«La vita bisogna viverla, in questo consiste tutto, semplicemente. Me lo disse un barbone che incontrai l’altro giorno uscendo dal bar La Mala Senda. La letteratura non conta niente». (R. Bolaño, I detective selvaggi)
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venerdì 1 aprile 2011
Il libro del giorno: La letteratura non conta niente a cura di Rossano Astremo e Girolamo Grammatico (Citofonare Interno 7)
L'Io Dentro Me di Monica Silva. Intervento di Alessandro Di Giacomo
Mercurio Promozioni, agenzia di comunicazione integrata di Sansepolcro e Kemon, azienda leader nella cosmetica professionale per capelli, organizzano l’ultima innovativa mostra fotografica di Monica Silva, L’io dentro me. Nel borgo di Sansepolcro e nella splendida cornice rinascimentale di Palazzo Pichi Sforza (Sansepolcro) quasi quaranta ritratti di persone, comuni e famose, riprese in due scatti. Soggetti ritratti in atteggiamenti e travestimenti diversi, così Monica Silva riflette sia sulla loro personalità che sui fini stessi della fotografia come arte. Da decenni i critici concordano sulla variazione psicologica che porta con sé il ritratto, e in ognuno bisogna considerare la componente psicologica del soggetto, mai del tutto scevra da condizionamenti. Nessuno riesce ad essere completamente naturale di fronte all’obiettivo, anzi, inconsciamente ogni soggetto si modifica in base all’idea che vuole dare di sé, così come la fotografia, da sempre considerata erroneamente la più asettica tra le arti, si sforza di carpire la realtà profonda del mondo. Ne L’io dentro me Monica Silva sottrae il soggetto alla condizione sociale a cui appartiene per restituirlo al suo Io più intimo e naturale. Se Cindy Sherman e Luigi Ontani si travestono per apparire altro da sé, qui i soggetti camuffandosi mettono invece in evidenza un particolare del loro carattere che non possono o non vogliono mostrare in pubblico. Quello della Silva è un relativismo estetico che sprigiona la personalità liberata dal contesto sociale delle persone e dove, con i suoi scatti, le singolarità dei soggetti annullano la tendenza moderna a sentirsi tutti giovani ed uguali. Volti noti come Nicoletta Mantovani, Dolcenera, Filippa Lagerback, Samuele Bersani, Matteo Becucci, Pia Tuccitto, Fiona May, Veronica Maya ritratti su sfondo bianco e ripresi in due versioni opposte, a mezzo busto, con macchina fissa in studio e il risultato delle trasformazioni proiettato direttamente sui muri di una delle sale della mostra, attraverso una serie di proiezioni video, dove l’ego nascosto dei soggetti prende forma tramite grafiche generative. Una mostra interattiva dove lo spettatore è protagonista diretto dell’allestimento, attivando con i suoi stessi movimenti video e suoni curati dal visual e interaction designer Gianluca Macaluso. “Fino a che punto si è disposti ad apparire per i quindici minuti di warholiana celebrità?”, è la domanda che si pone l’artista. Provare a cogliere la loro anima nascosta sviluppandola in due scatti, la sua risposta. Una mostra che ci dà l’occasione di indagare e rivelare anche il nostro Io, liberandolo dal contesto sociale che quotidianamente ci condiziona. E’ proprio ciò che prova a stimolare nello spettatore Monica Silva: indagare sulla psicologia della persona, scavando e svelando i suoi lati più reconditi. Per l’avanguardia del progetto, la fusione di diversi media e tecnologie, gli stimoli che suscita, L’io dentro me è un geniale allestimento non solo dall’indubbia qualità artistica, ma anche dal profondo contenuto etico-sociale, che ribadisce ancora una volta il forte impegno di Mercurio Promozioni e Kemon per l’arte e la cultura. Grazie a questo sodalizio, Palazzo Pichi Sforza ha ospitato grandi mostre di fotografi come Henri Cartier Bresson, Gianni Berengo Gardin, Elliot Erwitt, Robert Capa e Mercurio inizia ora a scommettere su fotografi emergenti di grande talento quali Monica Silva. (www.monicasilva.it)
Alessandro Di Giacomo
giovedì 31 marzo 2011
Il libro del giorno: I fuorilega del Nordest di Francesco Gesualdi (Dissensi edizioni)
Ecco il nuovo romanzo di Francesco Gesualdi I fuorilega del Nordest, che Don Luigi Ciotti ha definito “Una narrazione avvincente che persegue con nuovi linguaggi le battaglie di sempre“. Il romanzo affronta i temi della xenofobia, della perdita del posto di lavoro nell’epoca della globalizzazione, delle iniziative che possiamo assumere dal basso a difesa dei diritti di tutti. La sfida è farlo arrivare a chi solitamente non si occupa di questi temi e non informandosi finisce nelle braccia della destra populista. Per questo motivo ti invitiamo a leggerlo e se lo trovi convincente a proporlo alla cerchia dei tuoi conoscenti, alle biblioteche comunali, a chi ricopre posti di responsabilità pubblica. La posta elettronica, internet e facebook possono dare una mano per attivare il tam tam: se puoi replica questo messaggio e chiedi ai siti che frequenti di segnalare il romanzo. Il momento è grave: dobbiamo usare ogni mezzo per fermare l’arretramento culturale e l’imbarbarimento sociale.
Alessandro Salvi con Eserciziario di Metafisica per principianti in Creare mondi a cura di Alessandro Ramberti (Fara editore)
La raccolta fa parte di un lavoro più ampio, tuttora in fieri, dal titolo complessivo Vietato fotografare il crepuscolo. È una sezione del presente lavoro in corso, come pure lo è I fori nel mare. L'Eserciziario parla ed affronta temi che già ho trattato sinora continuando vieppù il corpo a corpo con le forme metriche ereditate dal passato rivalutate però impiegando un ampio ventaglio di soluzioni. Della forma del sonetto ho frequentato il sonetto elisabettiano, quello caudato, ed altri, ma riproposti con numerevoli varianti, con o senza rima, con o senza spaziature strofiche, con endecasillabi canonici o altre volte di quinta... Ci sono inoltre alcuni stornelli e una ballata Duecentesca (Non mi va di annullarmi nella pagina). Il linguaggio spazia dall'aulico, al letterario fino a quello più comune, colloquiale, permettendo di inglobare in numerosi giochi intertestuali (es. in Ragazze, voi che ascoltate il delirio, chiamo in causa direttamente il Petrarca, ma in chiave ironica: di un io non più mio e queste rime sparse), citando o nominando appena autori dalla più disparata provenienza (poeti come Dylan Thomas, filosofi ed intellettuali come Wittgenstein e Adorno, anche viventi come Mauro Sambi e Nelida Milani). Nota di A. Salvi
Alice affoga nella meraviglia
Alice, cerchi la felicità?
Getto un sasso nell'acqua e gli arabeschi
che si compongono da sé, fiabeschi
...guardali! uguali uguali
ai crittogrammi insiti nei gesti
che per sedurmi abile facesti.
Gli orrendi arredi - come vedi, splendidi -
di questa pagina mia disadorna
che torna a frastagliarsi di altri versi
- esili come ombra sulla sabbia -
prima o poi son destinati a disperdersi...
Ogni ricordo porta ad un addio,
ad un insolito gioco di equivoci,
un inusuale e perverso giochetto
di specchi rotti. Falsari d'immagini
siamo, nevvero?
Adesso come adesso
mi domando stupito:
"Gli angeli c'hanno un sesso?".
Ecco cosa mi è rimasto di te:
questa rivolta rivolta a sé stessa
ossia
un citofono muto contro l'in-
finito.
Alessandro Salvi è nato nel 1976 e risiede a Rovigno. Ha pubblicato la raccolta Piovono formiche carnivore e altre inezie (Aletti, Villalba di Guidonia, 2008) e la plaquette I fori nel mare (En Avant! Produzioni, Pistoia 2011). Vincitore, con le sillogi Ladro di tamerici (2008) e Santuario del transitorio (2010), di due primi premi, al concorso Istria Nobilissima. Con la silloge Eserciziario di metafisica per principianti, vince il IV premio ex-aequo al concorso Pubblica con noi 2011, indetto da Fara Editore di Rimini. Sue poesie sono incluse in opere collettive e in numerose riviste: Le parole rimaste (Edit, Fiume 2010), Il segreto delle fragole (LietoColle, Faloppio 2009), Creare mondi (Fara, Rimini 2011), La Battana, Sovremenost, Nova Istra (in attesa di stampa) e altrove. Diversi poeti e critici letterari si sono occupati della sua poesia: Alessandro Ramberti, Maurizio Cucchi, Elis Deghenghi Olujić, Nelida Milani Kruljac, Roberto Dobran, Sandro Cergna, Giacomo Cerrai, Stefano Donno, Vanesa Begić... Ha scritto la prefazione di Scrigno di naufragio di Gaetano Benčić (un libretto contenente 11 poesie di Gaetano Benčić e 11 disegni in bianco e nero di Ugo Maffi). Ha tradotto i versi de La tigre di Tomislav Marijan Bilosnić, per un'edizione di lusso illustrata dal pittore lodigiano Ugo Maffi, la quale è uscita dalle stampe per conto della Fondazione Zlatko e Vesna Prica (Torre) in concomitanza con la casa editrice zaratina 3000 godina na dar. Ha curato la prefazione del catalogo della mostra personale dello scultore Andrija Milovan, avvenuta nel 2006-2007 a Rovigno.
mercoledì 30 marzo 2011
Il libro del giorno: "La Giustizia incompiuta" di Nancy Fraser (Pensa MultiMedia)
La casa editrice salentina Pensa MultiMedia pubblica per la prima volta"La giustizia incompiuta" della statunitense Nancy Fraser di sicuro una tra le più grandi menti americano della nostra contemporaneità. La traduzione è stata affidata a Irene Strazzzeri. Nancy Fraser è professoressa di Scienza Politica presso la New School for Social Research di New York. E’ autrice di Unruly Practices: Power, Discorse and Gender in Contemporary Social Theory (1989) e ed è co-autrice di Feminist Contentions: A Philosophical Exchange (Routledge, 1994) e Revaluing French Feminism: Critical Essay on Difference, Agency, and Culture (1992). In italiano ha pubblicato con Axel Honneth, Redistribuzione o riconoscimento? Una controversia politico-filosofica (Meltemi, 2007). L'autrice ha speso il suo impegno intellettuale e la sua meticolosità di ricercatrice nell' affrontare tematiche concernenti il pensiero politico e sociale contemporaneo, e soprattutto sull'interpretazione dei nostri bisogni e desideri, e sulle nostre concezioni normative.
Le meduse di Travemünde di Mirko Lamonaca (Voras edizioni)
"Matteo - Eccomi qui, in piedi come un soldatino di ferro. Una valigia nera che mi arriva alla vita, la borsa verde di stoffa consumata a tracolla, sotto l’insegna di Sweets & Goods, uno di quei negozi che vendono qualsiasi cosa e che si dimenticano non appena si volta l’angolo. Sigarette, dolci di gomma, souvenir, carte geografiche, guide turistiche, dischi a basso costo con le cover di grandi cantanti eseguite da gruppi specializzati in cover di grandi cantanti. Come un soldatino resto ad attendere che tu venga a prendermi. Vedrò la tua faccia, quella vera, non più solo una fotografia o il video sgranato di una webcam. Sei biondo, ti radi i capelli con la macchinetta, hai orecchie sottili e labbra fini. Le foto che mi hai mandato parlano bene di te. Non è solo bellezza: il tuo sguardo è buono.”
Le meduse di Travemünde, ambientato nella Lubecca contemporanea, testimonia dodici giorni di vita della famiglia Pfaler in occasione dell’arrivo di Matteo, un ragazzo italo-tedesco ospitato per una vacanza estiva. Un rapporto non svelato, irrequieto e tacito, nascerà tra Matteo e Peter, secondogenito degli Pfaler, a sua volta esasperato dalla presenza di Thomas, il suo compagno seducente quanto enigmatico. Ma l’apparente quiete della famiglia verrà sconvolta da una telefonata che rischia di far riemergere un segreto custodito per quasi vent’anni…
Titolo: Le meduse di Travemünde
Autore: Mirko Lamonaca
Editore: Voras edizioni
martedì 29 marzo 2011
Il libro del giorno: Bolle, balle & sfere di cristallo. L'economia dell'inganno di Stefano Cingolani (Bompiani)
La fata fatua e lo psichiatra, di Claudio Roncarati, a cura di Lucietta Frisa (Cfr Editore / Alpes). Intervento di Nunzio Festa
lunedì 28 marzo 2011
Il libro del giorno: Steve Jobs. L'uomo che ha inventato il futuro a cura di Jay Elliot e William Simon L. (Hoepli)
Dalle riunioni con gli sviluppatori ai laboratori di design, dalle prove di forza con il consiglio di amministrazione al mondo fuori dalla Silicon Valley, la storia autentica di un "ragazzo prodigio" che ha trasformato la tecnologia e il mondo in cui viviamo, il nostro modo di lavorare, divertirci e comunicare. Scritto da persona che lo conosce da oltre trent'anni e con interviste esclusive a molti protagonisti della storia della Apple, non è solo un ritratto di Jobs ma anche un'analisi approfondita del suo approccio al business e alla conduzione aziendale. Dall'Apple II al MacIntosh, la drammatica caduta in disgrazia di Jobs e il suo ritorno al timone della Apple, fino alla Pixar, all'iPod, all'iPhone e all'iPad e molto altro: questo libro ripercorre con esempi concreti i trionfi e le battute d'arresto di Jobs, mostrando al lettore come applicare gli stessi principi alla propria vita e carriera. Una biografia che si concentra sull'analisi dello stile di management del capo della Apple, che ha generato ondate di innovazione capaci di rivoluzionare interi settori economici. È difficile immaginare di compiere azioni ormai quotidiane come ascoltare la musica mentre camminiamo per strada, telefonare, goderci un film animato che affascina gli adulti quanto i bambini, o usare un personal computer, senza il coefficiente di genialità che Steve Jobs ha introdotto in questi ambiti. Una biografia per capire il fenomeno Apple e "diventare come Steve".
Capitan Salgari - in viaggio con l'immaginazione (Minimum Fax)
Dvd Capitan Salgari (Regia di Marco Serrecchia • 55 minuti)
Capitano per ispirazione, sognatore per vocazione, a cento anni dalla sua morte Emilio Salgari continua a far volare la fantasia di intere generazioni di lettori. Un film documentario - arricchito dalla partecipazione straordinaria di Gino Paoli - ripercorre la vita tormentata del padre di Sandokan e del Corsaro Nero.
Libro Emilio Salgari Una tigre in redazione. Le pagine sconosciute di un giornalista d’eccezione (A cura di Silvino Gonzato)
Curata dal maggiore biografo salgariano, questa preziosa raccolta di articoli di Salgari svela un aspetto sconosciuto dell’autore, che per un decennio alternò l’attività di romanziere a quella di giornalista. Un’occasione unica per ritrovare, dietro curiose e brillanti cronache di vita cittadina, la penna inconfondibile del re dell’avventura.
domenica 27 marzo 2011
Il libro del giorno: Polentoni. Come e perché il Nord è stato tradito di Lorenzo Del Boca (Piemme)
Quello che non vedo di Nunzio Festa (Altrimedia edizioni)
Quello che non vedo
più che delle suole// non mi posso spaventare// più di sventrare// il pensiero serioso di belle figliole//non posso permettermi//come di fare conoscere//alle streghe chiedetemi//ma mai potrete avere//il fiele a ridosso della//mano morbida appoggiato//ai vetri bui che sono bella// visione d’occhio rigato/ attorno a un bicchiere//che fa cammino lunghissimo//il piede destro tristissimo//e un mignolo a tacere (..)
sabato 26 marzo 2011
Il libro del giorno: Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso di Goffredo Fofi e Giacomo Panizza (Feltrinelli)
La Puglia del romanzo concorre a Torino (2) di Luciano Pagano
“Il segreto del gelso bianco” (Besa Editrice) fa parte della terna finale del “Premio Letterario VIA PO”, la cui cerimonia di premiazione si terrà presso il Centro Congressi Unione Industriale di Torino, Lunedì 4 aprile prossimo alle ore 15. “Il segreto del gelso bianco” di Antonella e Franco Caprio, edito da Besa Editrice, dopo il successo di pubblico riscosso grazie all’unione di diversi elementi tutti importanti, quali soprattutto la storia scelta per la narrazione, la qualità letteraria e al tempo stesso contemporanea della lingua utilizzata, e un ottimo riscontro da parte del pubblico, si avvia verso la cerimonia di premiazione dell’ambito “Premio Letterario VIA PO”, dopo aver passato le fasi intermedie che dalla ’sestina’ iniziale hanno portato la giuria a decretare i tre romanzi più meritevoli. Le vicende familiari che attraversano un secolo dall’inizio del Novecento fino ai giorni nostri, accompagnandoci nella scoperta della storia di una famiglia pugliese tra l’America, le Puglie e Torino, fanno da sfondo a questo romanzo dal respiro internazionale. Questa premiazione giunge al termine di una stagione felice per quanto riguarda la ricezione da parte del pubblico e della critica letteraria degli ultimi titoli di narrativa appartenenti al catalogo di Besa Editrice, un ulteriore segno del tangibile impegno di questa realtà editoriale nel campo della ricerca e della diffusione della cultura su tutto il territorio nazionale e internazionale.
venerdì 25 marzo 2011
Il libro del giorno: Umbrella Girls 2011 ... il calendario!
È stato pubblicato (lo segnalo con ritardo e me ne scuso visto l'alta densità di Pop contenuta in questa pubblicazione) il calendario delle Umbrella Girls 2011: luce e ironia per le creature con l'ombrello che accompagnano i motociclisti del Moto Gp e della Superbike nelle competizioni internazionali. Create da Alessio Sundas, promettono dodici mesi colmi di colore. Un calendario che solo con uno sguardo fa evadere dalla quotidianita'! Da imprenditore illuminato, Sundas è riuscito ad veicolare le immagini delle Umbrella Girls nelle più importanti competizioni di MotoGp, SuperBike a Formula 1, da Valencia a Motegi, dal Mugello ad Imola. Fino alle competizioni internazionali di Laguna Seca in California. Le Umbrella Girls sono quindi divenute internazionali, presenti nelle maggiori dirette televisive.
I dodici scatti d’autore sono firmati dal bolognese Piergiorgio Raffaelli, il cui compito è stato quello creare la scenografia adatta per la vitalità entusiasta delle dodici statuarie bellezze, provenienti da altrettanti Paese, tra cui il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Cina e, naturalmente, l'Italia. Si va da una ragazza di profilo con body e short che stringe un ombrello nero bordato di rosso, a una girl che sorride come le pinup; da una allegria curiosa alla Betty Poop alla grinta di una amazzone con stivali rossi. Fino alla mondo rosa di una ragazza bionda.
Le Girls sono vestite con abiti raffinati e short, e la maliziosita' emerge solo dalla loro ironia...
Lo Stampatore del Calendario è Art Design - Pierluigi Crivelli. La Tipografia sono le Edizioni Europee Guttemberg. La tiratura prevista è di 20000 copie, acquistabili sul sito (www.umbrellagirls.it) e disponibili presso tutti gli edicolanti..
Milano criminale. Il Romanzo, di Paolo Roversi (Rizzoli). Intervento di Nunzio Festa
Questa storia di guardie e ladri, queste vicende che da “Milano criminale” fanno passare un periodo italiano di quelli vergati dai Montanelli vari, sono testimonianze in forma di romanzo dell’anima d’almeno un pezzo dell’Italia unita e disomogenea. Un romanzo che, se già non conoscessimo l’autore Paolo Roversi già garanzia, scrittore che ama le trame fitte di pistole e duelli moderni quanto antichi, potremmo definire della maturità; a costo, persino, di portare uno sgarro alla stessa scelta del Roversi - che non scrive per produrre o fortificare miti: eppure noi, come gli italiani che dal ’58 a qualche decennio in poi seguono i fatti narrati, non possiamo che sentirci al fianco di rapinatori che prima d’iniziare a sparare hanno tentato l’uscita della miseria attraverso un passaggio a ostacoli che porta alla loro stessa fine. Tutto ha inizio in via Osoppo (tutto se si pensa alla ‘storia’ di fondo dell’incalzante romanzo – dove ci tornano le immagini dei diversi Vallanzasca - ), il 27 febbraio 1958. Ovvero la data che il poliziotto Antonio Santi e il bandito Roberto Vandelli, sempre in lotta fra loro e oltre loro stessi, come è naturale che sia, hanno impresso nelle vene scolpite dai loro differenti lavori. A ogni punto di barricata dietro la quale, effettivamente, stanno. Non solo una vocazione, ma la classica scelta di vita. Perché Vandelli dopo la rapina che vede in diretta decide di diventare bandito, mentre Santi decide che deve entrare in polizia. Corpo, d’altronde, che lo porterà a fare a botte con l’idea di necessità dell’intervento repressivo quando arriveranno le occupazioni e le manifestazioni, bardate persino da atti violenti, del ’67-’68-’69. Per non parlare di quando Roversi, insomma, farà ricominciare il racconto d’una criminalità milanese che è da analizzare e certi versi per incorniciare in un clima complessivo del Paese. In pratica dove ci sarà spazio, sostanzialmente, per il futuro Millenovecentosettantasette. Nel frattempo, però, Roversi riesce a far rivivere, appunto come se fossimo nel film più riuscito, parole e volti della “malavita” ‘lombarda’. Certo aiutato da “storie private”, fitte d’amori domestici ed extrafamigliari, Roversi permette di sentire di nuovo una Milano, e dintorni, che sono intanto l’humus che fa spuntare i fiori del male. Che Vandelli e tanti altri, per dire, escono dalle vite di periferia. Molte volte portatori, addirittura, d’una certa e colorata a tratti, idea di riscatto inseguita con foga. A dispetto, naturalmente, delle pause da galera. Di gabbie nelle quali si diventa banditi più esperti o si muore/soccombe. L’opera di Roversi, la migliore che fino a questo momento abbiamo letto, descrive con la mano dell’osservatore perfetto quanto non invasivo che s’annusa, consegna a lettrici e lettori materiale di svago. Ma d’uno svago che consente a noi di guardare nelle nostre idee sulla vita. Perché? Provate, rispondiamo, a sentire le fotografie di pezzi di giovani coi soldi a fare barricate a mano armata in certe occasioni. Ad ascoltare gli scatti di momenti di commistione ideale fra il poliziotto che conosce il ‘delinquente’ che ha di fronte oppure deve controllare il riso davanti agli studenti che contestano i borghesi impellicciati alla Scala. Perché questo romando di Paolo Roversi fa camminare tante singolarità, di circostante e di Storia italiana (e non solo italica), in mezzo al procedere di moti collettivi che sono il fenomeno complessivo come parziale. Dalle mosse dei banditi. Alle occupazioni di studentesse e studenti. Passando per gli scioperi operai. Con lenti che tolgono il tipico tabù che in tante situazioni non ci fa leggere le osservazioni della Polizia, in quanto questa è serva pronta a mettersi contro le nostre obiezioni al potere. Una Milano tutta rossa di bollori, e nostra.
giovedì 24 marzo 2011
Il libro del giorno: La scatola di Houdini di Adam Phillips (Ponte alle Grazie)
Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini (Mondadori). Intervento di Elisabetta Liguori
E se la colpa fosse di romanzi come questi? Non si fa che discutere di famiglia. Poiché riconosciuta come l’origine di tutto, primo responsabile e utilizzatore finale, falò di vacui adolescenti e nostalgia di emigranti pentiti, poiché è lì che si forma la prima morula identitaria, per tutte queste ragioni e molte altre la famiglia vive anni emergenziali. Ci appare come una realtà ormai implosa, schiacciata da enormi pressioni emotive, psichiche ed economiche, e non ne restano che ceneri da analizzare al microscopio. E se la colpa fosse di romanzi come l’ultimo di Margareth Mazzantini “Nessuno si salva da solo” appena pubblicato da Mondadori? Del resto non sarebbe neppure l’unico. Si pensi a Jonathan Franzen, tornato in libreria con il suo americanissimo Freedom, tradotto da Einaudi. Il tema è sempre quello: la coppia e la famiglia, intesa l’una come la naturale evoluzione dell’altra. La coppia dell’ultima Mazzantini, in particolare, è stanca, dura, crudele. Intrappolata in se stessa e poi incenerita, tanto che la sua narrazione sembra un’orazione funebre. La Mazzantini questa volta, infatti, ci svela il lato oscuro e funereo della vita coniugale, quello che ci riguarda più da vicino, ma lo fa con una rabbia davvero imprevista. La storia scelta è quella di una coppia sui 40 anni, Delia e Gaetano che, dopo la prevedibile separazione, si ritrova una sera a cena a discutere di soldi e a recriminare. Come tanti, come tutti. Tra una portata e l’altra s’accendono tra i due frammenti di vita vissuta, brillano cocci di passione e delusione. È il vaso di pandora di una decina d’anni di convivenza che s’apre e ne viene fuori l’ira di Dio. Le fila di questa tragedia narrate in scaglie sono tirate da due direttori d’orchestra d’eccezione: i due figli di pochi anni. Sono loro gli unici osservatori: esterni e muti. Sono loro che, per il semplice fatto di esistere, consentono ai coniugi di prendere coscienza dello sfibrarsi reciproco delle proprie identità. Ricordando i loro figli, vedendoli, annusandoli, i due coniugi comprendono di essere rimasti disperatamente soli e che essere soli non basta. “Nessuno si salva da solo” infatti, ed è verissimo. Il ritmo di questa dolorosa scoperta è incalzante, dettato anche dal costante confrontarsi della coppia protagonista con quella di anziani coniugi che le cenano accanto. La Mazzantini sa raccontare magistralmente il desiderio. è rapida, efficace, cinematografica. Ma dove c’è un desiderio tanto tagliente e irrealizzato, non può non esserci la rabbia. Su questo l’autrice però forse eccede questa volta: cerca l’effetto a tutti i costi, schiaffeggia il lettore con un lessico furente e scabroso, mette in scena con artificio e violenza, finendo per perdere di credibilità. I denti corrosi di Delia, ad esempio, ruvidi, aguzzi, privi di smalto, sono metafora perfetta di un desiderio puro, corrotto dalla vita. La donna passa a ripassa con la lingua su questi denti per accettare il suo destino, ma il gesto a volte si fa verboso, claustrofobico, lasciando il lettore sdentato, incapace di riconoscere in ciò che legge qualcosa della sua fatica quotidiana, ma voglioso (non è detto che sia un male) di dichiararsi sopravvissuto, illeso, scampato, come se, leggendo, si fosse trovato davanti ad uno degli ultimi e più foschi casi di cronaca nera.
mercoledì 23 marzo 2011
Il libro del giorno: Come si esce dalla società dei consumi di Serge Latouche (Bollati Boringhieri)
La meravigliosa utilità del filo a piombo di Paolo Nori edito da Marcos y Marcos (Anteprima di Nunzio Festa)
“LA MERAVIGLIOSA utilità del filo a piombo”, è questo il meraviglioso titolo del nuovo libro di Paolo Nori. Libro che Marcos y Marcos manda in libreria il prossimo 24 marzo. Ma grazie all’editore e all’autore abbiamo avuto la possibilità di leggere in anticipo le pagine del testo. Al fine di presentarle alle nostre lettrici e ai nostri lettori. Soprattutto agli appassionati della penna dello scrittore e traduttore emiliano, a far loro venire l’acquolina in bocca passando qualche pezzettino di contenuto. “Buonasera. Stasera faccio un discorso che si chiama Noi e i governi ed è un piccolo discorso sul governo del sé, sulla dittatura, sulla democrazia e sulla libertà, cioè, forse, sull’anarchia, si intitola Noi e i governi e comincia dall’anarchia, ma prima ancora c’è una specie di epigrafe, che è una poesia, di un poeta che si chiama Velimir Chlebnikov e la poesia non ha titolo (…)”. Perché questo libro raccoglie, essenzialmente, ‘discorsi’ che Nori, autore per esempio dell’indimenticabile “Basso tuba non c’è” e di “Gli scarti” oppure “Pancetta” e altri libri di successo sia per pubblico che per critica, negli ultimi anni ha letto in alcuni luoghi soprattutto esemplari. Vedi il Museo d’arte moderna di Bologna. Come, ancora, a Praticello di Gattaccio, nella casa dei sette fratelli partigiani Cervi (le parole citate prima, per dire). Ma dovremmo e potremmo aggiungere il cinema Kijov di Cracovia. E non andiamo troppo dentro. Perché ci sarebbe la possibilità di recensire sia il testo che le sue ambientazioni pratiche e ideali. Però è giusto aspettare, certamente. Senza dimenticare che questa nuova opera di Nori si nutre, per di più, e cita personalità come Baldini, Cavazzoni, Celati, Fruttero & Lucentini, Tolstoj, Viktor Šklovskij, Kulekov, Dovlatov, Chlebnikov, Charms, Brodskij… Insomma dai russi che ama e bene conosce agli italiani che apprezza. Insomma grazie alla Meravigliosa utilità del filo a piombo sapremo che per scrivere, innanzitutto, occorre trovare la condizione intima e fisica che garantisca concentrazione. E non era scontato. Per scrivere, tra le altre cose: “dei bicchieri infrangibili, che avevano quel nome presuntuoso e così bello, e cosa avrà fatto il primo che ha visto un bicchiere infrangibile andare in mille pezzi, avrà telefonato a qualcuno?”. La Marcos y Marcos, a trent’anni di storia, si regala, dopo aver avuto grazie alla traduzione dello stesso Nori il “Disastri” proprio di Charms, si concede il dono di portare sugli scaffali quella che un altro scrittore e poeta dei nostri giorni, Tiziano Scarpa, ha recentemente definito come quei libri che non riesci a inquadrare per genere. Ma dei quali non puoi fare a meno. Che possono addirittura formarti. Magari il nonno di Paolo Nori non se lo sarebbe aspettato. Persino lo stesso scrittore forse non vorrebbe fosse così. Però con questo libro usciamo dall’infausta vita dell’ordinario meccanismo mediatico. Per arrivare nel ventre delle ‘belle’ lettere. 200 pagine inarrestabili.
martedì 22 marzo 2011
Il libro del giorno: Signorina Julie di Johann August Strindberg (Besa editrice)
Johann August Strindberg (1849-1912), drammaturgo e romanziere (La stanza rossa, 1879), è considerato l’inventore del teatro contemporaneo. I suoi drammi sono uno spaccato della società, con i conflitti più insanabili, da quelli familiari a quelli di classe, e in essi non c’è più spazio per la retorica e le esibizioni di alta acrobazia verbale.
La sua prima opera teatrale è Mastro Olaf (1872), riscritto per ben cinque volte fino alla definitiva messa in scena, accolta peraltro senza successo. Ma il genio di Strindberg nello scandagliare l’umanità emerge nel cosiddetto “teatro naturalistico”, al quale appartiene Signorina Julie.
© foto di copertina di Alessandro Valli
Infinity di Sherrilyn Kenyon (Fanucci)
lunedì 21 marzo 2011
Onnipotente di Michele Vaccari (Laurana editore)
domenica 20 marzo 2011
Il libro del giorno: La moneta di Akragas di Andrea Camilleri (Skira)
sabato 19 marzo 2011
Il libro del giorno: Salviamo l'Italia di Paul Ginsborg (Einaudi)
Caso Scazzi: "Incomprensibile la minaccia dell'avvocato De Jaco"
"Non comprendiamo la motivazione dell'avvocato De Jaco a querelare la nostra casa editrice e la scrittrice Mariella Boerci". Così il direttore editoriale Ed. Anordest Mario Tricarico risponde alla notizia di una querela da parte dell'avvocato di Cosima Serrano Misseri, Franco De Jaco. "Quello che maggiormente ci stupisce è che De Jaco doveva essere nostro ospite - continua Tricarico - per presentare il libro "La bambina di Avetrana", in cui la giornalista Mariella Boerci racconta le vicende del caso Scazzi, proprio questa sera all'interno del programma del Festival della cultura di Galatina, contesto nel quale anche promuoveremo la borsa di studio che abbiamo istituito in collaborazione con il Telefono Rosa in memoria di Sarah Scazzi contro la violenza sulle donne". Sabato 19 marzo alle 19,30, infatti, presso la sala Caffè 1861 all’interno del Festival della cultura di Galatina l’ex avvocato di Michele Misseri, Daniele Galoppa, e l’avvocato di Cosima Serrano Misseri, Franco De Jaco avrebbero dovuto trattareil caso di Sarah Scazzi assieme alla giornalista Mariella Boerci, autrice di “La bambina di Avetrana” (Ed. Anordest), libro da cui è per l'appunto nata la borsa di studio patrocinata dal Telefono Rosa “In memoria di Sarah Scazzi - Contro la violenza sulle donne”. L'evento ci sarà ugualmente, ma l'avvocaro De Jaco non interverrà, nonostante avesse inizialmente dato la sua disponibilità. "Il nostro libro è uscito a dicembre dell'anno scorso, ci stupisce che proprio ora - conclude il direttore Anordest Tricarico - nasca questa inutile polemica, dopo che la borsa di studio legata alla pubblicazione sta vedendo un successo nella sensibilizzaizone alla tematica e un numero di scuole intenzionate a partecipare sempre crescente. Infatti dalla pubblicazione “La bambina di Avetrana” (Ed. Anordest), cronaca della tragedia di Sarah Scazzi, firmato dalla giornalista Mariella Boerci, è legata alla borsa di studio istituita da Edizioni Anordest affinché tragedie simili a quelle di Sarah non abbiano più a ripetersi. Un concorso aperto a tutti gli studenti dai 13 ai 19 anni, cui sarà chiesta la redazione di un racconto breve sul tema della violenza, in particolare sulla violenza sulle donne. Proprio per questo la borsa di studio sarà assegnata il 7 ottobre. Edizioni Anordest pubblicherà annualmente i componimenti selezionati e devolverà i diritti al Telefono Rosa. In giuria ci saranno Irene Pivetti, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli (presidente del Telefono Rosa), Cipriana Dall’Orto (codirettore di Donna Moderna), l’avvocato Mario de Marco (sindaco di Avetrana), Mariella Boerci (autrice di “La bambina di Avetrana), Anna Di Ianni (ideatrice della borsa di studio) e Oriana Boldrin (segretaria). La borsa di studio verrà consegnata ad Avetrana il 6 ottobre.
Mariella Boerci, giornalista milanese, firma di punta per lungo tempo della stampa femminile (Annabella, Marie Claire), è stata per quindici anni un inviato speciale del newsmagazine Panorama, con cui tuttora collabora nel settore Attualità e Costume- Società. Collabora inoltre con Class, Donna Moderna e Vanity Fair. Ha pubblicato, per le edizioni Donna Moderna/Mondadori Printing “Vissi d’arte, Vissi d’amore. Rivalità, passioni e gelosie delle signore Pavarotti, donne di cuori e di denari” (2007)
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venerdì 18 marzo 2011
Il libro del giorno: Dall'improbabile all'infinito (Dedalo) a cura di Edward B. Burger e Michael Starbird
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