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giovedì 10 aprile 2014
La figlia del papa di Dario Fo (Chiarelettere)
Figlia
di un papa, tre volte moglie (un marito assassinato), un figlio illegittimo...
tutto in soli 39 anni, in pieno Rinascimento. Una vita incredibile, da
raccontare. Ci hanno provato scrittori, filosofi, storici. Di recente sono
state dedicate a Lucrezia serie televisive di successo in Italia e all'estero.
Ora, eccezionalmente, il premio Nobel Dario Fo, staccandosi da ricostruzioni
scandalistiche o puramente storiche, ci rivela in un romanzo tutta l'umanità di
Lucrezia liberandola dal cliché di donna dissoluta e incestuosa e calandola nel
contesto storico di allora e nella vita quotidiana. Ecco il fascino delle corti
rinascimentali con il papa Alessandro VI, il più corrotto dei pontefici, il
diabolico fratello Cesare, e poi i mariti di Lucrezia, cacciati, uccisi,
umiliati, e i suoi amanti, primo fra tutti Pietro Bembo, con il quale
condivideva l'amore per l'arte e, in particolare, per la poesia e il teatro.
Tutti pedine dei giochi del potere, il più spietato. Una vera accademia del
nepotismo e dell'osceno, tra festini e orge. Come oggi. Perché il romanzo della
famiglia dei Borgia è soprattutto la maschera del nostro tempo che, visto
attraverso il filtro di quel periodo, ci appare ancora più desolante e
corrotto.
mercoledì 9 aprile 2014
martedì 8 aprile 2014
L'Armata dei Sonnambuli di Wu Ming edito da Einaudi
«Te lo
si conta noi, com'è che andò. Noi che s'era in Piazza Rivoluzione. Qualchedun
altro te lo conterebbe - e magari te l'ha già contato - come son buon tutti,
cioè a dire col salinzucca di poi, dopo aver occhiato le stampe sui libri,
varda, c'è Madama Ghigliottina, c'è il ritratto di Robespierre, volti la pagina
e c'è la mappa delle battaglie, e dal capo alla coda si snocciano gli anni
cosí, come fossero olive: 1789, 1793...»
1794.
Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint- Just sono morti,
ma c'è chi giura di averli visti all'ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera
si aggira sui tetti: è l'Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari,
difensore della plebe rivoluzionaria, ieri temuta e oggi umiliata, schiacciata
da un nuovo potere. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri
riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza
invisibile condiziona i destini, in città e nei remoti boschi dell'Alvernia.
Qualcuno la chiama «fluido», qualcun altro Volontà. Guarda, figliolo: un giorno
tutta questa controrivoluzione sarà tua. Ma è meglio cominciare dall'inizio.
Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina.
***
In questo
romanzo troverete:
La torre di
Piazza Rivoluzione. Da lassú si vede persino il Belgio, ma non la Vandea.
La ghigliottina.
Ça va sans dire!
Il fluido
magnetico. Funzionerebbe anche se non esistesse. Sono sempre gli uomini a
magnetizzare le donne, sono sempre i nobili a magnetizzare i contadini.
Il castigamatti.
Va bene slegare gli alienati, ma bisogna avere un piano B.
Il gladio della
legge. Tutti lo invocano. Se non colpisce chi accaparra e affama, ci penserà lo
«Spirito di Marat».
Lo spirito di
Marat. L'Amico del Popolo è sempre con noi.
Lo «Spirito di
Marat». Si abbatte sulle teste dei monopolatori, dei muschiatini, di tutti i
nemici del popolo. Si dice sia un femore umano placcato d'argento.
La Festa
dell'Unità. Si chiama proprio cosí, ma non è la stessa.
La lettera R.
Viene dopo la Q. Alcuni si rifiutano di pronunciarla, pa'ola mia!
Il pane
dell'uguaglianza. Se lo scagli contro un muro ci rimane appiccicato, ma altro
non c'è.
Il folgoratore.
Gira la manovella: la scossa può stendere una schiera di soldati
Il potere
esecutivo. Si abbatte sulle teste dei giacobini, dei sanculotti, dei
terroristi.
I ferri da
calza. Possono arrecare gravi danni. Le Streghe della Montagna mirano alla
faccia.
L'uomo della
merda. Esce dal gabinetto con il suo seguito di topi e scarafaggi, per
trascinarti giú.
Qui
lunedì 7 aprile 2014
domenica 6 aprile 2014
sabato 5 aprile 2014
Storia di una ladra di libri di Markus Zusak (Frassinelli)
È il
1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non
ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo
fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve,
qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino
abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel
non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per
il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola
ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei
diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre
adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima
strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare
cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca
della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in
pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si
fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un
ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo.
E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile,
partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un
romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo
spirito. Questo libro è stato pubblicato con il titolo "La bambina che
salvava i libri".
Il mondo non mi deve nulla, di Massimo Carlotto, Edizioni e/o, 2014. Intervento di Alessandra Peluso
“Il mondo non mi deve nulla” è una storia insolita altalenante tra il paradosso e un'ironica visione della realtà.
Massimo Carlotto sorprende
raccontandoci l'incontro tra il ladro e la malcapitata - che tale non sarà -
signora da derubare.
Offre una sospensione surreale di
mitigata sofferenza e ad un certo punto ti chiedi chi è lo sfortunato dei due?
Forse sono io?
Lise è stata una croupier, una
ricca signora che vive nella solitudine della sua villa a Rimini dopo una vita
dedicata ad accumulare denaro nei casinò a scapito di tanti malcapitati;
mentre, Adelmo, il ladro, non ha nulla, deve fare i conti con le bollette e
debiti da pagare.
L'incontro fortuito tra due
solitudini, due vuoti che sapranno colmarsi a vicenda: «Sono sola, non ho
nessuno. Il mio è stato un fallimento completo. Solo il denaro ha potuto
mascherare la miseria della mia esistenza perché mi ha permesso di consumare il
tempo comprandolo. Ma tra un anno non posso più farlo. La realtà è troppo
spietata, non riesco a vivere». (p. 41). Queste le parole autentiche di Lise
che ha dedicato la sua vita alla menzogna.
È un'affascinante teatro
pirandelliano di finzioni e maschere, di verità e confessioni.
È surreale, l'autore ha questa
grande capacità di dimostrare come invece ciò accade e appassiona questo
incontro vorace, passionale, bizzarro.
Chissà dove la trama condurrà il
lettore.
Nel vortice dell'esistenza due
figure si incontrano nell'abile penna di Carlotto e dimostrano di essere consapevoli di avere tutto e di non dover
dare più nulla al mondo. Forse.
Sarà l'amore a dare un senso alla
vita. L'amore è l'ingrediente principale, fornisce spiegazioni, chiarimenti,
possibilità.
L'autore gioca servendosi di Lise
e Adelmo, ricchezza e povertà, intelligenza, scaltrezza e misera grettezza, fa
suo il linguaggio semplice, autentico senza ricorrere a ghirigori o artifici
stilistici. Intrattiene il lettore svelando significati e destini di una donna
arrivata all'apice della sua esistenza ed un giovane ancora in tempo a
regalarsi un'opportunità.
“Il mondo non mi deve nulla” di Massimo
Carlotto è una storia di alchimia e un disperato bisogno d'amore, il tutto
armonicamente condito di ironia e drammatica
comicità.
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