In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
domenica 17 gennaio 2021
La mano nera. L’usura raccontata da chi è caduto nelle mani di strozzini e clan di Salvatore Giuffrida e Luigi Ciatti (Infinito)
Esiste da sempre, sfiora le nostre vite ma da sempre è sottovalutata.
Dopo la crisi del 2008, l’usura è diventata uno strumento strutturale
nelle mani di clan mafiosi e gruppi criminali per controllare il
territorio, infilarsi nell’economia legale, strozzare famiglie,
imprenditori e commercianti. L’emergenza legata al Covid-19 nel 2020 ha
radicalizzato questo fenomeno e chiunque si trovi in difficoltà è una
potenziale vittima: è sufficiente un rifiuto in banca o un amico al bar.
Oggi può capitare a tutti. Nessuno è escluso. E con i soldi arrivano
paura, terrore, omertà. Sono proprio gli imprenditori caduti nelle mani
degli usurai a raccontare le loro storie e a far capire quanto sia
facile cadere in un dramma capace di togliere a una persona la dignità,
prima ancora che la vita.
La classe di Christina Dalcher e Barbara Ronca (Casa editrice Nord)
Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono
giudicati in base ai risultati. Una scuola in cui gli studenti migliori
non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. In
America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente
calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto
da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle
impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più
esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. Le
«mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle
Scuole Gialle, delle strutture isolate dove imparano le materie di base e
la disciplina. E per fare in modo che nessuno rinunci a migliorarsi o
si sieda sugli allori, i test Q vengono ripetuti ogni mese. Elena
Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la
chiave per una società più equa, più giusta. Adesso però, dopo alcuni
anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi:
sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non
ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. I genitori ormai
temono quel pullmino che passa di casa in casa il giorno successivo
all'esame. E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha
ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza
esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene
trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia. E lì scoprirà che,
quando le persone sono ridotte a numeri, non c'è limite a quello che può
succedere a chi non conta più nulla…
Cercando il mio nome di Carmen Barbieri (Feltrinelli)
Anna e suo padre sono "due pupi mossi dalla stessa coppia di aste di
metallo", i fili che li legano sembrano destinati a non spezzarsi mai.
Ma non può essere così – non è mai così – e a diciannove anni, dopo una
malattia che brucia il tempo, Anna perde il padre. Il rispecchiamento in
lui è così forte che Anna, perdendolo, perde sé stessa, si confonde,
senza il suo sguardo è come se fosse diventata niente, e avesse bisogno
di altri occhi per riconoscersi e conoscersi. L'attraversamento del
lutto diventa perciò, necessariamente, ricerca di sé, passando per la
scarnificazione del corpo, il suo oltraggio. Trasferitasi da Napoli a
Roma, Anna si ritrova a doversi mantenere – la madre non può aiutarla
nelle spese né lei vuole gravare –, così si indirizza a un prete grazie
al quale la sua coinquilina ha trovato lavoro come ragazza delle
pulizie. Il prete però la vede bella e le propone un lavoro meglio
pagato, in un night club. Anna è turbata, pensa di rifiutare ma poi
accetta, e c'è repulsione e attrazione nel suo sì. Mescolato al racconto
delle notti in cui si trasforma in Bube, con i muscoli tesi attorno al
palo della lap dance, riemerge il passato, riemergono i vicoli e i bassi
di Napoli, l'infanzia delle veglie con la nonna, i pomeriggi a fare i
compiti con i gemelli Alfredo e Cristina, e soprattutto il padre, la
malattia che scompiglia tutto, la possibilità di esistere nonostante la
morte.
Cento poesie d'amore a Ladyhawke di Michele Mari (Einaudi)
Colto e citazionistico, ma immediato alla lettura, autobiografico e
"vero" nei contenuti. Romantico e sentimentale nella tonalità di fondo,
ma attraversato da un'ironia che si incastona negli snodi strutturali
del libro, oltre che nelle sue pieghe più visibili. Testimonianza di
un'ossessione privata, ma anche lucida analisi dei mostri che possono
dominare la mente dell'uomo.
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
Cerca nel blog
-
Il settore della criptovaluta è oramai famoso per la singolare natura decentra...