Il mio interesse per il
territorio salentino nasce grazie alla curiosità e allo spirito di apertura nei
confronti di tutto ciò che coniuga la natura e il paesaggio al mio mestiere di
imprenditore nei settori dell’energia ed ambiente, e insieme a questo una mia
consueta attenzione per lo studio del paesaggio in relazione alla sua
conservazione. Era inevitabile, quindi, per approfondire queste conoscenze in
relazione al territorio Salentino, l’incontro con le opere di Rossella
Barletta, in particolare con quelle dedicate alle architetture contadine (edite
da Capone editore), muretti a secco e “pagghiari” in Salento. Dopo essermi
imbattuto in queste pubblicazioni durante un breve periodo di vacanza trascorso
in Salento mi sono procurato subito questi libri e altre simili. Le
architetture che sono descritte in queste opere sono dei veri e propri esempi
di bioarchitettura ante litteram, strutture che coniugano l’antica arte della
costruzione alla salvaguardia dell’ambiente di cui fanno parte; dall’utilizzo
di materiali naturali al impiego pressoché nullo di procedimenti di costruzione
che possano interferire con la natura, e nel pieno rispetto del paesaggio.
Penso che possiamo imparare molto dallo studio di queste testimonianze, adesso
che siamo definitivamente entrati in un’epoca in cui una visione ecologica e di
‘impatto zero’ sull’ambiente devono dominare ogni scelta, politica, sociale e
soprattutto economica. Queste architetture sono quanto di più bello, in
Salento, ci è stato donato dagli antenati che hanno abitato in passato queste
terre. Mi sono sempre chiesto se anche noi saremo capaci di raccogliere una
sfida simile, riuscendo a trasmettere a chi verrà dopo di noi un bagaglio di
conoscenze e di sensibilità simile nei confronti del paesaggio naturale,
lasciando esempi di bioarchitettura tangibili che mantengano per un altro
secolo o più queste premesse coniugando l’eco-abitare all’eco-costruire. Ma a
tutt’oggi, almeno da quando frequento con più assiduità queste “latitudini”,
sembra divenire sempre più impellente la necessità di sviluppare ipotesi utili
per il territorio salentino circa il suo sviluppo sostenibile, inteso
ovviamente come uno sviluppo che soddisfi i bisogni presenti senza eccessivo
danno per le generazioni future. Intento realizzabile solo con il noto assioma
ambientalista dell’agire localmente e pensare globalmente. Ma ancora più mi
preme sottolineare in questa sede, che sarebbe importante creare sempre più
frequenti momenti di riflessione sui fondamenti etici della complessiva e
complessa questione ambientale nel Salento e in prospettiva sulla situazione
odierna nazionale, europea ed internazionale (sulle energie rinnovabili e sulla
loro utilità, sulle tecniche di tutela degli eco/sistemi), nella convinzione
che la finalità dell’ecocompatibilità come tema affrontato sia ad oggi
fondamentale per una valorizzazione etica non solo dell’esistenza nella sua
componente socio-economica, ma anche per tutta la realtà ecosistemica intesa
come comunità biotica. E in questa prospettiva potenziare l’analisi dei
processi o prodotti sociali, economici, culturali, che hanno la capacità di
integrarsi con l’ambiente in cui vive l’essere umano e in generale con
l’ecosistema circostante, al fine di promuovere dunque lo sviluppo sostenibile
in relazione ai tre grandi ambiti di riferimento: economico, ambientale, sociale.
Buona eco/visione a tutti!
*Vander Tumiatti esperto UNEP
(United Nations Environment Program-Ginevra) ,Ass. Secretary IEC (International
Electrotechnical Commission- Ginevra), Imprenditore e Fondatore della Sea
Marconi Technologies Italia(www.seamarconi.com).