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venerdì 18 novembre 2011

SERMONETA GLOVES
























“Sermoneta Gloves was born in Rome during the 1960’s as a family owned artisan workshop. It’s founder, Giorgio, initiated the enterprise by opening at the Spanish Steps the first shop exclusively specializing in gloves, considered from then until now as useful accessories. Usually black or brown, they were generally used as a protection against the cold rather than as a fashion statement. Giorgio Sermoneta in launching almost 20 years of success of Made in Italy accessories, transformed gloves to cult status and refurbished its image by, for the first time, introducing a multitude of colors and shades, both brilliant and avant-garde for his collections which have continuously become more sophisticated.
Thanks to years of word of mouth publicity, Giorgio Sermoneta, optimizing both production and distribution times and costs, has arrived to offer the market a superior product at a reasonable price, always winning over a vaster public. In a short amount of time, the quality of the detailing coupled with the variety and availability of the models has made. Sermoneta Gloves as a leader in the field of Italian design, continuing to guarantee a high level of handcraftsmanship according to a standard unchanged over time. In the company’s workshops, even until today, the expert hands of the artisans create patterns, cutting and tailoring the leather. To produce one pair of gloves requires the skill and precision of at least 10 artisans. This in fact is the strength of the Sermoneta brand: a unique combination of style, tradition and quality research; the quality of the end product and the attention of the customer.”


OGGI MANGIO DA … 71: IL RISTORANTE TRUSSARDI ALLA SCALA

















“Chef Andrea Berton’s distinctive, straightforward cuisine focuses on balance. The ingredients he uses in his dishes all have distinct and recognizable flavors. Each Il Ristorante Trussardi Alla Scala recipe is like a documentary film in which every ingredient plays a key role. And in this special story, there are only protagonists, not bit players. Raw materials of the finest quality are at the heart of Andrea Berton’s cuisine. He uses his masterful technique to enhance the flavor of the ingredients chosen according to the season and the area. Il Ristorante Trussardi Alla Scala dishes are always based on primary flavors. When guests read the menu, they can already imagine the flavor of the dish prepared with care and simplicity. But there is no lack of surprises at Il Ristorante Trussardi Alla Scala: the personality and presentation of each dish are simply amazing.
ANDREA BERTONE - Andrea Berton (1970) began his career in Milan with Gualtiero Marchesi at Via Bonvesin della Riva. Over the years, Chef Berton has worked for some of the world’s most important restaurants: first in London (Mossiman’s) and then in Florence (Enoteca Pinchiorri) and Monte Carlo (Louis XV with Alain Ducasse). Between 1997 and 2001, Andrea was the chef at the Taverna in Colloredo di Monte Albano which, under his supervision, earned one Michelin star. After this significant experience, he returned to Marchesi’s as Executive Chef for the group. Chef Berton began working on a project with Trussardi Group in 2005 that led to the opening, in June 2006, of Il Ristorante Trussardi Aalla Scala, for which Andrea is Executive Chef and Director. L’Espresso Magazine’s Guide to Italian Restaurants named it the Best New Restaurant of 2007.  The restaurant earned its first star in the 2008 edition of the Michelin Guide for Italy; its second Michelin star arrived in 2009. The restaurant was also awarded “three forks” by the Gambero Rosso guide in 2010 and  "three chef hat" by the Espresso 2011/12 guide”


THE CONSUMERIST – Shoppers bite back


















“The Consumerist empowers consumers by informing and entertaining them about the top consumer issues of the day. We are a leading online resource for consumer-driven advice about dealing with everything from non-existent customer service to onerous cell-phone contracts to ever-shrinking (and ever-more-expensive) grocery products. The Consumerist is published by Consumer Media LLC, a not-for-profit subsidiary of Consumers Union, and takes no outside advertising. The Consumerist highlights the persistent, shameless gaffes of modern consumerism - and the latest scams, rip-offs, hot deals and freebies. We also encourage our readers to tell us about their everyday experiences with absurdities of consumer culture - and suggest ways for them to fight back.
About Consumer Media LLC - The Consumerist's parent company, Consumer Media LLC, is a subsidiary of Consumers Union, the publisher of Consumer Reports, and ConsumerReports.org, and the nation's leading not-for-profit consumer advocacy organization. Since its founding in 1936, Consumers Union has fought for a fair, just, and safe marketplace for all consumers and to empower consumers to protect themselves. To maintain independence and impartiality, CU accepts neither outside advertising nor free samples. It employs a staff of "mystery shoppers" who buy products in retail stores around the country, just as any other buyer would, and then ship them to the Consumers Union labs, where technical experts test some 3,000 products yearly.”





Ma Che Davvero?























“Cosa fa una neo27enne che rimane inaspettatamente incinta? Ovvio: apre un blog! Il 1 aprile 2008 al quarto mese di gravidanza, terrorizzata, incerta e con massicce dosi di ironia come unico antistress, iniziavo a scrivere online. Il mio prestigioso terzo co.co.pro. era scaduto e co.co.lcavolo che me l'avevano rinnovato, in più coetanee per condividere la mia situazione di primimpara nemmeno a cercarle col lanternino. Avevo molto tempo, molte domande e molta voglia di comunicare. Ho accuratamente evitato ogni titolo che contenesse la parola MAMMA e ho chiamato il blog "Ma che davvero?", come la prima frase proferita alla vista del test di gravidanza positivo. E già da qui dovreste intuire... Ho iniziato a riversarci racconti della mia vita, della gravidanza, delle prime ecografie, ma soprattutto dubbi e paure riguardo a una maternità inaspettata e la mia allergia allo stereotipo della "mamma": l'essere sereno, devoto, sacrificale e casalingo in cui io - nonostante la panza - non mi riconoscevo per niente. Sdrammatizzare la maternità e riderci su ha raccolto grande approvazione! (e io che pensavo di venire linciata dalla folla...) Col passare dei mesi il blog è cresciuto e, grazie all'affetto e al sostegno di un fantastico pubblico, si è trasformato in quello che è oggi: un luogo vivo, pieno di voci, scambi, opinioni, racconti. Come nelle favole, sono stata notata da un'editor di Rizzoli e dal blog è nato il mio primo libro, "Quello che le mamme non dicono". Il successo del blog e del libro mi hanno permesso di tornare a lavorare con la scrittura. Oggi collaboro con Vanity Fair (online e cartaceo), ho una rubrica su Cosmopolitan (cartaceo) e su PianetaMamma. In più riesco a dedicarmi al blog, che ormai è diventato un luogo vivo, pieno di scambi, opinioni, commenti e meravigliosi utenti - a cui sono davvero molto affezionata - e a tanti altri nuovi progetti. Oggi machedavvero.it è un mommyblog ma non solo. E' me, è le discussioni nate con le mie lettrici, è spunti, è stile, è domande, è risate, è una e tante voci. Sono io e voi. E per questo, dal momento che mi state leggendo, non posso che dirvi GRAZIE.”


THE DOORS. A Lifetime of Listening to Five Mean Years by Greil Marcus (PublicAffairs)





















In America se qualcuno vuole esordire come critico rock, gli si dice: “Per amor di Dio, non cercare di scrivere come Greil Marcus!”. Sarà un complimento? Certamente, perché questo scrittore è uno che con la penna e la musica ci sa fare … Libro acuto, e splendido il nuovo lavoro di Mr. Marcus, dal titolo “THE DOORS. A Lifetime of Listening to Five Mean Years”. Per la precisione è il suo 13° libro e a mio avviso il migliore. Dico questo a ragion veduta proprio perché l’opera in questione ti fa conoscere la storia del rock, quella dei Doors ovviamente, in maniera approfondita e toccante: il brano "The End" suona ancora rovinoso e decadente in "Apocalypse Now" e la canzone preferita da Lucifero "Light My Fire" non smetterà di ardere in eterno all’Inferno. 
I Doors affondano le loro radici nel lontano 1965 quando vengono “partoriti” dalla mente psichedelica di Jim Morrison (cantante), Ray Manzarek (tastierista), Robby Krieger (chitarrista) e John Densmore (batterista). Sono considerati uno dei gruppi più singolari e influenti, nonché controtendenza della musica rock. Per dirne una nel 1993, “The Doors” vengono inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame. Greil Marcus si cimenta in un’impresa difficile come quella di scrivere un libro rock, che parla di rock, ed è intriso sino al midollo di leggenda. E allora viene spontaneo da chiedersi: cosa fa GRANDE un libro come questo? Greil Marcus sottolinea il fascino ultraterreno di Jim Morrison, evitando di scrivere la solita prolissa biografia di un gruppo rock maledetto o semplicemente una vuota celebrazione di una band che è entrata nell’Olimpo della storia della musica.  Questo libro è suddiviso in brevi capitoli, molti dei quali nominati con i titoli dei brani dei Doors da "Roadhouse Blues" a " The End " a " Soul Kitchen ". Mr. Marcus è abbastanza vecchio certo! E’ nato nel 1945 e  ha visto i Doors esibirsi dal vivo una dozzina di volte. E 'abbastanza grande, forse troppo, ma non tanto da perdersi le vicende più importanti del mondo dello star system musicale da una ventina di anni a questa parte, arrivando addirittura a entusiasmarsi per una Lady Gaga con il suo “Bad romance”… roba da pazzi!
Forse un piccolo difetto del lavoro in esame, è che Mr. Marcus si sia attardato a spiegare il perché una band abbia bisogno a tutti i costi di canzoni di successo, e che cosa determini alla fine il successo di un brano. “THE DOORS. A Lifetime of Listening to Five Mean Years” non potrà mai dire con precisione che tipo di fenomeno siano stati i Doors, ma può dire senza essere smentiti che questo libro vale più di mille libri sul rock messi insieme!

giovedì 17 novembre 2011

ALLA SCOPERTA DELL’ORO BIANCO DI ROMAGNA DI ROBERTO ROMITI (BIS EDIZIONI)


Alla Scoperta dell’Oro
Bianco della Romagna


Il Sale di Cervia è un ingrediente di cucina molto apprezzato, tipico della Romagna e della cucina tradizionale romagnola, per le sue specifiche caratteristiche, che lo rendono particolarmente indicato per la preparazione delle tradizionali ricette romagnole, così famose e ricercate in tutto il mondo. Il microclima caratteristico del territorio di Cervia e di quella parte di Adriatico dove sono situate le saline (la salina di Cervia è chiamata Camillone), produce questo sale dal sapore dolce e gentile, apprezzatissimo da cuochi e buongustai perché ottimo sia per la preparazione di cibi semplici, come la piadina, sia per la realizzazione di ricette più raffinate ed elaborate. Roberto Romiti ci presenta la cultura, antica ma vitalissima, che ruota intorno al sale e alle saline e ai segreti di questo prodotto tanto prezioso e salutare. Possiamo così scoprire la storia, i metodi per l’estrazione e tante curiosità legate al sale di Cervia, intimamente connesse alla storia e alla cultura della Romagna. Infatti le saline sono state e sono tuttora il cuore di Cervia, fanno parte delle radici e dell’identità di questo famoso Comune Marinaro, dato che per un lungo periodo, in età medioevale e moderna, sono state una importantissima risorsa produttiva che rappresentava il motore economico del territorio romagnolo. Questa utile guida raccoglie anche informazioni e suggerimenti per visitare e "vivere" i luoghi del sale: dal Museo della Civiltà Contadina ai ristoranti che propongono alcune ricette tradizionali il cui ingrediente irrinunciabile è il prezioso "oro bianco". Un viaggio straordinario alla scoperta della bellezza del mare e delle terre romagnole, che attraversa la storia, la cultura e l’amore per l'ospitalità, il benessere e la buona tavola. Leggere questo libro è come assaporare prelibate pietanze sulle quali è stato aggiunto un pizzico di sale, che le rende piacevolmente gustose. Roberto Zoffoli (Sindaco del Comune di Cervia)

Il libro del giorno: L’ULTIMO SETTEMBRE DI ELIZABETH BOWEN (NERI POZZA)






















           
Irlanda, Contea di Cork, 1920. Quando Hugo e Francie Montmorency giungono a Danielstown, ospiti nella dimora di Sir Richard Naylor e di sua moglie Myra, l'impressione è che non siano passati ben dodici anni dalla loro ultima visita. Certo, Myra è un po' invecchiata e Francie è più che mai cagionevole di salute, ma l'illusione che nella grande casa con il suo immenso giardino il tempo si sia fermato sembra convincere tutti. Le chiacchiere su conoscenti comuni riprendono come se mai si fossero interrotte, l'invito per una partita a tennis è rivolto agli stessi vicini di sempre, la camera per gli ospiti è confortevole e curata dalla servitù che si conviene a una famiglia della ricca società angloirlandese. In realtà, sia in casa che fuori, il trascorrere del tempo è sotto gli occhi di tutti. Con i Naylor vivono ora la giovane Lois Farquar, graziosa e timida nipote di Sir Richard rimasta orfana e accolta dagli zii allo sbocciare dell'adolescenza e, nel periodo delle vacanze, suo cugino Laurence, studente universitario a Oxford dedito alle letture intellettuali e ai piaceri della buona tavola. Ma, se la dimora di Danielstown accoglie nuovi arrivati pur rimanendo immutabile nella sua solidità, l'Irlanda si sta invece avvicinando a grandi passi alla fine di un'epoca: la guerra per l'indipendenza da Londra è imminente e i soldati britannici di stanza sull'isola si preparano a un conflitto che promette di spazzare via il dominio inglese e, con esso, uno stile di vita che sopravviveva da secoli. Tuttavia, i giovani ufficiali che visitano la tenuta partecipando ai balli e portando il loro vigore sugli affollati campi da tennis vengono accolti dai padroni di casa con la leggerezza di chi rifiuta di intravvedere il pericolo per il proprio chiuso e rassicurante mondo. Solo Lois, grazie alla sua età e al suo sguardo rivolto al futuro, riesce a prendere sul serio lo sconvolgimento che ha di fronte. Se la sua educazione fedele alla corona la induce infatti a instaurare una relazione con il tenente Gerald, pronto a portarla con sé nel natio Surrey, il suo animo è attratto dalla ribellione indipendentista e dal fascino esercitato dall'amica Marda e dal giovane Peter Connor, entrambi sostenitori del nuovo ordine politico. E prima che sia la Storia a risolvere il dilemma interiore di Lois, sarà la sua capacità di capire e giudicare a salvarla dal definitivo tramonto di una società che non le appartiene. Da una delle più grandi scrittrici irlandesi, un romanzo dai contorni autobiografici che ci illumina su un'epoca ammantata allo stesso tempo di splendore e decadenza.

Elizabeth Bowen è una delle più grandi scrittrici irlandesi, nata a Dublino nel 1899. Autrice di numerosi romanzi di successo, tra i quali La casa a Parigi (The House in Paris, 1935), La morte del cuore (The Death of the Heart, 1938, di prossima pubblicazione in questa stessa collana), Nel cuore del giorno (The Heat of the Day, 1949), ricevette la laurea honoris causa in letteratura dal Trinity College di Dublino e dall'Università di Oxford, e nel 1948 fu insignita dell'onorificenza britannica CBE - Commander in the Order of the British Empire. È morta nel 1973.

Traduzione dall'inglese di Katia Bagnoli
Euro 14,50
304 pagine

Chi non muore, di Gianluca Morozzi (Guanda). Intervento di Nunzio Festa






















Angela (Angie perché fa più Stones), studente universitaria fuorisede a Bologna, ventiduenne "rocker", bella, intelligente, a tratti geniale e sfacciata canta in un gruppo con Jo alla chitarra, Ric alla batteria (entrambi suoi ex) e Carlo Mingazzini al basso.  Sempre alla stessa sala prove: da Flanger. Un vecchio punk bolognese orgoglioso ex della Bologna rock, ex occupatore, insomma ex un po' di tutto. E proprio da Flanger, una sera, dopo aver finito le prove, Angie ascolta per la prima volta una melodia perfetta, orgasmica, attraverso una porta chiusa. E' la ricerca della nota perfetta di Mizar che fa innamorare Angie. Angie è cotta di Mizar senza sapere null'altro di lui, a parte del suo modo di sfiorare i sensi con le corde d'una tastiera. Angie dunque non può che recuperare informazioni su Mizar: unico superstite d'una band bolognese i cui altri componenti sono ammazzati tutti in zone diverse di Bologna la stessa notte del 13 aprile 2003. Mentre Angie scava da piccola detective nella storia di Mizar con l'aiuto di Lucio suo migliore amico presumibilmente gay, fa un incontro particolarmente inaspettato e intrigante con una donna dalla sorprendente bellezza sensuale che sfocia in una iniziazione lesbo.  Intanto tra insulti creativi di Jo, scornate di gelosia tra i due musicisti, presunzioni e imposizioni di gusti e conoscenze musicali il gruppo si scompone e ad Angie non resta che giocare la sua prima carta con Mizar. Chiedendogli di duettare con lei al compleanno di Lucio. Ma chi sarà mai Mizar? Quale la sua storia? E Valentina chi è davvero? Lo scoprirete soltanto leggendo un romanzo che come un vortice v'inghiottirà in poco tempo tra respiri di vita e sospiri di morte, limpidissime descrizioni di stati d'animo poco più che adolescenziali. Nel piacevole gusto di ironia e sarcasmo. In nitidissime immagini di luoghi e persone e messaggi che apparentemente subliminali come in Twin Peacks vi porteranno alla Loggia Nera che Morozzi ha allestito ad arte per un pubblico lucido e famelico di buone storie.

PERA – Mediterranean brasserie

















“Rated a Top 5 Newcomer by Zagat 2008, Pera Mediterranean Brasserie brings an authentic taste of eastern Mediterranean cuisine to Manhattan. Pera derives its name from an elegant neighborhood in Istanbul that has served as the melting pot for many cultures and cuisines since the 17th century. The executive chefs lead a team of specialty cooks from Turkey and are collaboratively introducing lesser known mezes and meat preparations to a New York audience. Pera features numerous mezes, specially prepared and marinated cuts of grilled meats and seafood, traditional and modern Mediterranean side dishes and regional breads baked a la minute. Signature mezes include warm hummus, beef and bulgur tartare, mini shish trio of marinated lamb, harissa shrimp and soujouk with fresh lavash and fresh baked pidettes (mini Turkish flatbreads) topped with a choice of traditional options such as eggplant, ground beef and soujouk (spiced Turkish sausage). The main courses focus on delicately marbled grilled meats that are cooked on a 10-foot-long open flame grill. Guests can choose from a variety of different cuts of lamb, beef and chicken, or opt for the traditional chefs tasting menu featuring assorted successive servings of house specialities.”


LUXOTTICA














“Luxottica produces and distributes sun and prescription eyewear of high technical and stylistic quality to improve the well-being and satisfaction of its customers and at the same time create value for employees and the communities in which the Group operates. Every collection, every pair of glasses, is the result of an ongoing process of research and development whose aim is to anticipate and interpret the needs, desires and aspirations of consumers all over the world. Founded in 1961 by Leonardo Del Vecchio, always involved in protecting eyes and optimising the look of men and women everywhere, the Luxottica Group is now a vertically integrated organization, producing and distributing prescription frames and sunglasses of high technical quality and style. The constant attention paid to research and development, technological innovation, the adaptation to market evolutions in respect of people and the environment, have led Luxottica through worldwide expansion.
Production - The design, development and creation of products are mainly concentrated in six plants located in northern Italy. There are also two fully-controlled production units in China. Two plants specialised in the production of sports sunglasses operate in the United States. Finally, Luxottica also has a smaller plant in India, serving the local market.
Trademarks - Luxottica products are outstanding in terms of design and high quality and are known all round the world thanks to a strong and well balanced brand portfolio. House brands include Ray-Ban, one of the world’s best known sun brands, Oakley, Vogue, Persol, Oliver Peoples, Arnette and REVO, while its license brands include Bvlgari, Burberry, Chanel, Dolce & Gabbana, Donna Karan, Polo Ralph Lauren, Paul Smith, Prada, Stella McCartney, Tiffany, Tory Burch, Versace and, since 2012, Coach.
Wholesale distribution - The Group’s wholesale distribution network, covering 130 countries across five continents, has 18 distribution centres and over 40 commercial subsidiaries providing direct operations in key markets. The Group is currently seeking to penetrate emerging markets and is exploring new channels of distribution such as department stores, airports and railway stations.
Retail network - Direct wholesale operations are complemented by an extensive retail network for prescription and sun segments.
Luxottica Group is a leader in the prescription business in North America with its LensCrafters and Pearle Vision retail brands, in Asia-Pacific with OPSM, Laubman & Pank and Budget Eyewear, and in China with LensCrafters. In South America, the Luxottica Group controls Multiopticas S.L., a company managing more than 470 optics stores with brands like Opticas GMO, Econopticas and Sun Planet. In the retail sun business, the Group operates approximately 2,480 retail locations in North America, Asia-Pacific, South Africa, Europe and the Middle East, mainly through the Sunglass Hut brand. In North America, Luxottica operates over 1,140 stores under the Target Optical and Sears Optical brands. In addition, Luxottica is one of the largest Managed Vision Care operators through EyeMed, and the second biggest lens finisher, having a network of five central laboratories and over 900 on-site labs at LensCrafters stores.
Oakley - The Oakley brand provides a powerful wholesale and retail presence in the sports channel through a chain of flagship "O" stores. In these stores, the Group offers a variety of Oakley-branded products, like clothes, footwear, backpacks and other accessories, in addition to the Oakley sunglass styles. Oakley-branded products include men’s and women’s apparel, footwear and accessories designed for surf, winter sports, golf, motorcycling, cycling and other athletic lifestyles
In 2010, Luxottica distributed approximately 20.4 million prescription frames and approximately 38.4 million sunglasses, in approximately 5,900 different styles.”


OGGI MANGIO DA … 70: Frantzén/Lindeberg,Chef Biorn Frantzén e Pastry Chef Daniel Lindeberg (Stoccolma, Orson)















“It took us ten years to find it after numerous viewings and estate agents. Three years ago we entered a space which had previously been a restaurant – a space with 19 seats and an open kitchenette. We realised immediately that it was exactly what we’d been looking for, for so long. The stage is consistent with the hospitality we are seeking. That’s the whole idea behind Frantzén/Lindeberg – that cooking, raw ingredients, rhythm, space, time, speed, movement and taste are all linked. We like to call it “a casual elegance”.
“In autumn 2010, the restaurant’s own garden is fully developed, and other commodity producers have fully understood our thinking – to create a cognitive dissonance in a meeting between the Nordic countries and Asia. A little tone that breaks in and complements, an ingredient that guides a dish or taste concept, refined but without sacrificing the clarity and purity that have become symbolic for the taste register at Frantzén/Lindeberg.
After three years, the stage is to get a substantial facelift for the autumn. It is never our intention that guests should see the same show over and over again. Improvements are always self-generated in a restaurant with a focus – as with everything at Frantzén/Lindeberg. Therefore, a large section of the porcelain will be replaced, and the space itself will be refurbished. Improvements that are not in direct view will be upgrades to equipment in the kitchen. Nothing major – but necessary for what we require to work with in the future.”
“It was back then when they had the idea to one day open their own restaurant. 10 years later, on February 1st, 2008, frantzen/lindeberg opened its doors. Jon Lacotte and Jon Bergqvist, working with the drinks and service, have also been involved from the start. Since then, we have gathered up some more special and talented people to ensure a constant level of high quality. Some of these you will find on the left. From everyone at Frantzen/Lindeberg, we wish you a very warm welcome.”



RENATO BRUNETTA – il blog

















“Renato Brunetta,  Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione nella XVI Legislatura del IV Governo Berlusconi, è  Professore ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università degli Studi di Roma, Tor Vergata. Da aprile 2008 è parlamentare alla Camera dei Deputati, eletto nel collegio Veneto II nella lista del Popolo della Libertà. Da giugno 1999 ad aprile 2008 è deputato al Parlamento europeo, eletto nelle liste di Forza Italia ed iscritto al gruppo PPE-DE, dove ha ricoperto l’incarico di Vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia; è stato, inoltre, membro della Delegazione parlamentare mista UE-Croazia, della Delegazione parlamentare mista UE- Turchia e della Delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese. E’ responsabile del settore programma di Forza Italia e dal 2007 é Vicecoordinatore Nazionale. Editorialista de “Il Sole 24 Ore”, “Il Giornale”. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, in materia di economia del lavoro e relazioni industriali, tra le quali ricordiamo: “Il modello Italia” (1991), “Economics for the New Europe” (1991), “Disoccupazione, isteresi e irreversibilità” (1992), “La fine della società dei salariati” (1994, “Sud” (1995), “Economia del lavoro” (1999). Fondatore e direttore della rivista Labour – Review of labour economics and industrial relations, edita da Blackwell Publishing Ltd. Ha curato insieme a Vittorio Feltri la collana “Manuali di Conversazione Politica” edita da Libero e Free Foundation, e la collana “Manuali di Politica Tascabile” edita da Il Giornale e Free Foundation. Negli anni Ottanta e Novanta ha collaborato, in qualità di consigliere economico, con i governi Craxi, Amato e Ciampi. È stato consigliere economico del Presidente del Consiglio Berlusconi negli anni 2003-2006. Dal 1985 al 1989 ha ricoperto la carica di Vicepresidente del Comitato Manodopera e Affari Sociali dell’OCDE (Parigi). Dal 1983 al 1987 è stato responsabile, presso il Ministero del Lavoro, di tutte le strategie per l’occupazione e la politica dei redditi. Nel 1989 ha fondato l’EALE (European Association of Labour Economist), di cui è stato il primo presidente. Nel corso della sua carriera ha ricevuto molteplici riconoscimenti: nel 1988 il Premio Saint Vincent per l’economia, nel 1992 il Premio Tarantelli per la migliore opera di economia del lavoro, nel 1994 il Premio Scanno per la migliore opera di relazioni industriali, nel 2000 il Premio Internazionale Rodolfo Valentino per l’economia, la finanza e la comunicazione”.





FUNNY OR DIE


















“Hey. Welcome to Funny or Die. Funny Or Die is a comedy video website that combines user-generated content with original, exclusive content. The site is a place where celebrities, established and up-and-coming comedians and regular users can all put up stuff they think is funny. At the same time, the site hopes to eliminate all the junk that people have to pick through to find videos. That means around here you get to vote on what videos are funny and what videos deserve to die. Funny Or Die was created by the guys at Gary Sanchez Productions (Will Ferrell, Adam McKay and Chris Henchy) and a bunch of Silicon Valley dudes and ladies. Michael Kvamme, an aspiring young comedian, came up with a concept for a new kind of comedy site and told his dad, Mark Kvamme of Sequoia Capital to write a check. Randy Adams, a Silicon Valley serial entrepreneur, signed on to handle design and implementation. Now, Funny Or Die has offices in Japan, Madagascar and Bahn, nine full time lobbyists in Washington and an elite private security force consisting of four hundred soldiers and six attack helicopters. We hope you like the site. If you have comments, suggestions, or don't like our driving feel free to email us. We can be reached at suggestions@funnyordie.com 24 hours a day, 8 days a week.”


mercoledì 16 novembre 2011

Pane, Formaggio e Vino di Valerio Pignatta (BIS EDIZIONI)


Ebook - Pane, Formaggio
e Vino


Pane Formaggio e Vino insegna come riscoprire e rivalutare una tradizione di autosufficienza alimentare diffusa nelle culture contadine sino a cinquant'anni fa e di facile recupero. Ecco un manuale per ritrovarsi insieme intorno a un’attività ricreativa, divertente, economica e sicuramente salutare e gustosa. Valerio Pignatta redige un piccolo manuale per reinsegnare come fare il pane, il formaggio e il vino in casa con pochi accorgimenti tecnici, poca strumentazione e tanto entusiasmo. Un’attività utile per i grandi, ma anche molto divertente se fatta con i più piccini.Un manuale indispensabile per chi voglia approfondire la propria autoproduzione casalinga, e intraprendere la strada del risparmio e della qualità del cibo utilizzato. In controtendenza con la dominante industrializzazione della produzione del cibo che ha contribuito al decadere della qualità degli alimenti sulle nostre tavole, troviamo utili suggerimenti su come fare il pane in modo sano (a pasta acida, con lievito di birra o pane azzimo ecc.), diverse ricette per preparare il formaggio e una panoramica sulla produzione del vino casalingo biologico con consigli per il reperimento dell'uva, la pigiatura e le altre fasi della vinificazione. Di che cosa parla. Un'iniziativa editoriale che si propone di reinsegnare come farsi il pane, il formaggio e il vino in casa con pochi accorgimenti tecnici, poca strumentazione e tanto entusiasmo. L’intento è quello di riscoprire e rivalutare una tradizione di autosufficienza alimentare diffusa nelle culture contadine sino a cinquant'anni fa circa (in certe zone anche meno!) che oggi ha ancor più valore in un contesto di industrializzazione della produzione del cibo che, se da una parte ha assicurato rifornimento abbondante e continuo di ogni alimento, dall’altro ha contribuito al decadere della qualità della sostanza nutritiva in generale, con conseguenti problemi di salute per ampie fasce di popolazione. Dunque suggerimenti salutistici e gastronomici allo stesso tempo, con diversi tipi di ricetta base del pane (pasta acida, con lievito di birra, pane azzimo ecc.) e del pari diversi tipi di ricetta base per fare il formaggio, con cagli di tipo differente e alcune ricette tipiche. Infine una panoramica sulla produzione del vino casalingo biologico con consigli per il reperimento dell'uva, la pigiatura e le altre fasi della vinificazione sino all'imbottigliamento.
A chi si rivolge - Farsi il pane in casa è un'attività che va oltre qualsiasi tipo di classe sociale e di referenti. Può interessare praticamente tutti. Per il formaggio e il vino forse non si può fare la stessa affermazione ma sicuramente ci troviamo di fronte a un target estesissimo di persone potenzialmente interessate. Sono alimenti che fanno parte della tradizione gastronomica in maniera determinante per la nostra cultura. In particolare, tuttavia, si può anche interpretare come un libretto da proporre alle scolaresche. È un libro semplice con un linguaggio appropriato alla comprensione di un giovane lettore. La stesura è abbastanza schematica (con le indicazioni ad esempio degli ingredienti, dei tempi, della temperatura ecc.) e allo stesso tempo non superficiale ma distillata da un mare di conoscenze acquisite sul campo dall'autore in molti anni di studio e lavoro nell'ambito dell'alimentazione naturale.
Chi l’ha scritto - Valerio Pignatta, giornalista pubblicista, naturopata, autore e direttore editoriale nell’ambito della medicina naturale. Collabora con varie case editrici e giornali per cui si occupa di salute e alimentazione. Ha al suo attivo vari titoli.
Che cosa ha di speciale - Oltre all'ovvia funzione che esso riveste per la famiglia tipo che volesse approfondire la propria autoproduzione, e intraprendere la strada del risparmio e della qualità del cibo che utilizza, il testo si presta anche a fare da manuale in corsi pratici di realizzazione delle ricette in esso contenute. Utile dunque nelle scuole, negli asili ma anche in tutte quelle situazioni dove si presentano occasioni di incontro e di socializzazione (feste, campi estivi, sagre paesane, ludoteche ecc.) per ritrovarsi insieme intorno ad un’attività ricreativa e divertente nonché economicamente vantaggiosa e sicuramente salutare e gustosa.

Il libro del giorno: L’UCCELLO BEFFARDO DI GERALD DURRELL



















Zenkali è un paradiso tropicale: un'unica specie vegetale, l'albero Amela, regge l'intera economia dell'isola e dà lavoro a tutti i suoi abitanti, che non conoscono tasse né catastrofi naturali e scorrazzano su ecologici risciò. I difetti di una centrale elettrica che funziona a singhiozzo non turbano la tranquillità degli isolani, né ci riescono i frequenti errori tipografici del quotidiano locale, che anzi suscitano l'ilarità del sovrano e del suo seguito. L'isola, sperduta nell'oceano, immersa in un magnifico clima tropicale, abitata da due tribù indigene pacifiche e divertenti con curiose abitudini, un tranquillo stile di vita e un re, alto quasi due metri per centoquindici chili e educato a Eton, continua a vivere la sua gioiosa vita. La flora e la fauna si sviluppano rigogliose, così come avevano fatto in passato quando avevano dato origine ad alcune rarissime specie autoctone, in particolare un uccello, denominato Uccello Beffardo, apparentemente estinto. In questo piccola terra della felicità, lontane potenze occidentali decidono di impiantare una base militare. Un giovane e intraprendente funzionario inglese, Peter Foxglove, mandato sull'isola per sovrintendere ad alcuni lavori preparatori, fa invece una scoperta straordinaria: l'Uccello Beffardo esiste ancora e vive in una zona selvaggia destinata, nei progetti, a essere sommersa dalle acque di una diga. Da questo ritrovamento nasce, ovviamente, una disputa tra ecologisti e sostenitori del progetto di «modernizzazione». E solo l'Uccello Beffardo potrà salvare l'isola dalla rovina.

Gerald Durrell nacque nel 1925 a Jamshedpur, in India. Alla morte del padre, un ingegnere britannico, la sua famiglia si trasferì dapprima in Inghilterra e poi a Corfù, dove Gerald trascorse la sua infanzia.  Nel 1959 fondò nell'isola di Jersey un centro di raccolta e cura delle specie a rischio d'estinzione di cui fu responsabile fino alla morte, avvenuta nel 1995.  Scrisse circa 37 libri, tra i quali L'isola degli animali (Neri Pozza, 2011), La mia famiglia e altri animali e, di prossima pubblicazione in questa stessa collana, Un albero pieno di orsi.

Traduzione dall'inglese di Maria Azzolini
Euro 14,50
288 pagine

“Brutti, sporchi e cattivi. L'inganno mediatico sull'immgrazione” di Giulio Di Luzio (Ediesse) e “Mugello sottosopra. Tute arancioni nei cantieri delle grandi opere” di Simona Baldanzi (Ediesse). Intervento di Nunzio Festa























Giulio Di Luzio è un giornalista che ha collaborato al manifesto, alla Repubblica, scritto diversi e importanti libri d'indagine, è che con “Brutti, sporchi e cattivi. L'inganno mediatico sull'immigrazione” esplora, per descriverle, bugie e infamie, passando da un vero e proprio stravolgimento e uso criminoso del linguaggio, che i medium utilizzano contribuendo alla formazione e fortificazione del razzismo nazionale. Una ricerca, quella di Brutti, sporchi e cattivi (ovvero come sono rappresentati normalmente – e quotidianamente – i migranti dalle grancasse del Potere), nutrita da studi e analisi condotte dall'Italia migliore delle università ecc. Che hanno lavorato, come adesso l'autore, sul ruolo dei media nella costruzione della figura, generalmente negativa e mortificata, del migrante: “clandestino” - solamente e sempre, o quasi, clandestino. Quando, dice per esempio Laura Boldrini intervistata a fine saggio: “il termine 'clandestino' non dovrebbe neppure esistere”. Che parliamo sempre di migranti, di richiedenti asilo o rifugiato, per esempio. Ma mai dei criminali disegnati, orribilmente, tramite i colpevoli medium. Si potrebbe, a questo proposito, portare il caso delle titolazioni che urlano quando viene condannato da un titolone appunto una qualsiasi persona: siccome non appartiene alla pura razza italica. E questo è un libro di invisibili. Un saggio assai dettagliato che si deve incastrare all'ultima opera, poi, della scrittrice del Mugello Simona Baldanzi (scrittrice già pluripremiata grazie al suo romanzo d'esordio) di “Mugello sottosopra. Tute arancioni nei cantieri delle grandi opere”. Dopo il razzismo e la xenofobia che fa invisibili i migranti e li fa luccicare quando devono essere il “problema sicurezza” o il “pericolo”, terminologia buona per tutti e specie per i partiti da Pd a Pdl,  gli operai invisibili, meridionali, le tute arancioni, mai prese in considerazione, grazie alle quali è stata fatta, per dire, la dannosa Alta Velocità tosco-emiliana. Prima sui cantieri e nei campi base dell'Alta Velocità e andando avanti o sotto in quelli della Variante Valico. Un saggio-inchiesta che ovviamente ricorda molto il viaggio di Luciano Bianciardi e Carlo Cassola nella condizione dei minatori della Maremma d'ormai decenni fa. Come una storia che, seppur diversamente, si ripete. Il libro di Baldanzi prende le mosse dalla tesi di laurea dell'autrice toscana. Un libro che ricorda in che maniera, innanzitutto, la Tav ha danneggiato l'acqua dell'area mugellese e quanti morti di lavoro questa modernità produce. Leggendo i volti dai campi base di Scarperia, Firenzuola, San Pellegrino e Carlone. Ascoltando i minatori, tutti del Sud, che sono le talpe buone al sogno della società moderna e involuta. Ottocento uomini, che vivono come in caserma ma non devono affratellarsi, grazie ai metodi imposti dalla Fiat e Impregilo e dalla altre entità che si garantiscono gli interessi veri, e che non dovrebbero immergersi nelle comunità locali. E non solo perché “nomadi”, ma perché Fiat ecc. dice d'aver messo tutto l'occorrente nelle lamiere dei campi. Dal televisore al letto da ospedale di fortuna. E in questa fondamentale opera letteraria come civile di Simona Baldanzi leggiamo la differenza fra i calabresi di Petilia Policastro e i lucani di Lauria. I minatori di Petilia Policastro provano a rivendicare diritti e cercare la gente dei luoghi toscani che devono temporaneamente vivere, ai loro paesi (vedi a Pagliarelle) fanno “la festa del minatore”, sono incazzati per le loro condizioni. I laurioti, invece, comunicano solo tra di loro. Vorrebbero il prepensionamento per risolvere il problema disoccupazione diffusa. Non sono sindacalizzati. Forse sono persino vittime consapevoli di 'capolarato' e sicuramente sono scelti per conoscenze e raccomandazioni varie. Non vogliono “integrarsi” con gli abitanti del Mugello. Le tute arancioni, comunque, che arrivano dalla Basilicata, che sbarcano dalla Calabria e che approdano dalla Sicilia sono il proletariato messo tra parentesi dalle pubblicità. Di settore e non. Gli esclusi. Gli ultimi al pari dei migranti che navigano da altre terre. E muoiono schiacciati mentre faticano. Come Pietro Mirabelli. E pochi si ricorderanno di loro. Persino nonostante le interviste e gli utilissimi questionari dell'appassionata Simona Baldanzi.       

Brutti, sporchi e cattivi. L'inganno mediatico sull'immgrazione, di Giulio Di Luzio, con un'intervista a Laura Boldrini, postfazione di Oliviero Forti e Emilio Fabio Torsello, Ediesse (Roma, 2011), pag. 181, euro 10.00

Mugello sottosopra. Tute arancioni nei cantieri delle grandi opere, di Simona Baldanzi, con fotografie dell'autrice e di Bernardo Gamberi e Riccardo Mazzoli, Ediesse (Roma, 2011), pag. 275, euro 10.00.

ITHAKA – GREEK RESTAURANT

















“Chef Harry Hatziparaskevas stoked the savory fires of Ithaka during a successful seven-year stint on Barrow Street. After deciding that it was time for a change, he learned that the location of Estia, a venerable Greek restaurant/nightclub on East 86th Street, was available. His new Ithaka is a deep and roomy restaurant with clean lines, exposed brick walls-painted white as you progress into the interior-and a stone floor whose white grout provides bold contrast on the surface. Recessed ceiling lighting at the rear of the room is filtered through white fabric. The pleasures of Ithaka's table are so delightful that you will sit there for a while. It isn't that the menu is full of surprises, but rather that every dish has remarkably consistent quality. Chef Hatziparaskevas always coaxes maximum flavor from each facet of a dish. (excerpt from Bob Lape's review in Crain's New York; January 12, 2004)


PETIT BATEAU



















“L’azienda preferita dagli amanti della comodità del puro cotone da 0 a 924 mesi, la firma simbolica delle culotte e delle T-shirt è diventata il punto di riferimento di uno stile plurigenerazionale per neonato, bambino, uomo e donna, ovunque nel mondo. I bellissimi materiali di una morbidezza infinita e i tagli impeccabili sopravvivono di stagione in stagione. Ci accompagna in tutti i momenti importanti della vita e ricorda l'infanzia che ha consentito ad ognuno di noi di crescere. Petit Bateau è uno dei pochi marchi francesi ad aver imposto il proprio nome in tutto il mondo. Ogni anno vende quattro milioni di T-shirt e diciassette milioni di capi di intimo. L’azienda ha saputo salvaguardare il proprio know-how originale riuscendo appieno nella propria espansione a livello internazionale. Per Petit Bateau lavorano all'incirca quattro mila dipendenti in tutto il mondo, metà dei quali in Francia.
Un capo Petit Bateau è fatto per essere bello, ma non solo. Fatto per il comfort, veste tutti i momenti della vita. Dolce come un gesto d'amore, rassicura le mamme. E inventa sempre un mondo di qualità, perché un capo Petit Bateau è innanzitutto un capo da vivere, per un momento o per tutta la vita, liberamente.”



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