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mercoledì 10 luglio 2013
L'AUTENTICA STORIA DI OTRANTO NELLA GUERRA CONTRO I TURCHI. DI DANIELE PALMA (EDIZIONI KURUMUNY) IL 12 LUGLIO A ZOLLINO
Verrà presentato il libro di
Daniele Palma edito da Kurumuny dal titolo “L'AUTENTICA STORIA DI OTRANTO NELLA
GUERRA CONTRO I TURCHI. NUOVA LUCE SUGLI EVENTI DEL 1480-81. DALLE LETTERE
CIFRATE TRA ERCOLE D’ESTE E I SUOI DIPLOMATICI”
venerdì 12 luglio alle ore 19,30
presso Palazzo Raho a Zollino in via Vittorio Veneto. Interverranno Antonio
Chiga (Assessore alla cultura), Luigi Manni (Ricercatore), Luigi Chiriatti
(Kurumuny), Daniele Palma (Autore). L’appuntamento ha il Patrocinio del Comune
di Zollino
Più di trecento lettere originali
presenti nell’Archivio di Stato di Modena – scritte nei giorni del conflitto e
in parte codificate con un alfabeto segreto per comunicare in modo riservato le
informazioni più delicate sui rapporti tra varie entità statuali, europee e
mediterranee – costituiscono la struttura fondamentale di questo volume sulla
guerra turca contro la Terra d’Otranto. Le risultanze che scaturiscono da tali
documenti sono confrontate con altri già editi, con la storiografia posteriore
e con la saggistica sull'argomento. Sul più vasto scenario della guerra che i
turchi portarono in Terra d’Otranto, se da un lato è stato scritto molto, dall’altro
sono rimaste molte questioni aperte. Lo stesso discorso vale, naturalmente, per
altre questioni, quali l’esatta cronologia dei vari episodi in cui si dispiegò
l’invasione turca o lo sterminio di centinaia di otrantini: perché fu voluto e
precisamente da chi, con quale criterio
furono scelte le vittime, se ebbero la possibilità di scampare alla
morte riscattandosi o abiurando la loro fede, se questo fu loro richiesto, e altro ancora.
Daniele Palma - Daniele Palma, nato a Calimera (LE) nel 1952, forse
perché impaziente di dedicarsi alla neonata passione per l’astrofisica, nel
1970 conclude brillantemente gli studi classici saltando l’ultimo anno di
liceo. Negli anni seguenti, in effetti, studia fisica prima a Lecce e poi a
Roma, laureandosi nel 1975 con una tesi nella quale introduce un nuovo
parametro per lo studio di alcune caratteristiche degli ammassi globulari,
grandi concentrazioni di stelle intorno alla nostra galassia. Tra un esame e
l’altro trova il tempo di esprimere le sue opinioni – sulla politica,
sull’economia e sul costume – in vari giornali locali, spesso da lui stesso
fondati, diretti ecc.: forse, crede, per un residuo gusto per il componimento.
Intanto pubblica su riviste specialistiche i risultati dei suoi studi: da solo
(Evidence and properties of double shell burning stars in globular clusters),
con il relatore della tesi (A parametric approach to the slope of the globular
clusters giant branches) e con un gruppo di docenti e ricercatori
dell’Università di Lecce (‘Mutual relationships between ice mantle and silicate
core properties of interstellar grains’). La scoperta, non solo del parametro
δ0.6, ma anche del fatto che la ricerca scientifica è bella quanto avara con i
suoi amanti, specialmente se questi pretendono di dare uno sbocco concreto ai
propri studi in un lasso ragionevole di tempo, lo induce a correggere la
propria rotta, quanto basta per approdare ai lidi dell’informatica, scienza e
tecnica allora pionieristica. Così, mentre passa attraverso cinque diverse
aziende tra Roma e Lecce, riascolta il seducente canto delle sirene che gli
rammentano come la sua anima – attratta fino a quel momento un po’
dall’umanesimo e un po’ dalla scienza – può trovare un buon equilibrio
affiancando, ad un’attività lavorativa nel segno della logica e
dell’elettronica, uno spazio di tempo libero dedicato alla ricerca storica e linguistica,
con lo spunto di un’identità peculiare propria di una terra d’origine sospesa
tra Oriente e Occidente. Credendo, quindi, di voler conoscere nomi, cognomi e
date importanti di tutti i suoi antenati (e delle antenate), intraprende una
ricostruzione sistematica delle migliaia di famiglie che sono vissute a
Calimera dal Seicento all’Ottocento. Non solo: inseguendo le radici proprie e
della moglie Dolores Greco (che sa bene quali attrattive lo tengono molte ore
fuori di casa, immerso in fondi archivistici o agricoli), finisce per
interessarsi anche del territorio circostante e dei suoi antichi abitanti.
Lungi dal cercare improbabili quarti di nobiltà, scopre che i suoi figli,
Giuseppe, Maria Veronica e Luigi Matteo, hanno inattesi antenati tra arcipreti
di rito greco, mercanti genovesi, scultori, ecc.; e, strada facendo, raccoglie
tante altre notizie – forse riportate come curiosità da alcuni benemeriti
parroci antichi – che si rivelano particolarmente interessanti per la
filopatria. Comincia così a pubblicare questi ritrovamenti, prima connettendoli
con una trama narrativa (A metà del guado – Vicende religiose nella Calimera
del Seicento [Calimera 1988]; Alba di luna sul mare – Tragedia di Roca
tramandata oralmente sull’altra sponda [Galatina 2000]), poi all’interno di
saggi lunghi (I Castriota a Calimera, sul Bollettino storico di Terra d’Otranto
10 [2000]; A nord di Kunta Kinte: incursioni e rapimenti in Terra d’Otranto
intorno al secolo dei lumi sul Bollettino 11 [2001]) e anche in forma divulgativa
(‘Donde Vrani’, Il Campanile di Borgagne; ‘Belloluogo, un nome che viene da
lontano’, Quotidiano 29/1/2001, 14; ‘Roca, covo di pirati distrutto da Carlo
V’, Quotidiano 4/6/2001, 17). Nel 2002 vedono la luce la monografia Roca – La
diaspora unita nel culto di Maria e il saggio Un buon Lagetto inedito sugli
eventi del 1480-81 in
Otranto sul Bollettino 12, su cui continua, negli anni successivi, la
pubblicazione delle risultanze scaturite indirettamente dagli studi
genealogici: Cronache di altri tempi: tutti i particolari nei registri;
Speranza nell’Essere e certezza del divenire in antichi documenti parrocchiali;
Lingua e rito greco a Calimera e negli altri centri dell’area rocana. Nel
frattempo, si dà corpo allo studio sulla feroce guerra turca, che colpisce le
genti salentine mentre altrove il buio medievale è rischiarato dagli splendori
rinascimentali, dando inizio a incubi plurisecolari che accomunano ancora una
volta questo lembo d’Italia ai destini della Grecia, in un sincronismo perfetto
di morte e resurrezione, fino all’inizio dell’Ottocento. In questo modo,
Daniele Palma si ricollega agli studi iniziali sulle affinità culturali in
senso lato della propria terra con il mondo ellenico.
Info
MUTI SONI CON AEDO, MASSIMO DONNO E CICCIO ZABINI ALLA MASSERIA SANT’ANGELO
Si
esibiscono nella suggestiva Masseria Sant'Angelo di Corigliano gli Aedo con la loro musica in poesia, i
ritmi suadenti di Massimo Donno con la sinergia di Ciccio
Zabini. Muti Soni questo il nome del suggestivo appuntamento musicale che vedrà
tre grandi realtà artistiche e musicali suonare magicamente insieme.
Evento imperdibile: Venerdì 12 luglio 2013, ore 22.00 - Masseria
Sant'Angelo - via Case Sparse - Corigliano (Lecce).
SALUTO AL NEMICO (ULULATI, LUPO EDITORE) DEGLI AEDO - Molto più che
interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO. L'album
si apre con “Acqua” e si chiude con “Penelope”, come se
nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di
qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano
di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La
pancia del mostro. Bellissima anche “Le tue mani”. Le sonorità sono a
volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in
travaglio.
Belli i testi con sfumature
agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballada a brani più potenti intersecati
da un'etnicità mai banale.
Nato nell’agosto del 2010, il
progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono
piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e
riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura
contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario
arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere
quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si
esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama
internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee
nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso OFFICINE DELLA MUSICA in
occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano “MACARIA” realizzato dalla
PUNTO EXE con la regia di GIANNI DE
BLASI e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS,
REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.
Gli AEDO sono:
Giovanni Saccomanno
voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso
Giovanni Saccomanno
voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso
AMORE E
MARCHETTE (ULULATI, LUPO
EDITORE) DI
MASSIMO DONNO. Nelle undici tracce che compongono l'esordio di Massimo
Donno c'è il segno di un cantautore che conosce la materia umana, e che ama
mescolare l'ironia e la poesia alla quotidianità surreale dell'amore, fino a
includere non solo le atmosfere - in un dialogo costante - ma anche le voci del
passato prossimo di Pier Paolo Pasolini (nel brano "Tango") o del
grande Alberto Sordi (in "Bologna A.D. 2012"), mescolandole al
presente delle sue suggestioni autobiografiche, come fa ad esempio nella
traccia dal titolo "Il mio compleanno". Un cantautore, Massimo Donno,
che non ha paura di guardarsi e, soprattutto, guardarci dentro con il ritmo di
una musica leggera e ironica. "Amore e marchette", nuova produzione
dell'etichetta Ululati, vanta, tra le collaborazioni di eccellenza, quelle con
Massimo Geri (presente anche nel video del singolo "Amore e
Marchette", realizzato dal talentuoso regista Gianni De Blasi), Nilza
Costa (nel brano "Il bianco ed il nero") e Guido Sodo, nel brano
intitolato "La colpa".
Inizia lo studio della chitarra
a tredici anni. Tra il 2000 – 2001, insieme a Luca Barrotta e ad altri
musicisti, avvia il suo primo progetto di folk d'autore, "Allegra brigata
Bodhran", ensemble che, ai testi di Massimo, unisce i suoni tradizionali
del sud Italia, dei Balcani, del klezmer. I lavori realizzati sono
"Memorie" (2001), "In cerca d'autore" (2003),
"Demo" (2006), (demo-cd autoprodotti), con una semifinale al
"Premio De Andrè" dentro questo percorso.
Dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli tra cui "Ti saluto dai paesi di domani..." sulla vita di Fabrizio de Andrè; "Le Otto ore" ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; "One hand Jack", tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred Buscaglione.
Negli anni Donno è ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista. Collabora con l'attore Simone Franco, con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo), con l'osservatorio astronomico di Bologna e l'associazione per la Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra mito e scienza.
Insieme al cantautore Gigi Marras, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno, con un suo brano "Amore e Marchette", vince "Promo", mini-concorso su Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna, contest organizzato da Andrea Mingardi.
È stato finalista alla 14esima edizione di Biella Festival autori e cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque. È stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da Mogol.
Scrive di lui Oliviero Malaspina: "Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d'autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà. Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una bellissima opera, un'opera aperta. Un'opera che perdere è come fare peccato".
Dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli tra cui "Ti saluto dai paesi di domani..." sulla vita di Fabrizio de Andrè; "Le Otto ore" ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; "One hand Jack", tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred Buscaglione.
Negli anni Donno è ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista. Collabora con l'attore Simone Franco, con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo), con l'osservatorio astronomico di Bologna e l'associazione per la Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra mito e scienza.
Insieme al cantautore Gigi Marras, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno, con un suo brano "Amore e Marchette", vince "Promo", mini-concorso su Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna, contest organizzato da Andrea Mingardi.
È stato finalista alla 14esima edizione di Biella Festival autori e cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque. È stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da Mogol.
Scrive di lui Oliviero Malaspina: "Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d'autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà. Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una bellissima opera, un'opera aperta. Un'opera che perdere è come fare peccato".
CICCIO ZABINI - Ciccio Zabini, classe ’82, comincia a soffiare
nell’armonica a bocca a 8 anni, e a prendere lezioni di tastiera interrotte per
paura del saggio finale. A 15 imbraccia la chitarra e comincia a scrivere
canzoni. Suona in due gruppi di musica popolare durante il liceo. Dal 2007 comincia
a offrirsi al pubblico con il Duo Lemukù. Attualmente sta selezionando
musicisti per collaborare agli arrangiamenti della sua più recente produzione
artistica.
INFO
Per uscire dalla crisi VOTA SOCRATE e il suo programma ethos-compatibile! L’11 luglio 2013 al Palazzo della Cultura a Galatina si presenta Vota Socrate di Ada Fiore (Lupo editore)
Ti insegna a vivere. Smaschera
l'ignoranza e promuove l'amore per il sapere. Si prende cura dell'educazione
dei giovani. Ricava ricchezze dalla virtù e non virtù dalle ricchezze. Rispetta
le Leggi e onora la giustizia. Costruisce un mondo di valori.
L’11 luglio 2013 ore 19,30 presso il Palazzo della
Cultura in piazza Alighieri 54
a Galatina ci sarà l’incontro con Ada Fiore autrice per
Lupo editore del volume VOTA SOCRATE! Dialogano con l'autrice il Filosofo Mario
Carparelli (Università del Salento) e Francesco Luceri ( Officine Filosofiche
di Terra d'Otranto). Sarà presente l'assessore alla Cultura presso il Comune di
Galatina Daniela Vantaggiato.
“Vota Socrate” di Ada Fiore (Lupo
editore) nasce mettendo a frutto un'esperienza unica nel suo genere, su un
territorio ad alta vocazione filosofica, il libro e l'intera operazione
editoriale cerca di realizzare il sogno di costruire una nuova umanità,
un'umanità che “Smaschera l'ignoranza e promuove l'amore per la ricerca e il
sapere, si prende cura dei giovani, rispetta le leggi e onora la giustizia, ricava
ricchezza dalle virtù, ricostruisce un mondo di veri valori”. Tutto questo è “Vota Socrate”, un libro che
propone un pensiero innovativo, con radici salde che affondano nel pensiero
antico, per aiutare nel popolo dei lettori la maturazione di una svolta
'ethos'-compatibile.
Il libro - E se un giorno Socrate
si fermasse davanti ai cancelli del Paradiso per discorrere di vizi privati e
pubbliche virtù con San Pietro? Ada Fiore, filosofa dell'era 2.0, immagina
questo curioso e particolare siparietto, alle soglie del terzo millennio, che
vede coinvolti due dei massimi protagonisti, involontari, della controversa
querelle tra fede e ragione che anima il dibattito culturale e filosofico da
millenni. Socrate, dopo la morte, ottiene il premio della vita eterna tra i
meritevoli, ma un disguido gli impedisce di varcare la soglia dell'Empireo e
deve attendere più di 2400 anni perché qualcuno si accorga di lui. E quel
qualcuno, naturalmente, è proprio il custode delle chiavi, il santo a cui il
Cristo ha affidato la custodia del Regno dei Cieli. Da quell'incontro casuale
scaturisce un intenso e fitto dialogo sulla società dei nostri giorni, sui mali
di cui essa si alimenta quotidianamente e sull'incapacità del genere umano di
sfuggire al lento declino a cui sembra destinato. Con un'agile e fruibile prosa
l'autrice prende per mano il lettore e lo avvicina all'affascinante mondo
dell'arte del pensiero. La filosofia diventa così scienza alla portata di
tutti, che si apre alla verifica della quotidianità e diventa strumento per la
sua comprensione. Alternando alla narrazione estratti dei testi originali, Ada
Fiore ci introduce nel mondo e nel pensiero di Socrate, filosofo tra i più
significativi dell'Occidente e figura attualissima che si distingue per
l'integrità morale della sua vita. Il pensatore ateniese, più vivo che mai,
sembra avere una risposta a ogni preoccupazione di San Pietro, comprese quelle
inerenti le pericolose derive della politica nostrana. E se in mezzo a proclami
elettorali e promesse di ogni sorta, i politici contemporanei appaiono privi di
proposte convincenti, il "manifesto" di Socrate si caratterizza per
la riscoperta di ideali a lungo sopiti, che mettono in comunione, per una
volta, i credi più disparati. Arriverà, forse, dalla filosofia il germoglio di
speranza per un futuro roseo? Ai posteri, anzi agli avi, l'ardua sentenza.
Info
martedì 9 luglio 2013
Mino De Santis alla Feltrinelli Point di Lecce in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro Muddhriche (Ululati, Lupo editore)
Appuntamento imperdibile in
questa calda estate alla Libreria Feltrinelli Point di Lecce con la
presentazione del nuovo cd di Mino De Santis “Muddhriche” (Ululati-Lupo
Editore). Giovedì 11 luglio 2013, ore 20.00
- Libreria Feltrinelli Point - via Felice Cavallotti, 7/A - LECCE.
Ogni qual volta si ascolta Mino
De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini
musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma
anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non
abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere
play. Mino De Santis è a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere
perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue
istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio
del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album
“Muddhriche” prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono
piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed
essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le
"macchiette", i personaggi del paese: “Lu prete” scaltro e smaliziato
o la “La bizoca e la svergognata”, apparentemente diverse ma "le stesse e
l'hanno sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia degli
"Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud
amaro dei “Pezzenti” (feat Nando Popu/Sud Sound System), quegli immigrati
trattati come animali tra “patruni e capurali”, senza diritti o assistenza,
pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso invasori.
E tra
mandolino e fisarmonica, si continua a raccontare di quei “Radical chic”,
quelli bravi a dare definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da
parlare.
A poco a poco le “Muddhriche” compongono il quadro di un uomo che,
come ben rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce,
cerca di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli
godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni
polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il
suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.
Il Salento trova nuove parole,
quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto
l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa
riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero.
(Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di
canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca).
Autoironico e impietoso… lo
definirei un “verista” per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella
di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla
in versi. È un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a
qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta
anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità,
un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità
“popolare” oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De
Santis).
INFO
lunedì 8 luglio 2013
domenica 7 luglio 2013
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