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martedì 7 febbraio 2012

LEA CERAMICHE


“Tra i più vivaci e produttivi brand del distretto ceramico modenese, Lea Ceramiche ha una copertura nazionale ed internazionale importante, con una presenza capillare in oltre 80 paesi nei 5 continenti del mondo. Oltre all'Italia, i mercati principali sono Stati Uniti, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Hong Kong, Corea e Giappone. Lea Ceramiche è parte di Panariagroup Industrie Ceramiche S.p.a., primario gruppo ceramico internazionale quotato al segmento Star di Borsa Italiana che detiene anche i marchi Panaria, Cotto d’Este, Fiordo, Blustyle in italia; Margres, Love Tiles in Portogallo e Florida Tile negli Stati Uniti d’America. Lea Ceramiche negli anni è stata l’azienda del gruppo che ha compiuto la più significativa trasformazione che l’ha portata a divenire una delle realtà più prestigiose dell’industria ceramica mondiale. Ciò è stato possibile grazie agli investimenti costanti ed ingenti orientati ad ottenere ad ogni stagione un’offerta di collezioni di grande personalità e successo perché basate su un’attenta ricerca stilistica, estetica e prestazionale. Eccellenza, innovazione, entusiasmo, estetica, competenza e affidabilità: questi i valori fondamentali di Lea Ceramiche, l'azienda di Fiorano Modenese che progetta e realizza materiali ceramici per il rivestimento e la pavimentazione di ogni tipo di ambiente. La capacità innovativa dell'azienda si basa su una continua sperimentazione che, grazie allo sviluppo di sistemi produttivi e tecnologie all’avanguardia, consente a Lea Ceramiche di proporre ai propri clienti una vasta gamma di prodotti di altissima qualità che si pongono al vertice di mercato per le eccellenti prestazioni tecniche e contenuto di design.
La sinergia fra prodotti, ricerca e design permette di offrire al professionista una gamma di articoli capace di soddisfare un ampio raggio di esigenze progettuali in un’ottica di sostenibilità e migliore coordinamento estetico con l’architettura e l’arredo. Ne è un esempio Slimtech , il rivoluzionario grès laminato dallo spessore di 3 mm e dalle dimensioni extra di 1 metro x 3 metri, adatto ad impieghi ad oggi inaccessibili alla ceramica tradizionale. Costante è l’impegno di Lea Ceramiche rivolto alla tutela dell’ ambiente . In ogni fase del ciclo di vita produttivo viene posta particolare attenzione all’ambiente di lavoro, alle materie prime, al packaging utilizzato; ogni processo viene monitorato affinché ci sia un risparmio energetico e una salvaguardia ambientale. La tensione continua al miglioramento e la profonda convinzione dell’importanza della comunicazione a vari livelli – la presenza con singolari allestimenti negli eventi fieristici - così come le collaborazioni con designer internazionali, portano ad aprire nel 2010 il primo showroom Lea Ceramiche , nella centralissima via Durini di Milano. Segno concreto della vitalità e della volontà dell’azienda di voler incontrare il pubblico, professionisti e non, lo spazio offre un personale punto di vista sui temi del decoro e delle superfici, raccontati attraverso temporanee installazioni e mediante differenti soluzioni compositive e cromatiche delle collezioni Lea Ceramiche.”


Il libro del giorno: Farla Franca. La Legge è uguale per tutti? Di Gherardo Colombo e Franco Marzoli (Longanesi)


Nel 1992 le indagini di Mani pulite portarono alla luce Tangentopoli: un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio. I reati scoperti dalle inchieste condotte da un pool della procura della Repubblica di Milano suscitarono una grande indignazione nell'opinione pubblica e di fatto rivoluzionarono la scena politica italiana. Partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il Psdi, il Pli sparirono o furono fortemente ridimensionati. A distanza di vent'anni, attraverso un dialogo serrato con Franco Marzoli, Gherardo Colombo, che di quel pool faceva parte, svela i retroscena delle indagini di Mani pulite sottolineandone effetti, limiti e aspettative mancate. Racconta le inchieste sulla P2 e sui "fondi neri" dell'Iri, prime avvisaglie di quell'intreccio tra poteri che Mani pulite avrebbe portato allo scoperto senza riuscire però a mettervi fine. Ripercorre le moltissime accuse mosse all'indagine dai politici coinvolti, le polemiche sull'abuso della custodia cautelare, le misure attuate dalla classe politica in propria difesa. Sullo sfondo, l'incapacità italiana di far rispettare l'articolo 3 della Costituzione, che vuole tutti i cittadini uguali di fronte alla legge. Per alcuni, ancora oggi, "farla franca" è terribilmente facile.

Lecce, “ambiente aperto”, nel lavoro di Franco Ungaro. Intervento di Vander Tumiatti* sul libro edito da Besa "Lecce Sbarocca"


Bel libro quello di Franco Ungaro dal titolo “Lecce Sbarocca” edito dalla Besa editrice. Un’opera sui generis, perché perennemente in bilico tra la prosa romanzata, il percorso autobiografico, il taglio di cronaca cittadina, la satira politica e il sardonico riso rivolto alla scena culturale di un territorio come quello salentino che di spunti, in parecchi ambiti, ne offre quotidianamente. E mi è piaciuto perché l’autore è uno che non si risparmia, si dona, ma soprattutto trasforma la sua lingua in spada, l’affina trasformandola in una vera e propria macchina di sperimentalismi che crea un bellissimo metissage di Caos e Ordine. Di tensione morale ne troviamo tanta, di senso estetico in abbondanza, di ferma convinzione che la Bellezza salverà il mondo oltre ogni più rosea aspettativa.
Ma la sostanza in tutto questo libro che ho letto e apprezzato profondamente è che Franco Ungaro ama il Salento, e desidera raccontarne “le donne, l’arme e gli amori” tentando di offrire uno spaccato senza veli di quello che il capoluogo salentino offre sul piano teatrale, artistico, e politico, cercando di far aprire gli occhi ai lettori su un momento storico particolare in cui il Sud intero non ne esce proprio dignitosamente. Ha uno spazio diffuso nel libro la città di Lecce, o meglio, la cosiddetta “leccesità”, con la dura critica alla sua mentalità “micromegalomane”. L’autore segue, più che i dettami etici di un Pasolini, l’impeto e l’assalto di un Carmelo Bene, più volte menzionato, che lo portano in verità a trovare nuovi argomenti per condurre una battaglia più ampia per un Sud che deve cresce, vuoi nelle infrastrutture, vuoi nella forma mentis. Ho trovato splendido, come penso anche molti lettori, quel brano della postfazione di Goffredo Fofi che dice: “Ogni regione, ogni capoluogo e quasi ogni paese ha in Italia e forse in tutta Europa il suo cantore, il suo storico, il suo linguista, il suo poeta dialettale, i suoi innamorati. Ma gli innamorati non sono tutti eguali, ci sono gli innamorati entusiasti e ci sono anche gli innamorati delusi, e gli innamorati non della città ma della possibilità di conquistarla, di imporvisi. Lecce non è da meno, ieri come oggi. Le librerie di Lecce hanno necessariamente la loro vetrina e il loro scaffale dedicati all’editoria locale. Ci sono le guide turistiche, i libri di cucina e di folklore, i libri di storia, i dischi di pizzica, i romanzi di autori del luogo o sul luogo, i poeti vernacolari, le memorie paesane, le cartoline firmate e talora dei ninnoli, l’artigianato locale, le statuine di cartapesta, e magari le buste di taralli e di biscotti…Tra questi libri troverà senz’altro posto questo di Franco Ungaro, che è alla confluenza di più generi, ma che appartiene alla schiera delle dichiarazioni d’amore esigenti. E se un innamorato o innamorata non sa vedere e considerare i difetti dell’amata o dell’amato insieme ai suoi pregi, e se non amerebbe veder sparire i difetti e trionfare i pregi, che razza d’amore è mai il suo? Un amore stupido, un amore melenso, un amore ipocrita. Franco Ungaro è un innamorato esigente e sa vedere di Lecce il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Sa vedere e sa giudicare”. E forse anch’io, come Ungaro, sono un innamorato esigente del Salento, perché accanto a quanto di bello mi ha comunicato questo territorio, con la sua Lecce, la sua cultura, la sua arte e le sue tradizioni, come un amante deluso avverto dolorosamente il permanere di difficoltà a inquadrare nella giusta prospettiva le numerose problematiche inerenti alla progettualità economica e sociale, all’ambiente, alle energie alternative. Anche in questi ambiti che guardano al futuro prossimo, ma anche a quello più lontano, c’è ancora molto da lavorare! Una delle cose che mi è venuta in mente leggendo questo libro, complice anche la non comune capacità del suo autore di trasmettere la passione per una terra, è stato il desiderio di vedere, un giorno, una Lecce “sbarocca” ‘ambientale’, tema che oltretutto viene toccato da Ungaro quando affronta la deturpazione del territorio urbano e degli … innumerevoli pali, ma non voglio anticipare né togliere nulla alla lettura del libro.

*Fondatore di Sea Marconi Technologies, si occupa di interventi sull’ambiente e di recensioni di
libri legati a questioni ecologiche e ambientali.

(intervento apparso sul Blog de La Repubblica Bari)

NAZISTI E TECNOLOGIA ALIENA 2/4


NAZISTI E TECNOLOGIA ALIENA 1/4

 

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Oggi mangio da … n. 148: Ristorante Alice


“Αlice è il racconto della meravigliosa passione della giovane chef, Viviana Varese, per la cucina. Cucina intesa come arte, una difficile arte fatta di sensibilità e di equilibrio, di rispetto per ogni singolo ingrediente e di accostamenti audaci ed innovativi. La cucina di Viviana Varese è un mondo ricco di alchimie che coniugano tradizione mediterranea e sperimentazione, un mondo di gusti e profumi, di colori ed invenzioni. In ogni piatto, troviamo un comune denominatore che distingue e rende raro il modo di fare ristorazione di Alice: l'assoluta attenzione nella scelta delle materie prime. I migliori alleati dello Chef sono la genuinità e la qualità dei prodotti; prodotti che rappresentano il meglio di ciò che ci offre la nostra terra con le sue tipicità, il nostro mare con il pesce sapientemente selezionato, il nostro sole con i diversi prodotti che ci regalano le stagioni.
Ed è infatti insieme alle stagioni che Alice cambia il menù. Cambiano gli ingredienti, cambiano i piatti, cambiano i colori delle sorprendenti presentazioni che affascinano il nostro sguardo, prima ancora del palato. La cucina di Viviana Varese si ispira alla sua regione natale e utilizza materie prime di altissima qualità. Carne di fassone, agnello e maialino da latte provenienti dal mastro macellaio Franco Cazzamali, i latticini della Fenice e la pasta di Gragnano di Gerardo di Nola.
La sua socia Sandra Ciciriello, grande esperta e commerciante del prodotto ittico da 20 anni, è fornitore ufficiale del pesce di Alice.”


GIACINTO FERRARO


“Le opere pittoriche presentate della prima sezione sono state eseguite in un arco di tempo compreso tra il 1997 e il 2006, e costituiscono la chiusura di un ciclo decennale. (tema metropoli, architettura). Molte di esse sono opere che affrontano da più punti differenziati e con modalità diverse la dinamica della forma architettonica, mentre altre costituiscono una sorta di personale " Farbenlehre". Questa 'teoria dei colori' è stata costruita oltre che sulle tecniche e le 'visioni'di altri grandi pittori, soprattutto dopo una lunghissima riflessione teoretica sulla filosofia dalle origini (presocratici) fino a Wittgenstein e Husserl, con 'passaggi' sulle filosofie di Descartes, Leibniz, Newton, Kant, Schelling, Hegel, ecc. A titolo puramente esemplificativo vengono indicati i passi in cui il poroblema, il tema o il singolo accenno sul colore sono presenti nella filosofia di Platone e di Aristotele. Questo, ovviamente non per mostrare una qualche erudizione, ma per due motivi essenziali: la questione dei colori viene qui assunta nella sua inizia problematicità (Fragwurdigkeit ) e perché il colore è uno dei luoghi di provenienza della pittura. La seconda sezione è costituita prevalentemente da pitture a olio su cartone, e il tema è ancora quello relativo alla dinamica architettonica, con uno spostamento verso le geometrie non euclidee. La terza sezione è costituita da opere ad acquerello. E' qui presente in maniera più o meno esplicita una sorta di rottura epistemologica sull'apparato visivo precedente, con un uno spostamento verso gli aspetti più 'informali'. Successivamente ,data l'enorme complessità del problema, saranno resi noti alcuni scritti sullo 'spazio' (geometrico, logico, rappresentativo, metafisico e quindi pittorico). La quarta sezione è costituita da opere sulla condizione manicomiale in Italia, un tema sul quale si è lavorato dal '92 a oggi e che continua a restare negli interessi intellettuali e politici di chi scrive. In questa sezione sono presentate 14 tele. Successivamente saranno presentate circa 90 disegni e altre 30 tele,oltre a una serie di testi sulla follia e sui manicomi. Infine l'ultima sezione è costituita da circa trenta ritratti 'tratti' dall'Atlante dell'Uomo delinquente' di Cesare Lombroso e alcune tele a olio. Successivamente saranno presentate altri 60 ritratti, a olio e a matita. In questa stessa sezione saranno presentati anche alcuni scritti e note su Lombroso, per certi versi sorprendenti.” (l’opera presentata in questa sede è di Giacinto Ferraro)


2/2/12: White House Press Briefing




White House Press Briefings are conducted most weekdays from the James S. Brady Press Briefing Room in the West Wing.

TOGLIETEVELO DALLA TESTA DI RICCARDO STAGLIANO’ (CHIARELETTERE)


Toglietevelo dalla
Testa.


La domanda è: il nostro compagno più inseparabile (il cellulare) ci sta forse tradendo? Prove ce ne sono, e parecchie (nel 2011 l'Agenzìa internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito il telefonino tra i possibili cancerogeni). I manuali di istruzione dicono di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall'orecchio (perché? E soprattutto: chi lo fa davvero?). In molti paesi precise disposizioni sanitarie raccomandano di non farli usare ai bambini, di non lasciarli sotto il cuscino di notte (come fanno molti adolescenti in attesa del fatidico sms prima di dormire). Una sentenza del Tribunale di Brescia ha stabilito un risarcimento a carico dell'Inail per un ex manager colpito da un tumore alla testa causato dall'uso eccessivo del cellulare. Il libro è un viaggio a caccia di storie, fatti e testimonianze, dall'Italia a New York, Seattle, San Francisco, Sydney, Stoccolma, sulle tracce dell'ultima ricerca, incontrando le prime vittime che lottano contro il silenzio dei media, raccontando l'eterno braccio di ferro con le multinazionali impegnate a difendere il più grande business del nuovo millennio.

JCP - James Cash Penney


“Over 110 years ago, James Cash Penney founded his company on the principle of treating customers the way he wanted to be treated himself: fair and square. Today, rooted in its rich heritage, J. C. Penney Company, Inc. (NYSE: JCP) is re-imagining every aspect of its business in order to reclaim its birthright and become America’s favorite store. The Company is transforming the way it does business and remaking the customer experience across its 1,100 jcpenney stores and on jcp.com. On every visit, customers will discover straightforward Fair and Square Pricing, month-long promotions that are in sync with the rhythm of their lives, exceptionally curated merchandise, artful presentation, and unmatched customer service”


MY SONG: A Memoir by Harry Belafonte with Michael Shnayerson (Knopf)


“Harry Belafonte is not just one of the greatest entertainers of our time; he has led one of the great American lives of the last century. Now, this extraordinary icon tells us the story of that life, giving us its full breadth, letting us share in the struggles, the tragedies, and, most of all, the inspiring triumphs. Belafonte grew up, poverty-ridden, in Harlem and Jamaica. His mother was a complex woman—caring but withdrawn, eternally angry and rarely satisfied. His father was distant and physically abusive. It was not an easy life, but it instilled in young Harry the hard-nosed toughness of the city and the resilient spirit of the Caribbean lifestyle. It also gave him the drive to make good and channel his anger into actions that were positive and life-affirming. His journey led to the U.S. Navy during World War II, where he encountered an onslaught of racism but also fell in love with the woman he eventually married. After the war he moved back to Harlem, where he drifted between odd jobs until he saw his first stage play—and found the life he wanted to lead. Theater opened up a whole new world, one that was artistic and political and made him realize that not only did he have a need to express himself, he had a lot to express. He began as an actor—and has always thought of himself as such—but was quickly spotted in a musical, began a tentative nightclub career, and soon was on a meteoric rise to become one of the world’s most popular singers. Belafonte was never content to simply be an entertainer, however. Even at enormous personal cost, he could not shy away from activism. At first it was a question of personal dignity: breaking down racial barriers that had never been broken before, achieving an enduring popularity with both white and black audiences. Then his activism broadened to a lifelong, passionate involvement at the heart of the civil rights movement and countless other political and social causes. The sections on the rise of the civil rights movement are perhaps the most moving in the book: his close friendship with Martin Luther King, Jr.; his role as a conduit between Dr. King and the Kennedys; his up-close involvement with the demonstrations and awareness of the hatred and potential violence around him; his devastation at Dr. King’s death and his continuing fight for what he believes is right. But My Song is far more than the history of a movement. It is a very personal look at the people in that movement and the world in which Belafonte has long moved. He has befriended many beloved and important figures in both entertainment and politics—Paul Robeson, Eleanor Roosevelt, Sidney Poitier, John F. Kennedy, Marlon Brando, Robert Kennedy, Nelson Mandela, Fidel Castro, Tony Bennett, Bill Clinton—and writes about them with the same exceptional candor with which he reveals himself on every page. This is a book that pulls no punches, and turns both a loving and critical eye on our country’s cultural past. As both an artist and an activist, Belafonte has touched countless lives. With My Song, he has found yet another way to entertain and inspire us. It is an electrifying memoir from a remarkable man.”

RIVERCLACK


“L’attività ha inizio nel 1964 nel settore delle coperture di edifici industriali. Le attività principali erano costituite dalla commercializzazione e dalla realizzazione di coperture, rivestimenti in fibrocemento e isolamenti termici. Attorno al 1970, e quindi molti anni prima che i pericoli derivanti dalla presenza di amianto nel fibrocemento venissero individuati e portati a conoscenza, ISCOM, alla ricerca di miglioramenti qualitativi dei prodotti offerti, si rivolse alla tecnologia del metallo, allora scarsamente diffusa in Italia. Ponendosi come obiettivi primari la durata e l’ affidabilità, ISCOM SPA si concentrò sullo sviluppo tecnologico delle opere con l’impiego di metalli capaci di garantire tali caratteristiche, tra i quali le leghe di alluminio, il rame, l’acciaio inox.
Iniziava così la ricerca e l’utilizzo dei migliori materiali che la metallurgia rendeva di volta in volta disponibili e, di pari passo, la realizzazione di un numero sempre crescente di opere la cui impostazione progettuale ed il cui livello qualitativo riflettevano la filosofia dell’Azienda. Dall’impegno creativo e dalla tenacia nella ricerca nasce, muovendo i primi passi nel 1987, RIVERCLACK®, la copertura metallica a giunto drenante per tetti piani (brevetto mondiale) più volte poi migliorato nelle caratteristiche e prestazioni. L’attenzione continua ai miglioramenti tecnologici e qualitativi spinge successivamente ISCOM SPA ad integrare la gamma proposta con nuovi profili: RIVERGRIP® - RIVERCLACK®Agorà – KAYAK® - SINUS, oltre a completare i propri sistemi con ogni tipo di accessorio e lavorazione (lastre curve, lastre rastremate, tetti a doppia curvatura). ISCOM ha sede in Verona e si articola su una superficie di 25.000 metri quadrati. All'interno dell'area trovano posto i reparti di progettazione e sviluppo, i laboratori di ricerca, il centro prove del sistema e controllo qualità, dalle materie prime al prodotto finito. La ricerca è priorità costante nell'attività aziendale. L'applicazione del sistema anche alle nuove richieste dei mercati come, TETTI FOTOVOLTAICI, TETTI INSONORIZZATI e TETTI VERDI, è la sfida vinta negli ultimi anni. ISCOM si avvale da sempre di ogni supporto tecnologico di ultima generazione per svolgere al meglio i compiti per cui è vocata. L'azienda produce e modifica le proprie macchine profilatrici per soddisfare esigenze progettuali, logistiche e normative, sempre più frequenti nel panorama dell'architettura del XXI secolo..”


Il libro del giorno: Il circolo delle ingrate di Elizabeth Von Arnim (Bollati Boringhieri)


Anna coltiva un unico, profondo desiderio: essere indipendente. E invece, orfana e costretta a vivere a carico della ricca cognata - a sua volta mossa dal solo desiderio di maritarla al miglior partito su piazza e togliersela di torno -, Anna rifiuta i corteggiatori e si convince di esser condannata a una vita dimezzata. Fino a quando non accade l'impensabile: un'inaspettata, cospicua eredità arriva a cambiarle la vita e a garantirle l'autonomia tanto desiderata. Ma arrivano anche le impreviste ma prevedìbili difficoltà. Colta da un irrefrenabile impulso di generosità, Anna decide di condividere la sua fortuna, e concepisce un progetto filantropico inteso a donare la felicità a dodici donne provate dalle asprezze della vita. Ma dopo una spassosa girandola di situazioni che l'ingenua Anna non poteva immaginare, tutto precipita... Con la verve che distingue la sua scrittura, Elizabeth von Arnim ritorna a un tema che le sta particolarmente a cuore, l'indipendenza femminile, già al centro di Lettere di una donna indipendente. Mettendo con delicatezza alla berlina la protagonista e il suo progetto improbabile, Elizabeth von Arnim dà voce al tema del destino delle donne, sempre legato al matrimonio, e di quali concrete alternative si possano davvero presentare a chi desideri restare "fuori dal coro".

Nuovo volto per LietoColle. Venticinque anni di poesia e oltre


LietoColle, specializzata in poesia, nata nel 1985 per volontà dell'editore Michelangelo Camelliti, rinnova il proprio sito internet www.lietocolle.com per potenziare dialogo e interazione nello spazio virtuale, favorendo l'incontro con i lettori, appassionati di poesia e i giovani aspiranti autori. In quest'ottica, promuove Lezioni di poesia, con la collaborazione di Mario Santagostini - poeta, curatore dell'antologia I Poeti di vent'anni e saggista - rubrica rivolta a chi vuole sottoporre all'attenzione i propri testi per ottenerne una utile valutazione. In linea con la tradizione della casa editrice, sempre attenta ai giovani talenti, continua ad avere una centralità particolare tiLeggiamo che offre la possibilità agli esordienti di inviare le proprie raccolte e avviare, nel caso di esito positivo, un progetto editoriale. Importante spazio viene riservato, inoltre, alle firme autorevoli del panorama culturale, poetico italiano e straniero con la nascita della rubrica Contributi, con riflessioni e approfondimenti di intellettuali, filosofi, saggisti, poeti. “Ho ritenuto necessario apportare piccole novità in armonia con la linea editoriale di LietoColle - afferma l'editore Michelangelo Camelliti - per rendere centrale la poesia, i suoi autori, le riflessioni e i validi contenuti, oltre che per favorire un modo di interagire agile e dinamico, al passo con i tempi.”
Il catalogo LietoColle, che ospita i nomi di rilievo della poesia contemporanea, da Alda Merini a Dario Bellezza, da Guido Oldani a Maurizio Cucchi, da Antonella Anedda a Ko Un, per citarne alcuni, è riorganizzato secondo una efficace ripartizione in collane: oro, blu, verde, rossa, SoloDieci, Kopi Luwak, Il Segreto delle fragole. In primo piano, infine, sono contenute le informazioni riguardanti le novità editoriali in arrivo, gli eventi di poesia, gli incontri promossi dagli autori, ma anche i bandi di concorso gratuiti a cui partecipare. Come Il segreto delle fragole - Poetico diario 2013 che in questa sua edizione propone un tema fortemente attuale: il vuoto nutrimento nell'era bulimica - La poesia in tempo di crisi. Oppure il singolare bando Letè ed Eunoè sul tema della migrazione, rivolto a tutti quegli autori di origine straniera, ma inseriti nel contesto culturale italiano, che vogliano proporre i propri versi. Non da ultimo, il sito continua a ospitare L'Ulisse, rivista di poesia, arti e scritture diretta da Alessandro Broggi, Stefano Salvi e Italo Testa, scaricabile gratuitamente, che offre preziosi contributi e approfondimenti, dibattiti, analisi e letture.
Nella nuova veste, puoi seguirci anche su Twitter e Facebook e ricevere così su smartphone e tablet tutte le informazioni sulle ultime novità editoriali, gli articoli pubblicati, i bandi e i concorsi, gli interventi dei grandi pensatori, insomma su tutta l'attualità unita all'approfondimento, per essere ancora insieme e diffondere poesia.


L' O di Roma. In tondo e senza fermarsi mai, di Tommaso Giartosio (Laterza). Intervento di Nunzio Festa

Ricordiamo del saggista e scrittore Tommaso Giartosio ai tempi della rivista, diretta da Lanfranco Caminiti e pubblicata grazie alla Provincia di Roma, “il malepeggio”, della quale l'autore romano è stato fra i redattori; attualmente, invece, Giartosio è fra i conduttori di Farhenheiti di Sinibaldi di Radio Rai 3. E fra le sue opere più importanti, il saggio edito qualche anno fa presso Donzelli “La città e l'isola. Omosessuali al confino nell'Italia fascista”. Ma adesso, perché siamo di nuovo nell'originale istrionica e imprevedibile “contromano” della Laterza, Tommaso Giartosio ci stupisce con “L'O di Roma”. Un giro anti-turistico, potremmo anzi possiamo sintetizzare, nella Capitale. Più precisamente in un bordo scelto della Capitale. Altrimenti come si fa, ci si chiede, a 'mappare' Roma intera? Il giro contro-turistico di Giartosio è fatto apposta. Perché viene fuori da una demarcazione delle linee da seguire che è redatta dal compasso puntato sulla cartina. Con una punta sull'abitazione dello scrittore e l'altra al antro della metropoli, dove la città si chiama Foro. La corda è tesa: tra l'Ostiense e il Foro Romano. L'idea prende corpo da una semplice e facile costatazione: Roma è una città ad anelli. Però nessun anello fa un tondo perfetto uguale all'O di Roma: “una linea che scava e scavalca palazzi e giardini ma anche ville e musei, caserme e teatri, discariche e biblioteche, campi da calcio e conventi, cantieri e ministeri, cimiteri e cinema, studi psichiatrici e aule scolastiche, binari e tunnel e due fiumi. Ciò che si trova esattamente su questa linea - che sia un sepolcro sconosciuto, un precipizio da lasciarci la pelle, la Pietà di Michelangelo, la gabbia delle tigri allo zoo, la Biblioteca nazionale, un giardino zen, o il tetto più alto di Roma - deve venire attraversato. La O diventa così un cerchio magico che si anima di presenze antiche e moderne. Accanto a Rilke, Borges e Leopardi troviamo seminaristi scettici e suore anarchiche, poliziotte sospettose e carabinieri incantevoli, receptionist ignare e segretari filosofi, geometri appassionati e operai noir: tutta una città inattesa perché colta alla sprovvista...”. Perché, appunto, Giartosio vaga e improvvisa. Nel senso che si presenta con una lettera in mano, e poi chiede d'entrare, di guardare, di visitare. La maniera più sbarazzina per descriverci Roma. E per noi una Roma così è persino più bella del solito. Eppur un ultimo motivo non possiamo tacerlo. Quindi rintracciamo il senso di spaesamento, tra l'altro non tacitato neppure dallo scrittore stesso, che contraddistingue tante invenzioni letterarie destinate alla collana laterziana più giovane e strana. Altra dote importante del testo imperdibile.



lunedì 6 febbraio 2012

Alieni e fascismo - Gli UFO di Mussolini e di Hitler






"Preciso che i fatti raccolti nel video sono corroborati da molte fonti e sono documentati. Il gabinetto RS/33 dell'OVRA fu istituito da Mussolini e vi hanno collaborato almeno i seguenti scienziati:
Filippo Bottazzi, chirurgo e biologo sperimentale.
Gaetano Arturo Crocco, ingegnere aeronautico.
Romualdo Pirotta, botanico.
Francesco Severi, matematico.
Giancarlo Vallauri, docente di elettrotecnica e di ferromagnetismo.
Francesco Giordani, chimico.
Dante De Blasi, medico igienista.
Guglielmo Marconi, fisico.

Dal video ho escluso tutti quegli UFO ipotetici e di fabbricazione nazista su cui le fonti storiche non sono dirette o attendibili. Come ad esempio gli ipotetici Vril. Devo dire cha anche le testimonianze e i documenti circa l'esistenza dei dischi volanti Haunebu, citati nel video, sono scarsi e fumosi.
Comunque di certo i nazisti svilupparono dei dischi volanti, come i V-7."
Fonti:

(postato su Yotube da nessuno200)

Oggi mangio da … n. 147: Ristorante Al Mercato


“Al Mercato Ristorante e Gastronomia nasce dalla passione di due giovani chef milanesi per la cucina. Beniamino Nespor e Eugenio Roncoroni hanno voluto dar vita ad una cucina in cui tradizione e innovazione si incontrano. I piatti, creati con passione, utilizzano i migliori ingredienti di stagione miscelandoli con fantasia e creatività. Beniamino e Eugenio hanno entrambi una formazione che parte dall'Italia, attraversa l'Europa e finisce in California. Dalle loro numerose esperienze capiscono la necessità di un nuovo concetto di ristorazione: l'arte culinaria rimane il fulcro centrale, attorno a cui si sviluppa Il Ristorante, dove, in un ambiente intimo e raffinato, si può sperimentare la cucina dei due chef, e La Gastronomia ad altissimo livello dove il cliente può acquistare ingredienti singoli per creare, una volta a casa, piatti di alta qualità.”

QUI

PINO CHIMENTI


“Nato nel 1952 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Urbino sotto la guida di Concetto Pozzati. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono intorno alla metà degli anni Settanta.
Tale attività espositiva prosegue con numerose mostre personali e collettive in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all'estero. Nella seconda metà degli anni Settanta, dopo un breve periodo di ricerca concettuale, la sua pittura acquista maggiore libertà compositiva con accenni atratto/fantastici (Ciclo Fabule mitopoietiche). Mai legato in maniera assoluta alla tendenze artistiche dei nostro tempo, la sua pittura si caratterizza subito per la sua particolare atmosfera fiabesca e per la sottile ironia, che a volte sconfina nell'umorismo dei suoi personaggi fantastici vagamente antropomorfi. Agli inizi degli anni Ottanta (82 - 83 - 84) partecipa agli Incontri Internazionali di Arte Contemporanea "Anacapri": questioni delle arti organizzati dal Comune di Anacapri con il patrocinio dei Ministero dei Beni Culturali , Ministero Pubblica Istruzione e coordinati da Gillo Dorfles, dove ha l'opportunità di conoscere : Enrico Baj, Toti Scaloja e Joe Tilson. Nel 1985 viene segnalato da Gillo Dorfles ed appare tra gli artisti scelti dalla critica nel Catalogo dell'Arte Moderna Italiana n. 20, Edizioni Mondadori. Successivamente Chimenti, pur mantenendo sempre nell'opera una forte componente mitica, onirica ed ironica, inserisce nel quadro nuove stesure cromatiche di raffinata fattura. Di questi anni sono le mostre Biennale del Sud - Rassegna d'Arte Contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Napoli (1988) e XV Premio Nazionale Città di Gallarate, "l'attualità per l'aggiornamento di un museo" presso la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate (1989). Nel 1991 con il ciclo "Entelechie immaginifiche" la sua pittura si polarizza sempre più verso una straordinaria ricerca inventiva fantastica e fabulatrice, "Chimenti, ormai da diversi anni prosegue nell'invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende". come sostiene Gillo Dorfles nella presentazione in catalogo della mostra personale alla Galleria "L'Idioma" di Ascoli Piceno. Nel 1997 partecipa alla Rassegna d'Arte Contemporanea Le donne, i cavalier, l'arme e gli amori tenutasi alla "Galleria dell'Istituto Italiano di Cultura", Il Cairo, Egitto ed espone presso la Galleria "Ammiraglio Acton" di Milano (personale).
Nel recente ciclo "Cartigli ermetici", attraverso lo sviluppo di una particolare tecnica pittorica e l'ambiguità percettiva delle forme astratto/simboliche costituenti il quadro, evolve il suo linguaggio espressivo tra mito, realtà e mistero. Nell'aprile del 2003 espone alcune opere significative del suo ultimo ciclo pittorico presso la Gallery@49 di New York (personale).
Successivamente partecipa alla XIV Quadriennale, Anteprima, Napoli (novembre 2003, gennaio 2004) con un nuovo lavoro dal titolo Dittico dell'identità con simbionti immaginifici vagamente industriosi, che, come precisa Vincenzo Trione nella presentazione critica dell'opera, allude alla mutazione dell'uomo, in un complesso intreccio tra naturale ed artificiale.” (l’opera presentata in questa sede è di Pino Chimenti)


2/1/12: White House Press Briefing





White House Press Briefings are conducted most weekdays from the James S. Brady Press Briefing Room in the West Wing.

QUESTA E’ LA VITA DI OSHO (MONDADORI)


Questa è la Vita


È possibile attivare dentro di sé un modo di avvicinarsi alla vita libero da schemi e modelli? E come coltivarlo? Osho risponde a questi quesiti dell'uomo contemporaneo con una forza forse maggiore che in ogni altro discorso. Per farlo, da vero Maestro di Realtà qual è, cavalca una delle più alte esperienze di consapevolezza mai conseguite dall'umanità: le Upanishad. Un'esperienza del Reale unica, una trasmissione di "antichissimi" veggenti, le cui intuizioni offrono a Osho lo spunto per risvegliarci con la sua scintilla di Essere Illuminato. "Io appartengo al mondo delle Upanishad, le Upanishad appartengono a me. La loro visione è anche la mia visione: vorrei distruggere questo approccio negativo alla vita, sradicarlo completamente. Vi ha fatto soffrire e vi ha aiutato a razionalizzare la vostra sofferenza: per questo l'unica via è la fuga. Ma conoscete le persone che sono fuggite? Sono davvero felici, beate?" (Osho)

UPS


“Founded in 1907 as a messenger company in the United States, UPS has grown into a multi-billion-dollar corporation by clearly focusing on the goal of enabling commerce around the globe. Today, UPS is a global company with one of the most recognized and admired brands in the world. We have become the world's largest package delivery company and a leading global provider of specialized transportation and logistics services. Every day, we manage the flow of goods, funds, and information in more than 200 countries and territories worldwide.”


STYLEABAAD BY ELSA TERMENON


“What does Styleabaad really mean? It’s a mix of the English word style and the Hindi suffix abaad meaning abode or home. It is very common for Indian city names to end with abaad. So Style abaad literally means: style abode, or - the city of style.”

HERE

MOBY-DUCK: The True Story of 28,800 Bath Toys Lost at Sea and of the Beachcombers, Oceanographers, Environmentalists, and Fools, Including the Author, Who Went in Search of Them by Donovan Hohn (Viking)


“A compulsively readable narrative of whimsy and curiosity- "adventurous, inquisitive, and brightly illuminating" (Janet Maslin, The New York Times).
When the writer Donovan Hohn heard of the mysterious loss of thousands of bath toys at sea, he figured he would interview a few oceanographers, talk to a few beachcombers, and read up on Arctic science and geography. But questions can be like ocean currents: wade in too far, and they carry you away. Hohn's accidental odyssey pulls him into the secretive arena of shipping conglomerates, the daring work of Arctic researchers, the lunatic risks of maverick sailors, and the shadowy world of Chinese toy factories. Moby-Duck is a journey into the heart of the sea and an adventure through science, myth, the global economy, and some of the worst weather imaginable.”

INTERNORM


“Il più grande marchio in Europa - Internorm marchio leader a livello europeo offre soluzioni innovative per porte e finestre di alta qualità. Prodotto di qualità ai massimi livelli che accompagnano il cliente dall'acquisto fino al montaggio e all'assistenza post vendita. Acquistando i prodotti Internorm vi garantite la massima sicurezza, una qualità di vita migliore e più valore per la vostra casa. Potete aver maggiori informazioni sui prodotti rivolgendovi direttamente ad un rivenditore Internorm oppure contattando il numero verde gratuito 800 017701.”


Il libro del giorno: Nei tuoi occhi di bambino di Tiberio Timperi (Longanesi)

Questa è la storia di un padre che vorrebbe semplicemente poter fare il padre. Giocare con suo figlio, accompagnarlo all'asilo, insegnargli a vivere. Ma non può farlo. Perché Leonardo adesso è diventato un padre a metà, come ormai ce ne sono tanti, troppi. Dopo il fallimento del suo matrimonio, è costretto a contare le ore e ad aggrapparsi al ricordo di un sorriso per sopravvivere nell'attesa di poter vedere il figlio. La storia di Leonardo è un percorso fra mille difficoltà e sentimenti contrastanti. Un viaggio fatto di amarezze, solitudine e rimorsi, di pregiudizi e beghe legali, ma anche di piccole conquiste quotidiane e rari momenti di gioia. Finché un incontro insperato gli offrirà una semplice ma importantissima opportunità... In questo romanzo, Tiberio Timperi tratteggia la storia intima, e drammaticamente attuale, di un padre alla ricerca di un equilibrio fragile e prezioso, da raggiungere e difendere giorno dopo giorno.

Toghe verdi. Storie di avvocati e battaglie civili di Stefania Divertito (Edizioni Ambiente). Intervento di Vander Tumiatti (fondatore di Sea Marconi Technologies

In uno dei miei frequenti “blitz” in libreria mi sono imbattuto in un libro molto interessante, a cominciare dal titolo: “Toghe verdi. Storie di avvocati e battaglie civili”. Edito per le Edizioni Ambiente è l’ultimo lavoro della giornalista e scrittrice Stefania Divertito. Oltre al titolo, del volume mi ha colpito particolarmente la frase di Erri De Luca, che compare nella prefazione: “Stefania Divertito fruga nella discarica della memoria pubblica e l’aggiorna. Fa restauro di coscienza civile della nostra sbracata identità di popolo. Reagiremo, alla lunga succederà, ma dopo quale altra sciagura ancora?» Non posso che amaramente sposare le considerazioni di questo grande scrittore italiano, soprattutto se penso a quanto è raro incontrare pubblicazioni di tal sorta che siano dotate di altrettanta lucidità e onestà intellettuale.
Ho avuto modo di apprezzare l’autrice già nel suo precedente lavoro dal titolo “Amianto” e dopo aver terminato di leggere questo libro non posso che confermare la mia stima nei suoi confronti. Si parla nelle pagine di quest’opera di luoghi passati, ahimè, alla cronaca per veri e propri atti criminali portati avanti da gente disonesta e senza scrupoli: Porto Tolle, Praia a Mare, Malagrotta, Mugello.
“Ho letto – scrive l’autrice - che in Italia si compie un delitto contro l'ambiente ogni 43 minuti, secondo i dati del 2010 del ministero per l'Ambiente. E nei tribunali sono almeno 300 gli eco-avvocati, contando solo quelli del Wwf, oltre mille ore l’anno di lavoro al servizio della società civile, 250 udienze nel solo 2010 per difendere salute e ambiente. È da qui che è partita la ricerca. Mi ha fatto attraversare l’Italia, da Nord a Sud, isole comprese, scoprendo un altro Paese, che è orgoglioso, e che resiste, nel silenzio generale. È stato un bel viaggio, quello che mi ha fatto conoscere da vicino alcune di queste toghe verdi”.
E "Toghe verdi" parla di situazioni di inquinamento ai limiti della deriva, racconta di zone geografiche e territoriali completamente devastate, delle lotte senza “se e senza ma” di associazioni e comitati di liberi cittadini, pronti a lottare per non accettare passivamente l’orrore dinanzi ai loro occhi di un futuro tutt’altro che eco/compatibile. Uno scontro quasi antropologico, insomma, tra due opposte e apparentemente inconciliabili filosofie di vita, tra chi vede il mondo come una casa in cui abitare, la cui bellezza è da preservare, e chi riesce a vederlo solo con occhi rapaci, come una “cosa” da sfruttare fino in fondo, in nome di un indefinito e indefinibile progresso, senza curarsi delle conseguenze che ne potranno derivare. Da questo assunto e dalle battaglie legali che si scatenano intorno all’ambiente è partita la ricerca di Stefania Divertito, la quale offre ai suoi lettori uno spaccato tragico di scenari naturali e umani irreversibilmente compromessi. E’ vero, possiamo dire che ogni giorno leggiamo sui giornali di storie a volte anche più gravi, ma che passano inosservate: c’è stato chi per dare al nostro paese un treno super-tecnologico non si è fatto scrupoli a “svuotare” il Mugello, a sottrarre acqua a fiumi e acquedotti, rischiando di mettere in ginocchio una buona parte di Firenze; c’è stato e c’è tuttora chi (tanto a nord quanto a Sud) mette deroghe alle leggi pur di favorire imprese fortemente inquinanti, senza curarsi di parchi naturali o altre zone protette. Eppure, nonostante la lotta intrapresa da parecchie istituzioni pubbliche e private, accade che non tutti gli “investigatori togati”, protagonisti di importanti battaglie ambientali, siano realmente “verdi”. E questo lascia spazio ad alcune mie considerazioni in merito a giustizia, legalità, ambiente. La lotta per la difesa del nostro ecosistema è resa particolarmente difficile dalle dimensioni economiche degli interessi con cui si scontra. Si pensi al confronto permanente, al limite della conflittualità, tra molti stati per accaparrarsi le risorse del pianeta: idrocarburi e materie prime, ma anche della stessa acqua. E’ una questione che ci coinvolge tutti, nessuno escluso, perché dai suoi esiti dipendono salute, lavoro, ricchezza e qualità della vita di ogni essere umano, ma anche l’esistenza di piante e animali. Il punto è che, un po’ per la complessità della materia, un po’ per gli enormi interessi in gioco, un po’ per la prevalenza dell’ideologia sull’analisi scientifica, non sempre il bianco è bianco e il nero è nero, così come non è affatto detto che il verde sia verde per davvero. Anzi a volte accade che, per quelle imprevedibili e imperscrutabili pieghe che può prendere la realtà quando viene sapientemente “addomesticata”, alcuni colori possano virare addirittura, con una  bella e acrobatica giravolta cromatica, nel loro esatto opposto.


domenica 5 febbraio 2012

Stanton Friedman on Bob Laza


Oggi mangio da … n. 146: L’Ochina Bianca


“Aperta nel 1992 come osteria aderente a Slow food, è dal 2001 gestita da Roberto e Patrizia Tonelli. Un ambiente caldo e accogliente costituito da tre sale distinte, con piatti antichi alle pareti, mobili anni ’30 e ’50, candele e luci soffuse, ne fanno un “bistrot parigino”. Quattro cuoche esperte hanno aggiunto alle tipiche ricette di cucina mantovana – tortelli di zucca, agnoli di manzo, riso alla pilota – molte ricette di pesce, tra le quali spiccano anche piatti di pesce crudo e il “Gran piatto di fritto misto” da molti addirittura considerato “il migliore d’Italia”. Anche la carta dei dolci, da sempre seguita da Patrizia, è ormai riconosciuta come elemento caratterizzante e insostituibile.
La Torta Sbrisolona, tipico dolce mantovano, prodotta secondo la ricetta originaria, potrà anche essere acquistata per un piacevole regalo. La posizione centrale, a pochi minuti da Piazza delle Erbe e da Piazza Sordello, ne fanno un meta obbligata per chiunque voglia conoscere e degustare sia la tipica cucina mantovana che una moderna cucina di pesce.”


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

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