Ambroise Thomas ebbe a
dire di Cécile Louise Stéphanie Chaminade «Questa non è una donna che compone,
ma un compositore che è una donna». E intendeva farle un grande complimento,
figuriamoci se avesse voluto insultarla! Il maestro Adriano Bassi concertista,
compositore e direttore d’orchestra, si cimenta una doverosa e completa
rivalutazione delle donne compositrici dal Seicento ai giorni nostri. Partendo
dall’antesignana Hildegarda Von Bingen, religiosa compositrice Benedettina
morta nel 1179 e fatta santa da papa Ratzinger nel 2012, l’autore traccia un
ritratto di Maddalena Casulan, Claudia Sessa, Francesca Caccini, Lucrezia
Orsina Vizzana, Settimia Caccini, Claudia Francesca Rusca, Chiara Margarita
Cozzolani, Leonora Duarte, Barbara Strozzi, Isabella Leonarda, Rosa Giacinta
Badalla, Élisabeth Jacquet de La Guerre per il Cinque-Seicento. Maria Teresa
Agnesi Pinottini, Elisabetta de Gambarini, Anna Amalia di
Brunswich-Wolfenbüttel, Anna Bon, Maddalena Laura Lombardini Sirmen, Maria Rosa
Coccia, Maria Theresia von Paradis, Sophia Giustina Corri Dussek, Catherina
Cibbini-Kozeluch, Maria Szymanowska per il Settecento. Fanny Mendelssohn
Hensel, Maria Felicia Anna García Malibran, Clara Josephine Wieck Schumann,
Maria Teresa Carreno García de Sena, Cécile Louise Stéphanie Chaminade, Amy
Marcy Cheney Beach, Alma Maria Schindler Mahler, Marie-Juliette Olga Boulanger
(Lili) per l’Ottocento. Juliette Nadia
Boulanger, Germaine Tailleferre, Elsa Olivieri Sangiacomo Respighi, Louise
Juliette Talma, Víteˇzslava Kaprálová, Caterina Calderoni, Carla Rebora,
Patrizia Montanaro, Barbara Rettagliati, Silvia Bianchera, Silvana Di Lotti,
Emanuela Ballio Annie Fontana, Bianca Maria Furgeri, Beatrice Campodonico,
Sonia Bo, Elisabetta Brusa, Paola Livorsi, Anne Marie Turcotte, Marcela Pavia,
Gabriella Cecchi, Dorothee Eberhardt, Kye Marshall, Teresa Procaccini, Carla
Magnan, Elisabetta Capurso, Katharina Klement, Debra Kaye, Karola Obermüller,
Ada Gentile, Adrienne Albert, Silvia Borzelli per il Novecento e i giorni
nostri.
Se i talenti femminili
del Settecento hanno rischiato di essere destinati totalmente all’oblio (spesso
si negava alle compositrici la pubblicazione con scuse pretestuose),
l’Ottocento è ricco di fulgide eccezioni e parentele eccellenti che consentivano
alle donne di essere conosciute e ascoltate per lo meno in quanto “sorella di”
o “moglie di”. Il volume si conclude con delle interessantissime interviste
alle compositrici viventi, che per fortuna confermano un progressivo
sfondamento del “soffitto di cristallo” per le lavoratrici della musica
classica. Solo per una professione, siamo ancora lungi dall’avere la parità: il
direttore d’orchestra. Un libro che induce un forte stimolo all'ascolto di
musica eccellente, ma poco conosciuta fin'ora per ragioni che risultano ormai
anacronistiche.