FOTO VINCITRICE DEL CONCORSO UNO
SCATTO PER IL PRIMO MAGGIO;
TEMA DEL CONCORSO: RACCONTA IL
LAVORO OGGI.
“Prima del fischio di inizio” di
Roberto Quaranta è stata premiata per la sua straordinaria forza iconica,
perché per il suo contenuto e il suo potere visivo si imprime nella coscienza,
simbolo delle speranze e delle paure di milioni di persone. L’immagine riassume e riproduce la
contraddizione fra un mondo a sempre minore indice di umanità e l’urgenza
dell’uomo stesso di tornare al centro del mondo.
Kurumuny in collaborazione con
l’Associazione Ambrò e con il patrocino del Comune di Martano presenta la XII edizione del Primo Maggio
La festa si svolge a Martano, in
campagna, località Kurumuny, con una lunga giornata tra germogli di vino e
braci di canti selvatici e balli spargi-sale, artisti extra-vaganti giocolieri
di luce, diritti in mostra ai colori della primavera. Il lavoro dovrebbe essere
la festa di tutti perché “un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse
lo spettacolo più triste che l’ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla
terra” (T. Carlyle).
PROGRAMMA
La giornata sarà scandita dalla musica, con la partecipazione di molti
artisti.
PARTECIPERANNO
ALMORAIMA – un viaggio gitano verso radici lontane
Gli Almoraima sono un gruppo
multietnico che dal 2007 si dedica alla ricerca della tradizione musicale
gitana ed in particolare alle varie connessioni musicali che si sono create con
essa in terra andalusa e araba. Il gruppo che ruota intorno alla figura del
chitarrista Massi Almoraima, autore delle musiche e dei testi, ha visto in
tempi più recenti l’ingresso nella formazione della talentuosa voce gitana di
Antonio Corba, che per la sua grande padronanza degli stili tradizionali e
moderni di canto flamenco e il suo interesse per la musica etno-world sta
riscontrando una grande affinità con l’estetica musicale del gruppo. Oltre a
loro la formazione è composta dal percussionista etnico Roberto Chiga, dal
violista di origini pakistane Saleem Anichini, dal contrabassista jazz Angelo
Urso e dal fisarmonicista Rocco Nigro. Di ritorno dal tour primaverile che gli
ha visti impegnati in una serie di concerti in Rajasthan, il gruppo presenta in
anteprima a Kurumuny il suo nuovo lavoro discografico – Banjara – realizzato
grazie al sostegno di Puglia sounds e dall’etichetta salentina Animamundi. Un
lavoro denso di suoni e tradizioni nomadi, di energia e spiritualità, di riti,
movenze e ritmi che richiamano mondi lontani. Sentieri d’Oriente tracciati
attraverso le orme lasciate nella sabbia da una carovana gypsy che dal deserto
dei Thar attraversa il Mediterraneo approdando in Andalucia; un viaggio gitano
verso radici lontane.
STRITTULI – suoni musica e canti popolari
Il gruppo “Li Strittuli” nasce
nell’inverno nel ’98 dal bisogno di riconoscersi in una identità di popolo, in
esso vi confluiscono giovani musicisti che si propongono di diffondere il patrimonio
musicale del Salento e della Grecìa salentina. L’impegno culturale è quello di
far veicolare la musica popolare non come mera comunicazione consumistica ma
come recupero ed inizio di un procedimento culturale ritrovato. I componenti,
che sono maturati nelle feste di “curte” a contatto diretto con i portatori,
nei raduni spontanei e gruppi di ricerca, iniziano a recuperare sonorità ormai
quasi dimenticate e a utilizzare gli strumenti tipici di questa musica:
violino, organetto, fisarmonica, chitarra e tamburo a cornice. L’obiettivo
principale del gruppo è quello di riproporre un viaggio nella musica popolare
salentina, fatto di pizzica pizzica, pizzica tarantata, stornelli d’amore,
canti di lavoro e di protesta. Il gruppo, inoltre, conduce una ricerca sulla
musica di tradizione orale, interessandosi soprattutto alla zona nord del
Salento, riscoprendo canti che vengono riproposti nei loro concerti.
SONAMIX – il nuovo progetto di Papa Ricky
È il nuovo progetto di Papa
Ricky, che propone un nuovo viaggio nel mondo della musica in una versione semi
acustica, con una formazione composta da Giada Giovanile al violoncello, Sasà
Spennato alla batteria e percussioni e Roberto Romano alla chitarra acustica e
basso.
RINO’S GARDEN – molto più di una cover band
Nati nell’estate del 2008, dalla
passione per le canzoni di Rino Gaetano, attratti dalla stravaganza e dalla
ecletticità trasversale del compianto artista calabrese, i Garden non si sono
affermati solo come una cover band ma hanno allargato il loro repertorio
perfezionandosi nello stile e potenzialità. Rino’s Garden con oltre 400 live
all’attivo, ha animato le piazze e i locali di tutto il Salento, esibendosi con
la sua musica anche oltre i confini provinciali e regionali, con molte tappe in
tutta Italia. La band è composta da Andrea Melileo alla voce, Matteo
Cannavacciuolo alla batteria, Francesco Fersini ai synth e ai cori, Giuseppe
Ciullo al basso, Giacomo Carlino alla chitarra e Francesco Verdicchia al
pianoforte. Da pochissimo è uscito il nuovo singolo “Resto in linea”, che
anticipa il nuovo album in lavorazione, che uscirà prima dell’estate.
Il programma può essere suscettibile di variazioni.
IL PESO DELLA CULTURA – Leggo per legittima difesa. (Woody Allen)
Per l’edizione 2013 Kurumuny
ripropone l’iniziativa “Il peso della cultura: libri al chilo”. In occasione
della festa del Primo Maggio sarà possibile acquistare una sporta di libri al
chilo. Per l’iniziativa sono state create dal marchio B22 delle sportine ad hoc
che saranno anche un simpatico gadget della festa. In questo momento di crisi
in cui più si avverte la necessità di sapere, in questo Paese in cui tutto è
effimero, Kurumuny vuol ripartire dal peso dei libri, da una certezza che è
quella fisica e materiale del peso della conoscenza e dell’informazione perché
chi legge ha un senso in più, perché leggere rendere liberi, perché vogliamo
che i libri siano compagni irrinunciabili.
PIZZICANDO IN BICICLETTA – un viaggio di sole, cielo, mare e musica.
Viaggio in bicicletta, di Nunzia
e Lucia, sul corridoio verde adriatico, partendo da Bologna, fino ad arrivare
il Primo Maggio a Kurumuny. Pizzicando in bicicletta, nasce in un piovoso
autunno bolognese alla periferia nord di Bologna, dove le strade di Lucia e
Nunzia si incontrano attorno ai corsi di riparazione biciclette
dell’associazione “L’Altra Babele”. Lucia e Nunzia hanno vite e temperamenti
diversi, ma molte cose in comune, in cima, la passione per la bicicletta.
Nessun posto è lontano in bicicletta, nessun ostacolo è insormontabile alla sua
leggerezza. Nunzia è affascinata dalla musica popolare, soprattutto dalla
pizzica pizzica e sogna l’energia del Salento e i suoi ritmi ipnotici. Lucia
pedala e sogna di aprirsi a pedali le vie delle lingue e delle culture del
Mediterraneo. Una sfida per entrambe, alla prima esperienza di cicloviaggio,
poca attrezzatura tecnica, pochi appigli logistici; molta carica di entusiasmo,
molta voglia di provarci, molta volontà di dimostrare il potenziale della bici
e della passione ciclistica. “La bicicletta è stata in primo piano, fin dalle
sue origini, nelle battaglie per la liberazione di comunità e categorie sociali
da oppressioni e ingiustizie. La troviamo protagonista nelle Quattro Giornate
milanesi (1898) e negli altri moti popolari, nei momenti cruciali della Grande
Guerra, nella Resistenza partigiana. Odiata e temuta dai dittatori e dalle
classi dominanti, la bici è l’unico mezzo di trasporto che non trasporta solo
persone o cose, ma anche ideali. Alfonsina Strada, la prima ed unica donna a
partecipare nel 1924 al Giro d’Italia (quello dei maschi), non era una
femminista né un’attivista politica. Era una ragazza che amava la bici e
pedalava come solo una campionessa sa fare. Eppure, grazie alla bici, è
diventata un’icona dell’emancipazione femminile. Ha infranto il più tenace dei
pregiudizi maschilistici, quello della superiorità fisica dell’uomo sulla
donna, del suo dominio muscolare, inteso come suggello naturale (e quindi
divino) dello squilibrio sociale, economico, familiare e culturale tra i due
sessi. Novant’anni dopo due ragazze, Nunzia e Lucia, affrontano il loro
personale Giro d’Italia, e senza saperlo mandano in frantumi altri tabù, altri
pregiudizi. Come Alfonsina, anche Lucia e Nunzia non pedalano per dimostrare
qualcosa o per rivendicare ideali femministi. Pedalano per passione. Impegnate
da sempre nell’attivismo sociale e ambientalista, hanno iniziato il loro
viaggio in bicicletta da Bologna a Martano (Lecce) per amore della bicicletta e
per amore della cultura popolare di cui anche la bicicletta fa parte.
Arriveranno a Martano per partecipare alla Festa dei Lavoratori di Kurumuny,
una giornata dedicata alla celebrazione della civiltà contadina e della
"fatìa" (lavoro, in dialetto salentino), nel momento in cui la
disoccupazione in questo martoriato paese tocca livelli drammatici come mai
prima d’ora. Come non associare la loro splendida follia a due ruote con le
imprese di Alfonsina, con la voglia di ribaltare i preconcetti sessistici, e
con l’impegno per restituire dignità e lavoro a cittadine e cittadini costrette
a sopportare per intero il peso di una crisi di cui non sono colpevoli? Come
non pensare che il loro viaggio è un po’ il viaggio di tutti noi verso
un’Italia migliore, in cui la leggerezza (bicicletta, femminilità, dignità del
lavoro) possa finalmente prevalere sulla pesantezza (dominio dei mezzi a
motore, maschilismo, privilegi e ingiustizie economiche)? Il viaggio di Nunzia
e Lucia è un semplice atto d’amore per una penisola straziata da avidità e
prepotenze. A Kurumuny danzeremo con loro.”
COME ARRIVARE
Kurumuny è sita nelle campagne di
Martano (nei pressi dell’uscita per Castrignano de’ Greci). Per trovarci
seguire le indicazioni presso tutti gli ingressi del paese.
Ingresso per tessera
sociale di 4,00 euro valida per la sola giornata del Primo Maggio. La colazione
è autogestita dai singoli partecipanti, l’organizzazione offre vino e pane
finché ce n’è. A disposizione di tutti bracieri per gli arrosti.
Per info
Uff. 0832801528
Mob. 3299886391
Kurumuny è un luogo dell’anima,
un luogo di memoria e trasformazione, dove antichi valori umani e sociali
convivono con la realtà contemporanea. L’associazione Ernesto de
Martino-Salento e le Edizioni Kurumuny hanno cominciato a festeggiare il Primo
Maggio nella contrada Kurumuny a Martano nel 2002. L’idea di questa giornata di
festa nasce dal desiderio di riannodare i fili della memoria di un luogo
particolare, non molto distante dal paese, dove sono vissute persone
depositarie di saperi antichi e che svolgevano ruoli comunitari. Qui vivevano
alcune delle ultime repute di Martano e alcuni cantori già protagonisti delle
storiche ricerche etnomusicali realizzate da Alan Lomax nel 1954 e da Gianni
Bosio nel 1968 e da altri ricercatori dopo il 1970. L’intento è stato quello di
legare questo filo della memoria a un avvenimento che presenta tutti i
requisiti di una grande festa popolare in cui si festeggia la fatica quotidiana
dei lavoratori. Festa del lavoro e dei lavoratori che naturalmente si apre sino
a comprendere il tema della multiculturalità, dei diritti dell’altro, la
necessità della salvaguardia delle radici, in qualunque parte del mondo
affondino. Riferimento ideale per l’organizzazione della festa a Kurumuny sono
state le stesse modalità con cui inizialmente si svolgeva il Primo Maggio a
Bari. L’incontro per i festeggiamenti avveniva in qualche località fuori porta
con bandiere, formaggio, fave, vino e musica. Un incontro per festeggiare il
diritto al lavoro: la sicurezza e tutti i diritti garantiti dallo statuto dei
lavoratori. Altro obiettivo che inizialmente si sono posti gli organizzatori
del Primo Maggio a Kurumuny era quello di offrire un punto di incontro locale
in cui essere protagonisti: un luogo in cui diverse generazioni, anziani, giovani
e bambini, potessero incontrarsi e pacificamente e creativamente socializzare
non solo il companatico ma anche le idee, i desideri, i bisogni. E così la
festa del Primo Maggio a Kurumuny è diventata con il passare degli anni di
riferimento per tutto il territorio salentino e non solo. A ogni manifestazione
la partecipazione si è allargata e diversificata, ma restano caratteri salienti
la tolleranza, la condivisione della musica e delle idee, l’integrazione fra le
diverse fasce di età, il rispetto delle diversità, in una dinamica fatta di
maggiore consapevolezza del proprio background senza la quale non ci può essere
equo scambio. In una giornata di riflessione e di festa, come il Primo Maggio,
la pratica della multiculturalità assume i connotati di inclusione sociale
delle minoranze, siano esse linguistiche, religiose o etniche, e dunque si
concretizza nell’esercizio delle buone pratiche della condivisione, della
partecipazione e dello scambio.