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sabato 13 ottobre 2012

In libreria L’Anello Inutile di Maria Pia Romano (Besa Editrice)



"Un tuffo nel mare, un mare di parole, una trama a maglie scopre gli elementi primordiali della nostra anima: l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco. La giovane scrittrice salentina (d'adozione) ti trascina in profondità, ti scuote, a rischio di farti fuggire, ti spinge lì dove non vorresti osare. Giù in fondo a (ri)scoprire il sentimento dell'amore, in un abbraccio con la terra, rossa, ma in realtà blu. Nel Salento le radici sono nelle profondità marine. Solo quando risali il blu diventa rosso, mantello delle radici della storia secolare, raccontata dagli ulivi. Un inno all'Heimat, alla piccola patria del Sud. Leggi le pagine del libro, e quasi cominci ad implorare, vorresti urlarle, ora fermati, basta, ma Maria Pia Romano non ne vuole sapere, lei non si ferma, ti trascina nella profondità del sogno, del desiderio inespresso, ti fa mancare il respiro, per poi respingerti velocemente in superficie. Girandole di parole. Giri pagina e respiri, ti fermi a pensare, ricominci a leggere. Un libro di onde, marine, dell'anima. Onde che ti sollevano dal rifugio e
dalla nicchia che ti costruisci, onde di vita."

BILLY Il vizio di leggere, TG1

maria pia romano è nata a Benevento nel 1976, è iscritta all’Albo dei giornalisti dal 2000. Scrive per alcune testate regionali e nazionali e inoltre si occupa di comunicazione pubblica, uffici stampa e organizzazione di eventi. Ha vinto una segnalazione nella sezione Cultura al premio “Michele Campione” giornalista di Puglia, settima edizione 2010.Ha all’attivo quattro raccolte di poesie, Linfa (1998), L’estraneo (2005), Il funambolo sull’erba blu, (2008) e La settima stella (2008) e il romanzo Onde di Follia (2006). Ha ricevuto riconoscimenti in campo nazionale e internazionale per i suoi lavori. I suoi libri sono inseriti nel Museo della Poesia di Perla Cacciaguerra a Cesa. È stata tradotta da Amina Di Munno e Cassio Junqueira per il festival della letteratura italiana in Brasile del 2011.

venerdì 12 ottobre 2012

Recensione di Alessandra Peluso su Avere fiducia. Perchè è necessario credere negli altri di Michela Marzano (Mondadori)



Un salto in libreria, l’abituale visita settimanale, dove incontro me stessa leggendo i libri che destano la mia attenzione e ad un tratto volgo lo sguardo su un titolo: Avere fiducia. Bizzarro questo titolo, mi dico, sarà ironico? Prendo il libro e inizio a sfogliare. Mi convinco, lo acquisto. Comincio con la lettura attenta e immediatamente mi lascio immergere dalle riflessioni fluide e acute che smuovono il mio animo scettico. Innanzitutto l’autrice Michela Marzano spiega l’origine storica del termine “fiducia”, poi enuncia i motivi per i quali è necessario avere fiducia oggi, Perchè è necessario credere negli altri (sottotitolo). E allora si guarda alla situazione italiana. Attualmente in Italia ogni giorno si apprende che un politico ha rubato i soldi agli italiani che pagano regolarmente le tasse e stentano a sopravvivere; gli evasori fiscali che, - prima comparivano sugli spot pubblicitari rappresentati da povera gente magari meridionali, mentre sappiamo che gli evasori sono in tutta Italia da nord a sud, isole comprese, - spesso e volentieri sono anche rappresentati da gente benestante che deteniene il potere. Insomma è una nitida immagine dell’Italia oggi inquietante dove la fiducia sembra non aver posto. Come si può dunque avere fiducia? C’è la necessità, mi convinco, di avere fiducia per evitare una condizione paralizzante. Senza dubbio dopo aver letto l’ultima pagina del libro di Michela Marzano, ho compreso la necessità di credere agli altri. E quindi penso di aver assolto l’obiettivo dell’autrice: insinuare il germoglio della fiducia, con la speranza che cresca e rinvigorisca. È un impegno fidarsi totalmente delle persone, credo sia un’impresa ardua forse persino titanica. Appare pertanto una straordinaria epopea della fiducia: la fiducia afferma Marzano è il cemento delle nostre società. Una società senza fiducia è una società senza ossatura. La diffidenza è un circolo vizioso che finisce per indebolire il mondo sociale. È l’unica che ci può assicurare che il nostro mondo privato non è anch’esso un inferno (Hannah Arendt): questa è citazione posta al principio del libro, incisiva, magistrale la scelta del’autrice, che conduce a rifletterere, insinua il dubbio, la possibilità di credere nell’altro, al quale un minuto prima probabilmente non credevi e racconta la natura dell’essere umano che è un animale sociale, come sostiene Aristotele, e dovendo vivere con gli altri ha bisogno di credere negli altri, atrimenti il genere umano non avrebbe avuto e probabilmente non ha senso di esistere. Nietzsche scrive in Umano troppo umano che la fiducia è un mito sorto dalle esigenze di determinate situazioni storiche e di determinate necessità pratiche. È chiaro che sostiene l’autrice, ed ogni psicanalisita o psicoterapeuta condividerebbe, ma non solo, per aver fiducia negli altri occorre aver fiducia e amare prima se stesso.  Come è possibile? Come si fa ad amarsi? Sembra scontato, ma non lo è. Altri dubbi si insinuano nella mente del lettore che pensava di avere delle certezze, e legge: «L’amore di se stesso è un sentimento naturale, che porta ogni animale ad aver cura della propria conservazione e che, diretto nell’uomo dalla ragione e modificato dalla pietà, produce l’umanità e la virtù. L’amor proprio ... porta ogni individuo a tenere conto più di se stesso che di ogni altro, ispira agli uomini tutti i mali che si fanno reciprocamente ed è la vera origine dell’onore». Muovendo dal pensiero di Rousseau si passa a quello di un altro filosofo Adam Smith che ha fatto dell’amore di sé la chiave dello sviluppo economico: dandosi fiducia, afferma, l’essere umano può ricominciare a prestare interesse all’altro e scoprire i vantaggi della cooperazione. Può orientare il suo agire verso fini e valori che hanno una logica diversa dalla semplice soddisfazione del proprio interesse. Così prosegue il libro fino a giungere ad un’analisi attenta e realistica della nostra società: la società della sfiducia appunto e della paura. Sentimenti paralizzanti che annullano l’agire, denigrano la natura dell’essere umano. Si tratta infatti di sentimenti che appartengono al Medioevo, utilizzati spesso per detenere il controllo sulla plebe allora, sul popolo oggi, ed essere in grado da chi deteniene il potere di dominare.   L’avvincente viaggio della fiducia prosegue, approdando nell’amicizia e nell’amore. La fiducia in questo tipo di relazioni affettive necessita di una presenza che rinvia ad una forma di impegno. Un impegno però che non implica degli obblighi, non si può infatti promettere di amare sempre costantemente allo stesso modo. Spesso accade di pretendere l’amore, inutilmente afferma Marzano, in quanto “promettere la costanza significa impegnarsi a fare qualcosa che in realtà non si è in grado di mantenere”. L’amore non è un atto la cui realizzazione dipende interamente da noi. Si tratta di un sentimento che si nutre di forte impegno affichè duri, ma non è razionale, è buona parte sfugge al nostro controllo. Pertanto, occorre nutrire sì fiducia nelle relazioni affettive come l’amore o l’amicizia, ma essere consapevoli che non si tratta di sentimenti assoluti, incondizionati, ma di sentimenti che si nutrono delle debolezze, degli smarrimenti e delle fragilità degli uomini e delle donne allo stesso modo. Occorre capire che l’autonomia personale è fatta dell’accettazione di una certa dipendenza dagli altri, del riconoscimento delle nostre debolezze. Paradossalmente è perchè abbiamo una qualche fiducia in noi stessi che possiamo esporci alla critica o al rifiuto degli altri. Dinamiche che l’autrice spiega accuratamente e acutamente nei capitoli VII e VIII che consiglio vivamente di leggere per capire un pò di più di se stessi. Quest’ultima parte infatti aiuta a compiere un’introspezione nel proprio ego, a conoscersi e a migliorarsi, qualora un lettore desidera farlo. Aiuta a interrogarsi sulla propria vita, sull’idea di fiducia che si ha o si dovrebbe avere e sul fatto che noi esseri umani non siamo creature semplici, non siamo perfetti. Da qui si giunge alla conclusione del libro e Michela Marzano augura a chiunque volesse accostarsi alla lettura attenta e profonda della sua opera di scommettere nella fiducia: “nulla mi garantisce che sarà vincente, posso anche perdere. Ma scommettendo mi concedo la possibilità di scoprire l’altro, e ancor più, di scoprire me stesso”. È un augurio sincero che faccio anch’io a me stessa.

I nipoti di Scanderbeg di Artur Spanjolli (Besa)



La vicenda, narrata in prima persona, racconta del secondo esodo di migliaia di albanesi verso le coste pugliesi, nell’agosto del 1991. Andi parte da Durazzo inseguendo il sogno di una vita migliore. L’Italia, l’Occidente rappresentano per la popolazione albanese una forte attrattiva in un periodo in cui in patria la miseria e il disordine, seguiti alla caduta del regime comunista, imperversano. Il viaggio della speranza di Andi dura 16 ore e a esso fanno seguito molti giorni trascorsi all’addiaccio nel porto di Bari. Le razioni alimentari scarseggiano, la situazione è al limite dell’umana sopportazione. Andi, al porto di Bari con lo zio, finge un malore per guadagnarsi un posto nell’accampamento medico, dove resterà per molti giorni e dove avrà la fortuna di rifocillarsi meglio di altri, di dormire decentemente e di lavarsi. Andi continua a fantasticare di una nuova vita, pensa al modus vivendi occidentale come a una conquista; immagine che cozza però con l’estrema tragicità della situazione reale vissuta in quel limbo. Dopo una settimana, Andi viene rispedito in Albania assieme ad altri profughi, in aereo, ma non abbandonerà il suo sogno italiano.

Artur Spanjolli è nato a Durazzo nel 1970. Dal 1992 vive in Italia, dove si è laureato in lettere. Artista e poeta, con Besa ha pubblicato Eduart (2005), La Teqja (2008), Cronaca di una vita in silenzio (2010) e La sposa rapita (2011).


Piccoli seminaristi crescono (Negroamaro) di Alfredo Romano a Nardò



Piccoli seminaristi crescono (Negroamaro) di Alfredo Romano sarà presentato domenica 14 ottobre 2012 alle ore 19.00 alla Sala Roma di Piazza Pio XI a Nardò. Introduce Norberto Pellegrino (Presidente Caffè Letterario di Via Roma a Nardò). Relatore sarà Pier Paolo Tarsi. L’appuntamento è organizzato dai Presidi del Libro di Nardò e dal Caffè Letterario di Via Roma.

Così, con tonaca, zimarra e "saturno" in testa, inforcai la bicicletta per recarmi dal dentista. Che bello era pedalare tutto solo per le vie della città. Mi voltavo a destra e a manca catturando in libertà l'aria impregnata della tarda primavera, le ignare facce della gente per strada, i variopinti colori dei vestiti, le facciate delle case e dei palazzi, le insegne dei negozi, le strida delle rondini... Avevo come l'impressione che tutti si voltassero a guardarmi e dicessero:"Nah, cce beddhu papiceddhu sta be ppassa! (Toh, che bel piccolo prete sta passando!)". Pedalavo con disarmante incantamento e, come capita quando si è innamorati, avevo voglia di abbracciare tutto il mondo, di far partecipe ogni passante della mia manifesta e sconfinata felicità.



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giovedì 11 ottobre 2012

Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald (Minimum Fax). Intervento di Vito Antonio Conte



È raro, molto raro, che rilegga un libro. Ché già una vita intera non basta per leggere tutto quel che meriterebbe d’esser letto… Ma quest’estate (ormai quasi andata) ho ripreso qualche vecchia lettura e qualche classico (che non guasta mai). Non vi dirò di Piero Chiara e di alcune sue pagine che ho riaperto, né d’altri libri spolverati, ma di un classico che ho letto dopo tanto che volevo farlo: “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald. Perché? Perché parlarne ancora? Dopo tutta l’attenzione di cui ha già goduto, e dopo tutte le “scritture” che ne hanno sviscerato il corpo e l’anima, e dopo tutti i film? Potrei rispondere: “per il mio gusto”! Oppure: “per la sua attualità”! O ancora: “perché a febbraio dell’anno che verrà ci sarà la prima del remake del film già interpretato (nel 1974) da Robert Redford e Mia Farrow”! Confesso che sono curioso di vedere la pellicola in 3D di Baz Luhrman e scoprire Leonardo DiCaprio che ci prova con Carey Mulligan, ma –invero- la ragione per la quale vado spendendo qualche parola per questo libro del 1925 è che mi sento più padre e con questa maggiore consapevolezza guardo i miei figli e, nel contempo, sento lo sguardo di mio padre. Sorvolerò su molto, dunque, e lascerò a chi ne avrà voglia l’approfondimento sugli anni venti, su quel che hanno significato gli otto milioni e mezzo di morti e gli oltre venti milioni di feriti irreversibilmente contati all’indomani della prima guerra mondiale, sulla voglia di svago cercata e trovata dai giovani, sull’emancipazione dagli archetipi preesistenti per abbracciare la liberazione dell’individuo, sul boom economico e dei mass media (iniziato con la radio), sull’incredibile mutamento delle arti e, in una parola, sulle cause che hanno aperto al mondo l’ingresso nell’era moderna. Sorvolerò sulla rovina del 1929. E pure sulla degenerazione del sogno sorvolerò. Ascolterò senza nostalgia il jazz del mitico Duke Ellington, farò un passo di fox-trot, guarderò belle gambe saltellare nel charleston, e cercherò di struggervi dentro (soltanto un po’) con un tango. Soltanto musica. Nient’altro. Ché tutto quel che ho cennato –tutt’intero- sta ne “Il grande Gatsby”. Io vi dirò altro. Poc’altro. Che riguarda oggi. E, forse, lo stesso disfacimento d’allora. La mia è stata un’infanzia serena… grazie (anche) a mio padre. E poi ho (più di prima) piena coscienza dell’importanza di mio padre per la mia scrittura… Non è un caso che l’incipit de “Il grande Gatsby” scomodi questo rapporto genitoriale: “Negli anni più vulnerabili della giovinezza, mi padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente. mi disse . Non disse altro, ma eravamo sempre stati insolitamente comunicativi nonostante il nostro riserbo, e capii che voleva dire molto più di questo. Perciò ho la tendenza a evitare ogni giudizio, un’abitudine che oltre a rivelarmi molti caratteri strani mi ha anche reso vittima di non pochi scocciatori inveterati”. Non dirò nulla, quindi, che abbia a che fare con il ruolo paterno nell’educazione né con altro che non sia quel che ho appena espresso, ossia qualcosa di molto particolare che, a ben vedere, può valere per pochi, per chi –come me- scrive… Saranno stati gli ultimi avvenimenti, le recenti esperienze, questo (e qualche altro) libro, ma credo che qualunque scrittura (e, soprattutto, il romanzo) non possa prescindere da quel ch’è stato (e/o da quel ch’è) il rapporto tra chi scrive e suo padre. Comunque. Nel bene e nel male. Ovvio. E senza distinzione (ultronea) di scrittura maschile e femminile. Senza scomodare scienza alcuna. È una consapevolezza iniziata con una sensazione e diventata sempre più forte nel tempo. Non so dire per quale ragione precisa. Se una ragione precisa c’è. C’è che questo percepisco. Non mi va di indagare. Per me è così. E mi fido. Ché “Ognuno pensa di possedere almeno una delle virtù cardinali, anche la più piccola, e questa è la mia: sono una delle poche persone oneste che io abbia mai conosciuto”. Semmai ho scritto qualcosa di degno d’esser ricordato, semmai ancora dovesse accadermi di farlo, è e sarà perché c’è il respiro di mio padre… Credo che il sogno di ogni scrittore sia quello di non finire mai di scrivere (…) e di pubblicare un solo libro, l’unico che non finirà al macero, quello che non ha temperatura sino a allora conosciuta. Ché “Non c’è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore”. Jay Gatsby (che pure non ho amato…) è stato tutto questo: un uomo sbagliato in un mondo sbagliato capace di regalare in un sorriso “l’intero eterno mondo per un attimo”.


ANIMA LUNGA DI STEFANO CRISTANTE (BESA EDITRICE)



Sguardi sul presente che hanno valore di tagli e ferite, dove il fatto sentimentale si snoda come un pericolo attorcigliato sulle reciproche e irriducibili alterità degli amanti e dove la costruzione dei rapporti affettivi passa per materiali irrazionali – premonizioni, percezioni, immedesimazioni istantanee, deja vu – che solo i versi poetici hanno una speranza di poter trattare. Stefano Cristante investe nel dialogo a distanza con i classici della poesia italiana le proprie chance di scrittura. Verso libero ed endecasillabo rappresentano la sostanza formale dei versi di Cristante che, nella parte finale, trasmigrano nella prosa poetica (agganciata alla creazione di una personale cosmogonia), prima di congedarsi con un inno alla solitudine che chiarisce il suo tragitto narrativo e il suo obiettivo esistenziale.

 Stefano Cristante (Venezia, 1961) è sociologo dei processi culturali e comunicativi presso l’Università del Salento. Anima lunga è la sua terza raccolta di versi, dopo Il rosso dell’oblio (1991) e Visite inattese (2007).

Maurizio Fumarola-Mauro e Simonetta Grezzi presentano "Quelli di Brioni...i figli degli anni terribili" (Besa editrice). Ospite dell’appuntamento l'On. Alfredo Mantovano



 Sabato 13 Ottobre alle ore 17.00, presso l'Hotel President di Lecce (Via Salandra), l'avv. Maurizio Fumarola-Mauro e Simonetta Ghezzi parleranno del loro "Quelli di Brioni...i figli degli anni terribili" (Besa editrice). Modera l’Avv. Rodolfo Petrucci. Ospite dell’appuntamento l'On. Alfredo Mantovano.

Dopo sessant’anni Fumarola rompe il silenzio e racconta la propria esperienza nel IX Corso per allievi ufficiali di complemento di Marina, che subì la vergognosa cattura e il conseguente trasferimento nei campi di concentramento nazisti.
La storia di un giovane catapultato da un tranquillo ambiente di provincia alle prove atroci della deportazione e della prigionia, narrata per uscire da quel profondo disorientamento che colpì i reduci quando constatarono amaramente che alcuni avvenimenti storici fondamentali erano stati travisati o compresi parzialmente, e che un ampio settore bellico, compreso tra Istria, Balcani ed Egeo, in cui si era consumato il sacrificio di più di un milione di militari, era stato trascurato o addirittura dimenticato.

Solo oggi che aguzzini e vittime sono entrati tutti “nello stesso stato d’innocenza”, ci si chiede se sia finalmente giunta l’ora non di riscrivere la storia, ma di comprenderla fuori da schemi preconcetti, imposti politicamente. In questo senso il testo si prefigge lo scopo di offrire, attraverso una sofferta testimonianza e prescindendo dall’ottica di una sola nazione e di un solo schieramento, una visione più completa e un giudizio più equanime sul significato di quanto in quegli anni terribili accadde.



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mercoledì 10 ottobre 2012

Alcune Verità non si possono tacere!


Politiche della felicità. Controstoria della filosofia. Vol. 5 di Michel Onfray (Ponte alle Grazie)



Come rifondare la sinistra? Onfray non ha dubbi: ispirandosi ai coraggiosi filosofi che, nell'Ottocento, seppero ripensare la felicità umana e tradurla in programma politico. L'anarchico Bakunin, gli utopisti Fourier e Owen, il "liberalista radicale" John Stuart Mill, l'utilitarista Jeremy Bentham progettarono infatti nuove umanità liberate, basandosi sui principi della felicità materiale per il massimo numero di persone: un ideale anche oggi perseguibile e da perseguire a fondo. Proseguendo la sua opera di demistificazione di venticinque secoli di storiografia filosofica, Onfray dedica questo suo nuovo libro a mostrare la dimensione utopica degli edonismi liberali ottocenteschi e a sottolineare le potenzialità degli edonismi socialisti, comunisti, libertari e anarchici. Contro un aspetto importante della mitologia marxista, che relega nell'utopia ogni altro pensiero socialista, Onfray riabilita varie forme di socialismo che anticiparono acquisizioni moderne: un socialismo femminista con Flora Tristan, individualista con Stuart Mill, sperimentale con Owen, gnostico dionisiaco ed ecologico con Fourier, libertario con Bakunin. Un inno all'epoca filosofica che ha saputo immaginare futuri possibili forse più di ogni altra; una dimostrazione definitiva della validità e della fecondità del pensiero di tanti dei suoi filosofi cosiddetti minori.


martedì 9 ottobre 2012

La fisica del diavolo di Jim Al-Khalili (Bollati Boringhieri)



Jim Al-Khalili è un fisico teorico di grande talento comunicativo. Per lui i paradossi apparentemente insolubili sono un'ottima occasione per spiegare come funziona la scienza. Per questo ne ha scelti nove, tra più e meno noti, e sulla loro traccia ha costruito questo libro, divertente, stimolante, ironico e che ha la capacità di sconcertare con la semplice accumulazione di elementi imprevedibili. Insomma, un libro che non lascia riposare la mente. Si va dal classico paradosso di Achille e la tartaruga (del quale però scopriamo un insospettabile risvolto quantistico) alla più semplice domanda che l'uomo può farsi guardando la volta stellata: perché di notte fa buio? Sembra incredibile, ma dietro a questa domanda apparentemente banale si nasconde una delle più eclatanti scoperte della fisica contemporanea, che era lì, alla portata degli esseri umani fin dalla preistoria, ma che ha trovato una soluzione plausibile solo pochissimo tempo fa. Incontreremo anche l'inquietante diavoletto di Maxwell, il povero gatto di Schrödinger, che è contemporaneamente vivo e morto, lo strano caso degli oggetti che si accorciano viaggiando, quello ancor più strano del tempo che si dilata e si contrae a suo capriccio, per non dire del mistero (paradossale anch'esso, grazie a un'intuizione di Enrico Fermi) della vita extraterrestre. Sono i diabolici paradossi della fisica, che danno da pensare, ma alla fine hanno una soluzione insperata.

lunedì 8 ottobre 2012

Esce per Chiarelettere L’Illusionista a cura di Pino Corrias, Renato Pezzini e Marco Travaglio



Esce per Chiarelettere L’Illusionista a cura di Pino Corrias, Renato Pezzini e Marco Travaglio. Il regno di Umberto Bossi politico – già barista, fattorino, installatore di antenne, impiegato all’Aci, supplente, infermiere, finto medico, cantante – è durato un ventennio. Come quello di Mussolini, come quello di Berlusconi. Ora che la marcia trionfale che lo ha portato dalla provincia lombarda alla conquista di Roma si è esaurita e un’intera stagione politica si sta chiudendo, è tempo di raccontarne la storia.

Pino Corrias è giornalista e scrittore. Già inviato speciale del quotidiano “La Stampa”, collabora con “la Repubblica”,“il Fatto Quotidiano” e “Vanity Fair”. Dirigente Rai, è sceneggiatore e produttore di film (LA MEGLIO GIOVENTÙ, Rai1 2003). Tra i suoi ultimi libri,VICINI DA MORIRE (Mondadori 2007) e IL CONTABILE E LE MURENE (Feltrinelli 2012).
Renato Pezzini è giornalista de “Il Messaggero”. Ha fondato e dirige “Oblò”, mensile di informazione libera realizzato con i detenuti del carcere di San Vittore. Con Pino Corrias per Rai2 ha curato l’inchiesta MANI PULITE.

Marco Travaglio è vicedirettore de “il Fatto Quotidiano” e collaboratore de “l’Espresso” e della trasmissione di Santoro SERVIZIO PUBBLICO. Dopo il successo di PROMEMORIA, è in scena con lo spettacolo ANESTESIA TOTALE insieme con Isabella Ferrari. Il suo ultimo libro è BERLUSMONTI (Garzanti 2012).

L’ILLUSIONISTA è il primo titolo dei PROTAGONISTI DELL’ANTIPOLITICA, una nuova serie della collana Reverse dedicata ai politici che hanno distrutto la politica e ci hanno portato alla rovina. Economica, politica e morale. Le loro vicende appartengono già alla storia, per questo vale la pena fissarle in un fermo immagine che ne faccia vedere tutti i contorni in un racconto per parole e fatti da non dimenticare. E conservare a futura memoria per ricordarci quanto l’Italia è caduta in basso.

domenica 7 ottobre 2012

A tempo indeterminato. Manuale di sopravvivenza in azienda di Niccolò Valentini (Aliberti)



Il vostro obiettivo è raggiungere il mitico contratto a tempo indeterminato? Siete stanchi delle vane promesse del vostro capo? Questo libro vi insegnerà come opporvi a quel sistema che vuole tutti precari, ricattabili, sfruttati e frustrati. Districarvi tra colleghi invidiosi, colleghe procaci, capi che se ne approfittano e orari rigidi vi sembrerà una passeggiata. "Nella negoziazione con la potenziale nuova azienda, dovrete arrivare a ottenere una lettera di assunzione. Farete tanti colloqui e non vi diranno nulla sul contratto e sulla retribuzione fino alla fine. Voi dovrete sempre dire che state bene dove state ma che volete migliorare, continuare a stare al gioco assecondandoli in tutte le loro assurde domande e pretese. Dovranno arrivare a pensare che è proprio voi che devono prendere, che non c'è nessuno così bravo e disponibile a quel prezzo sul mercato. Quando finalmente vi consegneranno la lettera, vi diranno quanto vi pagheranno e quale sarà il tipo di contratto previsto, tornate dall'altra parte e fate lo stesso gioco al contrario dicendo che voi vorreste tanto rimanere ma che purtroppo vi hanno fatto un'offerta migliore".

sabato 6 ottobre 2012

Bambini all’inferno di Cecilia Gentile (Salani)



Un corridoio sospeso nel nulla, in mezzo al deserto di una terra disabitata, sempre sotto il tiro delle armi israeliane. È l'ultimo chilometro prima di entrare nella Striscia di Gaza dal valico di Erez. L'autrice lo ha percorso in completa solitudine, con paura. Alla fine si è trovata davanti i barbuti di Hamas, i versetti del Corano, i taxi scalcinati che portano lontano dal confine, le montagne di detriti e i bambini che raspano con le mani per raccogliere calcinacci da riutilizzare. Nella Striscia vivono un milione e mezzo di persone, strette tra il blocco israeliano e l'integralismo di Hamas. Oltre la metà sono ragazzi con meno di 18 anni, il 44 per cento bambini con meno di 15. Questo libro è nato dal loro incontro con l'autrice, Cecilia Gentile, che è entrata nella loro vita, li ha fatti parlare e raccontare.

venerdì 5 ottobre 2012

Maria Pia Romano presenta “L’anello inutile” (Besa editrice)



(avvertenza: in caso di maltempo l’evento si terrà presso la Biblioteca di Tuglie). Il libro, giunto alla sua seconda edizione, viene in questa occasione presentato nella sua nuova veste.

Maria Pia Romano a Tuglie (LE) con “L’anello inutile” (Besa editrice) incontrerà il pubblico dei suoi lettori sabato 6 Ottobre 2012, ore 19,30 presso i Giardini Residenza Mosco (Via Cesare Battisti) a Tuglie (LE) nell’ambito del Festival Nazionale del Libro “Impressioni d’autore”. Dialogherà con l’autrice Ilaria Lia, interverrà, insieme a Maria Pia Romano, Simona Cleopazzo. (avvertenza: in caso di maltempo l’evento si terrà presso la Biblioteca di Tuglie). Il libro, giunto alla sua seconda edizione, viene in questa occasione presentato nella sua nuova veste.

Il Salento prende alla gola. E ti sa rubare l’anima. Luogo troppo selvatico per lasciarsi conquistare. Anche la sua gente è così. Qui le tarantate dicevano di sentire la noia all’inizio del male. Gli uomini andavano a fare l’olio nelle viscere della terra, incitando gli animali a spingere la ruota e stordendosi con l’oppio per non sentire la fatica. Nelle campagne che s’incontrano andando dalle Orte verso il faro della Palascia, la terra è rossa. Ci si può perdere, inseguendo il filo rosso che qui lega la terra, il cielo e l’acqua. Un sottile scoloramento di memorie adriatiche. Un annebbiamento dei sensi. Un capogiro. Cosa rimane quando non si ha più niente da perdere?

Maria Pia Romano è nata a Benevento nel 1976, è iscritta all’Albo dei giornalisti dal 2000.
Scrive per alcune testate regionali e nazionali e inoltre si occupa di comunicazione pubblica, uffici stampa e organizzazione di eventi. Ha all’attivo quattro raccolte di poesie, Linfa (LiberArs, 1998), L’estraneo (Manni, 2005), Il funambolo sull’erba blu, (Besa 2008) e La settima stella (Besa 2008) e il romanzo Onde di Follia (Besa 2006). Ha ricevuto riconoscimenti in campo nazionale e internazionale per i suoi lavori. Le sue poesie sono inserite nel Museo della Poesia di Perla Cacciaguerra a Cesa. E’ stata tradotta da Amina Di Munno e Cassio Junqueira per il festival della letteratura italiana in Brasile del 2011. Finalista al Premio Letterario Nabokov edizione 2011

sabato 6 Ottobre 2012 ore 19,30

Giardini Residenza Mosco (Via Cesare Battisti) a Tuglie (LE)
nell’ambito del Festival Nazionale del Libro “Impressioni d’autore”

Dialogherà con l’autrice Ilaria Lia
interverrà, insieme a Maria Pia Romano, Simona Cleopazzo.




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La strada di casa di Gorge P. Pelecanos (Piemme)



A ventisei anni, Chris Flynn sa di essersi già bruciato le migliori chance. Dopo un'adolescenza turbolenta, è finito in un carcere minorile per una sfilza di reati, proprio nel momento in cui i suoi coetanei sceglievano l'università da frequentare. Ma ha imparato la lezione: riconoscere i guai e starne alla larga. E così, quando lui e un ex compagno di prigione trovano una borsa piena di soldi sotto il pavimento che stanno ristrutturando, ordina all'amico e a se stesso di non toccarla. E togliersela dalla testa. È suo padre Thomas, ex poliziotto, a gestire la ditta per cui lavorano. L'uomo ha deciso di dimenticare le delusioni e i conflitti del passato e ridare fiducia al figlio: gli sembra che sia maturato, che si sia rimesso in riga. Il giorno in cui Chris non si presenta al lavoro, però, Thomas sa con certezza che il ragazzo è di nuovo in pericolo. Ma capisce anche che non potrà sempre proteggerlo da ogni male. Stavolta, dovrà lasciare che Chris trovi da solo la strada di casa. Ancora una volta, Pelecanos usa le tinte del noir per parlare dell'America della gente comune, in un romanzo che scava nella complessa dinamica di aspettative e rimpianti, perdono e redenzione che costella il percorso compiuto da un padre e un figlio prima di ritrovarsi.

Recensione di Alessandra Peluso su Il Quinto Accordo. Guida alla padronanza di sè. Un libro di saggezza tolteca di Don Miguel Ruiz, Don Josè Ruiz (Edizioni Il Punto d’Incontro)

Questo manuale sembra lo scrigno della vita perfetta, il paradiso che tutti vorremmo, e che secondo gli autori Don Miguel e Don Josè Ruiz è possibile realizzare in ognuno di noi. Occorre seguire 5 regole fondametali chiamate “Accordi”. Trovare gli accordi come in musica perchè la vita prenda armonia: essere impeccabile con la parola; non prendere nulla in modo personale; non supporre nulla; fare sempre del proprio meglio; essere scettico, imparando ad ascoltare. Questi sono i cinque accordi che derivano dalla saggezza tolteca - i Toltechi vivevano nel Messico meridionale - che ricerca la profonda verità condivisa da tutte le sacre tradizioni esoteriche del mondo. Non è una religione, ma un modo pratico per raggiungere la felicità e l’amore. Pertanto, se c’è qualcuno che fornisce le chiavi della felicità non possiamo non accoglierlo. Ecco che ci si addentra nella lettura magica del libro e qui innanzitutto, don Miguel consiglia ad ognuno di noi, a chi fosse interessato a conoscere queste vie di verità, ad essere impeccabile con la parola. Spiega che ognuno di noi è programmato ad inviare un messaggio, deve però avere il coraggio di raccontarlo, creando così la propria verità che è la vita. Raccomanda di dire sempre ciò che si conosce senza menzogna. Ricorre ad una immagine che sembra richiamare un dipinto di Botticelli: «Se credete di essere un artista, tutto diventa di nuovo possibile. Le parole sono il vostro pennello e la vostra vita è la tela. Potete dipingere tutto quello che volete, potete persino copiare il dipinto di un altro; ma ciò che esprimete è il modo in cui vedete voi stessi, il modo in cui vedete l’intera realtà. Quella che dipingete è la vostra vita, e com’è la vostra vita dipende dal modo in cui usate la parola. Bellissimo consiglio, ma quanti di noi non si lasciano condizionare da qualcuno o qualcosa? E troppi sono i messaggi distorti che inviano ogni giorno i mass-media, che ci convincono a cercare la menzogna e non la verità. Vivere la propria vita nella libertà e nella consapevolezza è una grande vittoria e lo si fa seguendo il secondo accordo: “Non prendere nulla di personale. Non dover più organizzare la propria vita in base alle opinioni degli altri è un grande passo per realizzare la libertà personale. A tal punto, pare che tutte le filosofie vengano meno quando niente è spiegabile se non la propria vita che è perfetta. Mentre, afferma don Miguel ci hanno insegnato da sempre che non siamo perfetti, nulla di più falso, è una grande menzogna da scacciare: ognuno di noi è perfetto ed è messaggero della propria verità che è la vita. Il terzo accordo invece dice: “Non supporre nulla”. Non esiste la menzogna, non esistono i conflitti se non nella nostra mente. Il quarto accordo: “Fai sempre del tuo meglio”. Vivi pensando di vivere la tua vita soltanto tua, dove la mente non è più condizionata dal tiranno, il giudice o la vittima. Ossia “vivi senza giudizi nè pregiudizi”. E infine: “Sii scettico, ma impara ad ascoltare”.  Così con straordinaria serenità e apertura di cuore l’autore invita ad accogliere il suo messaggio e partecipare a realizzare questo sogno: una nuova umanità in cui tutti vivono nel’armonia, nella verità e nell’amore. In questo sogno - aggiunge don Miguel Ruiz - possono partecipare tutti, indistintamente, a qualunque religione o filosofia si appartenga, qualunque sia il maestro, tutti sono invitati a condividere questo sogno.  Il mondo potrà essere cambiato amando se stessi, godendo la vita, facendo del proprio mondo un sogno paradisiaco. I Cinque Accordi vogliono essere gli strumenti per cambiare il proprio mondo. Ed è possibile se si è impeccabili con la parola, se non si prende nulla di personale, se non si suppone nulla, se si fa sempre del proprio meglio e se si è scettici ascoltando, non ci sarà più guerra nella vostra testa: ma ci sarà pace.  E con queste certezze, sapendo di non perdere nulla, che è il caso di accedere a questo “sogno” raccontato nel libro Il Quinto Accordo con amorevole semplicità, come una madre quando narra una fiaba al proprio bambino. Conferisce serenità all’animo, apre il cuore alla speranza. Migliorare la propria vita forse sì è possibile, vale la pena scommettere, come la scommessa di Pascal: «Ogni giocatore azzarda con certezza per guadagnare con incertezza; e azzarda certamente il finito per guadagnare incertamente il finito senza peccare contro la ragione. In un giuoco in cui vi sono eguali probabilità di vincere o di perdere, arrischiare il finito per guadagnare l’infinito ha evidendemente la convenienza massima». La dottrina pascaliana per credere in Dio, io la adotto per credere in se stessi.  


giovedì 4 ottobre 2012

Il manoscritto ritrovato ad Accra di Paulo Coelho (Bompiani)



14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara ali invasione dei crociati, un uomo greco, conosciuto come II Copto, raccoglie tutti gli abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall'amore, dalle perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla coesistenza quotidiana con l'ineluttabilità della morte. "Il manoscritto ritrovato ad Accra" è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l'attimo presente contro la morte dell'anima.

Come fuoco nell’arca di Marisa Pelle (Besa editrice)



Gocciole di cera che il tempo// ha rappreso sulla pelle// le nostre ore sommesse silenziose// Luce affilata che deflagra// da una candela spenta// tersa alabastrina// luce che s’interna nel tessuto// delle cose.


Marisa Pelle, calabrese di origine, è nata ad Ardore ( RC ). Ha pubblicato le seguenti sillogi di poesie: Fiore di cactus (Messina 1987), Scagliosi silenzi (Messina 1991), Fatamorgana (Messina 1996), Sulla cifra del tempo (Messina 2004), Sul crinale del giorno (Besa, Nardò 2008), Dai gradini del Persephoneion (Besa, Nardò 2010) che hanno riscosso il consenso dei critici e sono risultate finaliste in occasione di varie rassegne letterarie. Sue poesie, edite e inedite, sono presenti in diverse antologie e in alcune riviste letterarie; in particolare è risultata finalista per l’edito al Premio A. Contini Bonacossi 2009 con la silloge Sul crinale del giorno, al Premio Rhegium Julii – Inedito 2010 con la silloge Dai gradini del Persephoneion e Inedito 2011 con la silloge L’ala mancante. Il suo profilo letterario e una scelta della sua produzione sono inseriti nell’Antologia a cura di Carmelo Aliberti Poeti siciliani del secondo Novecento (Bastogi Ed. 2003), nella Letteratura italiana Poesia e narrativa dal secondo Novecento ad oggi, a cura di Lia Bronzi - vol. II (Studio critico e testi) – Bastogi Ed. 2007-2008 e nell’Antologia internazionale Poeti della nuova frontiera “Segnali 2008-2009” a cura di Paolo Borruto.(RC) e in “Segnali e Interventi 2010” a cura di Paolo Borruto (RC).


mercoledì 3 ottobre 2012

Exit di Alicia Giménez Bartlett (Sellerio)



Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell'annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti. Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l'elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione. Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall'infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d'uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz. Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l'infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.

martedì 2 ottobre 2012

Chi è nato prima, il lettore o lo scrittore? Angelo Orlando Meloni dialoga con Simonetta Bitasi a Casa delle Letterature



Mercoledì 10 ottobre h. 18.00, presso il bellissimo scenario di Casa delle Letterature in piazza dell'Orologio 3 a Roma, un incontro, a colpi di parole, libri e citazioni sui due vertici opposti della lettura: il dibattito fra Angelo Orlando Meloni e Simonetta Bitasi sarà la proroga letteraria della manifestazione "La scelta delle donne", andata in scena proprio a Casa delle Letterature dal 17 maggio al 19 settembre 2012.

Angelo Orlando Meloni è nato a Catania e vive a Siracusa. Ha scritto la raccolta Ciao campione e il romanzo Io non ci volevo venire qui, edito quest'ultimo nella collana L'italiana di Del Vecchio Editore. Aggiorna saltuariamente un blog di colore verde come la speranza, la benzina e l’ecologia.
Simonetta Bitasi realizza da molti anni progetti di promozione alla lettura per ragazzi e adulti. Il suo lavoro è leggere e come lettore ambulante organizza gruppi di lettura e incontri dedicati ai libri in biblioteche, librerie, circoli culturali, bar e case private. Collabora come consulente-lettore agli acquisti delle biblioteche. Ha scritto e scrive di libri e lettura per le pagine culturali della Gazzetta di Mantova, e su vari periodici tra cui Diario e Liber e da febbraio 2012 si occupa della pagina letteraria di GQ Italia. E' tra i collaboratori che hanno curato l'ultimo aggiornamento della Garzantina di Letteratura (2007).
campione e il romanzo Io non ci volevo venire qui, edito quest'ultimo nella collana L'italiana di Del Vecchio Editore. Aggiorna saltuariamente un blog di colore verde come la speranza, la benzina e l’ecologia.

Simonetta Bitasi realizza da molti anni progetti di promozione alla lettura per ragazzi e adulti. Il suo lavoro è leggere e come lettore ambulante organizza gruppi di lettura e incontri dedicati ai libri in biblioteche, librerie, circoli culturali, bar e case private. Collabora come consulente-lettore agli acquisti delle biblioteche. Ha scritto e scrive di libri e lettura per le pagine culturali della Gazzetta di Mantova, e su vari periodici tra cui Diario e Liber e da febbraio 2012 si occupa della pagina letteraria di GQ Italia. E' tra i collaboratori che hanno curato l'ultimo aggiornamento della Garzantina di Letteratura (2007).


L’uccello del malaugurio di Camilla Läckberg (Marsilio)



Fjällbacka sta per lasciarsi alle spalle un altro dei suoi lunghi inverni silenziosi, e nella Giunta cittadina c'è chi è ansioso di attirare l'attenzione sul piccolo centro della costa. Quale occasione migliore di un reality show, con telecamere piazzate dovunque a riprendere luoghi e persone che entreranno nelle case di decine di migliaia di telespettatori? La proposta è approvata, i riflettori puntati, ma l'arrivo del cast crea non poco scompiglio, tanto più che il produttore, consapevole che gli scandali aumentano l'audience, si diverte ad alimentare le tensioni tra i concorrenti. Ma il trambusto mediatico rischia di assorbire anche le risorse della polizia, e il vicecommissario Patrik Hedström, già distratto dai preparativi per il suo matrimonio con Erica, è in affanno: le indagini su una donna morta in circostanze sospette vanno a rilento. Cercando faticosamente di mettere insieme i pezzi di un caso dai mille colpi di scena, tra minacce, segreti e sterili menzogne, Patrik trova un diario e vecchi ritagli di giornale che potrebbero contenere indizi preziosi. E anche un collegamento con un caso molto simile avvenuto solo qualche anno prima. Non gli resta che insistere, per arrivare ad aprire una breccia nel muro di silenzio che la piccola comunità di Fjällbacka erge a difesa della propria immagine, che vuole conservare irreprensibile.

Non tutte le verità possono essere rivelate!


C.R. & F. presenta "Due ruote una vita" di Raffale Polo (Lupo editore) il 5 ottobre 2012 ore18,30 a Lecce presso il Museo Sigismondo Castromediano



L’Associazione C.F. & R. presenta in collaborazione con la Libreria Palmieri di Lecce, la presentazione del volume   "Due ruote una vita" di Raffale Polo (Lupo editore) che si terrà il 5 ottobre 2012 ore18,30 all’auditorium del Museo Sigismondo Castromediano in viale Gallipoli a Lecce. Relazionerà sul libro Raffaele Gorgoni (scrittore e giornalista Rai). Intervengono: Anna Palmieri (Libreria Palmieri); Raffaele Polo (autore); Gianluca Pasca (Presidente C.F. & R. - Centro Formazione e Ricerca). Modera - Stefano Donno (critico e scrittore)
La figura di Manfredi Pasca, leggendario corridore leccese, si intreccia con l’atmosfera crepuscolare degli anni dal dopoguerra a oggi, in una Lecce fatta di stenti, fame, miseria e sacrifici. Ma anche di buoni sentimenti, ideali, onestà e impegno, fiducia incrollabile nella volontà umana che, se ben instradata, supera qualsiasi difficoltà. Anche la sofferenza, anche la morte, anche la disperazione per le perdite più dolorose. Manfredi diventa, allora, un vero e proprio eroe, e le sue gesta, la sua vita possono riassumere l’epopea del Grande Popolo Salentino, indomito protagonista delle nostre piccole, grandi Storie.
Raffaele Polo - Nasce a Piacenza il 2 aprile 1952. È pubblicista dal 1978; laureato in Lettere e in Pedagogia, vive e lavora a Lecce. Ha pubblicato di recente  “Il Cielo in ogni stanza” (Lupo editore, 2009); Leccesità (Luca Pensa editore, 2010).

Info
Prov. Monteroni - Copertino
73043 Copertino - Lecce (Italy)

Telefono: 0832.949510
Fax: 0832.937767

Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice) alla Feltrinelli di Bari il 3 ottobre 2012



Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice) sarà presentato mercoledì 3 Ottobre 2012, alle ore 18.30 presso La Feltrinelli di Bari (Via Melo, 119). Dialogherà con l'autrice la giornalista Annamaria Ferretti. Interverrà la scrittrice Francesca Palumbo

Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita. Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare.


Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).

lunedì 1 ottobre 2012

Un amore di angelo di Federica Bosco (Newton Compton Edizioni)



"Libera di danzare senza schemi e regole ferree, libera di studiare con chi volevo senza più obbedire ai canoni rigidissimi delle scuole prestigiose o ai capricci di insegnanti frustrati, libera di esprimere me stessa". Mia ha avuto l'occasione che attendeva da sempre: un'audizione alla Royal Ballet School. Ma quando si è trovata su quel palco, quando ha capito che la possibilità di entrare in quella scuola era a portata di mano, ha sentito di non voler rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli, costrizioni. Accanto a lei, anche nelle decisioni più difficili, c'è sempre stata la voce di Patrick, eterea presenza che non la lascia mai. Dopo il suo "no" alla Royal, per Mia può iniziare una nuova vita: lei e Nina, superate finalmente tutte le incomprensioni che le avevano divise, decidono di trasferirsi a Londra. Mia trova una scuola d'arte che la entusiasma, la Brit, mentre Nina prova a frequentare un corso di giornalismo. Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno anche affrontare la difficile gravidanza di Nina. A sostenerle, come sempre, ci sarà l'incorporea figura di Patrick. Finché un giorno...

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