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martedì 13 dicembre 2011

GLI "INVISIBILI" SONO SOLO GLI OPERAI DI ILVA?

ALTAMAREA contro l'inquinamento - KURUMUNY EDIZIONI

 

GLI "INVISIBILI" SONO SOLO GLI OPERAI DI ILVA? - Mercoledì 14 Dicembre 2011

ore 17.30 presso Consultorio Familiare "Il Focolare" (Via Plateja 142, Taranto)

 

Convegno/Dibattito organizzato da ALTAMAREA contro l'inquinamento

presso il Consultorio Familiare "Il Focolare" (Via Plateja 142) a Taranto.

 

Presiede e saluta: Luigi Boccuni

Modera: Piero Massafra

 

Saranno presenti inoltre:

gli autori di "Invisibili" (Kurumuny Edizioni) -  Fulvio Colucci e Giuse Alemanno

 

Una rappresentanza dei Sindacati, un rappresentante di Ilva Spa, Biagio De Marzo, già Dirigente del TES Ufficio Tecnico di Stabilimento, Patrizio Mazza, ematologo. Interventi dalla sala (RSU, Siderlandia, cittadini)

 

È passato quasi un anno dalla pubblicazione di "Invisibili. Vivere e morire all'Ilva di Taranto", libro inchiesta scritto a quattro mani da Fulvio Colucci e Giuse Alemanno, pubblicato da Kurumuny Edizioni. Un anno fitto di presentazioni in tutta Italia ma anche un anno fatto di storie, incontri, dibattiti nei quali è stata riportata la questione delle condizioni di lavoro e delle ricadute del lavoro e delle fabbriche sull'ambiente e sui cittadini. "Invisibili" (Kurumuny), grazie al taglio giornalistico narrativo, ha dato modo di affrontare una questione 'storica' per la città di Taranto e per tutto il Sud in un modo chiaro e partecipativo; segno ne sono i numerosi incontri che si sono tenuti in tutto il nostro paese.

 

"Invisibili" torna a Taranto, nella giornata del 14 dicembre 2011, presso la sede del Consultorio Familiare "Il Focolare", dove l'associazione ALTAMAREA, impegnata contro l'inquinamento, ha organizzato un convegno/dibattito dal tema "Gli 'invisibili' sono solo gli operai di Ilva?". Insito nel tema lanciato un invito a estendere l'indagine, non solo giornalistica o editoriale, ad altri ambiti. Data la tematica affrontata e la presenza di rappresentanze di associazioni e cittadini che vivono una questione così urgente in prima persona, il dibattito di annuncia di estremo interesse. L'ingresso è libero, tutti sono invitati a prendere parte all'evento e a fornire il loro apporto nel dibattito. A distanza di quasi un anno dalla pubblicazione di "Invisibili" (Kurumuny) quella del 14 dicembre è un'occasione per fare il punto sul quanto è nato dalla pubblicazione di questo libro.

 

INVISIBILI. Vivere e morire all'Ilva di Taranto

Non molto tempo fa gli operai dell'allora ITALSIDER vennero chiamati metalmezzadri. Era la generazione dei Cipputi, dei sindacati e degli scioperi che paralizzavano la produzione, della terra o del mare da coltivare, dopo il turno. L'ITALSIDER non c'è più. C'è l'ILVA. Una nuova fabbrica con un nuovo nome e nuove regole, ma soprattutto una nuova generazione. Una generazione che sogna la grossa vincita al gratta e vinci o al massimo la divisa da carabiniere. Per i nuovi operai dell'ILVA, divisi in normalisti e turnisti, il sindacato è lontano; al suo posto ci sono i tornei di calcetto aziendali che favoriscono la comunicazione, ma non troppo. Rimane la paura di non tornare più a casa e i santi a cui affidarsi, una volta custoditi nei portafogli ora immagini su cellulari. Le immagini dei santi si affiancano a quelle delle mogli, dei figli e delle famiglie e di loro è tutto quello che oltrepassa i tornelli dell'ILVA. La vita scandita dai turni. Tra la fabbrica e la vita fuori, lo spogliatoio dove si svestono i panni civili e si indossa la tuta da operai. Perché l'Ilva è anche volti stanchi, epopea di pendolari, famiglie e figli, doveri e rancori, solidarietà e silenzi, verità e menzogne. L'Ilva è carne viva, metafora di una condizione universale, piccolo spaccato di mondo. Una fabbrica non soltanto di acciaio ma di storia e storie. E sullo sfondo una città lontana assente, dai contorni sfumati come fosse di sabbia, la stessa sabbia che si indurisce nel naso e lo fa sanguinare. Invisibili di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, l'Ilva di Taranto. Ma è anche il racconto delle contraddizioni di una città intera, sparsa su 2600 ettari di cui l'Ilva occupa 1600: facile capire chi comanda e chi dà da mangiare ai tarantini, più difficile è capire perché accade che dei bambini, come quelli di Taranto, siano in trincea per una guerra impari contro un nemico subdolo e imprevedibile, l'inquinamento. Il ricatto occupazionale e il sentirsi colpevoli di lavorare. Questo è uno dei pregi di Invisibili, la narrazione di un'umanità divisa fra la necessità e il rifiuto, la psicologia di chi ogni giorno passa quei cancelli aspettando il momento di uscirne, il malessere di chi sa che non può farne a meno pur essendone sempre tentato.

 

Info:

http://www.kurumuny.it

http://www.kurumuny.it/pubblicazioni/dettagli_pubblicazione.php?id=87

 

IL BLOG DI MARCELLO FOA

















“Marcello Foa è nato a Milano nel 1963, è sposato e ha tre figli. Laureato in Scienze politiche all’Università degli Studi di Milano, ha iniziato la carriera giornalistica a Lugano nel 1984 alla Gazzetta Ticinese e poi al Giornale del Popolo, due quotidiani ticinesi. Nel 1989 è stato assunto al Giornale  da Indro Montanelli con la qualifica di vicecaporedattore esteri. Nel 1993 lo stesso Montanelli lo ha nominato caporedattore esteri, incarico mantenuto per 12 anni.
Nell’agosto 2005 è diventato inviato speciale di politica internazionale con particolare attenzione per Russia, Francia, Germania, Turchia, Stati Uniti, il processo di unificazione europea e le questioni geostrategiche. Nel 2011 ha diretto il sito de il Giornale, da metà agosto dirige il gruppo editoriale svizzero TImedia. Ha creato “Il cuore del mondo” nel 2007, oggi è un blog indipendente ospitato da ilgiornale.it. Ha collaborato con numerose testate radiotelevisive, italiane e straniere tra cui Bbc Radio. Nel 2004 ha cofondato l’Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) presso l’Università della svizzera italiana (Usi) di Lugano. Ha focalizzato le proprie ricerche accademiche sul fenomeno dello spin, finalizzandole nel saggio (2006, Guerini e associati editore), testo che è stato adottato da 7 università. Dal 2004 insegna giornalismo internazionale e comunicazione all’Università della Svizzera Italiana, a livello di bachelor e di master,  nonché giornalismo internazionale al master di giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. Ha tenuto lezioni all’Università statale,  all’Università di Bergamo, nonchè conferenze per associazioni pubbliche e private in diversi Paesi. Nel 2010 è uscito il suo secondo libro, il romanzo storico “Il ragazzo del lago“, la straordinaria vita di Aimone Canape, l’ultimo testimone della cattura di Mussolini a Dongo, che ha venduto oltre 15mila copie in pochi mesi.”







MEGAN FRAUENHOFFER – PRINTMAKING +DRAWING



















“Megan Frauenhoffer/Megan Frau pronounced  like this: Frow-in-hof-er

Bio: I am a printmaking artist originating from St. Louis, Missouri. In May 2010, I completed the Master’s in Printmaking at the Minneapolis College of Art and Design, where the thesis work explored the unconscious by blending memory with appropriations of fairy tale and myth. The art draws from personal experiences as an identical twin and a love of stories from all origins. To date, my career highlights include MCAD MFA exhibitions at the Burnet Gallery and The Soap Factory in Minneapolis, all-female group shows Feminality at Los Angeles’s Hive Gallery and Glass, Cinder and Thorns at 323East in Royal Oak, Michigan, the Multiversal group exhibition featured at Art Basel Miami, becoming Altered Esthetics’ featured artist for March on their 2010 artists calendar, being listed as one of Minneapolis City Page’s 100 Creatives, and invitation to the Dirty Printmakers of America’s States of the State printmaking exchange that made an appearance at the 54th Venice Biennale. As a printmaker, I have been accepted to various printmaking/works-on-paper juried shows including Print U.S.A., Paper in Particular, Los Angeles Printmaking Society and SHY Rabbit Print National. Most recently, my artwork has been appearing in print such as FIND Art Magazine, Beautiful/Decay Book 6, Hive:5 Comics Anthology, and Paper Darts Press’s Get In If You Want to Live.
Artist Statement: My art explores emotions that hide between reality and the subconscious. I am interested in whether particular emotional moments shape our being or if behavior is hereditary, unable to control or overcome. Growing up as a test subject for a longitudinal twin behavioral study, I am drawn to the discourse of nature vs. nurture in human development. My prints and drawings chart a narrative of reflection to moments of awkwardness, confusion, anger, grief, or loneliness. These instances of contemplation are infused with fantastical tales culturally embedded from our childhoods such as myths and fables. Within these new phantasms, animals, spirits, doppelgangers, and monsters collide with the heroine, empowering or overwhelming her. The use of  folktale allusions connects to wider understanding of struggle and growth as well as reinvent the story’s outcome. I investigate these notions through a combination of illustrative detailing, emotive marks with printmaking and drawing media. An abstract and dreamlike state is evoked through the distressed surfaces, inkblot atmospheres, and the misprint and layering of uneven flood strokes of silkscreen printing. A sense of unease is hinted in the stuttering lines of the figure’s overall appearance. The prints capitalize on printmaking’s capacity for repetition, repeating similar figures to echo the exploration of self or lack thereof, often drawing from personal experiences of being an identical twin. The narrative is structured through an intuitive process of printing the image in response to what layer was previously printed on the paper.Within this investigation, there is a subsequent study using imperfect prints, casts offs of an edition, as collage fodder that mutates the heroine into multi-limbed and anthropomorphic monsters. Cutting up and reconfiguring the misprints reveals a darker insight of one’s psyche. These processes reveal unconscious thoughts filter through the conscious mind, invoking subjective interpretations based on shared experiences.”

Image: Megan Frauenhoffer (artist)



THE MARRIAGE PLOT. By Jeffrey Eugenides. (Farrar, Straus and Giroux)






















“It’s the early 1980s—the country is in a deep recession, and life after college is harder than ever. In the cafés on College Hill, the wised-up kids are inhaling Derrida and listening to Talking Heads. But Madeleine Hanna, dutiful English major, is writing her senior thesis on Jane Austen and George Eliot, purveyors of the marriage plot that lies at the heart of the greatest English novels. As Madeleine tries to understand why “it became laughable to read writers like Cheever and Updike, who wrote about the suburbia Madeleine and most of her friends had grown up in, in favor of reading the Marquis de Sade, who wrote about deflowering virgins in eighteenth-century France,” real life, in the form of two very different guys, intervenes. Leonard Bankhead—charismatic loner, college Darwinist, and lost Portland boy—suddenly turns up in a semiotics seminar, and soon Madeleine finds herself in a highly charged erotic and intellectual relationship with him. At the same time, her old “friend” Mitchell Grammaticus—who’s been reading Christian mysticism and generally acting strange—resurfaces, obsessed with the idea that Madeleine is destined to be his mate. Over the next year, as the members of the triangle in this amazing, spellbinding novel graduate from college and enter the real world, events force them to reevaluate everything they learned in school. Leonard and Madeleine move to a biology Laboratory on Cape Cod, but can’t escape the secret responsible for Leonard’s seemingly inexhaustible energy and plunging moods. And Mitchell, traveling around the world to get Madeleine out of his mind, finds himself face-to-face with ultimate questions about the meaning of life, the existence of God, and the true nature of love. Are the great love stories of the nineteenth century dead? Or can there be a new story, written for today and alive to the realities of feminism, sexual freedom, prenups, and divorce? With devastating wit and an abiding understanding of and affection for his characters, Jeffrey Eugenides revives the motivating energies of the Novel, while creating a story so.”



OGGI MANGIO DA … 96: OSTERIA DEL VICOLO NUOVO

























Dal 1984 fantastici  anni di gusto e passione all'Osteria del Vicolo Nuovo e non sentirli. Le sale piene di fascino, ricavate da un antico palazzo secentesco ex scuola di Gesuiti, sono affidate alle travolgenti risate di Ambra Lenini, ostessa nel sangue,  e alla più discreta cortesia di Rosa Tozzoli. In cucina le chef Simona Sapori e Stefania Baldisarri, in collaborazione con Samira Sourour e Miriam Fornero. Spinte da vero furore culinario e rigore, sanno offrire  un'illuminante interpretazione della cucina di tradizione, proponendo piatti legati al territorio. Il locale si sviluppa su due piani con cantina ad ampie volte e sala con camino, rendendo l'ambiente speciale e di magica atmosfera per cene con ospiti,  incontri di lavoro o cerimonie. A secondo delle stagioni si può iniziare assaggiando Fiori di zucchina farciti con ricotta della Valle del Santerno, Crostatina di spinaci e formaggio Squacquerone, Salsiccia Passita con Mortadella classica di Bologna e piadina Romagnola e un favoloso Polipetto in olio extravergine negli anni diventato piatto top. Poi paste rigorosamente tirate al mattarello, quali Tortellini in brodo, Tagliatelle con funghi porcini di bosco, Tortelli con formaggio caprino e pere, Strozzapreti con vongole e seppioline dell’Adriatico o Garganelli di Imola con scalogno di Romagna e pancetta, in aggiunta a Zuppe e Risotti molto apprezzati da tutti. Grande attenzione per le verdure di stagione utilizzate in antipasti o in secondi vegetariani oppure in abbinamento a preparazioni con pesce. Il Coniglio arrostito in rete all'Albana di Romagna, il Carrè di agnello con aromi e l'Anitra novella al succo di arancia sono fra i secondi preferiti, ma non rinunciate alla selezione di formaggi di qualità (alcuni dei presidi slow food) serviti con confetture di casa. Poi arriva il dolce, vero punto forte del locale e fra i tanti che vengono offerti, sono da assaggiare la Zuppa inglese, i Cannoli alla crema con cioccolato fuso, lo Zabaione con la frutta sciroppata e una strepitosa Torta sabbiosa con mascarpone che vale la sosta. Un'orchestra di grandi donne per una cucina vera che nel corso degli anni ha ottenuto riconoscimenti dalle maggiori guide e riviste di cucina. Sempre con nuove idee, negli ultimi anni hanno saputo trasformare il vicolo di fronte al locale in palcoscenico gastronomico e nella bella stagione ogni giorno si rinnova la magia: il traffico lascia improvvisamente spazio a tavoli e ombrelloni, dove si pranza e si cena  a lume di candela, facendo  scoprire uno spazio inedito e affascinante nel cuore del centro storico di Imola”


Il libro del giorno: Viaggio al buio di Eleonora Goio e Ennio Zingarelli (Besa editrice)






















“L’avventura è più vera senza tecnologia. E la mitica Via della Seta diventa un’avventura vera, come una volta, ad affrontarla alla guida quasi di un giocattolo, anziché di un quattroperquattro. Eleonora ed Ennio sono partiti da Udine alla volta di Pechino con una verde Méhari, deliziosa vetturetta nata per le spiagge della Costa azzurra, non per i deserti dell’Asia centrale. Il loro viaggio
è un salto geografico e nel tempo, un recupero di ritmi più lenti, il piacere della scoperta. Il loro mezzo ritrova l’orgoglio del nome, “méhari” in francese sono i dromedari che da millenni attraversano il Sahara, e la piccola automobile di plastica, nonostante i quasi quarant’anni di vita, affronta senza timore le strade carovaniere disegnate nelle sabbie orientali. E diventa una sorta di lasciapassare in paesi non sempre facili, stimolando la simpatia delle popolazioni incontrate. Un “viaggio al buio” di due persone che si sono incrociate pochi mesi prima di partire e, chilometro dopo chilometro, ritrovano passioni comuni e il piacere di viaggiare insieme. Tanto da ripartire, l’anno successivo, con una nuova meta: il giro del Mediterraneo via terra. “ (Leonardo Bizzarro)

Eleonora Goio nasce a Trento ma si trasferisce quasi subito a Bolzano, dove insegna educazione fisica in molti licei della provincia. Pratica innumerevoli sport: dal softball alla canoa, dallo sci al nuoto, dalla subacquea alla vela. Attualmente vive nella campagna marchigiana.

Ennio Zingarelli (co-autore) nasce a Oria, in provincia di Brindisi, e consegue la laurea in medicina
a Siena, oltre alle relativ e specializzazioni in anestesia, ginecologia, odontoiatria e protesi dentaria. Dopo varie esperienze lavorative, e non solo, approda a Udine dove esercita la professione di dentista; nonostante questo impegno professionale trova il tempo per laurearsi anche in giurisprudenza, scienze politiche, scienz e internazionali e diplomatiche, sociologia.

New York NATURALS



















“Amy Hamberry was working in her health food store when she started wondering why she couldn't get a good supply of the hot new item: kale chips. She decided it was time for New York to have its own kale chips, and started making them and selling them in the New York Naturals store on Flatbush Avenue in Brooklyn. With plenty of feedback from customers, she eventually created a delicious chip that is now sold in more than 150 stores in New York City and on the East Coast as well as online. The chips did so well that Amy and her husband Joe decided to shut down the retail store in order to focus on kale chip production, opening a facility at the Monti Building in Brooklyn, a 120 year old warehouse with a 40kW solar installation on the roof. New York Naturals Kale Chips have gotten great reviews. We make them by hand daily in our Brooklyn facility and ship them within a few days of being made, so they are always fresh and delicious.”.


GRAS CALCE























“Dal grassello di calce al prodotto preconfezionato - La storia di Gras Calce coincide con l'intuizione imprenditoriale dei fratelli Cereda di passare dalla produzione di grassello di calce destinato all'autoconsumo, attraverso l'impresa di costruzioni di loro proprietà, alla vendita del prodotto preconfezionato in sacchi. Una scelta che si rivela strategica oltre che fortemente innovativa per gli Anni Settanta: è grazie agli indiscussi vantaggi pratici di questa soluzione offerta al mercato dell'edilizia che Gras Calce conosce il suo primo significativo successo commerciale che la porta a realizzare, nel 1971, il nuovo impianto di produzione del grassello di calce, con una capacità di stoccaggio e maturazione di 10mila tonnellate di prodotto.
Una gamma di prodotti tradizionali facili da usare - Il percorso di sviluppo aziendale perseguito negli anni successivi trova sempre stimoli e ragioni nel rapporto che Gras Calce sa instaurare, attraverso le rivendite edili, con le imprese: un dialogo che le consente di proporsi con soluzioni sempre innovative in risposta alle esigenze del cantiere moderno. Al grassello di calce viene così affiancata la produzione di malta fine. Quindi, nei primi anni '80, anticipando le tendenze di un mercato che si sarebbe sempre più indirizzato verso il recupero edilizio, Gras Calce amplia la propria offerta. Viene così creata una Linea Malte in sacco di tipo tradizionale, a base di aggregato siliceo, che costituisce la prima vera alternativa alle malte preparate in cantiere. Questi predosati realizzati con le stesse materie prima da sempre impiegate nel settore, incontrano subito l'interesse e il favore dell'utilizzatore finale. Alla Linea Malte presto si affiancano nuovi prodotti naturali e tradizionali pensati e realizzati nel pieno rispetto della filosofia Gras Calce, basata su caratteristiche di facilità di impiego, polivalenza e flessibilità.
Lo sviluppo di prodotti sempre nuovi - Il dialogo diretto con il mondo dell'edilizia e coi suoi operatori è uno dei punti di forza di Gras Calce. Altri elementi concorrono allo sviluppo di quest'azienda che, nell'ottica di un programma a medio-lungo termine, sta continuamente ampliando la propria sede operativa. Inoltre Gras Calce ha scelto di investire in una costante ricerca di nuovi prodotti: un'attività instancabile che si sviluppa nel laboratorio aziendale, dove uno staff di tecnici si occupa di formulare innovative soluzioni testandone l'affidabilità nel tempo. I prodotti, anche quelli più specifici, mantengono una delle loro caratteristiche principali; “rendere facile la vita al muratore”.
L'innovazione dei processi di produzione e confezionamento -  Se il laboratorio è la “mente”, gli impianti di dosaggio e di confezionamento sono il “braccio” del processo di innovazione tecnologica che da sempre contraddistingue Gras Calce. La profonda conoscenza delle materie prime utilizzate ha consentito a Gras Calce di sviluppare speciali impianti di confezionamento automatizzati, frutto dell'engineering aziendale. Ne sono un esempio significativo gli impianti per la confezione “bisacco”, un'invenzione Gras Calce che risale al 1984.”



La felicità del testimone di Elisabetta Liguori (Manni)






















“Ora sì che bisognerà lavar tutto, sta dicendo. Darsi da fare con l’ammorbidente. Versarne a litri nel cassettino, per far tornare il vestito nuovo come era prima che papà Claudio cambiasse idea. Prima che il morto morisse. Prima che le finestre s’accendessero in coro. Prima che arrivassero in un pacco d’oro le scarpe con la fibbia e sparissero le sedie dalla strada. Strofiniamo più forte, mamma. Carichiamo i colorati, carichiamo i colorati! Ora che parte la centrifuga, vedrai, si rovescerà il mondo e tutti cammineranno sulle mani, come al circo di Nando Orfei, quando viene Natale.”

Flavia ha solo otto anni e conosce la forma della morte. In piedi su una sedia, il naso incollato alla finestra, in una calda notte di giugno ha assistito al delitto di Gaetano Scalise, consigliere comunale di un paesino del Salento. Dai suoi racconti incerti dipende la felicità di molta gente, e innanzitutto la propria. A raccogliere i ricordi, i disegni, i cinguettii della bambina c’è Concetta, assistente sociale in sovrappeso, donna abitudinaria e semplice, con il suo piccolo rassicurante universo: un solo antico amore, la madre cocciuta, un badante indiano dal cuore d’oro, l’amica fidata, una cagna inquieta. Le vite di Flavia e Concetta si legano saldamente, mentre le stagioni sfilano mute, reticenti, immobili come muretti a secco. La verità non è che uno tra i tanti desideri che le tengono unite.

Elisabetta Liguori è nata nel 1968 a Lecce, dove vive ed è cancelliere presso ilTribunale dei Minori. Scrive sulle pagine culturali del “Nuovo Quotidiano di Puglia”. Ha esordito con il romanzo Il credito dell’imbianchino e nel 2007 ha pubblicato con Pequod Il correttore. Ha partecipatoa varie antologie: con Manni, Mordi e Fuggi (2007) e Sangu (2011).

lunedì 12 dicembre 2011

AMBER L. BAILEY PAINTING













“Since childhood, Amber Bailey has been inspired to create imagery through both observation and imagination. With only minimal formal training, Amber has developed into a painter who is often recognized for her natural understanding of the human form. Amber studies and creates art from various subjects, but finds her strongest inspiration from human life. Whether painting from a posed model or from a photograph of passers-by, Amber is intrigued by people and their everyday lives. In her portraiture, Amber has been noted for her ability to capture the mood of her subjects. Amber Bailey has studied under artists that include Larry Davis, Kyle Keith and Paul Ladnier. She recieved her Bachelor's Degree in Communications from the University of North Florida in 2005.”




LOST MEMORY OF SKIN. By Russell Banks (Ecco/HarperCollins)


























“He acclaimed author of The Sweet Hereafter and Rule of the Bone returns with a provocative new novel that illuminates the shadowed edges of contemporary American culture with startling and unforgettable results. Suspended in a strangely modern-day version of limbo, the young man at the center of Russell Banks’s uncompromising and morally complex new novel must create a life for himself in the wake of incarceration. Known in his new identity only as the Kid, and on probation after doing time for a liaison with an underage girl, he is shackled to a GPS monitoring device and forbidden to live within 2,500 feet of anywhere children might gather. With nowhere else to go, the Kid takes up residence under a south Florida causeway, in a makeshift encampment with other convicted sex offenders. Barely beyond childhood himself, the Kid, despite his crime, is in many ways an innocent, trapped by impulses and foolish choices he himself struggles to comprehend. Enter the Professor, a man who has built his own life on secrets and lies. A university sociologist of enormous size and intellect, he finds in the Kid the perfect subject for his research on homelessness and recidivism among convicted sex offenders. The two men forge a tentative partnership, the Kid remaining wary of the Professor’s motives even as he accepts the counsel and financial assistance of the older man. When the camp beneath the causeway is raided by the police, and later, when a hurricane all but destroys the settlement, the Professor tries to help the Kid in practical matters while trying to teach his young charge new ways of looking at, and understanding, what he has done. But when the Professor’s past resurfaces and threatens to destroy his carefully constructed world, the balance in the two men’s relationship shifts. Suddenly, the Kid must reconsider everything he has come to believe, and choose what course of action to take when faced with a new kind of moral decision. Long one of our most acute and insightful novelists, Russell Banks often examines the indistinct boundaries between our intentions and actions. A mature and masterful work of contemporary fiction from one of our most accomplished storytellers, Lost Memory of Skin unfolds in language both powerful and beautifully lyrical, show-casing Banks at his most compelling, his reckless sense of humor and intense empathy at full bore. The perfect convergence of writer and subject, Lost Memory of Skin probes the zeitgeist of a troubled society where zero tolerance has erased any hope of subtlety and.”

OGGI MANGIO DA … 95: Ristorante Parlamintè





















“Il ristorante trattoria E Parlamintè nasce nel 1985, negli ambienti di una vecchia osteria risalente alla fine dell'800 frequentata prima da anarchici poi da socialisti, in particolare dall' Imolese Andrea Costa, fondatore del partito socialista italiano e primo deputato socialista al regio parlamento. La Famiglia Dal Monte trasforma l'osteria in ristorante grazie al figlio Massimo che frequenta la scuola alberghiera e fa pratica presso il ristorante S. Domenico di Imola.
Il ristorante viene ristrutturato nel 1997 riportando alla luce le vecchie travi di legno ed arredandolo con mobili di inizio 900 di una vecchia drogheria imolese. Attualmente è frequentato da famiglie, professionisti, giovani e dai politici locali per cui continuano le discussioni politiche che hanno dato il nome al locale. E Parlamintè è affiliato ad A.RI.AL.CO e alla Strada Dei Vini e Sapori Colli Di Imola.”


Il libro del giorno: Il bosco dei baci spenti di Giorgio Bona (Besa editrice)























Alta Val Susa. 1948. In un crepaccio viene trovato un cadavere, ormai irriconoscibile. Poco tempo prima, da Salbertrand, sono scomparse due persone: un uomo e una donna. Uno è Giuseppe, Bepi, scampato miracolosamente dalla campagna di Russia e tornato con l’animo carico di rancori e di segreti. La donna è la suocera, Gisella, pettegola e frivola. Prima della chiamata alle armi, Giuseppe si unisce in matrimonio con Bianca. Sono i genitori dei due ragazzi a tirare le fila, convogliandoli verso un’unione che non li convince appieno. Giuseppe è il più diffidente e sembra fiutare qualcosa che non scorre per il verso giusto. Lei si mostra più accomodante, apparentemente fa andare bene le cose soltanto per accontentare la madre. Il racconto si snoda tra flash back e voci in presa diretta, seguendo la pista dell’indagine. I luoghi sono quelli indomiti e selvaggi intorno a Salbertrand, in Val Susa, e in questo scenario Bona ci racconta il dramma degli inganni: amore, fiducia, incoscienza, tradimenti, sparizioni, omicidi, dove la trama si complica e si tesse di intrigo e di mistero.

Giorgio Bona, piemontese, classe 1956, vive a Frascaro, un piccolo paese del Monferrato tra Alessandria e Acqui Terme. Ha tradotto dall’inglese autori come Lee, Muir e Hamburger e dal russo la raccolta antologica Fiabe dei Balcani a Vladivostock (Besa, 1999). Con Besa ha inoltre pubblicato Chiedi alla nuvole chi sono (2008) e Ciao, Trotzkij (2010).


CECI CELA PATISSERIE in New York























“Celebrated French pastry chef and founder Laurent Dupal has presided over New York City 's famous Ceci-Cela for over 15 years. Offering authentic patisseries rivaling anything in Paris, Ceci-Cela has recently expanded beyond its charming storefront in the heart of SoHo into a full-range online wholesale operation. Chef Dupal's insistence upon the best ingredients in the highest artisanal quality pastry possible has resulted in a consistently high satisfaction rate, high return customer rate, and growing consumer base. Our extensive wholesale operation allows for extraordinary service with no compromise in quality. Whether you are a business looking to carry our product, or an individual with a custom request, we are, as always, dedicated to providing the best pastries in New York City. For superior croissants, pain aux raisins, fraisier, or tarte aux pommes and other creations from our expanded inventory, rest assured that we stand behind our product. We look forward to serving you.  ”.



RITORNO A CITTA’ DI SOLITUDINE DI GIOVANNI SICURANZA (YOUCANPRINT)






















“Giovanni Sicuranza classe 1967, lo troviamo in giro tra la storia delle pubblicazioni italiane anche in contesti pregevoli come l’antologia noir “La legge dei figli”, con prefazione di Giancarlo De Cataldo, edita da Meridiano Zero Editore o nell'antologia "365 racconti erotici per un anno” edita da Delos Books Editore. "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" con Youcanprint Editore, l’ha portato a riscuotere un discreto interesse di pubblico e di critica tanto che già con questa pubblicazione la costruzione identitaria prende lentamente piede, ovvero pare che l’autore si trovi nella condizione di dover scegliere se perseguire la strada del noir, del gotico o del giallo tout court. Ad ogni modo il percorso di Sicuranza anche in “Ritorno a Città di Solitudine” passa attraverso il racconto breve, un indicatore di senso impeccabile al fine di condensare la completezza introspettiva dei personaggi, la suspence, la forza della creatività in poche pagine, in pochi fulminei tratti di penna. In questo suo secondo lavoro l’autore sceglie come ombra malevola e macilenta che aleggia su ogni vicenda narrata è tal Federico Luigi Lombroso studioso par exellance degli incubi di Fine Viaggio. Un paese che sin dal 1864 ha stretto un patto di gemellaggio con la Morte (siamo in piena “battaglia” per l’unità d’Italia e tutto parte dall’uccisione “presunta” dei due briganti Rocco e Bendano), forse l’unica risorsa di una terra dove la Signora con la Falce, diventa ristoro per le anime in pena in questo mondo.

GEOSEC

















“Servizi, prodotti e soluzioni specialistiche vincenti, personalizzate ad ogni problema di consolidamento dei terreni di fondazione delle costruzioni. Un network di società operative sul territorio Europeo che si riconoscono in un unico marchio di fabbrica e in un protocollo di qualità comune certificato per una completa soddisfazione finale dei nostri clienti. Un network di società, che pur mantenendo la loro autonomia sul proprio mercato, condividono tecnologie, esperienze e know how nel consolidamento dei terreni con iniezione di eco-resine espandenti per la sicurezza e la stabilità nel tempo delle nostre applicazioni. La risposta qualificata, riconosciuta, professionale e definitiva al problema del cedimento del terreno di una costruzione che necessità di conoscenze autorevoli e tecnologie affidabili, testate, certificate, mini invasive e rispettose dell'ambiente. Geosec è specializzata nel consolidamento dei terreni con iniezione di Eco resine. Quando una casa manifesta pareti lesionate con vistose crepe nei muri, potrebbe esservi un cedimento del terreno e delle fondazioni. Con Geosec è possibile consolidare un terreno in modo mirato grazie alle indagini geologiche integrate alle iniezioni che permettono di monitorare gli effetti osservati nel terreno in corso di trattamento. Un intervento non invasivo, efficacie e nel rispetto dell'ambiente. Quello di Geosec è un procedimento innovativo che non comporta scavi, vibrazioni e polveri. Un intervento di messa in sicurezza delle fondamenta per la stabilità della casa nel tempo.”


domenica 11 dicembre 2011

AMY’S BREAD in New York
























“Our philosophy of work life is to enjoy the way we spend our days.  Many of us have changed professions because we love baking, and have made our passion our career. We also value a respectful work environment.  It is important to us that we treat our customers, our business associates, and our employees in a professional manner, with kindness and caring.
Our Mission Statement is: To create a bakery and café that nourishes the bodies, minds, and spirits of the communities we serve- our neighborhood, our retail and wholesale customers, and our employees by:
Making carefully handcrafted foods that taste as good as they look. We are proud of what we do, and our pride shows in the beautiful bread and sweets we make each day.  We source our quality ingredients the same way we buy groceries for our families – using only natural ingredients, with no artificial additives.  Our goal is to delight our customers with a wide range of products – some are healthful and some are indulgent.  All of them are treats!
Respecting the craft of traditional baking.  We are proud to have been part of a movement away from American packaged breads to “real” hand-crafted breads made with slow fermentation and traditional methods.  We’ve always been actively involved in the Bread Bakers Guild of America, an organization that raises the knowledge and skill level of American craft bakers.  There is a distinct difference between the real thing, and baked goods that are “artisan style,” but not really made by hand.  At Amy’s Bread, we are committed to baking wholesome, hand-crafted bread.
Being a good neighbor.  As good citizens of our community, we feel a responsibility to contribute to its health!  Every day we donate our extra bread to Fountain House and City Harvest (8000 lbs per month gathered from our 3 stores!).   We’ve participated in countless local school fund-raisers, hunger-related charities, and community events.  We are also happy to offer bread tours to young children of NYC’s public schools.
Staying local.  Supporting local products has recently become a popular topic.  We have always been local and remain that way.  We serve the New York City area, and make all of our freshly baked products every day.  We don’t parbake and freeze, and we don’t pre-package our items.  We believe that the best bread and pastries are made in the Old World way - by hand and enjoyed within hours of being freshly baked!
Providing service that makes you smile.  We want our customers to have a great experience when calling or visiting Amy’s Bread--an experience that is pleasurable, and leaves them looking forward to doing business with us again.
Maintaining a professional and congenial workplace that encourages stability and growth for our employees. Here at Amy’s Bread, we have always strived to build work relationships that are based on trust and respect.  We have watched many of our employees develop personally and professionally over the last 19 years, becoming skilled members of our “bakery family”.  Our loyal employees have made our success possible.
Using ingredients and procedures that sustain the health of the planet. We use only “green” cleaning products, and we buy local and organic ingredients, when possible.  We always use local dairy products and eggs, and local seasonal fruit.  Natural kraft paper is used for our packaging, and our salad containers are made from corn and are compost-able.  We offer Amy’s Bread re-useable totes to minimize use of disposable shopping bags.  The bakery recycles all paper, metal and plastic --and we compost all of our food waste and coffee grounds.  We hope this gives you a sense of Amy’s Bread- what we value and what we strive for.  We truly enjoy baking our homemade treats for you, and thank you for supporting us for 19 years! ”.


Il libro del giorno: Dizionario dei Giochi da Tavolo di Enrico De Luca (Libellula Edizioni - Collana Wireless)






















Nuovissima edizione del primo e unico Dizionario dei giochi da tavolo in Italia che vuole essere uno strumento di consultazione sia per l’appassionato giocatore che per il collezionista o per chi, semplicemente, desiderasse sapere qualcosa di più su questo affascinante e variegato mondo. Centinaia e centinaia di titoli ispirati anche a film, telefilm, cartoni animati, quiz e trasmissioni del piccolo schermo, romanzi, fumetti, etc. dei quali vengono segnalati: grado di rarità, valutazione economica, casa editrice, anno di distribuzione, autore, numero di giocatori, ambientazione, contenuto e molte altre utili informazioni. Nel dizionario sono recensiti oltre 2200 titoli di giochi da tavolo distribuiti fra il 1930 e i primi mesi del 2011 in Italia e all’estero, più di 580 autori e ben 277 case editrici. Presentazione di Spartaco Albertarelli. All’interno tavole a colori con oltre 100 foto di giochi.

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