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lunedì 20 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
sabato 18 ottobre 2014
Lavorare con lentezza di Enzo Del Re. Il corpofonista, di Timisoara Pinto, prefazione di Giovanna Marini, con uno scritto di Vinicio Capossela e uno scritto di Piero Nissim, con fotografie e due cd in allegato (Squilibri - Roma, 2014). Intervento di Nunzio Festa
"Voglio vedere se
almeno dopo che l'hanno fatto morire povero, qualcuno si degnerà di ricordare
Enzo". Questo sfogo è del maestro Antonio Infantino, raccolto ad Aliano
alle giornate paesologiche di Franco Arminio. Enzo è Enzo Del Re. Il 7 giugno
2011 è la data di morte del "corpofonista". L'opera della quale col
massimo di rispetto possibile, vista l'importanza che ricopre e ricoprirà e
data la sua possenza di documento storico, stiamo per parlare, dunque, intanto esiste
grazie al lavoro appassionato dell'infaticabile Timisoara Pinto, giornalista
Rai e studiosa della canzone d'autore e della cultura popolare, che fra le
altre cose ha diretto diversi eventi musicali in memoria di Del Re e Rino
Gaetano; Enzo Del Re, appunto. Quel cantastorie del quale Pino Masi, ospite
qualche anno fa dell'Osteria Malatesta di Matera, parlava in questi termini:
"L'unico cantautore di brani di protesta che veramente mi
somigliasse". Magari nella stranezza, anche. Ma specie nella genialità.
Quella marcia in più però "fuori dal motore" che per mezzo prima di
Daniele Sepe abbiamo conosciuto anche in Basilicata. Che Eugenio Bennato
portava nel cuore quando l'abbiamo ascoltato a Viggiano e in altre diverse
tappe lucane. Cantastorie e corpofonista, Del Re, amato dal lucano d'origini
Andrea Satta come dall'intramontabile De Sio, dagli ancora giovani Africa Unite
dall'indimenticabile Enzo Gragnaniello. Fino, adesso, al più moderno dei
cantastorie: Vinicio Capossela. Quel Capossela sempre dotato di Banda della
Posta a far da ausilio alle prove più istrioniche. Pinto, e innanzitutto
dobbiamo dire che bellissima appendice fotografica troviamo
nell'importantissimo libro, racconta con la vicinanza della viva voce ripresa
da interviste e incontri telefonici attuali come tolte dall'oblio della memoria
poco riconosciuta di Fo e Marini, Paolo Chiarci, Vittorio Franceschi ecc. chi
era e cosa ha significato, significa e significherà Enzo Del Re. Ovvero,
capiremo, "l’interprete più autentico di una stagione di impegno civile
nella quale le canzoni di lotta e di protesta animavano il sogno di una società
diversa. Con uno stile e un linguaggio inconfondibili, schioccando la lingua e
percuotendo sedie e valigie o qualsiasi altro oggetto che potesse ritmare la
sua urgenza di vita, è stato protagonista di memorabili esperienze culturali e
teatrali, da Ci ragiono e canto 2 agli spettacoli con Nuova Scena, il Teatro
Operaio e i Circoli Ottobre, per poi eclissarsi nella sua Mola di Bari, mentre
il movimento del '77 eleggeva a proprio inno una sua canzone, Lavorare con
lentezza". Quel testo tornato d'attualità con l'uscita del film di Guido
Chiesa. Con tanto di dischi allegati. Nel primo dei cd allegati al volume, una
scelta antologica del repertorio "di una voce irriducibilmente contro",
nel secondo cd "un tributo alla sua memoria da parte di numerosi artisti
che, da Capossela a Teresa De Sio, da Antonio Infantino alle Faraualla, da
Alessio Lega ai Radicanto, dai Têtes de Bois (a partire da Satta, ndr) a Zurlo,
hanno rivisitato alcuni dei suoi brani". L'arte di Del Re è la storia
dell'intransigenza. Che seppellisce ogni tipo di compromesso. "(...)È una
storia che ha inizio quasi cinquant’anni fa, quando la fotografia era
psichedelia, musica e cinema e i colori si mischiavano roteando a spirale come
fluidi rosa miscelati con altri colori, come fa lo scatto, la morsa
dell’obiettivo quando l’immagine finisce in trappola", dice in apertura
del testo Timisoara Pinto. Prima insomma d'entrare nella formazione di Del Re.
Del corpofonista che fece il '68 dal 1967. Se non ancora prima. In una Firenze
vissuta con quell'Infantino di Tricarico bravo a ricordarci ancora oggi che
furono "gli angeli del fango" dell'alluvione fiorentina. Senza
dimenticare quando la coppia Del Re Vincenzo - Infantino Antonio fu fermata in
quella animata Toscana, ed entrambi gli artisti solamente ventitrenni, furono
fermati dalla forze del disordine come "senza fissa dimora" e fermati
(arrestati) "per accertamenti". Pinto ci narra di tutto. Racconta la
nascita di canzoni sempre per il futuro. Da "Tengo 'na voglia e fa
niente". A "Povera gente" ed "Avola". Passando per la
stessa, ovviamente, "Lavorare con lentezza". E da "La 124".
Brani che dicevano un mondo. D'allora. E addirittura del nostro Tremila. Visti
gli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta. Le parole del maestro Infantino
riportate nel volume e registrate nel disco spiegano e commuovono. Commuovono
spiegando. Un omaggio sincero e altissimo quanto la dedica di Tonino Zurlo e
l'intepretazione carezzevole per una volta di Teresa De Sio.
venerdì 17 ottobre 2014
giovedì 16 ottobre 2014
mercoledì 15 ottobre 2014
E’ morto Giovanni Reale, uno dei maggiori storici della filosofia antica
All’età di 83 anni
è morto il filosofo Giovanni Reale. I
suoi interessi scientifici hanno spaziato
lungo tutto l’arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi
contributi di maggior rilievo, tradotti in tutto il mondo, hanno toccato via
via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino, interpretati con approcci
di grande originalità. Tra le sue opere, che hanno accompagnato gli studi di
più generazione di liceali, “Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi”
(prima edizione 1983, nuova edizione rivista e ampliata 2013, Editrice La
Scuola) scritto insieme a Dario Antiseri, in tre volumi dedicati all' età
antica e al Medioevo, moderna e contemporanea. Sempre con l’Editrice La Scuola
da ricordare i recenti “Salvare la scuola nell'era digitale” e “Invito al
pensiero antico” e le traduzioni dei dialoghi platonici, iniziate nel 1961 con
il Critone. ” Il Pensiero Occidentale” , familiare agli studenti italiani, è
stato tradotto anche in russo, spagnolo, portoghese, kazako, ed è attualmente
in corso di traduzione in lettone, cinese, urdu. Proprio In questi giorni
Giovanni Reale stava correggendo le bozze di “Cento anni di Filosofia. Da
Nietzsche ai nostri giorni” (scritto con Dario Antiseri): opera in due volumi
che l’Editrice La Scuola manderà in libreria
a Gennaio 2015. Ricordiamo l’excursus storico delle opere di Giovanni
Reale per Editrice La Scuola: “Critone” (1961), “Menone” (1962), “Il motore
immobile” (1963), “Eutifrone” (1964), “Teofrasto e la sua aporetica metafisica”
(1964), “Gorgia” (1966), “Protagora” (1969), “Fedone” (1970), “Questioni di
storiografia filosofica” (1974 e 1975), “Il pensiero occidentale dalle origini
ad oggi” (1983), “Filosofia e pedagogia dalle origini ad oggi” (1985 e 1986),
“La filosofia nel suo sviluppo storico” (1988), “Antologia filosofica” (1990),
“Antologia filosofica” (1990), “Storia della filosofia” (1997).
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