Con la mappa di Hamer e l’ascolto di Claudia Rainville
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mercoledì 27 novembre 2013
Charlotte Gerson, Beata Bishop Guarire con il Metodo Gerson + DVD
martedì 26 novembre 2013
Difendere la Terra di Mezzo. Scritti su J.R.R Tolkien di Wu Ming 4. In appendice Thomas A. Shippey
La febbre per l’uscita della
secondo capitolo della trilogia di Peter Jackson su Lo Hobbit è ormai alle
stelle. Wu Ming 4, ovvero Federico Guglielmi scende nel campo di battaglia
delle interpretazioni di Tolkien: un tributo al signore degli scrittori fantasy
contro le faziose interpretazioni tradizionaliste in voga nel nostro paese…
Thomas Alan Shippey (1943), professore di letteratura medievale e
anglosassone, nonché esperto di narrativa fantastica e fantascientifica, è il
più noto studioso di J.R.R.Tolkien. Il suo cursus honorum ricalca quello
dell'autore inglese: come Tolkien, ha studiato alla King Edward's School di
Birmingham e ha insegnato antico inglese all'Università di Oxford. Ha occupato
in seguito la stessa cattedra di Tolkien all'Università di Leeds. Il suo saggio
del 1982, La Via per la Terra di Mezzo, è considerato una pietra miliare degli
studi tolkieniani. E' stato consulente per la pronuncia della lingua elfica
durante la realizzazione dei film di Peter Jackson tratti da Il Signore degli Anelli.
Con lo pseudonimo John Holm, è anche coautore, insieme a Harry Harrison, della
trilogia fantastorica Le spade e l'impero (nota anche come Saga del Martello e
della Croce). E' recensore di letteratura di fantascienza per il "Wall
Street Journal".
(esce per Odoya, collana Odoya Library,
il 28 novembre 2013)
«Where the sun never sets», si
diceva un tempo dell’Impero britannico. Nel 1892, anno di nascita di John
Ronald Reuel Tolkien, su una buona porzione dell’orbe terracqueo regnava
Alexandrina Vittoria di Hannover, sovrana di Gran Bretagna e Irlanda, imperatrice
d’India. Il suo vasto impero includeva anche una parte del Sudafrica, ai cui
confini sorgeva lo Stato Libero dell’Orange, una delle repubbliche fondate dai
coloni di origine olandese, i cosiddetti “boeri”. Colui che sarebbe diventato
uno dei più celebri scrittori del secolo seguente era figlio di un impiegato
proveniente da Birmingham, in servizio presso la Bank of Africa di
Bloemfontein, capitale dello Stato Libero dell’Orange. Di lì a pochi anni quel
territorio sarebbe stato annesso con la forza all’Impero di Sua Maestà
britannica. Durante la guerra (1899-1902) i boeri vennero rinchiusi dentro i
primi campi di concentramento per civili della storia moderna, il più
tristemente celebre dei quali sorse proprio a Bloemfontein. Il piccolo Tolkien,
però, non si trovava più lì. Nel 1895, infatti, sua madre Mabel era ritornata
in Inghilterra con entrambi i figli, in attesa d’essere raggiunta dal marito.
Un’attesa vana, poiché Arthur Reuel Tolkien morì di malattia l’anno seguente. Per
il resto della vita, J.R.R. Tolkien visse in Inghilterra, considerandosi inglese
e isolano, per nulla nostalgico dei fasti imperiali, men che meno del regime
segregazionista vigente nella sua terra … (dalla premessa Dove il sole non tramonta mai)
Novità in libreria per LietoColle - Ritorno sorgente di Alessandra Peluso
La sua scrittura non rattrista, non immalinconisce, non è un
lamento nella prospettiva tragica del proprio estrinsecarsi come fenomeno
poetico. Alessandra Peluso non è interessata al pianto, ovvero all’abbandonico,
al romantico che sovente in molta poesia contemporanea anche poco conosciuta,
diviene il rimedio più ovvio per catturare il cuore del lettore, per intessere
una fitta rete di ammiccamenti semantici tali da farlo cadere in una sorta di
dolce estatica ipnosi. “Ritorno sorgente” non ha nel suo dna scritturale nulla
che possa anche lontanamente appartenere all’etimo tedesco “Sehnsucht” con il
quale si indica un’atmosfera intrisa di "struggimento", nello
specifico quasi uno stato dell’essere paragonabile ad una malattia che spinge
dolorosamente al desiderare, un desiderare che emerge dall’intimità in maniera
dirompente e che è rivolto ad una persona o ad un oggetto che si ama o si
desidera fortemente. Lo strappo di questo indomito desiderio trova il suo
principium individuationis nel non potere raggiungere l'oggetto del desiderio,
e dunque esporsi al rischio di assumere tratti patologici e/o psicopatologici.
Le poesie di Alessandra si nutrono di silenzio, della tiepida carezza di un
raggio di sole, di un alito di vento che scivola sulla pelle, sono poesie che
si caricano verso dopo verso di energia… dall'introduzione
di Stefano Donno
Alcune poesie
È un piacere intenso
incantevole, indecifrabile
è il fiorire e rifiorire dello spirito
di donna.
Fosse la vita così
sarebbe un’esplosione di bene,
sorrisi, di sole ogni giorno
e la vita, il piacere, l’amore.
****
Due anime
sole, inquiete
chissà se si toccano
pensandosi,
se si desiderano.
Intanto in un pomeriggio
di solitudine ottenuta
a morsi, lei si accarezzava
e pensava a lui
ansimando.
***
Sono confusa,
fusa con me stessa
con l’amore con l’altro
con il desiderio di sprofondare
in una profonda passione
ed esplodere.
Di gioia e piacere,esplodere.
E lasciare ogni limite,
ogni blocco, ogni no.
Il modo più semplice per ordinare il libro di Alessandra
Peluso è tramite bonifico: - 1) effettuare il bonifico all'IBAN IT 95 S 05216
10900 000000006324 (se eseguirai l'ordine diretto alla casa editrice indicando
"Lietocolle di Michelangelo Camelliti" avrai diritto al 15% di sconto
sul prezzo e le spese di spedizione gratis); 2) effettuato il versamento
inviare a manuela.camelliti@hotmail.it una mail con in allegato la ricevuta di
pagamento; 3) ricordarsi di inserire nella causale l'ordine che si desidera effettuare
“RADICAL CHIC” - IL NUOVO VIDEOCLIP TRATTO DA “MUDDHRICHE” DI MINO DE SANTIS
Ecco on line il videoclip del nuovo singolo “Radica Chic” di
Mino De Santis, diretto dal regista Gianni De Blasi
E’ disponibile online (ecco il
link - https://www.youtube.com/watch?v=bLqZL6QPm4A)
il videoclip di “Radical Chic” di
Mino De Santis, tratto dal suo recente album “Muddhriche”, edito da Ululati,
etichetta discografica di Lupo Editore. Diretto dal regista Gianni De Blasi, il
videoclip è stato girato nella splendida cornice del ristorante della libreria
“Liberrima” di Lecce "All'Ombra del Barocco. “Radical Chic” si
caratterizza per un testo ironico e pungente, nel quale il cantautore salentino
non esita a mettere alla berlina un certo intellettualismo sterile, che a volte
caratterizza una certa sinistra. Emerge così una critica, senza mezzi termini,
a quanti “uomini e donne liberi dal bisogno, con le spalle sempre coperte da
papà”, “gente distinta e raffinata/figli
di una sinistra acculturata/che mangia, parla, beve, scrive e fa opinione ma
aspetta il popolo per la rivoluzione” disquisendo per ore “sui mali della
terra, sulla miseria, sulla povertà”, come della “Palestina, la vivisezione, e
poi il buddismo la contro religione. L’islam, la pace, i clandestini”, ed
immancabile “poi la buona cucina”. “Radical Chic” è un esempio, dunque, di come
il songwriting di Mino De Santis, partendo dalle radici della cultura
salentina, si sia aperto verso un immaginario poetico e critico orientato verso
temi di rilevanza sociale e politica.
Il radical chic più che l'opposto del pezzente è l'opposto del
"bonacciu". Quest'ultimo chiacchierando ingenuamente nel bar del
paese, sorseggiando Dreher con la salopet ancora sporca di tintura da parete,
riesce a decostruire realmente e un sistema attraverso la propria stessa
sincerità. Il pensiero “dellu bonacciu” è vivo ed attivo e conserva onestà. Il
radical chic invece è piuttosto colui il quale maschera e fa del buonismo e
della rivolta un atteggiamento modaiolo in cui la sincerità non trova più
spazio. La cosa più grave è che questa gente attraverso l'ignavia e l' inazione
lascia campo libero all'avanzata di gran parte dei mali sociali che
paradossalmente criticano bevendo vino nei locali alla moda.
Gianni De Blasi
Muddhriche, il disco
“Chi si nutrirà di queste muddhriche, che lascio qui? Non sono gli
avanzi, non sono gli scarti della vita, queste note. Sono il dono di chi mi ha
cresciuto, mi ha allevato, mi ha librato nell’aria. “T’aggiu crisciutu cu lu
pane e senza pane, muddhrica muddrica. Ti ho tirato su con tutto lo zelo
possibile”. Risuona ancora nelle mie orecchie. Perché queste sono le briciole,
ma sono anche il mio nutrimento, sono ciò che mi ha insegnato ad accontentarmi
e godere delle cose piccole e belle. Come gli uccelli, che vivono un’esistenza
intera appagati dai manuzzuli, così ho imparato a far tesoro di quello che la
storia mi ha voluto regalare. Ci hanno lasciato le briciole, dice qualcuno, ma
noi, uomini del sud, tanimu lu coriu tostu e de le muddhriche nde facimu pane”. Mino De Santis
Ogni qual volta si ascolta Mino
De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini
musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma
anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non
abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere
play.
Mino De Santis è a tutti gli
effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo
fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore
impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire
vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album
"Muddhriche" prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si
raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche
minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le
"macchiette", i personaggi del paese: "Lu prete" scaltro e
smaliziato o la "La bizoca e la svergognata", apparentemente diverse
ma "le stesse e l'hanno sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia
degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il
sud amaro dei "Pezzenti"(feat. Nando Popu / Sud Sound System), quegli
immigrati trattati come animali tra "patruni e capurali", senza
diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso
invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si
continua a raccontare di quei "Radical chic", quelli bravi a dare
definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le
"Muddhriche" compongono il quadro di un uomo che, come ben
rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca
di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli
godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni
polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il
suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.
Tracklist
1.Anni - 2. Fiche cu le mendule -
3. Radical chic - 4. Sutta ‘na chianta te chiapperu - 5. Lu preute - 6. Porta
verde - 7. La pizzoca e la sbergugnata - 8. Ieu fazzu gezz - 9. Certi culi -
10. Pezzenti (feat. Nandu Popu) 11.Arbulu te ulie (bonus track)
Mino De Santis, note biografiche
Mino De Santis - La poesia di
Fabrizio De Andrè, il ritmo di Paolo Conte, l’ironia “eretica” di Giorgio
Gaber, il racconto disincantato di Stefano Rosso, una passione per la big band
alla Renzo Arbore. Tutto questo in un solo cantautore: Mino De Santis. Molti di
voi si stanno chiedendo certo chi sia
mai costui. I programmi televisivi non lo ospitano e le radio commerciali
nazionali non trasmettono le sue canzoni
eppure stiamo parlando di un artista di valore eccezionale. Quando si racconta
la biografia di un artista spesso si comincia dicendo “da giovane fece il
minatore”, come Tom Jones, oppure “ha lavorato in fabbrica”, per Mino De Santis
bisogna usare ancora il presente indicativo e dire: quando non fa concerti fa
l’imbianchino oppure il contadino, accettando un po’ tutti i lavori che ha
sempre fatto per vivere. Mino non è un ragazzino, è un quarantenne che ha
sempre scritto canzoni principalmente per se stesso, per i suoi amici, per quel
irrefrenabile bisogno di “raccontare la vita” che ogni vero artista sente
bruciare dentro. Solo 3 anni fa fa ha
prodotto il suo primo cd “scarcagnizzu”, venduto solo attraverso i suoi
concerti, passato di mano in mano mentre le sue canzoni era possibile
ascoltarle su you tube. A distanza di un
anno nel 2012 esce l'album
"Caminante" accompagnato dal
videoclip di 8 minuti ( quasi un corto) "Lu ccumpagnamentu" diretto
dal Regista Gianni De Blasi. A luglio 2013 esce "Muddriche" ed è la
seconda produzione della nuova etichetta "Ululati" di Lupo editore,
anche in questo caso è stato prodotto un videoclip con la partecipazione di
Alessandro Haber e Nandu Popu dei Sud Soun System per il singolo
"pezzenti" .
Un florilegio critico
“Un artista da seguire…”
(Vincenzo Mollica, DoReCiackGulp! RaiUno)
“E’ un carnevale di personaggi e
situazioni, dove si respira a pieni polmoni l’aria scanzonata di un bonaccio
che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al
sogno di anarchia” (Raffaella De Donato)
“Allo sguardo di De Santis nulla
sfugge, non un gesto, non una parola” (Raffaele Gorgoni, Tg3)
“Mino De Santis si fa notare per
la sua verve ironica, da Gaber saletino” (Tommaso Ricci, Tg2)
“Attraversarsi le note come
spettatore disincantato tra parole abusate e “tipi” di ogni giorno. Cerchi una
briciola che nutra e la trovi nelle parole-musica, nei treni in partenza, nei
colori di un fiore antico, nella voce calda, in un amore” (Sandrina Schito)
"Il Salento trova nuove
parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per
tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e
fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero.
(Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di
canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)
Autoironico e impietoso … lo
definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e
soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la
realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente
onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha
l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una
singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi
accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e
insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)
LUPO EDITORE
Via Monteroni Esterna, CP 93
73043 Copertino (Le)
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GALA ROMANOV - CASA IMPERIALE DI RUSSIA
Bruxelles – 7 Dicembre 2013 – Palazzo d’Egmont. Nel quadro delle Celebrazioni per
la ricorrenza del 400esimo Anniversario dell'ascesa al trono di Russia del
primo Zar della Dinastia Romanoff Michele I nel febbraio 1613, che pose fine al
cosiddetto periodo dei torbidi, S.A.I. il Granduca Ereditario Georgyi di Russia
ha acconsentito a dare il suo patrocinio alla serata in Suo onore che si terrà
a Bruxelles il 7 dicembre 2013 negli esclusivi locali del Palais d'Egmont
antica dimora dei Principi d'Aremberg ed attuale sede del Ministero belga degli
Affari Esteri. La serata di gala vedrà la
partecipazione di differenti Ministri di Stato belgi, di uomini d'affari
internazionali, del corpo diplomatico impersonato dagli Ambasciatori
accreditati presso il Re dei Belgi nonché da vari esponenti delle Case Reali e
dell'aristocrazia europea. La serata è organizzata dal Nobile Gregoire Tolstoj,
discendente del grande scrittore russo Lev Tolstoj.
Prenderanno altresì parte all evento:
LARS il Principe Laurent e la
Principessa Claire del Belgio e SAR la Principessa Lea del Belgio, SAR il
Principe Gioacchino Murat, LARS il Granduca e la Granduchessa Guillaume e
Stephanie del Lussemburgo, Sua Maestà il Re Fouad II d'Egitto, SAR la Principessa
Chantal di Francia, SAR il Principi Michele di Yugoslavia, SAR il principe
ereditario Leka II di Albania, SAR il principe Paolo di Romania, SAR il
Principe e la Carlo e la Principessa Camilla di Borbone delle due Sicilie, SAR
la Principessa Maria Gabriella di Savoia, SAR la Principessa Yasmine El-Senussi
di Libia, Membri della Casa Sovrana di Monaco, Principi della Casa dei Borbone
Parma e della Real Casa di Prussia degli Hohenzolern, Membri della famiglia
reale francese degli Orleans, Membri della Real Casa dei Bey di Tunisia, Membri
della famiglia reale di Grecia, SAR il Principe Dimitri von Turn und Taxis,
Membri della famiglia Imperiale e Reale di Asburgo-Lorena, La Principessa
Galitzine.
Press Office Italia
Studio Puggina
Filippo Bruno – filippo@studiopuggina.it
lunedì 25 novembre 2013
FESTIVAL DEL RIUSO: I NUMERI DI UN GRANDE SUCCESSO
Si è svolto ieri, domenica 24
novembre, presso il parco Trotter di Milano, il Festival del Riuso e del
Baratto. Dalle 10 alle 17, più di 2000 persone e oltre 6000 oggetti scambiati.
Si è svolto domenica 24 novembre,
al parco Trotter di Milano, presso il padiglione Grioli, il Festival del Riuso
e del Baratto, patrocinato dal Comune di Milano. Leotron, partner di rete ONU
(la rete nazionale degli operatori dell’usato) grazie al personale di
Mercatopoli e Baby Bazar, insieme a Amsa e Federambiente, ha organizzato un
festival per sensibilizzare al riuso che, complice anche il tempo, ha avuto un
notevole successo. Alla fine di una giornata intensa, in sole 7 ore di
manifestazione, sono stati scambiati più di 6000 oggetti con un’affluenza di
circa 2000 persone. In sostanza, circa 15 oggetti scambiati al minuto,
sottratti dalle discariche e tornati ad avere nuova vita. Hanno risposto con
grande entusiasmo i milanesi all’ultima domenica della Settimana Europea per la
Riduzione dei Rifiuti, dedicata quest’anno al riuso. L’Unione Europea
sottolinea spesso come il riutilizzo sia una delle pratiche più importanti tra
quelle da attuare dagli stati membri per la riduzione dei rifiuti
nell’ambiente. La direttiva UE del 2008 cita il riuso al secondo posto delle
buone pratiche da svolgersi in questo senso e il Festival del Riuso, giunto
alla sua seconda edizione, lo ha dimostrato.
L’Italia non è mai stato un paese
particolarmente coinvolto nel mondo dell’usato ma, nonostante questo, la
tendenza sta cambiando. Complice la crisi gli italiani hanno iniziato ad essere
più attenti a quello che acquistano e i consumi si sono fatti più responsabili.
L’UE stessa ha affermato che con il riuso si possono potenzialmente togliere
dall’ambiente più del 10% dei rifiuti.
Il mercato dell’usato è in
crescita, in Italia, sia in termini di numeri di aperture di negozi
specializzati (i network Mercatopoli e Baby Bazar, organizzatori dell’evento,
contano oltre 150 punti vendita in Italia, con un aumento del 10% delle
aperture nel 2013) che in termini di fatturato (addirittura un +20% del
comparto specializzato per l’infanzia).
“Organizzare un Festival del
Riuso e del Baratto con gli operatori del settore ha voluto dimostrare
l’importanza della selezione degli oggetti, che devono giustamente mantenere un
valore. Abbiamo scelto, nonostante le molte iniziative di baratto diffuse nelle
grandi città, di coinvolgere proprio i nostri negozi, per far percepire alla
gente la professionalità di chi si interfaccia tutti i giorni con l’usato.”
afferma Alessandro Giuliani, direttore dei network Mercatopoli e Baby Bazar e
organizzatore dell’iniziativa insieme al suo staff di Leotron sas, membro di
rete ONU, la rete degli operatori nazionali dell’usato. “Ci stiamo
interfacciando a livello nazionale con il governo per ottenere una maggiore
sensibilità verso questo settore e una normativa più omogenea e ci stiamo adoperando
a livello locale per creare dei tavoli di collaborazione con le
amministrazioni” continua Giuliani. “Il fatto è che, nonostante le direttive
europee, in Italia c’è ancora molta resistenza e già il settore dell’usato in
conto terzi si trova a doversi scontrare con una burocrazia non sempre
coerente. Basti pensare che i negozi dell’usato, nonostante distraggano dalle
discariche ingenti quantità di merci, vengono assoggettate a una normale
attività commerciale per il pagamento della tassa sui rifiuti. Inoltre, sugli
oggetti venduti, il gestore continua a pagare l’IVA al 22%, su merce che, si
capisce bene, l’avrebbe già assolta”.
Il Festival del riuso, alla sua
seconda edizione, si inserisce nelle dinamiche di collaborazione con il Comune
di Milano, dal quale ha ottenuto il patrocinio. L’intento è quello di
sensibilizzare la cittadinanza e portare dati certi sulla buona riuscita di
manifestazioni come queste senza slegarle però da chi tutti i giorni si
relaziona con il settore dell’usato, operando in negozi come Mercatopoli e Baby
Bazar o in realtà simili, fino a chi realizza i mercati di piazza e alle
cooperative che si occupano di sgomberi e riutilizzo. In Italia, un comparto
che coinvolge oltre 80000 famiglie. Durante il Festival del Riuso del 24
novembre si sono presentate circa 2000 persone e sono stati scambiati oltre
6000 oggetti tra libri, oggettistica, piccoli elettrodomestici e abbigliamento.
Se si fanno due conti, significa che in 7 ore di manifestazione si sono
attivati 15 scambi al minuto, togliendo dall’ambiente quasi una tonnellata di
rifiuti, potenzialmente. Dal contenuto delle schede di adesione si evince che
in prevalenza sono stati portati capi di abbigliamento, bigiotteria e libri
(rispettivamente per una percentuale del 40%, 15% e 20%) ma anche attrezzature
per bambini, un importante numero di giocattoli (17%) e accessori di
abbigliamento (8%).
Gli articoli non scambiati, così
come succede nei negozi dell’usato dei marchi coinvolti, sono stati ceduti alle
associazioni benefiche a cui si rivolgono i punti vendita, in particolare alla
San Vincenzo. “L’usato è un settore con molte potenzialità, in parte ancora
inesplorate. Diamo spesso per scontato che quello che a noi non serve più non
posa avere altri utilizzi, mentre spesso, e lo dimostrano proprio i negozi dell’usato,
possono trovare nuova vita in altre case, evitando di finire nelle isole
ecologiche” conclude Giuliani “e il successo di iniziative come questa dimostra
sempre di più la verità di queste affermazioni”. Per continuare a monitorare
iniziative simili è stato creato il sito www.festivaldelriuso.it, sul quale è
possibile iscriversi anche alla newsletter per tutti gli aggiornamenti sugli
eventi futuri.
Silvia Signoretti – Ufficio
stampa Leotron – Mercatopoli – Baby Bazar
0458031777 – 3479114365 –
s.signoretti@leotron.com - info@festivaldelriuso.it www.festivaldelriuso.it
Joel Fuhrman Eat to Live - Mangiare per Vivere - Libro
domenica 24 novembre 2013
Masaru Emoto Il Miracolo dell'Acqua
Raul Vergini Ipotiroidismo - Un'emergenza Ignorata
Marco Della Luna Cimiteuro - Uscirne e Risorgere - Libro
sabato 23 novembre 2013
Mauro Biglino Chiesa Romana Cattolica e Massoneria - Libro
venerdì 22 novembre 2013
Ferzan Ozpetek con Rosso Istanbul (Mondadori) domani alla Feltrinelli Point di Lecce
Sabato 23 novembre 2013 alle
18,00 alla Feltrinelli Point di Lecce in via Cavallotti 7/a Ferzan Ozpetek incontrerà il pubblico per un
firmacopie del suo ultimo libro Rosso
Istanbul (Mondadori)
Tutto comincia una sera, quando
un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul,
dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i
ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre,
misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni
dopo; della nonna, raffinata «principessa ottomana »; delle «zie», amiche della
madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del
primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e
delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E,
ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa
cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se
lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha
spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su
un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono
partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono.
Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e
di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul accadrà qualcosa che cambierà
per sempre la sua vita.
Tra caffè e hamam, amori
irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà, i destini del regista e della
donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Questo libro è una
dichiarazione d'amore a una città, Istanbul. Rossa come i melograni, come i
vecchi tram, come i carrettini dei venditori di simit, come certi tramonti sul
Bosforo che mischiano lo scarlatto al blu, come lo smalto sulle unghie di una
madre molto amata. Ed è, insieme, un libro sull'amore, nelle sue mille
sfumature. L'amore che non conosce età, paese, tempo, ragione, differenze di
sesso. Che sceglie e basta. Una storia romantica, imprevista e nostalgica che
racconta di un regista, di una città e di un ritorno. E poi, come una scatola
magica, di una storia nella storia. Proprio come in un film di Ferzan Ozpetek,
se decidesse di raccontare la sua.
Ferzan Ozpetek, regista e sceneggiatore,
è nato a Istanbul, ma dal 1976 vive a Roma. Nel 1997 esordisce con Il bagno
turco (Hamam), cui seguono Harem Suaré, Le fate ignoranti, La finestra di
fronte, Cuore sacro, Saturno contro, Un giorno perfetto, Mine vaganti,
Magnifica presenza. Ha inoltre diretto Aida (2011) e Traviata (2012). Ha vinto
i più importanti premi e riconoscimenti cinematografici e nel 2008 il MoMa di
New York gli ha dedicato una retrospettiva.
Info – Feltrinelli Point
7/A Viale Cavallotti Felice,
Lecce, Le 73100
0832 331999
ITALIANI APPASSIONATI DI LIBRI DI CARTA, MEGLIO SE RICICLATA
Ricerca IPSOS – Comieco sul
valore della lettura e del libro per gli italiani, con un occhio all’ambiente.
Il 75% dei lettori favorevoli alla stampa dei libri su carta riciclata. La ricerca presentata oggi a Bookcity,
all’incontro su “Il piacere di voltare pagina: il libro di carta nell’era
digitale”.
22 novembre 2013 – Qual è il
ruolo del libro di carta oggi, nell’era di Internet e delle nuove tecnologie?
Come sono cambiate le abitudini degli italiani? La rivoluzione digitale ha
trasformato il nostro rapporto con la lettura? Questi i temi al centro
dell’incontro “Il piacere di voltare pagina: il libro di carta nell’era
digitale”, uno degli appuntamenti di Bookcity Milano 2013, che si terrà oggi
presso la Sala Teresiana della Biblioteca Braidense (ore 17, ingresso libero):
una riflessione a più voci tra scrittori, sociologi, accademici e
rappresentanti del settore, come Andrea De Pasquale, Fabrizio Govi, Andrea
Kerbaker, Carlo Montalbetti, Nando Pagnoncelli, Antonio Padoa Schioppa,
Francesco Tissoni.
L’evento sarà l’occasione per
presentare la ricerca condotta da IPSOS per Comieco - Consorzio Nazionale
Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, su preferenze e
abitudini di lettura degli italiani. Dal campione (1.000 persone tra i 18 e i
60 anni) emerge che due utilizzatori su tre preferiscono ancora la versione
cartacea di un libro a quella digitale (64%), seppur l’e-book sia conosciuto
pressoché dalla quasi totalità del campione (98%). L’utilizzo digitale
coinvolge poco più di un intervistato su tre (36%) ed è crescente in relazione
alle abitudini di lettura: più libri si leggono, maggiore è l’uso del supporto
elettronico.
Il gradimento verso l’e-book è
invece inversamente proporzionale alle abitudini di lettura: al crescere del
numero di libri letti, diminuisce la preferenza verso il dispositivo
elettronico, a favore del libro cartaceo. Questo dato è solo in apparente
contraddizione con l’utilizzo dichiarato del dispositivo laddove si considerino
le maggiori motivazioni di preferenza dell’e-book, quali praticità (33%) e
comodità di trasporto (21%). Il libro di carta è in grado di regalare
un’esperienza sensoriale più compiuta per il 67% del campione, per la
gradevolezza al tatto (38%), per il piacere che dà la vista del volume sulla
propria libreria (15%) e per l’odore della carta (14%).
Un aspetto importante che la
ricerca evidenzia è la propensione per la carta riciclata tra gli estimatori
del libro tradizionale: il 75% si dichiara assolutamente favorevole
all’acquisto di un testo “rigenerato” ed è consapevole dei vantaggi che ne
conseguono, dalla possibilità di dare una nuova vita alla carta a quella di
sensibilizzare le nuove generazioni al riciclo e al rispetto dell’ambiente.
E come viene scelto un libro da
acquistare? Con il passaparola di amici e conoscenti (per il 52% del campione)
e attraverso le recensioni in libreria e sulla stampa (38% e 37%
rispettivamente), segno che il lettore segue più il consiglio del singolo, sia
esso una persona fisica o la firma di un quotidiano, piuttosto che i pareri
condivisi sui social network (28%).
Comieco (www.comieco.org) è il
Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica,
nato nel 1985 dalla volontà di un gruppo di aziende del settore cartario
interessate a promuovere il concetto di “imballaggio ecologico”. La finalità
principale del Consorzio è il raggiungimento, attraverso una incisiva politica
di prevenzione e di sviluppo della raccolta differenziata, dell’obiettivo di
riciclo dei rifiuti di imballaggi cellulosici previsto dalla normativa europea
(direttiva 2004/12/CE che ha integrato e modificato la direttiva 94/62/CE).
Comieco è tra i fondatori del neo-costituito Consiglio nazionale della green
economy, formato da 53 organizzazioni di imprese, nato a febbraio 2013 per dare
impulso allo sviluppo dell’economia verde in Italia.
Per ulteriori informazioni:
Comieco Ufficio stampa – Close to
Media: Giulia Ferrario, Davide di Battista, Irene Lambusta
Salvatore Brizzi, Riccardo Geminiani Il Bambino e il Mago - Libro
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