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giovedì 9 febbraio 2012

Guida alla conoscenza della biologia e dell'ecologia del suolo di Cristina Menta (Perdisa). Intervento di Vander Tumiatti*


Il percorso sviluppato sino ad oggi con i miei interventi proposti sulle pagine di questo quotidiano, ha avuto e ha (visto che tutt’ora conservano la stessa finalità e la conserveranno anche in futuro) l’obiettivo di proporre ai lettori una chiave d’indagine quanto più attenta possibile alle questioni concernenti l’ambiente, sotto molteplici aspetti, da quello sociale a quello prettamente culturale. Con una consapevolezza di fondo: che ci troviamo in un paese qual è l’Italia, che può dirsi con orgoglio una nazione ricca non solo di arte e cultura, ma anche di un patrimonio, in termini di biodiversità, che ha pochi confronti nel nostro continente. Una risorsa preziosissima, che abbiamo il dovere di preservare. Dunque ho sempre avvertito la necessità di occuparmi con senso critico di ambiente e informazione, con la consapevolezza che non si legge mai troppo, non si indaga mai troppo, non si fa mai troppo per l’ambiente. Di recente ho avuto il piacere di scoprire in libreria una pubblicazione della casa editrice Perdisa, nella collana “Educazione ambientale”, diretta da Mario Ferrari. Il lavoro è di Cristina Menta, docente di Biologia del suolo presso il Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale dell’Università di Parma, nonché ricercatrice presso il Museo di Storia Naturale della stessa città. Il titolo è “Guida alla conoscenza della biologia e dell'ecologia del suolo”. Si tratta di un lavoro di facile comprensione - anche se in più di qualche occasione non mancano gli approfondimenti tecnici e linguaggi specifici - che ci dice quanto il terreno, il suolo, sia una risorsa per l’ambiente e che, in quanto entità biologica complessa ( dal momento che limita i danni provocati dagli inquinanti immessi nel terreno e determina la qualità di produzione dei nostri alimenti), va monitorata e analizzata costantemente. Pur sapendo, però, che gli studi sulla sua biologia e sulla sua ecologia sono arretrati rispetto a quelli relativi ad altri elementi naturali come l’acqua e l’aria. L’opera conduce per mano il lettore nel sorprendente mondo della biologia e dell’ecologia del suolo, fattore indispensabile sul piano argomentativo per l’eco/sostenibilità. Il volume stimola una serie di riflessioni su come sia cambiato nel tempo il nostro rapporto con la terra a causa dei mutamenti culturali indotti dallo sviluppo della tecnologia. Nel tempo che stiamo vivendo, in cui assistiamo al trionfo dell’immaterialità, parrebbe infatti quasi bizzarro occuparsi di quanto c’è di più “materiale” in senso fisico, ma anche culturale, come la “terra”. Un aspetto che viene spesso trascurato è Il tempo necessario alla formazione del suolo: tempi lunghissimi, a volte secoli. Addirittura millenni, come nel caso delle paludi. Oppure delle torbiere, che crescono solo di circa 1 mm all’anno. In altre parole, per formare 2 metri di torba bisogna aspettare ben 2000 anni! Si calcola che la formazione dei suoli agrari abbia richiesto addirittura milioni di anni. Ma ci sono bastati pochi decenni per degradarli e depauperarli dei loro elementi costitutivi a seguito di un uso improprio delle tecniche dell’agricoltura intensiva. E’ ormai indispensabile investire di più in una ricerca il cui scopo sia quello di promuovere un'agricoltura più conservativa e meno “aggressiva”. Si tratta in pratica di abbandonare la strada percorsa finora, quella dello sfruttamento del suolo al solo scopo di massimizzare i profitti, per imboccare percorsi più virtuosi dove, senza trascurare le leggi dell’economia, la terra possa essere oggetto del rispetto e delle attenzioni che merita. Un problema serio, spesso sottovalutato, è quello della desertificazione di vaste aree nei paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli industrializzati, seppure con motivazioni tra loro molto diverse. Nel nostro Paese, una gestione del territorio inadeguata alle reali necessità ha fatto sì che circa due terzi dei suoli manifestino i segni di un degrado crescente. E ciò è particolarmente vero nelle aree a più forte presenza umana. Un problema legato, da una parte, allo sviluppo considerevole delle tecniche agricole, che ha peraltro determinato un significativo incremento di produttività, dall’altra a scelte di politica urbanistica insensibili al tema della tutela del suolo e alle sue delicate relazioni con l’intero ecosistema. La terra costituisce infatti un elemento chiave nella regolazione dei cicli naturali in quanto agisce da filtro che depura l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo; svolge una funzione biologica, ospitando la vita di moltissimi esseri viventi, tra cui innumerevoli microrganismi, funghi, animali, piante; e’ fonte primaria di materie prime; riveste un’importante funzione economica per le produzioni agricole e forestali; svolge un’importante funzione culturale sotto forma di paesaggio e di luogo dove si imprimono i segni della storia e delle svariate attività umane. Ma, soprattutto, è il posto dove poggiamo ogni giorno i nostri piedi, che sorregge la nostra casa e sorreggerà quella dei nostri figli e delle generazioni che verranno. E, almeno fino a quando non riusciremo a colonizzare altri mondi, anche l’unica nostra possibilità di vita.

*Esperto Unep e fondatore di Sea Marconi Technologies

NAZISTI E TECNOLOGIA ALIENA 3/4


mercoledì 8 febbraio 2012

"Controsensi e controversie sulla decrescita". Serge Latouche a Lecce all'Università del Salento

 BOTTEGA del MONDO "Made in DIGNITY" - Commercio EQUO E SOLIDALE CONSUMO CRITICO coop.soc. ONLUS,  Presidi del Libro,  in collaborazione  con il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione,  organizzano un incontro con SERGE LATOUCHE (professore emerito presso l'Università di Orsay) sul tema" Controsensi e controversie sulla decrescita.  Oltre il mito dello sviluppo ed il fallimento dell'economia dei consumi". L’appuntamento è previsto per giovedì 9 febbraio 2012  alle ore 10.30 presso  l’AULA SP2  dello SPERIMENTALE TABACCHI a Lecce,  in viale dell’Università 2. Interverranno Carlo Mileti, presidente Coop. Soc. Commercio Equo e Solidale, Lecce e il Prof. Stefano Cristante, Presidente Corso di Laurea Scienze della Comunicazione – Università del Salento

dal “MANIFESTO del DOPOSVILUPPO” di Serge Latouche:

“Il movimento per la decrescita s'inscrive nel più amppio movimento dell'”International Network for Cultural Alternatives to Development” (INCAD) e si riconosce pienamente nella dichiarazione del 4 maggio 1992. Il movimento mette al centro della sua analisi la critica radicale della nozione di sviluppo che, nonostante le evoluzioni formali conosciute, resta il punto di rottura decisivo in seno al movimento di critica al capitalismo e della globalizzazione. Ci sono da un lato quelli che vogliono uscire dallo sviluppo e dall'economicismo e quelli che militano per un problematico "altro" sviluppo (o una non meno problematica "altra" globalizzazione). A partire da questa critica, la corrente procede a una vera e propria "decostruzione" del pensiero economico.
Di fronte alla globalizzazione, che non è altro che il trionfo planetario del mercato, bisogna concepire e volere una società nella quale i valori economici non siano più centrali.

Parlare di doposviluppo non è soltanto lasciar correre l'immaginazione su ciò che potrebbe accadere in caso di implosione del sistema, fare della fantapolitica o esaminare un problema accademico. È parlare della situazione di coloro che attualmente al Nord come al Sud sono esclusi o sono in procinto di diventarlo, di tutti coloro, dunque, per i quali il progresso è un'ingiuria e una ingiustizia, e che sono indubbiamente i più numerosi sulla faccia della Terra. Il doposviluppo si delinea già tra noi e si annuncia nella diversità. Il doposviluppo, in effetti, è necessariamente plurale. Una decrescita accettata e ben meditata non impone alcuna limitazione nel dispendio di sentimenti e nella produzione di una vita festosa o addirittura dionisiaca.  La decrescita dovrebbe essere organizzata non soltanto per preservare l'ambiente ma anche per ripristinare il minimo di giustizia sociale senza la quale il pianeta è condannato all'esplosione.
Sopravvivenza sociale e sopravvivenza biologica sembrano dunque strettamente legate. I limiti del patrimonio naturale non pongono soltanto un problema di equità intergenerazionale nel condividere le disponibilità, ma anche un problema di giusta ripartizione tra gli esseri attualmente viventi dell'umanità.



Oggi mangio da … n. 149: Antica trattoria del Gallo


“Da Milano a prendere una boccata d’aria si viene qui, magari nel bel dehors sotto le fresche frasche, nella sperdutissima campagna a due passi da casa, lomellina incipit, magari risaie e zanzare da due etti. Bellissima l’ambientazione della Locanda del Gallo, insegne di ferro incluse, di tradizione lunga e gloriosa. Qui si viene ormai d’avviso, per il pollo al mattone. Il locale è davvero bello, e – purtroppo dirà qualcuno – molto cool. La Milano da bere arriva anche qui, con cortei di grossi veicoli automobili tedeschi. Ma allo scriba importa la cortese sollecitudine con cui non ostante l’ora tarda sarà accompagnato al tavolo solingo, seppur tanto, tanto propinquo al vicino. Superlativa la cantina, tra le migliori avvistate per profondità ed ampiezza, e per ricchezza di formati: una spettacolare pagina intera di doppi magnum, di referenze credute estinte o mai esistite, a prezzi importanti ma ancora umani. E il resto, senza aggravii che ne riducano di una amen il valore e l’appassionata ricerca. E infine, se vorrai un calice, ti sarà presentata una bella scelta di bottiglie alla mescita con ventaglio dal Curtefranca di facile beva all’impegnativo Amarone.
Avrai dunque il tempo di consultare la carta delle pietanze, d’impronta locandiera ormai solo nella antica genesi: tra gli antipasti scelte di formaggi di ricercato affinamento e salumi preziosi, con omaggi al Joselito. Assaggerai uno sformatino di melanzane e di pomodori, oppure affonderai nei primi d’osservanza. Ma qui, si diceva, si viene per il Pollo alla Diavola (min. 25 min) e quello avrai: mezzo volatile sacrificato tra due quadrelli: cotto a puntino, croccante, fragrante nella sua pelle. E come ognun sa, solo la pelle arrostita di un pollo ne rappresenta l’indubitabile certificato di qualità. E qui la materia prima è a livelli stellari, anche se la preparazione non è un’avanguardia né un esempio di ricerca culinaria e in qualche cantuccio s’affaccia la routine.
Assaggerai la desserteria la prossima volta. Una cena vera l’avrai per 40/50€, a seconda degli appetiti.”


FRANCESCO GENTILE


“Nato a Cosenza il 24/01/70. Artista di prevalente sensibilità astratta, da alcuni anni predilige l’area dell’informale caldo, di rapida gestualità e di un segno semanticamente definito che circoscrive lo spazio delle superfici con  equilibrio formale, di una sintetica efficacia estetica. Opera prevalentemente su una materia fluida, di base, sulla quale agisce uno sgocciolamento leggero distribuito in uniformità cromatica. Pur lavorando  in costanza di pittura, da ultimo affronta il genere delle installazioni, create in contaminanti aggregazioni del gusto. Vive e lavora a Mendicino, (CS) - Italy.” (l’opera presentata in questa sede è di Francesco Gentile)


Raw Video: Marshmallow Launch at the White House Science Fair




The President meets an 8th grader named Joey from Phoenix, AZ at the White House Science Fair and the two launch a marshmallow across the State Dining Room of the White House with Joey's science project - an air cannon.

SEMPLICEMENTE FELICE DI LUCA LORENZONI (SPERLING and KUPFER)


Semplicemente Felice -
Libro


A volte basta un piccolo problema, nel lavoro o nella vita privata, per far cadere a pezzi il nostro mondo. Spesso, troppo spesso, la mente si concentra sulle esperienze negative e noi, nonostante tutti i tentativi e i buoni propositi, non riusciamo a introdurre nella nostra vita qualche efficace cambiamento per superarle. Tuttavia disperarsi e intristirsi non ha senso, perché la soluzione è già presente nella mente e nelle infinite risorse che essa possiede. Essere felici è sicuramente il traguardo cui ognuno aspira, ma non si tratta di un "dono di natura". È uno stato che è possibile raggiungere con tecniche precise, imparando a gestire le emozioni negative e "tirando fuori" entusiasmo, fiducia e passione. Questo libro, con i suoi preziosi strumenti pratici, ci insegna la felicità, condizione indispensabile per raggiungere tutti i nostri obiettivi.

martedì 7 febbraio 2012

DOW


“Dow (NYSE: DOW) combines the power of science and technology to passionately innovate what is essential to human progress. The Company connects chemistry and innovation with the principles of sustainability to help address many of the world's most challenging problems such as the need for clean water, renewable energy generation and conservation, and increasing agricultural productivity. Dow's diversified industry-leading portfolio of specialty chemical, advanced materials, agrosciences and plastics businesses delivers a broad range of technology-based products and solutions to customers in approximately 160 countries and in high growth sectors such as electronics, water, energy, coatings and agriculture. In 2011, Dow had annual sales of $60 billion and employed approximately 52,000 people worldwide. The Company's more than 5,000 products are manufactured at 197 sites in 36 countries across the globe. References to "Dow" or the "Company" mean The Dow Chemical Company and its consolidated subsidiaries unless otherwise expressly noted. More information about Dow can be found at www.dow.com.
Dow people around the world develop solutions for society based on Dow's inherent strength in science and technology. For over two decades - we have embraced and advocated Responsible Care® - a voluntary industry-wide commitment to safely handle our chemicals from inception in the laboratory to ultimate disposal. This worldwide commitment helps consumers lead better lives, customers succeed, stockholders prosper, employees achieve and communities thrive.”


ADD STUDENT ADHD + SCHOOL= SUCCESS


“My name is Brenda Nicholson. I am an ADD mom and the mother of 3 children with Attention Deficit Disorder. I am also an ADD Coach, trained at the American Coaching Association. I have been coaching for about 7 years. I first started studying and learning about ADD over 20 years ago, when my son was small. I suspected early on that he had Attention Deficit Disorder, so I started reading everything I could about it and talking to anyone who would listen. I wanted to be the best mom that I could be, and I believed that in order to do so, I needed to learn about ADD. When my son’s ADD symptoms began interfering with his school performance, I went to his teachers, the school psychologist, and his pediatrician, looking for help and for answers. It was soon apparent that all of my research had made me the expert! It was dismaying to find out that I knew more about ADD than the professionals who were supposed to be helping my son, but I was grateful that I at least had the knowledge to step in and do it myself. There are so many other parents out there who find themselves in the same position, but without the benefit of my years of experience and research. They go to professionals looking for guidance, advice, and help for their child, and find little. That’s where ADD Student and my other site, ADD Moms come in. I created this business to help parents like you – parents who have a child with ADD or ADHD, and need some help in helping their child succeed. I am dedicated to helping children, adolescents, and adults with ADD/ADHD live happier, more successful, and productive lives. Please let me know how I can help you. Contact me at Brenda@ADDstudent.com.”


THE NET DELUSION: The Dark Side of Internet Freedom. By Evgeny Morozov. (PublicAffairs)


“ - The revolution will be Twittered! - declared journalist Andrew Sullivan after protests erupted in Iran. But as journalist and social commentator Evgeny Morozov argues in The Net Delusion, the Internet is a tool that both revolutionaries and authoritarian governments can use. For all of the talk in the West about the power of the Internet to democratize societies, regimes in Iran and China are as stable and repressive as ever. Social media sites have been used there to entrench dictators and threaten dissidents, making it harder—not easier—to promote democracy.

Marshalling a compelling set of case studies, The Net Delusion shows why the cyber-utopian stance that the Internet is inherently liberating is wrong, and how ambitious and seemingly noble initiatives like the promotion of “Internet freedom” are misguided and, on occasion, harmful.”

LEA CERAMICHE


“Tra i più vivaci e produttivi brand del distretto ceramico modenese, Lea Ceramiche ha una copertura nazionale ed internazionale importante, con una presenza capillare in oltre 80 paesi nei 5 continenti del mondo. Oltre all'Italia, i mercati principali sono Stati Uniti, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Hong Kong, Corea e Giappone. Lea Ceramiche è parte di Panariagroup Industrie Ceramiche S.p.a., primario gruppo ceramico internazionale quotato al segmento Star di Borsa Italiana che detiene anche i marchi Panaria, Cotto d’Este, Fiordo, Blustyle in italia; Margres, Love Tiles in Portogallo e Florida Tile negli Stati Uniti d’America. Lea Ceramiche negli anni è stata l’azienda del gruppo che ha compiuto la più significativa trasformazione che l’ha portata a divenire una delle realtà più prestigiose dell’industria ceramica mondiale. Ciò è stato possibile grazie agli investimenti costanti ed ingenti orientati ad ottenere ad ogni stagione un’offerta di collezioni di grande personalità e successo perché basate su un’attenta ricerca stilistica, estetica e prestazionale. Eccellenza, innovazione, entusiasmo, estetica, competenza e affidabilità: questi i valori fondamentali di Lea Ceramiche, l'azienda di Fiorano Modenese che progetta e realizza materiali ceramici per il rivestimento e la pavimentazione di ogni tipo di ambiente. La capacità innovativa dell'azienda si basa su una continua sperimentazione che, grazie allo sviluppo di sistemi produttivi e tecnologie all’avanguardia, consente a Lea Ceramiche di proporre ai propri clienti una vasta gamma di prodotti di altissima qualità che si pongono al vertice di mercato per le eccellenti prestazioni tecniche e contenuto di design.
La sinergia fra prodotti, ricerca e design permette di offrire al professionista una gamma di articoli capace di soddisfare un ampio raggio di esigenze progettuali in un’ottica di sostenibilità e migliore coordinamento estetico con l’architettura e l’arredo. Ne è un esempio Slimtech , il rivoluzionario grès laminato dallo spessore di 3 mm e dalle dimensioni extra di 1 metro x 3 metri, adatto ad impieghi ad oggi inaccessibili alla ceramica tradizionale. Costante è l’impegno di Lea Ceramiche rivolto alla tutela dell’ ambiente . In ogni fase del ciclo di vita produttivo viene posta particolare attenzione all’ambiente di lavoro, alle materie prime, al packaging utilizzato; ogni processo viene monitorato affinché ci sia un risparmio energetico e una salvaguardia ambientale. La tensione continua al miglioramento e la profonda convinzione dell’importanza della comunicazione a vari livelli – la presenza con singolari allestimenti negli eventi fieristici - così come le collaborazioni con designer internazionali, portano ad aprire nel 2010 il primo showroom Lea Ceramiche , nella centralissima via Durini di Milano. Segno concreto della vitalità e della volontà dell’azienda di voler incontrare il pubblico, professionisti e non, lo spazio offre un personale punto di vista sui temi del decoro e delle superfici, raccontati attraverso temporanee installazioni e mediante differenti soluzioni compositive e cromatiche delle collezioni Lea Ceramiche.”


Il libro del giorno: Farla Franca. La Legge è uguale per tutti? Di Gherardo Colombo e Franco Marzoli (Longanesi)


Nel 1992 le indagini di Mani pulite portarono alla luce Tangentopoli: un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio. I reati scoperti dalle inchieste condotte da un pool della procura della Repubblica di Milano suscitarono una grande indignazione nell'opinione pubblica e di fatto rivoluzionarono la scena politica italiana. Partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il Psdi, il Pli sparirono o furono fortemente ridimensionati. A distanza di vent'anni, attraverso un dialogo serrato con Franco Marzoli, Gherardo Colombo, che di quel pool faceva parte, svela i retroscena delle indagini di Mani pulite sottolineandone effetti, limiti e aspettative mancate. Racconta le inchieste sulla P2 e sui "fondi neri" dell'Iri, prime avvisaglie di quell'intreccio tra poteri che Mani pulite avrebbe portato allo scoperto senza riuscire però a mettervi fine. Ripercorre le moltissime accuse mosse all'indagine dai politici coinvolti, le polemiche sull'abuso della custodia cautelare, le misure attuate dalla classe politica in propria difesa. Sullo sfondo, l'incapacità italiana di far rispettare l'articolo 3 della Costituzione, che vuole tutti i cittadini uguali di fronte alla legge. Per alcuni, ancora oggi, "farla franca" è terribilmente facile.

Lecce, “ambiente aperto”, nel lavoro di Franco Ungaro. Intervento di Vander Tumiatti* sul libro edito da Besa "Lecce Sbarocca"


Bel libro quello di Franco Ungaro dal titolo “Lecce Sbarocca” edito dalla Besa editrice. Un’opera sui generis, perché perennemente in bilico tra la prosa romanzata, il percorso autobiografico, il taglio di cronaca cittadina, la satira politica e il sardonico riso rivolto alla scena culturale di un territorio come quello salentino che di spunti, in parecchi ambiti, ne offre quotidianamente. E mi è piaciuto perché l’autore è uno che non si risparmia, si dona, ma soprattutto trasforma la sua lingua in spada, l’affina trasformandola in una vera e propria macchina di sperimentalismi che crea un bellissimo metissage di Caos e Ordine. Di tensione morale ne troviamo tanta, di senso estetico in abbondanza, di ferma convinzione che la Bellezza salverà il mondo oltre ogni più rosea aspettativa.
Ma la sostanza in tutto questo libro che ho letto e apprezzato profondamente è che Franco Ungaro ama il Salento, e desidera raccontarne “le donne, l’arme e gli amori” tentando di offrire uno spaccato senza veli di quello che il capoluogo salentino offre sul piano teatrale, artistico, e politico, cercando di far aprire gli occhi ai lettori su un momento storico particolare in cui il Sud intero non ne esce proprio dignitosamente. Ha uno spazio diffuso nel libro la città di Lecce, o meglio, la cosiddetta “leccesità”, con la dura critica alla sua mentalità “micromegalomane”. L’autore segue, più che i dettami etici di un Pasolini, l’impeto e l’assalto di un Carmelo Bene, più volte menzionato, che lo portano in verità a trovare nuovi argomenti per condurre una battaglia più ampia per un Sud che deve cresce, vuoi nelle infrastrutture, vuoi nella forma mentis. Ho trovato splendido, come penso anche molti lettori, quel brano della postfazione di Goffredo Fofi che dice: “Ogni regione, ogni capoluogo e quasi ogni paese ha in Italia e forse in tutta Europa il suo cantore, il suo storico, il suo linguista, il suo poeta dialettale, i suoi innamorati. Ma gli innamorati non sono tutti eguali, ci sono gli innamorati entusiasti e ci sono anche gli innamorati delusi, e gli innamorati non della città ma della possibilità di conquistarla, di imporvisi. Lecce non è da meno, ieri come oggi. Le librerie di Lecce hanno necessariamente la loro vetrina e il loro scaffale dedicati all’editoria locale. Ci sono le guide turistiche, i libri di cucina e di folklore, i libri di storia, i dischi di pizzica, i romanzi di autori del luogo o sul luogo, i poeti vernacolari, le memorie paesane, le cartoline firmate e talora dei ninnoli, l’artigianato locale, le statuine di cartapesta, e magari le buste di taralli e di biscotti…Tra questi libri troverà senz’altro posto questo di Franco Ungaro, che è alla confluenza di più generi, ma che appartiene alla schiera delle dichiarazioni d’amore esigenti. E se un innamorato o innamorata non sa vedere e considerare i difetti dell’amata o dell’amato insieme ai suoi pregi, e se non amerebbe veder sparire i difetti e trionfare i pregi, che razza d’amore è mai il suo? Un amore stupido, un amore melenso, un amore ipocrita. Franco Ungaro è un innamorato esigente e sa vedere di Lecce il buono e il cattivo, il bello e il brutto. Sa vedere e sa giudicare”. E forse anch’io, come Ungaro, sono un innamorato esigente del Salento, perché accanto a quanto di bello mi ha comunicato questo territorio, con la sua Lecce, la sua cultura, la sua arte e le sue tradizioni, come un amante deluso avverto dolorosamente il permanere di difficoltà a inquadrare nella giusta prospettiva le numerose problematiche inerenti alla progettualità economica e sociale, all’ambiente, alle energie alternative. Anche in questi ambiti che guardano al futuro prossimo, ma anche a quello più lontano, c’è ancora molto da lavorare! Una delle cose che mi è venuta in mente leggendo questo libro, complice anche la non comune capacità del suo autore di trasmettere la passione per una terra, è stato il desiderio di vedere, un giorno, una Lecce “sbarocca” ‘ambientale’, tema che oltretutto viene toccato da Ungaro quando affronta la deturpazione del territorio urbano e degli … innumerevoli pali, ma non voglio anticipare né togliere nulla alla lettura del libro.

*Fondatore di Sea Marconi Technologies, si occupa di interventi sull’ambiente e di recensioni di
libri legati a questioni ecologiche e ambientali.

(intervento apparso sul Blog de La Repubblica Bari)

NAZISTI E TECNOLOGIA ALIENA 2/4


NAZISTI E TECNOLOGIA ALIENA 1/4

 

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Oggi mangio da … n. 148: Ristorante Alice


“Αlice è il racconto della meravigliosa passione della giovane chef, Viviana Varese, per la cucina. Cucina intesa come arte, una difficile arte fatta di sensibilità e di equilibrio, di rispetto per ogni singolo ingrediente e di accostamenti audaci ed innovativi. La cucina di Viviana Varese è un mondo ricco di alchimie che coniugano tradizione mediterranea e sperimentazione, un mondo di gusti e profumi, di colori ed invenzioni. In ogni piatto, troviamo un comune denominatore che distingue e rende raro il modo di fare ristorazione di Alice: l'assoluta attenzione nella scelta delle materie prime. I migliori alleati dello Chef sono la genuinità e la qualità dei prodotti; prodotti che rappresentano il meglio di ciò che ci offre la nostra terra con le sue tipicità, il nostro mare con il pesce sapientemente selezionato, il nostro sole con i diversi prodotti che ci regalano le stagioni.
Ed è infatti insieme alle stagioni che Alice cambia il menù. Cambiano gli ingredienti, cambiano i piatti, cambiano i colori delle sorprendenti presentazioni che affascinano il nostro sguardo, prima ancora del palato. La cucina di Viviana Varese si ispira alla sua regione natale e utilizza materie prime di altissima qualità. Carne di fassone, agnello e maialino da latte provenienti dal mastro macellaio Franco Cazzamali, i latticini della Fenice e la pasta di Gragnano di Gerardo di Nola.
La sua socia Sandra Ciciriello, grande esperta e commerciante del prodotto ittico da 20 anni, è fornitore ufficiale del pesce di Alice.”


GIACINTO FERRARO


“Le opere pittoriche presentate della prima sezione sono state eseguite in un arco di tempo compreso tra il 1997 e il 2006, e costituiscono la chiusura di un ciclo decennale. (tema metropoli, architettura). Molte di esse sono opere che affrontano da più punti differenziati e con modalità diverse la dinamica della forma architettonica, mentre altre costituiscono una sorta di personale " Farbenlehre". Questa 'teoria dei colori' è stata costruita oltre che sulle tecniche e le 'visioni'di altri grandi pittori, soprattutto dopo una lunghissima riflessione teoretica sulla filosofia dalle origini (presocratici) fino a Wittgenstein e Husserl, con 'passaggi' sulle filosofie di Descartes, Leibniz, Newton, Kant, Schelling, Hegel, ecc. A titolo puramente esemplificativo vengono indicati i passi in cui il poroblema, il tema o il singolo accenno sul colore sono presenti nella filosofia di Platone e di Aristotele. Questo, ovviamente non per mostrare una qualche erudizione, ma per due motivi essenziali: la questione dei colori viene qui assunta nella sua inizia problematicità (Fragwurdigkeit ) e perché il colore è uno dei luoghi di provenienza della pittura. La seconda sezione è costituita prevalentemente da pitture a olio su cartone, e il tema è ancora quello relativo alla dinamica architettonica, con uno spostamento verso le geometrie non euclidee. La terza sezione è costituita da opere ad acquerello. E' qui presente in maniera più o meno esplicita una sorta di rottura epistemologica sull'apparato visivo precedente, con un uno spostamento verso gli aspetti più 'informali'. Successivamente ,data l'enorme complessità del problema, saranno resi noti alcuni scritti sullo 'spazio' (geometrico, logico, rappresentativo, metafisico e quindi pittorico). La quarta sezione è costituita da opere sulla condizione manicomiale in Italia, un tema sul quale si è lavorato dal '92 a oggi e che continua a restare negli interessi intellettuali e politici di chi scrive. In questa sezione sono presentate 14 tele. Successivamente saranno presentate circa 90 disegni e altre 30 tele,oltre a una serie di testi sulla follia e sui manicomi. Infine l'ultima sezione è costituita da circa trenta ritratti 'tratti' dall'Atlante dell'Uomo delinquente' di Cesare Lombroso e alcune tele a olio. Successivamente saranno presentate altri 60 ritratti, a olio e a matita. In questa stessa sezione saranno presentati anche alcuni scritti e note su Lombroso, per certi versi sorprendenti.” (l’opera presentata in questa sede è di Giacinto Ferraro)


2/2/12: White House Press Briefing




White House Press Briefings are conducted most weekdays from the James S. Brady Press Briefing Room in the West Wing.

TOGLIETEVELO DALLA TESTA DI RICCARDO STAGLIANO’ (CHIARELETTERE)


Toglietevelo dalla
Testa.


La domanda è: il nostro compagno più inseparabile (il cellulare) ci sta forse tradendo? Prove ce ne sono, e parecchie (nel 2011 l'Agenzìa internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito il telefonino tra i possibili cancerogeni). I manuali di istruzione dicono di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall'orecchio (perché? E soprattutto: chi lo fa davvero?). In molti paesi precise disposizioni sanitarie raccomandano di non farli usare ai bambini, di non lasciarli sotto il cuscino di notte (come fanno molti adolescenti in attesa del fatidico sms prima di dormire). Una sentenza del Tribunale di Brescia ha stabilito un risarcimento a carico dell'Inail per un ex manager colpito da un tumore alla testa causato dall'uso eccessivo del cellulare. Il libro è un viaggio a caccia di storie, fatti e testimonianze, dall'Italia a New York, Seattle, San Francisco, Sydney, Stoccolma, sulle tracce dell'ultima ricerca, incontrando le prime vittime che lottano contro il silenzio dei media, raccontando l'eterno braccio di ferro con le multinazionali impegnate a difendere il più grande business del nuovo millennio.

JCP - James Cash Penney


“Over 110 years ago, James Cash Penney founded his company on the principle of treating customers the way he wanted to be treated himself: fair and square. Today, rooted in its rich heritage, J. C. Penney Company, Inc. (NYSE: JCP) is re-imagining every aspect of its business in order to reclaim its birthright and become America’s favorite store. The Company is transforming the way it does business and remaking the customer experience across its 1,100 jcpenney stores and on jcp.com. On every visit, customers will discover straightforward Fair and Square Pricing, month-long promotions that are in sync with the rhythm of their lives, exceptionally curated merchandise, artful presentation, and unmatched customer service”


MY SONG: A Memoir by Harry Belafonte with Michael Shnayerson (Knopf)


“Harry Belafonte is not just one of the greatest entertainers of our time; he has led one of the great American lives of the last century. Now, this extraordinary icon tells us the story of that life, giving us its full breadth, letting us share in the struggles, the tragedies, and, most of all, the inspiring triumphs. Belafonte grew up, poverty-ridden, in Harlem and Jamaica. His mother was a complex woman—caring but withdrawn, eternally angry and rarely satisfied. His father was distant and physically abusive. It was not an easy life, but it instilled in young Harry the hard-nosed toughness of the city and the resilient spirit of the Caribbean lifestyle. It also gave him the drive to make good and channel his anger into actions that were positive and life-affirming. His journey led to the U.S. Navy during World War II, where he encountered an onslaught of racism but also fell in love with the woman he eventually married. After the war he moved back to Harlem, where he drifted between odd jobs until he saw his first stage play—and found the life he wanted to lead. Theater opened up a whole new world, one that was artistic and political and made him realize that not only did he have a need to express himself, he had a lot to express. He began as an actor—and has always thought of himself as such—but was quickly spotted in a musical, began a tentative nightclub career, and soon was on a meteoric rise to become one of the world’s most popular singers. Belafonte was never content to simply be an entertainer, however. Even at enormous personal cost, he could not shy away from activism. At first it was a question of personal dignity: breaking down racial barriers that had never been broken before, achieving an enduring popularity with both white and black audiences. Then his activism broadened to a lifelong, passionate involvement at the heart of the civil rights movement and countless other political and social causes. The sections on the rise of the civil rights movement are perhaps the most moving in the book: his close friendship with Martin Luther King, Jr.; his role as a conduit between Dr. King and the Kennedys; his up-close involvement with the demonstrations and awareness of the hatred and potential violence around him; his devastation at Dr. King’s death and his continuing fight for what he believes is right. But My Song is far more than the history of a movement. It is a very personal look at the people in that movement and the world in which Belafonte has long moved. He has befriended many beloved and important figures in both entertainment and politics—Paul Robeson, Eleanor Roosevelt, Sidney Poitier, John F. Kennedy, Marlon Brando, Robert Kennedy, Nelson Mandela, Fidel Castro, Tony Bennett, Bill Clinton—and writes about them with the same exceptional candor with which he reveals himself on every page. This is a book that pulls no punches, and turns both a loving and critical eye on our country’s cultural past. As both an artist and an activist, Belafonte has touched countless lives. With My Song, he has found yet another way to entertain and inspire us. It is an electrifying memoir from a remarkable man.”

RIVERCLACK


“L’attività ha inizio nel 1964 nel settore delle coperture di edifici industriali. Le attività principali erano costituite dalla commercializzazione e dalla realizzazione di coperture, rivestimenti in fibrocemento e isolamenti termici. Attorno al 1970, e quindi molti anni prima che i pericoli derivanti dalla presenza di amianto nel fibrocemento venissero individuati e portati a conoscenza, ISCOM, alla ricerca di miglioramenti qualitativi dei prodotti offerti, si rivolse alla tecnologia del metallo, allora scarsamente diffusa in Italia. Ponendosi come obiettivi primari la durata e l’ affidabilità, ISCOM SPA si concentrò sullo sviluppo tecnologico delle opere con l’impiego di metalli capaci di garantire tali caratteristiche, tra i quali le leghe di alluminio, il rame, l’acciaio inox.
Iniziava così la ricerca e l’utilizzo dei migliori materiali che la metallurgia rendeva di volta in volta disponibili e, di pari passo, la realizzazione di un numero sempre crescente di opere la cui impostazione progettuale ed il cui livello qualitativo riflettevano la filosofia dell’Azienda. Dall’impegno creativo e dalla tenacia nella ricerca nasce, muovendo i primi passi nel 1987, RIVERCLACK®, la copertura metallica a giunto drenante per tetti piani (brevetto mondiale) più volte poi migliorato nelle caratteristiche e prestazioni. L’attenzione continua ai miglioramenti tecnologici e qualitativi spinge successivamente ISCOM SPA ad integrare la gamma proposta con nuovi profili: RIVERGRIP® - RIVERCLACK®Agorà – KAYAK® - SINUS, oltre a completare i propri sistemi con ogni tipo di accessorio e lavorazione (lastre curve, lastre rastremate, tetti a doppia curvatura). ISCOM ha sede in Verona e si articola su una superficie di 25.000 metri quadrati. All'interno dell'area trovano posto i reparti di progettazione e sviluppo, i laboratori di ricerca, il centro prove del sistema e controllo qualità, dalle materie prime al prodotto finito. La ricerca è priorità costante nell'attività aziendale. L'applicazione del sistema anche alle nuove richieste dei mercati come, TETTI FOTOVOLTAICI, TETTI INSONORIZZATI e TETTI VERDI, è la sfida vinta negli ultimi anni. ISCOM si avvale da sempre di ogni supporto tecnologico di ultima generazione per svolgere al meglio i compiti per cui è vocata. L'azienda produce e modifica le proprie macchine profilatrici per soddisfare esigenze progettuali, logistiche e normative, sempre più frequenti nel panorama dell'architettura del XXI secolo..”


Il libro del giorno: Il circolo delle ingrate di Elizabeth Von Arnim (Bollati Boringhieri)


Anna coltiva un unico, profondo desiderio: essere indipendente. E invece, orfana e costretta a vivere a carico della ricca cognata - a sua volta mossa dal solo desiderio di maritarla al miglior partito su piazza e togliersela di torno -, Anna rifiuta i corteggiatori e si convince di esser condannata a una vita dimezzata. Fino a quando non accade l'impensabile: un'inaspettata, cospicua eredità arriva a cambiarle la vita e a garantirle l'autonomia tanto desiderata. Ma arrivano anche le impreviste ma prevedìbili difficoltà. Colta da un irrefrenabile impulso di generosità, Anna decide di condividere la sua fortuna, e concepisce un progetto filantropico inteso a donare la felicità a dodici donne provate dalle asprezze della vita. Ma dopo una spassosa girandola di situazioni che l'ingenua Anna non poteva immaginare, tutto precipita... Con la verve che distingue la sua scrittura, Elizabeth von Arnim ritorna a un tema che le sta particolarmente a cuore, l'indipendenza femminile, già al centro di Lettere di una donna indipendente. Mettendo con delicatezza alla berlina la protagonista e il suo progetto improbabile, Elizabeth von Arnim dà voce al tema del destino delle donne, sempre legato al matrimonio, e di quali concrete alternative si possano davvero presentare a chi desideri restare "fuori dal coro".

Nuovo volto per LietoColle. Venticinque anni di poesia e oltre


LietoColle, specializzata in poesia, nata nel 1985 per volontà dell'editore Michelangelo Camelliti, rinnova il proprio sito internet www.lietocolle.com per potenziare dialogo e interazione nello spazio virtuale, favorendo l'incontro con i lettori, appassionati di poesia e i giovani aspiranti autori. In quest'ottica, promuove Lezioni di poesia, con la collaborazione di Mario Santagostini - poeta, curatore dell'antologia I Poeti di vent'anni e saggista - rubrica rivolta a chi vuole sottoporre all'attenzione i propri testi per ottenerne una utile valutazione. In linea con la tradizione della casa editrice, sempre attenta ai giovani talenti, continua ad avere una centralità particolare tiLeggiamo che offre la possibilità agli esordienti di inviare le proprie raccolte e avviare, nel caso di esito positivo, un progetto editoriale. Importante spazio viene riservato, inoltre, alle firme autorevoli del panorama culturale, poetico italiano e straniero con la nascita della rubrica Contributi, con riflessioni e approfondimenti di intellettuali, filosofi, saggisti, poeti. “Ho ritenuto necessario apportare piccole novità in armonia con la linea editoriale di LietoColle - afferma l'editore Michelangelo Camelliti - per rendere centrale la poesia, i suoi autori, le riflessioni e i validi contenuti, oltre che per favorire un modo di interagire agile e dinamico, al passo con i tempi.”
Il catalogo LietoColle, che ospita i nomi di rilievo della poesia contemporanea, da Alda Merini a Dario Bellezza, da Guido Oldani a Maurizio Cucchi, da Antonella Anedda a Ko Un, per citarne alcuni, è riorganizzato secondo una efficace ripartizione in collane: oro, blu, verde, rossa, SoloDieci, Kopi Luwak, Il Segreto delle fragole. In primo piano, infine, sono contenute le informazioni riguardanti le novità editoriali in arrivo, gli eventi di poesia, gli incontri promossi dagli autori, ma anche i bandi di concorso gratuiti a cui partecipare. Come Il segreto delle fragole - Poetico diario 2013 che in questa sua edizione propone un tema fortemente attuale: il vuoto nutrimento nell'era bulimica - La poesia in tempo di crisi. Oppure il singolare bando Letè ed Eunoè sul tema della migrazione, rivolto a tutti quegli autori di origine straniera, ma inseriti nel contesto culturale italiano, che vogliano proporre i propri versi. Non da ultimo, il sito continua a ospitare L'Ulisse, rivista di poesia, arti e scritture diretta da Alessandro Broggi, Stefano Salvi e Italo Testa, scaricabile gratuitamente, che offre preziosi contributi e approfondimenti, dibattiti, analisi e letture.
Nella nuova veste, puoi seguirci anche su Twitter e Facebook e ricevere così su smartphone e tablet tutte le informazioni sulle ultime novità editoriali, gli articoli pubblicati, i bandi e i concorsi, gli interventi dei grandi pensatori, insomma su tutta l'attualità unita all'approfondimento, per essere ancora insieme e diffondere poesia.


L' O di Roma. In tondo e senza fermarsi mai, di Tommaso Giartosio (Laterza). Intervento di Nunzio Festa

Ricordiamo del saggista e scrittore Tommaso Giartosio ai tempi della rivista, diretta da Lanfranco Caminiti e pubblicata grazie alla Provincia di Roma, “il malepeggio”, della quale l'autore romano è stato fra i redattori; attualmente, invece, Giartosio è fra i conduttori di Farhenheiti di Sinibaldi di Radio Rai 3. E fra le sue opere più importanti, il saggio edito qualche anno fa presso Donzelli “La città e l'isola. Omosessuali al confino nell'Italia fascista”. Ma adesso, perché siamo di nuovo nell'originale istrionica e imprevedibile “contromano” della Laterza, Tommaso Giartosio ci stupisce con “L'O di Roma”. Un giro anti-turistico, potremmo anzi possiamo sintetizzare, nella Capitale. Più precisamente in un bordo scelto della Capitale. Altrimenti come si fa, ci si chiede, a 'mappare' Roma intera? Il giro contro-turistico di Giartosio è fatto apposta. Perché viene fuori da una demarcazione delle linee da seguire che è redatta dal compasso puntato sulla cartina. Con una punta sull'abitazione dello scrittore e l'altra al antro della metropoli, dove la città si chiama Foro. La corda è tesa: tra l'Ostiense e il Foro Romano. L'idea prende corpo da una semplice e facile costatazione: Roma è una città ad anelli. Però nessun anello fa un tondo perfetto uguale all'O di Roma: “una linea che scava e scavalca palazzi e giardini ma anche ville e musei, caserme e teatri, discariche e biblioteche, campi da calcio e conventi, cantieri e ministeri, cimiteri e cinema, studi psichiatrici e aule scolastiche, binari e tunnel e due fiumi. Ciò che si trova esattamente su questa linea - che sia un sepolcro sconosciuto, un precipizio da lasciarci la pelle, la Pietà di Michelangelo, la gabbia delle tigri allo zoo, la Biblioteca nazionale, un giardino zen, o il tetto più alto di Roma - deve venire attraversato. La O diventa così un cerchio magico che si anima di presenze antiche e moderne. Accanto a Rilke, Borges e Leopardi troviamo seminaristi scettici e suore anarchiche, poliziotte sospettose e carabinieri incantevoli, receptionist ignare e segretari filosofi, geometri appassionati e operai noir: tutta una città inattesa perché colta alla sprovvista...”. Perché, appunto, Giartosio vaga e improvvisa. Nel senso che si presenta con una lettera in mano, e poi chiede d'entrare, di guardare, di visitare. La maniera più sbarazzina per descriverci Roma. E per noi una Roma così è persino più bella del solito. Eppur un ultimo motivo non possiamo tacerlo. Quindi rintracciamo il senso di spaesamento, tra l'altro non tacitato neppure dallo scrittore stesso, che contraddistingue tante invenzioni letterarie destinate alla collana laterziana più giovane e strana. Altra dote importante del testo imperdibile.



lunedì 6 febbraio 2012

Alieni e fascismo - Gli UFO di Mussolini e di Hitler






"Preciso che i fatti raccolti nel video sono corroborati da molte fonti e sono documentati. Il gabinetto RS/33 dell'OVRA fu istituito da Mussolini e vi hanno collaborato almeno i seguenti scienziati:
Filippo Bottazzi, chirurgo e biologo sperimentale.
Gaetano Arturo Crocco, ingegnere aeronautico.
Romualdo Pirotta, botanico.
Francesco Severi, matematico.
Giancarlo Vallauri, docente di elettrotecnica e di ferromagnetismo.
Francesco Giordani, chimico.
Dante De Blasi, medico igienista.
Guglielmo Marconi, fisico.

Dal video ho escluso tutti quegli UFO ipotetici e di fabbricazione nazista su cui le fonti storiche non sono dirette o attendibili. Come ad esempio gli ipotetici Vril. Devo dire cha anche le testimonianze e i documenti circa l'esistenza dei dischi volanti Haunebu, citati nel video, sono scarsi e fumosi.
Comunque di certo i nazisti svilupparono dei dischi volanti, come i V-7."
Fonti:

(postato su Yotube da nessuno200)

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