"Lo conobbi al
Pireo... Parole, risate, balli, ubriacature, preoccupazioni, quiete
conversazioni al tramonto, occhi sgranati che mi fissano con tenerezza e
disprezzo, come se mi dessero ad ogni istante il benvenuto, come se ad ogni
istante mi dicessero addio, per sempre". Zorba il greco è il romanzo di
Nikos Kazantzakis da cui venne tratto il fortunato film con Anthony Quinn e Irene
Papas, proposto ai lettori italiani in traduzione dal greco e in versione
integrale. "Sicuramente il cuore dell'uomo è una fossa chiusa di sangue, e
quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le
inconsolabili ombre assetate... Corrono a bere il sangue del nostro cuore,
perché sanno che altra risurrezione non esiste. E più avanti di tutti corre
oggi Zorba con le sue grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è
per lui oggi la commemorazione. Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva
ancora per un po' questo crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e
zingaro. L'anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che abbia
mai conosciuto in vita mia".
Scrittore, poeta, uomo
politico greco. Kazantzakis nasce a
Creta, nel 1883, isola a quel tempo sotto il dominio della Turchia, in un
periodo turbolento e segnato dalle frequenti sommosse della popolazione greca e
dalle sollevazioni contro l'impero ottomano. Il padre è un commerciante, che
prenderà parte al movimento indipendentista. Nel 1902 Nikos si trasferisce ad
Atene per studiare legge, e nel 1907 si recherà a Parigi, dove avrà la
possibilità di seguire le lezioni di Bergson: È ancora a Parigi che il giovane
entra in contatto con la filosofia di Nietzsche, che lo influenzerà
profondamente. L'influenza di Bergson e di Nietzsche verrà espressamente
richiamata in quella che è l'opera più celebre di Kazantzakis, "Zorba il
greco". Tornato in Grecia, K. lavora alla traduzione (principalmente di
opere filosofiche), e nel 1911 sposa la scrittrice Galatea Alexiou, dalla quale
divorzierà nel 1926. In quegli anni conosce Angelos Sikelianos, poeta e
drammaturgo, che lo contagerà col suo entusiasmo nazionalistico. Nel 1919, in
qualità di direttore generale del ministero per gli affari sociali, organizza
il trasferimento delle popolazioni greche originarie del Ponto, dal Caucaso in
Macedonia e Tracia a seguito della Rivoluzione Russa del 1917. D'ora in avanti
la vita di Kazantzakis sarà contraddistinta da continui viaggi e spostamenti.
Nel corso degli anni seguenti soggiornerà a Parigi, a Berlino, in Unione
Sovietica come corrispondente di un quotidiano ateniese, in Spagna e Italia
dove intervista Mussolini, a Cipro, in Egitto, sul Monte Sinai, in
Cecoslovacchia. Le impressioni riportate dalla sua vita in questi paesi vanno a
comporre una serie di volumi che oggi sono considerati classici della
letteratura di viaggio greca.
Durante la guerra vive
sull'isola di Egina. Nel 1945 prende in moglie Elena Samiou, sua compagna da
lungo tempo. In quello stesso anno fa ritorno alla vita politica come ministro
dell'educazione senza portafoglio del governo Sofoulis, ma abbandonerà la
carica già l'anno seguente. Lascia la Grecia, e non vi farà più ritorno anche
per colpa delle condizioni politiche, nel frattempo mutate drammaticamente, e
va a stabilirsi ad Antibes, sulla Costa Azzurra. Perseguitato dalla chiesa
greca ortodossa a causa dei romanzi "Capitan Michele" e
"L'ultima tentazione". Quest'ultimo libro - dal quale Martin Scorsese
trarrà una riduzione cinematografica molti anni dopo la prima pubblicazione - è
posto all'indice anche dalla Chiesa cattolica romana. Nel 1957, incurante della
leucemia che gli è stata diagnosticata qualche anno prima, compie un nuovo
viaggio in Cina e Giappone ma, a causa di un'infezione contratta a seguito di
un vaccino, è costretto a tornare in Europa, dapprima a Copenaghen, poi a
Friburgo in Brisgovia dove muore il 26 ottobre, all'età di settantaquattro
anni. Viene sepolto a Heraklion. L'epitaffio sulla sua tomba recita: Δεν ελπ?ζω
τ?ποτα, δε φοβο?μαι τ?ποτα, ε?μαι λ?φτερος. “Non mi aspetto nulla. Non temo
nulla. Sono libero.”