Nel suo ultimo romanzo, “ La Vita oscena” Einaudi 2010, Aldo Nove, scrittore di culto ritornato al pieno splendore, ci porge a piene mani poesia e pornografia. due realtà identicamente proibite, crudeli, sconfinate. Siamo di fronte ad una autobiografia, questo va detto subito, perché ciò che osceno può esserlo solo se oltre che raccontato è anche vissuto. Oscena è anzitutto la pelle, infatti, a volte dopo lo diventa anche la parola che la descrive. Si tratta comunque di una biografia romanzata, in cui, nonostante il fuoco dell’esperienza, sopravvive l’artificio narrativo. Qui la lucidità sconcertante e arsa di un Fante della seconda ora si mescola alla perfezione di un Salinger trafitto e sconcio. Le storie vengono da un luogo in cui siamo già stati, ma quel luogo resta un’invenzione. Se ciò che si sceglie di raccontare non può essere verità, può però essere sincerità. Il fuoco di Nove, riprodotto in una fiammata sin dalla copertina, attraversa tutta la vicenda ed è sincero. Rimasto precocemente orfano di entrambi genitori, il protagonista scopre la solitudine. Uno stridente rumore di ossa, spiega l’autore, qualcosa di netto e tangibile. Non ancora morte o follia, ma quasi. Vive stabilmente da solo, infatti, salvo la presenza di una zia che gli fa da mangiare, fino a quando, a causa di un maldestro tentativo per aprire una bombola a gas, fa saltare in aria la casa e tutto ciò che contiene. Salvo per miracolo, finisce in ospedale. Qui scopre un’umanità grottesca e tutti i suoi oggetti. Soprattutto quelli più umili, come la bottiglia di plastica, imitazione della più nobile Coca cola, che svetta sul suo comodino. Ne scopre la pietas materiale, il portato povero di felicità mercantile, al quale tutti gli uomini aspirano come forma di sollievo. Fuori da quell’ospedale non c’è altro. È così che arriva l’idea della morte: per privazione. Aldo Nove. protagonista/scrittore tenta di imitare la morte del poeta Trakl, servendosi di una dose inimmaginabile di cocaina e perdendosi in una uguale quantità di giornali porno. Li divora e ne è divorato, precipitando in una dimensione brevissima e infuocata di sesso perverso e violento. Inserzioni sui giornali, uomini, donne, stanze, letti, corpi, coiti e sodomìe, membra umide, confuse e confondenti, strade sconosciute. Il sesso diventa elencazione di orrori estatici. Questo apprendistato al dolore ha la levità lirica e la precisione di un’incisione chirurgica nella carne viva. Precipitando vertiginosamente, passa attraverso quattro fasi distinte: la tragedia, la sorpresa, la comicità e l’oscenità. In ultimo brucia in una fiammata purificatrice. C'era stato un tempo in cui, attraverso la droga si cercavano esperienze mistiche. Lsd, eroina, hashish, servivano a scoprirne nuovi universi. Oggi la cocaina pare essere diventata la droga dell’adeguamento, della socialità. Benché oggi gli operai in fabbrica ne facciano uso per incrementare gli straordinari, nel romanzo di Nove rappresenta, in una visione più anni ottanta, l’ultimo fuoco nel quale ardere come carta. Per non essere parte di sé. Per non appartenersi più. Del resto è lo stesso autore, in molte interviste, ad affermare che l’uomo per tutta la vita, non fa altro che tentare di soffocare i propri fantasmi. Il fantasma dell'altro, lo straniero, soprattutto, salvo poi scoprire che quel fantasma non è che un riflesso in uno specchio.
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lunedì 24 gennaio 2011
domenica 23 gennaio 2011
Il libro del giorno: La genesi. Il diario del vampiro di Lisa J. Smith (Newton Compton)
Anne Frank, la biografia ufficiale a fumetti” di Sid Jacobson e Ernie Colòn (Rizzoli Lizard)
Devo ammettere che nonostante qualche brano letto distrattamente lungo il mio personale percorso formativo (ed invero solo per dovere) non ricordavo proprio nulla del “Diario” di Anna Frank. E’ stata una lettura che ho chiuso in “tarda” età e ho avuto l’opportunità di cogliere la portata reale dei significati e della forza di un libro come questo nell’edizione voluta da Einaudi e curata da F. Sessi che presenta tre diverse versioni del diario di Anna Frank, attraverso uno scandaglio ermeneutico delle diverse stesure, con tanto di correzioni, cancellature, editing e censure del padre dell'autrice. Un’edizione splendida anche perché sono presenti plurimi saggi al suo interno dei curatori olandesi che ricostruiscono anche la storia della famiglia Frank e le vicende burrascose del diario. In una parola un lavoro editoriale fondamentale per comprendere il vero volto di un triste destino. Ora La pop Rizzoli Lizard pubblica lo splendido lavoro di Sid Jacobson e Ernie Colón dal titolo Anne Frank La biografia ufficiale a fumetti con la prefazione del magistrale Sergio Luzzatto
Si tratta di un uscita (start/up per il Giorno della Memoria e per il cinquantesimo anniversario dell’apertura al pubblico della casa di Anne Frank) che assume i contorni del “mitologico”: E per raccontare un micro-frammento di una destinalità che continua nella Storia ad essere un punto di riferimento per quanti vogliono “non scordare” gli orrori nazisti, si parte da un efficacissimo fumetto, che racconta la storia di Anne, partendo dai ritratti di famiglia, dalla vita dei genitori Edith e Otto ai primi anni di Anne, dai mefitici albori del nazismo alla fuga dei Frank ad Amsterdam, dagli anni passati nel nascondiglio segreto, all’arresto, alla deportazione sino all’epilogo doloroso. Imperdibile!
SID JACOBSON (testi) e ERNIE COLÓN (disegni) hanno già pubblicato, in coppia, 9/11 Report: A Graphic Adaptation, bestseller sulla cronaca e gli sconvolgimenti provocati negli Stati Uniti dalla minaccia del terrorismo, e Che: A Graphic Biography, biografia a fumetti di Ernesto Che Guevara.
sabato 22 gennaio 2011
Il libro del giorno: La divisione della gioia di Italo Testa (Transeuropa)
In un’atmosfera di erotismo conturbante, sospesa tra le note dissonanti dei Joy Division e la metafisica silenziosa dei quadri di Hopper, questa raccolta si sviluppa come un poema d’amore di lacerante intensità e bellezza, in cui voci maschili e femminili si richiamano, si scontrano, si cancellano, si confondono. Un dialogo incessante, in cui si alternano tenerezza e abbandono, rapimento e paura della perdita, e che si dirama come il delta del fiume su cui i personaggi si muovono, si lasciano, si ritrovano, tra sfondi naturali e paesaggi post-industriali che ricordano il Deserto rosso di Antonioni. Dialogo teatrale o romanzo in versi? A qualunque luogo appartenga, questo libro batte e ribatte senza sosta, con un ritmo fermo e implacabile, la materia dei giorni, la storia di uno e l’ansia di tutti, il canto che silenziosamente accompagna la divisione del dolore e della gioia.
che ritmano i grani dell’asfalto
hai visto il segno certo, il richiamo
ribattuto da ogni nostro passo,
o in una vetrina, controluce
hai scorto sul ripiano le pose,
le ossa spigolose del suo corpo
segnarti senza più un riparo,
come il giorno che stesa sul letto
ti sei girata, tranquilla, e hai visto
le grate che spartivano il vetro,
e alzandoti di scatto hai detto
che non sarebbe successo niente,
che tutto era ancora intatto
e mentre ti guardavo in silenzio
sei sparita nell’angolo cieco:
allora ho visto che nulla torna,
che la fragilità ci insidia
dall’interno, dentro le giunture,
s’insinua nelle vene, riveste
la piega opaca dei discorsi,
allora, chiamandoti in disparte
a fianco del letto avrei atteso,
la pelle a toccare il marmo freddo,
che tutto fosse tornato a posto,
il braccio nascosto tra le gambe,
la luce sulle mie cosce nude,
la mano a coprirti il pube:»
“Monologo di Alda Merini”, 13 Luglio 2008. A cura di Carmen Togni
“Il 13 luglio 2008, domenica, ero a casa di Alda Merini. D’improvviso ella prese il registratore che avevo in mano e cominciò a parlare… Fu un monologo tutto d’un fiato… Ve lo propongo affinché, nel rispetto della sua figura possiate, voi che leggete, commentare e magari trarre conclusioni che possano portare un arricchimento personale a me oltre che a voi, ed una maggiore conoscenza di questa poetessa eccezionale. Ho chiesto il parere di Flavia su questa postazione, la quale si è detta d’accordo di proporla… Grazie amici, anche a nome di Alda che ha voluto attraverso queste parole lasciare un ulteriore messaggio a quanti la amano…” Carmen Togni (riproposto con il permesso di Flavia Carniti)
Riporto intanto quanto scritto da Luciano Pagano su Musicaos a proposito di questo evento scritturale: "Carmen Togni, che ci ha dato la possibilità di estendere ai lettori di Musicaos.it questo monologo registrato il 13 luglio del 2008 è autrice di diversi libri, l’ultimo dei quali, edito di recente, si intitola proprio “Il sogno di Alda” (Edizioni Del Poggio, 2010). La ringraziamo per averci fatto conoscere questo ‘frammento’ di vita di questa grande poetessa.
“Dopo aver saputo della morte di Alda Merini, sono rimasta in silenzio per tutti i giorni seguenti leggendo e meditando tutto ciò che veniva riportato sulla stampa e mediante internet. Il venerdì successivo, in mattinata, la mia mano, guidata da non so quale input, ha cominciato a scrivere. Le parole sono uscite spontaneamente. Alla fine, quando misi il titolo ‘Canto ultimo per Alda Merini’, la mia mano tremava… L’impressione era che quelle parole me le avesse dettate lei mentre stava continuando il suo viaggio da pochi giorni intrapreso…” (C. Togni)
venerdì 21 gennaio 2011
Il libro del giorno: L'energia del vuoto di Bruno Arpaia (Guanda)
Storie da Città di Solitudine e dal Km 76 di Giovanni Sicuranza (Youcanprint). Un estratto dall'opera
mai conosciuta e di una figlia mai nata, seduti. In ascolto. E all’improvviso, con un singulto di note spezzate, il violino smette di eseguire il Capriccio lento in sol minore di Niccolò Paganini e si affloscia trascinato al suolo dalla caduta del braccio. Il maestro Camillo Fadore, professore di musica in pensione, apre gli occhi, piano, come gli accade sempre in questi casi. Davanti a lui, una porta incrostata di bianco è chiusa su una parete spoglia, dove solo la grafia del gatto randagio del palazzo ha lasciato tracce di vita. La musica riempie l’animo, Camillo Fadore, non le case." (tratto dal racconto Il Violinista)
In una notte sospesa nei nostri tempi, il custode del cimitero di Fine Viaggio termina il suo percorso terreno adagiato tra le dimore dei defunti del paese. Ha una storia che riguarda ognuno di loro, appresa osservando giorno dopo giorno le foto sulle lapidi. Follie,tragedie,amori intensi e malati. I racconti si sviluppano intrecciandosi durante la lucida agonia dell'uomo. Fino all'epilogo, un segreto di morte che riguarda proprio il custode. E dopo la sua morte, al Km 76, che segna il punto in cui la statale lambisce Fine Viaggio, un nuovo tipo di culto dei defunti avrà inizio.
giovedì 20 gennaio 2011
Il libro del giorno: Un sacco di ingiustizie di Giorgio A. Pisano (Edizioni Creativa)
Kinduku, amicizia, unione, fusione di idee, sensazioni, pensieri, riflessioni dinamiche scaturite dall’Africa e che dall’Africa stessa si diramano. Vademecum sincero, figlio di un’esperienza magica in una terra martoriata che cerca di raccontare se stessa con l’inchiostro del cuore di chi ha toccato la gioia e la sofferenza dell’incontro. Umanità da scoprire, martoriata sul baratro del neocolonialismo e ansiosa di una speranza rigeneratrice, alimentata dalla Parola che si incarna ogni giorno, pronta a varcare i confini su un mare di indifferenza e pronta bussare alle porte delle nostre coscienze.
Il ricavato della vendita del libro sarà interamente devoluto alla Fondazione Sasa, per la costruzione di un salone ''Agorà - Kinvuka'' (= piazza, luogo d'incontro - = gioia di stare insieme), a Kikwit 4 nella R.D. del Congo a favore dei ragazzi e dei giovani, per la loro informazione (cause della povertà, neocolonialismo, sfruttamento dei paesi del Nord del mondo etc.), formazione umana e cristiana e cultura.
Besa editrice a D/Battiti a cura di ACMElab
BESA nasce con l'attenzione rivolta a quegli ambiti letterari che sono da sempre stati penalizzati dal grande circuito editoriale: il travaglio dei Balcani, il crogiolo multietnico del Mediterraneo, la solarità transnazionale del mondo ispanico dall'Europa alle Americhe. Punti di riferimento di un progetto che intende volgere in lingua italiana le produzioni culturali scaturite da questi grandi bacini di idee, di creatività e d'arte. A queste letterature in continuo divenire che invocano - tanta è la loro fertilità - una riscoperta permanente o, forse, la riscoperta, Besa dedica gran parte delle sue collane, consapevole che proprio da questo universo in attivo fermento proviene il meglio delle scritture contemporanee. La casa editrice si propone, altresì, di valorizzare quelle aree di scrittura della narrativa italiana analogamente ignorate dal pubblico: proposte letterarie innovative e sovente alternative alle scuole consolidate, incluse quelle che si presentano come sperimentali o d'avanguardia. La produzione di Besa è orientata verso un rigoroso rispetto del pubblico: le opere straniere sono tutte tradotte dalle lingue originali per far sì che il lettore italiano fruisca nel modo più diretto dei valori espressivi anche di testi provenienti dalle aree linguistiche meno frequentate. Con la propria attività Besa intende stimolare dibattiti ed iniziative nel campo della scrittura: un contesto che in nome delle nuove tecnologie è considerato quasi in via d'estinzione, mentre è molto probabile che debba ancora conoscere vaste e gratificanti affermazioni, proprio in virtù e con l'ausilio della stessa tecnologia. "D/battiti - fra le righe" è una rubrica letteraria prodotta da ACMElab e curata da Stefano Donno. Novità, curiosità e recensioni dal mondo letterario. Ospite della quinta puntata è Livio Muci di Besa Editrice che presenterà le ultime novità prodotte dalla casa editrice tra cui "La Cerva" di Daniela Palmieri. www.acmelab.it
mercoledì 19 gennaio 2011
Il libro del giorno: India mon amour di Dominique Lapierre (Il Saggiatore)
L'istinto del pane di Annalisa Fantini (LAB di Giulio Perrone editore)
Abbiamo avuto già il piacere di apprezzare il precedente lavoro di quest’autrice con il suo “L’innocenza indecente” (Il Filo) dove si raccontano sedici storie di donne che vivono al margine dell’esistenza, narrazioni che sono lontane nel tempo e nello spazio legate alcune a vicende gestite in prima persona da Annalisa Fantini come giornalista, altre frutto di pura invenzione. Comunque lavoro dedicato alle donne che riscoprono l’importanza del “ritrovarsi” solidalmente quando tutto sembra perduto. Ora per i tipi di Lab di Giulio Perrone editore, nella collana Gli Ulivi diretta da Teresa Romano, esce un nuovo interessante lavoro di Annalisa Fantini dal titolo “L’istinto del pane”. Interessante perché parla di guerra, parla di orrori e atrocità, di dolori che solo la guerra è in grado di procurare. Un libro la cui originalità sta nell’aver però dato voce, corpo e fiato a quelle vite che non hanno mai impugnato un fucile, o non hanno mai diretto operazioni militari, o non hanno mai governato uno stato in tempo di conflitto bellico. E’ il b/side della guerra, quello delle vittime innocenti e della gente comune, forse più autentico, più veritiero perché nessun libro di storia ne darà mai conto.
– Abbiamo detto mai più all’odio, al genocidio, alla violenza… lavoro per migliorare la condizione di questa gente – dice Emilio a Marcello,mentre tra lui e Carolina si accende la fiamma dell’amore, ballando in una notte d’estate piena di stelle e di speranze. Wojtek Pankiewicz
Quest’autrice è brava, di grande talento, perché è in grado di coniugare nella sua scrittura leggerezza, delicatezza e rigore tanto da conferire ad ogni suo libro un’impronta unica che spinge a il lettore a diventare un suo “aficionados”. Assolutamente consigliato!
martedì 18 gennaio 2011
Il libro del giorno: RIAPRIRE LA PARTITA di Nichi Vendola (Ponte alle Grazie)
Attraverso le parole di Nichi Vendola e quelle del manifesto, proposte nel congresso fondativo di Sinistra ecologia libertà, riemerge l’urgenza di una nuova politica per un’alternativa di società, per restituire senso ad un grande percorso di liberazione: del lavoro, dell’ambiente, dei saperi, ma anche delle parole e degli affetti. Una presenza inedita nel panorama politico contemporaneo, un libro ricco e pieno di suggestioni, una «narrazione» del cambiamento ripartendo dai vissuti, dalle speranze, dalle idee di uomini e donne che non hanno smesso di sognare la concretezza di «un’Italia migliore».
Esplorare i propri abissi per ricominciare a vivere, uomini alla ricerca dell'equilibrio degli squali. Intervento di Roberto Martalò
La ricerca di un equilibrio e di un ordine è un'aspirazione caratteristica degli uomini o è uno scopo etologicamente legittimo al quale tutti gli animali tendono? La solitudine, la depressione, la paura di vivere e morire non sembrano condizioni esclusive dell'essere umano ma appartengono anche ad altre specie. Collocato nella collana Elefanti Bestseller della Garzanti, L'equilibrio degli squali di Caterina Bonvicini affronta questi temi con originalità, mettendo in parallelo i comportamenti dei suoi protagonisti con quelli degli squali, che grazie alla pinna caudale trovano la loro stabilità. Sofia Ballarò, giovane pittrice e fotografa, conosce la malattia della depressione: sua madre si è suicidata lanciandosi da un balcone, il suo ex marito Nicola soffre costantemente di crisi e paranoie che lo inducono a desiderare di togliersi la vita. Lontano dal padre, in giro per il mondo per studiare gli squali, e ottenuto il divorzio, Sofia prova a ricostruirsi una vita senza un punto di riferimento vicino: così conosce Arturo, consulente finanziario instabile e preda di crisi di ansia, e Marcello, regista sposato e debole per vocazione e convenienza. Alla ricerca perenne di un equilibrio personale e sentimentale e ossessionata dall'ordine, l'artista riscoprirà chi era sua madre attraverso delle lettere che non aveva mai voluto leggere e che la porteranno a immedesimarsi fino al desiderio di annientarsi. L'autrice ci dimostra con un linguaggio ironico e arguto che tutti hanno i propri demoni da affrontare e abissi da esplorare per poter avere consapevolezza di sé e godere di una felicità che non sia solo una corazza contro l'angoscia. Un romanzo teso e smisuratamente irrequieto che vuole far luce sugli uomini, sui rapporti tra le persone e su certi comportamenti “mostruosi” che ci accomunano molto ai pescecani, tanto misteriosi quanto affascinanti.
L'equilibrio degli squali di Caterina Bonvicini
Garzanti Libri, 237 pag, 9,90€
lunedì 17 gennaio 2011
Il libro del giorno: Diario Sincronico 2010-2013 di Paola Sani e Giovanna Battistini (Wip edizioni)
I fuoriusciti di Michele Lupo (Stilo Editrice)
domenica 16 gennaio 2011
Il libro del giorno: Le Beatrici di Stefano Benni (Feltrinelli)
Prima che il mondo cominci a bruciare di Federico Crosara (La Riflessione - Davide Zedda editore)
sabato 15 gennaio 2011
Il libro del giorno: Tempted di P.C. Cast - Kristin Cast (Nord editrice)
Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez (Garzanti)
venerdì 14 gennaio 2011
Il libro del giorno: Incenerire i rifiuti? No grazie! di Gianluca Ferrara (Dissensi edizioni)
Cartoline dai morti, di Franco Arminio (Nottetempo). Intervento di Nunzio Festa
giovedì 13 gennaio 2011
Il libro del giorno: Scrivere è un gioco di Stefano Giovinazzo (Edizioni della Sera)
Lettera a D. Storia di un amore di André Gorz. Intervento di Elisabetta Liguori
mercoledì 12 gennaio 2011
Il libro del giorno: Li romani in Russia di Simone Cristicchi, Elia Marcelli, Niccolo Storai (Rizzoli Lizard)
Li Romani in Russia è poema, racconto, ricordo, denuncia: testi monianza unica, e partecipata, di uno dei momenti più drammati ci del Novecento, resa in prima persona da uno dei suoi protagonisti . Un meraviglioso aff resco epico in ott ave classiche, crudo come la tragedia che narra, forte come lo spirito di chi non si arrende, struggente come il saluto a una giovane vita che parte per non tornare mai più. Firmata da uno dei più grandi poeti romaneschi della nostra epoca, quest’indimenti cabile opera sulle vicende dell’esercito italiano durante la terribile Campagna di Russia – una “guerra di invasione senza pretesto” – è oggi, grazie alla sensibilità dell’apprezzato cantautore romano Simone Cristi cchi, graphic poem e spett acolo teatrale. E torna con tutt a la sua forza a stupire, commuovere e segnare le coscienze, nel nome di centi naia di migliaia di vite sacrifi cate all’odio e al delirio di potere.
Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977. Vincitore di premi presti giosi tra cui la Targa Tenco per il Migliore Album d’esordio e il Premio Giorgio Gaber, nel 2007 vince il Festival di Sanremo con il brano Ti regalerò una rosa e pubblica il volume Centro d’igiene mentale, che ispirerà una serie di concerti teatrali dal lui stesso diretti e interpretati. Nel 2009 porta in teatro Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia con il coro dei Minatori di Santa Fiora, spettacolo che alterna monologhi e canti popolari e che culmina nell’esibizione al concerto del 1° Maggio a Roma. Nel 2010 torna sui palcoscenici con Li Romani in Russia, adattamento teatrale del poema epico di Elia Marcelli, per la regia di Alessandro Benvenuti.
Elia Marcelli (1915 – 1998) è stato poeta, regista e sceneggiatore. Ha partecipato come sott otenente a quatt ro campagne di guerra, in Francia, Jugoslavia, sul fronte greco-albanese e infi ne in Russia, da cui tornò invalido. La sua copiosa produzione lett eraria comprendente opere narrati ve, poeti che, drammati che, sceneggiature teatrali e cinematografi che, è stata catalogata e raccolta negli Archivi Lett erari del ’900 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Niccolo Storai, nato a Prato nel 1978, è autore di fumetti e cartoni animati, nonché illustratore di libri per bambini. Ha lavorato per Nicola Pesce Editore, Tunué, Double Shot, fi rmato storie per le riviste “Heavy Metal” (USA), “FornoMagazine” (Israele), “Mono”, e collabora in qualità di colorista a “Il Giornalino”. Assieme agli animatori Riccardo Corsi e Marco Morresi ha fondato lo studio di animazione Dramph, che realizza cartoni animati e commercial per tv.
“The Rabbits” di John Marsden e Shaun Tan (Elliot)
martedì 11 gennaio 2011
Il libro del giorno: Il vangelo nella discarica di Daniele Moschetti (Dissensi edizioni)
Per un’ecologia della scrittura di Vander Tumiatti
Trovo che il Salento sia un territorio ricco di storia e con grandi opportunità da valorizzare in termini di risorse umane e naturali. Ho investito ed investo nel Salento (dal 1992) e credo nel suo futuro. Ho preso una certa dimestichezza, io veneto di origine, torinese di formazione (dal 1953) ed imprenditore (Sea Marconi, azienda che opera dal 1968 in oltre 40 paesi) innanzitutto con i luoghi del piacere turistico ed enogastronomico, che qui spesso raggiungono “vette altissime”. Ma apprezzo molto la sua cultura editoriale attenta alla tutela del paesaggio e alla diffusione di una “Ecologia della Scrittura” ricca di solidi spunti di analisi. Occupandomi professionalmente di sviluppo sostenibile globale e di bioenergie ho frequentato con “parsimonia” le librerie del capoluogo salentino (Liberrima, Palmieri, Icaro, Mondadori in Piazza S. Oronzo,Giunti in corso Vittorio Emanuele, la piccola Gutenberg). Ed è stato così che mi sono imbattuto in due libri del Professor Ferdinando Boero editi da Besa e Controluce. L’autore, zoologo marino dell’Università del Salento, in soli due anni è riuscito a pubblicare due libri che, pur non avendo nulla di scientifico nel senso consueto del termine, affascinano come una splendida avventura di pura finzione, non presentando note, citazioni erudite, linguaggio specialistico, insomma tutte le caratteristiche delle pubblicazioni accademiche, che spesso tediano anziché incuriosire il lettore. Il primo titolo “Ecologia della bellezza” mi ha interessato perché cerca di lanciare un messaggio molto più che positivo, ovvero che l’uomo vive in un mondo bellissimo, dove tutto è proporzione, funzionalità eco/sistemica e che forse tanta bellezza può essere l’oggetto di una scienza della bellezza (la scienza unisce anziché dividere) che gli scienziati possono sviluppare e condividere con il genere umano. Il secondo libro, che ho letto in due giorni, è stato “Ecologia ed evoluzione della religione”, un’opera che secondo le intenzioni dell’autore si vuole chiedere se il genere umano sia una specie geneticamente religiosa e perché tutte le religioni siano diffuse così radicalmente in tutte le culture. Mi ha affascinato la risposta che ha dato Boero, ovvero che “l’uomo è un animale sociale e ha sviluppato la cultura proprio per comunicare, ed è forse proprio la religione il primo motore di questo processo”.
Finendo la lettura di questi libri, faccio un bilancio preliminare (metafora dei“conti della serva”) ,e riscontro che la realtà dimostra la distanza con gli scenari rosei proposti. Risulta stridente la contrapposizione tra la realtà dei fatti quotidiani con i diversi mondi della “Cultura, della “Scienza”,della “Comunicazione” e della “Impresa”.Il primo, dove si intessono le relazioni e si origina il sapere, dove gli uomini formalizzano i loro modelli derivanti dalle loro esperienze di vita, il secondo, quello dove si applicano le leggi della scienza(fisica, chimica, economia, statistica,ecc), il terzo dove si verifica l’informazione e si formalizza rigorosamente la realtà dei fatti ed il quarto dove si misurano gli effetti qualitativi e quantitativi delle “soluzioni sostenibili”(prodotti offerti e/o utilizzati) in grado di soddisfare le esigenze del/i consumatore/i in termini di funzioni, qualità/prezzi,costi/benefici/rischi e disponibilità nel tempo richiesto. Nel Salento, dove la natura si è data con grande generosità, la distanza tra questi mondi risulta ancora più evidente che altrove. Un territorio come questo, in cui i quattro elementi di Empedocle: terra, aria, acqua e fuoco si fondono in proporzioni mirabili, meriterebbe di essere religiosamente protetto e valorizzato, non dico facendone un santuario, ma almeno salvandolo dalla miopia di chi irresponsabilmente ne ha fatto e continua a farne scempio. In che modo? Soprattutto favorendo la cultura dello sviluppo sostenibile focalizzata sinergicamente e concretamente sui fattori tecnologici,economici ed ambientali in senso lato, dove siano considerati e valorizzati tutti gli aspetti reali e concreti che contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei cittadini e delle imprese. Purtroppo, ciò che ho ripetutamente constatato in questi ultimi anni sembra andare in direzione opposta. Ogni giorno nuove ferite vengono aperte in questo meraviglioso Salento, ad opera di poche persone ed organizzazioni irrazionali, incapaci e rapaci che lo sfruttano senza ritegno, indisturbate, vanificando ogni progetto di sviluppo.
E a volte accade che proprio quando, in apparenza, sembrano emergere maggiore attenzione e sensibilità, si creano ad arte allarmi ingiustificati il cui solo scopo è di distogliere l’attenzione da chi opera nell’ombra perseguendo i propri inconfessabili interessi. In questi casi si realizza una saldatura, tra un “Ambientalismo Talebano” ed alcuni poteri che traggono ciascuno vantaggi dal pericolo evocato e dai “Falsi Allarmismi”propinati. E l’ambiente? Ridotto a mero strumento di soldi e potere di una ristretta casta.
Vander Tumiatti esperto UNEP (United Nations Environment Program-Ginevra) ,Ass. Secretary IEC (International Electrotechnical Commission- Ginevra), Imprenditore e Fondatore della Sea Marconi Technologies Italia(www.seamarconi.com).
fonte Paese NuovoI prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
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