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mercoledì 7 novembre 2012

La casa editrice Kurumuny al “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia” di Bari con “Corimondo- La strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto” il 9 novembre 2012



Si terrà venerdì 9 novembre il terzo appuntamento della seconda parte della nona edizione di “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia”, “la Puglia che scrive, che edita, che parla di sé”, l'originale rassegna promossa dal Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia. Nel terzo appuntamento, dedicato ai dialetti, saranno presentate due opere: “Cassius Obstinatus. I segreti di Cesare” di Francesco Saccente, edito da Adda, e “Corimondo. La strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto”, Ed Kurumuny. L’appuntamento è dunque per venerdì 9 novembre, ore 11 presso la Sala Guaccero (Secondo Piano – Via Capruzzi 212 - Bari).

Riallacciare e ricostruire i fili di una memoria spezzata e umiliata anche solo limitatamente ai canti, racconti, biografie: un compito arduo e difficile da portare a termine. I protagonisti e i depositari di questa memoria erano restii al ricordo. La sola idea del ricordare modalità di vita, usi, costumi richiedeva un notevole sforzo di pazienza sia da parte loro che dei ricercatori. Andare in giro per i paesi a “ricercare e cercare” coloro che ricordavano, i grandi ‘alberi’ di cultura e di canto, richiedeva pazienza, calma e amore profondo per la conoscenza della memoria orale e delle storie delle nostre comunità. In questo contesto Corigliano d’Otranto non costituiva sicuramente un’eccezione. Questo contributo, che ci riporta al periodo aureo dell’indagine sul campo e della documentazione dei repertori tradizionali, è anche un lavoro che rende omaggio alle persone vive, agli ultimi epigoni di una civiltà linguistica, ai custodi delle modalità performative, delle tecniche strumentali e vocali, della memoria sonora (e non solo) della comunità di appartenenza. Persone che normalmente non assurgono a protagonisti della ricerca etnomusicologica, relegati spesso nel ruolo di informatori o in quello ancora più angusto di depositari delle “sacre tavole” della tradizione. Il CD contiene un’antologia di 19 canti di cui 10 descrittivi, 4 balli, 3 canti di questua, 1 narrativo e 6 recitati raccolti in un’unica traccia. Il Cd “Corimondo – La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce e dall’Istituto Diego Carpitella.



Per informazioni
Tel. 080.540.27.11 – 080.540.27.70 – 080.540.27.72
e-mail: percorsi-identitari@bcr.puglia.it
Twitter: @TecaMediterrane
YouTube: Teca del Mediterraneo
Facebook: Biblioteca Cons. Reg. Puglia. http://biblioteca.consiglio.puglia.it

"È facile smettere di scrivere, se sai come farlo! Suggerimenti per abbandonare la scrittura" versione 1.0 di Luciano Pagano (Musicaos)



Dall'Introduzione: "Esistono diversi libri che spiegano come scrivere una storia, imparare a narrare imbrigliando la propria ispirazione, fissare in parole e immagini efficaci i propri pensieri. Questo libro è diverso, perché si tratta di un manuale di non-scrittura. Più precisamente, come dice lo stesso titolo, è un libro nato per aiutare a smettere di scrivere. Quest'opera infatti contiene una serie di suggerimenti, informazioni e notizie, che aiuteranno gli scrittori, gli scrivani e gli scriventi, a smettere di scrivere. Le sezioni in cui si articola il presente lavoro sono molteplici, alcune di esse vi spiegheranno come smettere di essere ispirati, come smettere di pubblicare, come smettere di scrivere grazie alle riviste o grazie ai social network."

INDICE:

1 - Una breve introduzione. Che cos’è questo libro e a chi si rivolge.
2 - Come smettere di essere ispirati.
3 - Come smettere di abortire best-seller.
4 - Va bene, scrivete. Chiedetevi il perché.
5 - Come smettere di scrivere grazie alle riviste.
6 - Come smettere di scrivere aiutandosi con il lavoro.
7 - Come smettere di scrivere grazie ai librai.
8 - Come smettere di scrivere usando i social network.
9 - Come smettere di scrivere grazie agli editori.
10 - Come smettere di scrivere grazie ai critici.
11 - Come smettere di scrivere grazie al self-publishing.
Conclusioni

QUI

Ananas e zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa a Villa Camilla a Bari



Il volume "Ananas e zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa editrice sarà presentato a Bari, l'8 Novembre 2012 a Villa Camilla (via Cardinale Ciasca) alle ore 18.30.  Dialogherà con l'autrice Chiara Scardicchio, ricercatrice dell'Università di Foggia ed esperta in arte.

Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare. Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita.

 Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).


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martedì 6 novembre 2012

GIANLUCA CONTE CON IL SUO “DANZA DI NERVI” AL NOTE DI VINO DI RUFFANO



“La rassegna “Sorsi di cultura di-libri/di-vni “organizzata da Agave Comunicazione e Note di Vino, prosegue il 7 novembre 2012 alle ore 19,00 con Gianluca Conte che presenta il suo “Danza di Nervi” edito da Lupo editore al Note di Vino a Ruffano in via Vittorio Veneto 55. Dialoga con l’autore Angela Leucci.  Gianluca Conte ricorda, a chi dimentica l'origine del raccogliere versi, quell'andare a costituire una 'raccolta poetica' come gesto che presuppone una semina antecedente alla scrittura. Questa 'danza di nervi' oscilla tra Mondo e Terra, dove il Mondo è inteso come la rete di rapporti sociali che sono un furto dell'esistenza 'vera' e la Terra è il nostro luogo di origine, il luogo dove siamo destinati a tornare, "[...] mi copro d'argilla e ferro/per non dimenticare/che appartengo alla terra/ma strizzo l'occhio al cielo". Il rapporto lacerante tra l'individuo e le convenzioni sociali è uno dei temi più ricorrenti, la finzione della maschera che ricopre la vita(torneranno come "Facce sciolte di cera"), è la stessa di "Un ordito fatto male, indossato come a caso,/un vestito cucito addosso senza ben misurare/la distanza che passa tra il tuo cuore e l'infinito." Dopo Insidie e Il riflesso dei numeri, la conferma di un percorso poetico che fonda la sua concretezza nell'equilibrio tra lirismo poetico e impegno sociale. (Luciano Pagano)

Gianluca Conte - Nato a Galugnano (Le) nel 1972. Laureato in filosofia, è poeta, scrittore, operatore culturale. Da alcuni anni lavora a "Madri a Est", uno studio sulla situazione postbellica in Croazia e nelle aree limitrofe, nato dai soggiorni dell'autore in terra balcanica; dal materiale di questa esperienza in progress sono tratti degli scritti inediti, alcuni dei quali diventati letture sceniche. L'autore, inoltre, collabora con diverse figure artistiche, tra cui Giuseppe Zilli, Sefora Cinzia Zippo, Alessandra Sessa, Luciano Pagano, Astragali Teatro, Università Popolare Aldo Vallone.

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Presentazione il 9 novembre a Calimera di "Le storie che so di lei"


UNDUETRE STELLA! CORSO DI SCRITTURA E ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIA E I RAGAZZI



UnDueTre Stella! Scrivere e illustrare per l’infanzia e per i ragazzi è sicuramente una delle declinazioni del mondo editoriale più interessanti e creativo, fos se altro perché bisogna non solo immaginare le storie ma vederle lì, sotto gli occhi, di mille colori. Per questo, dall’esperienza della rivista UnDueTreStella, la Lupo Editore (in collaborazione con l’ass. DamageGood) organizza un corso rivolto a chi ama il mondo della scrittura e dell’illustrazione per l’infanzia e per i ragazzi.
Lo scopo è quello di capire e cimentarsi nella realizzazione di un albo illustrato, sia dal punto di vista della scrittura che dell’illustrazione. A condurci nel mondo della scrittura sarà il prof. Livio Sossi, Docente di Storia e Letteratura per l'infanzia all'Università degli Studi di Udine e di Capodistria, esperto di illustrazione, letteratura ed editoria per l'infanzia, è direttore editoriale, artistico e consulente per diverse case editrici (Falzea, Campanotto, Edicolors, Edizioni Euno, SECOP, Arianna, Lupo). Il prof. Livio Sossi terrà le sue lezioni il 10-11 novembre presso il Conservatorio S. Anna a Lecce, in un’originale formula full immersion (dalle 09:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 18:00). Il modulo proporrà ai partecipanti, in forma di laboratorio operativo con esercitazioni pratiche, la scrittura delle più importanti tipologie testuali presenti nella letteratura per ragazzi contemporanea. Per ciascuna tipologia si forniranno esempi tratti dalla migliore produzione editoriale contemporanea. Verrà quindi individuata la struttura narrativa dei testi che fungeranno da modello su cui operare per la creazione di nuove storie e di nuovi racconti.
Si lavorerà inoltre sul linguaggio (incipit, flashback, testo ed extratesto), sulle richieste, sulle attese e sui condizionamenti del mercato editoriale e sul fenomeno delle mode. Per chi è interessato all’aspetto dell’illustrazione e della grafica, potrà seguire nei due week end successivi (17-18 e 24-25 novembre) le lezioni teoriche e pratiche del bravo Massimiliano Di Lauro. Originario di Trani, per il suo talento pubblica “Mi primer viaje” con la galliega OQO Editora, fiore all’occhiello dell’editoria per l’infanzia europea. Il modulo di Massimiliano Di Lauro si propone di far luce sugli aspetti che stanno dietro alla rappresentazione iconica, facendo chiarezza su cosa è lo stile e come trovare “la propria voce”. Anche in questo modulo, oltre ad una serie di nozioni teoriche, saranno proposte delle esercitazioni pratiche, allo scopo di chiarire questi aspetti per comporre insieme un albo illustrato. Sarà possibile l’intero corso o i singoli moduli. Il corso è a numero chiuso e sarà possibile iscriversi entro il 5 novembre 2012.
Sono previsti sconti per gli studenti universitari. Per informazioni e costi chiamare il 3294178895 / 3384598211 o scrivere a redazione@lupoeditore.it.

Ufficio Stampa

“La Terza Rivoluzione Industriale” di Jeremy Rifkin, edizioni Mondadori. Intervento di Vander Tumiatti (Imprenditore e fondatore di Sea Marconi Technologies)

E’ solo questione di tempo; l’era del petrolio sta volgendo alla fine e il prezzo dell’oro nero salirà nei prossimi decenni fino a raggiungere un picco insostenibile. Nel frattempo le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione dei fossili sta elevando la temperatura della Terra e minacciando un cambiamento nella chimica e nel clima globale del pianeta che non ha precedenti. Si tratta di fattori che influenzeranno pesantemente tutte le decisioni politiche ed economiche dei prossimi cinquanta anni. La questione fondamentale a questo punto è:  come far crescere un’economia globale sostenibile uscendo dal paradigma di un regime energetico giunto ormai al capolinea, i cui costi esternalizzati, economici e ambientali, sono ormai inaccettabili?  Una risposta a questa domanda si trova nell’ultimo libro di Jeremy Rifkin, “La terza rivoluzione industriale”, uscito da poco anche in Italia per le edizioni Mondadori. Un libro fondamentale, che ho letto con grande interesse e che consiglio vivamente a tutti coloro che desiderino comprendere cosa ci prospetta il futuro e cosa stanno facendo i governi mondiali per esplorare nuovi modelli energetici ed economici che consentano di avvicinarsi il più possibile all’obiettivo “emissioni zero” di carbonio. Ma Rifkin non si limita a descrivere gli scenari futuristici dell’energia e dell’ambiente. Egli compie invece un’analisi approfondita che, partendo dai principali accadimenti storici dell’economia mondiale, ricostruisce gli stretti rapporti sinergici tra energia e comunicazione, fino a prefigurare una rete mondiale di distribuzione intelligente dell’energia basata sul modello rappresentato dal web. Secondo l’autore, la Terza Rivoluzione Industriale comincia a spuntare all’orizzonte e la prima regione al mondo che riuscirà a sfruttare il suo pieno potenziale guiderà lo sviluppo economico per il resto del secolo. L’Unione Europea, ha fatto le sue prime mosse, stabilendo che, entro il 2020, il 20% di tutta l’energia prodotta sarà generata da fonti rinnovabili. Impegnandosi per un futuro di energia rinnovabile l’UE ha gettato le basi per un’era economica sostenibile e ad emissioni zero. Non basterà, però. Sarà necessario aggiungere almeno due pilastri: l’introduzione di tecnologie di idrogeno insieme ad altre tecnologie quali batterie e ri-pompaggio idrico per immagazzinare le forme intermittenti di energia rinnovabile; e la creazione di reti energetiche intelligente di dimensioni continentali ( smart “intergrid” ), per fare sì che forme distribuite di energia rinnovabile siano prodotte e distribuite con la stessa facilità di accesso e trasparenza di cui oggi godiamo con la produzione e l’informazione su internet. Il libro descrive dettagliatamente i punti fondamentali da realizzare per gettare le fondamenta della Terza Rivoluzione Industriale e di una nuova era energetica per l’Unione Europea. Per Rifkin sono addirittura cinque i “Pilastri” complessivi su cui dovrà poggiare questo nuovo paradigma che è la TRI: 1) la scelta definitiva dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili; 2) la trasformazione del patrimonio edilizio in impianti di micro-generazione; 3) l’impiego dell’idrogeno e di altre tecnologie di immagazzinamento dell’energia in ogni edificio; 4) l’unificazione delle reti elettriche dei cinque continenti in una inter-rete per la condivisione dell’energia; 5) la riconversione dei mezzi di trasporto, pubblici e privati, in veicoli ibridi elettrici e con celle a combustibile capaci di utilizzare e produrre energia. La transizione verso questa nuova era, secondo l’autore, sarà accompagnata anche da una robusta ripresa occupazionale. Citando i ricercatori dell’Energy and Resources Group e della Haas School of Business dell’Università di Berkeley, Rifkin evidenzia come, sulla base delle proiezioni provenienti da numerosi e approfonditi studi, “abbattendo il tasso annuo di crescita della generazione elettrica della metà e puntando a una quota del 30% dei consumi energetici da fonti rinnovabili, negli USA si creerebbero  circa 4 milioni di anni di lavoro entro il 2030. In Germania, nel 2003, vi erano 260.000 occupati nel settore delle energie convenzionali (carbone, petrolio, gas e uranio), solo quattro anni dopo, nel 2007, il campo delle energie rinnovabili occupava 249.330 persone. Un dato straordinario, soprattutto se si pensa che queste ultime coprivano solo il 10% dei consumi energetici primari. In pratica, una percentuale così bassa di energie rinnovabili - sottolinea Rifkin -  ha creato tanti posti di lavoro quanto tutte le alte fonti energetiche nel loro complesso!  Ma il caso spagnolo è ancora più eclatante: l’economia di questo Paese conta più di 188.000 occupati nelle energie rinnovabili, vale a dire cinque volte i posti di lavoro creati dal settore energetico convenzionale. E si noti che queste previsioni tengono conto solo del primo e secondo “pilastro” e sono quindi da considerare approssimate per difetto. Un messaggio che non dovrebbe restare inascoltato dai governi di Paesi, come il nostro, alla spasmodica ricerca di nuove prospettive di crescita e di sviluppo occupazionale. Da noi vi sono regioni (in senso geografico) ricche di creatività, arte, bellezza, storia e cultura,  ma anche di sole, biomasse residuali dall’agricoltura, di vento.  Per loro le energie rinnovabili distribuite potrebbero essere la chiave per incamminarsi con decisione sulla strada di un benessere diffuso e rispettoso dell’ambiente, capace non solo di creare opportunità di lavoro ancora inimmaginabili, ma anche di favorire la transizione verso una società più giusta, verso modelli culturali condivisi, più evoluti e consapevoli. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

(articolo apparso su Paese Nuovo del 1 novembre 2012) 


lunedì 5 novembre 2012

In libreria per La Vita Felice SoloMinuscolaScrittura di Silvia Rosa



Silvia Rosa scrive poesie bellissime, inquiete e inquietanti per una costante contraddittorietà fra visioni, scatti di vita, alacrità del tempo, indugi negli anfratti e nelle astuzie dell’età, e fulminee precipitazioni nell’abisso dell’ansia, del dubbio, della parola e delle esperienze inceppate, d’improvviso volte a rivelare la frantumazione del discorso dell’esistenza [...]
Non si tratta più di versi, bensì di sequenze di prosa tuttavia fortemente misurate [...] due sono i nuclei su cui si raggruma il discorso di Silvia: l’autoanalisi, l’estrinsecazione di pensieri, di domande, di situazioni interiori che ora sembrano risolte, ora rimettono in gioco al tempo stesso la vita e la parola appena pronunciate; e l’invenzione d’amore, rapido, mutevole, avventuroso sia negli eventi sia soprattutto nelle trasformazioni e negli imprevedibili stupori della scrittura. [...] Silvia intrica e districa la propria contraddittoria e spesso drammatica verità. L’aspirazione è l’estrema chiarezza che rileva la tensione continua delle affermazioni, delle confessioni, delle indagini interiori nella speranza di arrivare ogni volta, in ogni “capitolo”, alla luce, e tanto spesso invece il groviglio diventa più complesso e più inquietante nell’ultima riga (che) rinvia a un altro componimento con il quale forse si potrà arrivare alla comprensione di sé, che, nell’ambito della letteratura, coincide con la creazione di una nuova e ancora intentata arte dell’espressione, con la pronuncia proclamata e libera della letteratura che sia la lezione per chi scrive che diventa lezione per il lettore. (dalla prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti)

sabato 3 novembre 2012

Rosso totale, di Fabio Calenda (Laurana). Intervento di Nunzio Festa



Il ’68 non basta. Leggete e rileggete, se volete perdere tempo, gli alluvionali saggi dei sessantottini pentiti, cercate e cercate ancora le prodezze letterarie da pensionati di quelle e quelli convinti che come il Sessantotto l’han fatto loro: nessuno mai. Pippe e racconti morenti, vi prenderete. Ma se volete andar, almeno per una volta, un po’ più in alto, acchiappate il romanzo di Fabio Calenda, “Rosso totale”. E qui, finalmente, troverete un’opera pura, letteraria. Molto meglio, decisamente, della scrittura della compagna Luna. Intanto. Ma partiamo, per una volta, dalla scrittura. Perché qui il miracolo risiede. Nel senso che Calenda, tranne che nei pochi episodi dove mette in evidenzia giudizi che avrebbe potuto continuare a ‘celare’, usa le parole con meticolosità. Ma, ché questo di certo non basta, sfruttando il metodo delle voci ossessionanti; ovvero Fabio Calenda, tra un dialogo e il successivo, posteggia il pensiero e le parole e le opere dei personaggi che ha preso (la personalità), quando questi sono soprattutto figure femminili. Ricorrendo, anche, alla fantasia della voce esterna. Soprattutto quando deve darci, e il gioco gli riesce perfettamente, gli ambienti. In quanto, si deve sapere, questi sono estremamente importanti nella storia. Allora la trama che se ne va per Roma, non sarebbe più che la Capitale se non entrasse in alcuni quartieri popolari, però innanzitutto nelle tane dei Parioli e simili della borghesia. Qui nascono e vivono, infatti, i giovani che l’autore vede fare rivolta. Tra soldi dei genitori, ma siamo fino al ’78 anziché nell’interminabile e brevissimo ’68 delle proteste tante, e il patto con la violenza suggellato con la firma sulle armi. La borghese Patrizia e il borgataro Michele, in tutto ciò stan dentro. Sono un pezzettino, in pratica, della meglio gioventù. Quella, va detto, che sbaglia e pagherà ma che anche non si fermerà nell’ovatta del proprio stato sociale d’appartenenza. (Vedi Colotti, diremo senza voler esser o sembrar offensivi). Davvero lo scrittore, che oggi vive nel Salento ed è nato a Parigi, riesce a renderci perfettamente il quadro delle situazioni. Nel romanzo c’è tutto. In Rosso totale, titolo tra l’altro perfetto, troviamo praticamente tutti i temi. Le origini, i rapporti famigliari e d’amore, le scelte vitali e la politica vera – tutta quanta - . Quando la lotta armata cresce e poi muore. Per l’ennesima volta, non possiam che usare la definizione di De Luca, su quegli anni: che furono, appunto, anni di rame. Visto che Calenda con l’astuzia dello scrittore di razza ci dice sostanzialmente la capacità di trasmissione, i contagi degli anni Settanta. Per fortuna dopo il meraviglioso anno. La prosa dell’autore omaggia un contesto. Sentendo bene e male. Alla fine, in effetti, non può che giungerci l’epilogo in sostanza solamente riscritto da Calenda. Le donne e gli uomini che fecero politica ogni giorno, mentre l’amore magari gli scorreva accanto e dovevano guardare sempre ai princìpi, sono davvero carne e ossa nel romanzo. Han fatto il carcere, in diversi. Eppure aveva rabbia e coraggio da muovere. Ricchi e poveri che fossero. (E qui è bravo ancora l’autore a ridirci della differenza d’approccio derivante dalle origini). Pure con le armi s’è provato a cambiare il mondo.  

giovedì 1 novembre 2012

Obiettivo Taranta di Tony Rizzo (Casa editrice Gelsorosso) alla Feltrinelli Point di Lecce



Venerdì 2 novembre, ore 19.00, presso la libreria Feltrinelli di Lecce (viale Felice Cavallotti, 5) sarà presentato “Obiettivo Taranta” il primo libro fotografico sulla “Notte della Taranta”. Saranno presenti l’autore, il fotoreporter Tony Rizzo, ed Emilia Sfilio, che assieme a Barbara De Finis, ha curato i testi in italiano e in inglese. Le foto, oltre un centinaio, hanno ottenuto il certificato Nikon, un riconoscimento prestigioso che esalta il carattere culturale e la qualità professionale  di una pubblicazione, già presentata a Londra e in procinto di sbarcare a Tokyo e Shanghai, che proietta a livello internazionale le immagini  della pizzica salentina. Dopo un’introduzione del giornalista Adelmo Gaetani, il critico letterario Stefano Donno dialogherà con Tony Rizzo ed Emilia Sfilio.

Obiettivo Taranta (Focus on Taranta) è il  il primo libro fotografico sul festival della “Notte della Taranta”, in italiano con testo a fronte in inglese. Il volume è stato ideato e realizzato dal team dell’agenzia fotografica inglese “4Imagae”, ovvero Tony Rizzo, Barbara De Finis ed Emilia Sfilio. Autore delle splendide immagini contenute nel volume è Tony Rizzo, apprezzato fotogiornalista italo-inglese con alle spalle una trentennale carriera. Barbara De Finis ed Emilia Sfilio sono le curatrici del reportage sul tarantismo e la musica popolare, realizzato attraverso colloqui e interviste con gli artisti (musicisti e danzatori) fotografati, con studiosi e cultori della tradizione. Il libro propone circa un centinaio di fotografie (certificate Nikon) divise in un percorso tematico, che immortalano immagini dei protagonisti, degli strumenti tipici, dell’espressione teatrale ed emozionale dei vari vissuti espressivi, presentate insieme alle storie ed i ricordi degli artisti interpreti dell’evento. Obiettivo Taranta, rappresenta l’espressione immediata e più facilmente fruibile di una tradizione regionale così intrigante e coinvolgente. L’attualità delle immagini presentate evidenzia il passaggio generazionale e il percorso artistico dei protagonisti che interpretano il fenomeno della “Notte della Taranta”, i quali si pongono l’obiettivo di ravvivare le radici salentine, oltrepassando i confini del Sud Italia. Il volume, composto da 184 pagine stampato a 4 colori formato 23x28 cm, è contrassegnato da bollino S.I.A.E. In questo prezioso volume, ribadiamo, per la prima volta la fotografia d’autore immortala alcuni magici momenti della Notte della Taranta, festival itinerante unico al mondo, che richiama ogni anno migliaia di persone affascinate dal ritmo ripetitivo, quasi ipnotico, della musica popolare.

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mercoledì 31 ottobre 2012

L'Angelo Necessario di Massimo Cacciari (Adelphi)



Per secoli, il pensiero ha tentato di convincersi che gli Angeli fossero entità superflue, superstiziose anticaglie. Ma la dimensione dell'Angelo continua a riaprirsi, ci accompagna, si trasforma, ma non ci abbandona. Questo libro, pubblicato nel 1986, e che ora riappare interamente riveduto e ampliato, è dedicato all'Angelo che finisce per rivelarsi «necessario», come dice il titolo, riprendendo una mirabile lirica di Wallace Stevens. Ma necessario a che cosa? L'Angelo educa, conduce a una conoscenza diversa da quella che si sviluppa in rapporto al visibile. «L'Angelo testimonia il mistero in quanto mistero, trasmette l'invisibile in quanto invisibile, non lo 'tradisce' per i sensi». In questo, si oppone radicalmente al daimon, che è al servizio di una fatalità cosmica e impone ogni volta il vincolo della cosa e alla cosa. L'Angelo è l'ermeneuta del movimento opposto: quello che guida fuori dalla lettera, quello che va, non già dall'idea alla cosa, dal segno al rappresentato, ma dalla cosa all'invisibile. Cacciari elabora questa sua lettura filosofico- teologica dell'Angelo attraversando i testi e le immagini, a partire dall'antichità giudaico- cristiana o pagana o iranica sino a Klee o a Rilke o alla riflessione di Henry Corbin. E appare evidente come questa sua ricerca si connetta anche ai suoi lavori precedenti, e in particolare a Icone della Legge. Qui, sempre con riferimento a Benjamin e a Rosenzweig, torna a porsi il problema della rappresentazione e l'Angelo aiuta a configurarlo come un vero dramma gnoscologico che si svolge sulla soglia di quello che Corbin ha definito il mundus nalis. E intanto l'attenzione si fissa sulla fisiognomica degli «ultimi, grandi incontri» con l'Angelo. Ora gli Angeli diventano simili a «dèi dell'istante», «lampeggiano e scompaiono». Ormai sottratti a ogni stabile gerarchia, sedotti e quasi irretiti dal l'umano, questi ultimi Angeli serbano in sé un riso, una disperazione e una paradossale libertà che ci sono più che mai essenziali. Grazie a loro, come scrisse Rilke, «raccogliamo disperatamente il miele del visibile, per custodirlo nel grande alveare d'oro dell'invisibile».

Supersimmetry di Francesco Cuna (Kurumuny) sabato 3 novembre a Cutrofiano presso la Associazione Carpe Diem



Ci sarà la presentazione di Supersimmetry di Francesco Cuna edito da Kurumuny  sabato 3 novembre 2012 a Cutrofiano presso la  Associazione Carpe Diem via Settembrini 9 alle ore 18.30. Dialogheranno con l'artista Salvatore Matteo, Tina Ligori, Giovanni Chiriatti, Giovanni Matteo.
I personaggi di Cuna ti accolgono in silenzio e ti chiedono di sostenere quel silenzio mentre li osservi. Un silenzio fatto di simmetrie bizantine, prospettive inattese, canoni proporzionali aggirati, deformità sfuggenti, volti imperscrutabili e poi ocra, sabbia, terre, grigi, sovrapposizioni di materiale pittorico che invece di dare un opprimente senso di stratificazione, lasciano intuire quello dell’immaterialità. Quello che l’artista intrattiene con la Pittura è un rapporto viscerale, che non smette di riservare sorprese, ma è fatto anche di certezze e familiarità, dovute alla padronanza conquistata attraverso un’ininterrotta esplorazione del mezzo. Al contrario la relazione di Cuna con la Storia dell’Arte si rivela complessa, intricata, ricca di apparenti contraddizioni. Lo sguardo inquieto dell’artista si rivolge in direzioni diverse, come se scorgesse ad ogni angolo l’ombra di un grande maestro del passato e volesse afferrarla e trattenerla nel suo presente. Non c’è un filtro tra la realtà e le opere di Cuna: non credo che i processi che egli attua debbano essere intesi come una manipolazione di quello che ci appare, ma come una ricerca di verità, in quello che ci appare. Verità che l’artista riesce a cogliere proprio negli strappi, nelle maglie della realtà, materializzati nelle incongruenze da lui messe in evidenza e nelle deformazioni e ibridazioni da lui messe in atto. La pittura come processo di estrazione di verità.

FRANCESCO CUNA Nasce nel 1978 a Galatina (LE), dove si diploma all’Istituto d’Arte in grafica pubblicitaria e fotografia nel 1997. Nel 1998 si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle Arti arrivando ad esporre alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna prima di diplomarsi in pittura nel 2005. Successivamente (2006) è a Marseille in Francia dove entra in contatto con l’attività artistica locale esponendo i propri lavori presso l’Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 è chiamato negli Stati Uniti d’America a realizzare un affresco di grandi dimensioni all’interno del “The Prizery Museum” Art Center of South Boston (VA) per celebrare il 400esimo anniversario dei primi insediamenti Europei nell’ambito del progetto “Virginia 2007 Italy rediscover America” commissionato dal Virginia Museum and Virginia Commission by Art di Richmond. Rientra in Salento e figura tra gli organizzatori del “Locomotive Jazz Festival” di Sogliano Cavour (LE) curandone, con Luigi Cesari, il progetto Arti Visive, realizza i concept della comunicazione e performance pittoriche durante i concerti nelle edizioni che vanno dal 2007 al 2010. Si è così esibito sul palco insieme a molti musicisti tra i quali Paolo Fresu, Antonello Salis, Furio Di Castri, Philipe Catherine, Giovanni Imparato, Pierpaolo Bisogno, Gianluca Petrella, Raffaele Casarano, Luca Aquino, Franco Califano, Trovesi ed altri. Nel 2011, dà vita con Alessandro Sicuro, a “B22”, progetto grafico di natura imprecisata, e nel 2012 aderisce al gruppo “OZIO” con una prima collettiva curata da Lorenzo Madaro.

per info

martedì 30 ottobre 2012

Oltre la coscienza ordinaria .Riti Miti Sostanze Terapie di Vincenzo Ampolo edito da Kurumuny alla Libreria Palmieri di Lecce



Sarà presentato il 4 novembre 2012 ore 18,00 presso la libreria Palmieri di Lecce in via Trinchese  il nuovo lavoro di Vincenzo Ampolo edito da Kurumuny dal titolo “Oltre la coscienza ordinaria .Riti Miti Sostanze Terapie”. Dialogheranno con l’autore Luigi Chiriatti scrittore ed editor della casa editrice Kurumuny e Eugenio Imbriani etnoantropologo. Introduce Anna Palmieri titolare della Libreria Palmieri di Lecce. Una cartografia degli stati di coscienza non ordinari, quasi un diario di viaggio, un resoconto di esplorazioni in territori sconosciuti. Le regioni del viaggio sono quelle della mente. L’immaginazione che si apre a spazi di realtà e a forme di coscienza che combattono il pensiero unico, producendo numerose linee di fuga che rompono gli stereotipi che imprigionano il pensiero. Gli stati modificati di coscienza sono risorse per ritrovare strade, aprire varchi, allargare la coscienza che poi diventa conoscenza.

Vincenzo Ampolo - Psicologo-Psicoterapeuta di formazione analitica e umanistico-esistenziale, saggista e formatore. Tra i più attivi collaboratori della rassegna internazionale di psicologia L'Immaginale, ha diretto riviste di pedagogia, psicologia e studi interdisciplinari, pubblicato numerosi saggi di psicoterapia analitica e psicologia sociale, in volumi collettivi e riviste di settore. Dal 1982 coordina le attività dell'Ente Morale di Ricerca, Formazione e Terapia "Perseo" e collabora con Istituti di formazione e con le Università di Lecce, Bari e Genova per progetti di ricerca, attività didattiche e divulgazione scientifica. Tra i testi curati dall’autore: La pratica del creativo (1988); Extasy e dimmi che non vuoi morire (1997); Musica droga e transe Materiali di ricerca (1999); Diario e Dintorni (2001); Voci dell'anima. Scrittura narrazione e pratica analitica (2004); Dissociazione e creatività. La transe dell’artista (2005); Martha Nieuwenhuijs tra eros e logos (2009).

Il gran libro delle Streghe Storie e segreti, incantesimi e pozioni di Raphael M. Mérida Jiménez. Traduzione di Ariase Barretta (Odoya)

Tra mito e storia, le figure di Ecate, Medea, Cassandra, Didone, Eritto, Panfila, Melusina, Ginevra e le altre grandi streghe maghe e fattucchiere. Ma anche la storia delle pratiche magiche e della persecuzione che migliaia di donne sapienti hanno subito a causa dell’Inquisizione.

La stregoneria è da sempre associata a due questioni fondamentali: il genere e la religione. Laddove si riscontrano pratiche magiche a custodirne i saperi sono le donne. In epoca antica questo potere era associato alla divina Ecate, mentre dall’avvento della dicotomia Dio/Lucifero e della Santa Inquisizione, i poteri magici che, essendo inspiegabili, sembravano contrastare le leggi di natura, venivano fatti risalire ai favori dello stesso demonio. Jiménez raccoglie ed elabora in un quadro completo tutte le testimonianze su figure storiche o mitiche di streghe e sulle loro pratiche magiche. Medea, Circe, Didone, Ginevra, Acantide, Eritto, Panfila, Melusina e i loro affascinanti miti tra consistenza storica e la leggenda. Ampio spazio viene dedicato alle pratiche magiche, soprattutto a quelle proibite. Paradossalmente infatti la Santa Inquisizione e i suoi verbali sono la prima fonte di conoscenza per quel che riguarda i rituali praticati. Per l’Inquisizione, macroargomento della trattazione, “la stregoneria divenne uno strumento di disciplina sociale, canalizzando alcuni modelli di buona o cattiva condotta e delineando persino l’ortodossia ecclesiastica.” un vero e proprio spartiacque: le donne che non sottostavano alle regole rigidissime della vita famigliare medievale, che si preoccupavano di capire come procurare e procurarsi aborti e unguenti per prevenire gravidanze e curare i mali femminili erano viste come un nemico del potere spirituale e temporale della Chiesa, quindi da annientare al grido di «Non bisogna lasciare in vita neanche una strega». Eppure le pratiche di divinazione e le magie si sono moltiplicate nel tempo assumendo forme e branche differenti, basti pensare all’astrologia o alle sedute spiritiche. Per tutte coloro che si sentono un po’ streghe e vogliono cimentarsi con pratiche antichissime magari durante la notte di ognissanti, c’è una foltissima letteratura ragionata sulle invocazioni a Ecate, gli strumenti e le formule magiche, i giorni propizi, le erbe e gli animali adatti ai rituali…

Rafael M. Mérida Jiménez è docente di Letteratura Spagnola presso l’Università di Lleida e ricercatore del “Centre Dona i Literatura”. Ha insegnato nelle università di Barcellona, Girona, Houston e Portorico. Oltre alle ricerche sulla letteratura spagnola, soprattutto cortigiana e cavalleresca, si è occupato di universo femminile e Queer Theory. È autore di Women in Medieval Iberia (2000), Damas, santas y pecadoras (2008) e di un libro sulla vita di Santa Teresa d’Avila, Llevar la vida con suavidad (2006). Nell’ambito dei Gender Studies ha elaborato alcune teorie pubblicate nei saggi Sexualidades transgresoras (2002) e Diálogos gays, lesbianos, queer (2007).

lunedì 29 ottobre 2012

Horikazu - Vita e opere del maestro tatuatore di Asakusa a cura di Martin Hladik (L’Ippocampo edizioni)



L’opera omnia di Horikazu, il più grande maestro tatuatore giapponese, scomparso nel dicembre del 2011, è un libro miliare per tutti gli appassionati di tatuaggi, ma anche del Giappone. Il fotografo Martin Hladik ha seguito per anni il sensei che gli ha aperto il suo studio. Le interviste al maestro e al suo figlio e successore Horika- zuwaka, permettono di conoscere in profondità l’arte del tatuaggio tradizionale ad Asakusa (il vecchio quartiere degli artigiani a Tokyo) e ritraggono da vicino i protagonisti di una prestigiosa dinastia di artisti tatuatori. Le pratiche e le tecni- che di questo particolare artigianato vengono mostrate in ogni minimo dettaglio. La tecnica che utilizzava si chiama tebori, da te (“mano”) e Hori (“incidere”): praticato in Giappone fin dall’antichità il tebori si distingue per la particolare cromatica e la delicatezza delle gradazioni, ma soprattutto dall’esecuzione a mano con aghi, per opposizione alla macchinetta usata oggi in Occidente. La prima parte di questo imponente volume di 500 pagine è un favoloso portofolio dei disegni preparatori del maestro, tutti ispirati all’ukiyo e. Ma il fulcro del libro è la sua sezione centrale: una galleria di trenta full body suits, ritratti in tutti i particolari, resa possibile dai clienti di Horikazu che hanno accettato di posare per Martin Hladik.

OVERDOSE IN BLUES cover band Zucchero sabato 3 novembre 2012 al Note di Vino di Ruffano

La musica ancora una volta domina incontrastata al  Note di Vino nel cuore del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Terzo appuntamento di note e suggestioni in collaborazione con Agave Comunicazione, il 3 novembre 2012 a partire dalle 22,00 questa volta con la mitica cover band del grande Zucchero Sugar Fornaciari, ovvero la “OVERDOSE IN BLUES”. Si tratta di un appuntamento suggestivo che ripercorre la storia professionale di una star della musica italiana ormai conosciuta a livello internazionale. Una performance musicale di grande forza e bravura quella della OVERDOSE IN BLUES band, che alterna i successi del grande Fornaciari dall'esordio fino ad arrivare ad oggi. Punta di diamante della band è il cantante Salvo Vergari che ormai è conosciuto e  apprezzato per la sorprendente somiglianza fisica e vocale con Zucchero,affiancato dalla singolare voce blues di Luisa Greco, con un ensemble ritmico strutturato da musicisti immersi in un groove che ha sempre evidenziato nlo stile musicale dell'artista. I componenti della band sono: Chitarra (Ermanno Mangia), Tastiere (Fernando Chiriacò), batteria (Antonio Murciano), basso (Leo Klaus Cannazza). Inoltre la band vanta una collaborazione assieme allo storico sassofonista di Zucchero, Frank Raya.
Info
info@note-di-vino.it
Su Facebook
Tel +39 340 33 86 316
+39 340 90 98 835
Via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) - Italia

domenica 28 ottobre 2012

Il nuovo numero della rivista multimediale di Rai Letteratura



E' uscito il nuovo numero della rivista multimediale Raileteratura. Si scarica gratuitamente sull'Ipad o dal sito di Railetteratura. Molte le novità dal Festival di Ferrara ad Augias sino a Massimo Cacciari e Francesca Palumbo con il suo “Il tempo che ci vuole” edito da Besa editrice. Non mancano i consigli di lettura di Billy Il vizio di leggere.

 

POETICHE DEL PENSIERO



Come ogni anno, nell’ambito delle cerimonie conclusive del Premio Lorenzo Montano, la rivista “Anterem” promuove – in collaborazione con la Biblioteca Civica di Verona – un Convegno di poesia. Sono in cartellone quattordici appuntamenti nel corso dei quali la poesia incontra la filosofia, la musica, la psicoanalisi e l’arte. Tali eventi si svolgono da sabato 10 novembre a domenica 18 novembre 2012 negli spazi della Biblioteca Civica di Verona, via Cappello 43.
Il Convegno ha per titolo “Poetiche del pensiero” ed è curato da Flavio Ermini e Ranieri Teti.
La finalità è far emergere l’intima relazione che unisce la poesia e le complesse problematiche del nostro tempo. Tra i relatori: Lorenzo Barani, Stefano Baratta, Alfonso Cariolato, Agostino Contò, Paolo Donini, Stefano Guglielmin, Tiziano Salari, Carla Stroppa, Vincenzo Vitiello.
Questa manifestazione muove da un’identità poetica molto precisa, caratterizzata dalla posizione concettuale e dal percorso di conoscenza della rivista “Anterem”. L’intento è di far amare a un numero sempre più vasto di lettori la grande poesia contemporanea e della modernità.
Con questa iniziativa “Anterem” vuole dare una visibilità critica sempre maggiore alle opere dei poeti vincitori, dei finalisti e dei segnalati per tutte le sezioni in cui il Premio Lorenzo Montano si articola: “Raccolta inedita”, “Opera edita”, “Una poesia inedita”, “Una prosa inedita”, “Poesie scelte”.

L’ingresso è libero. Il programma è qui

sabato 27 ottobre 2012

Le straordinarie avventure di Julio Jurenito di Il’ja Erenburg (Meridiano Zero - Odoya). In libreria dal 7 novembre 2012



Pubblicato per la prima volta a Berlino nel 1921, Le straordinarie avventure di Julio Jurenito resta con ogni probabilità il miglior romanzo di Il’ja Erenburg, giornalista, poeta, commediografo e romanziere russo scomparso nel 1967 dopo essere rimasto ininterrottamente alla ribalta della vita letteraria sovietica e dell’emigrazione con la versatilità di un ingegno inquieto, brillante, originale e quanto mai libero da visioni precostituite. Vera e propria enciclopedia satirica, il libro ha una sua originale fisionomia di roman philosophique, uno stampo volterriano animato da una estrosa, ininterrotta girandola di trovate.   Parigi, 1913. In un caffè su boulevard Montparnasse il giovane Erenburg incontra l’enigmatico Julio Jurenito con la sua pipa olandese, e di primo acchito lo identifica nientemeno che con il Diavolo in persona… un diavolo che beve birra, per giunta, e nella cui comica apparizione in un contesto tanto prosaico non possiamo non riconoscere il successivo Voland di Bulgakov. Jurenito però si schernisce: “No, scherzi a parte, io non sono il diavolo. Lei mi lusinga”. Il ritmo del racconto è quello svelto e concitato dell’avventura che si muove attorno al gran personaggio di Julio Jurenito, messicano geniale e poliglotta, uomo di mille esperienze, gran provocatore la cui saggezza cela un nucleo amaro e pungente sotto il brillio di un disinvolto scetticismo, profeta di una non-filosofia che richiamerà al suo seguito un’assortita setta di devoti nichilisti. Tutto il mondo sarà rappresentato nel bizzarro seguito:

- Il’ja Erenburg: “avatar” dello stesso autore, giovane e squattrinato scrittore russo molto critico nei confronti del suo popolo e del suo paese, si autoelegge evangelista e biografo di Julio Jurenito, destinato a tramandare ai posteri vita e miracoli dell’estroso Maestro.
- Mister Cool: miliardario americano dall’eccezionale senso manageriale, portatore del verbo del dollaro e della bibbia.
- Aiscia: dolce e ingenuo senegalese adorato dal Maestro proprio perché non ancora contaminato dalla società occidentale.
- Aleksej Spiridonovič Tišin: intellettuale russo patriottico, astratto e intimista, autoreferenziale, depresso e perennemente assorto in trastulli esistenziali.
- Ercole Bambucci: spavaldo libertino romano, scioperato di professione, tiratore scelto di sputi, dalla capacità tutta italica di restare a galla in ogni situazione.
- Karl Schmidt: razionalissimo tedesco determinato a portare ordine nel caos del mondo, avvantaggiato in ogni situazione e sempre inquadrato nei ranghi.
- Monsieur Delhaie: edonista francese, gran viveur, innamorato della vita nella sua semplicità (medio) borghese, attivissimo nel business delle pompe funebri.



A interagire con i protagonisti, sempre colti nel luogo e attimo fuggente tra gli scenari della convulsa storia mondiale di inizio secolo, le audaci comparse di personaggi reali dell’intellighenzia: da Diego Rivera a Pablo Picasso, da Vladimir Majakovskij a Charlie Chaplin. Nell’Europa in tumulto di questi densi decenni i nostri attraverseranno innanzitutto la Prima guerra mondiale, prodigandosi a mettervi rimedio con afflato pacifista, poi la Rivoluzione d’Ottobre del ’17, colta dapprima con ingenuo entusiasmo, poi con grande allarme e disillusione, nell’entropia di sovvertimenti governativi, file per i beni razionati, appartamenti sovraffollati, dettami sulle direttive dell’arte e della scrittura del realismo socialista, piani di produzione stakanovisti, sabati comunisti, dibattiti e conferenze su ogni inezia. Il Maestro, un “arrabbiato” e un “apocalittico” ante litteram, prima di scegliere di morire a 33 anni “per un paio di stivali”, annoiato da un mondo che non accenna a cambiare le sue regole, guiderà la sua setta di comici discepoli attraverso le contraddizioni della storia, identificando il giogo politico con un bastone (non importa chi sia a tenerlo in mano), e l’intera società civile con un aeroplano che non vola, in attesa di un armonia ancora ben lontana da venire. E proprio in questo consistono i suoi insegnamenti: nell’imparare a escogitare originali strategie di sovversione dirette a colpire i miti tanto della vecchia società borghese quanto del “nuovo mondo” bolscevico: religione e papato, Internazionale Socialista e nazionalismo, capitalismo americano e democrazia francese, arte elitaria e consumismo di massa, in una esilarante satira eretica e libertaria il cui sarcasmo è permeato di rara umana empatia. Ed è con straordinaria preveggenza che Erenburg poggia la sua penna agile, colta e leggera su religione, prostituzione, marketing, matrimonio, sterminio della razza giudaica, concorsi a premi, comunicazione giornalistica, procreazione assistita, ordigni di distruzione di massa, dissacrando ogni ideologia e arrivando ad anticipare l’Olocausto e Hiroshima. Se il riso nasce dal contrasto improvviso tra l’idea e la realtà empirica, di fronte ai quotidiani inciampi della sgangherata macchina sociale, esso si trasforma amaramente in sarcasmo sotto l’influsso dello sdegno appassionato di chi veda continuamente offesa la sua fede in un mondo migliore e più saggio. Questo libro appare così come la vendetta di un idealista russo, di un poeta al cui spirito profetico il mondo presente appare irrimediabilmente illogico e cieco. Di qui nasce la satira di Erenburg, che non risparmia nessuno. Per capire l’uomo dietro a un’opera così unica nel suo genere invito alla lettura della prefazione di Gian Piero Piretto, in cui si legge, tra le altre cose: Figura costantemente a cavallo tra adesione e rifiuto, entusiasmo e biasimo, oscillazioni non certo dettate dall’incostanza o da una superficialità emotiva, ma piuttosto dalla capacità e volontà di non perdere mai la fondamentale dote della distanza dall’oggetto di indagine, dello sguardo che i formalisti russi in quegli stessi anni avrebbero teorizzato come “straniato”, non contaminato dalle passioni, dall’abitudine, dalla convenienza. Le avventure, davvero straordinarie, di Julio Jurenito costituiscono pertanto un vero classico dimenticato della letteratura di tutti i tempi, di incredibile attualità profetica e da troppi decenni scandalosamente assente sugli scaffali delle librerie italiane. Senza leggerne dei brani è ad ogni modo difficile entrare nello spirito di questo volume: trova una serie di estratti in allegato. Per l’occasione pubblichiamo una nuova traduzione completamente rivista e aggiornata da Caterina Ciccotti. Lo Jurenito di Erenburg non si riproponeva dal 1969 (Einaudi). Sarà in libreria il 7 Novembre a 18 €.

venerdì 26 ottobre 2012

METZ - Wet Blanket

 

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"Wet Blanket" from the 10/9/12 METZ album
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Directed by Scott Cudmore/Michael Leblanc www.scottcudmorefilm.com / www.leblancandcudmore.com

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