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domenica 19 maggio 2013
sabato 18 maggio 2013
venerdì 17 maggio 2013
giovedì 16 maggio 2013
Esce il nuovo e fiabesco Unduetrestella - Verba Incredibilia (Lupo Editore)
Le parole sono importanti, diceva
qualcuno. Le parole sono pietre, scriveva qualcun altro. Come a dire che ciò
che viene fuori dalla nostra bocca ha un peso che non si può lasciar cadere
rovinosamente sul nostro interlocutore, perché le parole hanno un effetto sulla
realtà che ci circonda, provocano conseguenze, cambiano le cose. Le parole
della magia poi sono dei macigni, sono più importanti di tutte le altre parole
esistenti e non devono essere in alcun modo pronunciate a caso, tanto per
aprire bocca. Bisogna prendere tempo, concentrarsi sull’obiettivo che si vuole
raggiungere, inspirare profondamente e proferirle più e più volte ad alta voce.
Poi se ne verificheranno gli effetti. E se inavvertitamente sbagliamo? Se un
lapsus manda tutto all’aria e il nostro rospo si trasforma in un principe
racchio e tarchiato? Come si fa?
Le storie di magia ci insegnano
che sempre c’è stata e sempre ci sarà una nuova formula che correggerà la
prima, si può tornare indietro e a volte basta un semplice “scusa” per
vanificare gli effetti disastrosi di una parola dura come una pietra. Anche la
redazione di UnduetreStella ha elaborato la propria formula magica, l’abbiamo
proferita ad alta voce in una piovosa notte d’autunno tra le foglie ingiallite,
ne è venuto fuori questo nuovo numero, una raccolta di formule magiche
raccontate e illustrate, ma attenti a non pronunciarle ad alta voce…
INFO
Ecco il Minitour delle Salentine
Giovedì 16 maggio, ore
21:00 presso il Circolo Arci Rubik in Via Cellino, 5 a Guagnano (Le), Kurumuny e
B22 presenteranno il progetto delle carte da gioco “Le Salentine” (Per info
sulla serata e prenotazioni tavoli: 340 8942727 – www.arcirubik.it).
Un progetto artistico che ha portato alla creazione del primo mazzo di carte da
gioco ispirato alle tradizioni, agli usi e ai costumi del Salento. In occasione
della serata verrà allestita la mostra dei bozzetti disegnati a mano che
illustrano una parte del percorso creativo. Prosegue
Sabato 18 maggio dalle ore 18.30, in piazza Vittoria a Caprarica con il torneo
di scopa a coppie; (Iscrizioni 333 6435757). E si conclude domenica 19 maggio dalle ore 18.30, al Casello della
Cupa in via Villa Convento Km. 3,
a Carmiano, con il torneo di briscola a coppie.
(Iscrizioni 339 8408987). Tre serate all’insegna del gioco e della cultura del
territorio con “Le Salentine” le nuove carte da gioco che raccontano storie,
personaggi, riti e miti del Salento!
Le Salentine,
carte da gioco
quattro storie
in quattro semi
«Il laboratorio creativo B22,
costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa
editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che
ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco
napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli
elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in
particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e
sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le salentine”
riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti al posto dei
bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade. Per quanto
riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del progetto B22,
hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi tradizionali di
Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si sono rifatti
all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del Capo e
Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di fazzoletti
bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole, calzette e scarpe
con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono riproposte le immagini dei
santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo, san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante
intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga
serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal
quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al
valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto
rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del
galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo
pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei
simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto
Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o
l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che
lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul
retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di
Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile,
dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e
territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog
“L’arte tra le righe” CoolClub.it).
Per info sulle
carte:
mercoledì 15 maggio 2013
“AMORE E MARCHETTE” DI MASSIMO DONNO (Etichetta Ululati, Lupo Editore). ONLINE IL VIDEO PROMO DELL’ALBUM D’ESORDIO SU YOUTUBE DA OGGI 15 MAGGIO 2013
Cosimo Lupo compie 50 anni, l'intraprendente
fondatore e titolare della casa editrice Lupo
Editore, patron della neo etichetta musicale Ululati, ha deciso di festeggiare questa felice ricorrenza a “furor
di musica”, facendo un regalo a tutti i suoi lettori, ascoltatori, estimatori e
amici, con il lancio del giovane cantautore italiano Massimo Donno e del suo
intrigante lavoro intitolato “Amore e Marchette”, il cui video promozionale girato
da Gianni De Blasi è on-line dal 15 maggio 2013.
“Massimo
Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d'autore italiana
prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista
per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le
parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà.
Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo
un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su
fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano
perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una
bellisima opera, un'opera aperta. Un'opera che perdere è come fare peccato.” (Oliviero Malaspina)
Info e contatti:
Lupo
Editore
UFFICIO
STAMPA OVERECOAGENZIA
booking@overeco.it
cell. 3288258358 – 3290629451
MASSIMO DONNO … DI VITA, DI PALCO E DI NOTE - Inizia lo studio
della chitarra a tredici anni, a Corigliano d’Otranto, in Salento. Parte dal
Blues, Funky, Rock, ma nel corso degli anni si fa forte l’avvicinamento al
genere cantautoriale italiano e non. Grazie ai cantautori si fa grande la
passione per i suoni acustici, sia del jazz che della musica etnica. Questa
passione è ulteriormente accresciuta dalla terra in cui Massimo nasce. La
prossimità di quella fascia di Sud, alle tante sfumature ed anime della musica
mediterranea, rende ovvia la prossimità dei musicisti alla musica tipica di
queste zone e alle varie contaminazioni che questa negli anni ha subito.
Intorno al 2000 – 2001 Massimo,
insieme a Luca Barrotta e ad altri amici – musicisti, da vita al suo primo
progetto di folk d’autore: Allegra brigata Bodhran. In questo ensemble vengono
elaborati suoni tradizionali del sud Italia, dei Balcani, i ritmi tradizionali
ebraici del klezmer, uniti ai testi di cui Massimo è l’autore. Allegra Brigata
viaggia spesso, da Milano a Teramo, da Roma a Pescara, a Parma, Prato, Cremona,
Bologna, fino alla semifinale del “premio de Andrè”, a Messina, grazie a due
brani scritti e musicati da Massimo. In questi live spesso la band ha avuto il
piacere di ospitare musicisti di tutto rispetto nell’ambito della musica
popolare, da Guido Sodo a Maurizio Deho. Con Allegra Brigata Bodhran realizza
tre lavori: “Memorie” (2001), “In cerca d’autore” (2003), “Demo” (2006).
Diversi brani di Massimo inoltre faranno parte negli anni di varie compilation
di musica etnica e word music: ad esempio un brano composto a quattro mani con
Gianluca Milanese (flauto traverso) confluisce nel 2005 nella compilation
“Musichetnia 2”,
prodotto dalla RedLand di Bari. In questi anni va inoltre avanti l’attività didattica
di Massimo: si trasferisce a Bologna, dove vive dal 2003 e studia con
chitarristi del calibro di Romano Trevisani (chitarrista di Vasco Rossi, Dalla,
Nannini,ecc.), Guido Sodo, con cui affronta un approccio centrato sulla musica
popolare del sud Italia, Maurizio Geri (Riccardo Tesi, Banditaliana,ecc.) con
cui approfondisce lo studio della musica Manouche, un genere di confine tra il
jazz, la musica zingara, il Walzer musette francese. Ha studiato scrittura
creativa con lo scrittore e critico Michelangelo Zizzi e lettura espressiva/dizione con Paolo Magagna
al teatro dell’ascolto nell’anno 2010/2011. Si laurea in Sociologia nel 2008,
presso l’ Alma Mater Studiorum – Università degli studi di Bologna. Parallelamente
Massimo sviluppa un’altra sensibilità, parallela a quella delle piazze e dei
centri in cui si esibisce, e cioè la passione per gli ambienti intimi e
raccolti in cui incontrare il pubblico da vicino: scrive per teatro diversi
copioni, facendoli interagire con musiche inedite e composizioni cantautorali
di De Andrè, Bertoli, Guccini, ecc. Negli
anni che vanno dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli: “Ti saluto
dai paesi di domani …” sulla vita di
Fabrizio de Andrè; “A ruota libera” sull’arte come espressione dei cosiddetti
diversi, per natura e per cultura; “Le Otto ore” ispirato alle musiche
tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; “Incanti di Tango”
orientato alla reinterpretazione di musica cantautorale in chiave tango/jazz;
“One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred
Buscaglione; “Ognuno ha l’inverno che merita” in cui alla sua prosa intreccia
composizioni cantate e strumentali inedite. Inoltre realizza, scrivendo i
monologhi e arrangiando i brani di Fabrizio De Andrè, presso il Teatro dell’Ascolto
di Bologna, una trilogia di spettacoli: “… e tutto ciò lo chiamavo luna”,
ispirato all’album “La Buona Novella”; “Dall’inizio alla fune”, ispirato
all’Album “non al denaro, non all’amore, né al cielo”; “L’uomo che imparò a
volare”, ispirato a “Storia di un impiegato”. Negli anni inoltre Massimo è
spesso ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista: dalle performance
popolari con i più grandi cultori della musica tradizionale salentina e non
(Emanuela Gabrieli, Gianluca Milanese, Marcello Zappatore, Ovidio Venturoso,
ecc.) alle pièce teatrali di vari registi in cui Massimo canta e suona la
chitarra ( “Navigammo su fragili vascelli” , “stasera è più forte il dolore”,
“Compagno cittadino …” di Alberto Minafra). Nel 2007 ha suonato circondato dalle
coreografie del Maestro Tony Candeloro, uno dei più grandi rappresentati della
danza contemporanea nel mondo. Nel 2009
collabora con l’attore Simone Franco per la realizzazione di uno spettacolo
sulla musica e la letteratura argentina. Esperienza forte è anche l’incontro
con Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo Bertoli, incontro avvenuto nella casa
del cantautore scomparso nel 2002. Nasce un’intensa amicizia e collaborazione
tra i due: Alberto è spesso ospite negli spettacoli di Massimo e viceversa, dividendo
il palco con artisti del calibro di Franco Mussida (Premiata Formeria Marconi),
Luca Bonaffini, ecc. In uno di questi live conosce il compianto Andrea Parodi,
con il quale avrebbe diviso il palco in un concerto troppo a ridosso della sua
prematura scomparsa. La collaborazione porta Massimo ed Alberto, accompagnati
sempre da Luca Barrotta alla
fisarmonica, ad esibirsi in festival e teatri, da Mantova a Firenze, fino alla
provincia di Lecce. Nel 2010/2011
collabora con l’Osservatorio Astronomico di Bologna e l’Associazione per la
Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di
osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo
– Armonie tra mito e scienza. Porta attualmente in giro diverse performance
live, dalla musica etnica, alla cantautoriale, allo swing, al tango, ecc. fino
alle esperienze da solista accompagnato solo da chitarre e loop machine.
Collabora come chitarrista con la cantante Afro – Brasiliana Nilza Costa e con
il polistrumentista messicano Carlos la Bandera. Insieme al cantautore Gigi
Marras, con cui collabora, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale
al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio
Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A
giugno, con un suo brano “Amore e Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su
Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012
è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e
critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna,
contest organizzato da Andrea Mingardi. È stato finalista alla 14a edizione di
Biella Festival Autori e Cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque.
E' stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo
dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da
Mogol. In Ottobre 2012 termina la registrazione del suo album solista in uscita
nella primavera del 2013 per l’etichetta Ululati (Lupo Editore). Il Cd contiene
numerose collaborazioni, da Maurizio Geri a Francesco del Prete, da Guido Sodo
(Cantodiscanto) a Nilza Costa, Ovidio Venturoso e Giuseppe Spedicato
(Bandadriatica), ecc.
MASSIMO DONNO IN PUNTA DI … PENNA - Coltiva la
primordiale passione per la scrittura. Nell’ottobre 2009 risulta tra gli autori
scelti per il concorso indetto dal centro studi Kairos di Lecce che entreranno
a far parte di un testo – raccolta delle opere vicine al tema della resistenza
dal titolo “Lenti spiriti”. Il titolo dell’opera di Massimo è “Sogni al
risveglio”, racconto metropolitano sulle forme di quotidiana ed individuale
resistenza. Nel marzo del 2010 guadagna un secondo posto, con il racconto
“Victor”, al concorso letterario “Lettere Matte – Scrittori per Talitha”, entrando
così di diritto nel volume che comprenderà tutte le composizioni dei finalisti.
Ad aprile 2010, con tre racconti “Pensieri macchiati di rosso”, “Victor”,
“l’uomo che imparò a volare”, giunge tra i finalisti, guadagnando il titolo di
“Segnalato” nel concorso letterario “La vita in prosa”. A settembre 2010
pubblica per l’Agenzia di Comunicazione IKOS di Bari un racconto nella raccolta
di racconti “Cento storie per cento disegni” edito da Di Marsico.
Info e contatti:
Lupo
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martedì 14 maggio 2013
lunedì 13 maggio 2013
domenica 12 maggio 2013
Tefteri Il libro dei conti in sospeso di Vinicio Capossela per Il Saggiatore in libreria dal 16 maggio 2013
Una taverna invisibile dalla
strada, una porta modesta a segnalare l’ingresso. Dentro, pochi tavoli, luci
basse, fumo. In fondo alla sala una piccola pedana, dove si suona seduti in
linea, di fronte agli avventori. Voce, chitarra, buzuki. Stasera si suona rebetiko.
Si ascolta mentre si mangia e si beve. È l’eucaristia che si riceve da seduti,
senza poter scappare, e la taverna è la sua chiesa. Vinicio Capossela ha
percorso le strade della Grecia nell’anno del tracollo finanziario. Ha
incontrato quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene,
Salonicco, Creta, catturando visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo
taccuino, il suo Tefteri. Capossela racconta una Grecia inedita, sofferente e
fiera, che riscopre il rebetiko come musica della krisis. Una musica
dell’assenza, nata dalla rabbia e dalla nostalgia di un popolo, quello
greco-turco, che nel 1922 si trovò sradicato e straniero in patria. Rebetiko è
scelta politica. Rebetiko è appartenenza. È il canto di sirena che riecheggia
nei porti del Mare nostrum. Per il rebetiko non si applaude, si rompono piatti:
la radice della sua forza unica affonda nel suo anarchismo. Nota dopo nota,
pagina dopo pagina, il Tefteri è la trascrizione dei debiti e dei crediti che
bisogna fare per «imparare il mestiere di campare». Il registro dei conti in
rosso che tutti hanno con la vita e la morte. Perché, fin dall’antichità,
quello che viene dalla Grecia partecipa dell’universale, ci dice dell’uomo e
del suo destino, là dove è nato. Quando superò la necessità e inventò il gioco,
la festa, l’arte. Quando sollevò il capo e divenne anthropos.
Vinicio Capossela è autore dei
suoi dischi e dei suoi spettacoli. Ha pubblicato Non si muore tutte le mattine
(Feltrinelli 2004) e In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall, con Vincenzo
Costantino (Feltrinelli 2009).
sabato 11 maggio 2013
Ghost Hunting - Tra scienza e leggenda manuale del vero Ghost Hunter di Mario Contino (Uno Editori)
Il manuale più completo e
semplice sul Ghost Hunting. Impareremo cosa occorre sapere per svolgere al
meglio la ricerca sui fenomeni legati alle presenze extradimensionali. Capiremo
il perché dell’uso degli strumenti scientifici che normalmente vengono utilizzati
dai Ghost hunters e come usarli al meglio per ottenere i migliori risultati.
Il libro detta le regole per non
infrangere le leggi e rapportarsi pacificamente anche con chi è scettico sui
fenomeni “paranormali”. Alcuni manuali si fermerebbero qui, questo libro invece
affronta il problema della ricerca relazionata alle leggende popolari ed
all’esoterismo, unendo concetti scientifici a conoscenze esoteriche.
L’esoterismo non è altro che un’antica scienza e l’autore cerca di conciliare
al meglio antiche conoscenze e moderne teorie.
Info
venerdì 10 maggio 2013
La Pòlis che non c’è di Ennio Abate, prefazione di Massimiliano Tortora (Cfr). Intervento di Nunzio Festa
“La Pòlis che non c’è” è il
libro che raccoglie le poesie scritte dal poeta-operaio d’origini campane,
Ennio Abate, dal 1978; vincitore della terza edizione del Premio “Fortini”, si
tratta d’un’opera insieme complessa e semplice allo stesso tempo. Difficile
nella sua struttura, di facile lettura. Perché, e il prefatore del volume sarà
ancora più chiaro e decisivo del sottoscritto (ma a suo modo vorrà spiegarcelo
il poeta nella sua nota accompagnatoria dei testi), la poesia civile d’Abate –
al di là di cosa pensino delle definizione sostenuta gli stessi Ennio Abate e
Tortora – s’occupa proprio della scomparsa del “noi” politico, arrivando a incidere
con lo scalpello del poeta l’Io oramai in stato di emarginazione e, perfino,
resa. Reagendo nel disincanto, in una qualche maniera. Quindi dal punto di
vista dell’intonazione contenutistica, posso confermare che l’obiettivo è
raggiunto: Abate versifica dandoci la decomposizione assoluta delle comunità,
nello specifico quella politica – di protesta. Come, d’altronde, l’altro grande
risultato è stato ottenuto. Insomma non conoscevo il poeta Abate ma adesso so
bene che dovrei stare molto più attento a un autore e lottatore che vissuta
l’esperienza d’Avanguardia Operaia, non è sereno nell’essersi pensionato. Anzi
il calore della sua rabbia porta persino aggressioni alle acque chete dei tanti
ex compagni che si sono arresi oppure, peggio ancora, han fatto il salto che li
condusse già tempo fa dall’altra parte. Facendo scompiglio, innanzitutto, nelle
certezze assolute in mano a fondoschiena benpensanti e ben torniti. Se
all’inizio la partitura è più ampia, nella seconda parte dell’opera infatti,
proprio dove le artigliate diventano più forti, la scrittura viene a chi legge
in veste più computa. Eppure la forza è sempre la stessa. Abate sente il mondo
cadere. I problemi diventare “crisi”. Tutte le sconfitte. E, su tutto, la
classe operaia lasciata in un deserto dove a volte prova ancora a lottare. Mentre,
per dire, i giornali più diffusi cosa diffondono? “Controllo / nel più smaltato
vasino / a sinistra / la cacca di Arbasino.” Le pattuglie degli ex combattivi,
invece, come lavorano e/o lottano adesso? “I più lesti finiti in massmedia / il
grosso eliminato tra storia / filosofia o economia / altri per il rotto della
cuffia / accucciati in poesia / e qualcuno solo in scuole di periferia.” Dice
il poeta-operaio. Pronto al riscatto. E coraggio dona la sua poesia civile e
sociale.
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