Nel regno delle mozzarelle, Ciccio DOP (GianpaoloFabrizio) è il signore assoluto di un candido impero in cui lui è il ‘casaro’, ovvero il produttore di formaggio più importante. Dopo anni di dominio incontrastato, Ciccio DOP si trova ad affrontare una crisi senza precedenti che lo vede precipitare in una guerra di mercato contro dei misteriosi imprenditori cinesi. Questi ultimi hanno, infatti, invaso improvvisamente supermercati e ristoranti con una mozzarella di ottima qualità, di sapore eccellente e, soprattutto, a metà prezzo… Di fronte al rischio concreto di finire rovinato, la reazione di Ciccio DOP scatena una serie di eventi con cui dovranno fare i conti in prima persona sua figlia Sofia (Luisa Ranieri), una donna affascinante e carismatica; il cantante confidenziale Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), nonché la sua vecchia partner e amore mai dimenticato Autilia “Jazz – Mood” (Aida Turturro) e l'ex campione di pallanuoto Dudo (Massimiliano Rossi). All’orizzonte si stagliano le complicate pretese dell’inquietante Mastu Pascale, la violenza letale di Gravinio (Tony Laudadio) e la follia melodrammatica di Gigino a' Purpetta (Giovanni Esposito). Nel momento più difficile, però, il lucido Ragioniere (Andrea Renzi) offrirà una serie di ottimi consigli, mentre un’enigmatica quanto saggia massaggiatrice cinese mostrerà a Sofia la strada per riuscire a creare qualcosa dal nulla e arrivare laddove nessuna donna era mai riuscita prima di lei.
EDOARDO DE ANGELIS STORY: Note di Regia
Caserta & Me
Ho vissuto a Caserta dal 1988 al 2001. Ho assistito all’apice e al declino delle eccellenze di questa città: la Democrazia Cristiana, il basket, il calcio, la pallanuoto, l’edilizia, la prima generazione del clan dei casalesi mi sono passati davanti con entusiasmo e dignità, senso di orgoglio e violenza.
Mi ha sempre colpito la tendenza, che hanno molti in città, ad arrivare ad un passo dal successo per poi crollare clamorosamente: la squadra di basket che vince lo scudetto e l’anno dopo fallisce, la squadra di calcio che agguanta la serie B e l’anno dopo fallisce, la squadra di pallanuoto che, mentre sta per mettere il piede in serie A, fallisce! Antonio Pascale definisce Caserta come una città dove ognuno, prima, “era qualcos’altro”. Una città di “ex”. A me sembra, invece, una città di ex “quasi”. Atleti che sono arrivati “quasi” in serie A, altri che hanno “quasi” vinto uno scudetto, altri ancora che sono stati, un tempo, “quasi” felici. Uomini e donne di tutto il mondo possono arrivare a comprendere e perfino a ‘condividere’ questo sentimento: ognuno di noi può capire cosa significa essere stato, una volta nella vita, “quasi” qualcosa o qualcuno, per poi diventare qualcosa, qualcun’ altro o, più probabilmente, nessuno.
Caserta & la Mozzarella
Ogni uomo, donna o bambino che si trovi a mettere piede sul suolo di Caserta, lo fa con le papille gustative in fibrillazione e in testa un unico pensiero: la Mozzarella. La bontà di questo formaggio fresco a base di latte di bufala è rinomata in tutto il mondo. Chi possiede terre, bufale ed è in grado di estrarre il loro prezioso latte, detiene una fortuna tale da potere parlare di “Oro bianco”.
Mozzarella Stories & Noi
Durante gli anni trascorsi a Caserta, ho osservato con scrupolo e curiosità il modo di essere e di vivere che avevano le persone che mi circondavano. E' da queste persone in carne ed ossa che nascono i personaggi inventati di Mozzarella Stories: Ciccio DOP al momento si trova a dover fronteggiare una Guerra di mercato contro aggressivi produttori di mozzarella cinese. Dudo, ex campione di pallanuoto slavo, lavora oggi senza successo per la società di recupero crediti di Ciccio DOP. Angelo Tatangelo, idolo neomelodico di matrimoni e comunioni, è scomparso: al momento si trova bloccato sotto il corpo enorme, inamovibile e morto della sua antica partner e amore mai dimenticato Autilia Jazz Mood. A fornire a questi personaggi una via d’uscita ci penserà Sofia, figlia di Ciccio DOP, cresciuta senza chiedersi mai prima d'ora quale fosse il prezzo da pagare per la sua vita agiata. Sarà lei a trovare una collocazione per tutti, in questo o quell’altro mondo. Il tono è quello della commedia. Seguendo lo stesso percorso iniziato dalla tradizione della commedia all'italiana, intendiamo raccontare personaggi che si ispirano alla realtà ma la superano in quanto frutto di finzione. Si tratta di figure quanto meno eccentriche, costruite in prospettiva comica, ma che vanno rappresentate ponendo al centro la verità di cui sono portatori in quanto esseri umani.
Un film d’ensemble
Per raccontare questa storia avevo bisogno di attori e attrici cui potere affidare ruoli complessi e, in apparenza, sopra le righe, mentre in realtà fortemente radicati non solo nel mio immaginario, ma anche in quello di una terra come la Campania dalle grandi tradizioni. In questo senso sono stato molto fortunato a potere, tramite questo progetto, mettere insieme personalità e talenti diversi: come, ad esempio, quello di Luisa Ranieri per la prima volta in un personaggio dinamico e determinato, come quello di Aida Turturro al suo primo film in Italia e come quello di Gianpaolo Fabrizio per la prima volta davanti alla macchina da presa di un film destinato al grande schermo. Mozzarella Stories è un insieme di “prime volte”, inclusa, ovviamente, la "mia”: un punto di partenza comune per raccontare qualcosa di moderno, ma dal sapore antico.
Perché Mozzarella Stories?
È da quando ho girato il mio primo fotogramma che in qualche modo mi preparo a questo film. Da allora sono trascorsi dieci anni e in tutte le piccole storie vere e inventate che ho raccontato c’è un tassello che è poi andato a comporre il puzzle di Mozzarella Stories. Ricordo che l’idea del film è nata con una domanda che ho fatto allo sceneggiatore De Pascalis: “Che succede se tutti cercano qualcuno che non si trova perché è rimasto incastrato sotto il corpo morto di un’amante enorme?”. Questa immagine rappresenta per me una sorta di immagine guida che mi ricorda la prospettiva che intendo fornire a questo racconto. La mia idea di spettacolo prevede l’accoglienza del pubblico nel salottino buono dell’idea già nota e in alcuni casi anche del luogo comune. Solo lì, quando è a suo agio, egli è pronto a idee nuove, shock e sorprese. È mentre sta ridendo che intendo fare in modo che versi una lacrima di commozione ed è proprio mentre la lacrima sta scivolando, che intendo metterlo nelle condizioni di abbandonarsi ad una risata “liberatoria”.