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giovedì 2 maggio 2013

Due fettine di salame, poesie, di Giovanni Previdi (Quodlibet). Intervento di Nunzio Festa




Tra Baldini e Bukowski, il giovane autore carpitano (perché nato nell’- infuocato - anno ’77), Giovanni Previdi, esordisce con un libro di poesie chiesto e ottenuto, niente poco di me che, da Jean Talon ed Ermanno Cavazzoni, ovvero i curatori della selettiva collana Compagnia Extra dell’editore maceratese, e felicemente titolato “Due fettine di salame, poesie”; e, inutile ricordarlo, quando incontriamo un brillante e promettente esordio, tanto ne gioiamo. Specie in poesia. Ma detto ciò, entriamo nel testo. Che, occorre premettere, è diviso in due parti: ovvero inizialmente scritto nel dialetto della bassa mantovana s’apre con la “traduzione” in lingua dei versi – dalla quale onestamente abbiam davvero attinto. E’ evidente, quindi, che in un certo senso la lettura sarà ancora più ‘parziale’ del solito. Eppure soprattutto in componimenti come “Ti ricordi?”, “Intanto”, “Valeria”, “Ho notato” e qualche altra sentiamo il sorriso di Chinaski che si leva. Mentre, per dire, nei versi di: “Appena appena”, “La Dina” e qualche altra poesia vediamo il compianto Raffaello Baldini sospirar di piccolo piacere. Questo il retroterra. Eppure la forza dei versi non sta nell’attimo di piacere che ogni testo ci da, nonostante sia pure questo importante nella poesia di Previdi. L’energia, è proprio il caso di dire, sta stipata nella zona franca fra meraviglia dell’autore e facilità del suggestionare. Tramite, prima di tutto, quel metro libero saltato nella genuinità vera e nella purezza d’un canto propriamente anti-lirico. Per via, s’aggiunga, d’intercessione d’occasionali assonanze e rime. Ed è il momento d’analizzare, diciamo, la poesia che più m’è piaciuta (resa in italiano e non dunque in mantovano): “Morto”. “Al piano di sopra / girano gli zoccoli / e corrono di là / a spostare il divano. / Giù in cantina / è partita la centrifuga / e la finestrina / sbatte per il vento. / Io, disteso sul pavimento, / sto fermo immobile / e chiudo gli occhi / che sembro morto. / Faccio uno scherzo al gatto”. Dove, fregandosene altamente d’ogni regola, Previdi spia l’intimità d’alcune dimore associate al focolare non focolarino, facendo con la sua storia personale un atto di verità e affezione al fratello animale. Niente di meno, osiamo sottolineare, della penna d’un C.B. che sente il lato amichevole quanto rinfrancante della sua solitudine. Lo seguiremo, Giovanni Previdi.  
  

Il fascino irresistibile della scoperta e dei viaggi nella letteratura: “anatomia dell’irrequietezza” di Chatwin | Canicatti Web Notizie

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Letteratura per ragazzi Da domani “LibrOltre” - Regione - La Nuova Sardegna

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Raffaella Martinotti, ''Viva i libri perché sono un amico affezionato che non ti dice mai di no quando lo cerchi'' . libreriamo.it - recensioni libri

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"Suonno" di Isabella Ducrot - [ Il Foglio.it › Una fogliata di libri ]

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Libri: a leggere ci si "allena" - Per Lei - Tgcom24

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Vittoria Coppola con il suo Immagina la gioia (Lupo editore) alla Mondadori di Lecce




Nel cuore della città la Libreria Mondadori di Lecce festeggia la primavera con Vittoria Coppola e il suo romanzo “Immagina la gioia” (Lupo Editore) presentato da Stefano Donno (poeta-critico letterario-giornalista)  e Alessandra Peluso (poeta-critico letterario). Venerdì 3 maggio 2013, ore 18.30 - Libreria Mondadori  in Piazza S.Oronzo a LECCE.

L’inquietudine fa di Eva una giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l’abbigliamento colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un’intima lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che - dieci anni dopo di lei - ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita.Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca, su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per portare a termine la sua fatica.Ma la vita spariglia le carte e nel giro di pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi aprono gli occhi e il cuore di Eva.

Vittoria Coppola, ha 26 anni, vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale - Università del Salento. Attualmente lavora come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la scrittura.


lunedì 29 aprile 2013

Intervista scherzosa a 'dio' (@Iddio)

Azimuth (LietoColle) di Maria Grazia Palazzo alla Feltrinelli Point di Lecce oggi 29 aprile 2013




La libreria "Feltrinelli Point" di Lecce presenta al pubblico che non può peredere l'occasione di una serata in compagnia di poesia e musica - un binomio perfetto - Maria Grazia Palazzo e la raccolta di poesie "Azimuth" (LietoColle) che verrà introdotta dallo scrittore Antonio Errico, da Ambra Biscuso (Associazione "Le Ali di Pandora") e con Salvatore Gervasi e il suono coinvolgente del tamburello. Lunedì 29 aprile 2013, ore 20.00 - "Feltrinelli Point" - via Cavallotti 7/a - 73100 - LECCE.

«Con questa Opera Prima, Maria Grazia Palazzo sembra emanciparsi da gran parte della produzione poetico-femminile degli ultimi anni, dandoci una prova di buono spessore - afferma Michelangelo Zizzi -. Non che manchi nell’opera una condizione femminoide e talvolta gorgonica di rappresentazione della pulsione in itinere (pulsione che va letta persino nelle sue condizioni fisiologiche e biografiche); tuttavia le caratteristiche di omogeneità della struttura poematica, di ritmicità, di esiti e chiuse talvolta sorprendenti, organizzano il magma di una femminilità furibonda e scossa verso un esito di forma convincente, deposito potente e risultato apprezzabile. 
Azimuth è la prova che ogni opera smussa le discordanze, ogni struttura espressiva ricompone i poli».



INFO

Feltrinelli Point
via Cavallotti 7/a,
tel. 0832/331999
www.lafeltrinelli.it

Fiabe e Controfiabe, Bruno Guerriero presenta il suo libro » IRPINIANEWS.IT

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Yoani Sanchez in tour per l’Italia, protagonista del libro di Gordiano Lupi - Corriere Nazionale - QuiEGC

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Matteo Collura, ''Nel mio libro ripercorro e smonto tanti falsi miti della Sicilia'' . libreriamo.it - recensioni libri

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Martedì alla Ubik di Savona "Il ritorno impossibile", libro su Fenoglio - Quotidiano online della provincia di Savona

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La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Salone Libro: 600 operatori per l'Ibf

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domenica 28 aprile 2013

“ENZO SOZZO: LA LOTTA PARTIGIANA, LA POESIA E I PAESAGGI DI GARCIA LORCA E LE CANZONI DI TITO SCHIPA “



Il prof. Maurizio Nocera e Carlo Sozzo saranno i relatori d’eccezione per l’interessante appuntamento che si terrà oggi 28 aprile 2013 alla Società Operaia in via Vittorio Emanuele II a Lecce a partire dalle 17,30 e sino alle 19,30, durante la retrospettiva dedicata allo straordinario pittore Enzo Sozzo. Il Maestro Massimo (Max) Mura effettuerà una performance musicale con la sua Suite "Ultimi" sul tema dei diritti umani per i caduti partigiani e dedicata allo stesso Enzo Sozzo che fu partigiano e presidente dell'ANPI di Lecce.  Nel corso della serata verranno presentati i due volumi “MARIA TERESA SPARASCIO”, staffetta partigiana salentina, a cura di Francesco Accogli e Massimo Mura, Edizioni Dell’Iride, Tricase (LE),  “PARTIGIANI ANTIFASCISTI E DEPORTATI di LECCE E PROVINCIA”, di Pati Luceri, Giorgiani Editore, Castiglione (LE) e  “DAL CANTE JONDO DI GARCIA LORCA ALLE CANZONI SPAGNOLE     DI TITO SCHIPA” con allegato DVD, a cura di Massimo Mura, Edizioni Milella, Lecce.

 (Da un’idea di Massimo Mura, direttore artistico della “COMPAGNIA  MURA  DI  FLAMENCO  ANDALUSO).

R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà - Trailer italiano ufficiale

Nuvola/Libri – Il declino di Roma, con più disoccupati di Atene | La nuvola del lavoro

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Libri da leggere, "L'amore è un difetto meraviglioso" di Simsion - Cultura 2.0

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sabato 27 aprile 2013

L'Uomo d'Acciaio - Nuovo Trailer Ufficiale Italiano | HD

New York: La pausa della letteratura in un mondo che corre troppo | La Voce d'Italia

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Macondo – la città dei libri | Cultura

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Libri e birra artigianale, esce l’autobiografia di Teo Musso - Il Fatto Quotidiano

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Si chiude domani 28 aprile 2013 “INIQUOTOUR – perché un’altra Italia è possibile” il tour di Giuseppe Cristaldi con il suo Macelleria Equitalia (Lupo editore)



Si chiama “INIQUOTOUR – perché un’altra Italia è possibile” la tournée dello scrittore Giuseppe Cristaldi in Puglia e si chiude domani 28 aprile 2013 con il suo nuovo lavoro edito da Lupo dal titolo “Macelleria Equitalia”. Ecco gli ultimi due appuntamenti previsti per domani: 28/04/2013 Giuseppe Cristaldi sarà a RACALE (LE) all’Associazione APE “Gabriele Toma” alle ore 18.00 in Piazza Feltrano e sempre il 28/04/2013 a LECCE all’Ammirato Culture House (Via di Pettorano, 3 - Lecce) alle ore 21.00 dove coordinerà gli interventi Stefano Donno, di OverecoAgenzia, e dialogheranno con l’autore la scrittrice Simona Cleopazzo, l'artista Paola Scialpi (leggerà alcuni brani la poetessa Marta Toraldo).

"Recensire un libro che parla di sofferenze umane è come scorticare con una lama quella stessa ferita per farla sanguinare ancora, qualsiasi cosa si vuol dire si cerca di farlo sommessamente per non urtare la sensibilità di nessuno. Ecco sì, di sensibilità si tratta nel libro Macelleria Equitalia (Lupo Editore), di un’acuta sensibilità che hanno i protagonisti delle storie raccontate con acume intellettuale da Giuseppe Cristaldi, ma di questa singolare caratteristica umana non è certo provvista la spregiudicata macchina esattoriale italiana chiamata “Equitalia”. È un mostro gigantesco, simile alle Arpie raccontate da Omero, Virgilio e Dante o ai tanti mostri mitologici dalle sembianze umane e animali che uccidono senza pietà.

È l’incubo di moltissimi italiani del presente. E in queste pagine si tocca con mano la realtà di gente povera, semplice, contadini, imprenditori agricoli, operai che per non aver pagato le fatidiche tasse si ritrovano con l’incombenza Equitalia e le visite di ufficiali giudiziari che sembrano spregiudicati come racconta Paolino, mentre in realtà eseguono solo il loro lavoro, una professione come tante che a ben dire non devi possedere certo sensibilità nè un briciolo di cuore altrimenti sei fregato, altrimenti il lavoro non puoi eseguirlo, non puoi essere spietato contro chi disarmato si presenta nudo davanti “senza arte né parte”: nudo - disarmato. Paolino, giovane protagonista di una storia, cova rabbia parimenti determinazione per diventare un giorno anche lui funzionario Equitalia e riscattare la povera madre che si occupava di cucire le suole presso un calzaturificio salentino e il padre che distrutto dal vino e dalla miseria trascinava ogni giorno a stento il suo corpo.

Nel silenzio di questa famiglia povera ma ricca di dignità e coraggio di vivere si perpetua l’amore: un grande amore e riconoscenza che Paolino ha nei riguardi della madre che vorrebbe un giorno far vivere e non sopravvivere e attendere magari il proprio turno per diventare carne da macello.
È un libro straordinariamente reale questo Macelleria Equitalia (Lupo Editore): una metafora e un accostamento quasi simbiotico che identifica la drammatica quotidianità che vive moltissima gente attualmente in Italia.
Un’Italia misera sotto ogni punto di vista. È acuto il linguaggio utilizzato dall’autore per raccontare storie che ci appartengono, insomma chiunque prima o poi si imbatte in Equitalia, basta non pagare una tassa. È certo che le tasse è dovere di tutti i cittadini pagarle per fare andare avanti la macchina dello Stato, questo Stato però che siamo noi stessi, non dimentichiamolo, membra di un corpo che spesso tradisce e non perdona. È un libro di denuncia, come anche di testimonianza, è un libro che racconta le vite di gente sola e dimenticata e quindi vuole essere anche un modo generoso per dare voce a chi voce non ha.

Macelleria Equitalia (Lupo Editore) di Giuseppe Cristaldi lascia il segno, come un solco percorso dal letto del fiume. Così il figlio alla madre dice: «Ascolta, mamma mia beddra, ci sono cose che uno vive mentre un fiume lo passa dal buco del culo al cuore. Fiume e ommini sono due cose diverse: ci sono volte in cui lu fiume cangia ma l’uomo no. Se pure un fiume decidesse di cambiare il corso, di scorrere da un’altra parte, tralasciando ‘u bucu t’u culu e lu core, l’uomo non cambierebbe una minchia, si comporterebbe come se quel fiume lo avesse dentro. Mi capisci, ma’? Ci sono cose che segnano. L’acqua si asciuga, ma il segno rimane». (pp. 116-117).

Cosa si può dire di fronte a questa lezione di vita?

Nessuna parola sublime, eufemismo, enjambement, raffinatezza letteraria avrebbe senso e potrebbe parlare al lettore meglio della saggezza popolare. Quella sana saggezza che forse soltanto Aristotele conosce bene, una virtù che sembra appartenere ai nostri avi che hanno vissuto lasciandoci un’eredità abbondante con sacrifici anche umani e noi ahimè la stiamo sperperando. Poco è rimasto di una saggezza che insegna se pur purtroppo nel dolore, perchè è quando c’è il bisogno e si conosce la sofferenza - come dice anche il protagonista di un racconto del libro - che si aguzza l’ingegno e si impara a vivere. Leggere Macelleria Equitalia è necessario, perchè fa rivivere quei diritti e valori che appartengono ad ogni essere umano, ma che cadono nel dimenticatoio della macchina maledetta della burocrazia, della finanza e delle banche che uccidono come carne da macello e dove dignità e lavoro - chiaramente scritti nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e nella cara Costituzione italiana - non esistono più e restano voci mute o peggio azzittite.

(Alessandra Peluso su “Affari Italiani”)

Giuseppe CRISTALDI
Nato nel 1983 a Parabita. Vive nelle campagne di Sassari. Ha pubblicato “Storia di un metronomo capovolto” (2007), con nota di Franco Battiato; Un rumore di gabbiani - Orazione per i martiri dei petrolchimici (2008), con cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza; Belli di papillon verso il sacrificio (2010), con nota di Teresa De Sio; Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene (2011). Ha ricevuto il “Premio Kallistos – 2009” e il “Primo premio al concorso nazionale di drammaturgia contemporanea Under 30 di Roma – 2012”


Info:
Lupo Editore
Tel. 0832.94.95.10

venerdì 26 aprile 2013

L'Uomo con i Pugni di Ferro - Trailer italiano ufficiale

FUR EWIG 3 di Elio CORIANO (Lupo editore)


      
È stata sufficiente la lettura di alcuni versi, appena oltre l’incipit di questo poderoso poema – Für Ewig 3 – di Elio Coriano, perché tutt’intera divenisse coscienza viva la dimensione politico-letteraria di Antonio Gramsci. Personalmente non pensavo, e di ciò chiedo venia, che nel già tanto fertile pensiero del poeta di Martignano, ci fosse anche lo spazio per una visione così ampia e profonda del vissuto di una stagione politica quale fu quella della triste pagina della storia italiana macchiata dal fascismo. Pagina che il popolo italiano subì con conseguenze inenarrabili e che il poeta ha inscritto nella vicenda politica e umana di Antonio Gramsci, incarcerato da Mussolini affinché non pensasse e non agisse per un bel po’ di tempo. (Maurizio Nocera)

Elio CORIANO - Nato a Martignano (Salento) nel 1955. Poeta ed operatore culturale, insegna italiano e storia presso l’Istituto Professionale “Egidio Lanoce” di Maglie. Con Conte Editore ha pubblicato “A tre deserti dall’ombra dell’ultimo sorriso” (Three deserts from the shadow of the last mechhanical smile – Premio Venezia Poesia 1996), nella collana Internet Poetry, fondata da Francesco Saverio Dodaro. Con le“Pianure del silenzio” tradotto in cinque lingue, ha inaugurato sempre per Conte Editore E 800 – European literature, collana diretta e ideata da Francesco Saverio Dodaro. Nel 2005 ha pubblicato per “I Quaderni del Bardo”, “Dolorosa Impotenza” e “Il Mestiere delle Parole”con dieci disegni di Maurizio Leo e la prefazione di Antonio Errico. Nel 2006 per Luca Pensa Editore, nella collana Alfaomega, ha pubblicato “Scitture Randagie”con la prefazione del filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo. Del 2007 è “H Letture Pubbliche (poesie 1996-2001)” Icaro editore. Nel 2004  fonda assieme a Stella Grande e Francesco Saverio Dodaro il gruppo di musica popolare Stella Grande e Anime Bianche di cui è curatore dei testi e direttore artistico. Inoltre, negli ultimi due anni, ha curato e messo in scena una sua orazione su Gramsci, chiamata FUR EWIG, accompagnato dal pianista Vito Aloisi.

Quando il blogger segnala libri: come e perché - Sex and (the) stress

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Libri belli con finali deludenti: quali excipit avreste voluto modificare? | Apollodoro

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Anche il libro volta pagina: troppe novità, ricambio accelerato, lettori spaesati. Nasce a Roma la Fiera dell'usato - Il Messaggero

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Festa del Primo Maggio a Kurumuny | Martano – XII edizione – 2013




FOTO VINCITRICE DEL CONCORSO UNO SCATTO PER IL PRIMO MAGGIO;
TEMA DEL CONCORSO: RACCONTA IL LAVORO OGGI.

“Prima del fischio di inizio” di Roberto Quaranta è stata premiata per la sua straordinaria forza iconica, perché per il suo contenuto e il suo potere visivo si imprime nella coscienza, simbolo delle speranze e delle paure di milioni di persone.  L’immagine riassume e riproduce la contraddizione fra un mondo a sempre minore indice di umanità e l’urgenza dell’uomo stesso di tornare al centro del mondo.

Kurumuny in collaborazione con l’Associazione Ambrò e con il patrocino del Comune di Martano presenta la XII edizione del Primo Maggio

La festa si svolge a Martano, in campagna, località Kurumuny, con una lunga giornata tra germogli di vino e braci di canti selvatici e balli spargi-sale, artisti extra-vaganti giocolieri di luce, diritti in mostra ai colori della primavera. Il lavoro dovrebbe essere la festa di tutti perché “un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse lo spettacolo più triste che l’ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla terra” (T. Carlyle).

PROGRAMMA

La giornata sarà scandita dalla musica, con la partecipazione di molti artisti.

PARTECIPERANNO

ALMORAIMA – un viaggio gitano verso radici lontane

Gli Almoraima sono un gruppo multietnico che dal 2007 si dedica alla ricerca della tradizione musicale gitana ed in particolare alle varie connessioni musicali che si sono create con essa in terra andalusa e araba. Il gruppo che ruota intorno alla figura del chitarrista Massi Almoraima, autore delle musiche e dei testi, ha visto in tempi più recenti l’ingresso nella formazione della talentuosa voce gitana di Antonio Corba, che per la sua grande padronanza degli stili tradizionali e moderni di canto flamenco e il suo interesse per la musica etno-world sta riscontrando una grande affinità con l’estetica musicale del gruppo. Oltre a loro la formazione è composta dal percussionista etnico Roberto Chiga, dal violista di origini pakistane Saleem Anichini, dal contrabassista jazz Angelo Urso e dal fisarmonicista Rocco Nigro. Di ritorno dal tour primaverile che gli ha visti impegnati in una serie di concerti in Rajasthan, il gruppo presenta in anteprima a Kurumuny il suo nuovo lavoro discografico – Banjara – realizzato grazie al sostegno di Puglia sounds e dall’etichetta salentina Animamundi. Un lavoro denso di suoni e tradizioni nomadi, di energia e spiritualità, di riti, movenze e ritmi che richiamano mondi lontani. Sentieri d’Oriente tracciati attraverso le orme lasciate nella sabbia da una carovana gypsy che dal deserto dei Thar attraversa il Mediterraneo approdando in Andalucia; un viaggio gitano verso radici lontane.

STRITTULI – suoni musica e canti popolari

Il gruppo “Li Strittuli” nasce nell’inverno nel ’98 dal bisogno di riconoscersi in una identità di popolo, in esso vi confluiscono giovani musicisti che si propongono di diffondere il patrimonio musicale del Salento e della Grecìa salentina. L’impegno culturale è quello di far veicolare la musica popolare non come mera comunicazione consumistica ma come recupero ed inizio di un procedimento culturale ritrovato. I componenti, che sono maturati nelle feste di “curte” a contatto diretto con i portatori, nei raduni spontanei e gruppi di ricerca, iniziano a recuperare sonorità ormai quasi dimenticate e a utilizzare gli strumenti tipici di questa musica: violino, organetto, fisarmonica, chitarra e tamburo a cornice. L’obiettivo principale del gruppo è quello di riproporre un viaggio nella musica popolare salentina, fatto di pizzica pizzica, pizzica tarantata, stornelli d’amore, canti di lavoro e di protesta. Il gruppo, inoltre, conduce una ricerca sulla musica di tradizione orale, interessandosi soprattutto alla zona nord del Salento, riscoprendo canti che vengono riproposti nei loro concerti.

SONAMIX – il nuovo progetto di Papa Ricky

È il nuovo progetto di Papa Ricky, che propone un nuovo viaggio nel mondo della musica in una versione semi acustica, con una formazione composta da Giada Giovanile al violoncello, Sasà Spennato alla batteria e percussioni e Roberto Romano alla chitarra acustica e basso.

RINO’S GARDEN – molto più di una cover band

Nati nell’estate del 2008, dalla passione per le canzoni di Rino Gaetano, attratti dalla stravaganza e dalla ecletticità trasversale del compianto artista calabrese, i Garden non si sono affermati solo come una cover band ma hanno allargato il loro repertorio perfezionandosi nello stile e potenzialità. Rino’s Garden con oltre 400 live all’attivo, ha animato le piazze e i locali di tutto il Salento, esibendosi con la sua musica anche oltre i confini provinciali e regionali, con molte tappe in tutta Italia. La band è composta da Andrea Melileo alla voce, Matteo Cannavacciuolo alla batteria, Francesco Fersini ai synth e ai cori, Giuseppe Ciullo al basso, Giacomo Carlino alla chitarra e Francesco Verdicchia al pianoforte. Da pochissimo è uscito il nuovo singolo “Resto in linea”, che anticipa il nuovo album in lavorazione, che uscirà prima dell’estate.

Il programma può essere suscettibile di variazioni.

IL PESO DELLA CULTURA – Leggo per legittima difesa. (Woody Allen)

Per l’edizione 2013 Kurumuny ripropone l’iniziativa “Il peso della cultura: libri al chilo”. In occasione della festa del Primo Maggio sarà possibile acquistare una sporta di libri al chilo. Per l’iniziativa sono state create dal marchio B22 delle sportine ad hoc che saranno anche un simpatico gadget della festa. In questo momento di crisi in cui più si avverte la necessità di sapere, in questo Paese in cui tutto è effimero, Kurumuny vuol ripartire dal peso dei libri, da una certezza che è quella fisica e materiale del peso della conoscenza e dell’informazione perché chi legge ha un senso in più, perché leggere rendere liberi, perché vogliamo che i libri siano compagni irrinunciabili.

PIZZICANDO IN BICICLETTA – un viaggio di sole, cielo, mare e musica.

Viaggio in bicicletta, di Nunzia e Lucia, sul corridoio verde adriatico, partendo da Bologna, fino ad arrivare il Primo Maggio a Kurumuny. Pizzicando in bicicletta, nasce in un piovoso autunno bolognese alla periferia nord di Bologna, dove le strade di Lucia e Nunzia si incontrano attorno ai corsi di riparazione biciclette dell’associazione “L’Altra Babele”. Lucia e Nunzia hanno vite e temperamenti diversi, ma molte cose in comune, in cima, la passione per la bicicletta. Nessun posto è lontano in bicicletta, nessun ostacolo è insormontabile alla sua leggerezza. Nunzia è affascinata dalla musica popolare, soprattutto dalla pizzica pizzica e sogna l’energia del Salento e i suoi ritmi ipnotici. Lucia pedala e sogna di aprirsi a pedali le vie delle lingue e delle culture del Mediterraneo. Una sfida per entrambe, alla prima esperienza di cicloviaggio, poca attrezzatura tecnica, pochi appigli logistici; molta carica di entusiasmo, molta voglia di provarci, molta volontà di dimostrare il potenziale della bici e della passione ciclistica. “La bicicletta è stata in primo piano, fin dalle sue origini, nelle battaglie per la liberazione di comunità e categorie sociali da oppressioni e ingiustizie. La troviamo protagonista nelle Quattro Giornate milanesi (1898) e negli altri moti popolari, nei momenti cruciali della Grande Guerra, nella Resistenza partigiana. Odiata e temuta dai dittatori e dalle classi dominanti, la bici è l’unico mezzo di trasporto che non trasporta solo persone o cose, ma anche ideali. Alfonsina Strada, la prima ed unica donna a partecipare nel 1924 al Giro d’Italia (quello dei maschi), non era una femminista né un’attivista politica. Era una ragazza che amava la bici e pedalava come solo una campionessa sa fare. Eppure, grazie alla bici, è diventata un’icona dell’emancipazione femminile. Ha infranto il più tenace dei pregiudizi maschilistici, quello della superiorità fisica dell’uomo sulla donna, del suo dominio muscolare, inteso come suggello naturale (e quindi divino) dello squilibrio sociale, economico, familiare e culturale tra i due sessi. Novant’anni dopo due ragazze, Nunzia e Lucia, affrontano il loro personale Giro d’Italia, e senza saperlo mandano in frantumi altri tabù, altri pregiudizi. Come Alfonsina, anche Lucia e Nunzia non pedalano per dimostrare qualcosa o per rivendicare ideali femministi. Pedalano per passione. Impegnate da sempre nell’attivismo sociale e ambientalista, hanno iniziato il loro viaggio in bicicletta da Bologna a Martano (Lecce) per amore della bicicletta e per amore della cultura popolare di cui anche la bicicletta fa parte. Arriveranno a Martano per partecipare alla Festa dei Lavoratori di Kurumuny, una giornata dedicata alla celebrazione della civiltà contadina e della "fatìa" (lavoro, in dialetto salentino), nel momento in cui la disoccupazione in questo martoriato paese tocca livelli drammatici come mai prima d’ora. Come non associare la loro splendida follia a due ruote con le imprese di Alfonsina, con la voglia di ribaltare i preconcetti sessistici, e con l’impegno per restituire dignità e lavoro a cittadine e cittadini costrette a sopportare per intero il peso di una crisi di cui non sono colpevoli? Come non pensare che il loro viaggio è un po’ il viaggio di tutti noi verso un’Italia migliore, in cui la leggerezza (bicicletta, femminilità, dignità del lavoro) possa finalmente prevalere sulla pesantezza (dominio dei mezzi a motore, maschilismo, privilegi e ingiustizie economiche)? Il viaggio di Nunzia e Lucia è un semplice atto d’amore per una penisola straziata da avidità e prepotenze. A Kurumuny danzeremo con loro.”



COME ARRIVARE

Kurumuny è sita nelle campagne di Martano (nei pressi dell’uscita per Castrignano de’ Greci). Per trovarci seguire le indicazioni presso tutti gli ingressi del paese.



Ingresso per tessera sociale di 4,00 euro valida per la sola giornata del Primo Maggio. La colazione è autogestita dai singoli partecipanti, l’organizzazione offre vino e pane finché ce n’è. A disposizione di tutti bracieri per gli arrosti.

Per info
Uff. 0832801528
Mob. 3299886391


Kurumuny è un luogo dell’anima, un luogo di memoria e trasformazione, dove antichi valori umani e sociali convivono con la realtà contemporanea. L’associazione Ernesto de Martino-Salento e le Edizioni Kurumuny hanno cominciato a festeggiare il Primo Maggio nella contrada Kurumuny a Martano nel 2002. L’idea di questa giornata di festa nasce dal desiderio di riannodare i fili della memoria di un luogo particolare, non molto distante dal paese, dove sono vissute persone depositarie di saperi antichi e che svolgevano ruoli comunitari. Qui vivevano alcune delle ultime repute di Martano e alcuni cantori già protagonisti delle storiche ricerche etnomusicali realizzate da Alan Lomax nel 1954 e da Gianni Bosio nel 1968 e da altri ricercatori dopo il 1970. L’intento è stato quello di legare questo filo della memoria a un avvenimento che presenta tutti i requisiti di una grande festa popolare in cui si festeggia la fatica quotidiana dei lavoratori. Festa del lavoro e dei lavoratori che naturalmente si apre sino a comprendere il tema della multiculturalità, dei diritti dell’altro, la necessità della salvaguardia delle radici, in qualunque parte del mondo affondino. Riferimento ideale per l’organizzazione della festa a Kurumuny sono state le stesse modalità con cui inizialmente si svolgeva il Primo Maggio a Bari. L’incontro per i festeggiamenti avveniva in qualche località fuori porta con bandiere, formaggio, fave, vino e musica. Un incontro per festeggiare il diritto al lavoro: la sicurezza e tutti i diritti garantiti dallo statuto dei lavoratori. Altro obiettivo che inizialmente si sono posti gli organizzatori del Primo Maggio a Kurumuny era quello di offrire un punto di incontro locale in cui essere protagonisti: un luogo in cui diverse generazioni, anziani, giovani e bambini, potessero incontrarsi e pacificamente e creativamente socializzare non solo il companatico ma anche le idee, i desideri, i bisogni. E così la festa del Primo Maggio a Kurumuny è diventata con il passare degli anni di riferimento per tutto il territorio salentino e non solo. A ogni manifestazione la partecipazione si è allargata e diversificata, ma restano caratteri salienti la tolleranza, la condivisione della musica e delle idee, l’integrazione fra le diverse fasce di età, il rispetto delle diversità, in una dinamica fatta di maggiore consapevolezza del proprio background senza la quale non ci può essere equo scambio. In una giornata di riflessione e di festa, come il Primo Maggio, la pratica della multiculturalità assume i connotati di inclusione sociale delle minoranze, siano esse linguistiche, religiose o etniche, e dunque si concretizza nell’esercizio delle buone pratiche della condivisione, della partecipazione e dello scambio.

giovedì 25 aprile 2013

CATTIVERÌA di Rosario Palazzolo (Perdisa Pop)


Una donna, maniaca dei rituali sociali e dell'ordine domestico, costringe i figli a ripetere preghiere e filastrocche rassicuranti, minaccia punizioni fantasiose, strepita di vite immaginarie di santi, mischiandole a quelle dei personaggi della sua soap preferita. In parallelo, un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico impasta episodi colmi di dislivelli di senso, di autoinganni, di esilaranti peripezie lessicali che dettano i tempi di una follia inquietante. Chi sono costoro? Qual è la loro storia? E perché Cattiverìa ha l'accento sulla i?
 
Un labirinto narrativo, in cui l'irriverenza si mescola all'inquietudine in modo indissolubile, porta i lettori verso un finale inatteso e potente come pochi.
Ciò che i personaggi raccontano è il loro passato: la storia di una famiglia che nasconde un segreto, forse un crimine, forse qualcos'altro. Intorno a questa oscura vicenda domestica, prenderà forma ciò che infine si rivelerà come «la nuova tragedia greca», con personaggi grotteschi che sembrano aver perso il senso stesso delle parole, prediligendo il mascheramento, l'immobilismo del pasto garantito, l'iperbole del buon senso.

A trascinare i lettori verso la scoperta della verità c'è infatti anche il mistero delle loro voci, perché chi parla fa dubitare della sua stessa narrazione, usando un linguaggio incoerente e sgrammaticato, a tratti spinto verso una comicità irresistibile, ma anche sintomo di un' epoca al collasso culturale: la nostra, l'epoca della comunicazione televisiva inumana, autoreferenziale e malata.

Cattiverìa è senza dubbio l'opera più matura e multiforme di Palazzolo: un romanzo intriso di umorismo ma nel contempo violento e spietato, che esprime «l'impossibilità di essere» mettendo in discussione anche le nostre certezze di lettori.

Rosario Palazzolo è nato a Palermo nel 1972. Drammaturgo, scrittore, regista e attore, per il teatro ha scritto e diretto: "Ciò che accadde all'improvviso", "I tempi stanno per cambiare" (con Luigi Bernardi), i tre spettacoli che compongono la Trilugia dell'impossibilità: "Ouminicch'", "'A Cirimonia", "Manichìni" e il Dittico Del Disincanto ("Visita guidata" e "Tauromachia"). Vincitore del Fringe al 18° Festival Internazionale del Teatro di Lugano, i suoi spettacoli sono stati rappresentati nei maggiori teatri di ricerca nazionali. Ospitato a più riprese dall'Università di Liverpool nell'ambito degli Studi di Italianistica, di recente al suo lavoro sono stati dedicati studi monografici e tesi di laurea, in Italia e all'estero. Per la narrativa ha scritto: "L'ammazzatore" (Perdisa Pop, 2007) e "Concetto al buio" (Perdisa Pop, 2010)..




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