Cerca nel blog

martedì 29 ottobre 2013

Marco Pacori I Segreti dell'Intelligenza Corporea - Libro

I Segreti dell'Intelligenza Corporea - Libro
Un nuovo metodo per sfruttare il linguaggio non verbale e i tuoi sensi e diventare più carismatico, più convincente, più creativo.
€ 17

Omofobia. Intervista a Delia Vaccarello

'Ci pensa Rocco', Siffredi da icona hard a guru delle coppie in crisi su...

Grillo contro Letta: "Dice balle". Napolitano non replica a leader M5S - Repubblica.it

Grillo contro Letta: "Dice balle". Napolitano non replica a leader M5S - Repubblica.it

Epifani: «Service tax sarebbe intollerabile se non fosse progressiva» - Il Messaggero

Epifani: «Service tax sarebbe intollerabile se non fosse progressiva» - Il Messaggero

Decadenza Berlusconi, slitta Giunta regolamento su voto palese | Prima Pagina | Reuters

Decadenza Berlusconi, slitta Giunta regolamento su voto palese | Prima Pagina | Reuters

RADICAL CHIC DI MINO DE SANTIS NELLA NUOVA COMPILATION REALIZZATA DA PUGLIA SOUNDS E XL DI REPUBBLICA



In uscita giovedì 31 ottobre in allegato a XL di Repubblica - Il brano “Radical Chic” di Mino De Santis, tratto dal suo recentissimo album “Muddhriche”, edito da Ululati, etichetta discografica di Lupo Editore, è stato selezionato per la nuova compilation realizzata da Puglia Sounds e XL di Repubblica, che sarà in edicola giovedì 31 ottobre in allegato gratuito al numero di novembre 2013 della rivista musicale. La compilation, distribuita in tutte le edicole italiane, contiene 17 brani selezionati da Luca Valtorta, direttore di XL, tratti da dischi di artisti pugliesi pubblicati negli ultimi 12 mesi. La scelta di “Radical Chic” non è casuale, infatti, il brano si caratterizza per un testo dai tratti ironici e pungenti, nel quale il cantautore salentino non esita a mettere alla berlina un certo intellettualismo sterile, che a volte caratterizza una certa sinistra. Emerge così una critica, senza mezzi termini, a quanti “uomini e donne liberi dal bisogno, con le spalle sempre coperte da papà”,  “gente distinta e raffinata/figli di una sinistra acculturata/che mangia, parla, beve, scrive e fa opinione ma aspetta il popolo per la rivoluzione” disquisendo per ore “sui mali della terra, sulla miseria, sulla povertà”, come della “Palestina, la vivisezione, e poi il buddismo la contro religione. L’islam, la pace, i clandestini”, ed immancabile “poi la buona cucina”. “Radical Chic” è un esempio, dunque, di come il songwriting di Mino De Santis, partendo dalle radici della cultura salentina, si sia aperto verso un immaginario poetico e critico orientato verso temi di rilevanza sociale e politica.

Muddhriche, il disco

“Chi si nutrirà di queste muddhriche, che lascio qui? Non sono gli avanzi, non sono gli scarti della vita, queste note. Sono il dono di chi mi ha cresciuto, mi ha allevato, mi ha librato nell’aria. “T’aggiu crisciutu cu lu pane e senza pane, muddhrica muddrica. Ti ho tirato su con tutto lo zelo possibile”. Risuona ancora nelle mie orecchie. Perché queste sono le briciole, ma sono anche il mio nutrimento, sono ciò che mi ha insegnato ad accontentarmi e godere delle cose piccole e belle. Come gli uccelli, che vivono un’esistenza intera appagati dai manuzzuli, così ho imparato a far tesoro di quello che la storia mi ha voluto regalare. Ci hanno lasciato le briciole, dice qualcuno, ma noi, uomini del sud, tanimu lu coriu tostu e de le muddhriche nde facimu pane”. Mino De Santis

Ogni qual volta si ascolta Mino De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere play.
Mino De Santis è a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album "Muddhriche" prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le "macchiette", i personaggi del paese: "Lu prete" scaltro e smaliziato o la "La bizoca e la svergognata", apparentemente diverse ma "le stesse e l'hanno sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud amaro dei "Pezzenti"(feat. Nando Popu / Sud Sound System), quegli immigrati trattati come animali tra "patruni e capurali", senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di quei "Radical chic", quelli bravi a dare definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le "Muddhriche" compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.

Tracklist
1.Anni - 2. Fiche cu le mendule - 3. Radical chic - 4. Sutta ‘na chianta te chiapperu - 5. Lu preute - 6. Porta verde - 7. La pizzoca e la sbergugnata - 8. Ieu fazzu gezz - 9. Certi culi - 10. Pezzenti (feat. Nandu Popu) 11.Arbulu te ulie (bonus track)

Mino De Santis, note biografiche
Mino De Santis - La poesia di Fabrizio De Andrè, il ritmo di Paolo Conte, l’ironia “eretica” di Giorgio Gaber, il racconto disincantato di Stefano Rosso, una passione per la big band alla Renzo Arbore. Tutto questo in un solo cantautore: Mino De Santis. Molti di voi si  stanno chiedendo certo chi sia mai costui. I programmi televisivi non lo ospitano e le radio commerciali nazionali non  trasmettono le sue canzoni eppure stiamo parlando di un artista di valore eccezionale. Quando si racconta la biografia di un artista spesso si comincia dicendo “da giovane fece il minatore”, come Tom Jones, oppure “ha lavorato in fabbrica”, per Mino De Santis bisogna usare ancora il presente indicativo e dire: quando non fa concerti fa l’imbianchino oppure il contadino, accettando un po’ tutti i lavori che ha sempre fatto per vivere. Mino non è un ragazzino, è un quarantenne che ha sempre scritto canzoni principalmente per se stesso, per i suoi amici, per quel irrefrenabile bisogno di “raccontare la vita” che ogni vero artista sente bruciare dentro. Solo 3 anni fa  fa ha prodotto il suo primo cd “scarcagnizzu”, venduto solo attraverso i suoi concerti, passato di mano in mano mentre le sue canzoni era possibile ascoltarle su you tube.  A distanza di un anno  nel 2012 esce l'album "Caminante"  accompagnato dal videoclip di 8 minuti ( quasi un corto) "Lu ccumpagnamentu" diretto dal Regista Gianni De Blasi. A luglio 2013 esce "Muddriche" ed è la seconda produzione della nuova etichetta "Ululati" di Lupo editore, anche in questo caso è stato prodotto un videoclip con la partecipazione di Alessandro Haber e Nandu Popu dei Sud Soun System per il singolo "pezzenti" .

Un florilegio critico

“Un artista da seguire…” (Vincenzo Mollica, DoReCiackGulp! RaiUno)

“E’ un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni polmoni l’aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia” (Raffaella De Donato)

“Allo sguardo di De Santis nulla sfugge, non un gesto, non una parola” (Raffaele Gorgoni, Tg3)

“Mino De Santis si fa notare per la sua verve ironica, da Gaber saletino” (Tommaso Ricci, Tg2)

“Attraversarsi le note come spettatore disincantato tra parole abusate e “tipi” di ogni giorno. Cerchi una briciola che nutra e la trovi nelle parole-musica, nei treni in partenza, nei colori di un fiore antico, nella voce calda, in un amore” (Sandrina Schito)

"Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)

Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)

Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)

Autoironico e impietoso … lo definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)

LUPO EDITORE
Via Monteroni Esterna, CP 93
73043 Copertino (Le)
Tel. 0832.949510
Fax 0832.937767
info@lupoeditore.it

twitter:


facebook:

Cinema: torna Checco Zalone ed e' polemica, "film trash? No sono solo un papa'"

Cinema: torna Checco Zalone ed e' polemica, "film trash? No sono solo un papa'"

Letteratura e burlesque

Letteratura e burlesque

Amazon lancia MatchBook per i libri

Amazon lancia MatchBook per i libri

Esce il nuovo libro di Francesco Piccolo Il desiderio di essere come tutti - VanityFair.it

Esce il nuovo libro di Francesco Piccolo Il desiderio di essere come tutti - VanityFair.it

lunedì 28 ottobre 2013

Claudio Trupiano Grazie Dottor Hamer

Grazie Dottor Hamer
Vol. 1 - Un anello mancante nell'evoluzionismo di Darwin: la causa ed il senso biologico delle malattie, dal raffreddore al tumore... non ancora per tutti!
Voto medio su 57 recensioni: Da non perdere
€ 28

Proposta shock di un psicologo: test genetici per scegliere gli studi pi...

I Pooh in videochat

L'intervista di Nicola Porro a Marco Boglione - Virus 25/10/13

Dove fioriscono le Miss Italia...

Dove fioriscono le Miss Italia...

Renzi alla Leopolda: basta larghe intese "La legge elettorale sia quella dei sindaci" - Politica - L'Unione Sarda

Renzi alla Leopolda: basta larghe intese "La legge elettorale sia quella dei sindaci" - Politica - L'Unione Sarda

Grillo: non andare al Quirinale non è uno sgarbo - Il Sole 24 ORE

Grillo: non andare al Quirinale non è uno sgarbo - Il Sole 24 ORE

A Lara Quercioli la fascia di Miss Cinema - La Nazione - Firenze

A Lara Quercioli la fascia di Miss Cinema - La Nazione - Firenze

I dieci migliori uomini alfa della letteratura

I dieci migliori uomini alfa della letteratura

Lorenzo Valloreja vincitore concorso nazionale di letteratura | il Democratico

Lorenzo Valloreja vincitore concorso nazionale di letteratura | il Democratico

Lou Reed, 3 libri per ricordarlo - Panorama

Lou Reed, 3 libri per ricordarlo - Panorama

Quien Te Amara (como yo) Grupo 0212 @Grupo0212 Twitter

domenica 27 ottobre 2013

Igor Sibaldi I Maestri Invisibili

I Maestri Invisibili
Come incontrare gli Spiriti guida
Voto medio su 13 recensioni: Da non perdere
€ 9.5

Lou Reed - A Night With Lou Reed

Morto Lou Reed, il re del rock Il mondo della musica in lutto - Quotidiano Net

Morto Lou Reed, il re del rock Il mondo della musica in lutto - Quotidiano Net

Eben Alexander Milioni di Farfalle - Libro

Milioni di Farfalle - Libro
Il racconto di un neurochirurgo americano che ha scioccato il mondo
Voto medio su 8 recensioni: Buono
€ 16

Robert O. Young, Shelley Redford Young Il Miracolo del PH Alcalino

Il Miracolo del PH Alcalino
Bilanciate la vostra dieta, recuperate la vostra salute
Voto medio su 44 recensioni: Buono
€ 21

Vadim Zeland Reality Transurfing - Le Regole dello Specchio - Libro

Reality Transurfing - Le Regole dello Specchio - Libro
Il seguito della trilogia del Transurfing - Cofanetto con 2 libri non vendibili separatamente (La Gestione della Realtà Le Mele Cadono dal Cielo)
Voto medio su 37 recensioni: Da non perdere
€ 18.6

Opportunità di lavoro



Opportunità di lavoro - Multinazionale americana cerca personale da formare e inserire nel proprio organico come distributore dei suoi prodotti. Offresi provviggioni e ottime possibilità di carriera. E' richiesta esperienza professionale maturata nel settore medico-sanitario e del benessere. Contattare solo se interessati

Per info
Skype - Skypedani1481972

Bruno Mars a Milano, tutto esaurito

Libri, Hamadi e 'La felicità araba. Storia della mia famiglia e della ri...

Il vero rottamatore della Leopolda è Pif - IlGiornale.it

Il vero rottamatore della Leopolda è Pif - IlGiornale.it

Aung San Suu Kyi da Papa Francesco: la spiritualità può cambiare il mondo - Il Sole 24 ORE

Aung San Suu Kyi da Papa Francesco: la spiritualità può cambiare il mondo - Il Sole 24 ORE

Renzi fa le prove da segretario: «La legge elettorale che funziona è quella dei sindaci, Facciamola così» - Il Sole 24 ORE

Renzi fa le prove da segretario: «La legge elettorale che funziona è quella dei sindaci, Facciamola così» - Il Sole 24 ORE

Kyäni : English

Kyäni : English

Dal popolino ai pretacci, il cinema di Luigi Magni - Repubblica Tv - la Repubblica.it

Dal popolino ai pretacci, il cinema di Luigi Magni - Repubblica Tv - la Repubblica.it

Luigi Magni è morto, un altro lutto nel cinema - Tgcom24 - Foto 1

Luigi Magni è morto, un altro lutto nel cinema - Tgcom24 - Foto 1

sabato 26 ottobre 2013

IL LIBRO DELL’AMORE PROIBITO DI MARIO DESIATI (MONDADORI). In libreria!



Francesco, detto Veleno, timido e solitario, fino ai quattordici anni è vissuto immaginando vite eroiche e ammirando i coetanei più intraprendenti. Il suo universo quotidiano, nel paese pugliese dove vive, è quello della scuola, con regole e muri che sembrano fatti per essere invalicabili, non certo per nascondere gioie proibite. Fino all’incontro con Donatella Telesca, professoressa di Educazione tecnica. Lei ha il doppio degli anni di Veleno, eppure veste in modo più simile a lui e ai suoi amici Mimmo e Nappi che alle altre insegnanti. Ha la pelle candida, ma nasconde un’ombra che agisce come una calamita sui suoi giovani allievi, siede tra i banchi, ascolta i ragazzi, li guarda come nessuno ha mai fatto prima. Nasce un’attrazione irresistibile, destinata a essere scoperta nel clamore dello scandalo. Veleno scopre allora una solitudine più profonda, l’isolamento di chi supera la linea d’ombra dei sentimenti leciti, e contro la famiglia, contro la norma che gli impedisce di amare, costruisce il suo onore, il futuro, la sua legge che non umilia né separa. Veleno saprà aspettare, costruirà tutto intorno al silenzio dell’attesa, e con gli occhi rinnovati dal desiderio si accorgerà di essere circondato da amori che sono tali proprio perché proibiti... Scritto per frammenti affilati come gli spigoli d’ombra che si stagliano nel sole del Sud, rapsodico ed emozionante come la memoria di una stagione perduta, Il libro dell’amore proibito è un romanzo sul desiderio, sugli amori impossibili e la cieca, folle fedeltà a un sentimento che non ha barriere


MARIO DESIATI (1977), è cresciuto a Martina Franca e vive a Roma. Ha pubblicato la raccolta di poesie Le luci gialle della contraerea (Lietocolle 2004, Premio Viareggio per l'opera prima). Come narratore ha esordito nel 2003 con Neppure quando è notte (peQuod) e ha pubblicato in seguito, con Mondadori, Vita precaria e amore eterno (2006), Il paese delle spose infelici (2008) e Ternitti (2011, finalista Premio Strega).

COLLANA     Omnibus italiani
PAGINE         200
PREZZO         17,50 euro



Un estratto - “Se voi della giuria non ritenete le vostre passioni al di sopra di ogni divieto, vuol dire che non avete mai amato. Non avevo l’età per simili certezze quando, il primo giorno di terza media, fui invitato dal professore di Storia e Geografia a sedermi nel primo banco assieme al pluriripetente e scapestrato Cosimo Nappi. Da tale trascurabile azione sarebbe poi scaturita una serie di eventi conflagrati nello scandalo cittadino di tutti gli anni a seguire. Per raccontarvelo sono venuto nel luogo delle mie preghiere, laddove mi arrovello su bellezza e desiderio. Quando sono in imbarazzo faccio un gioco d’immaginazione e penso di stare tra i banchi di una chiesetta, un posto in cui m’inebrio di una delle tante forme d’amore che ho imparato a scoprire, nascoste agli occhi di voi giurati, uomini retti immuni da ogni scandalo, e forse passione. In questo rifugio torna incessante un insegnamento che serbo come un gioiello antico tramandato dai miei antenati. Quando ero bambino restavo a lungo da solo. Una volta, eravamo nei nostri trulli, mia nonna Comasia, dopo avermi condotto innanzi a un muro, mi confidò che se volevo conoscere fino in fondo cos’era la gioia avrei dovuto trovare un ostacolo da scavalcare. Ero cresciuto circondato da mura, chiuso in casa o nel recinto di pietre a secco della campagna in cui vivevamo durante l’estate. Avevo imparato a farmele amiche. Amavo i muri che dividevano la vigna dalla strada. Costruiti pietra su pietra senza malta o stucco, erano mondi a parte perché tra gli interstizi vivevano bisce, lucertole, scoiattoli, porcospini, colonie di formiche che disegnavano percorsi insondabili, rovi di more e cespugli di corbezzoli. E così quel muretto a secco alto un metro e mezzo era la vita. Il segreto più importante che mia nonna rivelò indicando l’erba rampicante che da terra risaliva lungo la pariete era proprio lì davanti ai miei occhi. E, con l’autenticità di certi insegnamenti che arrivano a segno quando sono impartiti senza piena consapevolezza, disse: «Prendi la gioia più grande, l’amore. L’amore è come l’edera, ha bisogno di un muro per crescere». La via nera di pietra lavica sale verso il porticato, sulla sinistra uno spigolo di calce bianca sorvegliato da un lampione di ferro battuto. La porticina somiglia a una bocca e la facciata a un tetragono monolite dell’Isola di Pasqua. Varcato l’ingresso della chiesa, nella navata spicca la sobria solennità dei semplici: stucchi, noce e incenso. I banchi smaltati scintillano, l’altare di pietra d’Apricena acceca, un pulpito di legno nasconde una scaletta. Percorrendola si arriva alla postazione dell’organo elettrico. La chiesa è dedicata all’Addolorata. Cercatela pure con lo sguardo, ma non troverete nessuna statua della Madonna. È il tesoro, e come tutti i forzieri preziosi viene tenuto lontano da occhi indiscreti e soprattutto infedeli. L’Addolorata è una cappella di identiche dimensioni della chiesa, un perfetto doppione costruito pietra su pietra, sedile su sedile, altare su altare, e addirittura tabernacolo su tabernacolo. Vi si accede da una scala segreta dietro una parete mobile, con gradini così ripidi da doversi aiutare con le mani. Chi mi precede assume la posizione di un alpinista o uno scimmione, non di un fedele. Il corrimano pare una pertica, il soffitto basso incombe con la gravità delle caverne. La cappella al piano superiore è azzurra, forse chi l’ha dipinta ha pensato che fosse meno distante dal cielo. I banchi sono verni ciati d’azzurro e anche il soffitto è azzurro, come il mozzetto – il copricapo che indossano i confratelli nelle lunghe, estenuanti processioni. L’altare è bianco, una lastra di superficie candida, effetto ghiaccio, posata su un tronco di legno glitterato. Accanto all’altare, una grande teca di legno, ancora azzurra, e lì Maria Addolorata. È una donna sui venticinque anni, non sembra addolorata, ma altera, una smorfia sulle labbra, lo sguardo avanti, l’acconciatura del velo nero che si articola in una dozzina di pieghe, i pizzi e i broccati che avvolgono le spalle e scendono sul busto e sulle gambe con l’esuberanza di una colata d’oro fuso. Indossa il mantello viola che richiama il tempo ordinario dell’anno ecclesiastico. Ogni mese due uomini salgono nella chiesa azzurra, preparano la celebrazione della domenica successiva, che si svolgerà a piano terra. La messa qui è un rito speciale, partecipano soltanto i maschi più vigorosi della congrega, gli stessi dotati della forza e resistenza necessarie per trasportare la statua della Madonna lungo la processione al termine della Quaresima, che dura due giorni. Sono votati ai Dolori di Maria, come dichiara il decreto istitutivo dell’oratorio. I due uomini che si stanno per occupare della manutenzione della statua sono entrambi volontari di un’associazione di genieri. Hanno con sé una valigia, da lì estraggono robe che profumano di sapone e pulito, le depongono sulla prima panca sotto l’altare. Aprono il chiavistello di ferro della teca e, mentre la portafinestra si spalanca con un cigolio, trascinano fuori Maria Addolorata per spogliarla. Compiono i gesti con lentezza, immettono in ogni movimento una precisione che per loro è devozione. Il mantello, i broccati d’oro, i pizzi, l’abito cadono giù, la statua resta nuda, sembra il manichino di un supermercato, ha perduto il fascino e lo sguardo altero. Il miracolo della statua è nei vestiti che indossa. Il sacerdote ha fatto irruzione, «No» li rimprovera. «Vestitela abbasc’» comanda ai confratelli senza rivolgere uno sguardo alla Regina, intimorito di poterla vedere senza abiti. I due uomini sono tarchiati, rubizzi. Stavano al radiocomando dell’Italsider, guidavano il carroponte, sovrintendevano agli spostamenti all’interno della fabbrica, hanno visto alcuni loro amici tranciati dalle lame d’acciaio nella notte. Si sono votati in tempo all’amore mariano, prima che calasse la lama della sorte. Affidarsi all’Addolorata per loro è una religione, dedicarsi alla cura di una statua di legno e dei suoi vestiti. La pregano, si segnano e portano quei vestiti impregnati di umido, incenso, polvere alla moglie o alla madre. Se la messa è abbasc’, a loro spetta un compito che pochissimi uomini riescono a portare a termine. Produce inquietudine e un piccolo, segreto piacere da non condividere: il senso di responsabilità, compiere un gesto che nessuno deve conoscere. La Madonna è troppo alta per passare per le scale, e i genieri la spostano al centro della chiesa azzurra, nello spazio tra l’altare e i banchi, uno le tiene ferme le gambe, l’altro l’avvolge con le braccia, come volesse danzare con lei. Il geniere più anziano vive da solo, si è consacrato a Maria, l’unica donna della sua vita. La sua dedizione sfocia quasi nella mania che hanno i solitari, i puri di cuore, i pazzi. Le dà un bacio alle ginocchia, poi l’altro spinge il corpo. S’avverte un colpo secco, il giro in senso antiorario, la statua che stride. L’uomo che tiene in basso le gambe suda, abbracciato al mistero che nei giorni della settimana santa percorre la città e fa segnare migliaia di uomini e donne. L’uomo consacrato a Maria sta facendo girare il busto dal bacino, che ruota fino a svitarsi. I respiri dei due maschi si fanno concitati e pesanti, il fiato caldo della fatica è come se arrivasse sotto forma di vapore alle mie narici, mi scalda i capillari del viso. Maria Addolorata è divisa in due, smontata, il meccanismo carrucolare in mostra, un dente di legno che spunta dal grembo aperto. L’uomo in ginocchio, innanzi alle gambe di Maria, non è consacrato alla Madonna come l’altro confratello anziano, ha una moglie, una sorella e dei nipoti. Uno sono io, assisto alla vestizione e alla scomposizione della Maria Vergine Addolorata da anni. Sin dalla prima volta, quando ero un bambino, ho imparato che esistono amori impossibili, ma talmente grandi e innominabili che non si possono spiegare. L’uomo tremante davanti a Maria Vergine Addolorata, che ogni anno nelle feste di devozione si veste con un sacco bianco e la mozzetta azzurra, la corda stretta in vita, è innamorato di una statua, ma non potrà mai raccontarlo a nessuno. Deve accontentarsi di metterlo in scena durante la settimana santa.”

Napolitano a M5S: «Disponibile nonostante insulti» - Italia - l'Unità - notizie online lavoro, recensioni, cinema, musica

Napolitano a M5S: «Disponibile nonostante insulti» - Italia - l'Unità - notizie online lavoro, recensioni, cinema, musica

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog

Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco - Dove Mito e Battaglie si Fondono (War God Ares)

  PUBBLICITA' / ADVERTISING I Cavalieri dello Zodiaco è un nome che risuona nell'immaginario collettivo di generazioni di appassion...