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venerdì 24 maggio 2013

"IL SIGILLO DEL MARCHESE" di Giuseppe Pascali (Lupo Editore). Dal 5 giugno in libreria



La morte della ventottenne Beatrice d’Acquaviva d’Aragona – sposa di Francesco Castromediano e amatissima marchesa di Caballino – si abbatte sul feudo come una tragedia inaccettabile. Ma mentre la piccola corte salentina cade nella disperazione, c’è chi di quel lutto inatteso gioisce; don Pietro Altomonte, arrogante signorotto leccese, incarica i suoi “bravi” di recuperare i documenti che attestano i diritti dei Castromediano sui possedimenti caballinesi, per impadronirsene.

Il crudele Ferrando e Lupo, l’uomo dal fiuto infallibile e dal tormentato passato, corrompono, intimidiscono e giungono ad uccidere per scoprire il nascondiglio di quelle carte, ma senza esito, tanto più che il segreto di don Francesco è ben altro... Nell’arco di ventisei anni, da quei primi eventi fino alla morte di Francesco Castromediano, tra storia e leggenda il racconto scorre nelle vie del borgo di Caballino e nelle campagne circostanti, tra le mura del convento voluto dalla marchesa devota a san Domenico di Guzman e nella coscienza turbata del priore padre Bonaventura, inquieto depositario di segreti propri e altrui. Nel frattempo arriva il flagello della peste a ricordare agli uomini la loro fragilità, ma anche a pareggiare i conti.

E la memoria di un amore straordinario troverà i suoi testimoni.


Occhi, vedetela per l’ultima volta,
braccia, datele un ultimo abbraccio,
e labbra, voi, ingresso del respiro,
con un bacio candido stringete un patto
senza tempo con la morte che tutto porta via.

(William Shakespeare)


Giuseppe Pascali, nato a Lecce nel 1970, è laureato in Materie Letterarie all’Università degli Studi di Lecce. Giornalista, scrive per ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ occupandosi di Cultura e Spettacoli. È direttore responsabile del quotidiano online ‘Salentoinlinea.it’. Ha realizzato numerosi servizi su lirica, musica sinfonica e bande musicali del Mezzogiorno d’Italia. Ha intervistato personaggi dello spettacolo tra cui Giancarlo Giannini, Katia Ricciarelli, Al Bano, Monica Guerritore, Margherita Buy, Sebastiano Somma ed Ennio Fantastichini e scrittori come Roberto Pazzi e Valerio Massimo Manfredi. Ha seguito seminari di approfondimento giornalistico con Duilio Giammaria, Antonio Caprarica (Rai 1), Piero Dorfles (Rai 3) e Salvo Sottile (Canale 5). È addetto stampa del Concorso Internazionale “Tito Schipa” per giovani cantanti lirici. Ha pubblicato con Capone Editore i saggi La banda di Lecce. Dal concerto cittadino alla Schipa-D’Ascoli” (2006), Bande di Puglia. Il teatro sotto le stelle (2008), Gli Spiziotti. Storia della banda dell’Ospizio Garibaldi di Lecce (2009). Nel 2011 ha pubblicato il romanzo Il maestro della banda (Edizioni Grifo), ristampato in seconda edizione nel 2013.

Illustrazione di copertina: Alex Konahin
Grafica: Paolo Guido

"IL SIGILLO DEL MARCHESE" di Giuseppe Pascali, Lupo Editore, 2013, 256 pagine, €16

Info:
www.lupoeditore.it
0832949510

Ritorno nelle borgate romane - Affaritaliani.it

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Domani a Genova l'assegnazione del Premio Andersen ai migliori libri per ragazzi . libreriamo.it - recensioni libri

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Libri da leggere 2013, "Un covo di vipere" di Andrea Camilleri - Cultura 2.0

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Lo scaffale infinito. Un libro che celebra i libri - Formiche

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Sassuolo, weekend culturale con i libri per bimbi e ragazzi - Cronaca - Gazzetta di Modena

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giovedì 23 maggio 2013

La Stampa - “Amo chi legge… e gli regalo un libro”

La Stampa - “Amo chi legge… e gli regalo un libro”

… Perché raccontavano cose che gli altri libri non dicono …: La Voce della Russia

… Perché raccontavano cose che gli altri libri non dicono …: La Voce della Russia

La casa editrice salentina Kurumuny a Roma il 25 maggio per la rassegna “Culli soni e culli canti - Il Salento al Circolo Gianni Bosio”




Nell'ambito della rassegna “Culli soni e culli canti - Il Salento al Circolo Gianni Bosio” che si svolgerà a Roma dal 23 al 25 maggio 2013 presso il Circolo Gianni Bosio in Via di Sant'Ambrogio, 4, sabato 25 maggio dalle ore 18,00 si terrà la presentazione della collana della casa editrice Kurumuny “Voci, suoni ritmi della tradizione”. Saranno presentati gli ultimi lavori editi: Cici Cafaro, Io scrivo la realtà; Corimondo. La strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto; Salvatore De Renzi, Osservazioni sul tarantismo di Puglia. Interverranno Luigi Chiriatti e Sergio Torsello.
Una tre giorni dedicata al Salento (e non solo...) in uno dei luoghi storici della promozione delle musiche tradizionali nella Capitale. Sono previsti concerti, laboratori sugli strumenti, sulla danza e sul canto, presentazioni di libri, dibattiti, degustazioni di prodotti tipici.

Salvatore De Renzi, Osservazioni sul tarantismo di Puglia (a cura di Sergio Torsello) Kurumuny

Ristampa di uno dei testi più citati nella letteratura storica sul tarantismo, la prolusione letta da Salvatore De Renzi (1799-1872) nella seduta del 28 Luglio 1832 dell'Accademia medico-chirurgica napoletana. Con una prosa forbita ed elegante che si apre con un suggestivo quadro corografico della penisola salentina, il medico napoletano ne descrive la sintomatologia, la diagnosi, la terapia, raccogliendo e annotando importanti informazioni desunte dal suo dialogo con gli informatori locali. Cita due casi di tarantismo, avvenuti a Novoli (Le) uno dei quali particolarmente emblematico: quello di Concetta Scardìa morsa dalla tarantola ad appena tre mesi d'età e curata con il "suono consueto". Il testo del De Renzi, pubblicato nella collana Lo sguardo degli altri diretta da Sergio Torsello, è corredato da un saggio introduttivo del curatore e da due appendici: la prima riguardante le raffigurazioni della tarantola nate in ambito medico che proprio nell'Ottocento si fanno sempre più precise e minuziose; la seconda contenente una approfondita bibliografia degli scritti sul tarantismo apparsi nel XIX secolo ricca di più di cento titoli.

Cici Cafaro, Io scrivo la realtà (a cura di Eugenio Imbriani)  Kurumuny 

Una testimonianza preziosa, un lungo racconto in cui il flusso dei ricordi sembra riannodare le fila del rapporto tra passato e presente, tra memoria e appartenenza. Un’autobiografia che ci rivela una personalità emblematica e rappresentativa della cultura dell’area grica del Salento. Cici Cafaro è un uomo che sembra aver vissuto dieci vite in una: contadino, ambulante, poi emigrante e soldato, sempre cantastorie instancabile che conosce, come gli antichi aedi, il segreto del ritmo delle parole per incantare.

Corimondo LA STRINA SUONI E CANTI DI CORIGLIANO D'OTRANTO con le illustrazioni di Lucio Montinaro a cura di (Luigi Chiriatti, Michele Costa)

Riallacciare e ricostruire i fili di una memoria spezzata e umiliata anche solo limitatamente ai canti, racconti, biografie: un compito arduo e difficile da portare a termine. I protagonisti e i depositari di questa memoria erano restii al ricordo. La sola idea del ricordare modalità di vita, usi, costumi richiedeva un notevole sforzo di pazienza sia da parte loro che dei ricercatori. Andare in giro per i paesi a “ricercare e cercare” coloro che ricordavano, i grandi ‘alberi’ di cultura e di canto, richiedeva pazienza, calma e amore profondo per la conoscenza della memoria orale e delle storie delle nostre comunità. In questo contesto Corigliano d’Otranto non costituiva sicuramente un’eccezione. Questo contributo, che ci riporta al periodo aureo dell’indagine sul campo e della documentazione dei repertori tradizionali, è anche un lavoro che rende omaggio alle persone vive, agli ultimi epigoni di una civiltà linguistica, ai custodi delle modalità performative, delle tecniche strumentali e vocali, della memoria sonora (e non solo) della comunità di appartenenza.
Persone che normalmente non assurgono a protagonisti della ricerca etnomusicologica, relegati spesso nel ruolo di informatori o in quello ancora più angusto di depositari delle “sacre tavole” della tradizione. Il CD contiene un’antologia di 19 canti di cui 10 descrittivi, 4 balli, 3 canti di questua, 1 narrativo e 6 recitati raccolti in un’unica traccia. Il Cd “Corimondo – La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce e dall’Istituto Diego Carpitella.

Info

0832801528
3299886391


Ufficio Stampa OverecoAgenzia

“Come fece come non fece” a Soleto (Lecce) il 26 maggio 2013




L’Associazione Francesco Attanasi Onlus con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Soleto,  l’Assessorato alla Cultura del Comune di Soleto presenta “I libri sbocciano in Maggio”, nell'ambito dell’iniziativa "Il Maggio dei Libri". Domenica 26 maggio 2013 alle 18,00 è prevista la mostra /installazione di favole "Come fece come non fece" presso l’Ex Ospedale Carrozzini in via Ospedale a Soleto

La mostra-installazione si ispira direttamente al libro di Luigi Chiriatti e Egidio Marullo, Come fece come non fece, una raccolta di favole registrate dalla viva voce degli anziani durante una ricerca più ampia sulla cultura orale salentina e trascritte con un linguaggio frutto di una combinazione degli elementi e degli schemi dell’espressività dialettale con la lingua italiana. Come fece come non fece è un libro con due anime perché è sì una raccolta di fiabe, ma anche di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra. La mostra è pensata per quanti, piccoli o adulti, vogliano godere o riscoprire il piacere dell’ascolto, immersi in quest’atmosfera sognante e corposa; come accadeva in un tempo non troppo lontano, quando le fiabe erano narrate dagli anziani della comunità, intorno a un fuoco d’inverno o sui limitari delle porte d’estate e i bambini venivano intrattenuti e allo stesso tempo formati ai valori e alle regole del vivere sociale. Lettura di favole a cura di Anna Chiriatti. Rappresentazione grafica e delle favole e caratterizzazione dei personaggi a cura di Egidio Marullo.


Come fece come non fece di Luigi Chiriatti con le illustrazioni di Egidio Marullo (Kurumuny) Come fece come non fece è una raccolta di fiabe fatte di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra. Immagini lontane, nel tempo e nello spazio, di principi e principesse che vivono e rivivono tra gli ulivi contorti e tra gli spinosi fichi d’India. Dietro ogni favola c’è il volto rugoso di un vecchio che fu bambino, la sua voce sfiatata e i gesti delle sue mani nodose che raccontano storie vere, camuffate da fiabe. Un libro attraverso cui i bambini possono apprendere gli strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi straordinari; ma Come fece come non fece è anche un libro per gli adulti che possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Le favole qui pubblicate fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. Le favole sono state registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto salentino e sono state trascritte mediante una traduzione libera dove si combinano le immagini e i giri di frase più espressivi caratteristici della lingua dialettale con un impianto linguistico italiano, in questo modo la lingua è parte integrante del paesaggio perché contribuisce in modo determinante a identificare i luoghi in cui si svolgono le azioni e i personaggi stessi delle favole. Un libro attraverso cui i bambini possono apprendere gli strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi straordinari; ma Come fece come non fece è anche un libro per gli adulti che possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Le favole qui pubblicate fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. Le favole sono state registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto salentino e sono state trascritte mediante una traduzione libera dove si combinano le immagini e i giri di frase più espressivi caratteristici della lingua dialettale con un impianto linguistico italiano, in questo modo la lingua è parte integrante del paesaggio perché contribuisce in modo determinante a identificare i luoghi in cui si svolgono le azioni e i personaggi stessi delle favole.


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Ufficio Stampa OverecoAgenzia

martedì 21 maggio 2013

Hotel camere di riflessione di Mino Pica (Lupo editore)




Un uomo si ferma davanti alla porta automatica, posa i bagagli per terra nell’attesa che si apra. Poi varca l’ingresso e con lo sguardo cerca di orientarsi per individuare la reception. Individuato il personale di ricevimento, che cordialmente lo attende con un sorriso, attraversa con un passo deciso la hall ed è lì, pronto a prendere possesso della sua camera, del suo spazio di isolamento, del suo angolo di separazione dal mondo e dalla confusione. Consegna il documento. Si prendono la sua identità. Gliela restituiranno alla fine del soggiorno. Ma quell’uomo non ne ha bisogno, perché in quell’hotel lui sta cercando di riappropriarsi proprio di se stesso. Hotel è la metafora dell’esistenza umana. Hotel è un viaggio dentro se stessi, alla ricerca di un recesso in cui possa albergare lo spirito umano che ha bisogno di ritrovare la sua essenza. Mino Pica ci porta in giro per il suo ostello e ci invita ad aprire le porte delle camere della sua anima. Ogni angolo della costruzione è uno spazio nuovo, una storia nuova, una riflessione. L’autore raccoglie il suo zibaldone di pensieri e li affida al viaggiatore, al portiere di notte, al cameriere del bar, alla guardarobiera e all’inserviente. Spaziando in tematiche differenti e disparate (il silenzio, la noia, la solitudine e la moltitudine, gli affanni, le illusioni, i doveri imposti dalla società, il tempo, le attese, le speranze, l’incalzare degli anni), Mino Pica si dimostra abile locandiere e cortese ospite che dona tutto se stesso a quanti hanno voglia di ascoltare la sua storia. Con una prosa spesso liricheggiante egli usa la parola per prospettare ai suoi clienti orizzonti di senso. Orizzonti che parlano dell’oggi, di ciò che siamo, di ciò che stiamo diventando, di ciò che saremo. Hotel diventa così un nome con una muta davanti, dove l’io, però, non può restare a lungo senza parole. Vi auguriamo un piacevole soggiorno.

Mino Pica nasce a Brindisi nel 1982. Nel 2005 si laurea in scienze della comunicazione e nel 2008 entra nell'ordine dei giornalisti pubblicisti. Collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia» e con Puglia Tv. Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo di narrativa, L'attesa dell'attesa. Colleziona diverse collaborazioni con giornali, riviste e tv, nel filo di un legame col giornalismo nato già nel 1995, in radio. Ascolta la musica a 360 gradi, da Ludovico Einaudi agli Slipknot e, oltre a sostenere le attività di diverse associazioni culturali, ha contribuito alla realizzazione di contesti musicali per band di un territorio a cui è profondamente legato. Mal digerisce la superficialità, i luoghi comuni e le ferme convinzioni. Ama il silenzio, la semplicità e lo spazio ed il tempo dedicato ai sensi.

LA FELTRINELLI POINT DI LECCE OSPITA ALESSANDRO LEOGRANDE E IL SUO LIBRO “FUMO SULLA CITTA'”(FANDANGO)





La Libreria “Feltrinelli Point” di Lecce accoglie il libro “Fumo sulla città” (Fandango) di Alessandro Leogrande (giornalista e già fregio di premi prestigiosi) che sarà presentato dal giornalista Massimo Melillo. Venerdì 24 maggio 2013, ore 19.30 - “Feltrinelli Point” - via Cavallotti 7/a - 73100 - LECCE


Uno straordinario reportage che mostra come Taranto sia stata il laboratorio di alcuni tra i fenomeni più devastanti della nostra contemporaneità: la politica televisiva, le emergenze rifiuti, la crisi dell’industria. Taranto è spesso al centro della cronaca nazionale, il simbolo profondo delle contraddizioni del Mezzogiorno d’Italia e delle sue sconfitte. La parabola di Cito, ex picchiatore fascista, telepredicatore, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa divenuto a furor di popolo sindaco dopo il crollo della Prima Repubblica, che anticipa per molti versi la stagione berlusconiana e la crisi ambientale, con i suoi numeri impietosi, l’altra faccia di un’idea di sviluppo, segnata dall’industrializzazione pesante ormai entrata in crisi. Città di vicoli, mare, gente proveniente da altre lande del Sud, città di fabbrica e di periferie, città di cattiva politica e di sogni di riscatto spesso abortiti, un mondo complesso che si lascia difficilmente afferrare.
Alessandro Leogrande ha osservato, scrutato, raccontato le viscere e i dilemmi della sua Taranto.
Un viaggio a tappe, che si concentra su alcuni momenti nevralgici degli ultimi vent’anni di vita cittadina, fino alla calda estate del 2012. Un reportage che narra senza sconti un pezzo di territorio italiano diventato lo specchio dell’intera Europa, di come in pieno ventunesimo secolo si lotta per coniugare salute e lavoro, la salvaguardia del territorio e una vita degna di essere vissuta per tutti.
Alessandro Leogrande ha scritto con rabbia e amore un libro che lascia il segno.
E allora quando ci si chiede in coro: ma come è possibile che la politica abbia permesso tutto questo, come è possibile che abbia permesso l’inquinamento, le morti per tumori, le polveri rosse sul quartiere Tamburi, questa disperazione, questi tassi di disoccupazione… quando ci si chiede tutto ciò, andrebbe ricordato che la politica è stata e continua a essere questa.

Alessandro Leogrande, nato a Taranto nel 1977, vive a Roma. È vicedirettore del mensile Lo straniero. Collabora con quotidiani e riviste. Tra i suoi libri: Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (Mondadori 2008, con cui ha vinto il Premio Napoli-Libro dell’anno, il Premio Omegna, il Premio Sandro Onofri, il Premio Biblioteche di Roma), Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (Fandango 2010), Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli 2011, con cui ha vinto il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi).
INFO

Feltrinelli Point - via Cavallotti 7/a - LECCE
tel. 0832/331999

www.lafeltrinelli.it


Ufficio Stampa OverecoAgenzia


Fucine Letterarie, in collaborazione con LietoColle Libri, il 25 e 26 Maggio 2013 presenta “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” a Martina Franca

Fucine Letterarie, in collaborazione con LietoColle Libri, col Patrocinio del Comune, sabato 25 e domenica 26 Maggio 2013, nell’ambito della manifestazione “Martina Franca nel Settecento”, presenta a Martina Franca “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” (LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi. Si tratta di lavoro massivo, che ha coinvolto una decina di critici e che gode della cura di Michelangelo Zizzi. L’opera, voluta da LietoColle Libri, massima espressione dell’editoria poetica nazionale, rappresenta il più completo organo di classificazione e conoscenza critica della poesia pugliese, che – per quanto obliata, spesso, dalla grande editoria italiana – ha costruito il midollo spinale delle cosiddette linee orfiche o borboniche contro le cosiddette lombarde o fiorentine. Il saggio rilancia integralmente la poesia meridionale all’interno di una dialettica storico-critica, che si è assopita dopo l’Unità d’Italia nel pretesto ideologico di una discrasia tra Sud e Nord. Le due giornate di studio/lavoro si articoleranno tra presentazione dell’opera, workshop poetico e lettura performativa. Durante il workshop  Michelangelo Camelliti, proprietario di LietoColle, sarà disponibile a eventuali contatti con autori meridionali al fine di far conoscere loro l’editoria poetica nazionale.

«A vedere quello che è accaduto a livello letterario negli ultimi cent’anni in Puglia, può dirsi che la poesia è il luogo di limite/trincea nel quale si erige una resistenza imperiale e sovrasignificante rispetto ad ogni luogo comune e ad ogni disfacimento culturale. È il luogo dove l’essenza orfico-pitagorica e il desiderio “amoroso” di essere si avvera come un miracolo contro ogni deriva della modernità», ha dichiarato Michelangelo Zizzi.


Programma

 Sabato 25 Maggio 2013:

Albergo Diffuso Rococò, via Ciaia n.18, Martina Franca

h.10.30-12.30 - Presentazione di “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” (LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi
h.16-18.30 - Workshop poetico Nelle foci di Orfeo


Ex ospedaletto (Casa Cappellari), Via Orfanelli, 19-22, Martina Franca

h.20.00-22.00 - Reading poetico. Leggeranno i poeti Lara Carrozzo, Vito D’Armento, Stelvio Di Spigno, Alfonso Guida, Giacomo Leronni, Gianni Mastromarini, Antonio Natile, Luigi Pignatelli, Anita Piscazzi, Carla Saracino, Vanni Schiavoni, Pasquale Vadalà


Domenica 26 Maggio 2013:

Albergo Diffuso Rococò, via Ciaia n.18, Martina Franca

h.10.30-12.30 - Presentazione di “A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia Poetica. Cento anni di Storia Letteraria” (LietoColle) a cura di Michelangelo Zizzi

h.16-18.30 - Workshop poetico Della Linea Borbonica


Ex ospedaletto (Casa Cappellari), Via Orfanelli, 19-22, Martina Franca

h.20.00-22.00 - Reading poetico. Leggeranno i poeti Andrea Brioschi, Vittorino Curci, Florinda Fusco, Giuseppe Goffredo, Daniela Liviello, Pasquale Lucio Losavio, Enzo Mansueto, Gianpaolo Mastropasqua, Maria Grazia Palazzo, Pasquale Vitagliano



Info - Enrica Fallone

+39 3496712549

giovedì 16 maggio 2013

Esce il nuovo e fiabesco Unduetrestella - Verba Incredibilia (Lupo Editore)




Le parole sono importanti, diceva qualcuno. Le parole sono pietre, scriveva qualcun altro. Come a dire che ciò che viene fuori dalla nostra bocca ha un peso che non si può lasciar cadere rovinosamente sul nostro interlocutore, perché le parole hanno un effetto sulla realtà che ci circonda, provocano conseguenze, cambiano le cose. Le parole della magia poi sono dei macigni, sono più importanti di tutte le altre parole esistenti e non devono essere in alcun modo pronunciate a caso, tanto per aprire bocca. Bisogna prendere tempo, concentrarsi sull’obiettivo che si vuole raggiungere, inspirare profondamente e proferirle più e più volte ad alta voce. Poi se ne verificheranno gli effetti. E se inavvertitamente sbagliamo? Se un lapsus manda tutto all’aria e il nostro rospo si trasforma in un principe racchio e tarchiato? Come si fa?
Le storie di magia ci insegnano che sempre c’è stata e sempre ci sarà una nuova formula che correggerà la prima, si può tornare indietro e a volte basta un semplice “scusa” per vanificare gli effetti disastrosi di una parola dura come una pietra. Anche la redazione di UnduetreStella ha elaborato la propria formula magica, l’abbiamo proferita ad alta voce in una piovosa notte d’autunno tra le foglie ingiallite, ne è venuto fuori questo nuovo numero, una raccolta di formule magiche raccontate e illustrate, ma attenti a non pronunciarle ad alta voce…

INFO



Ecco il Minitour delle Salentine




Giovedì 16 maggio, ore 21:00 presso il Circolo Arci Rubik in Via Cellino, 5 a Guagnano (Le), Kurumuny e B22 presenteranno il progetto delle carte da gioco “Le Salentine” (Per info sulla serata e prenotazioni tavoli: 340 8942727 – www.arcirubik.it). Un progetto artistico che ha portato alla creazione del primo mazzo di carte da gioco ispirato alle tradizioni, agli usi e ai costumi del Salento. In occasione della serata verrà allestita la mostra dei bozzetti disegnati a mano che illustrano una parte del percorso creativo. Prosegue Sabato 18 maggio dalle ore 18.30, in piazza Vittoria a Caprarica con il torneo di scopa a coppie; (Iscrizioni 333 6435757). E si conclude domenica 19 maggio dalle ore 18.30, al Casello della Cupa in via Villa Convento Km. 3, a Carmiano, con il torneo di briscola a coppie. (Iscrizioni 339 8408987). Tre serate all’insegna del gioco e della cultura del territorio con “Le Salentine” le nuove carte da gioco che raccontano storie, personaggi, riti e miti del Salento!


Le Salentine, carte da gioco
quattro storie in quattro semi

«Il laboratorio creativo B22, costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le salentine” riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti al posto dei bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade. Per quanto riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del progetto B22, hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi tradizionali di Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si sono rifatti all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del Capo e Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di fazzoletti bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole, calzette e scarpe con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono riproposte le immagini dei santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo, san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile, dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog “L’arte tra le righe” CoolClub.it).

Per info sulle carte:

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mercoledì 15 maggio 2013

“AMORE E MARCHETTE” DI MASSIMO DONNO (Etichetta Ululati, Lupo Editore). ONLINE IL VIDEO PROMO DELL’ALBUM D’ESORDIO SU YOUTUBE DA OGGI 15 MAGGIO 2013





Cosimo Lupo compie 50 anni, l'intraprendente fondatore e titolare della casa editrice Lupo Editore, patron della neo etichetta musicale Ululati, ha deciso di festeggiare questa felice ricorrenza a “furor di musica”, facendo un regalo a tutti i suoi lettori, ascoltatori, estimatori e amici, con il lancio del giovane cantautore italiano Massimo Donno e del suo intrigante lavoro intitolato “Amore e Marchette”, il cui video promozionale girato da Gianni De Blasi è on-line dal 15 maggio 2013.

“Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d'autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà. Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una bellisima opera, un'opera aperta. Un'opera che perdere è come fare peccato.” (Oliviero Malaspina)

Info e contatti:
Lupo Editore

UFFICIO STAMPA OVERECOAGENZIA

booking@overeco.it

cell. 3288258358 – 3290629451


MASSIMO DONNO … DI VITA, DI PALCO E DI NOTE  - Inizia lo studio della chitarra a tredici anni, a Corigliano d’Otranto, in Salento. Parte dal Blues, Funky, Rock, ma nel corso degli anni si fa forte l’avvicinamento al genere cantautoriale italiano e non. Grazie ai cantautori si fa grande la passione per i suoni acustici, sia del jazz che della musica etnica. Questa passione è ulteriormente accresciuta dalla terra in cui Massimo nasce. La prossimità di quella fascia di Sud, alle tante sfumature ed anime della musica mediterranea, rende ovvia la prossimità dei musicisti alla musica tipica di queste zone e alle varie contaminazioni che questa negli anni ha subito. Intorno al 2000 – 2001 Massimo, insieme a Luca Barrotta e ad altri amici – musicisti, da vita al suo primo progetto di folk d’autore: Allegra brigata Bodhran. In questo ensemble vengono elaborati suoni tradizionali del sud Italia, dei Balcani, i ritmi tradizionali ebraici del klezmer, uniti ai testi di cui Massimo è l’autore. Allegra Brigata viaggia spesso, da Milano a Teramo, da Roma a Pescara, a Parma, Prato, Cremona, Bologna, fino alla semifinale del “premio de Andrè”, a Messina, grazie a due brani scritti e musicati da Massimo. In questi live spesso la band ha avuto il piacere di ospitare musicisti di tutto rispetto nell’ambito della musica popolare, da Guido Sodo a Maurizio Deho. Con Allegra Brigata Bodhran realizza tre lavori: “Memorie” (2001), “In cerca d’autore” (2003), “Demo” (2006). Diversi brani di Massimo inoltre faranno parte negli anni di varie compilation di musica etnica e word music: ad esempio un brano composto a quattro mani con Gianluca Milanese (flauto traverso) confluisce nel 2005 nella compilation “Musichetnia 2”, prodotto dalla RedLand di Bari. In questi anni va inoltre avanti l’attività didattica di Massimo: si trasferisce a Bologna, dove vive dal 2003 e studia con chitarristi del calibro di Romano Trevisani (chitarrista di Vasco Rossi, Dalla, Nannini,ecc.), Guido Sodo, con cui affronta un approccio centrato sulla musica popolare del sud Italia, Maurizio Geri (Riccardo Tesi, Banditaliana,ecc.) con cui approfondisce lo studio della musica Manouche, un genere di confine tra il jazz, la musica zingara, il Walzer musette francese. Ha studiato scrittura creativa con lo scrittore e critico Michelangelo Zizzi e  lettura espressiva/dizione con Paolo Magagna al teatro dell’ascolto nell’anno 2010/2011. Si laurea in Sociologia nel 2008, presso l’ Alma Mater Studiorum – Università degli studi di Bologna. Parallelamente Massimo sviluppa un’altra sensibilità, parallela a quella delle piazze e dei centri in cui si esibisce, e cioè la passione per gli ambienti intimi e raccolti in cui incontrare il pubblico da vicino: scrive per teatro diversi copioni, facendoli interagire con musiche inedite e composizioni cantautorali di De Andrè, Bertoli, Guccini, ecc. Negli anni che vanno dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli: “Ti saluto dai paesi di domani …”  sulla vita di Fabrizio de Andrè; “A ruota libera” sull’arte come espressione dei cosiddetti diversi, per natura e per cultura; “Le Otto ore” ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; “Incanti di Tango” orientato alla reinterpretazione di musica cantautorale in chiave tango/jazz; “One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred Buscaglione; “Ognuno ha l’inverno che merita” in cui alla sua prosa intreccia composizioni cantate e strumentali inedite. Inoltre realizza, scrivendo i monologhi e arrangiando i brani di Fabrizio De Andrè, presso il Teatro dell’Ascolto di Bologna, una trilogia di spettacoli: “… e tutto ciò lo chiamavo luna”, ispirato all’album “La Buona Novella”; “Dall’inizio alla fune”, ispirato all’Album “non al denaro, non all’amore, né al cielo”; “L’uomo che imparò a volare”, ispirato a “Storia di un impiegato”. Negli anni inoltre Massimo è spesso ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista: dalle performance popolari con i più grandi cultori della musica tradizionale salentina e non (Emanuela Gabrieli, Gianluca Milanese, Marcello Zappatore, Ovidio Venturoso, ecc.) alle pièce teatrali di vari registi in cui Massimo canta e suona la chitarra ( “Navigammo su fragili vascelli” , “stasera è più forte il dolore”, “Compagno cittadino …” di Alberto Minafra). Nel 2007 ha suonato circondato dalle coreografie del Maestro Tony Candeloro, uno dei più grandi rappresentati della danza contemporanea nel mondo. Nel 2009 collabora con l’attore Simone Franco per la realizzazione di uno spettacolo sulla musica e la letteratura argentina. Esperienza forte è anche l’incontro con Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo Bertoli, incontro avvenuto nella casa del cantautore scomparso nel 2002. Nasce un’intensa amicizia e collaborazione tra i due: Alberto è spesso ospite negli spettacoli di Massimo e viceversa, dividendo il palco con artisti del calibro di Franco Mussida (Premiata Formeria Marconi), Luca Bonaffini, ecc. In uno di questi live conosce il compianto Andrea Parodi, con il quale avrebbe diviso il palco in un concerto troppo a ridosso della sua prematura scomparsa. La collaborazione porta Massimo ed Alberto, accompagnati sempre da Luca Barrotta  alla fisarmonica, ad esibirsi in festival e teatri, da Mantova a Firenze, fino alla provincia di Lecce. Nel 2010/2011 collabora con l’Osservatorio Astronomico di Bologna e l’Associazione per la Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra mito e scienza. Porta attualmente in giro diverse performance live, dalla musica etnica, alla cantautoriale, allo swing, al tango, ecc. fino alle esperienze da solista accompagnato solo da chitarre e loop machine. Collabora come chitarrista con la cantante Afro – Brasiliana Nilza Costa e con il polistrumentista messicano Carlos la Bandera. Insieme al cantautore Gigi Marras, con cui collabora, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale al  Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno, con un suo brano “Amore e Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna, contest organizzato da Andrea Mingardi. È stato finalista alla 14a edizione di Biella Festival Autori e Cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque. E' stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da Mogol. In Ottobre 2012 termina la registrazione del suo album solista in uscita nella primavera del 2013 per l’etichetta Ululati (Lupo Editore). Il Cd contiene numerose collaborazioni, da Maurizio Geri a Francesco del Prete, da Guido Sodo (Cantodiscanto) a Nilza Costa, Ovidio Venturoso e Giuseppe Spedicato (Bandadriatica), ecc.

MASSIMO DONNO IN PUNTA DI … PENNA -  Coltiva la primordiale passione per la scrittura. Nell’ottobre 2009 risulta tra gli autori scelti per il concorso indetto dal centro studi Kairos di Lecce che entreranno a far parte di un testo – raccolta delle opere vicine al tema della resistenza dal titolo “Lenti spiriti”. Il titolo dell’opera di Massimo è “Sogni al risveglio”, racconto metropolitano sulle forme di quotidiana ed individuale resistenza. Nel marzo del 2010 guadagna un secondo posto, con il racconto “Victor”, al concorso letterario “Lettere Matte – Scrittori per Talitha”, entrando così di diritto nel volume che comprenderà tutte le composizioni dei finalisti. Ad aprile 2010, con tre racconti “Pensieri macchiati di rosso”, “Victor”, “l’uomo che imparò a volare”, giunge tra i finalisti, guadagnando il titolo di “Segnalato” nel concorso letterario “La vita in prosa”. A settembre 2010 pubblica per l’Agenzia di Comunicazione IKOS di Bari un racconto nella raccolta di racconti “Cento storie per cento disegni” edito da Di Marsico.

Info e contatti:
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Foto I luoghi dell'Inferno di Dan Brown a Firenze - 1 di 11 - Firenze - Repubblica.it

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Il nuovo libro di Dan Brown Inferno è uscito nelle librerie italiane

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È già record di vendite per ''Inferno'' di Dan Brown . libreriamo.it - recensioni libri

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Salone del Libro di Torino, gli appuntamenti Sellerio . libreriamo.it - recensioni libri

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Diana, libri e videorecensioni «L'ultimo di Dan Brown? Leggo e vi dico» - Corriere del Mezzogiorno

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domenica 12 maggio 2013

Tefteri Il libro dei conti in sospeso di Vinicio Capossela per Il Saggiatore in libreria dal 16 maggio 2013

Una taverna invisibile dalla strada, una porta modesta a segnalare l’ingresso. Dentro, pochi tavoli, luci basse, fumo. In fondo alla sala una piccola pedana, dove si suona seduti in linea, di fronte agli avventori. Voce, chitarra, buzuki. Stasera si suona rebetiko. Si ascolta mentre si mangia e si beve. È l’eucaristia che si riceve da seduti, senza poter scappare, e la taverna è la sua chiesa. Vinicio Capossela ha percorso le strade della Grecia nell’anno del tracollo finanziario. Ha incontrato quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, catturando visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo taccuino, il suo Tefteri. Capossela racconta una Grecia inedita, sofferente e fiera, che riscopre il rebetiko come musica della krisis. Una musica dell’assenza, nata dalla rabbia e dalla nostalgia di un popolo, quello greco-turco, che nel 1922 si trovò sradicato e straniero in patria. Rebetiko è scelta politica. Rebetiko è appartenenza. È il canto di sirena che riecheggia nei porti del Mare nostrum. Per il rebetiko non si applaude, si rompono piatti: la radice della sua forza unica affonda nel suo anarchismo. Nota dopo nota, pagina dopo pagina, il Tefteri è la trascrizione dei debiti e dei crediti che bisogna fare per «imparare il mestiere di campare». Il registro dei conti in rosso che tutti hanno con la vita e la morte. Perché, fin dall’antichità, quello che viene dalla Grecia partecipa dell’universale, ci dice dell’uomo e del suo destino, là dove è nato. Quando superò la necessità e inventò il gioco, la festa, l’arte. Quando sollevò il capo e divenne anthropos.

Vinicio Capossela è autore dei suoi dischi e dei suoi spettacoli. Ha pubblicato Non si muore tutte le mattine (Feltrinelli 2004) e In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall, con Vincenzo Costantino (Feltrinelli 2009).

la danza segreta e profumata dei libri in fiera | Rubriche | www.avvenire.it

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sabato 11 maggio 2013

Ghost Hunting - Tra scienza e leggenda manuale del vero Ghost Hunter di Mario Contino (Uno Editori)


Il manuale più completo e semplice sul Ghost Hunting. Impareremo cosa occorre sapere per svolgere al meglio la ricerca sui fenomeni legati alle presenze extradimensionali. Capiremo il perché dell’uso degli strumenti scientifici che normalmente vengono utilizzati dai Ghost hunters e come usarli al meglio per ottenere i migliori risultati.

Il libro detta le regole per non infrangere le leggi e rapportarsi pacificamente anche con chi è scettico sui fenomeni “paranormali”. Alcuni manuali si fermerebbero qui, questo libro invece affronta il problema della ricerca relazionata alle leggende popolari ed all’esoterismo, unendo concetti scientifici a conoscenze esoteriche. L’esoterismo non è altro che un’antica scienza e l’autore cerca di conciliare al meglio antiche conoscenze e moderne teorie.

Info

Sette classici della letteratura che potrebbero funzionare al cinema diretti da Baz Luhrmann | NewsCinema

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Letteratura e ingiustizie nella storia di Jean Rhys - Caterina Bonvicini - Il Fatto Quotidiano

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Incontro internazionale per Libri da cogliere con il “Tartan Noir” - Attualità - informazione.tv - notizie dal fermano

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[ Firenze ] La Toscana dei libri al salone di Torino - gonews.it

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venerdì 10 maggio 2013

La Pòlis che non c’è di Ennio Abate, prefazione di Massimiliano Tortora (Cfr). Intervento di Nunzio Festa



“La Pòlis che non c’è” è il libro che raccoglie le poesie scritte dal poeta-operaio d’origini campane, Ennio Abate, dal 1978; vincitore della terza edizione del Premio “Fortini”, si tratta d’un’opera insieme complessa e semplice allo stesso tempo. Difficile nella sua struttura, di facile lettura. Perché, e il prefatore del volume sarà ancora più chiaro e decisivo del sottoscritto (ma a suo modo vorrà spiegarcelo il poeta nella sua nota accompagnatoria dei testi), la poesia civile d’Abate – al di là di cosa pensino delle definizione sostenuta gli stessi Ennio Abate e Tortora – s’occupa proprio della scomparsa del “noi” politico, arrivando a incidere con lo scalpello del poeta l’Io oramai in stato di emarginazione e, perfino, resa. Reagendo nel disincanto, in una qualche maniera. Quindi dal punto di vista dell’intonazione contenutistica, posso confermare che l’obiettivo è raggiunto: Abate versifica dandoci la decomposizione assoluta delle comunità, nello specifico quella politica – di protesta. Come, d’altronde, l’altro grande risultato è stato ottenuto. Insomma non conoscevo il poeta Abate ma adesso so bene che dovrei stare molto più attento a un autore e lottatore che vissuta l’esperienza d’Avanguardia Operaia, non è sereno nell’essersi pensionato. Anzi il calore della sua rabbia porta persino aggressioni alle acque chete dei tanti ex compagni che si sono arresi oppure, peggio ancora, han fatto il salto che li condusse già tempo fa dall’altra parte. Facendo scompiglio, innanzitutto, nelle certezze assolute in mano a fondoschiena benpensanti e ben torniti. Se all’inizio la partitura è più ampia, nella seconda parte dell’opera infatti, proprio dove le artigliate diventano più forti, la scrittura viene a chi legge in veste più computa. Eppure la forza è sempre la stessa. Abate sente il mondo cadere. I problemi diventare “crisi”. Tutte le sconfitte. E, su tutto, la classe operaia lasciata in un deserto dove a volte prova ancora a lottare. Mentre, per dire, i giornali più diffusi cosa diffondono? “Controllo / nel più smaltato vasino / a sinistra / la cacca di Arbasino.” Le pattuglie degli ex combattivi, invece, come lavorano e/o lottano adesso? “I più lesti finiti in massmedia / il grosso eliminato tra storia / filosofia o economia / altri per il rotto della cuffia / accucciati in poesia / e qualcuno solo in scuole di periferia.” Dice il poeta-operaio. Pronto al riscatto. E coraggio dona la sua poesia civile e sociale.        
  

Città di Venezia - News Marghera - "La seconda vita dei libri"

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Nasce Effe TV, il primo canale completamente dedicato ai libri e alla cultura . libreriamo.it - recensioni libri

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L’80-mo anniversario dei roghi di libri in Germania: La Voce della Russia

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Lo stupore vivo dei ricordi nei versi di Lara Carrozzo. – Libri - Blog - Bari - Repubblica.it

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Libri: la Cina in chiaroscuro di Mo Yan - Top News - ANSA.it

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giovedì 9 maggio 2013

GLI AEDO A COPERTINO DOMANI 10 MAGGIO 2013




Non si può non ascoltare la musica degli Aedo, si rischia di perdere un'occasione necessaria per il cuore.  Non mancate! Venerdì 10 maggio 2013, ore 22:00 - Atrio Palazzo Briganti (municipio) - via Malta - Copertino (LECCE).


Molto più che interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO.
L'album si apre con “Acqua” e si chiude con “Penelope”, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche “Le tue mani”. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio.
Belli i testi con sfumature agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballada a brani più potenti intersecati da un'etnicità mai banale.
Un disco da non perdere per nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le splendide voci dei cantanti. (Oliviero Malaspina)

Nato nell’agosto del 2010, il progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso OFFICINE DELLA MUSICA in occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano “MACARIA” realizzato dalla PUNTO EXE con la regia di GIANNI DE BLASI e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS, REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.


Gli AEDO sono:
Giovanni Saccomanno
voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso



INFO




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mercoledì 8 maggio 2013

Saul Bass - Google Doodle Video HD [1080p]

CAMAIORE. Premio Camaiore Letteratura Gialla 2013 , via alle richieste per far parte della giuria popolare — Settimanale di informazione della Toscana Ovest

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