Cerca nel blog

venerdì 5 ottobre 2012

La strada di casa di Gorge P. Pelecanos (Piemme)



A ventisei anni, Chris Flynn sa di essersi già bruciato le migliori chance. Dopo un'adolescenza turbolenta, è finito in un carcere minorile per una sfilza di reati, proprio nel momento in cui i suoi coetanei sceglievano l'università da frequentare. Ma ha imparato la lezione: riconoscere i guai e starne alla larga. E così, quando lui e un ex compagno di prigione trovano una borsa piena di soldi sotto il pavimento che stanno ristrutturando, ordina all'amico e a se stesso di non toccarla. E togliersela dalla testa. È suo padre Thomas, ex poliziotto, a gestire la ditta per cui lavorano. L'uomo ha deciso di dimenticare le delusioni e i conflitti del passato e ridare fiducia al figlio: gli sembra che sia maturato, che si sia rimesso in riga. Il giorno in cui Chris non si presenta al lavoro, però, Thomas sa con certezza che il ragazzo è di nuovo in pericolo. Ma capisce anche che non potrà sempre proteggerlo da ogni male. Stavolta, dovrà lasciare che Chris trovi da solo la strada di casa. Ancora una volta, Pelecanos usa le tinte del noir per parlare dell'America della gente comune, in un romanzo che scava nella complessa dinamica di aspettative e rimpianti, perdono e redenzione che costella il percorso compiuto da un padre e un figlio prima di ritrovarsi.

Recensione di Alessandra Peluso su Il Quinto Accordo. Guida alla padronanza di sè. Un libro di saggezza tolteca di Don Miguel Ruiz, Don Josè Ruiz (Edizioni Il Punto d’Incontro)

Questo manuale sembra lo scrigno della vita perfetta, il paradiso che tutti vorremmo, e che secondo gli autori Don Miguel e Don Josè Ruiz è possibile realizzare in ognuno di noi. Occorre seguire 5 regole fondametali chiamate “Accordi”. Trovare gli accordi come in musica perchè la vita prenda armonia: essere impeccabile con la parola; non prendere nulla in modo personale; non supporre nulla; fare sempre del proprio meglio; essere scettico, imparando ad ascoltare. Questi sono i cinque accordi che derivano dalla saggezza tolteca - i Toltechi vivevano nel Messico meridionale - che ricerca la profonda verità condivisa da tutte le sacre tradizioni esoteriche del mondo. Non è una religione, ma un modo pratico per raggiungere la felicità e l’amore. Pertanto, se c’è qualcuno che fornisce le chiavi della felicità non possiamo non accoglierlo. Ecco che ci si addentra nella lettura magica del libro e qui innanzitutto, don Miguel consiglia ad ognuno di noi, a chi fosse interessato a conoscere queste vie di verità, ad essere impeccabile con la parola. Spiega che ognuno di noi è programmato ad inviare un messaggio, deve però avere il coraggio di raccontarlo, creando così la propria verità che è la vita. Raccomanda di dire sempre ciò che si conosce senza menzogna. Ricorre ad una immagine che sembra richiamare un dipinto di Botticelli: «Se credete di essere un artista, tutto diventa di nuovo possibile. Le parole sono il vostro pennello e la vostra vita è la tela. Potete dipingere tutto quello che volete, potete persino copiare il dipinto di un altro; ma ciò che esprimete è il modo in cui vedete voi stessi, il modo in cui vedete l’intera realtà. Quella che dipingete è la vostra vita, e com’è la vostra vita dipende dal modo in cui usate la parola. Bellissimo consiglio, ma quanti di noi non si lasciano condizionare da qualcuno o qualcosa? E troppi sono i messaggi distorti che inviano ogni giorno i mass-media, che ci convincono a cercare la menzogna e non la verità. Vivere la propria vita nella libertà e nella consapevolezza è una grande vittoria e lo si fa seguendo il secondo accordo: “Non prendere nulla di personale. Non dover più organizzare la propria vita in base alle opinioni degli altri è un grande passo per realizzare la libertà personale. A tal punto, pare che tutte le filosofie vengano meno quando niente è spiegabile se non la propria vita che è perfetta. Mentre, afferma don Miguel ci hanno insegnato da sempre che non siamo perfetti, nulla di più falso, è una grande menzogna da scacciare: ognuno di noi è perfetto ed è messaggero della propria verità che è la vita. Il terzo accordo invece dice: “Non supporre nulla”. Non esiste la menzogna, non esistono i conflitti se non nella nostra mente. Il quarto accordo: “Fai sempre del tuo meglio”. Vivi pensando di vivere la tua vita soltanto tua, dove la mente non è più condizionata dal tiranno, il giudice o la vittima. Ossia “vivi senza giudizi nè pregiudizi”. E infine: “Sii scettico, ma impara ad ascoltare”.  Così con straordinaria serenità e apertura di cuore l’autore invita ad accogliere il suo messaggio e partecipare a realizzare questo sogno: una nuova umanità in cui tutti vivono nel’armonia, nella verità e nell’amore. In questo sogno - aggiunge don Miguel Ruiz - possono partecipare tutti, indistintamente, a qualunque religione o filosofia si appartenga, qualunque sia il maestro, tutti sono invitati a condividere questo sogno.  Il mondo potrà essere cambiato amando se stessi, godendo la vita, facendo del proprio mondo un sogno paradisiaco. I Cinque Accordi vogliono essere gli strumenti per cambiare il proprio mondo. Ed è possibile se si è impeccabili con la parola, se non si prende nulla di personale, se non si suppone nulla, se si fa sempre del proprio meglio e se si è scettici ascoltando, non ci sarà più guerra nella vostra testa: ma ci sarà pace.  E con queste certezze, sapendo di non perdere nulla, che è il caso di accedere a questo “sogno” raccontato nel libro Il Quinto Accordo con amorevole semplicità, come una madre quando narra una fiaba al proprio bambino. Conferisce serenità all’animo, apre il cuore alla speranza. Migliorare la propria vita forse sì è possibile, vale la pena scommettere, come la scommessa di Pascal: «Ogni giocatore azzarda con certezza per guadagnare con incertezza; e azzarda certamente il finito per guadagnare incertamente il finito senza peccare contro la ragione. In un giuoco in cui vi sono eguali probabilità di vincere o di perdere, arrischiare il finito per guadagnare l’infinito ha evidendemente la convenienza massima». La dottrina pascaliana per credere in Dio, io la adotto per credere in se stessi.  


giovedì 4 ottobre 2012

Il manoscritto ritrovato ad Accra di Paulo Coelho (Bompiani)



14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara ali invasione dei crociati, un uomo greco, conosciuto come II Copto, raccoglie tutti gli abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall'amore, dalle perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla coesistenza quotidiana con l'ineluttabilità della morte. "Il manoscritto ritrovato ad Accra" è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l'attimo presente contro la morte dell'anima.

Come fuoco nell’arca di Marisa Pelle (Besa editrice)



Gocciole di cera che il tempo// ha rappreso sulla pelle// le nostre ore sommesse silenziose// Luce affilata che deflagra// da una candela spenta// tersa alabastrina// luce che s’interna nel tessuto// delle cose.


Marisa Pelle, calabrese di origine, è nata ad Ardore ( RC ). Ha pubblicato le seguenti sillogi di poesie: Fiore di cactus (Messina 1987), Scagliosi silenzi (Messina 1991), Fatamorgana (Messina 1996), Sulla cifra del tempo (Messina 2004), Sul crinale del giorno (Besa, Nardò 2008), Dai gradini del Persephoneion (Besa, Nardò 2010) che hanno riscosso il consenso dei critici e sono risultate finaliste in occasione di varie rassegne letterarie. Sue poesie, edite e inedite, sono presenti in diverse antologie e in alcune riviste letterarie; in particolare è risultata finalista per l’edito al Premio A. Contini Bonacossi 2009 con la silloge Sul crinale del giorno, al Premio Rhegium Julii – Inedito 2010 con la silloge Dai gradini del Persephoneion e Inedito 2011 con la silloge L’ala mancante. Il suo profilo letterario e una scelta della sua produzione sono inseriti nell’Antologia a cura di Carmelo Aliberti Poeti siciliani del secondo Novecento (Bastogi Ed. 2003), nella Letteratura italiana Poesia e narrativa dal secondo Novecento ad oggi, a cura di Lia Bronzi - vol. II (Studio critico e testi) – Bastogi Ed. 2007-2008 e nell’Antologia internazionale Poeti della nuova frontiera “Segnali 2008-2009” a cura di Paolo Borruto.(RC) e in “Segnali e Interventi 2010” a cura di Paolo Borruto (RC).


mercoledì 3 ottobre 2012

Exit di Alicia Giménez Bartlett (Sellerio)



Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell'annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti. Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l'elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione. Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall'infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d'uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz. Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l'infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.

martedì 2 ottobre 2012

Chi è nato prima, il lettore o lo scrittore? Angelo Orlando Meloni dialoga con Simonetta Bitasi a Casa delle Letterature



Mercoledì 10 ottobre h. 18.00, presso il bellissimo scenario di Casa delle Letterature in piazza dell'Orologio 3 a Roma, un incontro, a colpi di parole, libri e citazioni sui due vertici opposti della lettura: il dibattito fra Angelo Orlando Meloni e Simonetta Bitasi sarà la proroga letteraria della manifestazione "La scelta delle donne", andata in scena proprio a Casa delle Letterature dal 17 maggio al 19 settembre 2012.

Angelo Orlando Meloni è nato a Catania e vive a Siracusa. Ha scritto la raccolta Ciao campione e il romanzo Io non ci volevo venire qui, edito quest'ultimo nella collana L'italiana di Del Vecchio Editore. Aggiorna saltuariamente un blog di colore verde come la speranza, la benzina e l’ecologia.
Simonetta Bitasi realizza da molti anni progetti di promozione alla lettura per ragazzi e adulti. Il suo lavoro è leggere e come lettore ambulante organizza gruppi di lettura e incontri dedicati ai libri in biblioteche, librerie, circoli culturali, bar e case private. Collabora come consulente-lettore agli acquisti delle biblioteche. Ha scritto e scrive di libri e lettura per le pagine culturali della Gazzetta di Mantova, e su vari periodici tra cui Diario e Liber e da febbraio 2012 si occupa della pagina letteraria di GQ Italia. E' tra i collaboratori che hanno curato l'ultimo aggiornamento della Garzantina di Letteratura (2007).
campione e il romanzo Io non ci volevo venire qui, edito quest'ultimo nella collana L'italiana di Del Vecchio Editore. Aggiorna saltuariamente un blog di colore verde come la speranza, la benzina e l’ecologia.

Simonetta Bitasi realizza da molti anni progetti di promozione alla lettura per ragazzi e adulti. Il suo lavoro è leggere e come lettore ambulante organizza gruppi di lettura e incontri dedicati ai libri in biblioteche, librerie, circoli culturali, bar e case private. Collabora come consulente-lettore agli acquisti delle biblioteche. Ha scritto e scrive di libri e lettura per le pagine culturali della Gazzetta di Mantova, e su vari periodici tra cui Diario e Liber e da febbraio 2012 si occupa della pagina letteraria di GQ Italia. E' tra i collaboratori che hanno curato l'ultimo aggiornamento della Garzantina di Letteratura (2007).


L’uccello del malaugurio di Camilla Läckberg (Marsilio)



Fjällbacka sta per lasciarsi alle spalle un altro dei suoi lunghi inverni silenziosi, e nella Giunta cittadina c'è chi è ansioso di attirare l'attenzione sul piccolo centro della costa. Quale occasione migliore di un reality show, con telecamere piazzate dovunque a riprendere luoghi e persone che entreranno nelle case di decine di migliaia di telespettatori? La proposta è approvata, i riflettori puntati, ma l'arrivo del cast crea non poco scompiglio, tanto più che il produttore, consapevole che gli scandali aumentano l'audience, si diverte ad alimentare le tensioni tra i concorrenti. Ma il trambusto mediatico rischia di assorbire anche le risorse della polizia, e il vicecommissario Patrik Hedström, già distratto dai preparativi per il suo matrimonio con Erica, è in affanno: le indagini su una donna morta in circostanze sospette vanno a rilento. Cercando faticosamente di mettere insieme i pezzi di un caso dai mille colpi di scena, tra minacce, segreti e sterili menzogne, Patrik trova un diario e vecchi ritagli di giornale che potrebbero contenere indizi preziosi. E anche un collegamento con un caso molto simile avvenuto solo qualche anno prima. Non gli resta che insistere, per arrivare ad aprire una breccia nel muro di silenzio che la piccola comunità di Fjällbacka erge a difesa della propria immagine, che vuole conservare irreprensibile.

Non tutte le verità possono essere rivelate!


C.R. & F. presenta "Due ruote una vita" di Raffale Polo (Lupo editore) il 5 ottobre 2012 ore18,30 a Lecce presso il Museo Sigismondo Castromediano



L’Associazione C.F. & R. presenta in collaborazione con la Libreria Palmieri di Lecce, la presentazione del volume   "Due ruote una vita" di Raffale Polo (Lupo editore) che si terrà il 5 ottobre 2012 ore18,30 all’auditorium del Museo Sigismondo Castromediano in viale Gallipoli a Lecce. Relazionerà sul libro Raffaele Gorgoni (scrittore e giornalista Rai). Intervengono: Anna Palmieri (Libreria Palmieri); Raffaele Polo (autore); Gianluca Pasca (Presidente C.F. & R. - Centro Formazione e Ricerca). Modera - Stefano Donno (critico e scrittore)
La figura di Manfredi Pasca, leggendario corridore leccese, si intreccia con l’atmosfera crepuscolare degli anni dal dopoguerra a oggi, in una Lecce fatta di stenti, fame, miseria e sacrifici. Ma anche di buoni sentimenti, ideali, onestà e impegno, fiducia incrollabile nella volontà umana che, se ben instradata, supera qualsiasi difficoltà. Anche la sofferenza, anche la morte, anche la disperazione per le perdite più dolorose. Manfredi diventa, allora, un vero e proprio eroe, e le sue gesta, la sua vita possono riassumere l’epopea del Grande Popolo Salentino, indomito protagonista delle nostre piccole, grandi Storie.
Raffaele Polo - Nasce a Piacenza il 2 aprile 1952. È pubblicista dal 1978; laureato in Lettere e in Pedagogia, vive e lavora a Lecce. Ha pubblicato di recente  “Il Cielo in ogni stanza” (Lupo editore, 2009); Leccesità (Luca Pensa editore, 2010).

Info
Prov. Monteroni - Copertino
73043 Copertino - Lecce (Italy)

Telefono: 0832.949510
Fax: 0832.937767

Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice) alla Feltrinelli di Bari il 3 ottobre 2012



Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice) sarà presentato mercoledì 3 Ottobre 2012, alle ore 18.30 presso La Feltrinelli di Bari (Via Melo, 119). Dialogherà con l'autrice la giornalista Annamaria Ferretti. Interverrà la scrittrice Francesca Palumbo

Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita. Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare.


Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).

lunedì 1 ottobre 2012

Un amore di angelo di Federica Bosco (Newton Compton Edizioni)



"Libera di danzare senza schemi e regole ferree, libera di studiare con chi volevo senza più obbedire ai canoni rigidissimi delle scuole prestigiose o ai capricci di insegnanti frustrati, libera di esprimere me stessa". Mia ha avuto l'occasione che attendeva da sempre: un'audizione alla Royal Ballet School. Ma quando si è trovata su quel palco, quando ha capito che la possibilità di entrare in quella scuola era a portata di mano, ha sentito di non voler rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli, costrizioni. Accanto a lei, anche nelle decisioni più difficili, c'è sempre stata la voce di Patrick, eterea presenza che non la lascia mai. Dopo il suo "no" alla Royal, per Mia può iniziare una nuova vita: lei e Nina, superate finalmente tutte le incomprensioni che le avevano divise, decidono di trasferirsi a Londra. Mia trova una scuola d'arte che la entusiasma, la Brit, mentre Nina prova a frequentare un corso di giornalismo. Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno anche affrontare la difficile gravidanza di Nina. A sostenerle, come sempre, ci sarà l'incorporea figura di Patrick. Finché un giorno...

domenica 30 settembre 2012

Dimmi che c’entra l’uovo di FABIO NAPOLI (Del Vecchio Editore). Intervento di Alessandra Peluso



Anch’io son curiosa di sapere come fa ad uscire l’uovo dal frigo. Che c’entra quest’uovo? Sarà forse un paradosso burlesco per evidenziare agli occhi del lettore quant’è machiavellica la nostra società? Dove tutto conta e niente è indispensabile alla vita? “Dimmi che c’entra l’uovo” è il titolo bizzarro del romanzo scritto magistralmente da Fabio Napoli. Letto tutto in un fiato, vogliosa di giungere alla conclusione del romanzo, sperando in un lieto fine come nei film o nelle favole, speranza vana. In realtà, si tratta di uno specchio riflesso dell’esistenza individuale e sociale precaria. È l’essenza della vita odierna, della ricerca disperata di un lavoro per guadagnarsi da vivere o sopravvivere come accade a Roberto Milano, protagonista della storia con altri giovani coetanei nella realtà romana. Una metropoli che se da un lato può offrire opportunità, dall’altro disorienta, spersonalizza l’individuo e lo mercifica, descrizione che riporta alla memoria la quantomai attuale opera “La Filosofia del denaro” di Georg Simmel. Fabio Napoli romanza la vita odierna e lo fa con una semplicità strabiliante regalando scene di un film come se il lettore dovesse farne parte, e purtroppo forse qualcuno dei lettori si sentirà davvero un soggetto coinvolto. Il protagonista Roberto Milano, precario, giovane laureato svolge tanti lavori per guadagnarsi da vivere come comparsa in film porno, insegnante privato, pizza express, tutti rigorosamente  precari; licenziato puntualmente, ripone l’ultima speranza in un colloquio per lavorare in un fast-food e pagarsi almeno l’affitto. Qui incontra una ragazza Marianna, spigliata, affabile, e si lega sia affettivamente che “professionalmente”. Insieme infatti intendono organizzare una banda per rapine, la cosiddetta “Banda dei precari”. A quanto pare unico modo, unica via d’uscita per avere soldi in tempo breve e senza sacrifici. I ragazzi,  tuttavia, non hanno fatto i conti con il destino, il sacrificio infatti c’è ed è grande. È questo cambierà le sorti ai giovani precari, vivendo nel timore di essere scoperti e presi dalla polizia. “La banda dei precari” potrebbe anche essere il titolo del libro così come il titolo della vita di ognuno di noi attualmente precario. L’esistenza è precaria, gli affetti, il lavoro: tutto diventa parte di un bisogno. Lavorare per guadagnare e soddisfare dei bisogni. Non esiste un posto fisso, appare un miraggio, anzi un mito degli anni ’80. Ogni cosa è abitualmente precaria e come emerge dal romanzo la possibile soluzione per guadagnarsi un “pezzo di pane” sembra rubare o compiere azioni che non riguardano certamente un lavoro dignitoso.  Potrebbe essere una provocazione quella dell’autore oppure no. Tuttavia spesso è realtà. Recita l’art. 4 della Costituzione italiana: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». Non è fantascienza, non è realtà: è raccapricciante pensare che l’articolo appena citato non rispecchi la società contemporanea dove il diritto al lavoro è una mera chimera, non un diritto di tutti. È sufficiente ascoltare i TG o leggere i quotidiani per capire la misera condizione della maggior parte della gente. Aumenta la sfiducia in sé stessi e negli altri, la paura, la sofferenza o peggio la non accettazione della precarietà in una non vita rappresentata dal suicidio. a con questo “Dimmi che c’entra l’uovo”? Qui Napoli s’ingegna a creare un episodio al limite del reale, è una domanda di un test attitudinale in un colloquio di lavoro al quale Roberto prende parte per poter lavorare, se superata la prova, in un fast-food. Insomma un pò come i test che dobbiamo affrontare oggi per qualsiasi concorso dove un quesito logico rimmarrà irrisolto per l’intera esistenza in quanto incompreso o incomprensibile.  Inoltre, il romanzo è animato da un forte spirito di solidarietà e di coraggio. Vuole rincuorare il lettore comunicando che nonostante tutto occorre reagire purchè si possa giungere ad un cambiamento, ad un miglioramento per una società equa ed uno Stato che garantisca un lavoro dignitoso a chi ha voglia di lavorare e soprattutto a chi merita. E la meritocrazia non sia soltanto un appannaggio usato dai potenti e dai ricchi per illudere e ingannare i poveri.  A proposito della crisi, della precarietà: temi affrontati nel romanzo di Fabio Napoli, cito una riflessione di Einstein su “Il mondo come lo vorrei” (1931): «La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. La creatività nasce dall’ansia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato (...). L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla». Vuole essere un augurio, una speranza.

Kurumuny Edizioni a Li Ucci Festival di Cutrofiano (Lecce) con “Io scrivo la realtà” di Cici Cafaro e “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari” di Cannole. Dal 3 al 6 ottobre 2012



Da mercoledì 3 a sabato 6 ottobre a Cutrofiano, in provincia di Lecce, va in scena la seconda edizione de Li Ucci Festival, quattro giorni di convegni, workshop, mostre, estemporanee di pittura, presentazioni di libri e concerti per ricordare i cantori dello storico gruppo salentino, custode delle tradizioni popolari degli 'stornelli', dei canti d'amore e di lavoro, spesso improvvisati al ritmo del tamburello. Uccio Bandello e Uccio Aloisi sono stati depositari e interpreti di una tradizione raccolta e coltivata da una nuova generazione di musicisti, cantori e ricercatori. Nel corso degli anni, il gruppo ha coinvolto, oltre ai due cantori di Cutrofiano, anche Uccio Melissano, Narduccio Vergaro, Uccio Casarano, Uccio Malerba, Pippi Luceri, Giovanni Avantaggiato e Ugo Gorgoni. Il Festival, organizzato da Sud Ethnic con la direzione artistica e organizzativa di Antonio Melegari, con il contributo di Comune di Cutrofiano, Istituto Diego Carpitella, Grecìa Salentina, Fondazione Notte della Taranta, Fondazione Notte di San Rocco e con il Patrocinio di Provincia di Lecce, Regione Puglia e Università del Salento, coinvolgerà anche quest'anno un centinaio tra studiosi, musicologi, musicisti e musiciste, cantanti, danzatrici e si chiuderà sabato 6 ottobre con un concerto-evento per celebrare, nella sua città natale, la figura di Uccio Aloisi, straordinario interprete della musica tradizionale salentina, scomparso il 21 ottobre 2010. Sul palco allestito in Piazza Municipio si alterneranno i Vecchi Cantori di Zollino, Antonio Amato, Enza Pagliara, Antongiulo Galeandro, Antonio Castrignanò, Zimbaria, Carlo Canaglia ensemble, Melegari & i suoi compari, Gianluca Longo, Gianni De Santis, Su’ d’est, Menamenamò, Dario Muci, Le Sorelle Gaballo, Giancarlo Paglialunga, Kamafei, Triace, Puccia from Apres la classe, Massimiliano Morabito, Cardisanti, Orchestra Sparagnina, Alessia Tondo, Emanuela Gabrieli, Edo Zimba, Canzoniere Grecanico Salentino, Annacinzia Villani, Giovanni Avantaggiato, Andrea Stefanizzi, Paolo Pacciolla, N.Scott Robinson, Silvia Perrone, Maristella Martella, Emanuele Licci, Mauro Durante, Stefano Calò e molti altri. Dopo aver suonato per più di trent’anni al fianco di Uccio Bandello (scomparso nel 1998), Uccio Aloisi ha continuato a proporre i suoi stornelli in tutta Italia e sul palco della Notte della Taranta. Negli ultimi anni Uccio è stato un “trait d’union tra le forme dell’espressività tradizionale e le nuove pratiche reinventive dei patrimoni tradizionali”, come sottolinea il coordinatore artistico della Notte della Taranta e consulente scientifico dell'Istituto Diego Carpitella Sergio Torsello. “Uccio Aloisi era un personaggio chiave del “paesaggio sonoro” salentino che tuttavia, negli anni dell’iperbolico revival della pizzica, s’era reinventato un ruolo, una “identità”, rimanendo sempre fedele a se stesso, alla sua appartenenza a un mondo culturale che ormai non c’è più. Uccio Aloisi era così. Un maestro senza cattedra, un sontuoso “albero di canto” cresciuto in una terra amara ma ricca di colori e di suoni. Che grazie a lui non morirà”. Sono già aperte le iscrizioni al workshop di tamburi a cornice tenuti nei giorni del festival dal percussionista statunitense N. Scott Robinson (Tecnica lap style), da Andrea Stefanizzi (tamburello) e Paolo Pacciolla (tecniche di improvvisazione in India e Tecniche di composizione per ensemble), che coordineranno l’ensemble di tamburi a cornice “Battere nuovi ritmi” che si esibirà il 5 ottobre in Piazza Cavallotti (per iscrizioni e informazioni: info@liuccifestival.it - 3290399779 - 3807025709). Sabato 6 ottobre spazio anche al seminario di danze popolari in collaborazione con Tarantarte tenuto da Maristella Martella (per info e iscrizioni 3394492300).
L'articolato programma ospiterà inoltre il convegno Battere nuovi ritmi: il tamburello (3 ottobre), numerose mostre (tra le quali 'Cornici dal mondo' di Francesco Paolo Manna, in collaborazione con La Società italiana tamburi a cornice,e l'Arte nel piatto, dedicata alla lavorazione e decorazione della terracotta), il concerto 'Ricordando Uccio Bandello' con la partecipazione dei Cardisanti, di Lina Bandello, figlia del cantore, di Uccio Casarano (storico organettista del gruppo Li Ucci) e altri ospiti (3 ottobre nel Parco Verde) e l'esibizione dei Kamafei (4 ottobre al Jack'n'Jill). Il festival ospita inoltre Bar-Cultura con la partecipazione di Nandu Popu (4 ottobre) e del suo romanzo d'esordio 'Salento, fuoco e fumo' (Laterza) e la presentazione dei due volumi “Ricci i tuoi capelli” (Le Donne di Cannole) e “Io Scrivo la realtà” (Cici Cafaro) pubblicate da Kurumuny.

Kurumuny Edizioni a Li Ucci Festival di Cutrofiano  (Lecce)  con Io scrivo la realtà di Cici Cafaro e Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole (show case)  il 5 ottobre 2012  al Bar Caffè Saracino di Cutrofiano  - ore 18,00

Info

sabato 29 settembre 2012

Novità in libreria: “Angeli dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi



Un terribile incidente ferroviario. La Freccia del Nord A 407 proveniente da Setterville e diretto a Blow City, precipita per cause misteriose in un canyon. Muoiono circa 300 persone. Poco distante dal luogo dell’incidente si trova una piccola cittadina, Busyville, dove il Tempo pare si sia fermato chissà da quanto. Marc Rosendale, avvocato in carriera sull’orlo di un forte esaurimento nervoso, torna dopo più di trent’anni a Busyville dalla sua famiglia, un po’ per ritrovare se stesso, un po’ per nostalgia. Qui nulla sembra essere cambiato, ma circolano voci, a causa di una serie di suicidi inspiegabili, che quella città sia un posto maledetto. Solo voci? Marc intende andare a fondo sulla questione, e quello che scoprirà andrà oltre i limiti dell’umana comprensione…

“Marc, su consiglio del proprio psichiatra, si concede una vacanza dal lavoro per riposarsi. Egli sceglie di tornare al suo paese natale per rivedere i suoi genitori, che non vede da trenta lunghi anni. Busyville è una piccola città con pochissimi abitanti, rimasta ferma a trenta anni prima, chiusa al mondo esterno progredito, per vivere in una voluta e ostinata vecchia cultura. Una cittadina di gente per bene e caratterizzata da una grande tranquillità. Ma ben presto Marc si renderà conto che si tratta di una tranquillità del tutto apparente, quando in città cominceranno a verificarsi strani fenomeni, nei quali si troverà personalmente coinvolto. Quali misteri si nascondono all’interno di questa apparentemente tranquilla cittadina? Cosa troverà Marc indagando su quanto sta accadendo?

Marc troverà anche l’amore in città, un amore bellissimo, forte e puro, un amore che andrà oltre ogni difficoltà, un amore che andrà oltre la morte.”

“Angeli Dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi, Narrativa, pag. 212, ISBN: 9788866185482

Anna Belozorovitch una nuova ed interessante voce nel mondo della lettere contemporanee



Un viaggio nella scrittura di Anna Belozorovitch

Vincitrice del Premio Internazionale 2012 - “Sulle orme di Ada Negri”
nella sezione “Narrativa Edita”
con “Banane e fragole”

Finalista del Premio Carver 2012
con “L’uomo alla finestra”

Premio Novità al concorso “Città di Sassari” 2012
con “L’uomo alla finestra”

Premio ex-aequo al concorso “Massa, città fiabesca di mare e di marmo”
per il ‘Libro di poesia edito’
con “L’uomo alla finestra”

Anna Belozorovitch, nata a Mosca (1983) e vissuta tra l’Italia e il Portogallo, è una giovane autrice di origine russa che dal 2005 a oggi ha già pubblicato diversi libri, una decina, divisi tra poesia e narrativa, a dimostrazione di una vivida creatività e di una forte capacità di tradurre in parole l’introspezione dei personaggi e la realtà dell’ambiente che li circonda. Anna Belozorovitch, che vive in Italia dal 2004, ha pubblicato con Besa Editrice, dopo il primo “Anima bambina” (2005), un libro dal titolo “L’uomo alla finestra” (2007). In seguito ha pubblicato “Banane e fragole” (2010), sempre per i tipi di Besa, dove in una serie di racconti descrive gli ultimi giorni dell’URSS visti con gli occhi di una bambina. Il riscontro di pubblico e soprattutto di critica ottenuto dalle opere di Anna Belozorovitch, dimostra ancora una volta l’efficacia di un lavoro editoriale costruito sulla scoperta, ma anche sulla continuità nella pubblicazione di alcune delle voci più importanti della letteratura dell’Est Europa.
Anna Belozorovitch ha scelto da diversi anni di scrivere in italiano le proprie storie, e comunicare così le proprie emozioni ai lettori. Una scelta che nell’ultimo anno ha trovato la sua conferma in diversi concorsi e altrettante manifestazioni dal respiro internazionale. “Banane e fragole”, edito nel 2010, ha vinto di recente il Premio Internazionale “Sulle orme di Ada Negri”, nella sezione ‘narrativa edita’; la premiazione si terrà il 29 settembre 2012 a Lodi. “L’uomo alla finestra”, pubblicato nel 2007 con Besa Editrice, è stato inserito tra i dodici finalisti del Premio Carver (premiazione il 7 ottobre a Civitavecchia), e, sempre lo stesso libro, è stato segnalato presso il concorso “Città di Sassari”, nell’ambito dell’evento “Ottobre in Poesia”. Anna Belozorovitch, in questa occasione, riceverà il “Premio Novità” (l’appuntamento è a Sassari il 19 ottobre 2012). Sempre “L’uomo alla finestra” ha vinto ex-aequo il primo premio al concorso “Massa, città fiabesca di mare e di marmo”, nella sezione “Libro di poesia edito.” Una delle caratteristiche più interessanti di questo ‘romanzo in versi’, come notato da Raffaele Taddeo (su “El-Ghibli”), consiste nel calare la contemporaneità della vicenda, e quindi del romanzo, in una forma che è propria della poesia. Questo percorso incessante, che alterna la conferma di un proprio stile alla continua ricerca di nuove forme di espressione, può essere riassunto in una sua poesia, intitolata non a caso “Il mio viaggio” (in ‘Cinque Passi’, Greta Edizioni), nella quale è scritto “Il mio viaggio è senza mappa/senza percorso stabilito, tappa intermedia/senza aspettativa, quindi senza tragedia./Il punto dove sono/non esiste./Non potrei mai essere triste,/non lascio nulla./Io voglio sempre e solo oltre./Io spero sempre ancora il dopo”.
Anna Belozorovitch è nata a Mosca nel 1983, ha vissuto tra il Portogallo e l’Italia, scrivendo in entrambe le lingue, vive in Italia dal 2004. Con Besa Editrice ha pubblicato “Anima bambina” (2005), “L’uomo alla finestra” (2007) e “Banane e fragole” (2010).

Informazioni e contatti:
http://www.besaeditrice.it
ufficiostampa.salentobooks@gmail.com

venerdì 28 settembre 2012

C'era una volta la Fiat. Tutto quello che l'azienda non vuole che sappiate di Salvatore Cannavò (Aliberti). Intervento di Nunzio Festa



Sergio Marchionne è uno dei personaggi più importanti della televisione finanziara, un soggetto fondamentale della fiction soprattutto economico-finanziaria italiana; una personalità, va detto per correttezza, che fa parte però del palinsesto mondiale. Salvatore Cannavò, giornalista del Fatto Quotidiano e con una lunga esperienza di cronista a Liberazione, ha dato alle stampe un libro che si basa molto sulla sua esperienza professionale, "C'era una volta la Fiat", dove il sottotilo che striza l'occhio, come si dice, al marketing è: "Tutto quello che l'azienda non vuole che sappiate". Un libro che guarda nuovamente alle strategie appunto del Marchionne in seno ai resti degli Agnelli e, fortunatamente, non appoggiato alla tipologia descrittiva del 'manager col poolover' - a differenza di molti suoi colleghi innanzitutto. L'agile e necessario testo, in tutto lo svolgimento del primo capitolo "La vittima Marchionne", infatti, illustra come prima cosa gli scenari immaginati dall'ad 'svizzero'. Che significa, in pratica, Fiat oggi sui mercati mondiali: specie in Cina, Usa, Brasile. Indugiando sul dato, in primis, che la Fiat guidata da Sergio Marchionne sul mercato cinese vale davvero poco, mentre vorrebbe, cosa d'altronde sempre più visibile, spostarsi di braccia e cervello nella terra che il presidente Obama le ha fatto ben annusare. Le righe di Cannavò sono stampate dopo il saggio inchiesta di Fabio Sebastiani, penna da "cronista sindacale" anche questa venuta dal giornale che fu di Curzi e Sansonetti, "Officina Italia. La Fiat secondo Sergio Marchionne" (Altrimedia Edizioni, 2011); seguono "Ci volevano con la terza media. Storia dell'operaio che ha sconfitto Marchionne", (Editori Internazionali Riuniti, 2011) dell'operaio lucano Giovanni Barozzino, uno dei tre lincenziati di Melfi; succedono a "Vestivano alla marinara. Storia della Fiat dalle origini a Marchionne", (Editori Internazionali Riuniti, 2012), di Antonio Sciotto. Quindi ad allargare il quadro della situazione e quasi fare attualità. Se su questo tema, è possibile. Mentre gli stabilimenti italici, persino la Sata di Melfi in Basilicata, tremano. Quando gli operai rotti e battuti nella lotta di classe vinta dai padroni, oltre a subire altri continui licenziamenti e abituale soppressione di diritti, devono sapere che la piemontese Fiat non per molto terrà - a far da made in Italy - piene le palazzine dirigenziali dell'ex fortezza sabauda (quest'estate non a caso per due volte gli impiegati di Torino hanno provato le virtù della cassa integrazione). E "la forza lavoro" deve scongiurare, ancora, riduzioni del personale e prossime dismissioni. Ché il "nuovo" meccanismo di distruzione delle forze residue di lavoratrici e lavoratori inaugurato a Pomigliano d'Arco non è sufficiente. Non è bastato a Marchionne, insomma, togliere di mezzo l'incombenza Fiom. Nulla si può dar per sott'inteso e per assicurato, pare ricordarci Cannavò, ma le prospettive sono nere. L'autore quasi prova poi a chiedere: a questo punto si dovrebbe chiedere il governo chiami un'azienda estera a tutelare la produzione italiana, se l'azienda italiana per antonomasia va a tutelarsi fuori dall'ex Belpaese? Quando il microfono per il racconto, invece, è dato agli opera sentiamo le vite dai luoghi della lotta e del dolore, dal sacrificio. Il film che supera di qualità la finzione e la finzione di qualità di cui in principio della lettura. "Vent'anni di giornate uguali e faticose" a Mirafiori, per esempio. Dove s'inizia a parlare sulla linea al termine del vero risveglio dalla levataccia, a ore di distanza dalla sveglia. Nella chiusura di Termini Imerese. Tantissime storie. Passando dalla battaglie dei tre di Basilicata sputati fuori dalla Sata (pure se non è letto il rapporto di sudditanza tra Regione e Fiat). Lavoratori che si "rompono" come i compagni che devono sopportare sempre gli stessi movimenti e posizioni scomode. Altro che la bellezza dei robot lanciata dai tg. Il massacro, d'altronde, ha un nome: Wcm. Un sistema che toglie, per dire, il "camminare". Perché si deve risparmiare tempo. Senza risparmiare chi lavora. 

      

giovedì 27 settembre 2012

Speed Book: "Amore: storie e vicende di uomini e donne"



Il Presidio del Libro di Nardò e Spiagge d’Autore
in collaborazione con il Comune di Nardò,
con la partecipazione della Compagnia Teatrale “Terrammare”

in occasione della "Festa dei lettori"

presentano

Speed Book: "Amore: storie e vicende di uomini e donne"
SABATO 29 SETTEMBRE
CHIOSTRO DEI CARMELITANI - NARDÒ (LE) - ORE 20.30




Conversazione con
Daniela Palmieri, La cerva, Besa editrice
Bartolomeo Smaldone, Se i tuoi occhi un giorno, Gelsorosso
Adriana Cavallo, Una storia come tante, Gruppo Albatros
Anna Grazia Semeraro, La figlia del diavolo, Schena editore

Conduce Salvatore Cosentino, magistrato

"Amore: storie e vicende di uomini e donne", questo è il tema scelto per l'incontro di Speed Book, che si terrà a Nardò sabato 29 Settembre alle ore 20.30, presso la suggestiva cornice del Chiostro dei Carmelitani e che vedrà la presenza di quattro autori, in dialogo con il magistrato Salvatore Cosentino.
Daniela Palmieri, autrice de “La cerva” (Besa Editrice, 2010), sceglie una storia d’amore per raccontare le vicende della famiglia di un paese, una storia di umili che vivono al margine della storia, esistenze che lottano in un silenzio portando avanti la ‘propria’ storia, differente, esclusiva rispetto al gran corso degli eventi.
Anna Grazia Semeraro, con il suo “La figlia del diavolo” (Schena, 2012), ci riporta indietro di oltre cinquanta anni, al 1959, raccontandoci la storia di una donna che si macchiò di omicidio, uccidendo il padre dei propri figli, e meritando così l’ergastolo; una storia in cui il giudizio dell’uomo e quello degli eventi entrano in contrasto.
Adriana Cavallo, con il suo esordio intitolato “Una storia come tante” (Gruppo Albatros, 2011) da voce a una donna di quarant’anni, che si trova a fare i conti con gli uomini, “l’altra metà del cielo”, capaci di solcare mari per un primo incontro e incapaci di portare avanti una storia, con emozioni e dedizione. 
Infine Bartolomeo Smaldone, con “Se i tuoi occhi un giorno” (Gelsorosso), ci parla di un altro tipo di amori, quelli incompiuti, che molto spesso hanno la forza per dare un senso a tutta la nostra esistenza.

Il magistrato Salvatore Cosentino condurrà l’incontro, dialogando con i quattro autori, allo stesso tempo offrendo agli spettatori una versione dei testi e del tema che fa da sfondo a questo appuntamento dello Speed Book, questo evento della rassegna è caratterizzato dalla presenza della Compagnia Teatrale “Terrammare”; gli attori leggeranno alcuni estratti dei romanzi, selezionati appositamente dagli autori.

L'evento cade in occasione della "Festa dei lettori" (per chi legge, per chi non legge, per chi leggerà), manifestazione organizzata dai Presidi Del Libro per il 29 settembre, su tutto il territorio nazionale, e che impegnerà in Puglia 48 comuni, con letture animate, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, eventi e mostre.

Info:
http://www.besaeditrice.it

mercoledì 26 settembre 2012

LA LUCE SUGLI OCEANI – M. L. STEDMAN (Garzanti 2012). Intervento di Vittoria Coppola



Leggo pagine fatte di carta e ho, vivo negli occhi, il viso paonazzo di una bimba che strilla per la mancanza della sua mamma.  Mi lascio andare in un andirivieni per la stanza e percepisco sotto i piedi scalzi la sabbia di un’isola lontana. Torno alla realtà rimpiangendo l’immaginazione. Mi avvinghio all’inchiostro come fosse linfa vitale. Tutto questo mi porta a dire che il romanzo dell’australiana esordiente M. L. Stedman è l’opera di una donna dotata di sensibilità estrema. La Luce sugli oceani (Garzanti 2012) è una storia degli anni venti, di tutto ciò che ne consegue e del carico storico che si porta con sé.  Tuttavia, parla d’amore: un sentimento provato e nutrito nel profondo dell’anima.  Un amore tra uomo e donna, madre e figlia. Un palpito ingannato dal senso di colpa. Ma è anche la storia di un sentimento privato – nel senso che non viene, deliberatamente, concesso – ad una madre naturale senza colpa. Rimando di giorno in giorno il mio appuntamento con l’ultima pagina di questo libro, che inevitabilmente ne segnerà la fine, perché ho ancora necessità di nutrirmi di quell’amore.  Voglio riuscire a consolare quella bambina innocente, desidero parlare a quella madre.  Pretendo da me stessa di salvare quel padre. Voglio carezzare il viso smunto di quella giovane donna che ha perso tanto, troppo, per essere ritenuta colpevole. La luce sugli oceani è uno dei più bei romanzi che io abbia mai avuto il piacere di leggere. Semplicemente magnifico. Quell’isola potrà anche essere immaginaria (“non poi tanto”, come ha affermato la stessa autrice), ma le emozioni superano di gran lunga i luoghi: esse sì, sono autentiche. E qualcuno provi a sollevare il benché minimo dubbio.

Il 28 settembre 2012 esce per Chiarelettere L'Illusionista

Il 28 settembre 2012 esce per Chiarelettere L'Illusionista a cura di Pino Corrias, Renato Pezzini e Marco Travaglio. Il regno di Umberto Bossi politico – già barista, fattorino, installatore di antenne, impiegato all’Aci, supplente, inferm
iere, finto medico, cantante – è durato un ventennio. Come quello di Mussolini, come quello di Berlusconi. Ora che la marcia trionfale che lo ha portato dalla provincia lombarda alla conquista di Roma si è esaurita e un’intera stagione politica si sta chiudendo, è tempo di raccontarne la storia.

Pino Corrias è giornalista e scrittore. Già inviato speciale del quotidiano “La Stampa”, collabora con “la Repubblica”,“il Fatto Quotidiano” e “Vanity Fair”. Dirigente Rai, è sceneggiatore e produttore di film (LA MEGLIO GIOVENTÙ, Rai1 2003). Tra i suoi ultimi libri,VICINI DA MORIRE (Mondadori 2007) e IL CONTABILE E LE MURENE (Feltrinelli 2012).

Renato Pezzini è giornalista de “Il Messaggero”. Ha fondato e dirige “Oblò”, mensile di informazione libera realizzato con i detenuti del carcere di San Vittore. Con Pino Corrias per Rai2 ha curato l’inchiesta MANI PULITE.

Marco Travaglio è vicedirettore de “il Fatto Quotidiano” e collaboratore de “l’Espresso” e della trasmissione di Santoro SERVIZIO PUBBLICO. Dopo il successo di PROMEMORIA, è in scena con lo spettacolo ANESTESIA TOTALE insieme con Isabella Ferrari. Il suo ultimo libro è BERLUSMONTI (Garzanti 2012).

L’ILLUSIONISTA è il primo titolo dei PROTAGONISTI DELL’ANTIPOLITICA, una nuova serie della collana Reverse dedicata ai politici che hanno distrutto la politica e ci hanno portato alla rovina. Economica, politica e morale. Le loro vicende appartengono già alla storia, per questo vale la pena fissarle in un fermo immagine che ne faccia vedere tutti i contorni in un racconto per parole e fatti da non dimenticare. E conservare a futura memoria per ricordarci quanto l’Italia è caduta in basso.

martedì 25 settembre 2012

Resident Evil: Retribution ... al cinema!



In Resident Evil: Retribution il T-virus mortale della società farmaceutica Umbrella Corporation continua a devastare la Terra, trasformando la popolazione mondiale in legioni di zombie affamati di carne umana. Alice (Milla Jovovich), l'unica e ultima speranza per la razza umana, si risveglia all'interno della struttura segreta della Umbrella e svolgendo indagini approfondite, scopre alcuni segreti del suo misterioso passato. Senza un rifugio sicuro, Alice continua a cercare i responsabili dell'epidemia; un inseguimento che la condurrà da Tokyo a New York, Washington D.C. e Mosca, un viaggio che culminerà con una sconcertante rivelazione che la costringerà a rimettere in discussione tutte le sue certezze. Con l'aiuto di nuovi alleati e vecchi amici, Alice dovrà combattere per sopravvivere abbastanza a lungo da sfuggire ad un mondo sull'orlo dell'oblio.

“L’inferno del romanzo. Riflessioni sulla postletteratura” di Richard Millet (Transeuropa Edizioni). Intervento di Vito Antonio Conte



Ci vuole anche un libro come questo. Di uno scrittore che non conoscevo. Che la dice tutta sulla postletteratura (su chi scrive ignorando chi e cosa lo ha preceduto…). Dal suo punto di vista. Ovvio. Ma tutta. Dai suoi punti visuali, anzi. Di scrittore. E di editor. Di chi predica e cerca di praticare purezza. E di chi finisce, in un modo qualunque, per “omologare” quella altrui. Uno scrittore francese. Del quale –probabilmente- non leggerò altro. Ché leggerlo significherebbe rinverdire le mie (già scarse) conoscenze della lingua francese. E, all’evidenza, approfondirle. Rimangono lì dove sono, invece. In un angolo remoto dei miei studi liceali. E in un altro, ancor più remoto, di qualche mese della mia prima infanzia. La Francia e la straordinaria Prof Consenti rimangono ricordi. Adesso, non ho voglia né tempo per la lingua francese. Dunque, non leggerò Richard Millet! Se lo facessi nelle traduzioni italiane non potrei apprezzarlo (o disprezzarlo) per quel che per lui sembra importare di più: la qualità della lingua! Al punto da far coincidere lo stile con la qualità letteraria della lingua. Sembra che null’altro importi. Ma “L’inferno del romanzo. Riflessioni sulla postletteratura”, Transeuropa Edizioni (2011, pagine 220, € 18,90), con una bella “nota” di Carlo Carabba, non è un romanzo e, quindi, non mi sono perso niente. A meno che nei frammenti in cui il libro si snoda, spesso capocchiosamente, non voglia rinvenirsi un qual che del romanzo… Qualcosa, di sicuro, ho guadagnato: un pensiero onesto e scomodo, onestamente espresso in 555 momenti in forma di aforisma, reiteratamente urticante, com’ogni verità! Credo, diversamente da Millet e –paradossalmente- in sintonia con lo stesso, che la lingua (proprio come tutto il resto) non è immune al passaggio del tempo e del tempo è espressione. Credo, anche, che la supremazia di una lingua sulle altre non cancelli (né possa cancellare) queste ultime. Che la diffusione planetaria dell’inglese segni la morte del romanzo è ancor meno vero. Che possa obliare le altre lingue è una possibilità che si deve evitare. Che l’editoria internazionale, con l’uso dell’inglese nelle traduzioni…, “riduca” la probabilità di sopravvivenza (o, addirittura, stia celebrando il funerale) del romanzo è opinabile. È, invece, fuori dubbio che il francese è sempre meno utilizzato come lingua universale. La “grandeur” è sempre più piccola. E questo, vivadio, non è morte d’uomo! C’è, com’è sempre stato (e -forse diversamente- sempre sarà), che la letteratura è una sola e se il romanzo ha fallito, non è finita la letteratura. C’è che si spendono troppe parole. C’è che bisogna penetrare il mistero della parola. E re-imparare a usarla. Senza arroccarsi nel fortino di quel che resta della parola. Senza tentare sortite in terreni estranei. Senza inventarsi il niente. Ce n’è già abbastanza dappertutto. Mancava, invece, una denuncia (che a tratti rasenta l’improperio) verso la letteratura e la superfetazione editoriale attuale che fornisse spunti di riflessione e approfondimento su: perché si scrive e si pubblica quel che si scrive e si pubblica? E dintorni! “Scrivere: un segreto che invoca il segreto”, è una bella risposta, ma ha già un padre (aforisma n. 555)! Ne avete altre?

lunedì 24 settembre 2012

Il Rosso e il Blu



Il nuovo film di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio e Roberto Herlitzka. Il Rosso e il Blu è una commedia sul mondo della scuola, un racconto corale che unisce sentimento e ironia. Ad intrecciarsi sono le storie di un professore di storia dell'arte che ha perso la passione per il suo lavoro ed è inseguito da una sua vecchia alunna, di un giovane supplente di lettere che ce la mette tutta e cerca di "salvare" una studentessa eccentrica e ribelle, e di una preside rigida e inappuntabile costretta a occuparsi di uno strano alunno dimenticato dalla madre... "Nella scuola c'è un dentro e un fuori e noi ci dobbiamo occupare solo di ciò che è dentro" secondo la preside interpretata da Margherita Buy: ma è proprio da fuori che sembrano arrivare per tutti le lezioni più importanti


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog

My Hero Academia: Oltre l'eroismo, un'esplosione di poteri e valori

  PUBBLICITA' / ADVERTISING Un mondo di supereroi, ma non come lo conosciamo In un futuro non troppo lontano, il mondo di My Hero Academ...