta riciclata tra gli estimatori del libro tradizionale: il 75% si dichiara assolutamente favorevole all’acquisto di un testo “rigenerato” ed è consapevole dei vantaggi che ne conseguono, dalla possibilità di dare una nuova vita alla carta a quella di sensibilizzare le nuove generazioni al riciclo e al rispetto dell’ambiente.

E come viene scelto un libro da acquistare? Con il passaparola di amici e conoscenti (per il 52% del campione) e attraverso le recensioni in libreria e sulla stampa (38% e 37% rispettivamente), segno che il lettore segue più il consiglio del singolo, sia esso una persona fisica o la firma di un quotidiano, piuttosto che i pareri condivisi sui social network (28%).


Comieco (www.comieco.org) è il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, nato nel 1985 dalla volontà di un gruppo di aziende del settore cartario interessate a promuovere il concetto di “imballaggio ecologico”. La finalità principale del Consorzio è il raggiungimento, attraverso una incisiva politica di prevenzione e di sviluppo della raccolta differenziata, dell’obiettivo di riciclo dei rifiuti di imballaggi cellulosici previsto dalla normativa europea (direttiva 2004/12/CE che ha integrato e modificato la direttiva 94/62/CE). Comieco è tra i fondatori del neo-costituito Consiglio nazionale della green economy, formato da 53 organizzazioni di imprese, nato a febbraio 2013 per dare impulso allo sviluppo dell’economia verde in Italia.

Per ulteriori informazioni:
Comieco Ufficio stampa – Close to Media: Giulia Ferrario, Davide di Battista, Irene Lambusta

La Stirpe del male - Trailer Ufficiale - 20thCenturyfox HD

Emma fa il tutto esaurito

"Bambu balla" - quarta giornata

Capeta (HD) - Ep. 52 (ultimo episodio) ITA - Bandiera a scacchi (Yamato ...

Ilva, lo sfogo del capo dell'Arpa Puglia: "Addio Taranto. Non tornerò più"

Beppe Grillo con i lavoratori a Genova

Salvatore Brizzi, Riccardo Geminiani Il Bambino e il Mago - Libro

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Catullo è su Twitter, Guccini canta nei libri. A Bookcity sfilano le scommesse digitali - Milano - Repubblica.it

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giovedì 21 novembre 2013

“Kennedy” è il nome straniero più diffuso tra le vie e piazze d’Italia ed è Lecce la provincia con più strade intitolate al Presidente assassinato 50 anni fa


E’ la Puglia, inoltre, la Regione del centro Sud con più vie dedicate a JFK: lo dimostra un’analisi di Seat PG Italia, condotta in collaborazione con il Professor Enzo Caffarelli, realizzata per celebrare J.F.Kennedy nel cinquantesimo anniversario della sua morte

Lecce, 21 novembre 2013 – “Kennedy” è il nome straniero più diffuso tra le strade e le piazze d’Italia ed

Lecce la città d’Italia con più strade intitolate al famoso presidente (a pari merito con Brescia). Il database di TuttoCittà di Seat PG Italia dimostra, inoltre, che la Puglia è la regione del Centro-Sud con più aree intitolate a Kennedy: troviamo, infatti, 151 vie o piazze dedicate a “Kennedy” in 132 comuni pugliesi. Oltre a Lecce, a cui spetta il primato italiano e provinciale con 59 strade dedicate, In Puglia si distinguono anche le province di Bari (30 dediche nella toponomastica urbana) e di Foggia (19).
E’ quanto emerge da una analisi svolta da Seat PG Italia in collaborazione con il Professor Enzo Caffarelli -  direttore della Rivista Italiana di Onomastica (RIOn) e coordinatore scientifico del Laboratorio internazionale di Onomastica dell’Università di Roma Tor Vergata -  grazie alle informazioni di Tuttocittà e  PagineGialle, “John Fitzgerald Kennedy è stata una figura politica molto apprezzata e ricordata anche in Italia e, in particolare, nella provincia di Lecce: l’analisi che abbiamo condotto sul nostro database ce lo dimostra” ha dichiarato Paolo Portioli, Direttore Marketing di Seat PG Italia. “Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a celebrare questo famoso personaggio nel cinquantenario della sua morte, attraverso questa attività che dimostra quanto i Leccesi ricordino affettuosamente e stimino un grande personaggio quale è stato J.F.Kennedy.”
La regione Puglia primeggia in un Meridione – peninsulare e insulare – particolarmente sensibile alla figura di JFK: troviamo anche 29 vie kennediane nella provincia di Palermo, 28 nel Cosentino, 24 nel Casertano, 19 nell’Agrigentino, 17 nel Napoletano, 15 nelle province di Salerno, di Catanzaro e di Catania. Bari è l’unico comune, insieme a Campobello di Mazara (TP) ad avere due distinte vie dedicate sia a John e che a Robert Kennedy. Sono tante anche le scuole pugliesi, i ristoranti e i negozi che prendono il proprio nome dal famoso Presidente e,secondo il database di Paginebianche, anche qui la Puglia è presente nelle prime tre posizioni della classifica tra le regioni con più organizzazioni dedicate a “Kennedy”, dopo la Lombardia e la Campania: si possono ricordare, ad esempio, un teatro di Fasano (BR); una scuola pubblica, un centro studi e una cooperativa trasporti a Bari; un’altra scuola pubblica a Brindisi; un istituto tecnico privato a Taranto e un bar a Porto Cesareo (LE).


IL NOME “KENNEDY” NELLE VIE E PIAZZE D’ITALIA, IN BASE AL DATABASE DI TUTTOCITTÀ

Sono molti comuni italiani ad aver intitolato una via o una piazza al nome “Kennedy”, che conta infatti ben 1327 presenze e vanta un record: è il nome di uno straniero più diffuso nella toponomastica urbana italiana. A questi valori si aggiungono poi le vie “Fratelli Kennedy” -  che sono 88 e che, accanto al fratello maggiore John Fitzgerald, ricordano anche Robert (Bob) Kennedy, assassinato nel 1968, -  e quelle dedicate al solo Robert, 5. Per un totale, di 1420 presenze, in ben 1245 Comuni sparsi in tutta Italia.
E’ la Lombardia la Regione in cui ci sono più aree intitolate a “Kennedy” (302) seguita da Puglia (151), Sicilia (132), Campania, (130), Emilia Romagna (109), Veneto (107), Sardegna (102), Calabria (96), Marche (61) e Piemonte (57).

In una precedente rilevazione del 1998 da parte di Seat PG Italia sui nomi delle strade, il nome “Kennedy” compariva 1082 volte e il nome si piazzava al 66º posto nella classifica generale. Kenendy era anche il 1º tra i personaggi stranieri a cui erano dedicate le strade e le piazze d’Italia, con quasi il triplo di presenze rispetto al 2º, “Salvador Allende” (poi, nell’ordine, “Martin Luther King”, “Carlo Marx”, “Anna Frank”, “Thomas Edison”, “Alessandro Fleming”, “Gandhi”, “Albert Einstein” e “Pablo Picasso”). Negli ultimi 15 anni sono dunque aumentate le dediche a John Kennedy (o ai fratelli Kennedy), tanto che il nome scala posizione e si colloca ora al 47º posto e sempre 1º tra gli stranieri. La prima piazza italiana intitolata a Kennedy fu quella deliberata dal Comune di Roma, nel quartiere Europa (EUR), il 5 maggio 1964, a soli 5 mesi e mezzo dalla morte e senza ottemperare agli obblighi di legge che prevedono di attendere 10 anni dalla scomparsa di chi si vuole celebrare con una pubblica intitolazione (salvo casi eccezionali: evidentemente la tragedia di Dallas fu ritenuto uno di questi).

“KENNEDY”, UN NOME A CUI SONO INTITOLATE MOLTE ISTITUZIONI E NEGOZI ITALIANI

Il nome Kennedy è presente in Italia nei nomi e nelle insegne di molte organizzazioni: all’interno dei volumi PagineGialle si trova, infatti, quasi 300 volte in ambiti differenti. La categoria che più ne fa uso è quella degli istituti scolastici, alcuni pubblici e altri privati, (45 in tutto, più  le relative succursali), mentre al secondo posto figura  la ristorazione (bar, caffè, alberghi, ristoranti e pizzerie) complessivamente con 43 presenze. Troviamo poi, nell’ordine, i grandi magazzini, le agenzie immobiliari e i negozi di arredamento, le associazioni artistiche culturali e ricreative, le case di cura e le cliniche private, i centri fisioterapici, le farmacie, le palestre e i campi sportivi, i parrucchieri e le tabaccherie. Il cognome Kennedy è, infatti, diventato una sorta di nome-garanzia spendibile per assicurarsi popolarità, simpatia, elevato status sociale e fiducia.



JOHN FITGERALD KENNEDY: SIGNIFICATO E DIFFUSIONE DEL NOME

Il cognome Kennedy: “testa bruttissima” o “capo della tribù” “Kennedy” risale all’antico gaelico e può avere due spiegazioni. Una, documentata da studiosi di Oxford, lo riconduce a “Ó Cinnédeigh”, che è formato con ceann ’testa’ e con éidigh ‘bruttissima’. L’altra spiegazione lo collega al celtico “Ceauna-Thigue” e qui il significato sarebbe ‘capo della tribù’. Negli Stati Uniti si contano circa 65 mila famiglie portatrici di questo cognome, il che significa oltre 200 mila persone. Pressappoco gli stessi numeri di Rossi in Italia (anche se in USA esistono alcuni cognomi ancor più numerosi, ovviamente).


Il nome John: dall’ebraico “Dio ha avuto misericordia”

John una delle infinite varianti di Giovanni, dal nome ebraico che significa ‘Dio ha avuto misericordia’, sottinteso ‘donandoci questo figlio”. Negli Stati Uniti John era il nome imposto con maggiore frequenza nel 1917, anno di nascita di John Fitzgerald Kennedy, davanti a William, James, Robert e Joseph. Nel 1960, quando Kennedy fu eletto presidente, era 4º dietro David, Michael e James, ma subito dopo risalì al 2º posto nel 1963 e nel 1964 (con un valore quasi pari al primatista Michael). Come da noi Giovanni, ha poi conosciuto un periodo meno fortunato, scendendo nel 2012 al 27º posto nella classifica guidata da Jacob. In termini numerici, insieme a JFK nacquero altri circa 52 mila John; quando divenne presidente ne furono così chiamati 76 mila; oggi il ritmo è di 11 mila l’anno.



Il nomignolo “Jack”: un nome, un destino?

Per distinguerlo da altri membri della famiglia o per semplice vezzo, John Kennedy era confidenzialmente chiamato Jack. Jack è un nome tra i più diffusi negli Stati Uniti ma la sua origine è dubbia e discussa. “Molti ritengono di doverlo associare a James, ossia “Giacomo”, nella sua variante Jakob “Giacobbe”. Certamente non ha nulla a che vedere con Joe che è il diminutivo di Joseph “Giuseppe” – spiega Enzo Caffarelli – mentre potrebbe collegarsi proprio a John. Infatti nell’inglese medievale si diceva Jehan e poi Jan per “Giovanni”, e con il suffisso -kin è diventato Jankin. L’antico francese avrebbe considerato -in un segnale diminutivo e ne avrebbe tratto la falsa forma piena Jack. Una curiosità: un diminutivo di Jack fu in passato Jackie, maschile, divenuto poi la forma accorciata di Jacqueline, femminile”. Un nome un destino, si potrebbe concludere.



Fitzgerald, il “nome di mezzo”

In origine Fitzgerald è un cognome, di origine romanza, antica francese, ma diffuso in Irlanda e presente come tipologia anche in Italia. Fitz- sta infatti per fils, “figlio”, che si abbina al nome paterno, in questo caso Gerald. Geraldo è d’origine germanica ed è composto da due elementi, il primo sta per ’lancia’ e il secondo per ‘governare. Il significato complessivo è dunque ‘lancia che governa, che domina’. “Il più diffuso cognome con il prefisso Fitz- negli Stati Uniti è proprio Fitzgerald – documenta Enzo Caffarelli – che individua quasi 30 mila famiglie; segue, con la metà delle presenze, Fitzpatrick e poi Fitzsimmons con quasi 4 mila; tutti gli altri si fermano intorno a 1000 o di meno: Fitzharris, Fitzhenry, Fitzhugh, Fitzmaurice, Fitzroy, Fitzwater, ecc. In Italia sono pochissimi i nomi di famiglia sopravvissuti tra quelli formati in questo stesso modo. I più frequenti sono Fittipaldi (= figlio di Tebaldo), Filangieri e Fialdini”. “Nel tempo – continua Enzo Caffarelli – il middle name è stato via via concepito come un secondo nome personale. È come se in Italia uno si chiamasse Mario Ferrari Rossi, con Ferrari cognome della famiglia materna e Rossi cognome del padre. Da Mario virgola Ferrari Rossi a Mario Ferrari virgola Rossi il passo può essere breve. Con il risultato che Ferrari verrebbe percepito alla stregua di un secondo nome, come fosse Mario Giuseppe Rossi. E da quel momento in poi Ferrari, pur restando nella maggior parte dei casi un cognome, può essere usato a nche come primo nome. Basti pensare a personaggi famosi come Winston Churchill o Harrison Ford. I loro nomi indicano il primo un toponimo, il secondo ‘figlio di Harry’, ed è evidente la loro natura cognominale”. La spinta del secondo nome del presidente fu notevole: fino al 1961 non nacque nessun bambino di nome Fitzgerald; ma nel 1961 furono 10, nel 1963 aumentarono a 52 e nel 1964 a ben 195.

L’eco di JFK nei nomi personali in Italia e negli Stati Uniti

Il cognome Kennedy è diventato anche un nome personale, dato in Italia per 7 volte nel corso del XX secolo; un primo caso risale al 1947, mentre gli altri, documentati sparsi in varie città italiane, sono del 1964 e dunque il legame con il presidente USA è evidente. Nulla di strano se il numero dei battezzati Kennedy in America è molto più alto. Il cognome si è trasformato in nome con lo stesso meccanismo di Fitzgerald. Già nel 1917, quando nacque JFK, i bambini chiamati Kennedy furono 12; nel 1940, 9; nel 1950, 14; nel 1960 salirono a 79; nel 1961 a 177, nel 1962 a 85, nel 1963 a 158 e nel 1964 a 230 e nel 1965 scesero a 122. Nel 2011 sono stati 123, ma le femmine ben 3187, segno che Kennedy è diventato un nome personale ambigenere ed è ormai entrato stabilmente nell’onomastica statunitense.

 I VOLUMI DI SEAT PG ITALIA

I volumi di Seat PG Italia PagineBianche, PagineGialle e TuttoCittà, distribuiti a tutte le famiglie di Lecce e recentemente rinnovati per andare incontro alle nuove esigenze dei cittadini italiani, sono strumenti utili per supportare i cittadini in ogni esigenza della vita quotidiana: permettono di trovare persone e istituzioni, aziende, negozi e professionisti e offrono informazioni pratiche che aiutano a  vivere al meglio la propria città.

SEAT PG ITALIA

Seat PG Italia è la local internet company che offre alle imprese un supporto a 360° per promuovere la propria attività su Internet, attraverso un network di agenzie (i WebPoint) presenti su tutto il territorio italiano. I servizi di web marketing di Seat PG Italia spaziano dalla costruzione e gestione di website e mobile site alla creazione di contenuti multimediali, dalle attività inerenti la visibilità nel Web ai servizi di e-commerce e web marketing, dalla gestione della presenza sui social network al couponing. Strumenti che si affiancano a quelli “tradizionali” cartacei e telefonici. Seat PG Italia offre, inoltre, ai consumatori un ecosistema composto di strumenti multimediali, mobile e cartacei per trovare facilmente e velocemente aziende, istituzioni, persone e servizi, anche in mobilità.

Seat PG Italia in numeri (dati 2012): circa 2 miliardi di consultazioni sui suoi mezzi, una rete commerciale di circa 1.100 agenti, una base clienti di circa 400 mila PMI, un database di 12, 5  milioni di famiglie e oltre 3 milioni di operatori economici; 44 milioni di volumi (PagineGialle, PagineBianche, Tuttocittà), più di 14 milioni di chiamate (892424 PPG e 12,40 PPB) e circa 460 milioni di visite provenienti sia da web che da mobile, e sui siti online e mobile dei clienti (www.paginegialle.it, www.paginebianche.it, www.tuttocitta.it).

Maggiori informazioni su www.seat.it



Contatti per la stampa:    

Seat PG Italia

Direzione Comunicazione



Tel. 011.435.2884
           

Burson-Marsteller

Alessia Quaglio- Francesca Cappello




Tel. 02.721431

La disfatta del Nord. Corruzione, clientelismo, malagestione, di Filippo Astone (Longanesi, Milano, 2013). Intervento di Nunzio Festa



Con "Italia low cost" (Aliberti), scritto a quattro mani con Rossana Lacava, Filippo Astone sembrava si fosse dato una bella calmata; perché con quell'utile saggio-manuale forniva informazioni appunto, buone e buonissime tra l'altro, a consumatrici e consumatori. In quanto con i precedenti titoli dati alle stampe tutti presso Longanesi: "Gli affari di famiglia" e "Il partito dei padroni", il giornalista economico Astone aveva invece illustrato perfertamente il quadro italiota dell'affarismo dilagante, dove sono piccoli gruppi di potere che gestiscono e spesso malamente l'Italietta così come hanno contribuito a farla, come, poi, ridipinto la stirpe dei padroni del vapore che il loro capitale l'han ereditato, invece che costruito, e coltivato molto male. Libri, questi due, che di certo  piacere non han fatto a una bella quantità di italici ricci. Ma adesso, con "La disfatta del Nord", con il quale davvero Astone racconta corruzione, clientelismo e malagestione del Settentrione, abbiamo il colpo definitivo. Siamo, potremmo dire, alla chiusura d'una vera e propria trilogia sul disastro italiano e al terzo e conclusivo, forse, atto della narrazione del fallimento etico, prima che civile, della classe dirigente dell'ex Belpaese. Qui Filippo Astone, con la solita penna brillante e non solamente pungente quanto, almeno, intransigente, che ci tiene in attenzione grazie all'inchiostro della scorrevolezza e diversi espedienti da professionista del mestiere, decide di spiegarci quella che, e forse solamente in questi passaggio e scelta un po' ce ne doliamo, chiama la "meridionalizzazione" del Nord. Raccontando nei minimi dettagli i nodi di quei lacciuoli di ferro  fieri di tener in simbiosi necessaria, obbligata e, per loro, redditizia, una certa politica con una certa imprenditorialità. Le macro-aree del ragionamento, i luoghi visitati sono il partito Formigoni-Cl-Compagnia delle Opere e la meno potente - ma sicuramente brava a smentire con le azioni i propri pubblicizzati fini di rinascita dei territorio rappresentati - Lega Nord. In apertura del libro il giornalista parte con una curiosità che ai più era sfuggita e tanti avevano nascosto, ovvero che Bossi, prima di presentarsi e proporsi col suo clan quale nuovo volto, aveva avuto problemi giudiziari derivanti da situazioni proprio della 'vecchia politica'. Ma la Lega con Berlusconi e i loro accoliti portavano la maschera, chiaramente, del politicamente nuovo e santo. Insieme alla forza e alla volontà. Con l'intento sbandierato di "risolvere la questione settentrionale e con essa tutti i mali del Paese". Allora: "il nuovo potere nordista proclamava di voler cancellare decenni di centralismo, inefficienza e corruzione partitocratica". Epperò, a strada percorsa, non hanno che, solamente, peggiorato la situazione. Complessiva, d'altronde. Portando in pratica anche a Nord quintali di clientelismo, nepotismo e affarismo (illegale perfino). Fra favori personali e finanziamenti agli amici e agli amici degli amici, e chiaramente parliamo di fianziamenti pubblici. Astone, ragionando su passato e presente dei personaggi e ridandoci le loro storie, oltre che le inchieste nei quali sono stati e sono coinvolti, analizza tutti gli errori e, per molti, la furberia, di personaggi che si chiamano Formigoni, Maroni, Tosi, Ponsellini eccetera eccetera. Ma senza risparmiare una schiera di figure apparentemente minori, certo. Gente sempre al potere o sempre a gestire il potere, magari fintamente dietro le quinte. Filippo Astone da la genesi e la rapace voracità e voluttuosa voglia di soldi e dominio, per esempio, di quella Comunione e Liberazione osannata da tanta destra, oltre ovviamente dai seguaci e affiliati, e da parte della sinistra - e non solamente al centrosinistra legato con le cooperative "rosse". Con rammarico, forse, Astone relamente con "La disfatta del Nord" sfata il mito dell'efficienza settentrionale. Facendoci capire come quando e perché tutti i mali e le fortune (per pochi) accaduti nel Nord dell'Italia hanno condotto l'intero Paese sull'ordo del precipizio.

"Man at work", live le canzoni "invincibili di Gianmaria Testa

La difesa di Berlusconi: «sentenza surreale». Centrodestra all'attacco delle toghe, Pd: «solita giostra» - Il Sole 24 ORE

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LISA KLEYPAS pubblica per Leggereditore UN REGALO D’AMORE

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Gabrielli: "Sfido a dirmi che ho sbagliato" Protezione Civile sommersa da accuse - Cronache dalla Sardegna - L'Unione Sarda

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mercoledì 20 novembre 2013

MARY BALOGH pubblica per Leggereditore UNA PROMESSA D’AMORE



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Per Eleanor Transome la ricchezza di suo padre non è affatto una benedizione. Soprattutto se è l’unico motivo per cui Lord Randolph Falloden ha deciso di chiedere la sua mano. Il giovane nobiluomo, tanto arrogante quanto affascinante, è sull’orlo della rovina economica ed Eleanor non può rifiutare la sua proposta, perché lo ha promesso al padre sul letto di morte. L’unione tra l’ambito conte e la ricca figlia del commerciante sarà un affare in cui l’amore non ha alcun peso, o almeno così sembra agli occhi di tutti. Ma se è vero che l’amore non si vende né si compra, è vero anche che può essere il regalo più grande di tutti. E a Natale molti doni giungono inaspettati…


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Crisi e lavoro: videochat con Raffaele Bonanni

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