In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases - Als Amazon-Partner bekomme ich Geld, wenn ihr über meinen Link etwas kauft - Soy Afiliado de Amazon, así que me llevo una parte si compras algo usando mis links - アマゾンで紹介した商品を買ってもらえると、私にも少しおこずりがもらえる仕組みなんです - 아마존 애소시에이트로서 적격 구매 시 수익을 얻습니다.
Cerca nel blog
mercoledì 2 marzo 2011
La vita oscena di Aldo Nove: alcol, droga, pornografia e sesso per reagire al dolore della Vita crudele. Intervento di Roberto Martalò
martedì 1 marzo 2011
Il libro del giorno: E disse di Erri De Luca (Feltrinelli)
Rivelazione all’Esquilino di Mariolina Venezia (Nottetempo). Intervento di Nunzio Festa
lunedì 28 febbraio 2011
Il libro del giorno: Scrivere polvere di Daniele Semeraro (Lupo editore). Con prefazione di Cosimo Argentina
L'autore - Nasce a Locorotondo nel Maggio del 1977, vive a Martina Franca e lavora ad Alberobello.
Chitarrista autodidatta, grande appassionato di musica e letteratura, si affaccia al mondo della scrittura da cantautore. Compone brani musicali per sé e per altri e nel 2008 si avvicina alla scrittura in prosa. “Scrivere polvere” è il suo romanzo d´esordio.
Voci dalla luna di Andre Dubus (Mattioli 1885). Esce il 15 aprile 2011
domenica 27 febbraio 2011
Il libro del giorno: Mi dichi. prontuario comico della lingua italiana di Paolo Villaggio (Mondadori)
sabato 26 febbraio 2011
Il libro del giorno: Alessandro Trocino, Popstar della cultura (Fazi editore)
«Le popstar della cultura sono lo specchio di un Paese malato di retorica, sentimentale, massimalista, finto rivoluzionario, antilluminista. […] Un Paese che preferisce nutrirsi di uno stato di indignazione permanente, piuttosto che provare a cambiare lo stato delle cose».
Cosa hanno in comune Roberto Saviano, Giovanni Allevi, Beppe Grillo. Carlo Pettini, Mauro Corona e Andrea Camilleri? Quali logiche concorrono a esaltare alcune persone rispetto ad altre? Chi sono le popstar della cultura? Semplici testimonial, intellettuali organici alle caste oppure fotogeniche incarnazioni del talento e dell’impegno civile? Attraverso le testimonianze di estimatori e detrattori, i documenti e le opere, il libro racconta la parabola di sei personaggi che, in campi diversi, sono arrivati sul piedistallo più alto della celebrità. Il viaggio tra i “Venerati Maestri” è anche il pretesto per raccontare l’Italia, per smontare i meccanismi mediatici e divistici di un Paese in cui l’inclinazione al conformismo, la profusione di retorica apocalittica, la delega delle responsabilità, la ricerca del guru di turno e il presenzialismo hanno azzerato il pensiero critico e la capacità di ragionare sui contenuti. Perché, se è vero che la cultura di questi anni è stata monopolizzata dal berlusconismo imperante, è altrettanto vero che la sinistra, orfana dei suoi intellettuali di una volta, ha ceduto di schianto e «ha ormai cambiato pelle. Dall’egemonia culturale di impronta gramsciana all’industria culturale di Horkheimer e Adorno, fino all’attuale strapotere del marketing editoriale, il salto è stato lungo. In mezzo si è costituito un universo contaminato e franto, nel quale destra e sinistra si sono spesso confuse in un abbraccio poco virtuoso».
Alessandro Trocino, nato a Milano 45 anni fa. Laureato in Giurisprudenza, ha scritto di cronaca e di politica. Giornalista del «Corriere della Sera», è autore del libro inchiesta sulla Lega Nord, Razza Padana, edito dalla Bur.
Alessandro Trocino, Popstar della cultura
Prefazione di Antonio Pascale
Vita avventurosa di Charlie Summers (Elliot). Un estratto. Traduzione di Luca Fusari
venerdì 25 febbraio 2011
Il libro del giorno: Nessun Futuro di Luigi Milani (Casini editore)
Gli invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno (Kurumuny)
Gli operai dell’Ilva sono questo e molto di più.
Invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno (Kurumuny edizioni) è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Su concessione dell’editore pubblichiamo due brani tratti dal libro.
giovedì 24 febbraio 2011
Il libro del giorno: Ragazzi ubriachi di Flavio Pagano (Manifesto Libri)
Il punto di vista di uno dei ragazzi – cresciuto in una famiglia inesorabilmente dissoltasi intorno a lui – e quello di suo padre, si alternano di capitolo in capitolo. Ma il loro reciproco tentativo di ritrovarsi deve fare i conti con una quotidianità ormai corrosa da una sorta d’inarrestabile follia e con un tragico destino che, nell’inconsapevolezza generale, ha già messo radici nella loro vita.
In Europa il venticinque per cento delle morti di giovani tra i 15 e i 29 anni è riconducibile, direttamente o indirettamente, all’abuso di alcool; un fenomeno in crescita prepotente anche in Italia. Lo confermano i dati della sesta indagine Doxa "Gli italiani e l'alcool" realizzata in collaborazione con l'Osservatorio permanente sui Giovani e l'alcool.
I ‘ragazzi ubriachi’ sono intorno a noi, nelle nostre case, eppure non ce ne accorgiamo. Bevono per motivi che sembrano futili. Per distrarsi, per trovare il coraggio di compiere un gesto spericolato o semplicemente per avvicinare una ragazza. Bevono per dimenticare una vita che non hanno ancora vissuto, soli, in una società sempre più distratta e inospitale.
L’autore: FLAVIO PAGANO (Napoli, 1962), scrittore e autore televisivo, collabora con diversi quotidiani. Ha pubblicato con manifestolibri Monologo per editore, basso continuo e lettore ad libitum (2000), divenuto anche uno spettacolo teatrale; Quelli che il rugby... un racconto ovale (2005); La finestra sul porcile (2007); Scacco al maratoneta (2008); Manuale del perfetto bugiardo (2010). Per Mursia ha pubblicato Il ritorno dei ragazzi di Mafeking (2005); La rivolta degli zingari - Auschwitz 1944, scritto insieme ad Alessandro Cecchi Paone (2009). Ha lavorato come curatore per le principali case editrici italiane.
Giosuè Rizzi. Giudizio e pregiudizio, di Giosuè Rizzi e Angelo Cavallo, illustrazioni di Emiliano Properzi (Perdisa Pop). Intervento di Nunzio Festa
In sostanza, siamo, con “Giosuè Rizzi. Giudizio e pregiudizio”, ‘ovviamente’, nella biografia d’un bandito d’altri tempi. Siamo, in sostanza, oltre la biografia raccolta con meticolosa Solidarietà da Angelo Cavallo. Veramente nel corpo del pregiudizio. Oltre che, è più che chiaro, del giudizio. E’ questo, diciamo, c’interessa maggiormente. Rizzi è in libertà solamente dal novembre dell’ultimissimo 2010; dopo che, da detenuto e qualche volta da fuggitivo, è stato per anni delinquente comune. Insomma forse non proprio il “Papa di Foggia” come un pentito di camorra volle definire l’uomo. Ma, anche se così fosse stato e quindi tanto potente fosse diventato, non possiamo che leggere la vita di Rizzi Giosuè per intero. Ovvero da quando decide, lui che è classe ’52, di cominciare a essere un fuorilegge. Però partiamo da un altro punto. Che, per quanto sia finanche giusto, l’editore punta su questo libro, su questo volume tutto umano cominciando e sottolineando aspetti d’un rapporto a distanza e vicinanza con il “caso Vallanzasca”. E, lasciatecelo dire, il confronto non è sostenibile. E non per differenza di potere o poteri. Invece questo faccia a faccia fra Cavallo e Rizzi, che la struttura mantiene il racconto d’Angelo Cavallo a riportare vicende cronachistiche in luce e testimonianze dirette di Giosuè Rizzi sulla propria esistenza e sulle sue tante attività, intanto ci spiega il carcere. La vita nel carcere. La vita del carcere. Le vite che sono il carcere. E quanto questo luogo, soprattutto a quanti tanto devono scontare molti anni, incide sulle caratteristiche personali dei detenuti stessi. Per non parlare, infine, del personale di servizio lavorativo negli assilli di queste strutture che sempre dovrebbero reintegrare nella società chi ha commesso qualcosa che non sia ottemperato dalle leggi dello Stato. Per di più, e ripartiamo dal pregiudizio, Rizzi fra le altre cose fu condannato per la “strage del Bacardi” dell’86 nella ancora bollente Foggia. Quanto alla storia, Rizzi si dice e s’è detto innocente per questa. Eppure la cronaca non ci racconta il grido dell’innocenza – almeno intima – quanto piuttosto ci propone di studiare il solito concetto del capro espiatorio. Rizzi e Cavallo, sentiamo adesso i contenuti, non vogliono spingere su una presunta buona anima di Giosué. Infatti si racconta dei furti cominciati in tenerissima età fino agli accoltellamenti vari per amicizia e per onnipotenza nelle varie e diverse carceri italiane (fino alle crisi dei manicomi criminali). Proprio in ragione d’una giusta considerazione d’un personaggio che similmente ad altri ha plasmato, persino a tratti involontariamente, l’immaginario collettivo. Attirando giudizio e pregiudizio. In prima battuta: pregiudizio. Senza scordarci che, è le cose non sono assolutamente cambiate, le carceri italiote sono il purgatorio più l’inferno dello Stato e dell’Antistato. Che lo stato deve punire, molte volte ricorrendo a trattamenti disumani, mentre l’antistato deve cercare quantomeno di sopravvivere. Ma alla fine Giosuè Rizzi comunque è riuscito a riprendersi la sua vita. Dopo tanti patimenti e tante cattive azioni ha voluto riconsegnarsi nelle mani d’una sua vecchia passione. Per sconfiggere pregiudizio e giudizio. Senza aver più debiti con una società che essenzialmente non perdona.
Giosuè Rizzi. Giudizio e pregiudizio, di Giosuè Rizzi e Angelo Cavallo, illustrazioni di Emiliano Properzi, Perdisa Pop (Bologna, 2011), pag. 184, euro 15.00.
mercoledì 23 febbraio 2011
IL LIBRO DI RENFIELD. La vera storia del discepolo di Dracula di Tim Lucas (Gargoyle Books)
Il libro - Nel suo celebre saggio The Annotated Dracula, Leonard Wolf - tra i massimi studiosi del personaggio e dell'opera stokeriana - scrive: «Con il suo brusco annuncio, Il Maestro è vicino, Renfield assume il ruolo di un anti-Giovanni Battista che proclama la nascita di un anti-Cristo», così come il Battista annunciava l'avvento di un Dio buono e misericordioso, Renfield annuncia l'imminente arrivo in Occidente, in primis nell'Inghilterra vittoriana, di un'entità straniera, portatrice di lutto e sciagura. Renfield appartiene dunque all'inquietante stirpe degli annunciatori, di coloro che danno l'allarme, che avvertono della prossimità di eventi sconvolgenti. Ed è proprio l'esaltazione di quest'importantissimo ufficio a costituire la fertile materia narrativa dai disarmanti risvolti del Libro di Renfield di Tim Lucas. La struttura dinamica del romanzo - formata, da un lato, dai diari privati dello psichiatra Seward e dall'altro dalle trascrizioni stenografiche dei racconti del paziente Renfield - agevola la messa a fuoco di molteplici prospettive, sfaccettature e dettagli, nonché il sedimentarsi di un tono incredibilmente realistico. Si ha, così, l'impressione di trovarsi dinnanzi a una sorta di documentario letterario in corso d'opera, attraverso cui il lettore viene direttamente immesso nella mente deformata di Renfield, comprendendo a pieno i motivi che lo hanno spinto a porsi come ambasciatore del Male. Lucas rende manifesto il tributo d'ispirazione a Dracula innestando nel suo romanzo stralci originali che evidenzia in grassetto. Questa vivida e costante interlocuzione con l'opera stokeriana attraverso la selezione di alcune sue parti ha l'effetto di enfatizzare particolari significati e atmosfere, altrimenti solo evocati. Lucas è, dunque, autore che non sfugge l'intertestualità, anzi la cerca, la esplicita, l'esalta. «Cosa fanno molti dei narratori migliori se non tracciare dei parallelismi», egli afferma. Il libro di Renfield è diventa, dunque, testo emblematico della validità di continuare ad attingere dalla storia, inclusa, la storia della letteratura, detentrice di un ruolo di primo piano nella decodifica del reale. Mostrando il suo debito di riconoscenza al Dracula stokeriano, Lucas ne sancisce, quindi, non solo la perdurante modernità, ma persino l'attualità. In tal senso può leggersi il collegamente con l'11 settembre - il Grande Lutto americano prima e occidentale poi - che lo scrittore attua verso la fine del suo romanzo inserendovi un articolo originale scritto all'indomani di Ground Zero dall'amico newyorkese Richard Harland Smith, il quale, per spiegare i sentimenti di devastante precarietà che attanagliano lui e i suoi concittadini, li paragona a quelli provati da alcuni personaggi dell'opera stokeriana verso il catastrofico infiltrarsi di Dracula nelle loro esistenze. Agendo da monito contro la seduzione del Male - un Male che spesso non si è in grado di riconoscere, né tanto meno di combattere e che forgia adepti, responsabili di delitti terribili compiuti in nome di una fede accecante qualsiasi razionalità - la parabola di Renfield seguita ad agganciarsi con le paure più profonde dell'uomo di oggi.
L'autore- Nato a Cincinnati (Ohio) nel 1956, Tim Lucas è un affermato critico cinematografico, curatore della pluripremiata rivista Video Watchdog, attiva da oltre venti anni, e storico collaboratore della sezione video del Mystfest di Cattolica, grazie al suo impegno è stato possibile conoscere pellicole altrimenti invisibili in Italia.
Oltre a varie attività come sceneggiatore, biografo e poeta, Lucas è autore di Mario Bava: All the Colors of the Dark (2007), considerato il saggio più approfondito ed esaustivo sul cinema del grande Maestro italiano dell'horror, premiato con l'International Horror Guild Award. Il libro di Renfield è il suo secondo romanzo dopo Throat Sprockets (1994), ispirato a un graphic novel.
Dal Libro di Renfield - “Immagino che voi, come me, conduciate una vita scissa, diciamo così, tra l'azione esterna e la contemplazione interna. Introspezione, così la chiamano. Io ho sempre prediletto l'introspezione all'azione, e ho passato gran parte della vita a guardarmi dentro. Dentro, amico mio, non c'è altro che un vuoto abissale. Il nostro scopo è riempirlo, non esplorarlo. Non spetta a noi vedere o capire l'opera di Dio. Le risposte alle nostre domande risiedono oltre i nostri limiti, assolutamente fuori dalla nostra portata.”
Dalla Nota finale "La follia e il corpo: le maschere di Renfield"- [.] il romanzo di Lucas, come chiarisce il suo sottotitolo - A gospel of Dracula - è un vangelo, un cammino di avvicinamento al Dio Oscuro, in cui la comunione è rappresentata dal cibarsi della carne e del sangue delle vittime, con un chiaro riferimento ai sacrifici precristiani. [.] Renfield ci lascia intuire "un mondo in cui esiste il male" : il mondo moderno; non perché il male non esistesse prima, ma perché il "secolo breve" ce ne ha concesso la consapevolezza. [.] Il problema svelato dall'esistenza di Dracula è dunque la scissione del mondo, o meglio la perdita dell'innocenza ottocentesca [.] Dracula però è anche uno dei modi con cui il vittorianesimo si sfalda, dando un nome alla resistenza/ribellione nei confronti dell'imperante positivismo. Il finale del romanzo di Lucas, d'altronde, è, con ogni evidenza, un finale etico, in cui ci viene ricordato che ignorare la realtà del male è una delle strade del demonio.
IL LIBRO DI RENFIELD. La vera storia del discepolo di Dracula di Tim Lucas (Gargoyle Books). Traduzione di Elena Cecchini. Con una Nota finale di Alessandro Defilippi
Il libro del giorno: Aspetta primavera, Lucky di Flavio Santi (Edizioni Socrates)
"La notte è fatta per gli uomini che si svegliano di colpo nel cuore della notte. Così anch’io mi sveglio di colpo nell’oceano scuro e sterminato di questa notte. Un triangolo delle Ber mu da formato camera da letto due metri per tre. Soffoco, annaspo, cerco un’ancora di salvezza nel buio fitto delle tenebre, esposto ai gelidi monsoni del mio disorientamento. Mi sento uno struzzo, la testa sotto terra. Accanto a me c’è Giulia. Devo aver svegliato anche lei. Sento che borbotta qualcosa. «Cristo, ho fatto un sogno, un lungo sogno» le faccio, tremando ancora, la gola chiusa e una specie di brina sugli occhi. Cerco di raddrizzarmi. Per un attimo avverto una fitta alla schiena. Allora lei allunga una mano e accende la luce sul comodino. Un cono giallo canarino invade il suo spazio, illuminandole i capelli e parte del cuscino. Non riesco a vederle il viso, mi dà le spalle. Immagino che tenga gli occhi chiusi. «E che hai sognato?» gorgoglia ancora incredula e addormentata. «Ti va se te lo racconto?» le faccio di getto, come se in bocca avessi un tizzone ardente da sputare via prima possibile..".
Flavio Santi - (1973) vive in campagna alle porte di Pavia. Alterna l’attività di traduttore (Balzac, Celan, Gifford, Kelman, Stone, Smith ecc.) a quella di libero docente universitario. È autore di libri di poesia, tra cui Rimis te sachete (Marsilio, 2001), Il ragazzo X (Ed. Atelier, 2004), dei romanzi Diario di bordo della rosa (PeQuod, 1999) e L’eterna notte dei Bosconero (Rizzoli, 2006), della raccolta di racconti La guerra civile in Italia (Sartorio, 2008).
Suoi racconti, romanzi e poesie sono tradotti in numerose lingue.
martedì 22 febbraio 2011
Il libro del giorno: Topi di Gordon Reece (Giunti)
Tua di Claudia Piñeiro (Feltrinelli). Intervento di Elisabetta Liguori
Prendiamo una famiglia latina media, e forse non soltanto latina. Prendiamo una famiglia media. Una donna poco oltre i 40, non bella non brutta, casalinga frustata, dotata di madre tiranna capace di instillarle, anche da lontano, i soliti estenuanti sensi di colpa; un marito di successo ancora piacente; la sua amante adorante; una figlia adolescente, incompresa e incomprensibile, serrata perla nella sua ostrica di dolore. Prendiamo un matrimonio ventennale, comunicazione ridotta all’osso, sesso scarso e silente, solita routine: prendiamo una coppia come tante, insomma, e infiliamoci dentro un evento imprevisto. Un colpo di scena. Mescoliamo il tutto ed ecco “Tua”, romanzo di esordio di Claudia Piñeiro, classe 1960, drammaturga e romanziera, molto affermata in Sudamerica, appena edito in Italia da Feltrinelli. Un thriller ben orchestrato, con scenari che si trasformano vorticosamente fino ad un finale inevitabile. Difficile da credere, ma la forza di questo romanzo sta proprio nella consuetudine, oserei direi nella banalità dei gesti, nell’ovvietà del plot, sviluppato attraverso un lessico immediato. L’autrice narra in prima persona, guarda dritta in telecamera: prese dirette, campi corti, stacchi repentini, e tutto accade esattamente come potrebbe accadere nella vita reale di ciascuno di noi. Leggendo nulla ci disorienta, eppure tutto ci sorprende, anche questa sorta di vivisezione del cuore e delle sue manifestazioni formali e sociali. Come diceva Flannery O’Connor, per il male basta la realtà, non c’è bisogno della letteratura. Il male per Claudia Pinero ha, dunque, il colore e la consistenza collosa di un rossetto. È letteratura quasi senza volerlo essere. La storia, infatti, è sintetizzabile in poche battute: Inés, moglie devota, sospetta che Ernesto la tradisca; ne ha la conferma trovando per caso nella sua borsa da lavoro un messaggio firmato col rossetto. “Tua” è il codice condiviso dai due amanti. “Tua” è il nome del dolore di Inés, quindi, al quale la donna sceglie di reagire con tutta la dignità della quale è capace. Seguendo il marito, la sera stessa lo trova che discute con l’amante in una zona appartata della città. Dopo un’accesa discussione “Tua” viene spintonata da Ernesto e cade, battendo fatalmente e violentemente la testa su un sasso. Il morto c’è, quindi, come in tutte le storie simili; quello che invece manca è il reato. Ernesto sembra innocente. O almeno è questo ciò che Inés vuol credere. Ciò che una donna come lei deve poter credere per sopravvivere. All’inizio la donna decide di non condividere con nessuno questa scoperta, né con il fedifrago né con la figlia, e costruisce una strategia di difesa solitaria. Da qui prende il via il thriller psicologico, in cui tutto vorrebbe essere diverso da quello che sembra, mentre invece è esattamente come deve essere. Anche la tragedia che vive parallelamente la figlia dei due coniugi è un dramma estremamente comune, uno dei quali oggi sono pieni i consultori. Potrebbe accadere a me, a te, potrebbe accadere a chiunque, anche domani stesso. Quello che sembra un triangolo, infatti, è figura solida ben più complicata, ma nota. Stella a più punte, che coinvolge mogli, amanti, figli, sconosciuti, con una ironia ed una comicità tragica che coinvolge il lettore fin nel midollo. Imponendo allo stesso un’immedesimazione tanto obbligata quanto piacevole.
lunedì 21 febbraio 2011
Il libro del giorno: Mammut di Antonio Pennacchi (Mondadori)
Warszawa di Fabio Elia (Edizioni La Gru). Intervento di Paolo Merenda
Warszawa è un romanzo strano. Così strano, forse, da non poter essere nemmeno definito romanzo. Una storia la cui trama è semplice: Felix, un polacco, che insegue Felix, un turco, per ucciderlo, nonostante i due non si conoscano e non ci sia reale motivo per l’astio che l’uno prova per l’altro. Descritto così, potrebbe non attrarre il lettore, che invece, una volta aperto il libro e iniziata la lettura, si trova immerso nella storia, ironica, cinica e dai personaggi apparentemente senza senso. Ma proprio questa mancanza di punti cardine apre un mondo completamente nuovo. Dalle forze dell’ordine, che servono la legge in maniera del tutto originale, ai vari personaggi con cui i due Felix interagiscono. Un festival del nonsense, nel quale fa capolino più volte la città di Varsavia, forse la vera protagonista, con i suoi monumenti, le sue costruzioni, le piazze, e la popolazione. Gli abitanti della capitale polacca infatti sono parte della città e della trama, assorbiti dalla loro vita ma che si lasciano prendere dai due Felix. Come Kapustka, ossessiva cassiera del Carrefour-Rapido, che di rapido non ha nulla, la cui vita cambia nel momento in cui incontra l’aspirante omicida e il fuggiasco. Fino ad allora, la sua esistenza era stata scandita dai bip-bip delle compere. Una vita a emozionarsi grazie solo alla verdura che vede passare dalla sua postazione alla cassa e che da quel momento, gradualmente, cambia. Allo stesso modo cambia l’occhio del lettore, quando, col passare delle pagine, trovano spazio le digressioni e i pensieri dell’autore “onniscente senza i” e coglie qualche particolare della storia della città, come è uscita dalla guerra, dai bombardamenti, provata, segnata in maniera indelebile, ma capace di rialzarsi. Come per un condannato a morte, che deve scontare la sua pena in uno stato di salute ottimale, così il Felix polacco, l’aguzzino, aiuta il Felix turco, la preda, quando capisce che sta per perdere le forze. Un incontro, il loro, nel quale si spalleggiano, mangiano l’immancabile kebab, e con la potenziale vittima che, in altri frangenti, fa in modo di non farsi prendere, ma restando vicino all’inseguitore, in modo da non terminare la caccia all’uomo. Tutto prima del finale in crescendo, una danza bizzarra con Kapustka che decide di vivere appieno la sua vita, il folle personaggio di Arunas, aspirante sindaco e padre del Felix polacco, e i due protagonisti alle prese con l’ultima corsa. Un romanzo che lascia, a lettura conclusa, sì il buonumore, ma anche numerosi, e validi, spunti di riflessione.
domenica 20 febbraio 2011
Il libro del giorno: Il cuore del regno di Arturo Paoli (Dissensi edizioni/Edizioni Creativa)
I suoi libri e la sua opera a fianco degli ultimi del sud del mondo ne fanno una delle figure (anche se critica) della Chiesa più amate degli ultimi decenni. Da sempre si batte con coerenza per un cristianesimo più autentico e vicino al vero messaggio di Gesù.
Abbiamo costruito e seguiamo un cristianesimo individualista. Tante persone, per fortuna, ora sempre in meno, sono ossessionate dal pensiero di salvarsi l’anima, mentre si continuano ad esportare guerre, a rapinare i beni delle nazioni povere. (…) In questo modo si è spento il messaggio reale di Cristo che è quello di trasformare in modo concreto la realtà attraverso progetti politici guidati dal vero bene.
Introduzione di Gianluca Ferrara
Vivere con frequenza di Paolo Lunghi (Ibiskos-Ulivieri)
Dopo la pubblicazione di “Via Etere” e dopo l’uscita del “RadioLibro”, Lunghi torna in libreria con un nuovo libro che racconta la Radio attraverso i dialoghi di coloro che c’erano, visto con l’occhio dei personaggi che hanno vissuto la storia delle Radio Libere. Una storia dei nostri giorni, le molte facce della stessa medaglia che ha caratterizzato il nostro passato, il presente e che condiziona il futuro di tutti noi. Passaggi fondamentali attraverso il "tempo", il nostro "tempo", quello che abbiamo alle spalle e quello che ci resta da "vivere... con frequenza ".
Tappe importanti vissute attraverso i protagonisti del vecchio e del nuovo secolo, passando dalla Radio, dalla Musica, dai grandi Concerti, dai Film, dai dubbi e dalle speranze della nostra Storia personale.
Un’analisi sulle dinamiche dell’informazione e sulle logiche mediatiche, raccontate attraverso i dialoghi dei protagonisti e dei fatti realmente accaduti, che hanno determinato cambiamenti epocali e storici.
Un libro edito da Ibiskos-Ulivieri che già da oggi può vantare la vincita dell’Oscar della Radio 2010, prestigioso premio nazionale organizzato da Tonino Luppino nel comune di Vibonati.
Il libro vede oltretutto la preziosa partecipazione, con pezzi scritti di pugno, di molti personaggi noti del modo della comunicazione che, ognuno per il proprio ruolo, ha condiviso e vissuto la storia raccontata quali: Carlo Conti, Marco Baldini, Marco Liorni, Dario Ballantini, Cristiano Militello, i cantanti: Marco Masini, Leee John, Ronnie Jones, Belen Thomas, Ryan Paris, Laura Luca, il giornalista Antonio Mancini, la giornalista e On. Tana de Zulueta, oltre ad Annalisa Marconcini, il prof. Cristiano Mazzanti, l’ing. Marco Lastri, l’assessore alla cultura Eleonora Caponi e la dirigente scolastica Rossana Ragionieri, che ha redatto l’introduzione.
Un viaggio nell’etere, con la musica, la creazione dei format anche attraverso i messaggi racchiusi nelle canzoni, i rapporti d’identificazione con i personaggi della radio, i film, i grandi concerti che hanno caratterizzato il nostro tempo, partendo dalla Sicilia facendo tappa in Toscana e passando attraverso molte città e paesi quali: Livorno, Firenze, Sapri, Empoli, Napoli, Roma, Venezia etc… per concludersi a Londra al mitico concerto dei Pink Floyd del 6-8-88 e poi con l’estrema espressione del concetto di normalità nelle sue molteplici e soggettive facce, anche in ambito religioso e sessuale, a Brighton città cara all’autore, sul prato del Royal Pavillion,
Un libro ricco di domande e forse risposte, che attraversano il "tempo" e che incidono sul nostro modo di vivere e giudicare, insomma una profonda storia dei nostri giorni che vale veramente la pena di “vivere”, cercando di non essere la persona sbagliata nel posto sbagliato.
Un libro pubblicato grazie al supporto di REA Radiotelevisioni Europee Associate ed Assoartisti/Confesercenti, e al contributo dell’Avis, e i Fornai Pasticcioni.
sabato 19 febbraio 2011
Il libro del giorno: I 99 giorni che travolsero il Cavaliere di Philip M. Godgift (Fazi editore)
Protagonisti del romanzo/saggio di Godgift sono i principali politici italiani che si muovono, parlano e agiscono in maniera più che realistica durante i 99 giorni che portano alla caduta del Cavaliere. Attentati, sesso, violenza, lusinghe, ricatti, pedofilia e congreghe occulte si intrecciano sullo sfondo cabalistico della lotta politica in vista delle nuove elezioni che devono decidere le sorti dell’Italia. Sembra tutta fantasia, si tratta invece di uno scenario verosimile, per non dire del tutto veritiero nell’immediato futuro: con un tono grottesco e a tratti esilarante, l’autore costruisce una campagna elettorale insanguinata e costellata di finti dossier, una svolta autoritaria che spingerà il Presidente Napolitano ad abbandonare il Quirinale e a candidarsi premier per il centrosinistra.
L’autore, Philip M. Godgift, si presenta come un giornalista italoamericano che, inviato a Roma per un’inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa, si ritrova ad assistere ai 99 giorni che portano alla caduta del Cavaliere. Su consiglio di un amico italiano ha pubblicato questo suo diario in cui ha annotato, giorno dopo giorno, senza ipocrisie e ambiguità, le impressioni ricavate dall’osservatorio privilegiato della sala stampa estera.
È stato però insinuato che Philip M. Godgift non sia un inviato straniero, ma che si tratti del nom de plume di due noti giornalisti dei maggiori quotidiani italiani che hanno dovuto indossare i panni esteri per non incorrere nelle ire dei rispettivi editori e dei loro amici variamente sbeffeggiati.
Tocca al lettore scoprire la reale identità dell’autore, aggirandosi tra i mille indizi seminati in questo romanzo che aderisce come uno spiritoso rebus alla storia politica di un’Italia già ricca di misteri irrisolti.
Basta poco di Antonio Galdo (Einaudi)
“Lo spreco è stato il motore truccato di un capitalismo senza anima. Ma la grande crisi ci costringe a cambiare. Che fare? Basta poco per una nuova vita, ma può valere molto.” Basta poco per cambiare il mondo, passo dopo passo. E basta poco a chi vuole vivere bene, felice e senza sprechi. Dopo Non sprecare, Antonio Galdo ritorna sul necessario (e possibile) cambiamento del nostro modello di consumo e di sviluppo, raccontando le grandi idee che potrebbero salvare il pianeta, ma anche i comportamenti quotidiani che migliorano il mondo intorno a noi. Se la crisi globale rischia di rendere tutti più poveri, forse vale la pena di riscoprire la sobrietà; se l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali sta minacciando il nostro futuro, forse bisogna capire che si può vivere meglio con meno; se le nostre giornate sono assediate dal lavoro, dal traffico, dallo stress, forse si può tornare a un rapporto più equilibrato con il tempo e lo spazio che ci circonda. Come possiamo liberarci dalla dipendenza del petrolio? Come possiamo utilizzare meglio gli strumenti tecnologici che abbiamo, senza farcene dominare? Come tornare al piacere della normalità, senza finire nell’ossessione della decrescita? Un libro di storie da tutto il mondo, alla frontiera dell’innovazione, ma anche della dimensione individuale delle nostre scelte quotidiane.
Antonio Galdo, giornalista e scrittore, ha pubblicato per Einaudi Fabbriche, il romanzo della fabbrica italiana. Per molti anni si è occupato nei suoi libri degli sprechi, denunciando fatti e misfatti della vita pubblica, da Ospedale Italia a Guai a chi li tocca fino a Saranno potenti? In Non sprecare (Einaudi, 2008) ci racconta lo spreco peggiore: quello che ognuno di noi coltiva nell’indifferenza e nell’egoismo. E ci porta a scoprire uomini e donne straordinari: quelli che non sprecano. Nel 2011 ritorna con Basta poco raccontando le grandi idee che potrebbero salvare il pianeta, ma anche i comportamenti quotidiani che migliorano il mondo intorno a noi.
venerdì 18 febbraio 2011
Il libro del giorno: Una forma di vita di Amélie Nothomb (Voland)
La città di Adamo di Giorgio Nisini (Fazi editore)
Dopo La demolizione del Mammut, vincitore nel 2010 del Premio Corrado Alvaro Opera Prima, finalista al Premio Tondelli 2009, Giorgio Nisini esce con il nuovo e atteso romanzo, un “giallo morale e esistenziale” (Massimo Onofri), che si propone, grazie alla messa in scena di un conflitto all’apparenza insanabile tra dato razionale e intuitivo, come punto di partenza per un “realismo metafisico” italiano. Una storia sui limiti della conoscenza, sulla difficoltà di separare il bene dal male. La città di Adamo è il romanzo che Fazi Editore candida alla 65° edizione del Premio Strega. Marcello Vinciguerra è un imprenditore agricolo di successo. La sua azienda, ereditata dal padre, è una tra le più importanti d’Italia. Ha una bella moglie, Ludovica, donna sofisticata e complessa, proprietaria di un negozio di arredamento e amante del lusso e del design, vive in una bella casa, conduce una vita – almeno in apparenza – piena di sicurezze. Una sera, però, un servizio televisivo dedicato a un potente boss della camorra fa riaffiorare nella sua memoria un ricordo dell’infanzia. E con il ricordo il dubbio. Quel boss era lo stesso uomo che lui e suo padre incontrarono, tanti anni prima, in mezzo a strani edifici a forma di cilindro? Chi era davvero suo padre? E quale ombra si nasconde nel passato della sua famiglia? L’inquieto affollarsi di queste domande spingono Marcello a una ricerca ossessiva della verità, che in una crescente spirale di avvenimenti – tra cui la scoperta di una misteriosa fotografia risalente ai primi anni Cinquanta e un breve viaggio in un’immaginaria cittadella camorrista – lo porterà a scontrarsi con un mondo inafferrabile e ambiguo, in cui tutti possono essere onesti o collusi, corrotti o corruttori.
Giorgio Nisini è nato a Viterbo nel 1974. Studioso di cinema e letteratura, insegna Sociologia della letteratura all'Università di Roma "La Sapienza”. Il suo primo romanzo, La demolizione del Mammut (Perrone, 2008), ha vinto il Premio Corrado Alvaro Opera Prima ed è arrivato tra i cinque finalisti del Premio Tondelli.
giovedì 17 febbraio 2011
Il libro del giorno: Il futuro bruciato di Stefano Montanari (Dissensi edizioni)
Un viaggio affascinante in quella pallina blu tanto piccola per l’Universo e tanto grande per noi che è il pianeta Terra. L’Uomo ci abita da due milioni di anni e per tre quarti di questo tempo è vissuto come qualsiasi altro animale. Poi… Poi un gigante cugino di Giove gli ha regalato il fuoco e da lì l’Uomo ha cominciato, prima lentamente, e via via a velocità crescente, a cambiare se stesso e l’ambiente. In bene o in male? In maniera snella e divertente, Montanari ci fa da guida nella visita ad un pianeta che forse non conosciamo del tutto, spiegandoci in termini semplici quali sono le leggi della Natura da cui non si può sfuggire, quali sono le conseguenze dell’essere l’unico animale che produce rifiuti e che spreme energia, che cosa sono le polveri sottili di cui tanto si parla e di cui poco si sa… Insomma, un libro facile che chiarisce le idee su argomenti universali diventati di stretta attualità per i problemi planetari ora improvvisamente, e quasi a sorpresa, sotto gli occhi di tutti ma che sarebbero stati facilmente pronosticabili semplicemente applicando le conoscenze scientifiche acquisite da tempo. E, allora, sulla scorta di ciò che sappiamo ora vediamo di pronosticare il futuro. Bello o brutto dipende solo da noi.
Illustrazioni di Vilfred Moneta
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
Cerca nel blog
Nightcrawler: Il Diavolo Blu degli X-Men
PUBBLICITA' / ADVERTISING Chi non ha mai ammirato le acrobazie e il teleporto di Nightcrawler, il diavolo blu degli X-Men? Con la sua ...
-
VIII Edizione de Le mani e l'ascolto a cura di Mauro Marino e Piero Rapanà Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 8, Lecce Show case di ...