Nell’ospizio per anziani e
sbandati che l’ha accolta negli ultimi anni, Angela ripercorre la sua esistenza
“diversa”. Ha visto la guerra da bambina, e poi la rinascita del Paese, ma ha
subito la violenza delle convenzioni; ha vissuto le turbolenze di una società
in mutamento, spaccata tra la spinta alla modernità e la ferocia di cupe
ideologie, incapace di uscire dal guscio. La sua è sempre stata una lotta
disperata e solitaria, segnata dai sensi di colpa e dall’autocensura, solo a
tratti addolcita da una maternità che ha difeso con le unghie e coi denti. Ma
la contraddizione e la menzogna a cui si è condannata da sé hanno finito con lo
straziare il rapporto più prezioso spingendola alla fuga e al randagismo in
cerca di espiazione. Eppure – come per Florentino Ariza e Fermina Daza –
inaspettatamente l’amore negato trova la sua ora di riscatto e si afferma oltre
il pregiudizio e il moralismo bigotto. La storia di una donna, tra tante.
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lunedì 12 novembre 2012
domenica 11 novembre 2012
Il curatore segreto del Vaticano di Umberto Vitiello. Per Lupo editore dal 22 novembre 2012
Aspirazioni e delusioni, coraggio critico, impegno in difesa
dei valori evangelici più genuini – come in tanti teologi contemporanei (da
Hans Küng a Vito Mancuso) – in un romanzo avvincente
che si tinge di giallo.
La Chiesa
cattolica, profeticamente collocata in un domani non molto lontano, si appresta
a rinnovarsi per accogliere tutti i cristiani del mondo in una semplificazione
teologica che la renda universalmente accetta. Siamo così alla vigilia del
Concilio Vaticano III, voluto dal nuovo papa – un convinto “giovanneo”
sudamericano – per attuare la riconciliazione dei credenti; grande è
l’avversione della maggior parte dei curiali che, in difesa della tradizione e
dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere al complotto pur di evitare
che, in nome dell’ecumenismo, la
Chiesa di Roma rinunci alla propria ricchezza e al
plurisecolare patrimonio teologico che la caratterizza.
La storia ha inizio con l’assassinio di un novizio
nell’Abbazia del Santo sul Colleprato, dove è ospite da alcuni anni un noto
economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio centrale
dell’intera vicenda. Chiamato segretamente in Vaticano, è lui (in qualità di
“curatore”) ad informare il papa della vera natura dei fondi dello IOR
suggerendogli come liberarsi di una istituzione implicata in operazioni
finanziarie spesso contrastanti con i principi evangelici. Si giungerà così
alla tanto attesa convocazione dell’ultimo concilio della Chiesa cattolica,
primo di una universale Chiesa di Cristo ispirata ai valori originari.
venerdì 9 novembre 2012
"Il tempo che ci vuole" di Francesca Palumbo si presenta alla Galleria d’Arte Spazio 17 di Corato
"Il tempo che ci vuole"
di Francesca Palumbo edito da Besa editrice sarà presentato a Corato (BA), il
10 Novembre 2012 presso la
Galleria d'Arte "Spazio 17" (Piazza Vittorio
Emanuele) alle ore 19.30. Dialogherà con l'autrice Micaela Ferrara,
giornalista.
Monica Dionubile ha quasi
diciassette anni, vive a Bari insieme a sua madre Laura che è malata di
depressione e passa la sua vita a tormentare la figlia. Dunia Bonerba è figlia
unica di Luca e Marina; i suoi genitori sono una coppia serena che regala
sensibilità e spensieratezza a una ragazzina semplice, a tratti ingenua e molto
legata a Monica, sua compagna di classe. Le due ragazze si completano a
vicenda: la leggerezza di una si unisce alla complessità dell’altra, è come se
tra di loro ci fosse un accordo di “mutuo soccorso” di cui, in realtà, è
solamente la giovane Dionubile ad aver bisogno. Lei è così intristita e poco
interessata alla sua vita da vivere alla giornata. È così profondamente sola e
disillusa che anche l’avvenimento di aspettare un bambino, naturalmente non
desiderato, è affrontato nella più completa apatia. Il ginecologo che segue
distrattamente l’aborto è Carlo, marito di Giulia, amico di vecchia data di
Luca e Marina, che racconta all’uomo di avere l’ennesima relazione
extraconiugale. La donna per la quale ha perso la testa si chiama Roberta Mori
ed è la psicanalista che ha in cura la madre di Monica. In questo disfacimento
quasi totale, il porto franco di Monica è la casa di Dunia, dove ha la
possibilità di conoscere suo nonno che, molto malato, ogni volta che la vede la
scambia per la sua amata moglie Ornella oramai morta da tempo. C’è poi il
rapporto speciale con il suo professore di lettere, Girardi, un docente atipico
che ascolta i suoi alunni, li osserva e non si limita a etichettarli con un
numero sul registro o un cognome da ricordare al momento dell’interrogazione.
Testimone oculare delle storie di ognuno di questi personaggi è il barbone
Lacca, un tenero clochard che costruisce piccoli portacenere colorati in latta
e che ha un ruolo determinante nel destino di Dunia e Monica.
Francesca Palumbo è nata a Bari
dove vive e lavora. Nel 2008
ha pubblicato una silloge di racconti dal titolo Volevo
dirtelo. Questo è il suo primo romanzo.
REAZIONI – Sabina Gallerani (Il filo). Intervento di Vittoria Coppola
È talmente palpabile la partecipazione emotiva
dell'autrice nella storia narrata, che ci si chiede costantemente se quella di Reazioni
sia una vicenda autobiografica. Nello scorrere ininterrotto delle pagine,
si vuole scoprire dove arriverà quel coraggio, quella forza d'animo, la tempra
inesauribile di Alina. Quel che è lampante è pittosto il perché, la
giovane madre single protagonista del libro, decida di combattere: l'unica
ragione è Stella, bambina che possiede - tutelata nel suo nome - la luce che
serve alla sua mamma. Più che mai. Il romanzo della giovane autrice Sabina
Gallerani non si limita ad essere un'autentica testimonianza delle risorse che
una donna può avere in sé , persino in momenti di estrema debolezza. Il libro della Gallerani è anche simbolo di
quanto troppo spesso, negli occhi che guardano da vicino una malattia (ed una
malata) ci sia smarrimento, di come questo a volte sfoci nella non curanza. E
anche nella paura, che, di per sé, non è immediatamente condannabile. Il tempo
che Alina ha dalla sua parte è scandito da conferme e delusioni. Da persone che
si riscoprono a lottare assieme a lei e altre che ne prendono le distanze. E
ancora una volta l'amore di un uomo dona respiro, linfa, ossigeno. Ancora una
volta i sentimenti autentici si rivelano indispensabili. Che sia una storia
autobiografica oppure no, quel che è certo è che è vicina ai cuori più
sensibili. Reazioni è la storia
di un'impasse solo apparente. È la storia del coraggio di una donna. Chiunque essa sia, ovunque viva: poco importa,
è comunque vicina a tutte noi.
mercoledì 7 novembre 2012
La casa editrice Kurumuny al “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia” di Bari con “Corimondo- La strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto” il 9 novembre 2012
Si terrà venerdì 9 novembre il
terzo appuntamento della seconda parte della nona edizione di “Building Apulia:
Costruendo l’identità della Puglia”, “la Puglia che scrive, che edita, che parla di sé”,
l'originale rassegna promossa dal Servizio Biblioteca e Comunicazione
Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia. Nel terzo appuntamento,
dedicato ai dialetti, saranno presentate due opere: “Cassius Obstinatus. I
segreti di Cesare” di Francesco Saccente, edito da Adda, e “Corimondo. La
strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto”, Ed Kurumuny. L’appuntamento è
dunque per venerdì 9 novembre, ore 11 presso la Sala Guaccero
(Secondo Piano – Via Capruzzi 212 - Bari).
Riallacciare e ricostruire i fili
di una memoria spezzata e umiliata anche solo limitatamente ai canti, racconti,
biografie: un compito arduo e difficile da portare a termine. I protagonisti e
i depositari di questa memoria erano restii al ricordo. La sola idea del
ricordare modalità di vita, usi, costumi richiedeva un notevole sforzo di
pazienza sia da parte loro che dei ricercatori. Andare in giro per i paesi a
“ricercare e cercare” coloro che ricordavano, i grandi ‘alberi’ di cultura e di
canto, richiedeva pazienza, calma e amore profondo per la conoscenza della
memoria orale e delle storie delle nostre comunità. In questo contesto
Corigliano d’Otranto non costituiva sicuramente un’eccezione. Questo
contributo, che ci riporta al periodo aureo dell’indagine sul campo e della
documentazione dei repertori tradizionali, è anche un lavoro che rende omaggio
alle persone vive, agli ultimi epigoni di una civiltà linguistica, ai custodi
delle modalità performative, delle tecniche strumentali e vocali, della memoria
sonora (e non solo) della comunità di appartenenza. Persone che normalmente non
assurgono a protagonisti della ricerca etnomusicologica, relegati spesso nel
ruolo di informatori o in quello ancora più angusto di depositari delle “sacre
tavole” della tradizione. Il CD contiene un’antologia di 19 canti di cui 10
descrittivi, 4 balli, 3 canti di questua, 1 narrativo e 6 recitati raccolti in
un’unica traccia. Il Cd “Corimondo – La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto” è
promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV”
ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce e dall’Istituto Diego Carpitella.
Per informazioni
Tel. 080.540.27.11 – 080.540.27.70 – 080.540.27.72
e-mail: percorsi-identitari@bcr.puglia.it
Twitter: @TecaMediterrane
YouTube: Teca del Mediterraneo
Facebook: Biblioteca Cons. Reg. Puglia. http://biblioteca.consiglio.puglia.it
"È facile smettere di scrivere, se sai come farlo! Suggerimenti per abbandonare la scrittura" versione 1.0 di Luciano Pagano (Musicaos)
Dall'Introduzione: "Esistono
diversi libri che spiegano come scrivere una storia, imparare a narrare imbrigliando
la propria ispirazione, fissare in parole e immagini efficaci i propri
pensieri. Questo libro è diverso, perché si tratta di un manuale di
non-scrittura. Più precisamente, come dice lo stesso titolo, è un libro nato
per aiutare a smettere di scrivere. Quest'opera infatti contiene una serie di
suggerimenti, informazioni e notizie, che aiuteranno gli scrittori, gli
scrivani e gli scriventi, a smettere di scrivere. Le sezioni in cui si articola
il presente lavoro sono molteplici, alcune di esse vi spiegheranno come
smettere di essere ispirati, come smettere di pubblicare, come smettere di
scrivere grazie alle riviste o grazie ai social network."
INDICE:
1 - Una breve introduzione. Che
cos’è questo libro e a chi si rivolge.
2 - Come smettere di essere
ispirati.
3 - Come smettere di abortire
best-seller.
4 - Va bene, scrivete. Chiedetevi
il perché.
5 - Come smettere di scrivere
grazie alle riviste.
6 - Come smettere di scrivere
aiutandosi con il lavoro.
7 - Come smettere di scrivere
grazie ai librai.
8 - Come smettere di scrivere
usando i social network.
9 - Come smettere di scrivere
grazie agli editori.
10 - Come smettere di scrivere
grazie ai critici.
11 - Come smettere di scrivere
grazie al self-publishing.
Conclusioni
Ananas e zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa a Villa Camilla a Bari
Il volume "Ananas e
zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa editrice sarà presentato a
Bari, l'8 Novembre 2012 a
Villa Camilla (via Cardinale Ciasca) alle ore 18.30. Dialogherà con l'autrice Chiara Scardicchio,
ricercatrice dell'Università di Foggia ed esperta in arte.
Marta Sabia ha trentatré anni,
vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile
“Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei
mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta
inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del
fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le
bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni
di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di
bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava
per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra
in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a
dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua
casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto
con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella
tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi
passi di una nuova esistenza tutta da inventare. Ananas e zenzero è un romanzo
narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità
accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di
profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada
del cambiamento come nuovo progetto di vita.
Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New
York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a
orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti
Ho scelto me (2007).
Info
martedì 6 novembre 2012
GIANLUCA CONTE CON IL SUO “DANZA DI NERVI” AL NOTE DI VINO DI RUFFANO
“La rassegna “Sorsi di cultura
di-libri/di-vni “organizzata da Agave Comunicazione e Note di Vino, prosegue il
7 novembre 2012 alle ore 19,00 con Gianluca Conte che presenta il suo “Danza di
Nervi” edito da Lupo editore al Note di Vino a Ruffano in via Vittorio Veneto
55. Dialoga con l’autore Angela Leucci.
Gianluca Conte ricorda, a chi dimentica l'origine del raccogliere versi,
quell'andare a costituire una 'raccolta poetica' come gesto che presuppone una
semina antecedente alla scrittura. Questa 'danza di nervi' oscilla tra Mondo e
Terra, dove il Mondo è inteso come la rete di rapporti sociali che sono un
furto dell'esistenza 'vera' e la
Terra è il nostro luogo di origine, il luogo dove siamo
destinati a tornare, "[...] mi copro d'argilla e ferro/per non
dimenticare/che appartengo alla terra/ma strizzo l'occhio al cielo". Il
rapporto lacerante tra l'individuo e le convenzioni sociali è uno dei temi più
ricorrenti, la finzione della maschera che ricopre la vita(torneranno come
"Facce sciolte di cera"), è la stessa di "Un ordito fatto male,
indossato come a caso,/un vestito cucito addosso senza ben misurare/la distanza
che passa tra il tuo cuore e l'infinito." Dopo Insidie e Il riflesso dei
numeri, la conferma di un percorso poetico che fonda la sua concretezza
nell'equilibrio tra lirismo poetico e impegno sociale. (Luciano Pagano)
Gianluca Conte - Nato a Galugnano
(Le) nel 1972. Laureato in filosofia, è poeta, scrittore, operatore culturale.
Da alcuni anni lavora a "Madri a Est", uno studio sulla situazione
postbellica in Croazia e nelle aree limitrofe, nato dai soggiorni dell'autore
in terra balcanica; dal materiale di questa esperienza in progress sono tratti
degli scritti inediti, alcuni dei quali diventati letture sceniche. L'autore,
inoltre, collabora con diverse figure artistiche, tra cui Giuseppe Zilli,
Sefora Cinzia Zippo, Alessandra Sessa, Luciano Pagano, Astragali Teatro,
Università Popolare Aldo Vallone.
Info
http://www.note-di-vino.it/
info@note-di-vino.it
Su Facebook
Tel +39 340 33 86 316/ +39 340 90
98 835
Via Vittorio Veneto, 55 - 73049
Ruffano (LE) - Italia
UNDUETRE STELLA! CORSO DI SCRITTURA E ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIA E I RAGAZZI
UnDueTre Stella! Scrivere e
illustrare per l’infanzia e per i ragazzi è sicuramente una delle declinazioni
del mondo editoriale più interessanti e creativo, fos se altro perché bisogna
non solo immaginare le storie ma vederle lì, sotto gli occhi, di mille colori. Per
questo, dall’esperienza della rivista UnDueTreStella, la Lupo Editore (in
collaborazione con l’ass. DamageGood) organizza un corso rivolto a chi ama il
mondo della scrittura e dell’illustrazione per l’infanzia e per i ragazzi.
Lo scopo è quello di capire e
cimentarsi nella realizzazione di un albo illustrato, sia dal punto di vista
della scrittura che dell’illustrazione. A condurci nel mondo della scrittura
sarà il prof. Livio Sossi, Docente di Storia e Letteratura per l'infanzia
all'Università degli Studi di Udine e di Capodistria, esperto di illustrazione,
letteratura ed editoria per l'infanzia, è direttore editoriale, artistico e
consulente per diverse case editrici (Falzea, Campanotto, Edicolors, Edizioni
Euno, SECOP, Arianna, Lupo). Il prof. Livio Sossi terrà le sue lezioni il 10-11
novembre presso il Conservatorio S. Anna a Lecce, in un’originale formula full
immersion (dalle 09:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 18:00). Il modulo proporrà
ai partecipanti, in forma di laboratorio operativo con esercitazioni pratiche,
la scrittura delle più importanti tipologie testuali presenti nella letteratura
per ragazzi contemporanea. Per ciascuna tipologia si forniranno esempi tratti
dalla migliore produzione editoriale contemporanea. Verrà quindi individuata la
struttura narrativa dei testi che fungeranno da modello su cui operare per la
creazione di nuove storie e di nuovi racconti.
Si lavorerà inoltre sul
linguaggio (incipit, flashback, testo ed extratesto), sulle richieste, sulle
attese e sui condizionamenti del mercato editoriale e sul fenomeno delle mode. Per
chi è interessato all’aspetto dell’illustrazione e della grafica, potrà seguire
nei due week end successivi (17-18 e 24-25 novembre) le lezioni teoriche e
pratiche del bravo Massimiliano Di Lauro. Originario di Trani, per il suo
talento pubblica “Mi primer viaje” con la galliega OQO Editora, fiore
all’occhiello dell’editoria per l’infanzia europea. Il modulo di Massimiliano
Di Lauro si propone di far luce sugli aspetti che stanno dietro alla
rappresentazione iconica, facendo chiarezza su cosa è lo stile e come trovare
“la propria voce”. Anche in questo modulo, oltre ad una serie di nozioni
teoriche, saranno proposte delle esercitazioni pratiche, allo scopo di chiarire
questi aspetti per comporre insieme un albo illustrato. Sarà possibile l’intero
corso o i singoli moduli. Il corso è a numero chiuso e sarà possibile
iscriversi entro il 5 novembre 2012.
Sono previsti sconti per gli
studenti universitari. Per informazioni e costi chiamare il 3294178895 /
3384598211 o scrivere a redazione@lupoeditore.it.
Ufficio Stampa
“La Terza Rivoluzione Industriale” di Jeremy Rifkin, edizioni Mondadori. Intervento di Vander Tumiatti (Imprenditore e fondatore di Sea Marconi Technologies)
E’ solo questione di tempo; l’era
del petrolio sta volgendo alla fine e il prezzo dell’oro nero salirà nei
prossimi decenni fino a raggiungere un picco insostenibile. Nel frattempo le
emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione dei fossili sta
elevando la temperatura della Terra e minacciando un cambiamento nella chimica
e nel clima globale del pianeta che non ha precedenti. Si tratta di fattori che
influenzeranno pesantemente tutte le decisioni politiche ed economiche dei
prossimi cinquanta anni. La questione fondamentale a questo punto è: come far crescere un’economia globale
sostenibile uscendo dal paradigma di un regime energetico giunto ormai al
capolinea, i cui costi esternalizzati, economici e ambientali, sono ormai
inaccettabili? Una risposta a questa
domanda si trova nell’ultimo libro di Jeremy Rifkin, “La terza rivoluzione
industriale”, uscito da poco anche in Italia per le edizioni Mondadori. Un
libro fondamentale, che ho letto con grande interesse e che consiglio vivamente
a tutti coloro che desiderino comprendere cosa ci prospetta il futuro e cosa
stanno facendo i governi mondiali per esplorare nuovi modelli energetici ed
economici che consentano di avvicinarsi il più possibile all’obiettivo
“emissioni zero” di carbonio. Ma Rifkin non si limita a descrivere gli scenari
futuristici dell’energia e dell’ambiente. Egli compie invece un’analisi
approfondita che, partendo dai principali accadimenti storici dell’economia
mondiale, ricostruisce gli stretti rapporti sinergici tra energia e
comunicazione, fino a prefigurare una rete mondiale di distribuzione
intelligente dell’energia basata sul modello rappresentato dal web. Secondo
l’autore, la Terza
Rivoluzione Industriale comincia a spuntare all’orizzonte e
la prima regione al mondo che riuscirà a sfruttare il suo pieno potenziale
guiderà lo sviluppo economico per il resto del secolo. L’Unione Europea, ha
fatto le sue prime mosse, stabilendo che, entro il 2020, il 20% di tutta
l’energia prodotta sarà generata da fonti rinnovabili. Impegnandosi per un
futuro di energia rinnovabile l’UE ha gettato le basi per un’era economica
sostenibile e ad emissioni zero. Non basterà, però. Sarà necessario aggiungere
almeno due pilastri: l’introduzione di tecnologie di idrogeno insieme ad altre
tecnologie quali batterie e ri-pompaggio idrico per immagazzinare le forme
intermittenti di energia rinnovabile; e la creazione di reti energetiche
intelligente di dimensioni continentali ( smart “intergrid” ), per fare sì che
forme distribuite di energia rinnovabile siano prodotte e distribuite con la
stessa facilità di accesso e trasparenza di cui oggi godiamo con la produzione
e l’informazione su internet. Il libro descrive dettagliatamente i punti
fondamentali da realizzare per gettare le fondamenta della Terza Rivoluzione
Industriale e di una nuova era energetica per l’Unione Europea. Per Rifkin sono
addirittura cinque i “Pilastri” complessivi su cui dovrà poggiare questo nuovo
paradigma che è la TRI:
1) la scelta definitiva dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili;
2) la trasformazione del patrimonio edilizio in impianti di micro-generazione;
3) l’impiego dell’idrogeno e di altre tecnologie di immagazzinamento
dell’energia in ogni edificio; 4) l’unificazione delle reti elettriche dei
cinque continenti in una inter-rete per la condivisione dell’energia; 5) la
riconversione dei mezzi di trasporto, pubblici e privati, in veicoli ibridi
elettrici e con celle a combustibile capaci di utilizzare e produrre energia. La
transizione verso questa nuova era, secondo l’autore, sarà accompagnata anche
da una robusta ripresa occupazionale. Citando i ricercatori dell’Energy and
Resources Group e della Haas School of Business dell’Università di Berkeley,
Rifkin evidenzia come, sulla base delle proiezioni provenienti da numerosi e
approfonditi studi, “abbattendo il tasso annuo di crescita della generazione
elettrica della metà e puntando a una quota del 30% dei consumi energetici da
fonti rinnovabili, negli USA si creerebbero
circa 4 milioni di anni di lavoro entro il 2030. In Germania, nel
2003, vi erano 260.000 occupati nel settore delle energie convenzionali
(carbone, petrolio, gas e uranio), solo quattro anni dopo, nel 2007, il campo
delle energie rinnovabili occupava 249.330 persone. Un dato straordinario,
soprattutto se si pensa che queste ultime coprivano solo il 10% dei consumi
energetici primari. In pratica, una percentuale così bassa di energie
rinnovabili - sottolinea Rifkin - ha
creato tanti posti di lavoro quanto tutte le alte fonti energetiche nel loro
complesso! Ma il caso spagnolo è ancora
più eclatante: l’economia di questo Paese conta più di 188.000 occupati nelle
energie rinnovabili, vale a dire cinque volte i posti di lavoro creati dal
settore energetico convenzionale. E si noti che queste previsioni tengono conto
solo del primo e secondo “pilastro” e sono quindi da considerare approssimate
per difetto. Un messaggio che non dovrebbe restare inascoltato dai governi di
Paesi, come il nostro, alla spasmodica ricerca di nuove prospettive di crescita
e di sviluppo occupazionale. Da noi vi sono regioni (in senso geografico)
ricche di creatività, arte, bellezza, storia e cultura, ma anche di sole, biomasse residuali
dall’agricoltura, di vento. Per loro le
energie rinnovabili distribuite potrebbero essere la chiave per incamminarsi
con decisione sulla strada di un benessere diffuso e rispettoso dell’ambiente,
capace non solo di creare opportunità di lavoro ancora inimmaginabili, ma anche
di favorire la transizione verso una società più giusta, verso modelli culturali
condivisi, più evoluti e consapevoli. E chi ha orecchie per intendere, intenda.
(articolo apparso su Paese Nuovo
del 1 novembre 2012)
lunedì 5 novembre 2012
In libreria per La Vita Felice SoloMinuscolaScrittura di Silvia Rosa
Silvia Rosa scrive poesie bellissime, inquiete e inquietanti
per una costante contraddittorietà fra visioni, scatti di vita, alacrità del
tempo, indugi negli anfratti e nelle astuzie dell’età, e fulminee
precipitazioni nell’abisso dell’ansia, del dubbio, della parola e delle
esperienze inceppate, d’improvviso volte a rivelare la frantumazione del
discorso dell’esistenza [...]
Non si tratta più di versi, bensì di sequenze di prosa
tuttavia fortemente misurate [...] due sono i nuclei su cui si raggruma il discorso
di Silvia: l’autoanalisi, l’estrinsecazione di pensieri, di domande, di
situazioni interiori che ora sembrano risolte, ora rimettono in gioco al tempo
stesso la vita e la parola appena pronunciate; e l’invenzione d’amore, rapido,
mutevole, avventuroso sia negli eventi sia soprattutto nelle trasformazioni e
negli imprevedibili stupori della scrittura. [...] Silvia intrica e districa la
propria contraddittoria e spesso drammatica verità. L’aspirazione è l’estrema
chiarezza che rileva la tensione continua delle affermazioni, delle
confessioni, delle indagini interiori nella speranza di arrivare ogni volta, in
ogni “capitolo”, alla luce, e tanto spesso invece il groviglio diventa più
complesso e più inquietante nell’ultima riga (che) rinvia a un altro componimento
con il quale forse si potrà arrivare alla comprensione di sé, che, nell’ambito
della letteratura, coincide con la creazione di una nuova e ancora intentata
arte dell’espressione, con la pronuncia proclamata e libera della letteratura
che sia la lezione per chi scrive che diventa lezione per il lettore. (dalla
prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti)
domenica 4 novembre 2012
sabato 3 novembre 2012
Rosso totale, di Fabio Calenda (Laurana). Intervento di Nunzio Festa
Il ’68 non basta. Leggete e
rileggete, se volete perdere tempo, gli alluvionali saggi dei sessantottini
pentiti, cercate e cercate ancora le prodezze letterarie da pensionati di
quelle e quelli convinti che come il Sessantotto l’han fatto loro: nessuno mai.
Pippe e racconti morenti, vi prenderete. Ma se volete andar, almeno per una
volta, un po’ più in alto, acchiappate il romanzo di Fabio Calenda, “Rosso
totale”. E qui, finalmente, troverete un’opera pura, letteraria. Molto meglio,
decisamente, della scrittura della compagna Luna. Intanto. Ma partiamo, per una
volta, dalla scrittura. Perché qui il miracolo risiede. Nel senso che Calenda,
tranne che nei pochi episodi dove mette in evidenzia giudizi che avrebbe potuto
continuare a ‘celare’, usa le parole con meticolosità. Ma, ché questo di certo
non basta, sfruttando il metodo delle voci ossessionanti; ovvero Fabio Calenda,
tra un dialogo e il successivo, posteggia il pensiero e le parole e le opere
dei personaggi che ha preso (la personalità), quando questi sono soprattutto
figure femminili. Ricorrendo, anche, alla fantasia della voce esterna.
Soprattutto quando deve darci, e il gioco gli riesce perfettamente, gli
ambienti. In quanto, si deve sapere, questi sono estremamente importanti nella
storia. Allora la trama che se ne va per Roma, non sarebbe più che la Capitale se non entrasse
in alcuni quartieri popolari, però innanzitutto nelle tane dei Parioli e simili
della borghesia. Qui nascono e vivono, infatti, i giovani che l’autore vede
fare rivolta. Tra soldi dei genitori, ma siamo fino al ’78 anziché
nell’interminabile e brevissimo ’68 delle proteste tante, e il patto con la
violenza suggellato con la firma sulle armi. La borghese Patrizia e il
borgataro Michele, in tutto ciò stan dentro. Sono un pezzettino, in pratica,
della meglio gioventù. Quella, va detto, che sbaglia e pagherà ma che anche non
si fermerà nell’ovatta del proprio stato sociale d’appartenenza. (Vedi Colotti,
diremo senza voler esser o sembrar offensivi). Davvero lo scrittore, che oggi
vive nel Salento ed è nato a Parigi, riesce a renderci perfettamente il quadro
delle situazioni. Nel romanzo c’è tutto. In Rosso totale, titolo tra l’altro
perfetto, troviamo praticamente tutti i temi. Le origini, i rapporti famigliari
e d’amore, le scelte vitali e la politica vera – tutta quanta - . Quando la
lotta armata cresce e poi muore. Per l’ennesima volta, non possiam che usare la
definizione di De Luca, su quegli anni: che furono, appunto, anni di rame.
Visto che Calenda con l’astuzia dello scrittore di razza ci dice
sostanzialmente la capacità di trasmissione, i contagi degli anni Settanta. Per
fortuna dopo il meraviglioso anno. La prosa dell’autore omaggia un contesto.
Sentendo bene e male. Alla fine, in effetti, non può che giungerci l’epilogo in
sostanza solamente riscritto da Calenda. Le donne e gli uomini che fecero
politica ogni giorno, mentre l’amore magari gli scorreva accanto e dovevano
guardare sempre ai princìpi, sono davvero carne e ossa nel romanzo. Han fatto
il carcere, in diversi. Eppure aveva rabbia e coraggio da muovere. Ricchi e
poveri che fossero. (E qui è bravo ancora l’autore a ridirci della differenza
d’approccio derivante dalle origini). Pure con le armi s’è provato a cambiare
il mondo.
giovedì 1 novembre 2012
Obiettivo Taranta di Tony Rizzo (Casa editrice Gelsorosso) alla Feltrinelli Point di Lecce
Venerdì 2 novembre, ore 19.00,
presso la libreria Feltrinelli di Lecce (viale Felice Cavallotti, 5) sarà
presentato “Obiettivo Taranta” il primo libro fotografico sulla “Notte della
Taranta”. Saranno presenti l’autore, il fotoreporter Tony Rizzo, ed Emilia
Sfilio, che assieme a Barbara De Finis, ha curato i testi in italiano e in
inglese. Le foto, oltre un centinaio, hanno ottenuto il certificato Nikon, un
riconoscimento prestigioso che esalta il carattere culturale e la qualità
professionale di una pubblicazione, già
presentata a Londra e in procinto di sbarcare a Tokyo e Shanghai, che proietta
a livello internazionale le immagini
della pizzica salentina. Dopo un’introduzione del giornalista Adelmo Gaetani,
il critico letterario Stefano Donno dialogherà con Tony Rizzo ed Emilia Sfilio.
Obiettivo Taranta (Focus on
Taranta) è il il primo libro fotografico
sul festival della “Notte della Taranta”, in italiano con testo a fronte in
inglese. Il volume è stato ideato e realizzato dal team dell’agenzia
fotografica inglese “4Imagae”, ovvero Tony Rizzo, Barbara De Finis ed Emilia
Sfilio. Autore delle splendide immagini contenute nel volume è Tony Rizzo,
apprezzato fotogiornalista italo-inglese con alle spalle una trentennale
carriera. Barbara De Finis ed Emilia Sfilio sono le curatrici del reportage sul
tarantismo e la musica popolare, realizzato attraverso colloqui e interviste
con gli artisti (musicisti e danzatori) fotografati, con studiosi e cultori
della tradizione. Il libro propone circa un centinaio di fotografie
(certificate Nikon) divise in un percorso tematico, che immortalano immagini
dei protagonisti, degli strumenti tipici, dell’espressione teatrale ed
emozionale dei vari vissuti espressivi, presentate insieme alle storie ed i
ricordi degli artisti interpreti dell’evento. Obiettivo Taranta, rappresenta
l’espressione immediata e più facilmente fruibile di una tradizione regionale
così intrigante e coinvolgente. L’attualità delle immagini presentate evidenzia
il passaggio generazionale e il percorso artistico dei protagonisti che
interpretano il fenomeno della “Notte della Taranta”, i quali si pongono
l’obiettivo di ravvivare le radici salentine, oltrepassando i confini del Sud
Italia. Il volume, composto da 184 pagine stampato a 4 colori formato 23x28 cm,
è contrassegnato da bollino S.I.A.E. In questo prezioso volume, ribadiamo, per
la prima volta la fotografia d’autore immortala alcuni magici momenti della
Notte della Taranta, festival itinerante unico al mondo, che richiama ogni anno
migliaia di persone affascinate dal ritmo ripetitivo, quasi ipnotico, della
musica popolare.
Info
mercoledì 31 ottobre 2012
L'Angelo Necessario di Massimo Cacciari (Adelphi)
Per secoli, il pensiero ha
tentato di convincersi che gli Angeli fossero entità superflue, superstiziose
anticaglie. Ma la dimensione dell'Angelo continua a riaprirsi, ci accompagna,
si trasforma, ma non ci abbandona. Questo libro, pubblicato nel 1986, e che ora
riappare interamente riveduto e ampliato, è dedicato all'Angelo che finisce per
rivelarsi «necessario», come dice il titolo, riprendendo una mirabile lirica di
Wallace Stevens. Ma necessario a che cosa? L'Angelo educa, conduce a una
conoscenza diversa da quella che si sviluppa in rapporto al visibile. «L'Angelo
testimonia il mistero in quanto mistero, trasmette l'invisibile in quanto
invisibile, non lo 'tradisce' per i sensi». In questo, si oppone radicalmente
al daimon, che è al servizio di una fatalità cosmica e impone ogni volta il
vincolo della cosa e alla cosa. L'Angelo è l'ermeneuta del movimento opposto:
quello che guida fuori dalla lettera, quello che va, non già dall'idea alla
cosa, dal segno al rappresentato, ma dalla cosa all'invisibile. Cacciari
elabora questa sua lettura filosofico- teologica dell'Angelo attraversando i
testi e le immagini, a partire dall'antichità giudaico- cristiana o pagana o
iranica sino a Klee o a Rilke o alla riflessione di Henry Corbin. E appare
evidente come questa sua ricerca si connetta anche ai suoi lavori precedenti, e
in particolare a Icone della Legge. Qui, sempre con riferimento a Benjamin e a
Rosenzweig, torna a porsi il problema della rappresentazione e l'Angelo aiuta a
configurarlo come un vero dramma gnoscologico che si svolge sulla soglia di
quello che Corbin ha definito il mundus nalis. E intanto l'attenzione si fissa
sulla fisiognomica degli «ultimi, grandi incontri» con l'Angelo. Ora gli Angeli
diventano simili a «dèi dell'istante», «lampeggiano e scompaiono». Ormai
sottratti a ogni stabile gerarchia, sedotti e quasi irretiti dal l'umano,
questi ultimi Angeli serbano in sé un riso, una disperazione e una paradossale
libertà che ci sono più che mai essenziali. Grazie a loro, come scrisse Rilke,
«raccogliamo disperatamente il miele del visibile, per custodirlo nel grande
alveare d'oro dell'invisibile».
Supersimmetry di Francesco Cuna (Kurumuny) sabato 3 novembre a Cutrofiano presso la Associazione Carpe Diem
Ci sarà la presentazione di
Supersimmetry di Francesco Cuna edito da Kurumuny sabato 3 novembre 2012 a Cutrofiano presso la
Associazione Carpe Diem via Settembrini 9 alle ore
18.30. Dialogheranno con l'artista Salvatore Matteo, Tina Ligori, Giovanni Chiriatti, Giovanni Matteo.
I personaggi di Cuna ti accolgono
in silenzio e ti chiedono di sostenere quel silenzio mentre li osservi. Un
silenzio fatto di simmetrie bizantine, prospettive inattese, canoni
proporzionali aggirati, deformità sfuggenti, volti imperscrutabili e poi ocra,
sabbia, terre, grigi, sovrapposizioni di materiale pittorico che invece di dare
un opprimente senso di stratificazione, lasciano intuire quello
dell’immaterialità. Quello che l’artista intrattiene con la Pittura è un rapporto
viscerale, che non smette di riservare sorprese, ma è fatto anche di certezze e
familiarità, dovute alla padronanza conquistata attraverso un’ininterrotta
esplorazione del mezzo. Al contrario la relazione di Cuna con la Storia dell’Arte si rivela
complessa, intricata, ricca di apparenti contraddizioni. Lo sguardo inquieto
dell’artista si rivolge in direzioni diverse, come se scorgesse ad ogni angolo
l’ombra di un grande maestro del passato e volesse afferrarla e trattenerla nel
suo presente. Non c’è un filtro tra la realtà e le opere di Cuna: non credo che
i processi che egli attua debbano essere intesi come una manipolazione di
quello che ci appare, ma come una ricerca di verità, in quello che ci appare.
Verità che l’artista riesce a cogliere proprio negli strappi, nelle maglie
della realtà, materializzati nelle incongruenze da lui messe in evidenza e
nelle deformazioni e ibridazioni da lui messe in atto. La pittura come processo
di estrazione di verità.
FRANCESCO CUNA Nasce nel 1978 a Galatina (LE), dove
si diploma all’Istituto d’Arte in grafica pubblicitaria e fotografia nel 1997.
Nel 1998 si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle Arti arrivando
ad esporre alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna prima di diplomarsi in
pittura nel 2005. Successivamente (2006) è a Marseille in Francia dove entra in
contatto con l’attività artistica locale esponendo i propri lavori presso
l’Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 è chiamato negli Stati Uniti d’America a
realizzare un affresco di grandi dimensioni all’interno del “The Prizery
Museum” Art Center of South Boston (VA) per celebrare il 400esimo anniversario
dei primi insediamenti Europei nell’ambito del progetto “Virginia 2007 Italy
rediscover America” commissionato dal Virginia Museum and Virginia Commission
by Art di Richmond. Rientra in Salento e figura tra gli organizzatori del
“Locomotive Jazz Festival” di Sogliano Cavour (LE) curandone, con Luigi Cesari,
il progetto Arti Visive, realizza i concept della comunicazione e performance
pittoriche durante i concerti nelle edizioni che vanno dal 2007 al 2010. Si è
così esibito sul palco insieme a molti musicisti tra i quali Paolo Fresu,
Antonello Salis, Furio Di Castri, Philipe Catherine, Giovanni Imparato,
Pierpaolo Bisogno, Gianluca Petrella, Raffaele Casarano, Luca Aquino, Franco
Califano, Trovesi ed altri. Nel 2011, dà vita con Alessandro Sicuro, a “B22”,
progetto grafico di natura imprecisata, e nel 2012 aderisce al gruppo “OZIO”
con una prima collettiva curata da Lorenzo Madaro.
per info
martedì 30 ottobre 2012
Oltre la coscienza ordinaria .Riti Miti Sostanze Terapie di Vincenzo Ampolo edito da Kurumuny alla Libreria Palmieri di Lecce
Sarà presentato il 4 novembre
2012 ore 18,00 presso la libreria Palmieri di Lecce in via Trinchese il nuovo lavoro di Vincenzo Ampolo edito da
Kurumuny dal titolo “Oltre la coscienza ordinaria .Riti Miti Sostanze Terapie”.
Dialogheranno con l’autore Luigi Chiriatti scrittore ed editor della casa
editrice Kurumuny e Eugenio Imbriani etnoantropologo. Introduce Anna Palmieri
titolare della Libreria Palmieri di Lecce. Una cartografia degli stati di
coscienza non ordinari, quasi un diario di viaggio, un resoconto di
esplorazioni in territori sconosciuti. Le regioni del viaggio sono quelle della
mente. L’immaginazione che si apre a spazi di realtà e a forme di coscienza che
combattono il pensiero unico, producendo numerose linee di fuga che rompono gli
stereotipi che imprigionano il pensiero. Gli stati modificati di coscienza sono
risorse per ritrovare strade, aprire varchi, allargare la coscienza che poi
diventa conoscenza.
Vincenzo Ampolo -
Psicologo-Psicoterapeuta di formazione analitica e umanistico-esistenziale,
saggista e formatore. Tra i più attivi collaboratori della rassegna
internazionale di psicologia L'Immaginale, ha diretto riviste di pedagogia,
psicologia e studi interdisciplinari, pubblicato numerosi saggi di psicoterapia
analitica e psicologia sociale, in volumi collettivi e riviste di settore. Dal
1982 coordina le attività dell'Ente Morale di Ricerca, Formazione e Terapia
"Perseo" e collabora con Istituti di formazione e con le Università
di Lecce, Bari e Genova per progetti di ricerca, attività didattiche e
divulgazione scientifica. Tra i testi curati dall’autore: La pratica del
creativo (1988); Extasy e dimmi che non vuoi morire (1997); Musica droga e
transe Materiali di ricerca (1999); Diario e Dintorni (2001); Voci dell'anima.
Scrittura narrazione e pratica analitica (2004); Dissociazione e creatività. La
transe dell’artista (2005); Martha Nieuwenhuijs tra eros e logos (2009).
Il gran libro delle Streghe Storie e segreti, incantesimi e pozioni di Raphael M. Mérida Jiménez. Traduzione di Ariase Barretta (Odoya)
Tra mito e storia, le figure di Ecate, Medea,
Cassandra, Didone, Eritto, Panfila, Melusina, Ginevra e le altre grandi streghe
maghe e fattucchiere. Ma anche la storia delle pratiche magiche e della
persecuzione che migliaia di donne sapienti hanno subito a causa
dell’Inquisizione.
La stregoneria è da sempre
associata a due questioni fondamentali: il genere e la religione. Laddove si
riscontrano pratiche magiche a custodirne i saperi sono le donne. In epoca
antica questo potere era associato alla divina Ecate, mentre dall’avvento della
dicotomia Dio/Lucifero e della Santa Inquisizione, i poteri magici che, essendo
inspiegabili, sembravano contrastare le leggi di natura, venivano fatti
risalire ai favori dello stesso demonio. Jiménez raccoglie ed elabora in un
quadro completo tutte le testimonianze su figure storiche o mitiche di streghe
e sulle loro pratiche magiche. Medea, Circe, Didone, Ginevra, Acantide, Eritto,
Panfila, Melusina e i loro affascinanti miti tra consistenza storica e la
leggenda. Ampio spazio viene dedicato alle pratiche magiche, soprattutto a
quelle proibite. Paradossalmente infatti la Santa Inquisizione
e i suoi verbali sono la prima fonte di conoscenza per quel che riguarda i
rituali praticati. Per l’Inquisizione, macroargomento della trattazione, “la
stregoneria divenne uno strumento di disciplina sociale, canalizzando alcuni
modelli di buona o cattiva condotta e delineando persino l’ortodossia
ecclesiastica.” un vero e proprio spartiacque: le donne che non sottostavano
alle regole rigidissime della vita famigliare medievale, che si preoccupavano
di capire come procurare e procurarsi aborti e unguenti per prevenire
gravidanze e curare i mali femminili erano viste come un nemico del potere
spirituale e temporale della Chiesa, quindi da annientare al grido di «Non
bisogna lasciare in vita neanche una strega». Eppure le pratiche di divinazione
e le magie si sono moltiplicate nel tempo assumendo forme e branche differenti,
basti pensare all’astrologia o alle sedute spiritiche. Per tutte coloro che si
sentono un po’ streghe e vogliono cimentarsi con pratiche antichissime magari
durante la notte di ognissanti, c’è una foltissima letteratura ragionata sulle
invocazioni a Ecate, gli strumenti e le formule magiche, i giorni propizi, le
erbe e gli animali adatti ai rituali…
Rafael M. Mérida Jiménez è
docente di Letteratura Spagnola presso l’Università di Lleida e ricercatore del
“Centre Dona i Literatura”. Ha insegnato nelle università di Barcellona,
Girona, Houston e Portorico. Oltre alle ricerche sulla letteratura spagnola,
soprattutto cortigiana e cavalleresca, si è occupato di universo femminile e Queer
Theory. È autore di Women in Medieval Iberia (2000), Damas, santas y pecadoras
(2008) e di un libro sulla vita di Santa Teresa d’Avila, Llevar la vida con
suavidad (2006). Nell’ambito dei Gender Studies ha elaborato alcune teorie
pubblicate nei saggi Sexualidades transgresoras (2002) e Diálogos gays,
lesbianos, queer (2007).
lunedì 29 ottobre 2012
Horikazu - Vita e opere del maestro tatuatore di Asakusa a cura di Martin Hladik (L’Ippocampo edizioni)
L’opera omnia di Horikazu, il più
grande maestro tatuatore giapponese, scomparso nel dicembre del 2011, è un
libro miliare per tutti gli appassionati di tatuaggi, ma anche del Giappone. Il
fotografo Martin Hladik ha seguito per anni il sensei che gli ha aperto il suo
studio. Le interviste al maestro e al suo figlio e successore Horika- zuwaka,
permettono di conoscere in profondità l’arte del tatuaggio tradizionale ad
Asakusa (il vecchio quartiere degli artigiani a Tokyo) e ritraggono da vicino i
protagonisti di una prestigiosa dinastia di artisti tatuatori. Le pratiche e le
tecni- che di questo particolare artigianato vengono mostrate in ogni minimo
dettaglio. La tecnica che utilizzava si chiama tebori, da te (“mano”) e Hori
(“incidere”): praticato in Giappone fin dall’antichità il tebori si distingue
per la particolare cromatica e la delicatezza delle gradazioni, ma soprattutto
dall’esecuzione a mano con aghi, per opposizione alla macchinetta usata oggi in
Occidente. La prima parte di questo imponente volume di 500 pagine è un
favoloso portofolio dei disegni preparatori del maestro, tutti ispirati
all’ukiyo e. Ma il fulcro del libro è la sua sezione centrale: una galleria di
trenta full body suits, ritratti in tutti i particolari, resa possibile dai
clienti di Horikazu che hanno accettato di posare per Martin Hladik.
OVERDOSE IN BLUES cover band Zucchero sabato 3 novembre 2012 al Note di Vino di Ruffano
La musica ancora una volta domina
incontrastata al Note di Vino nel cuore
del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Terzo appuntamento di
note e suggestioni in collaborazione con Agave Comunicazione, il 3 novembre 2012 a partire dalle 22,00
questa volta con la mitica cover band del grande Zucchero Sugar Fornaciari,
ovvero la “OVERDOSE IN BLUES”. Si tratta di un appuntamento suggestivo che
ripercorre la storia professionale di una star della musica italiana ormai
conosciuta a livello internazionale. Una performance musicale di grande forza e
bravura quella della OVERDOSE IN BLUES band, che alterna i successi del grande
Fornaciari dall'esordio fino ad arrivare ad oggi. Punta di diamante della band
è il cantante Salvo Vergari che ormai è conosciuto e apprezzato per la sorprendente somiglianza
fisica e vocale con Zucchero,affiancato dalla singolare voce blues di Luisa
Greco, con un ensemble ritmico strutturato da musicisti immersi in un groove
che ha sempre evidenziato nlo stile musicale dell'artista. I componenti della
band sono: Chitarra (Ermanno Mangia), Tastiere (Fernando Chiriacò), batteria
(Antonio Murciano), basso (Leo Klaus Cannazza). Inoltre la band vanta una
collaborazione assieme allo storico sassofonista di Zucchero, Frank Raya.
Info
info@note-di-vino.it
Su Facebook
Tel +39 340 33 86 316
+39 340 90 98 835
Via Vittorio Veneto, 55 - 73049
Ruffano (LE) - Italia
domenica 28 ottobre 2012
Il nuovo numero della rivista multimediale di Rai Letteratura
E' uscito il nuovo numero della rivista multimediale Raileteratura.
Si scarica gratuitamente sull'Ipad o dal sito di Railetteratura. Molte le
novità dal Festival di Ferrara ad Augias sino a Massimo Cacciari e Francesca
Palumbo con il suo “Il tempo che ci vuole” edito da Besa editrice. Non mancano
i consigli di lettura di Billy Il vizio di leggere.
POETICHE DEL PENSIERO
Come ogni anno, nell’ambito delle
cerimonie conclusive del Premio Lorenzo Montano, la rivista “Anterem” promuove
– in collaborazione con la
Biblioteca Civica di Verona – un Convegno di poesia. Sono in
cartellone quattordici appuntamenti nel corso dei quali la poesia incontra la
filosofia, la musica, la psicoanalisi e l’arte. Tali eventi si svolgono da
sabato 10 novembre a domenica 18 novembre 2012 negli spazi della Biblioteca
Civica di Verona, via Cappello 43.
Il Convegno ha per titolo
“Poetiche del pensiero” ed è curato da Flavio Ermini e Ranieri Teti.
La finalità è far emergere
l’intima relazione che unisce la poesia e le complesse problematiche del nostro
tempo. Tra i relatori: Lorenzo Barani, Stefano Baratta, Alfonso Cariolato, Agostino
Contò, Paolo Donini, Stefano Guglielmin, Tiziano Salari, Carla Stroppa,
Vincenzo Vitiello.
Questa manifestazione muove da
un’identità poetica molto precisa, caratterizzata dalla posizione concettuale e
dal percorso di conoscenza della rivista “Anterem”. L’intento è di far amare a
un numero sempre più vasto di lettori la grande poesia contemporanea e della
modernità.
Con questa iniziativa “Anterem”
vuole dare una visibilità critica sempre maggiore alle opere dei poeti
vincitori, dei finalisti e dei segnalati per tutte le sezioni in cui il Premio
Lorenzo Montano si articola: “Raccolta inedita”, “Opera edita”, “Una poesia
inedita”, “Una prosa inedita”, “Poesie scelte”.
L’ingresso è libero. Il programma
è qui
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