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sabato 18 gennaio 2014
venerdì 17 gennaio 2014
Earl Mindell Come Liberarsi dell'Artrite - Libro
giovedì 16 gennaio 2014
Nigredo di Stefano Delacroix ( I Libri di Emil) a Il salotto letterario della 750ml wine selection (Locorotondo – BARI – Italia)
Il salotto letterario della 750ml
wine selection (Via San Pantaleo, 57, Locorotondo BA, Italia) il 17 gennaio 2014 ore 19,30 è lieta di
invitarvi alla presentazione del romanzo alchemico-esoterico
"Nigredo". Introduce Ermelinda
Prete
Nigredo é un romanzo
elchemico-esoterico che, attraverso un linguaggio variegato ed una discorsivitá
smaliziata, accompagna il lettore tra i quartieri malfamati della parigi
rivoluzionaria e illuminata, attraverso sipari e vicende noir. Il protagonista
Vincent é un apprendista stregone alle prese con principi chimici e fisici che
riscopre e applica e che si spinge sino all'alchimia nel tentativo di elevarsi
al rango di cultore di una scienza infallibile. Nigredo: tra degrado e
disprezzo umano, trasgressioni e malefici, inequità, lignea virtù e sidera
bellezza. Tra rosa e croce.
Stefano Delacroix è nato a
Taranto nell’agosto del 1966, da genitori leccesi. Dopo una lunga militanza
giovanile con la band The Act, prodotto da Mimmo Locasciulli pubblica tra il
’94 e il ’97 due album solisti, Ribelli e La Legge Non Vale (ed. Hobo,
distribuzione Sony Music). Dedicatosi alla letteratura, pubblica nel 2007
Peristalsi (ed. Il Foglio) e La Memoria del Mare (ed. La Riflessione), nel 2009
Il Sesto (Lupo Editore), raccolta di racconti noir uscita in seconda edizione
nel 2012. Nel febbraio 2013 esce Nigredo (I Libri di Emil), noir storico
esoterico.
I Libri di Emil
mercoledì 15 gennaio 2014
Prima che tu mi tradisca, di Antonella Lattanzi, Einaudi (Torino, 2013), pag. 425, euro 19.00. Intervento di Nunzio Festa
Avendo letto
"Devozione", lo sconvolgente romanzo d'esordio d'Antonella Lattanzi,
con abbondante distacco dalla sua pubblicazione, ho 'rimediato', o forse, anzi,
il contrario, diciamo che almeno ho provato a leggere sempre con calma anche se
- dal primo giorno della uscita in libreria, il "Prima che tu mi
tradisca". E da subito m'ha meravigliato; ovvero è riuscito: a darmi
dall'incipit stesso: lo stupore che soltanto la letturatura riesce a dare.
L'iprite delle bombe statunitensi sconvolte, siamo al 2 dicembre del '43, da un
bombardamento dell'aviazione nazista al porto di Bari, termina praticamente
tutta (oltre che nelle almeno mille vittime provocate - a diverso titolo)
nell'anima ancora non spuntata delle sorelle Angela e Michela, figlie d'uno dei
sopravvissuti all'evento catastrofico, il barese di Bari ovvero cittadino
Japigia, Giovanni Cipriani. Dannate e dannose che poi si fan carico, ma
stavolta saran già nate, del fumo del mitico Teatro Petruzzelli. Tutto vero.
Insomma reali i fatti, cronaca per una parte. Fino a quando arrivà il
veritiero, cioé la distruzione completa d'una famiglia normale. Dalla quale
Angela, Angela J., è la prima a fuggire. Nell'altro approdo, Roma. Il luogo è
gigante, comunque. Perché Lattanzi ingrandisce fino allo sfinimento, dando
spasimi agli spazi descritti, personaggi e luoghi, luoghi e personaggi, del
capoluogo pugliese - sapientemente riportato nelle sue fattezze -, che tra
l'altro è la sua città d'origine. Il codice linguistico scelto da Antonella
Lattanzi è nuovamente il migliore possibile. Dialogo puntuale, italianizzazioni
dal dialetto, strimpellate in prosa e accenti lirici da appuntare nella mente.
Per non parlare dell'ambientazione temporale. Le scene, sostenute perfino da
cambi di voce, fanno da intervallo in vite che meriterebbero un poco di
serenità. I manichini animati assicuratici da Lattanzi, vedi quel che diventa a
un certo punto Michela, sono conseguenza delle azioni vorticanti. E assalgono
mutamenti epocali con deviazioni mentali da palcoscenico dell'iquisizione. Le
mosse di Angela Junior e di Sté quanto il vivo passato dei genitori di queste
donnine da momenti arrabbiati alternati a sofferenze volutamente sperimentate
insieme a tutto il resto della poderosa trama non sono che una composizione.
L'autrice tocca direttamente i tasti del pianoforte nell'opera di componimento
del suo prodigio. Che a ogni passo viene modellato sullo spartito. Ogni nota è
allo stesso tempo fatta e scritta. Col risultato utile di darci una lettura in
procinto di diventare un classico.
martedì 14 gennaio 2014
lunedì 13 gennaio 2014
MICHELE VITERBO 'PEUCEZIO' 1943 – 1945 (Lupo editore)
L’archivio Viterbo – dichiarato
nel 1990 di “notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica per
la Puglia – è stato acquisito a titolo di donazione dall’Archivio di Stato di
Bari. Si deve alla sensibile lungimiranza dei figli di Michele Viterbo, Silvia,
Nicola e Donato, se le raccolte documentarie sono state donate all’Archivio
barese che in tal modo, nell’adempimento dei suoi compiti istituzionali,
arricchisce la collettività di Bari e dell’intera realtà regionale di
un’importante testimonianza relativa a vicende significative della storia
locale e nazionale.
dalla prefazione di Eugenia
Vantaggiato
(Direttore dell’Archivio di Stato
di Bari)
Michele Viterbo nasce a Castellana Grotte (BA) nell’ottobre 1890. A sedici anni scrive
il primo articolo per il Corriere delle Puglie e nel 1909 fonda, con Alfredo
Violante, la rivista Puglia Giovane. Durante la prima guerra mondiale è
decorato con la Croce di guerra. Collabora con il Corriere delle Puglie – che
diventerà in seguito La Gazzetta del Mezzogiorno – dall’ottobre del 1906 al
luglio 1943 e, successivamente, con lo pseudonimo di “Peucezio”, dall’agosto
del 1950 in
poi, scrivendo circa 1.500 articoli soprattutto di carattere storico ed
economico-sociale. Dal 1925 al 1929, per conto della Gazzetta e della Camera di
Commercio Italo-Orientale, cura con Sante Cosentino la pagina quindicinale de
La Gazzetta di Puglia intitolata “Le Vie dell’Oriente” e, dal 1926 al 1929, la
Gazeta Shqiptare, edizione albanese del quotidiano di Bari, del quale, dal
novembre 1933 al marzo 1940, sarà presidente del Consiglio di amministrazione.
Nell’arco della sua vita Michele Viterbo collabora con circa ottanta testate
(quotidiani, settimanali, riviste) e pubblica oltre settanta tra volumi e
opuscoli. Tra le sue opere più note si cita “La Puglia e il suo Acquedotto”,
medaglia d’oro del “Premio Mezzogiorno” nel 1954 (Laterza Ed. 1954, 1991,
2010). Quest’ultima edizione viene pubblicata per iniziativa dell’Assessorato
ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, con introduzione dell’Assessore
Fabiano Amati. Di grande valore sono i tre volumi, editi sempre da Laterza,
della serie “Gente del Sud”: “Antiche civiltà” (1959), “Da Masaniello alla
Carboneria (1962), con introduzione dello storico Raffaele Ciasca, e “Il Sud e
l’Unità” (1966). La trilogia è riproposta nel 1987 con introduzione del
dantista filologo Aldo Vallone. Nel 2011 viene pubblicata una nuova edizione de
“Il Sud e l’Unità”; il volume, con postfazione del Governatore della Puglia
Nichi Vendola, rappresenta la Puglia alle celebrazioni unitarie in occasione
dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Alla fine del 1923 Michele Viterbo fonda
l’Ente Pugliese di Cultura Popolare di cui è direttore generale sino al 1943.
Nel gennaio 1924 si costituisce la Camera di Commercio Italo-Orientale di cui
Viterbo è prima segretario generale, poi direttore generale e, dal 1929 al
1943, presidente. Nel maggio 1925 viene iscritto d’ufficio al Partito nazionale
fascista dalla sezione di Castellana Grotte. È nominato dal 1927 regio
Commissario e poi, dal 1929 al 1931, Preside della Provincia di Bari. Dal 1935
all’aprile 1943 ricopre la carica di Podestà di Bari. A questi anni sono legate
le maggiori realizzazioni della città e della provincia di Bari. Alla caduta
del fascismo anch’egli è sottoposto a severo scrutinio, il cui esito mette in
risalto la sua dirittura morale e la correttezza della sua gestione. Tra i più
anziani soci della Società di Storia Patria per la Puglia, ne ricopre, durante
la guerra, la carica di presidente e negli ultimi anni quella di vice
presidente. Dal luglio 1954, sino alla fine, è presidente del Comitato di Bari
dell’Istituto per il Risorgimento italiano. Sotto la sua guida si svolgono
importanti convegni che portano in Puglia studiosi da ogni parte d’Italia.
Muore a Bari il 13 aprile 1973.
domenica 12 gennaio 2014
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