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martedì 10 gennaio 2017
Nessuno come noi di Luca Bianchini (Mondadori)
In un liceo statale
dove si incontrano i ricchi della collina e i meno privilegiati della periferia
torinese, Vince, Cate, Romeo e Spagna partiranno per un viaggio alla scoperta
di se stessi senza avere a disposizione un computer o uno smartphone che gli
indichi la via.
Torino, 1987. Vincenzo,
per gli amici Vince, aspirante paninaro e aspirante diciassettenne, è
innamorato di Caterina, detta Cate, la sua compagna di banco di terza liceo,
che invece si innamora di tutti tranne che di lui. Senza rendersene conto, lei
lo fa soffrire chiedendogli di continuo consigli amorosi sotto gli occhi
perplessi di Spagna, la dark della scuola, capelli neri e lingua pungente. In
classe Vince, Cate e Spagna vengono chiamati "Tre cuori in affitto",
come il terzetto inseparabile della loro sit-com preferita. L'equilibrio di
questo allegro trio viene stravolto, in pieno anno scolastico, dall'arrivo di
Romeo Fioravanti, bello, viziato e un po' arrogante, che è stato già bocciato
un anno e rischia di perderne un altro. Romeo sta per compiere diciotto anni,
incarna il cliché degli anni Ottanta e crede di sapere tutto solo perché è di
buona famiglia. Ma Vince e Cate, senza volerlo, metteranno in discussione le
sue certezze. A vigilare su di loro ci sarà sempre Betty Bottone,
l'appassionata insegnante di italiano, che li sgrida in francese e fa esercizi
di danza moderna mentre spiega Dante. Anche lei cadrà nella trappola
dell'adolescenza e inizierà un viaggio per il quale nessuno ti prepara mai
abbastanza: quello dell'amore imprevisto, che fa battere il cuore anche quando
"non dovrebbe". In un liceo statale dove si incontrano i ricchi della
collina e i meno privilegiati della periferia torinese, Vince, Cate, Romeo e
Spagna partiranno per un viaggio alla scoperta di se stessi senza avere a
disposizione un computer o uno smartphone che gli indichi la via, chiedendo,
andando a sbattere, scrivendosi bigliettini e pregando un telefono fisso perché
suoni quando sono a casa. E, soprattutto, capendo quanto sia importante non
avere paura delle proprie debolezze.
lunedì 9 gennaio 2017
Sempre più vicino. The Billionaire Boys Club Series di Jessica Clare (Newton Compton)
In quanto erede al
trono, la principessa Alexandra deve essere distaccata, impeccabile, attenta
all'etichetta. E soprattutto non può mostrare le proprie emozioni. Mai. Di
certo nessuno sospetta che abbia completamente perso la testa per una star di
Hollywood! Quando però viene a sapere che il suo idolo, l'attore Luke Houston,
girerà alcune scene del nuovo film proprio nel suo piccolo regno, Alexandra non
sa resistere: sgattaiola via dal palazzo (e dai suoi obblighi) per dare
un'occhiata. Ma quando sei una principessa è difficile passare inosservata, e
Alex per poco non si ritrova braccata dai giornalisti accorsi sul set. Per
sfuggire alla stampa, cerca riparo nel primo nascondiglio disponibile...
finendo dritta dritta nella roulotte personale di Luke. E davanti all'uomo che
le fa battere forte il cuore, accontentarsi di un'occhiata non sarà più
possibile...
Jessica Clare scrive
sotto tre differenti pseudonimi. Come Jill Myles scrive un po' di tutto: da
sexy commedie urban fantasy a favole zombie. Come Jessica Clare, romanzi
erotici. Come Jessica Sims, divertenti e sexy storie paranormali. Vive in Texas
con il marito e diversi animali. Con Newton Compton ha pubblicato Scommessa
indecente, Troppo bello per dire di no e È l'uomo per me, i tre volumi della
serie dedicata ai membri del Billionaire Boys Club.
giovedì 5 gennaio 2017
Il collezionista di quadri perduti di Fabio Delizzos (Newton Compton)
Roma, primavera del
1555. Mentre si attende con ansia che il conclave elegga un nuovo pontefice, la
Città Eterna è teatro di inquietanti omicidi, apparentemente legati al mondo dell'arte.
Il collezionista Raphael Dardo, insieme ad Ariel Colorni, alchimista e geniale
inventore, è alla ricerca di quadri considerati eretici dall'Inquisizione, per
salvarli dal rogo. È interessato, in particolare, a un pittore noto come
"l'Anonimo", i cui dipinti, che si distinguono per un realismo mai
visto prima, si dice siano opera del diavolo. Raphael si troverà
pericolosamente sulla stessa strada dell'implacabile inquisitore del Santo
Uffizio, Girolamo Arquez, da tempo sulle tracce del pittore maledetto.
Bellissime modelle, artisti folli, collezionisti stravaganti, eretici
satanisti: quella di Raphael sarà una ricerca molto più rischiosa del previsto,
che lo condurrà fra monasteri e bordelli, osterie e labirinti sotterranei, fino
alla scoperta di una verità sconvolgente...
mercoledì 4 gennaio 2017
Oggi 4 gennaio 2017 diventerà ufficialmente il "Day Of The Doors" a Los Angeles e iQdB Edizioni di Stefano Donno è pronta a festeggiarlo con “The Doors in direzione del prossimo whiskey bar” di Giuseppe Calogiuri
Sono trascorsi 50 anni dall'esordio dei The Doors: era
il 4 gennaio 1967 e l'omonino debut album usciva per Elektra Records. Per
festeggiare il 50esimo anniversario, il "Day Of The Doors", anche
iQdB Edizioni di Stefano Donno è pronta con “The Doors in direzione del prossimo
whiskey bar” di Giuseppe Calogiuri.
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel
chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni ’60.
Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in
mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie,
pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane
(ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista
musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte,
quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve
la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo
trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per
ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non
siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti,
prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze
armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale.
Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha
cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra
parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una
famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol,
ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon
B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme
conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res.
1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al
Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse
necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in
pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne
fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del
sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam
(con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo
clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della
guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno
solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada
(come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di
coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per
questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della
carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà
giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova
strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di
aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà
alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio
Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel
maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un
modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con
l’arroganza, l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e
rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da
parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave,
dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella
prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con
sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che
conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete
tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono
pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un
album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli
sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal
Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe
sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di
vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o
l’incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non
ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono
certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere
una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro.
Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe
cantato Ian Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De
Luca)
Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e
lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla
professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di
militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato
il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e
scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”),
“Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del
Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107
Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Segreteria Organizzativa – Dott.ssa Emanuela
Boccassini
Public Relations – Raffaele Santoro
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica
Leo
Stockholm Confidential di Hanna E. Lindberg. Traduttore: Renato Zatti (Longanesi)
Solveig Berg è la più
promettente giornalista d’inchiesta di Stoccolma: la città non ha segreti per
lei. Ma basta un solo passo falso perché la sua carriera scivoli
inesorabilmente verso il baratro. In un battito di ciglia, non le rimane che il
suo blog, Stockholm Confidential, e qualche aggancio col jet set che ancora le
permette di intrufolarsi negli eventi che contano. È così che inciampa in
quello che potrebbe essere lo scoop della sua vita. ma anche il gioco più
pericoloso e letale che abbia mai affrontato. Il party è di quelli che non si
dimenticano, per il semplice fatto che a organizzarlo è Lennie Lee, fotografo
di moda e proprietario di una rivista scandalistica. Lennie ama la bella vita e
adora circondarsi di modelle. Ma quando Jennifer Leone viene trovata morta in
circostanze sospette, Lennie si trova a dover escogitare di tutto pur di stare
a galla in acque sempre più buie e pericolose. Anche perché c’è una testimone,
proprio Solveig, che ha visto come sono andate veramente le cose. E Solveig non
ha intenzione di andare dalla polizia, no: lei vuole usare ciò che sa per
realizzare lo scoop della sua vita. Anche a costo di metterla a repentaglio,
quella vita.
Il caso editoriale - Non
appena l’agente di Hanna Lindberg presenta il manoscritto di Stockholm
Confidential, le principali case editrici svedesi cercano di ottenere i diritti
partecipando a un’asta agguerrita. Il libro, ambientato nel jet set
contemporaneo di Stoccolma, rivela infatti una straordinaria originalità, una
trama ben congegnata e imprevedibile. Chiusa l’asta svedese, i diritti per la
pubblicazione sono immediatamente acquistati da oltre 10 paesi. Longanesi è tra
i primi editori ad aggiudicarselo.
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