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venerdì 5 agosto 2011

Il salotto di Madame de … di Marcel Proust (LA VITA FELICE)











Il 13 febbraio dell'anno 1900 Marcel Proust inizia a collaborare con "Le Figaro" per una serie di articoli mondani incentrati sui salotti nobili di Parigi. Tra le dame più celebri dell'epoca ritroviamo la principessa Mathilde ("E la principessa Mathilde" mi disse Swann, "sapete, l'amica di Flaubert, di Saint-Beuve, di Dumas. Pensate, è la nipote di Napoleone I! è stata chiesta in moglie da Napoleone III e dall'imperatore di Russia") e Madeleine Lemaire, il cui salotto era il più brillante e affollato dell'alta borghesia dell'epoca: "era una donna alta, energica, dalle sopracciglia arcuate, capelli non tutti suoi, molto belletto, un abito da sera cosparso di lustrini che sembrava indossato di gran furia all'ultimo momento e i residui di una passata bellezza".

Privati abissi, di Gianfranco Calligarich (Fazi). Intervento di Nunzio Festa












Come testimone un giocatore di frodo. Un osservatore d'azzardo, a raccontare “Privati abissi”. Il giornalista, romanziere, sceneggiatore per la televisione e drammaturgo Gianfranco Calligarich, idolo della critica letteraria non solamente militante ma persino anzi soprattutto d'élite, di nicchia ovvero, mette un malato di cuore e giocatore di carte a narrare le avventure sessantesche di protagonisti che contano e di personaggi che spariscono nelle giornate di dentro e di fuori piazza Navona; oltre che, di certo, nei limiti e oltre i confini del luogo per eccellenza: il locale Tempo Ritrovato. Il testimone sentimentale e glaciale, in pratica, rivive giorni lunghi e vissuti d'una quarantina d'anni prima. Nella rievocazione, in sostanza, di luoghi temporali, in questo caso, raccolti di sfuggita e di sfioro alle contestazioni. A cominciare, va detto, da un'ereditiera apparentemente e lungamente fuggente e dal più famoso, per la trama, Sprangato Partner (ovvero figlio di papà uscito dalla Liguria per entrare nella Capitale dei passatempi senza l'azienda di famiglia. A qualche millimetro ideale, pare, dal Tevere. A qualche centimetro, più esattamente dalle apparizioni della di lei porsche. E non sarebbe potuto mancare, certamente, lo scrittore maudit. In mezzo. Che quest'altro personaggio-soggetto si fa una storiella nella storiella, perché nasce e cresce quale vita quasi allo sbando che decide d'andare a passeggio tra donne e scrittura; in una sosta dell'età, la quale d'altronde si cala in settimane molto intense in quanto a colori ma persino in quanto a sfumature di nero di certi abissi privati e individuali oltre che qualche volta essenzialmente e anche figuratamente collettivi. La ricchissima nel locale aggancia l'uomo. E il risultato della situazione segnerà il resto delle vicende. Però le tracce del percorso raccontato sono una parte. Il prodigio, invece, è nella lingua inaugurata – non per l'occasione – da Gianfranco Calligarich. E Calligarich con la lingua che si supera per frammentazioni e fluidità, spiazza lettrici e lettori con una ricerca di significanti che mai stanca. La scrittura accanitamente elaborata dello scrittore nato ad Asmara, dalla vita più larga finanche dei suoi romanzi incantati e spaziosi, è fatta crescere nell'acqua bollente di designazioni metonimiche, per esempio, che sono i calori fondamentali della preparazione alla vita. Se non avessimo, per dire, lo Sprangato Partner, più volte riferito come “il mio Sprangato Partner” in che maniera andremmo avanti nella lettura? Le grosse cadute, poi, che si pigliano i personaggi del romanzo non sono che metafora unica d'una specie di dannazione. Calligarich ha pubblicato poche opere, fino a questo momento. E questo libro è il frutto di decennali rivisitazioni e aggiornamenti. Un capolavoro assoluto. In Italia gli scrittori indimenticabili esistono. I modi di raccontare dello scrittore Gianfranco Calligarich lungamente sono destinati a sobbalzarci in testa. Quasi a ricordare che la Letteratura e la Scrittura ancora sono vissute radicalmente da certe autrici e, vedi il caso di specie, alcuni autori.

giovedì 4 agosto 2011

Tekken - il film!



Per ulteriori info sul film: http://www.film.it/tekken
Il trailer italiano del film "Tekken" di Dwight H. Little, con Luke Goss, Gary Daniels, Cary-Hiroyuki Tagawa e Cung Le

L'anno è il 2039. In un futuro apocalittico il mondo è in rovina e le masse sono soggiogate e terrorizzate dalla potente corporation di Tekken. Jim Kazama è un lottatore di strada che s'iscrive al torneo Iron Fist organizzato dai signori di Tekken solo per vendicare la morte di sua madre, ma diventerà una nuova speranza di libertà per il mondo.

You know me. La mia nuova vita di Robbie Willimas a cura di Chris Heath (Rizzoli)












A 16 anni è diventato un idolo musicale e un sex symbol in tutto il mondo. A 21 era fuori dal suo gruppo, perso nella dipendenza dall'alcol e dalla droga, obeso, paparazzato in condizioni pietose. A 23 ha commosso il mondo con Angels, recentemente votata "migliore canzone degli ultimi 25 anni", e ha rilanciato una carriera straordinaria. Robbie Williams ha conosciuto i punti più bassi e quelli più alti della fama, ha fatto sognare con le sue canzoni e dato scandalo con le provocazioni, la discussa ambiguità sessuale, i processi, la sfacciata ironia. Il 2O1O è l'anno del suo grande rilancio, grazie al matrimonio con Ayda Field e alla reunion con i Take That, con un nuovo album in uscita e l'annuncio dell'attesissimo tour europeo.

ROBBIE WILLIAMS è nato a Stoke-on-Trent, in Inghilterra, nel 1974. Balzato in cima alle classifiche mondiali con i Take That nel 1990, ha lasciato la band nel 1995 avviando una brillante carriera da solista. Nel 2010 si è riunito con lo storico gruppo, registrando l’album Progress, che ha subito raggiunto la vetta delle classifiche internazionali. Vincitore di 15 Brit Awards e incluso nella UK Music Hall of Fame, i suoi dischi hanno venduto oltre 75 milioni di copie in tutto il mondo.

Calibre de Cartier

Equipped with the 1904 MC Manufacture Cartier movement, the CALIBRE DE CARTIER watch features a striking silhouette, robust case and original design. Both contemporary and refined, this exceptional timepiece heralds a new chapter in the watchmaking history of Cartier.

More information on: http://www.calibre.cartier.com

Il libro del giorno: Trattato della vita elegante di Honoré de Balzac (Piano B edizioni)












Dopo 13 anni torna nelle librerie italiane il libro incompiuto di balzac sull’eleganza. «Per essere alla moda bisogna essere riposati, senza essere passati dal lavoro; altrimenti vincere una quaterna, essere figlio di un milionario, o un principe». Honoré de Balzac, padre del realismo e del romanzo francese, svela nel Trattato della vita elegante (1830), finora misteriosamente scomparso dal panorama editoriale italiano, la sua natura di dandy, di amante del bello e di cultore delle apparenze e della raffinatezza. Lo stile, la mondanità, le norme sociali, il lavoro e il denaro, la grazia e i capricci passano sotto il piglio da acuto sociologo di Balzac, che in questo libro frizzante si diverte a spiazzare e provocare il lettore – che non potrà non restare stupito – con la sua ironia e le sue sagaci osservazioni sulla società. Un saggio deliziosamente pungente e mondano in cui la moda si fa pretesto per una critica sottile della società, che dalle etichette e dalle apparenze si lascia ancora oggi drasticamente influenzare. «Per essere alla moda bisogna essere riposati, senza essere passati dal lavoro; altrimenti vincere una quaterna, essere figlio di un milionario, o un principe.»

A cura di Alex Pietrogiacomi e con i disegni di Massimiliano Mocchia di Coggiola

The Bloodbaths. Book One of the Aqua Pura Trilogy by Steve Libbey (Liber Liber on ebookyou)












Crixus Oraan is a water artesan, an engineer who builds aqueducts and piping for bathhouses and mansions in the empire of Rond. His guild has entrusted him with a large sum of gold, but in a misguided effort to win enough to buy a lavish house for his new fiancé Kharrina, he loses the guild's gold in a card game. In this first volume of the Aqua Pura Trilogy, Crixus finds employment with the Lamiae of Nistru, a cruel society where those at the top bathe in the lifeblood of those at the bottom. Will his conscience allow him to finish the job? This ebook is published under a Creative Commons license.

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Strange Things Happen. La mia vita con i Police, il polo e i pigmei di Stewart Copeland (Minimum Fax)












Stewart Copeland è stato il batterista di un gruppo musicale entrato nella leggenda e che è a tutt’oggi rimasto nel cuore di migliaia di fans: parlo dei Police trittico rock degli anni Ottanta. Insieme a Sting e Andy Summers, hanno scalato le classifiche di tutto il mondo, hanno vinto di tutto, hanno suonato ovunque e registrando in ogni tappa il tutto esaurito. E Copeland questo successo non l’ha messo “sottovuoto”, non lo ha trasformato in qualcosa di museificato, anzi la sua carriera ha continuato a tutta birra, dalla scrittura di colonne sonore per pellicole hollywoodiane al suo intervento nella celeberrima Notte della Taranta a Melipignano (Lecce). Esperienze che vengono ora raccolte in questo splendido libro della Minimum Fax, che ci porta per mano a suon di ritmo e di tanta vita, sino all’immenso reunion tour che fra il 2007 e il 2008 ha fatto tornare sotto i riflettori i Police a oltre vent’anni di distanza. Un libro che non è solo la descrizione fenomenologica e meramente cronachistica della carriera di Stewart Copeland, ma è anche uno splendido spaccato della vita di un uomo dal suo passato in Libano, figlio di un agente della CIA sotto copertura, sino alle sue escursioni documentaristiche tra i pigmei del Congo. Ora perché dovrei consigliare un libro come questo? Semplice … perché l’insieme è semplicemente straordinario.

“Quella che segue è una curiosa raccolta di storie su ciò che può accadere quando mi aggiro in perenne compagnia di un essere mitico il cui ricordo si fa sempre più sfumato. Vent’anni fa c’era un ragazzino con la mia faccia lassù sullo schermo, il mondo intero gli ha dato una bella occhiata e ora eccolo ancora qui, che mi incombe sulla spalla. È quasi invisibile dopo tutti questi anni, i passanti non lo notano, ma ci sono ambienti nei quali tutti riescono a vederlo. E allora è lui che vedono, non me. E accadono le cose più strane.”

mercoledì 3 agosto 2011

Solo su Sky lo sport fa miracoli: beato chi si abbona!

(da Sky promozioni)

Il libro del giorno: La Storia di Canale 5 Vol. I di Marco Saporiti (Youcanprint)












“Nella mia lunga e intensa vita, ho avuto modo di lavorare per la Rai, per Fininvest, poi Mediaset, ed ho quindi potuto incontrare e conoscere molti dei personaggi in questo libro citati.. ma uno in particolare Stefano Gallarini, con il quale ho vissuto gli anni migliori della mia vita, ho condiviso l’infanzia, l’adolescenza, gli amori e i rancori, gli anni della “Milano da bere”, gli interessi reciproci e le strade che in seguito si sono divise.. a Stefano dedico questo libro.” (Nota di Marco Saporiti)
Il libro scritto con uno stile accattivante si occupa di narrare e chiudere in una struttura esaustiva la Storia di Canale 5, dal garage di Telemilano 58, alla modernissima Mediaset di Milano 2 e Cologno Monzese. Tutti i personaggi, le trasmissioni che hanno fatto la Televisione commerciale , e segnato un’ epoca. Presto uscirà anche il secondo volume, non perdetelo!

The Comedy of Errors by William Shakespeare (Liber Liber on Ebookyou)












The Comedy of Errors is one of William Shakespeare's earliest plays, believed to have been written between 1592 and 1594. It is his shortest and one of his most farcical comedies, with a major part of the humour coming from slapstick and mistaken identity, in addition to puns and word play. The Comedy of Errors (along with The Tempest) is one of only two of Shakespeare's plays to observe the classical unities. It has been adapted for opera, stage, screen and musical theatre. The Comedy of Errors tells the story of two sets of identical twins that were accidentally separated at birth. Antipholus of Syracuse and his servant, Dromio of Syracuse, arrive in Ephesus, which turns out to be the home of their twin brothers, Antipholus of Ephesus and his servant, Dromio of Ephesus. When the Syracusans encounter the friends and families of their twins, a series of wild mishaps based on mistaken identities lead to wrongful beatings, a near-seduction, the arrest of Antipholus of Ephesus, and accusations of infidelity, theft, madness, and demonic possession.

William Shakespeare (baptised 26 April 1564; died 23 April 1616) was an English poet and playwright, widely regarded as the greatest writer in the English language and the world's pre-eminent dramatist. He is often called England's national poet and the "Bard of Avon". His surviving works, including some collaborations, consist of about 38 plays, 154 sonnets, two long narrative poems, and several other poems. His plays have been translated into every major living language and are performed more often than those of any other playwright.

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L’asso nella neve. Poesie 1990-2010, di Anna Maria Carpi, postfazione di Fausto Macovati ((Transeuropa). Intervento di Nunzio Festa











“Io perché non ne ho voglia? / Perché non mi riprendo come la mia azalea? / Era appassita, i fiori come stracci, / Le era mancata l’acqua, io gliel’ho data / senza speranza, e invece stamattina / è ritta viva ignara risplendente.” Questi versi sono una delle chiuse migliori di “L’asso nella neve”, l’ultimo libro della poetessa, scrittrice, traduttrice e docente universitaria Anna Maria Carpi. Un volume, iniziamo a precisare, che spiega parola per parola come Carpi sia una delle migliori voci poetiche che abbiamo; poetessa elegante, ma intransigente, potremmo aggiungere di già. La pubblicazione che leggiamo e rileggiamo, in quanto ci convince dall’inizio alla fine, persino nella sua struttura - ‘organizzativa’ - , è raccolta che contiene poesie più recenti di Anna Maria Carpi (amante del Nord e dell’Est soprattutto ex Sovietico) insieme a una selezione dei testi considerati più “significativi dell’autrice”. Un percorso che sintetizza un percorso, la vita poetica dell’autrice. Ma, approfittando del titolo, che è omaggio a figure estratte dal passato appunto sovietico, ovvero una scena ripresa nel mentre della sconfitta dei tedeschi in Urss eppure più esattamente dove tre soldati della Germania s’erano rintananti nel gelo a giocare a carte e allo stesso tempo avevano cestinato nel freddo l’asso – non volendolo cedere al Nemico. Per lo mezzo, inoltre, righe che sono ideale discorso aperto con figure tipo Bobbio e Brecht, per dire. Veri maestri, forse questi, e forse alla stregua della Russia che offre un’opportunità di creazioni che è territorio apertissimo e più volte alimentato dalla poetessa milanese di nascita. I primi componimenti ci permettono, fin da subito, di scorgere il motivo ideale che dice ad Anna Maria Carpi quale foga sperimentare nelle scrittura: dove i versi spaccano la realtà per trarne da essa esempi di crisi interiore. Una difficoltà, verrebbe da dire, tanto individuale che sociale. In pratica un’analisi, ridetta in forma poetica, delle sfioriture che questo mondo aiuta a tenere in vita. Fra un segno personale che tante volte diventa vaghezza di ricerca senza obiettivi e una stagione di collettiva o comunitaria prossimità alla desolazione. Fra l’Io e il resto della vita, sempre. L’asso nella neve, come poche altre opere poetiche in circolazione, è un lascito ai tempi moderni del tempo modernizzato. Il verso pienamente allusivo dell’autrice, d’altronde, spiana suoli e sottosuoli a farli pronti nell’accoglienza di questo ragionamento. Il verso di Anna Maria Carpi è, quando più descrittivo-discorsivo-prosastico/quasi, forte e solido a definire atteggiamenti e sentimenti pensati e riposizionati nel presente. Quando è più secco, solitamente, fra un accenno e/o inizio di frammentazione, il verso di Anna M. Carpi fa fortemente male. E’ cruento. Ma la cruenta eleganza di Carpi fa amare ogni puntino delle sue poesie.

martedì 2 agosto 2011

Baume & Mercier and Richard Cournoyer!

Do you remember our contest "Become an Insider" of Baume & Mercier? Richard Cournoyer from Los Angeles was one of the two lucky winners. The June 30th, 2011, he experienced the role of a watchmaker at our Maîtrise d'Oeuvre in "Les Brenets", Switzerland. (On Youtube by Baume e Mercier)
http://www.facebook.com/BaumeEtMercier

Le rive della Bormida nel 1794 di Giuseppe Cesare Abba (Liber Liber on Ebookyou)












Tre ciuffi di case, in una stretta di Val di Bormida, formano il borgo di Dego; uno piantato su d’un colle, gli altri adagiati sulle due rive del fiume, di maniera che quello della sinistra ha metà delle case con le fondamenta nell’acque. Passano queste e le rispecchiano malinconiche; passa chi va per le sue faccende e non bada; ma chi ha senso delle cose vive e delle morte, coglie il paesaggio nella sua dolce quiete...
Giuseppe Cesare Abba nacque a Cairo Montenotte il 6-10-1838 ove compi' i primi studi frequentando fino all'eta' di 12 anni le vecchie scuole Comunali del "Ghetto". Diede una sede piu' degna alle scuole, istitui' un corso serale per operai fece abbattere le mura cittadine per il risanamento igienico dell'abitato, fece costruire la nuova fognatura e il cimitero e favori' l'istituzione di una banca popolare al servizio dei lavoratori, degli artigiani e degli agricoltori della citta'.

Il libro del giorno: Aron Demetz (vannillaedizioni)










«[...] In queste opere Aron Demetz segue le isobare del computer scoprendo una figura aliena, glaciale, emerge un’immagine ‘altra’ che abbandona il rude e primitivo taglio del legno per svelare un fitto tratteggio dell’intera superficie. Sulla scultura si dispone il disegno, alle spigolosità dell’impianto volumetrico, alla fisicità plastica si affianca la carezza di un segno nitido, continuo, sinuoso; la pelle dell’opera è avvolta da una coltre di linee che inseguono il profilo di un’asperità, di un avvallamento, disegnando così una sorprendente mappatura ‘astratta’ della figura. Un clima progettuale, asettico, meccanico che si deposita sul corpo della figura incidendo profondamente nel suo racconto, guidando la sua recitazione, presentando nuove categorie interpretative che, di fatto, impongono all’immagine una nuova umiltà e un sospettoso silenzio. È proprio in questa ambigua dissolvenza, in questa inquietante sospensione di tempo e di racconto, in questo ‘respiro trattenuto’ che s’insinuano allucinate presenze; crescono nelle ferite della superficie, negli incavi del corpo, nelle rughe di una pelle segnata e incisa.[...]» Tratto dal testo di Danilo Eccher.

Con testi di Danilo Eccher e la traduzione a cura di Werner Menapace e Elisabetta Zoni. Le foto sono di Egon Dejori, e Dario Lasagni

Conan il barbaro di Robert E. Howard (Newton Compton)











Il film in uscita in quest’estate 2011 è il rebooting della saga cinematografica di Conan. Secondo le prime indiscrezioni, nelle intenzioni di regista e produttori questo nuovo conan dovrebbe essere più vicino a quello creato dalla penna di Robert E. Howard che non a quello interpretato da Arnold Schwarzenegger nei precedenti adattamenti. Conan è il più conosciuto tra i personaggi creati da Howard. Barbari e guerrieri, re e paria, stregoni, creature del male e oscure divinità che si nutrono di sangue: è il terribile universo in cui si viene trascinati dalla lettura di Conan il barbaro, un universo sconvolto da drammi e da forze incomprensibili, di cui rimane un’eco lontana nella leggenda e nel mito. Dall’opera di Howard sono state tratte fortunate riduzioni cinematografiche: una, storica, è quella in cui l’eroe è interpretato da un giovane Arnold Schwarzenegger; recentissima la versione diretta da Marcus Nispel, con Jason Momoa e Rose McGowan.

ROBERT E. HOWARD nacque nel 1906 in Texas e concluse la sua brevissima vita a Cross Plains, nel 1936. Dotato di una vena creativa inesauribile, scrisse non solo racconti fantasy, ma anche commedie, gialli, racconti storici e d’avventura. Accanto al ciclo di Conan, della sua vasta produzione va ricordato almeno quello di Solomon Kane (già pubblicato dalla Newton Compton).

lunedì 1 agosto 2011

Skoda Yeti Ga El Suv

Skoda Yeti Ga El Suv con Dj Ice. On line da NuoviMotori on Youtube

I misteri di Marsiglia di Emile Zola (Liber Liber on Ebookyou)












I misteri di Marsiglia è un romanzo di Émile Zola del 1867. Fu pubblicato come una storia a puntate nel Messager de la Provence, mentre Zola stava scrivendo Teresa Raquin. Nel romanzo Zola racconta delle vicende dei due fratelli Cayol. Filippo Cayol, repubblicano del popolo, desidera fuggire con l'amante Bianca De Cazalis, nipote di un politico che esercita grande potere su Marsiglia. La fuga non andrà a buon fine: Philippe verrà arrestato. Allora il fratello, Mario, farà di tutto per riuscire a liberare Filippo, ma incontrerà diverse difficoltà nella società corrotta contemporanea a Zola.

Émile Zola, nato a Parigi il 2 aprile 1840, figlio di Francesco Zola un ingegnere italiano di origine veneziana, e di Émilie Aubert, francese, di ventiquattro anni più giovane del marito, trascorse l'infanzia e la prima giovinezza ad Aix-en-Provence, dove il padre dirigeva la costruzione di un canale. Morto il padre (1847), il ragazzo compì i suoi studi ad Aix e vi restò sino al 1857, anno in cui la madre, soprattutto per le crescenti difficoltà economiche, decise di rientrare a Parigi.Nella capitale, Zola ebbe difficoltà di ambientamento che si riflessero sui suoi studi presso il liceo Saint-Louis. Dopo essere stato bocciato per due volte agli esami di maturità (baccalauréat), decise di abbandonare gli studi e di trovarsi un lavoro. Entrò come fattorino nella casa editrice Hachette. Qui venne notato per la sua intelligenza e gli fu affidato l'ufficio Pubblicità. Questo lavoro gli permise di entrare in contatto con il mondo letterario e artistico del tempo. Successivamente iniziò la sua collaborazione al Journal populaire di Lilla e intraprese la sua carriera di giornalista, attività che proseguì per tutta la vita contemporaneamente a quella di scrittore. Nel 1864 pubblicò i Contes à Ninon e nel 1865 la Confession de Claude. Zolà successivamente si avvicinò al Realismo e al Naturalismo.

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Il libro del giorno: La rabbia di Marco Mantello (Transeuropa)











Il Padre, Leandro Van Sandt, è un affermato scrittore di settant’anni, in preda a un esaurimento nervoso dopo la separazione dalla moglie, politica in carriera ascesa al rango di ministra con portafogli in un governo di fine anni ottanta. Il Figlio, Filippo Van Sandt, è un quarantenne insicuro e autodistruttivo e forse non riuscirà mai a diventare Padre. Vive a Berlino come un fuggitivo dopo aver rinunciato ai concorsi universitari che potrebbero fare di lui uno stimato professore di diritto. A unire i due protagonisti in un comune destino di solitudine e dispersione del proprio talento, le premure interessate di una maggiorata e un feroce pitbull di nome Agave. Con una scrittura densa e orgogliosamente poetica, Marco Mantello mette in scena una tragedia satirica dell’Identità, sulle ceneri di una Provincia grande quanto la Penisola, dove sfilano carabinieri suicidi, portieri stupratori di colf, accademici col codazzo di allievi, funzionari di case editrici persi nelle loro riunioni del martedì, vecchie zitelle con la mania del tiro a segno, preti prestati alla politica attiva e avvocati divorzisti con un passato da No Global. Un romanzo impietoso e lucidissimo, in cui sono i rapporti di potere, con le loro regole silenziosamente accettate, a sostituire i rapporti affettivi. E a diventare rabbia.

«I primi tempi, quando le metteva il collare, la cagna gli ringhiava con le zanne tutte di fuori. Col tempo divennero inseparabili, gelosi l’uno dell’altra come vecchi amanti. Mano a mano che il guinzaglio si attaccava a quel collo taurino, a quell’enorme bocca triangolare, a quelle zanne bianchissime e lucide di bava, nell’estrema intimità della passeggiatina al parco, le loro fattezze presero a somigliarsi. “I pitbull respirano col naso” ripeteva ai passanti impauriti, sotto al sole cocente di viale Vittime della Violenza, “quando attaccano mirano dritti alla giugulare. Una volta che ti prendono è impossibile staccarli, nemmeno con un bastone, nemmeno col manganello elettrico. Devi smettere per forza di respirare, è questo il trucco, solo così li freghi, i pitbull.”»

Gli occhi eroici di Alessandra Cenni (Mursia)












«Ci muovevamo in una immensa campana di vetro abbagliante, la vicendevole iniziazione ci dava chiari occhi eroici. Imparai, amore, che il tuo mistero non è nella legge che perpetua le speci. Più alto, indifferente, estatico.» (Sibilla Aleramo)
Non me lo sono chiesto mai (perché certe tematiche e certe pubblicazioni non mi sono capitate tra le mani), ma dopo aver letto il libro di Alessandra Cenni edito da Mursia dal titolo “Gli occhi eroici”, ecco che una domanda si insinua (e nemmeno in maniera tanto subdola) prepotentemente nella mia testa: la ex di D’Annunzio, la splendida e pulcherrima Eleonora Duse e l’immensa Sibilla Aleramo, erano legate da qualcosa di più che una semplice corresponsione di sentire estetico? La risposta è certamente positiva, e soprattutto riguarda la geometria sessuale ed erotica ed amorosa e di vita che si configura in un triangolo saffico con un’amante che unisce tre donne con lunghi fiumi d’inchiostro. Già perchè quello che l’autrice di questo libro ci presenta è uno splendido epistolario dove tre destini di donne si agitano tra i mari tempestosi di un secolo (quello breve) in bilico tra il sublime e l’orrore, di un amore che lascia sul campo molti feriti (talvolta moribondi) indipendentemente dalle inclinazioni sessuali, di credo, di ceto, e di razza. Ed elegantissima appare la parola che la Cenni regala ai lettori, che travolge e solletica, mai in maniera pruriginosa. Siamo dunque nel 1908, a Roma, al primo Congresso delle Donne Italiane. Sibilla Aleramo, scrittrice di fama grazie al suo “Una donna”, incontra Cordula (Lina) Poletti, spregiudicata quanto eccentrica studentessa ravennate. Esplode un’ incredibile passione d'amore che termina però quando Lina conosce Eleonora Duse, che aiuterà in un momento di tormentato abbandono, a ritornare sotto i riflettori della ribalta.
Alessandra Cenni, docente di Letteratura Italiana, svolge attività di ricerca all'Università di Roma Tor Vergata. Ha curato l'opera completa di Antonia Pozzi oltre alla biografia della poetessa, In riva alla vita (2002). Ha pubblicato Cercando Emily Dickinson (1998), C'era una volta «I Lombardi» (1999) e raccolte di poesie interpretate in forma di performance: Silhouettes. L'Altra Poesia (1994), Le tuffatrici (1997), Cosmonautiche (2002) e Corpi celesti (2010).

domenica 31 luglio 2011

Nastro Azzurro controcorrente, il coraggio di 'dire sì'

"Ti hanno insegnato che nella vita devi imparare a dire no. Falso! La vera cosa difficile da dire è SI'". Inizia così la nuova campagna Nastro Azzurro, firmata dell'agenzia Kennedy + Castro, (vincitrice di una gara con Euro Rscg, S&S e The Bank) diretta da Tony Kaye, regista Filmmaster, e realizzata in collaborazione con il set designer Andrea Rosso e la stylist Grazia Materia.

Il libro del giorno: Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti. Ediz. integrale di Giorgio Vasari (Newton Compton)












Pubblicate dapprima nel 1550, esse sono frutto di un lavoro di paziente ricerca durato almeno dieci anni. Il Vasari aveva infatti iniziato a raccogliere materiali, appunti e notizie riguardanti la vita e l'attività degli artisti italiani già nel 1540, quando aveva trent'anni. Iniziando da Cimabue, il Vasari racconta, analizza, commenta la vita e l'opera degli artisti italiani vissuti nell'arco di tre secoli, per giungere fino ai suoi contemporanei, senza tralasciare nessuno: dai più celebri, come Raffaello e Michelangelo, a quelli che solo pochi conoscono. Con l'introduzione di Maurizio Marini.

Il ritratto del diavolo di Anton Giulio Barrilli (Liber Liber on Ebookyou)












Lettori gentili, siete mai stati ad Arezzo? Se non ci siete mai stati, vi prego di andarci alla prima occasione, anche a costo di farla nascere, o d'inventare un pretesto. Vi assicuro io che mi ringrazierete del consiglio. La Val di Chiana è una tra le più amene e le più pittoresche "del bel paese là dove il sì suona"...

Antonio (o Anton) Giulio Barrili (Savona, 14 dicembre 1836 – Carcare, 14 agosto 1908) è stato un patriota e scrittore italiano.

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Cucina interiore di Mino Pica (Lupo editore)












Tra obblighi e scadenze, rituali sociali e abitudini, ritmi frenetici e conformismo imperante, davvero poco è il tempo che rimane per guardarsi dentro, per far respirare sentimenti e sogni e abbandonarsi a squarci di autenticità. E così si finisce col soffrire di una sorta di asfissia dell’anima, quel malessere tutto contemporaneo che sarebbe bello poter risolvere ricorrendo al kit di medicinali di pronto soccorso… o lasciandosi andare a vizi più o meno innocui.

A volte però scambiamo per malanno quella che è solo l’urgenza di sentire, di aprire la mente, nutrire lo spirito: col ricordo, con la fantasia, con l’evasione, aprendosi al vento delle emozioni e del cambiamento che bussa con prepotenza a porte che abbiamo chiuso per convenzione. A mezza strada tra indicazione terapeutica e ricettario, l’originale visione critica “mal-ironica” proposta da Mino Pica è un manuale di cucina interiore, un Menù di “momenti” con sottofondo musicale in cui autorizzarsi alla libertà di essere come si è, capaci di paure ma anche di contestazione, di dubbi ma anche di affermazione, di sconforto ma anche di speranza. Con una bella quota di poesia, quando serve: apparecchiate una tavola in tinta con il vostro umore, sulla destra posate un lettore musicale, “si può abbondare con gli antipasti e finire con un dolce o scegliere diversamente. L’importante è lasciarsi andare e viaggiare con la mente, confortarla ascoltando le proprie emozioni”.

MINO PICA - Nasce a Brindisi nel 1982. Nel 2005 si laurea in scienze della comunicazione e nel 2008 entra nell’ordine dei giornalisti pubblicisti. Collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia» e con Puglia Tv. Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo di narrativa, L’attesa dell’attesa. Colleziona diverse collaborazioni con giornali, riviste e tv, nel filo di un legame col giornalismo nato già nel 1995, in radio. Ascolta la musica a 360 gradi, da Ludovico Einaudi agli Slipknot e, oltre a sostenere le attività di diverse associazioni culturali, ha contribuito alla realizzazione di contest musicali per band di un territorio a cui è profondamente legato. Mal digerisce la superficialità, i luoghi comuni e le ferme convinzioni. Ama il silenzio, la semplicità e lo spazio ed il tempo dedicato ai sensi.

sabato 30 luglio 2011

SEX SHOW EDUCATION SU FOX LIFE

Siete pronti a parlare di sesso con Nina? In esclusiva su FoxLife arriva Sex Education Show: Non i segreti del sesso, ma il sesso senza segreti.

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Il libro del giorno: Ragazza di periferia. La mia piccola favola di Anna Tatangelo (Mondadori)












Certe storie somigliano talmente a delle favole che sembrano fatte apposta per essere raccontate. La storia di Anna Tatangelo è quella di una Cenerentola contemporanea, materia di sogno per tante ragazze come lei. Anna nasce a Sora, nella profonda provincia laziale. È l'ultimogenita di Dante e Palmira, due pasticcieri che producono la ciambella sorana. Anna ama la musica, e ci prova. Fin da giovanissima va in giro per concorsi canori. Il talento non le manca, e tantomeno la tenacia. È così che, a soli quindici anni, si trova sul palco dell'Ariston. "Ho soltanto la mia età" canta nel primo verso della sua Doppiamente fragili. E vince: prima classificata nella categoria Giovani del Festival di Sanremo. Da lì dischi, concerti e altre soddisfazioni professionali si susseguono. Ma la favola non è ancora finita. Lo stesso anno conosce Gigi D'Alessio, una vera star, e con lui canta Un nuovo bacio. Galeotta fu la canzone e chi la scrisse, dopo qualche tempo fra i due nasce una storia d'amore. La giovane Anna si ritrova in una tempesta di maldicenze, viene accusata di essere una rovina famiglie, un'opportunista. Qualche anno più tardi, una gravidanza sembra regalare il sigillo a una storia straordinaria. Ma Anna dovrà soffrire ancora un po', stringere ancora i denti, essere di nuovo più grande della sua età. Il lieto fine arriverà poco dopo, e Anna e Gigi lo chiameranno Andrea. In questo libro Anna racconta la sua piccola favola, senza omettere niente.

Novelle e riviste drammatiche di Arrigo Boito (Liber Liber on Ebookyou)












Quante volte mi venne spontanea al pensiero questa variante della famosa strofetta metastasiana mentre attraverso biografie, bibliografie, giornali, riviste, libri vecchi e nuovi cercavo e non trovavo le traccie delle novelle che mi constava avesse scritto Arrigo Boito, anzi non solo non trovavo quelle traccie, ma mi pareva che più le ricercavo, più si facessero tenui, fino a sfumare del tutto!

Arrigo Boito (Padova, 24 febbraio 1842 – Milano, 10 giugno 1918) è stato un poeta, compositore e librettista italiano. Fratello minore di Camillo, è noto soprattutto per i suoi libretti d'opera, considerati tra i massimi capolavori del genere, e per il suo melodramma Mefistofele

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Ogni donna ama un fascista. Diario antimoderno, di Gemma Gaetani (Vallecchi). Intervento di Nunzio Festa













I versi di “Ogni donna ama un fascista”, le parole infuocate e spesso decisamente sfuocate dell'autrice del senza dubbio più sperimentale “Colazione al Fiorucci store” sono un affronto ai maschi; o al 'maschio', moderno. Per mezzo d'un mai prevedibile “Diario antimoderno”, appunto. Un poema spezzato in diverse fronde, che assume la posizione lavorativa della poetessa ma col fine di continuare a fare beffa sull'Uomo mammone o sull'Ometto 'praticamente' femminista (se non fosse pel pisello, sempre) – supporto dal macho-maschietto, va aggiunto, che non viene preso in considerazione quale realmente strumento per esempio di piacere anzi tutt'al più disegnato per ripensare alla Differenza Unica fra donna e certi homini. Dove si sfuoca, per riprendere, sulla citazione iniziale: il verso di Plath, infatti, è un pretesto più che il viatico che si deve agire per comprendere la raccolta di Gemma Gaetani. I cinque capitoli del libro, in pratica, in rima rompono la monotonia dell'impiegata che nel frattempo legge e vuole rifare le abitudini imposte dalla società. Dove la donna, lavoratrice e amante d'uomini che la vorrebbero solamente a travagliare mentre la coccolano coi sedativi dolciastri di messaggini più che cestinabili, affronta quest'uomo della società odierna per esporre al ludibrio dato dalle donne forse solo d'un tempo e lo mette in un angolino per servirgli il té della commiserazione senza pietas. La poetessa, che cerca la rima o alcune volte l'assonanza e riesce bene con questo a non tramortire il suono già proprio d'un verso fortemente evocativo, è contro le regole del suo lavoro quanto è contro quell'uomo così modernizzato da permettersi il lusso di dichiarare un'elegante parità di sessi quando deve produrre atti invece buoni a risolvere con grazia problemi piccoli e piccolissimi come essenziali per una donna che vorrebbe vivere la propria casa, fare una famiglia e questioncine dello stesso tipo a volte. Tutto il peso della femminilità del soggetto forte delle liriche, insomma, si piazza sopra le abitudini che l'oggi cerca d'imporre e a diversi riesce a imporre. E a parte il fatto che gli uomini sono ripetutamente frustati, per fortuna ci dovremmo consolare col triste e lieto fatto che la poetessa Gaetani decide di dare battaglia, anche lei, alla mostra costante e spettacolarizzata sempre più dell'amica morte (non a caso un passaggio è dedicato a Sara Scazzi e Yara Gambirasio). I versi di Gemma Gaetani non lì dimenticheremo facilmente, e non solamente per il fatto che porta, o dovrebbe condurre, tanti uomini su una strada piena d'autocritica da navigare, ma perché le poesie di Gaetani sono d'una originalità e d'una potenza che supera il livello più alto dell'invettiva. Molto correttamente, Langone spiegava che quel “fascista” del titolo va analizzato nella sua evocazione di senso antropologico e, aggiungeremmo noi, proprio anti-politico. “Ogni donna ama un fascista. Diario antimoderno” non è bello. E' fastidioso e bello. Fastidiosamente bello?

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