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martedì 11 dicembre 2012

IL CAFFE’ MARABA’ SI VESTE DI ROSA ACCOGLIENDO IL ROMANZO IMMAGINA LA GIOIA (Lupo editore) di Vittoria Coppola



L’Associazione “Diffondere per crescere” organizza una calda serata ospitando col vischio natalizio l’incantevole romanzo Immagina la gioia di Vittoria Coppola insieme a Simona Cleopazzo che nella bellezza del momento saprà cogliere e immortalare la bellezza e la cultura in una cornice accogliente e magica come quella del Caffè Marabà.  L’appuntamento è previsto per il 16 dicembre 2012 alle ore 18,30 presso il Caffè Marabù, in via Scipione Ammirato a Casarano. Presenta Simona Cleopazzo

L’inquietudine fa di Eva una giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l’abbigliamento colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un’intima lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che - dieci anni dopo di lei - ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita. Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca, su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per portare a termine la sua fatica. Ma la vita spariglia le carte e nel giro di pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi aprono gli occhi e il cuore di Eva.

Vittoria Coppola, ha 26 anni, vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale - Università del Salento. Attualmente lavora come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la scrittura.

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Overeco Agenzia

lunedì 10 dicembre 2012

“Dormono, le stelle. Raccolta di poesie” di Salvatore D’Amora (Phasar Edizioni)



Nel mondo, ci muoviamo e viviamo freneticamente, inghiottiti dalla routine quotidiana. Tuttavia, riuscire a trovare ancora il tempo per meravigliarci del più piccolo particolare della nostra vita, non è solo una necessità ancestrale, ma anche l’aspetto che ci identifica pienamente in quanto uomini, soggetti pensanti. La poesia ci permette di elevare il nostro animo, e spingerlo fin dove lo stesso pensiero e la ragione credono sia impossibile andare. La poesia è quella preghiera primordiale che tutti conserviamo nel nostro animo, quella scintilla divina che ci rende «della stessa materia dei sogni» (W. Shakespeare)
La poesia
purifica l’anima
del viandante
che volge il mento
al cielo,
e non si stanca
di cercare.

Salvatore D’Amora nasce nel 1990. È studente in Storia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Insignito del premio “Maria SS. dell’Olmo”, e per tre volte del premio “F. Giuliano”. Questa è la sua prima raccolta di poesie.
"Dormono, le stelle. Raccolta di poesie" di Salvatore D’Amora (Phasar Edizioni), 2010, €10, ISBN: 978-88-63580-65-5, pp. 126
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Giuse Alemanno al Note di Vino di Ruffano. Con interventi di Paolo Vincenti e Stefano Delacroix



La quantomai collaudata rassegna “Sorsi di cultura di-libri/di-vini” organizzata da Agave Comunicazione in collaborazione col wine-bar Note di Vino, si dimostra attenta ad accogliere attualità e storia, se pur in un clima di festa, ma soprattutto pronta a creare riflessioni per non dimenticare. Ed ecco che il 12 dicembre 2012 alle ore 19,00 negli spazi del Note di Vino  in via Vittorio Veneto 55 a Ruffano ospita i libri di Giuse Alemanno tra cui si ricordano “Invisibili. Vivere e morire all’Ilva di Taranto” e “Terra Nera. Romanzo perfido e  paradossale di cafoni e d’anarchia”.
L’autore renderà il pubblico protagonista, leggendo parti dei suoi libri, presentato dal giovane scrittore e giornalista Paolo Vincenti. In una cornice di attenzione all’attualità e impegno all’ascolto si inserisce la presenza della passionale personalità di Stefano Delacroix, musicista e scrittore.

Invisibili (Kurumuny) - Non molto tempo fa gli operai dell’Italsider (come veniva chiamata in passato) vennero chiamati metalmezzadri. Era la generazione dei Cipputi, dei sindacati e degli scioperi che paralizzavano la produzione, della terra o del mare da coltivare, dopo il turno. L'Italsider non c'è più. C'è l'ILVA. Per i nuovi operai dell'ILVA, divisi in normalisti e turnisti, il sindacato è lontano; al suo posto ci sono i tornei di calcetto aziendali che favoriscono la comunicazione, ma non troppo. Rimane la paura di non tornare più a casa e i santi a cui affidarsi, una volta custoditi nei portafogli ora immagini su cellulari. Le immagini dei santi si affiancano a quelle delle mogli, dei figli e delle famiglie e di loro è tutto quello che oltrepassa i tornelli dell'ILVA. La vita scandita dai turni. Tra la fabbrica e la vita fuori, lo spogliatoio dove si svestono i panni civili e si indossa la tuta da operai. “Invisibili” di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro... ma è anche il racconto delle contraddizioni di una città intera, la narrazione di un'umanità divisa fra la necessità e il rifiuto...

Terra Nera (Stampa Alternativa) Terra nera è la storia della terribile volontà di potenza di Nino, un ragazzo "cafone" che decide di diventare padrone usando ogni mezzo; di sua madre Annina dei Secchi, esemplare figura tragica nel solco della tradizione della narrativa meridionalista; e di Zio Peppe, originale e pericoloso imbroglione, guaritore e ruffiano. Una visione d'insieme del sottoproletariato agrario meridionale di cinquant'anni fa, che offre anche lo spunto per un confronto tra due grandi temi dell'anarchismo: quello legato alle intuizioni di Enrico Malatesta e quello dell'anarco-individualismo stirneriano, che si incarna nel protagonista del libro.

Giuse Alemanno, divoratore di libri, amante degli aforismi, scrittore “onesto, vanitoso ed egocentrico” (come si definisce), giornalista, operaio ILVA. Persona difficile da racchiudere in un’unica definizione. Nato a Copertino nel 1962, è uno scrittore salentino brillante che fa parte di quel gruppo di scrittori di Taranto e provincia definiti da uno speciale di AffarItaliani.it “La nouvelle vague” della letteratura italiana. Giuse Alemanno è autore anche di “I fazzoletti rossi di don Fefè” (2007). (nella foto)


Note di Vino – Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino». Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto accompagnato da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai concerti che settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei musicisti/ clienti a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la strumentazione (chitarra, batteria, pianoforte



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via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) - Italia

domenica 9 dicembre 2012

La rivincita delle mogli light - Anna-Lou Weatherley - il booktrailer

 


http://blog.newtoncompton.com/la-rivincita-delle-mogli/

La vendetta può essere più frizzante dello champagne

Mai sottovalutare l'ira di una donna

Borse e scarpe griffate, gioielli, vacanze esotiche, interventi estetici, carte di credito: Imogen, Calgary e Yasmin, tre amiche che abitano nell'esclusivo quartiere londinese di Chelsea, sembrano condurre un'esistenza perfetta. Ma la vita, anche nei quartieri alti, non è soltanto fatta di bottiglie di champagne, di feste e cocktail a bordo piscina. Imogen, bellissima ex modella, ha sposato un uomo manipolatore e autoritario; Calgary, che un tempo dirigeva riviste femminili glamour, ha rinunciato alle sue ambizioni per amore e ora è costretta a chiudere più di un occhio sulle scappatelle del marito, mentre l'esuberante Yasmin ha sposato un ricco e informe matusalemme per tentare di scoprire la verità su un segreto che la tormenta da anni... Tra pranzi annaffiati di champagne e sessioni di shopping sfrenato, le tre donne si rendono conto ben presto che ci sono cose che il denaro non può comprare né risarcire e decidono che è ora di unire le forze per vendicarsi dei loro dispotici uomini. L'audace piano travolgerà la loro vita portando alla luce scandali e bugie, ma Imogen, Calgary e Yasmin sono pronte ad andare fino in fondo e a rischiare tutto pur di riprendere in mano il loro destino.

N°1 in Inghilterra
Il romanzo di cui tutte le donne parlano

È arrivata la Sex Fashion Fiction

Glamour come Il diavolo veste Prada
Romantico come Un diamante da Tiffany

Vittoria Coppola oggi su Billy la rubrica del Tg1 dedicta ai libri



Vittoria Coppola ritorna nelle librerie di tutta Italia con un nuovo romanzo intitolato “Immagina la gioia” edito da Lupo editore. L'autrice sarà ospite, domenica 9 dicembre, nella rubrica del TG1 Rai “Billy: il vizio di Leggere”. La rubrica, appuntamento dedicato ai libri, agli scrittori e alla letteratura, è curata da Caterina Doglio e Bruno Luverà. L’appuntamento con Vittoria Coppola è previsto per domenica 9 dicembre 2012 in coda al Tg1 delle 13,30, in occasione della Fiera di Roma Più Libri Più Liberi. L’autrice è stata la vincitrice con “Gli occhi di mia figlia” (Lupo editore/EdizioniANordest) del concorso del 2011 indetto dalla rubrica del Tg1, che ha decretato il suo libro come il più più bello dell’anno, dopo averlo selezionato proprio come “Libro sotto l'albero”. È stato un anno, quello trascorso dal Natale del 2011 a oggi, in cui Vittoria Coppola ha avuto modo di incontrare i suoi lettori in decine e decine di presentazioni, organizzate in tutta la penisola, continuando a essere apprezzata per la sua scrittura e coltivando la sua grande passione, che l'ha portata a scrivere un romanzo maturo, degno di attenzione, che sta ottenendo già ottimi giudizi da parte dei lettori.
“Immagina la gioia” (Lupo Editore) – La trama
L’inquietudine fa di Eva una giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l’abbigliamento colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un’intima lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che – dieci anni dopo di lei – ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita. Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca, su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per portare a termine la sua fatica. Ma la vita spariglia le carte e nel giro di pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi aprono gli occhi e il cuore di Eva. Dall’autrice di Gli occhi di mia figlia un’altra storia familiare, una vicenda di unione autentica, fatta di parole non dette e verità dolorose che fanno crescere.
Vittoria COPPOLA. Ha 26 anni, vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale  (Università del Salento, luglio 2010). Attualmente lavora come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la scrittura. Di questo dice: “Lo scopo che mi prefiggo nel momento in cui inizio a riempire pagine di parole e sentimenti, è quello di emozionare, regalando a chi mi privilegia “leggendomi,” attimi personalissimi di evasione dalla realtà, ma anche, perché no, arricchimento della stessa. Confido sempre nella bellezza dei sentimenti e perciò, quando qualcuno reputa banale il parlare d’amore, io sorrido, e vado avanti per la mia strada”.
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sabato 8 dicembre 2012

Cinquanta anni di antropologia visiva con Kurumuny a Roma



Domenica 9 dicembre presso l’Officina Culturale Via Libera in via dei Furi 25 (Roma Quadraro) nell’ambito della rassegna “Il ritmo che cura”, Kurumuny presenta  “Il tarantismo e altri riti in Salento” ovvero “Cinquanta anni di antropologia visiva” di Luigi Chiriatti. L’appuntamento con le proiezioni e il dibattito è alle ore 17.30. Si prenderà visione de “La taranta”, 1961, di Gianfranco Mingozzi; Morso d’amore, 1981, di Annabella Miscuglio (INEDITO); e Stendalì, 1960, di Cecilia Mangini;

Introduzione e dibattito a cura di Luigi Chiriatti, autore del libro  Morso d’amore, viaggio nel tarantismo salentino”

OSPITE SPECIALE CECILIA MANGINI

ore 20.00 Aperitivo

Luigi Chiriatti Ricercatore della storia orale, scrittore, editore, da decenni si dedica all’attività di ricerca nel campo delle tradizioni popolari del Salento. Possiede uno dei più estesi archivi sonori privati della Puglia. Ha curato e pubblicato numerosi lavori di rilevante interesse storico e culturale sul tarantismo e la cultura popolare salentina, prima con le edizioni Aramiré e poi con Kurumuny, casa editrice da lui fondata e diretta.

Ingresso gratuito.

Analena di Mario Scardicchio (Lupo editore) a Erchie (Br)



Prima presentazione del libro di Mario Scardicchio ANALENA. Presenti all'appuntamento l'editore Cosimo Lupo e l'autore Mario Scardicchio. Introdurrà la prof.ssa Giovanna Carrozzo. Relazionerà Andrea Scardicchio docente di Storia della critica letteraria presso l'Università del Salento. L’appuntamento è previsto per domenica 9 dicembre 2012 alle ore 17,30 presso la Sala Della Rappresentanza del Comune di Erchie in via Santa Croce 1 (Brindisi)
Analena, Tatiana, Fleura, Stefania: alle soglie della giovinezza, benché diverse per storia, estrazione sociale e nazionalità, protagoniste di questo romanzo, sono accomunate dalla sofferenza. Le loro vite si incrociano a Lecce, dove approda la rumena Tatiana, in fuga dal massaro che ogni giorno la violenta nell'indifferenza di una madre inselvatichita dallo sfruttamento. A Lecce si trasferisce Analena con i genitori adottivi rinunciando ai suoi sogni, ma non a quello di sapere chi l'abbia messa al mondo; tra i banchi del liceo nasce la sua amicizia con Fleura, la cui travagliata infanzia di emigrante clandestina ha trovato riscatto nella scuola e nella nuova patria, pur tra mille difficoltà. Stefania, figlia del professor Guido Silvestri, nasconde la ferita dell'abbandono materno e la frustrazione di un padre rinchiuso nei suoi insondabili tormenti privati. Ad accomunare le ragazze è anche la bellezza, dono e allo stesso tempo trappola insidiosa quando attira predatori che ne fiutano la fragilità. È così che la vita limpida di Analena si trasforma nel girone infernale in cui la trascina quasi inconsapevolmente Tatiana, obbedendo alla propria logica elementare. Ma lo sfiorire del suo sguardo non passa inosservato e saranno l'affetto di Fleura e l'attenzione del professor Silvestri, che in lei rivede un grande amore mai dimenticato, a salvarla dalla solitudine del baratro e a restituirle il diritto di sognare. Vecchi segreti troveranno così soluzione, mentre una rete di alleati affidabili sfida gli ambienti più corrotti della città.
Una storia di oggi, a dimostrazione che le giovani generazioni di donne non sono meno esposte alla violenza rispetto a quelle che le hanno precedute, ma anche che l'amicizia e la solidarietà femminile resistono ai tempi e non temono di mettersi coraggiosamente in gioco.

T'Amo ad ADSUM Artecontemporanea dal 15 dicembre 2012



Espongono:
L.Abadessa, M.Addamiano, G.M.Addante, I.Albano, C.Allegretta, A.Andreuccetti, A.Bagnardi, G.Barile, L.Basile, Benna, L.Bergamini, A.Biondi, M.Bonaduce, P.Bordinone, C.Bossi, F.Bratta, A.Cacciapaglia, L.Cacucciolo, D.Calfapietro, R.Cappelluti, V.Capurso, M.Caradonna, E.Carniani, E.Chiavarone, F.Chiricallo, M.Cipriani, A.Copertino,  V.Corcelli, N.Cultrera,V.deLeo, R.DelGiudice, A.D'Elia, G.D'Elia, P.DeNicolo, S.DePalma, P.DeSantoli, C.DeSario, P.DeScisciolo W.delliCarri, K.DiBari, S.DiCostanzo, A.DiMichele,C.Dicillo,G.Donatelli, G.Dorigo, D.Ferro, W.Festuccia, F.Fioriello, E.E.Gadaleta, L.Gelao, C.Giulianelli, M.N.Grieco, I.Guastamacchia, E.Kambo, M.Labbe, N.Liberatore, O.Liuzzi, E.Luiso, M.Manduzio, E.Monguzzi, F.Manzini, G.Margini, M.G.Martino, G.Martino, N.Massia, N.Mastandrea, E.Mastria, G.Messenio, P.Millico, M.Molinari, F.Molinario, G.Morgese, L.Nannini, P.Ober,  S.Orlando, M.Paloscia,O.Panebianco, M.Pansni, PG.Pantaleo, G.Passerini, S.Pelle, G.Pensato, P.Petrucci, B.Pierozzi, A.Pilato, P.Pisani, M.Pompeo, M.Prestia, P.Ricco, M.Riefolo, M.Romani, S.Rossi,E.Ruggiero, I.A.Rutigliano,V.Rutigliano, D.Salvadore, P.Sani, A.Saracino, A.Savoi, P.Scialpi, D.Sforza, B.Simone, N.Sisto, A.Spizzico, E.Tedeschi, F.Tullo, R.Vaccari, G.Vallarelli, V.Vasallucci, S.Vendola, G.Visentini, G.Volpe, C.Zanella, I.Zingaro

Vernissage della mostra sabato 15 dicembre 2012 ore 19,00 presso A D S U M Artecontemporanea in via Marconi, 5 (Palazzo della Meridiana) a Terlizzi(BA). Visitabile dal 15 dicembre 2012 al 5 gennaio 2013 . Orario: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00-12.30 18.30- 20.30 chiusura giovedì pomeriggio e festivi
www.retearte.it - adsum.arte@libero.it
Tel. 347650247
Adsum arte contemporanea in occassione delle festività natalizie ha invitato centoventi artisti, provenienti da tutta Italia, a cimentarsi sul tema dell'amore in tutte le sue bizzarre sfaccettature. Così scrive Giovanni Morgese curatore di questo progetto :”Un AMO lanciato come un urlo, una dichiarazione di amore o una maledizione, una richiesta di aiuto o di senso, un'invocazione o un'imprecazione, un bacio o uno schiaffo... Con tanta ironia, leggerezza e intelligenza... nel mare magnum del mondo, dalla nave sulla quale vai alla deriva insieme a tutti gli altri, accomunati dallo stesso destino.”
Ci sono pervenute circa duecento opere negli stili e tecniche più svariate. Uno spaccato di quello che oggi è l'arte contemporanea. Infatti l'intento di questo progetto è quello di evidenziare, servendosi di un così accattivante tema, il profondo momento di crisi che l'arte oggi affronta. Vogliamo reagire con un messaggio di speranza che Carlo Chenis così efficacemente ci descrive: "La creatività è il segno dell'umana spiritualità. I percorsi creativi danno forme nuove alle cose del mondo così che si genera un ambiente a misura d'uomo. Con essi l'individuo conferma di possedere una spiritualità personale, di trasformare delle cose del mondo, di progettare la propria eternità. La creatività prorompente contro l'alienazione dei singoli e delle collettività. In un'era annoiata e preoccupata, occorre riscoprire la creatività per uscire dai segni della globalizzazione massificante e per aspirare ad un'era di promozione umana personalizzante. La creatività è segno di futuro, segno di gioia, segno di libertà. Il cammino di liberazione dell'uomo dalla noia mortale del conformismo, della secolarizzazione, del consumismo esige rinnovata creatività. L'arte come denuncia e come annuncio conserva e sprigiona l'umana creatività, poiché rende l'individuo cosciente della propria genialità e dona alle collettività sublimazioni estetiche…"
Auguriamo a tutti voi : “Buon viaggio con...AMOre”

venerdì 7 dicembre 2012

"Di che segno sei Charlie Brown?" di Stefano Rubino (Phasar Edizioni)



"Creando i suoi ragazzi è come se Charles Schulz avesse voluto attirare l’attenzione dei lettori sugli eterni problemi che ciclicamente ognuno di noi incontra sul suo cammino. Il fumettista, insomma, è riuscito a descrivere uno spettro talmente vasto di problematiche esistenziali che chiunque, leggendo le sue strisce, può identificarsi in questa o in quella situazione. Non abbiamo scritto questo libro perché siamo definitivamente impazziti. Noi crediamo, invece, che Schulz abbia inserito via via i suoi personaggi fino a quando si rese conto che il mondo da lui creato aveva raggiunto una sua completezza, un suo perfetto equilibrio interno. Ebbene, l’Astrologia è proprio un modo per descrivere la totalità utilizzando dodici diversi punti di vista.
Di conseguenza, se l’universo dei Peanuts è davvero così completo in se stesso, allora i principali elementi astrologici devono per forza trovare al suo interno una qualche rappresentazione. A nostro avviso, quindi, è come se, attraverso le sue creature, Schulz fosse riuscito a modellare gli archetipi basilari che sono a fondamento della vita e a cui l’Astrologia cerca di dare una descrizione che sia appunto astrologica."
Stefano Rubino
"Di che segno sei Charlie Brown?" di Stefano Rubino (Phasar Edizioni), 2006, €15, ISBN: 88-87911-58-4, pp. 170
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“Come fece come non fece” raccolta di fiabe salentine (Kurumuny Edizioni) con LUIGI Chiriatti all’ HulaHoop Club di Roma



Sabato 8 dicembre 2012 dalle 19,30 all’HulaHoop Club di via L.F.De Magistris 91/93 a (Roma-Pigneto) per la rassegna de “Il ritmo che cura” Kurumuny presenta nell’ambito del tema letterario di dicembre “La fiaba” il libro “Come fece come non fece” raccolta di fiabe salentine con l’autore LUIGI CHIRIATTI.  Come fece come non fece è una raccolta di fiabe fatte di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra.  Immagini lontane, nel tempo e nello spazio, di principi e principesse che vivono e rivivono tra gli ulivi contorti e tra gli spinosi fichi d’India. Dietro ogni favola c’è il volto rugoso di un vecchio che fu bambino, la sua voce sfiatata e i gesti delle sue mani nodose che raccontano storie vere, camuffate da fiabe.  Un libro attraverso cui i bambini possono apprendere gli strumenti per affrontare la vita, perché si narra di grandi difficoltà e pericoli da superare, di magie e incantesimi buoni e cattivi, di viaggi straordinari; ma Come fece come non fece è anche un libro per gli adulti che possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto. Le favole qui pubblicate fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione più ampio e complesso condotto dall’autore sulla cultura orale salentina. Le favole sono state registrate direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto salentino e sono state trascritte mediante una traduzione libera dove si combinano le immagini e i giri di frase più espressivi caratteristici della lingua dialettale con un impianto linguistico italiano, in questo modo la lingua è parte integrante del paesaggio perché contribuisce in modo determinante a identificare i luoghi in cui si svolgono le azioni e i personaggi stessi delle favole.
Luigi Chiriatti Ricercatore della storia orale, scrittore, editore, da decenni si dedica all’attività di ricerca nel campo delle tradizioni popolari del Salento. Possiede uno dei più estesi archivi sonori privati della Puglia. Ha curato e pubblicato numerosi lavori di rilevante interesse storico e culturale sul tarantismo e la cultura popolare salentina, prima con le edizioni Aramirè e poi con Kurumuny, casa editrice da lui fondata e diretta.


MERCATI GENERALI

“La luna gira il mondo e voi dormite.” Di Matteo Salvatore

Da un’idea di Umberto Papadia, nasce “Mercati generali”, un racconto musicale delle esperienze di vita di due ragazzi, ‘u Papadia e Guitarmando, divisi da centinaia di Km, ma accomunati dalla passione per la musica e dalla loro esperienza lavorativa ai mercati generali di Roma e di Lecce.
Un viaggio divertente che congiunge due mondi diversi, il Salento e Roma, guidato dai sogni di due ragazzi alla fine degli anni ’70, ambientato nella notte che vive e lavora, mentre le città dormono ignare. Mentre i racconti si intrecciano con le note e con il ritmo, i veri protagonisti di questo spettacolo sono tre: la musica la notte e il lavoro, il lavoro del popolo.

Umberto Papadia, in arte ‘u Papadia:
Salentino del Capo di Leuca, esule sin dalla nascita, virtuoso del tamburello, percussionista autodidatta ed eclettico cantastorie. Autore del progetto folk rock “La Peronospera”, e della “filosofia furese” ad esso associata. Reduce del successo della scorsa estate con oltre 25 concerti in Salento e un Festival dedicato al suo progetto, “L’alba della Peronospera”. È stato percussionista e vocalist di Teresa De Sio dal 2004 al 2011. Vanta collaborazioni con nomi illustr,i italiani e internazionali, tra i più noti: Lucilla Galeazzi, Ambrogio Sparagna, Nando Citarella, Uccio Aloisi, Arakne Mediterranea, Mike Mainieri, Hector Zazou.
Armando Serafini, in arte Guitarmando:
Romano della Garbatella, portatore di quella “romanità” ormai in via d’estinzione. Chitarrista e percussionista appassionato di strumenti etnici. Produttore naturale di groove, in grado di far suonare qualsiasi oggetto a sua disposizione. Inventore del nocche'n'roll dapprima sulla Ciquita Grooving Box, e poi sulle sue evoluzioni successive: la Guitarmandrum e il Rullandoro.
Umberto e Armando collaborano da oltre 5 anni.

INGRESSO COMPRESA CONSUMAZIONE o TESSERA 5 euro


mercoledì 5 dicembre 2012

GoodMooning

 

Book trailer di: "GoodMooning! Andare sulla Luna è una cosa molto seria! ...o forse no? Il programma spaziale segreto che portò l'uomo sulla Luna"

Libro scritto e disegnato da Stefano Saldarelli, grafico libero professionista di Prato, da sempre appassionato di grafica, disegno, fantascienza e missioni spaziali. Unite il tutto e aggiungete altri due ingredienti: umorismo e l'ironia e otterrete GoodMooning!

GoodMooning! racconta di una missione spaziale sulla Luna avvenuta nel 1969, tre mesi prima della missione Apollo 11.
Storie surreali, umoristiche, divertenti, pensate per regalare un sorriso. Definite "fiabe per bambini cresciuti", narrano le vicende di un astronauta alle prese con mille situazioni e difficoltà. GoodMooning! è una metafora della vita in chiave "spaziale".

Il libro GoodMooning! Esce a metà dicembre 2012 e sarà disponibile su www.goodmooning.it e sui principali siti web di vendita di libri.

Blog: www.goodmooning.it

"Cuore russo" di Carla Piermarini (Phasar Edizioni)




Cuore Russo è una raccolta di poesie che descrivono un percorso, quello umano dell’autrice, dall’adolescenza alla prima maturità. Si passa lentamente dal romanticismo e dall’innocenza dei primi componimenti a composizioni più amare ma più sincere, nelle quali le parole non vengono selezionate per ammaliare il lettore bensì per destarlo dal torpore e dall’indolenza della contemporaneità. Ogni affermazione è netta, diretta, a volte spietata. Il tema dell’amore è un filo conduttore, anch’esso comunque indagato da più angolazioni, senza retorica. La Russia appare, scompare, per poi ricomparire come sfondo di una vicenda umana tutta al femminile. Poesie come appunti di viaggio, con tante immagini simili a scatti fotografici, scritte di getto e con semplicità per permettere attraverso la lettura di ricordare nitidamente l’esperienza vissuta e poter volgere lo sguardo sempre e comunque verso il futuro.
Carla Piermarini nasce a Fermo nel 1979. Nel 1998 si diploma presso il Liceo Scientifico “T. Calzecchi Onesti”, dove, durante il triennio, ha l’opportunità di studiare la lingua russa. L’interesse e la passione che la civiltà letteraria russa suscita nell’autrice la spingono a laurearsi nel 2004 in Lingue e Letterature Straniere, presso l’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi sulle liriche italiane di Nikolaj Gumilëv, raffinatissimo poeta russo del primo Novecento. Le lingue, la poesia e l’amore per i viaggi sono le passioni che hanno guidato fino ad oggi le scelte umane e professionali dell’autrice, che attualmente lavora come insegnante nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.

"Cuore russo" di Carla Piermarini (Phasar Edizioni), 2009, €7, pp. 56
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Il caso Krolevsky a cura di Alessio Gambaro e Christian Zecca (EDIZIONI FALSOPIANO). Dal 15 dicembre 2012 in distribuzione



“E’ davvero sorprendente come con poco, anzi con niente, Max Frisch abbia manipolato il concetto di esistenza, rivoluzionandolo. E lo ha fatto attraverso i suoi scritti, la sua arte, la sua vita. Nel 1986, quando il romanziere e drammaturgo svizzero Max Frisch ha vinto il Premio Neustadt, il New York Times lo ha descritto come “candidato al Premio Nobel a vita”. Qualche anno dopo muore, ma senza il Nobel. Da anni tento di indagare sul caso Max Frisch, ma chissà come tutti gli indizi portano a Krolevsky. Il problema dovrà essere affrontato in ogni suo minimo aspetto, scandagliando ogni singola parte evitando tutte le aporie del caso… pardon del caso Krolevsky!” (Stefano Donno)
“Film anomalo, Il caso Krolevsky di Alessio Gambaro e Christian Zecca. Sperimentale e colto, di forte impianto teatrale e, al contempo, profondamente cinematografico; un’opera di finzione che, nella sostanza, si discosta per temi, realizzazione e struttura da gran parte della produzione italiana corrente. Un’estraneità, un essere nobilmente - e del tutto volontariamente, va detto – fuori dal coro che sfida le consuetudini del tempo presente e affonda le radici in una derivazione letteraria curiosa e vagamente demodé: alla base del progetto vi è infatti Biografia, testo teatrale dello svizzero Max Frisch datato 1967, complessa riflessione sulle possibilità di manipolazione consapevole dei percorsi biografici, fosca metafora del riflesso della personalità umana sulle azioni che compongono, volenti o nolenti, le nostre storie individuali.” (Massimo Lechi)
“Dopo la prima sequenza siamo trasportati in un luogo neutro, onirico, bianco: un non-luogo, dove in un contesto altrettanto irreale, ma del tutto differente del precedente ogni scelta della vita di Kurmann è contrappuntata da un movimento sulla scacchiera. E allo stesso tempo questa partita immaginaria o immaginata è riportata al suo incipit, tutto è già compiuto nel momento stesso in cui si dipana. La sfida prosegue fino al suo epilogo, moltiplicando il gioco di specchi e di rimandi ancora una volta, e mi scuso nel ripeterlo, di simboli: nulla è canonico, l’intervento di un presunto regista in scena che guida i due attori, è in realtà un bambino che pure parla con la stessa voce del Registratore… Gioco scenico nel gioco narrativo che pure era la cifra del testo originario.
Gli attori diventano le pedine della partita e tutta l’operazione gioca con eleganza (ma fino in fondo su questo registro) nell’uso degli elementi: pedine, scacchiera come orizzonte esistenziale, regine re e pedoni, ma anche partita che conduce alla vittoria o alla sconfitta a partire in maniera ineluttabile dalle proprie mosse o scelte. Kurmann sa tutto questo eppure tenta di giocare se non la partita immortale, la partita impossibile, la vittoria senza costo, l’equilibrio degli opposti e fallisce, pur tentando di rigiocare infinite varianti. Arriverà sempre alla stessa conclusione: Non può che perdere. Nel film tutto questo è reso in maniera esplicita, attraverso una compresenza del linguaggio cinematografico e della lettura scenica, e non solo: ne deriva un testo veramente multilivello che supera i limiti di un solo codice linguistico e ne attiva molti di più, che può in sostanza essere letto in molti modi e con molti linguaggi.” (Giovanni Robbiano)

Info
EDIZIONI FALSOPIANO

Esercizi sulla madre, di Luigi Romolo Carrino (Perdisa Pop). Intervento di Nunzio Festa



Vi potrebbe costringer a farvi male, l'ultimo romanzo di L. R. Carrino, "Esercizi sulla madre". E' un romanzo che fa veramente male, l'ultima opera di Carrino. E per volerci un po' bene cominciamo con tatto; parliamo infatti della scrittura, della lingua del nostro Carrino: ché Carrino è 'nostro'. Autore, poeta di talento tra l'altro, che ha imparato la segreta legge della letteratura: devi avere uno "stile": esser riconoscibile. O la giustizia delle lettere alla lunga ti toglie dall'archivio delle pagine da difendere (lo facciamo con le nostre misere librerie - in fondo). Rompe i tempi verbali, l'autore. Ché Carrino deve correre, lentamente, avanti e indietro nel tempo-storia. Ragionare con periodi che san d'acqua limpida ma poggiata nelle bruciature d'un rogo di numeri di scrittura. Una certa disaffezione alla lingua perfetta, si potrebbe facilmente sintetizzare. Che però si trova nella lana d'un torrido inverno di spazientita e, a spicchi lamentevole, voglia di parola. Due voci, anzi una e mezza usa oggi lo scrittore. Ché la protagonista femminile della presenza/assenza deve aver tutto il campo e insieme tutte le colpe. Quindi gli sfoghi della voce femminile son prudenti, forse. Sicuramente meno tormentati, se possibile, degli editti affermati dalla maschile. Il tono di Carrino è perentorio. Seppur siamo infine in un romanzo. A mosaico, certo. Eppero senza dubbio in un testo pieno di se stesso. La narrazione, è quella degli Impazziti. Seguiamo quest'autore napoletano, classe '68, da "Acqua Storta" (Meridiano Zero). Da allora, lo apprezziamo. Autore anche di versi e testi teatrali, Carrino ha esordito nel 2006 con due racconti in "Men on Men 5" (antologia mondadoriana del 2006). Poi son arrivati, tra le altre cose, il libro di poesie "Certi ragazzi" (Liberodiscrivere) e "Pozzoromolo". "Sei dietro le mie spalle, nel vialetto, con le buste della spesa, stai andando nella direzione sbagliata. Non vedi che la casa è qui? Madre, sono qui". Questo liquido infetto di Esercizi sulla madre, c'infetta. Il quarantaduenne Giuseppe, adesso internato in un ospedale psichiatrico giudiziario, ripercorre la sera interminabile di decenni prima, la sera del 23 febbraio 1976 quando suo madre l'abbandonerà con la scusa di normali compere. Mentre il figlio attendeva, invano, il ritorno. Carrino ci fa male costringendoci a ricordare intanto insieme a Giuseppe la ragione del suo internamento - ha commesso un crimine che neppure ricorda -. Dieci ore d'attesa del figlio diventano dieci esercizi di scrittura e memoria del Pazzo. Il lettore più forse più attento e acuto di L. R. Carrino, Francesco Durante, ha detto che questo romanzo è matrice di Pozzoromolo. L'esperimento di psichiatria al quale è sottoposto il 'maturo' Giuseppe, inventa nel Giuseppe "ragazzino" dieci diverse figure di Madre riprese dall'uomo. (Con l'innesto d'una sorpresa: un racconto d'un'altra figura - tra l'altro importantissima, seppur estemporanea in forma d'apparizione - per la storia). Dalle Macchie rinasce l'innocente crimine.

“Kurumuny” e “Il ritmo che cura” a Roma dal 7 al 9 dicembre 2012



A Roma un intero fine settimana dedicato al Salento. Una rassegna che tocca 3 quartieri popolari e simbolici di Roma, per trattare argomenti diversi, tutti legati al Salento, in cui l’approfondimento culturale e sociale, la musica e il racconto, nei suoi molteplici aspetti, si mescolano.  La città di Roma ha dimostrato negli ultimi anni un forte interesse per il Salento, e viceversa moltissimi salentini hanno trovato la loro realizzazione lavorativa nella città di Roma, portandosi dietro inevitabilmente le loro tradizioni. La rassegna è organizzata dal cantautore Umberto Papadia e da Francesca Malerba, entrambi salentini a Roma, dove si occupano proprio della diffusione della cultura salentina nell’ambito del progetto da loro ideato “Il ritmo che cura”. Il tutto è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione con la casa editrice Kurumuny nelle persone di Luigi e Giovanni Chiriatti: scrittore della cultura orale e profondo conoscitore dell’antropologia salentina il primo, editore il secondo.

Si parte Venerdì 7 Dicembre alle 21,30 al Cantiere in via Gustavo Modena 92, tema della serata sarà: Taranto, il cambiamento di una città di contadini e pescatori con l’avvento dell’industria siderurgica, (Italsider prima, Ilva dopo). Le contraddizioni di una società di “metal mezzadri”, del ricatto occupazionale di una popolazione divisa tra necessità e rifiuto, tra lavoro e salute, tra vita e morte. Verrà presentato il libro Invisibili. Vivere e morire all’Ilva di Taranto di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno, edizioni Kurumuny. Seguirà un dibattito, condotto dal giornalista Sebastiano Gulisano, a cui è invitato a partecipare anche il pubblico.
La serata sarà chiusa dallo spettacolo Venticinquemila Granelli di Sabbia di Alessandro Langiu. L’attore e regista ci racconta Taranto negli anni Settanta, anni nei quali sono stati edificati i rioni accanto all’Italsider. È la storia di tre ragazzi che crescono tra le nuove palazzine del rione Tamburi, giocando tra la polvere di metallo che si sparge nell’aria e ricopre strade, case e persone.

La serata centrale, sabato 8 dicembre dalle 19.30, presso HulaHoop Club via L.F.De Magistris 91/93, avrà come tema “il racconto” dalla fiaba alla vita.
Il pre-serata sarà dedicato alla presentazione del libro Come fece, come non fece, una raccolta di fiabe salentine (Kurumuny), raccontate dall’autore Luigi Chiriatti.
Si passa dalla fiaba alla vita vissuta, con la prima assoluta del nuovo spettacolo, il racconto musicale Mercati Generali di Umberto Papadia, reduce del successo estivo con il tour “La Peronòspera”.
Mercati generali è la storia musicata delle esperienze di vita di due ragazzi, ‘u Papadia e Guitarmando, divisi da centinaia di Km, ma accomunati dalla passione per la musica e dalla loro esperienza lavorativa ai mercati generali di Roma e di Lecce. Un viaggio divertente che congiunge due mondi diversi, il Salento e Roma, guidato dai sogni di due ragazzi alla fine degli anni ’70, ambientato nella notte che vive e lavora, mentre le città dormono ignare. Sarà infatti proprio Sabato che la “salentinità e la “romanità” si incontreranno… ai Mercati Generali ortofrutticoli di Roma Ostiense!

La serata conclusiva si svolgerà domenica 9 Dicembre alle ore 17.30 nel quartiere Quadraro, presso Officina Culturale Via Libera in via dei Furi 25. Il tema trattato sarà l’ANTROPOLOGIA visiva, con la proiezione di filmati inerenti al Tarantismo e ad altri riti nel Salento. Saranno proiettati: La taranta, 1961, di Gianfranco Mingozzi; Morso d’amore, 1981, di Annabella Miscuglio (INEDITO); Stendalì, 1960, di Cecilia Mangini.
I filmati saranno introdotti e illustrati da LUIGI CHIRIATTI. Il dibattito sarà condotto dallo stesso Chiriatti che ospiterà la grande regista, fotografa e documentarista CECILIA MANGINI (che ha lavorato più volte a fianco di Pasolini). Dopo l’aperitivo organizzato da “Via Libera” ci sarà una… sorpresa musicale

martedì 4 dicembre 2012

BATMAN: NATALE di Lee Bermelo (DC comics/Rw edizioni)



Finalmente in Italia arriva l'inedita graphic novel scritta e disegnata dal celebratissimo Lee Bermejo! Ispirata dal celebre "Canto di natale" di Charles Dickens, "Batman: Natale" vede il Cavaliere Oscuro confrontarsi con il passato, il presente e il futuro della sua stessa esistenza. Dai più irriverenti e curiosi avversari provenienti dagli anni '60 fino alle oscure e terribili minacce portate dai tempi moderni.

Fonte Mondi Sommersi (Lecce)


Comunicazione Cinematografica. Capire e scrivere il cinema di Marco Paracchini (Phasar Edizioni)



Un manuale per conoscere le tecniche, il linguaggio e le dinamiche cinematografiche. Un compendio interessante, moderno e destinato a tutti. Fondamentale per gli studenti di cinema, comunicazione e marketing. Indispensabile per chi vuole scrivere una sceneggiatura. Illuminante per tutti coloro che amano quest’Arte e non ne hanno mai inteso a fondo i meccanismi. Capire il Cinema – La Fase Letteraria – Il Paradigma Narrativo – Scrivere una sceneggiatura – La grammatica del film – Le regole cinematografiche – La politica fiscale italiana in ambito cinematografico.
Marco Paracchini lavora sui set audiovisivi dal 2000. Ha diretto spot, web format, cortometraggi e documentari. È docente di regia, relatore di scrittura creativa e docente di pubblicità audiovisiva.
Al volume hanno partecipato Guido Michelone (prefazione) e Dea Squillante (appendice finale).
"Comunicazione Cinematografica. Capire e scrivere il cinema" di Marco Paracchini (Phasar Edizioni), 2012, €18, ISBN: 978-88-6358-124-9
scarica l’anteprima in formato PDF qui: http://www.phasar.net/docs/estratto_comunicazione.pdf
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lunedì 3 dicembre 2012

Il racconto del padre in Guscio di noce di Vanni Schiavoni. Guscio di noce di Vanni Schiavoni (LietoColle) recensito da Alessandra Peluso



La sensibilità e il senso di protezione emergono imperiose in Guscio di noce, di Vanni Schiavoni.È una raccolta di versi che esplode di energia. Racchiude l’amore verso il padre e la sua assenza/essenza. Un’introspezione di se stesso e della sua vita che appare straordinariamente raccontata e musicata in versi.

Ricercato il lessico, uno stile autentico come autentici sono i sentimenti provati dall’autore e vissuti intensamente nei versi: «(...) Non mi riusciva da lontano / di leggere in te un’esistenza / scivolata nel cantiere in disuso / dalle impressioni di un nulla perturbate / o nell’assenza significativa di nubi / per mordere le nuove / e le vecchie stagioni». (p. 16). Si legge ancora: «Per trovarmi sapevamo che la scusa / era solo uno schermo dietro i graffi / e gli intagli lasciati a suggerire: la paura aveva impegni più urgenti. (...)». (p. 17). Annaspa il passato e si impone un presente di paura, malinconia, nostalgia per un padre che non vive costante la presenza del figlio. C’è sofferenza, solitudine nei versi di Vanni Schiavoni che cerca di comprimere in tono elegiaco i versi e adotta protezione, difesa - come in un guscio di noce - verso un mondo circostante che lo spaventa, lo intimorisce e lo fa sentire “inappartenente”: «Uno scrittoio di fogli in attesa / di verità già nella mente / ma frammentate / rischiamo inoltre / lo scambio dei posti / rimescolare nella fantasia / la tua inapparenza e la mia inappartenenza / (...)». (p. 21).

Ricche di metafore ed enjambement le poesie di Schiavoni come di respiro esistenziale, filosofico: « (...) i morsi canini dei giorni estorti / cadono all’indietro in un mondo probabile / e lunga è l’attesa di sentirne il fondo / il violento barrito della calura / l’interruzione della cenere / deposta nel cucchiaio / che ci schianta». (p. 23)  Shakespiriani i versi e non a caso è riportato al principio del libro un passo dell’Amleto di Shakespeare, dalle tragedie teatrali del grande letterato inglese alle composizioni poetiche in tragedie, quelle della vita che in Guscio di noce sono rappresentate magistralmente. Così si legge: «Lì dove sempre c’è una salita / o una discesa / non questa lontana pianura bassa di terrazze / quelle diverse altane deserte dove ogni affaccio / è un quarto di suicidio nonostante (...). Ma la forma dei pianeti è fiamma / orfana dei fornelli, è sabbia / che corrode gli ingranaggi». ( p. 41).  E ancora:  «La tomba un pensiero appena percepito / che andremo a inventare su altre violenze / o dove meglio funzioni la rimozione delle catene (...). Pensare alla morte fa meno schifo / se ha l’odore di vigna bagnata / se minaccia di muri a secco la contrada vecchia / se gonfiando potessi allargare. La notte / distilla nei succhi e filtra gli abbagli / là dove il lenzuolo coperto di liquidi / sfioriva e il dorso screpolava / un tentativo radicale di imperfezione / scandiva la terra rugginosa / la disciplina che ci compone». (p. 44).

Leggendo i versi di Vanni si ritrova il genio della sregolatezza di Arthur Rimbaud. La poesia di Rimbaud  cancella i tradizionali legami logici, le categorie di spazio e tempo, causa ed effetto che per secoli avevano regolato la poesia. La parola non è soltanto un mezzo di comunicazione - afferma Rimbaud - ma ha il compito di evocare un mondo tutto fantastico, nel senso di nuovo, diverso che va al di là del reale della superficie vitale. Così i componimenti di Schiavoni appaiono nuovi, diversi, esplosivi di luci-ombre e di fantasiose verità che riguardano il poeta.

Rimbaud afferma in una lettera del 1871 a Paul Demeny che il poeta è un veggente. «Il poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa, ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di follia; cerca se stesso, esaurisce in se stesso tutti i veleni per serbarne la quintessenza.  (...) Egli ha un incarico dall’Umanità, dagli animali anche: dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue scoperte. Se quel che ci riporta di laggiù ha una forma, dà una forma: se è informe dà l’informe (...)». Ė questo Vanni Schiavoni, un poeta veggente che vede: «quello sguardo nell’agrumeto che attendeva / la luce nuova tra i filari accanto / come fossero i due mari in sovraimpressione / che maldestramente apparivano intatti e malati di un mestiere senza la passione / le grette negazioni filiformi nell’ombra / come obelischi eretti in tempi magri». (p. 53).   «Non è da questa riva ordinata / questa incognita tumefatta dal Mediterraneo / che pieghi e riponi con le vene / delle onde fatte combaciare (...)  sovraffollato di abbandoni e specchi deformanti / il ricordo di voi sospesi sull’acqua a divincolare / illuminati nella stessa pesca».

Ricchezza di senso e significato abbonda nei versi illuminanti e nostalgici, densi di amarezza che rispecchia l’animo dell’autore in questo momento della sua vita: «Dalla ferita della bocca a fiotti / irrompono le frasi e allattano / la curiosità nelle imposte / le orecchie a buccia della parete (...). percorro la separazione delle tue certezze, di qua / un quasi lutto arreca l’eresia». (p. 58).

L’eresia dei sentimenti negati e l’incapacità di comunicarli come la drammaticità di un lutto, un abbandono improvviso, che può diventare imperdonabile: «Il tuo pianto estraneo alla ruggine non è più / (...)  è come il buio arriva presto / e già assale le apparenze, dal pulviscolo / emerge un cenno fossile che era / dimestichezza una volta / e come nient’altro ci crocifigge». (p. 59)

Pertanto concludo - leggere le poesie di Vanni Schiavoni - è davvero “sorprendente”, “abbagliante”, “eloquente”.

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