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lunedì 26 dicembre 2011

Il libro del giorno: Misteri di Venezia di Alberto Toso Fei (Studio L12)


Misteri di Venezia


Un viaggio in sette notti - ma pienamente godibile anche di giorno, alla scoperta di una Venezia diversa, segreta e misteriosa, fatta di segni levigati dal tempo, ma ancora riconoscibili e tutti da scoprire; ed ecco che fantasmi e demoni, dogi e cortigiane, personaggi storici e creature leggendarie, ricompaiono là dove il reale e l'immaginario si intrecciano nella storia dei luoghi.
"Misteri di Venezia" è il primo libro del suo genere arricchito dalla novità del Codice QR (che rimanda a contenuti multimediali grazie alla lettura ottica), che permette attraverso dei video di vivere alcune delle storie, narrate nei luoghi dall'autore; una maniera di sposare la tecnologia più moderna all'antica dimensione del racconto. "Misteri di Venezia" inaugura una nuova collana dedicata alla storia segreta delle città più preziose d'Italia.

Prefazione di Carlo Lucarelli.

LEONARD METCALF – site























"Creating artworks by producing unique photographs enables me to express my belief that wildness is an intimate friend. As a conservationist I believe that mother nature is the creative and controlling primary force in the universe. While creating my art in magical locations I am reminded of the interconnectedness of our world. Society is dependent on the natural environment for peace and well-being. It is my goal to communicate this belief so that we can build stronger / healthier communities with a greater understanding and sense of connection with our fragile ecosystem. Among the aspirations and motivations for my art work is a strong drive to save this beautiful planet for our children. The word photography means ‘drawing with light’ (from the Greek), this is exactly what I strive for when attempting to achieve a unique vision in my search for significant form. My exploration of form has grown from the pallet of landscape photography, and now includes intimate landscapes, human forms and creations. My earliest artworks were drawings and paintings of natural objects and the Australian landscape. The rendering of light and form with the pencil and paintbrush have evolved to the use of lens, camera and film. I prefer to use intuitive photographic methods over highly technical or scientific approaches. I find myself using all manor of cameras to capture the natural forms as my primary subject matter. Doing so allows me to keep in touch with my feelings and my relationship with nature. I consciously choose rag paper as the medium for my prints, as a natural medium; a traditional renewable resource. I work with pigment inks on paper as I know that the artwork will remain stable to ensure its longevity. It will always be magical to touch and beautiful to behold. Paper enables me to stay in touch with drawing and printmaking skills which were the foundations of my experience in art. I believe art on paper also evokes the connection to the plant the paper originated from, and represents the interconnections within the ecosystem. Currently the direction of my work strives to move away from the current ‘landscape photographer’ status quo, in an attempt to discover a Modern Australian Landscape Style. One where the artwork is timeless, unique and the photographs illustrate the spiritual within nature. My subject matter has expanded to include interpretations of the human figure and the viewer will begin to see the figure being included in my landscape photography as I experiment with our interrelationships with the earth. (Len)”

Image: Minni Ha Ha Creek, Katoomba by Leonard Metcalf


SENINI


























“Abbiamo conquistato una solida posizione di leadership nella produzione di pavimenti autobloccanti, cordoli e blocchi per murature, dedicando particolare attenzione alla qualità di ogni singolo prodotto e al rispetto AMBIENTALE del territorio (ISO 14001). Eleganza, design accurato, colorazioni esclusive e affidabilità sono il risultato di costanti ricerche tecnologiche ed estetiche volte a soddisfare le crescenti esigenze di un mercato in continua evoluzione. Il nostro servizio di assistenza è strutturato per affiancare ed assistere il cliente in modo capillare ed efficiente, con risultati che oggi rappresentano la più concreta garanzia della qualità Senini.”



sabato 24 dicembre 2011

SPACE, IN CHAINS by Laura Kasischke (Copper Canyon)






















“Kasischke's intelligence is most apparent in her syntactic control and pace, the way she gauges just when to make free verse speed up, or stop short, or slow down." (The New York Times Book Review)
"Kasischke's poems are powered by a skillful use of imagery and the subtle, ingenious way she turns a phrase." (Austin American-Statesman)
Laura Kasischke's poems have the same haunting qualities and truth as our most potent memories and dreams. Through ghostly voices, fragmented narratives, overheard conversations, songs, and prayers in language reminiscent of medieval lyrics converted into contemporary idiom, the poems in Space, In Chains create a visceral strangeness true to its own music.

So we found ourselves in an ancient place, the very
air around us bound by chains. There was
stagnant water in which lightning
was reflected, like desperation
in a dying eye. Like science. Like
a dull rock plummeting through space, tossing
off flowers and veils, like a bride. And

also the subway.
Speed under ground.
And the way each body in the room appeared to be
a jar of wasps and flies that day—but, enchanted,
like frightened children's laughter.

Laura Kasischke is the author of thirteen books of poetry and fiction. Her novel Her Life Before Her Eyes was adapted for the screen and starred”


OGGI MANGIO DA … 106: Ristorante Parizzi (Parma)



















“Ambiente - Il minimalismo dello spazio sottolinea la ricercatezza dei piatti senza mai diventare esasperato ed asettico, e l’onestà dei materiali e delle forme non scende a compromessi da design modaiolo. Lo sforzo progettuale in tutte le scale dell’intervento si concentra nella ricercatezza della riduzione che si accentua per le contrapposizioni evocative agenti sull’immaginario collettivo. Il risultato è di forte impatto emotivo e prendendo a prestito immagini dalla memoria comunicano su differenti livelli, da quello funzionale, a quello artistico. La memoria del fruitore è stimolata da elementi, effetti e spazi emozionali e naturali presenti solo nel subconscio. (Andrea Meirana)
Cucina - La mia cucina è cambiata con me, ho imparato i fondamentali della cucina classica, ho ricercato le tecniche più innovative, ho lavorato sulle materie prime scovando i fornitori migliori, l'ho alleggerita per poi ritrovare il senso del gusto, complicata per poi semplificarla, vestita per poi spogliarla. Perché la cucina è così: ti entra dentro, ti consuma, ti esalta; niente al mondo mi da un senso di grandezza e onnipotenza come un servizio ben fatto. Le comande ti scorrono in testa una dopo l'altra e le mani sanno già cosa fare, si muovono da sole e tu, vieni travolto come in uno stato di trance, come in un formicaio impazzito, tutti corrono, il ristorante prende vita, la cucina è il cuore la sala la mente, l’ambiente l'abito... il cliente la donna bellissima da conquistare... quale altro lavoro può regalarti queste emozioni? (Marco Parizzi)”


NEW YORK VINTAGE CLUB


















“As inspiration, a veritable joy to the eye for any savvy fashionista, looking for innovative stylish vintage and Consignment designer clothing. Priced at mostly affordable prices for any and all budgets. It is most definitely hard for the consumer not to be really tempted by the wonderful array of coats , gowns cocktail dresses and any and all the fabulous accessories including shoes, bags , scarves, belts and exquisite jewelry not to mentioned a loius vuitton traveling suitcase , in mint condition! NY Vintage Club is fully committed to providing superior merchandise and service – certifying every featured item to document authenticity”.


Il libro del giorno: Libia: sull’orlo del vulcano di Emilio Borrelli (Polaris edizioni)


Libia: sull'Orlo del
Vulcano


La sempre maggior facilità di spostarsi anche da un continente all'altro ha generato una vasta letteratura di viaggio e ci ha offerto opere che restano spesso – seppur di pregio – isolati ed emotivi cammei. Non è così per Emilio Borelli per il quale la abituale definizione di scrittore non professionale va molto stretta. Emilio, come e forse più di tanti altri figlio del suo tempo e delle contraddizioni di un'epoca, ci avvicina ad una dimensione differente da quella cui siamo abituati. Le sue stagioni sahariane gli hanno fatto calcare sempre più in profondità la sabbia di quell'Africa che lo ha conquistato. La raccolta dal titolo "Libia: sull'orlo del vulcano" è una ulteriore tappa del suo ormai trentennale percorso durante il quale ha potuto via via acquisire un esclusivo patrimonio di esperienze, incontri, amicizie, riflessioni, è stato messo a parte di intimità e sogni inconfessabili. Nelle sue escursioni si materializzano situazioni che sono la metafora del confronto di culture diverse. Confronti che necessitano di un linguaggio comune, più particolare ed antico. Come antico è quel confronto, oggi frainteso e malmenato tra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo, da nord come da sud. Forse Emilio, nel suo percorso, ne ha trovato una chiave, che ci offre non solo per ricordare bei luoghi e belle sensazioni ma anche per riflettere su molte cose che diamo per risapute.
O definitive.

MARK YEARWOOD – blog and site




"A journey for the eyes and mind."  That is how Oklahoma native, Mark Yearwood hopes viewers perceive his structural acrylic paintings.  Largely a self-taught artist,Yearwood has utilized almost 30 years of experience in graphic arts to develop into a recognized creator of stand-out original artwork.  The unique abstract pieces combine linear design with earthy influences. Yearwood's pieces hint at the patterns of rocks and other shapes found in nature.  Vivid texture and designs are structured to convey the connection between nature and man-made items.  Dimension is then created using a palette knife and other paint-application tools.  His choice of color for each piece is deliberate and designed to convey a very specific reaction.  Yearwood believes abstract art requires a viewer to ask themselves,"What am I feeling?," and enjoys being a part of that interactive experience. Yearwood creates in his studio located one hour West of Oklahoma City, OK

To contact Mark Yearwood about available works or commissions, use the form on the contact page or call the studio at 580-772-1158”



SCRIGNO























“Scrigno was founded in 1989 thanks to the brilliant intuition of the Rimini-born entrepreneur Giuseppe Berardi who added an essential element to the traditional concept of “sliding doors”, making Scrigno a unique product that differs from all others available on the market – the innovative concealed door solution.
Mariacristina Berardi currently covers the role of Sole Director in the company. Scrigno is based in Sant’Ermete, in the municipality of Santarcangelo di Romagna (RN). Company premises cover a total surface area of 51,000 square meters – of which 12,000 square meters of covered factory space and 1,200 square meters of office space. In 2010, the company opened another new production factory, covering a total surface area of 18,000 square meters, in the town of Savignano sul Rubicone (FC). France is currently the overseas country where the Scrigno product has achieved the highest level of presence, visibility and popularity. Scrigno France was founded in January 2003; it is situated in the heart of the country, in Montceau Les Mines. In 2009, Scrigno Spain was founded, Barcelona-based The aim is to create a new network of agents on the entire Spanish territory, increasing market share in the country.”



“Il cinico non è adatto a questo mestiere”, di Ryszard Kapuściński (Edizioni e/o a cura di Maria Nadotti). Intervento di Vito Antonio Conte



























E accade che qualcuno che mi conosce, nel presentarmi a qualcun altro che –invece- non mi conosce, dica: lo scrittore Vito Antonio…, oppure: il poeta…, e (più recentemente) anche: il giornalista… Io, sempre, provo qualcosa di molto simile all’imbarazzo e, non senza pudore, a volte, dico: scrivo per necessità, mi piace farlo… Quando accade che la scrittura spinge forte da dentro, le do corpo, inchiostro fogli da “dilettante”, ossia “per diletto”. Ma definirmi scrittore, poeta o giornalista non lo sento appropriato... E dovrei dire perché. Perché provo imbarazzo… o perché avverto quell’altro stato indefinito… Forse perché i mezzi di sostentamento non mi vengono dal mettere insieme lemmi… su quel che torce le mie budella o su quel che mi fa sorridere di bellezza. Forse perché scrivere è stata, è e continua a essere una passione. I cui frutti nessuno ha mai pensato di comprare. E, prima ancora, io mai mi sono sognato di vendere. Forse è questa libertà. E ogni libertà contiene in sé sempre un po’ di pudore. E un po’ di rabbia. Pudore e rabbia pensando a chi non ce l’ha e/o a chi ce l’ha e ne fa alcun uso o (peggio, ne fa) abuso... Sarà quel che è, quel che ho scritto e/o altro, ma non ho voglia di restare sui pensieri, ché - l’ho già reiteratamente esplicitato - restare sul pensiero, quando il pensiero diventa troppo, come ogni troppo (…), fotte… C’è che –soprattutto- non sono un giornalista. Anche se con quel “mestiere” mi cimento e so che potrei essere adatto a farlo (parafrasando il libro di cui sto per dirvi). Ma questa vita –fin’ora- è andata come è andata e ho fatto mille altre cose. Non serbo risentimenti, né rancori, né insoddisfazioni. È andata –fin qui- come doveva, ossia come ho voluto e come ha voluto qualcun altro (qui e nel cielo). Ma questa è materia del romanzo che (prima o poi) pubblicherò. Per intanto, tra le altre cose, leggo. Meglio: continuo a leggere. Meno onnivoro di un tempo, ma non so stare senza letture. Il mio studio (a casa mia) è sempre una città impossibile. Devo muovermi con cautela nei vicoli tra pile di riviste, giornali e libri a torreggiare ovunque… In cima a una di quelle costruzioni (tra le mie preferite) c’è “Il cinico non è adatto a questo mestiere”, di Ryszard Kapuściński (Edizioni e/o a cura di Maria Nadotti). Il sottotitolo del libro, “Conversazioni sul buon giornalismo”, ne chiarisce il contenuto: elementi fondamentali perché quello del giornalista sia un mestiere capace di rendere al prossimo qualcosa di buono. Il libro compendia, fornendone ampia documentazione, due incontri che Kapuściński ha avuto in Italia negli anni novanta sui seguenti temi: “Di razza e di classe. Il giornalismo tra voglia d’élite, coinvolgimento, indifferenza”, “Vedere, capire, raccontare: letteratura e giornalismo alla fine di un secolo”, e un’intervista (rilasciata a Andrea Semplici). Ho amato la scrittura di Kapuściński, già ne ho (a mia volta) scritto. Lo faccio ancora perché è stato e rimane una figura di grande spessore nel panorama giornalistico e letterario del secolo passato. Intanto che scrivo di questo libro, ne sto leggendo un altro suo: “Ebano”, di una b ellezza sconvolgente! Mi piace di lui e della sua scrittura soprattutto quel suo credo secondo cui, per avere il diritto di narrare, “si debba avere di ciò di cui si parla un’esperienza diretta, fisica, emotiva, olfattiva, senza filtri e schemi protettivi”. Mi piace “il suo disinteresse per i bianchi, i ricchi, gli occidentali, per i potenti della terra”. Mi piace quella sua eterna affermazione che “né la povertà né l’oppressione appartengono all’ordine naturale delle cose” e quel suo continuo spendersi per la libera parola, ché “la parola incontrollata, in libera circolazione, clandestina, ribelle, senza uniforme, non certificata, terrore dei tiranni, è il catalizzatore indispensabile” per ogni cambiamento reale, più di qualsiasi altro mezzo. Questo libro mi ha insegnato (oltre tutto) perché non sono un giornalista e perché questo mestiere sarebbe adatto a me. Perché suoi elementi specifici sono: a) una certa attitudine ad accettare di sacrificare qualcosa di noi; b) un costante approfondimento delle conoscenze; c) non è un semplice mezzo per arricchirsi. Kapuściński ha vissuto empaticamente il suo mestiere, confondendosi nei luoghi e con le persone dei paesi dov’era (di volta in volta) inviato per il suo lavoro. Non c’è altro modo per vivere qualunque esistenza. Pena: vivere un’esistenza qualunque. Segnalo questo libro a tutti quelli che, prima ancora che scrivere per se stessi, scrivono per essere letti. Lo segnalo, comunque, perché contiene verità molto spesso taciute dai media. E, in particolare, segnalo l’ultima parte (“Il racconto in uno spicchio d’aglio”), dove Kapuściński dialoga con John Berger. E, l’avrete compreso, il cinismo non genera mai buon giornalismo. Meditate!

venerdì 23 dicembre 2011

SHARDS by Ismet Prcic (Black Cat/Grove/Atlantic)






















“Ismet Prcic’s brilliant, provocative, and propulsively energetic debut is about a young Bosnian, also named Ismet Prcic, who has fled his war-torn homeland and is now struggling to reconcile his past with his present life in California. He is advised that in order to make peace with the corrosive guilt he harbors over leaving behind his family behind, he must “write everything.” The result is a great rattlebag of memories, confessions, and fictions: sweetly humorous recollections of Ismet’s childhood in Tuzla appear alongside anguished letters to his mother about the challenges of life in this new world. As Ismet’s foothold in the present falls away, his writings are further complicated by stories from the point of view of another young man—real or imagined—named Mustafa, who joined a troop of elite soldiers and stayed in Bosnia to fight. When Mustafa’s story begins to overshadow Ismet’s new-world identity, the reader is charged with piecing together the fragments of a life that has become eerily unrecognizable, even to the one living it. Shards is a thrilling read—a harrowing war story, a stunningly inventive coming of age, and a heartbreaking saga of a splintered family.”

OGGI MANGIO DA … 105: LA CUCINA DI ROBERTO
























“Roberto dopo aver creato nel 1991 insieme alla moglie Paola , a Felino, il paese che da il nome ad uno dei più apprezzati salumi d’Italia, “La Cantinetta”, un laboratorio di gusto e di sapori, pluripremiato da tutte le guide italiane, giovedì 23 settembre 2010, dopo una attenta ed accurata ristrutturazione, apre “La cucina di Roberto”, un nuovo stile per gustare il meglio dei prodotti della cucina parmigiana. La nuova cucina di Roberto ruota attorno ad un'arte culinaria che segue l'alternanza delle stagioni e rivisita ricette antiche e nuove legate al territorio. La nostra scelta per venire incontro alle esigenze del mercato e alle dinamiche dei consumi che ora prediligono un a gestione più snella e giovanile con attenzione ai costi, pur sempre selezionando prodotti di alta qualità, ciò che ci ha sempre contraddistinto negli anni, per cui possiamo proporre menù e prodotti a prezzi altamente competitivi. Dalla metà di ottobre, la domenica sera, per la prima volta a Parma, abbiamo creato la pizza gourmet, un nuovo modo di degustare la pizza con prodotti al top, in cui la pasta viene lievitata con lievito madre oltre 40 ore, mozzarella fiordilatte, pomodoro san marzano e ingredienti super selezionati. Roberto, Paola, Francesca ed Eleonora, vi aspettano a Felino nel nuovo universo del cibo.”


OTTO BROOKLYN
























“Located in historic Park Slope, Brooklyn, OTTO is a store that for that last nineteen years has featured an elegant selection of fine lingerie, swimwear, clothing, accessories and OTTO exclusives. Now we want to bring our intimate store to you online. We will offer some of our favorite lingerie, clothing, and jewelry as well as our Otto handbags. Also, featured is the artwork of Annette Englander.”.


Il libro del giorno: Israele e Territori Palestinesi la Terra Promessa di Tiziano Zolli (Polaris edizioni)


Israele e Territori
Palestinesi la Terra
 Promessa


Grande poco più della Calabria, capace di alternare deserti, campagna, montagne e pianure, Israele è da molti conosciuta come 'la Terra Promessa'. Noi l'abbiamo chiamata la 'Terra della Promessa', quella fatta da Dio ad Abramo e alla sua discendenza. Per gli Ebrei la Promessa è espressa nella terra che ospitò i figli di Isacco e di Giacobbe, che accolse il popolo liberato da Mose dalla schiavitù dell'Egitto. Per i cristiani è la terra dove è vissuta la 'Promessa di Dio', quella di un Messia che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e che ha il volto di Gesù di Nazareth, figlio di Giuseppe e di Maria. Per i musulmani, è la terra della promessa fatta da Dio ad Ismaele, figlio anch'egli di Abramo: la promessa che anche lui non sarebbe stato abbandonato nel deserto e nella sua vita. Tre religioni in un fazzoletto di terra con risorse naturali limitate, ma con un grande patrimonio umano e spirituale da scoprire attraverso luoghi, pietre e incontri. Dalla Galilea a Eilat sul Mar Rosso, dalla costa mediterranea alle rive del Mar Morto, in un caleidoscopio di tradizioni, è possibile scoprire Israele come 'Terra della Promessa' fatta a ciascun visitatore: la promessa di incontrare la bellezza e la varietà di questa parte del Mediterraneo; la promessa dell'incontro con altre religioni e culture che arricchiscono e trasformano l'anima umana; la promessa di un incontro e di un viaggio con un arcobaleno di tradizioni culturali e spirituali, ma anche di contraddizioni, che non lasciano nessun visitatore come prima dell'arrivo. Sarà anche per questo motivo, che visitare Israele vivendo i suoi ritmi e le sue contraddizioni, lascia ad ogni persona l'impegno di essere costruttori di pace con gli altri, ma prima di tutto dentro se stessi.


DIANA KENNEDY– site





















“Since more than 20 years, I, Diana, am a published graphc artist working for companies as well as for individuals. I do also publish my own books and films. This site will give you an overview of my work and my styles. I'm constantly accepting commissions and will gladly work on your project. I was born 1965 in basel, Switzerland and currently live in Eastern France. My first work was published in cultural magazines in Geneva, around 1979. From 1988 a German publisher started my regular Comic-Series " Loan" . Sonce then, I work as an independent arrtist and freelancer..”

(Image: Howard  by DIANA KENNEDY)



ROCKWOOL


















Il Gruppo Rockwool è leader mondiale nella produzione di lana di roccia, ha uffici commerciali e partners in tutto il Mondo, oltre ad avere 21 stabilimenti produttivi dislocati in tre continenti. La sede del Gruppo si trova a Hedehusene, ad ovest di Copenhagen, dove è situato anche il centro di ricerca e sviluppo di Rockwool International, edificio che nel 2000 ha vinto l’award come “The world’s most energy efficent office building”. Questo innovativo centro ricerche è l’esempio tangibile di come l’uso di materiali isolanti in lana di roccia possa rendere possibile la realizzazione di edifici energeticamente efficienti e in sintonia con le esigenze ambientali di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti.
Le divisioni: Le proprietà della lana di roccia sono tali che il Gruppo, nel corso degli anni, ha diversificato le sue attività e sviluppato numerosi settori d’applicazione tra i quali: la protezione incendio, l’isolamento termico, i controsoffitti acustici (Rockfon), i substrati per coltivazioni idroponiche (Grodan), i rivestimenti per facciate ventilate (Rockpanel) e le fibre speciali di rinforzo per materiali compositi. Questo a conferma dello spirito del Gruppo che ha come missione quella di proporsi come leader nella fornitura di prodotti, sistemi e soluzioni che mirino a far ottenere nel campo della progettazione edile e industriale, elevate performance di efficienza energetica, acustica e di protezione incendio.
L'impegno per l'ambiente. Una priorità nella produzione: Grazie a continue ricerche, il Gruppo Rockwool utilizza oggi la tecnologia di produzione più pulita al Mondo nel settore della lana di roccia. Tutte le filiali hanno sottoscritto la Carta per l’Ambiente della Camera di Commercio Internazionale. Inoltre, presso la casa madre, è attivo un Dipartimento ambientale che coordina le varie azioni e favorisce lo scambio d’iniziative tra le fabbriche.
Una vera e propria cultura condivisa: La salvaguardia dell’ambiente è parte integrante dei valori e della cultura del Gruppo Rockwool, dove tutti si impegnano ad adottare misure sempre più all’avanguardia in questo campo. L’ambiente rientra infatti nei programmi di formazione per i manager e per tutti i dipendenti.
Una filosofia in linea con i prodotti: L’attenzione costante per l’ambiente si adatta perfettamente alle qualità dei prodotti Rockwool. E’ infatti dimostrato che un prodotto Rockwool è in grado di far risparmiare nel corso della sua vita oltre 100 volte l’energia usata per realizzarlo. La lana di roccia permette quindi di limitare considerevolmente le emissioni di CO2 e di combattere l’effetto serra.


I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca (Feltrinelli). Intervento di Vito Antonio Conte
























E qualcuno ha scritto che dei suoi libri può utilmente scrivere soltanto un poeta. È opinabile. Come (quasi) tutto ormai. Ma (chiunque l’abbia partorito) è un concetto meritevole di rispetto. Qualcun altro ha (anche) scritto che sono un poeta. Opinabile anche questo. Di più… Se così fosse potrei, per quel primo qualcuno, scrivere della scrittura di cui potrebbe occuparsi soltanto un poeta. La scrittura in parola è quella di Erri De Luca e, in particolare, quella de “I pesci non chiudono gli occhi” (Feltrinelli Editore, Collana: I Narratori, pagine 115, € 12,00). C’è che (poeta o grafomane o altro…) di De Luca molto ho letto e dei suoi libri in più occasioni ho scritto. Ché, prima di ogni altra cosa, mi nutro di letture. Poi viene la scrittura. Eventuale. Esclusivamente quando necessaria. Come in questo caso. Ché “Te lo dico una volta e già è troppo: sciacqua le mani a mare prima che metti il morso all’esca. Il pesce sente odore, scansa il boccone che viene da terra. E fai tale e quale a come vedi fare, senza aspettare uno che te lo dice. Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.”. Scrivo in italiano le sue frasi e tutte insieme. Quando le diceva erano scogli staccati e molte onde in mezzo. Le scrivo in italiano, senza l a sua voce a dirle nel dialetto sono spente. Iniziava spesso con la – e - . A scuola insegnano che non si comincia un periodo con una congiunzione. Per lui la frase era la continuazione di un’altra detta un’ora, un giorno prima. Parlava poco,  spazi larghi di silenzio mentre sbrigava le faccende di una barca a pesca. Per lui si trattava di un solo discorso, che ogni tanto si staccava di bocca con la – e - , lettera che a scriverla disegna un nodo. Ho imparato dalla sua voce a iniziare frasi con la congiunzione”. E anche per me è stato così. Per i miei versi (e non solo) che si aprono con la – e - . Anche se non l’ho mai detto. Ché certe cose non mi va di spiegarle. Specialmente se me lo chiedono. Come quella volta, dopo la mia prima pubblicazione, che un magistrato onorario mi disse: “…sì, però quelle – e -  all’inizio”. Era stato amico di Ercole Ugo D’Andrea, lui. Di versi e di poeti se ne intendeva! E ancora peggio mi va di ripeterle. Poi, come adesso, capita… e ne parlo. Ché ci vuole attenzione quando si ascolta. Ammesso che si abbia la capacità di ascoltare. E (anche) leggere un libro è ascoltare. È come ascoltare l’Autore che parla… Ci vuole attenzione. Quel che arriva a noi dipende dalla nostra attenzione. Sì, anche da altro. Sensibilità, per esempio. E ancora… Poi, ognuno ne fa quel che vuole… Ho avuto molti maestri. Sul mare. Come sulla terra. Nessuno era professore! Ché la vita e le cose della vita non s’insegnano. E non s’imparano mandando a memoria qualche nozione. Nessuna nozione contiene vita. Siccome la vita non contiene nozioni. La scuola, anche e soprattutto fuor d’ogni nozionismo, è altro. E può insegnare altro. E può essere utile a apprendere altro. Non vita. Un po’ a vivere, sì. Ma non vita! Le cose della vita s’imparano… traversando l’esistenza con tutti i sensi allerta e una tasca sempre vuota. E, semmai, si possono trasmettere. Mai insegnare. È tutta qui la differenza tra dire e fare. Erri De Luca conosce bene quella differenza. Come la diversità. Ché l’ha scelta. E praticata. Anche con le parole. Usate sempre con assoluta attenzione. De Luca le adopera dopo averle tenute nelle mani. Dopo essersele girate e rigirate tra i palmi. Dopo averne sentita l’esatta consistenza. Dopo averne soppesato lo specifico significato. Dopo averle annusate. Dopo averle trattenu te sulla lingua. Nella bocca. E delle parole usate conosce il corpo e l’anima. Quand’era decenne, nell’estate del ’60 sull’isola d’Ischia, la seconda stava molto stretta nel primo. Finché non è stato colpito dalla sorpresa del verbo “mantenere”, cioè fino a quando non ha incontrato qualcosa di talmente grande e sconosciuto da non riuscire a abbracciarla, a contenerla, a comprenderla. Finché non ha imparato che “mantenere è tenere per mano” e, dunque, quella novità, quella meravigliosa novità, non poteva tenerla col suo piccolo corpo, con le sue sole mani, ma era necessario che la sua mano ne stringesse un’altra. Lui, bambino che affrontava per la prima volta l’esistenza a doppia cifra (“a dieci anni l’età si scrive per la prima volta con due cifre”), scopre anche il contenuto del verbo “amare” tenendo (nella sua) la mano di una ragazzina del Nord (come lui in vacanza a Ischia). Assaporandone l’alterità. E la diversità. E il sangue. E il medicamento del suo sorriso sulle sue ferite dopo le mazzate volute cercate e trovate dei tre bulletti antagonisti... E quel suo corpo che si spacca e cresce. A contenere tutta quella vita nuova. Immagine –per altro verso- già vista in “Montedidio” nel corpo di don Rafaniello, il calzolaio ebreo che in fine mette le ali… E se in “Montedidio” si attraversa il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, ne “I pesci non chiudono gli occhi” l’adolescenza comincia. E finisce con un bacio. Il romanzo s’apre con l’incipit sopra virgolettato e termina così: “Adesso e qui sta bene la parola fine, sorella minore di confine e di finestra chiusa”. In mezzo una gran bella narrazione. Parola dopo parola. Immagine dopo immagine. E, se volete, verso dopo verso.


giovedì 22 dicembre 2011

SEVEN YEARS. By Peter Stamm. Translated by Michael Hofmann.(Other Press)
























“Alex has spent the majority of his adult life between two very different women—and he can’t make up his mind. Sonia, his wife and business partner, is everything a man would want. Intelligent, gorgeous, charming, and ambitious, she worked tirelessly alongside him to open their architecture firm and to build a life of luxury. But when the seven-year itch sets in, their exhaustion at working long hours coupled with their failed attempts at starting a family get the best of them. Alex soon finds himself kindling an affair with his college lover, Ivona. The young Polish woman who worked in a Catholic mission is the polar opposite of Sonia: dull, passive, taciturn, and plain. Despite having little in common with Ivona, Alex is inexplicably drawn to her while despising himself for it. Torn between his highbrow marriage and his lowbrow affair, Alex is stuck within a spiraling threesome. But when Ivona becomes pregnant, life takes an unexpected turn, and Alex is puzzled more than ever by the mysteries of his heart.
Peter Stamm, one of Switzerland’s most acclaimed writers, is at his best exploring the complexities of human relationships. Seven Years is a distinct, sobering, and bold novel about the impositions of happiness in the quest for love.”

OGGI MANGIO DA … 104: TRATTORIA IL RIGOLETTO
















“Benvenuto nel mio sito, sono la Trattoria Rigoletto, ristorantino nel centro di Parma. Vorrei presentarti i miei padroni di casa, Antonella e Fabrizio, che ti accoglieranno cercando di farti trascorrere qualche ora piacevole. Nati entrambi nel '65, si incontrano alla scuola alberghiera di Salsomaggiore Terme, e oltre alla nascente passione per la cucina hanno scoperto, col passare delle incomprensioni e dei litigi scolastici, di piacersi. Hanno cominciato a "paciugare" e, nel '84 in seguito a uno scontro, si sono sposati. Nel frattempo, durante le pause dei mesi estivi hanno fatto esperienze stagionali in strutture alberghiere di montagna (Antonella) e mare (Fabrizio). Dopo il matrimonio hanno cominciato a lavorare per una società che gestiva una catena di ristoranti in Parma, fino a quando hanno pensato di esser pronti per fare una cosa loro: il 10 gennaio '99, aprono la mia porta, inizia la storia della Trattoria Rigoletto. Antonella è la mia anima, quella che in dialetto parmigiano si definisce "rezdora"; in italiano è la cuoca, in francese (che sa di importante) lo chef. Fabrizio si occupa del servizio in sala e della cantina.”


EILEEN’S SPECIAL CHHESCAKE IN NEW YORK


















“Eileen's Special Cheesecake opened for business in December, 1975, and arrived in lower Manhattan on December 4, 1976. Our location at 17 Cleveland Place, opposite Spring and Lafayette Streets at the corner of Kenmare and Centre Streets, was not even listed on most maps. Cleveland Place has only about five buildings on the street. The Police headquarters on Centre Street had vacated, and all the area businesses closed up. It was a “ghost town” when I first arrived, but that didn’t bother me because the rent was low and I desperately needed a place to bake for my growing wholesale business. I hadn’t considered the retail aspects of the business until people started knocking on the door of the bakery wanting to buy cheesecake. With that encouragement, I purchased a bakery case and began to conduct retail business. Soon after our cheesecake attracted the Press and we were listed in “Best Bites” in New York Magazine. Radio station WOR rated us “Number One cheesecake” and we appeared on television quite often whipping up a batter of cheesecake. We eventually began to ship our cheesecakes overnight anywhere in the United States, which opened up a new market for us. However, Cleveland Place continued to be a difficult location for New Yorkers to find. Although we are around the corner from the Spring Street subway stop, there was not much to bring people to the area in those days, except for cheesecake. The summer of 2000, we signed our first lease with the Port of Authority to put a kiosk in the outdoor area between the two towers of The World Trade Center. Every afternoon, from May to September, we would sell our cheesecakes to people who worked in the buildings and to tourists. There was entertainment every afternoon, and it was great being able to represent New York’s favorite dessert (cheesecake). Unfortunately, that all ended on September 11th. Our kiosk was destroyed, but fortunately our employee was not on duty yet. Business at Cleveland Place declined, because subway service was cut off and no one was walking around downtown. For six months, we kept our workforce busy baking for the rescue workers. Time passed, and now Cleveland Place is in a popular area where the mix of people and restaurants and shops are so unique. Downtown is becoming the “place to be”, and we are actually on most maps now. We survived difficult times, and now “let the good times roll”! Eileen's Special Cheesecake is open every day Monday-Friday from 9AM till 9PM; Saturday and Sunday from 10AM till 7PM. Daily delivery is available in Manhattan; overnight delivery to anywhere in the U.S.A. Call us at 212.966.5585 or 1.800.521.CAKE.
www.eileenscheesecake.com”.


Il libro del giorno: Case Stregate - Luoghi spetrali di tutto il mondo di Alison Ratte e Allison Vale (Gremese Editore)



Questo libro raccoglie un impressionante catalogo di segni e presenze che dal passato più remoto ad oggi hanno accompagnato la storia dell'uomo. Un avvincente viaggio per epoche e continenti che "stregherà" anche le menti più razionali. Gli antichi manieri sono solo alcuni dei luoghi "abitati" da fantasmi e poltergeist. In tutto il mondo, abitazioni modeste o signorili, teatri, prigioni, addirittura sponde di fiumi e sperduti villaggi coloniali hanno registrato manifestazioni a dir poco inquietanti: figure apparse dal nulla, gemiti e rumori inspiegabili, oggetti animati da energie misteriose.
Case Stregate

JENNY GRAY – site























“ABOUT JENNY GRAY - I make art under the old oaks in Monroe, Oregon (just outside Eugene). I have a wonderful messy studio were I design, make prints and paint.
ABOUT MY ART - I love color, I love the way ink sits on fine paper, and how layers of paint tell a story. I play with composition and color, always refining, changing and creating as I work my way through a piece. I am influenced by many things among them: the northwest landscape, old barns, old signs, typography, moss, the desert, paper ephemera, vintage textiles, 1950's modern design and art. Design is my first love and painting is my mistress. I will always love design, she is always there for me, clean and simple, and her typography is irresistible. But painting is freedom, raw emotion, it is messy and drippy. In some of my work you will see a convergence of painting and design, in other pieces one is definitely dominant. I want my fine art to have layers of meaning and when it is in someone's home I want it to keep telling different, ever changing stories. I love when people bring their own viewpoint to a piece of work, they see things I never thought of.
ART WILL MAKE YOUR LIFE BETTER - I hope people will think of art as an investment, not so much in monetary terms, but in something that will give years of enjoyment and entertainment while visually and emotionally enhancing the spaces the work is displayed in.”

(Image: American Landscape by Jenny Gray)


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

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