I cimbri - In un’epoca
lontanissima, un popolo proveniente dal nord, forse dalla Germania, forse dalla
Scandinavia, probabilmente ciò che restava dell’esercito sconfitto dal Console
romano Cajo Mario nelle pianure di Verona, scelse come “terra promessa” un’area
di montagna che si estendeva attraverso due antiche vie di comunicazione tra la
pianura veneta e il nord Europa. Era un territorio vasto, di terra verde, cinta
da alte vette. Un’area di montagna che oggi si chiama Altopiano di Asiago, o
degli Otto Comuni. Qui i Cimbri, così si chiamava quel popolo, conservarono per
secoli la loro lingua e le loro tradizioni. In questo paesaggio di boschi, di
prati, di fiori e di frutti i Cimbri sapevano ricavare dalla natura alimenti ed
utensili. Producevano un ottimo formaggio, lavoravano la lana e ottenevano dai
fiori e dai frutti mieli e confetture squisite. Tutti i prodotti della Rigoni
di Asiago prendono spunto da quelle ricette originali.
Nonna Elisa - Elisa Antonini (la nonna di
Andrea, Antonio, Luigi e Mario Rigoni che rappresentano l’attuale vertice
aziendale della Rigoni di Asiago Spa) aveva la tempra combattente della gente
di montagna e il piglio di chi fronteggia la vita a viso aperto. Quella vita
che le aveva già presentato un conto salatissimo. Un marito, Antonio, morto nel
Varesotto, da sfollato della Prima guerra mondiale e, una volta tornata ad
Asiago, nove figli da crescere, due malati di poliomielite, Mario e Paolo.
Questi due erano il cruccio di Elisa, in quanto non potevano, Mario e Paolo,
fare sforzi pesanti. La madre li indirizzò verso l’attività di rilegatori di
libri, ma le venne in mente anche un dopolavoro legato al miele. Già, le api,
la grande passione del marito Antonio. Da questo punto di vista, per altro,
Asiago, sull’Altopiano vicentino, offriva il meglio, sia per l’aspetto
naturalistico, sia per gli insegnamenti sulla lavorazione del miele e delle
confetture tramandati dai Cimbri.
Il miele, una passione - Mario e
Paolo ci misero pochissimo ad abbracciare totalmente la passione di famiglia.
Così, appena terminati gli impegni di rilegatori, correvano dietro casa, nel
prato delle arnie. Col tempo, la famiglia Rigoni notò che il miele prodotto
principalmente per uso domestico trovava consensi sempre più larghi. La
richiesta cresceva. Così decise di vendere la produzione eccedente. Andò tutto
talmente bene che l’apicoltura divenne per loro una seconda attività vera e
propria. Mario e Paolo Rigoni furono i primi titolari dell’Apicoltura Rigoni
Snc, azienda a conduzione famigliare, in quanto tutti in casa erano chiamati a
collaborare, a cominciare da Vittorio, Narciso e Giuseppe, gli altri figli. Gli
affari andarono bene, tanto che l’apicoltura divenne la prima attività della
famiglia Rigoni. Scomparsi Paolo e Mario, subentrarono nella gestione Vittorio
e Narciso.
L’ultima generazione Rigoni - Andrea,
Antonio e Luigi, i figli di Vittorio, e Mario, l’erede di Narciso, a loro volta
crebbero tra boschi, prati, alberi da frutta, fiori, arnie e api. Dando una
mano tra le arnie. E a subentrare nella conduzione dell’attività quando i tempi
furono maturi. Dalla nascita e fino al 1978 l’impegno della famiglia Rigoni fu
concentrato esclusivamente sull’allevamento delle api nell’Altopiano di Asiago.
Api e miele. A partire dal 1979, con l’insediamento della terza generazione dei
Rigoni, iniziò l’attività di trasformazione e commercializzazione di altri tipi
di miele, oltre a quelli di propria produzione. In breve tempo, l’attività di
trasformazione assunse la preminenza rispetto a quella produttiva. Con
un’ulteriore novità: la proposta di tante varietà di miele, legate all’origine
botanica. In sostanza, l’offerta dei mieli tipici della terra d’origine si
allargava, comprendendo i mieli caratteristici di più regioni italiane. Sempre
e comunque ritagli di natura accuratamente selezionati e inseriti nella “mappa
dei Rigoni”, diventata sinonimo di qualità. In questo contesto, i Rigoni furono
i primi ad introdurre nel mercato italiano il miele monoflora. Parallelamente,
iniziarono altre produzioni: in particolare confetture al miele e integratori a
base di prodotti apistici. Anche la commercializzazione venne rivista,
lasciando i negozi specializzati in favore della grande distribuzione.
Il miele non basta più -Nel novembre del 1989
cadde il muro di Berlino. Rivoluzionando l’Europa anche per il mercato del
miele. Presero ad arrivare dall’Est prodotti venduti a prezzi molto bassi e di
qualità dubbia. Inoltre, la crisi dei consumi degli anni ‘90-’91 si trascinò
appresso l’avvento, nel mercato della distribuzione, dei negozi discount.
L’effetto immediato fu uno sconvolgimento delle richieste dei clienti. Tanto
che la marginalità del prodotto venduto scese moltissimo. L’Apicoltura Rigoni
dovette fronteggiare questa crisi nel momento meno adatto, in quanto esposta
finanziariamente con un investimento importante: l’apertura, datata 1990, del
nuovo centro produttivo, anche questo scelto sull’Altopiano, a Foza, dotato di
moderni impianti e nuove strutture produttive.
La scelta del biologico - Le difficoltà
aguzzano l’ingegno, come si suole dire. Accadde anche per i fratelli Rigoni. Il
mercato cambiava e richiedeva decisioni all’altezza di questi cambiamenti. Se
prima veniva coperta col marchio Apicoltura Rigoni una parte importante del
mercato italiano, era giunto il momento di cambiare posizionamento. A ciò, i
Rigoni, una “squadra” sempre più compatta e decisa, affiancarono un’altra
scelta, una scelta di vita, dettata dalla loro storia, dalle loro tradizioni e
dalla natura che li circondava da sempre: furono tra i primi in Italia a
sposare la causa del biologico e a rivolgersi a quella “nicchia” di mercato. La
svolta è datata 1992 e segna un ulteriore senso di appartenenza dell’azienda e
dei suoi uomini al territorio, alla montagna.
Nasce Fiordifrutta - In primo luogo, vengono
ampliate le varietà di miele commercializzate, tutte biologiche, poi nel
laboratorio di Foza vengono studiati nuovi prodotti, in particolare marmellate,
inizialmente dolcificate con il miele, ingrediente progressivamente
abbandonato, in quanto comportava problematiche qualitative, e sostituto con un
dolcificante naturale ottenuto dal succo di mela. Fu la mossa vincente. Nacque
Fiordifrutta, una confettura che abbinava la scelta del biologico a competenze
esclusive di dolcificazione naturale, attraverso tecniche di cottura a bassa
temperatura. Registrò subito un grande successo. Grazie alla sua straordinaria
bontà abbinata alla genuinità. La scelta del nuovo mercato venne premiata dal
consenso di venditori e consumatori. La strada intrapresa era giusta. Per stare
adeguatamente al passo con l’evolversi della situazione, venne redatto un piano
industriale incentrato su nuovi macchinari che garantivano un altissimo grado
di tecnologia e automazione. Lo scopo era invariabilmente quello: mantenere uno
standard qualitativo superiore a quello dei concorrenti, contenendo i costi di
mano d’opera e di energia.
Una porta sulla Bulgaria - Nel 1993 venne
aperta una porta importante sulla Bulgaria, con la nascita di società collegate
e destinate soprattutto alla raccolta di alcuni tipi di frutta biologica
impiegati per Fiordifrutta, l’unica confettura prodotta con sola frutta e succo
di mela biologici. Un’attività di coltivazione e di trasformazione che è andata
via via sviluppandosi negli anni. Il 1997 è un’altra data importante per la
società, che vede la storica Apicoltura Rigoni Snc diventare la Rigoni di Asiago Spa,
adeguandosi alla crescita costante. Nello stesso periodo nasce anche la Rigoni Usa Inc che
distribuisce sul mercato statunitense la gamma completa dei prodotti. Nel 1999
entrano nella compagine societaria due nuovi partner, la società pubblica
Sviluppo Italia (12,3%) e la finanziaria regionale Veneto Sviluppo (29,8%). I
fratelli Rigoni mantengono la maggioranza delle quote azionarie.
Leader del biologico - Con l’apporto del nuovo
capitale, la Rigoni
di Asiago conosce uno sviluppo straordinario e diventa leader del biologico in
Italia. La ricerca costante della qualità e l’inflessibile etica
imprenditoriale premiano l’azienda e il suo lavoro, largamente apprezzato dai
consumatori, e portano alla nascita di nuovi prodotti, sempre fedeli alla
filosofia aziendale del naturale: tra questi spiccano DolceDì, lo zucchero
delle mele, e Nocciolata, la crema spalmabile di nocciole biologiche. Nel 2005
i fratelli Rigoni riacquistano le quote societarie di Sviluppo Italia e Veneto
Sviluppo tornando ad avere il pacchetto completo delle azioni della Rigoni di
Asiago Spa.
Leader delle marmellate - Il mese
di giugno del 2006 segna un’altra data fondamentale per la Rigoni di Asiago, ma anche
per il mercato italiano del biologico in generale. Fiordifrutta conquista la
prima posizione nella classifica italiana delle confetture più vendute. Una
leadership raggiunta con un prodotto biologico contro concorrenti che, al
contrario, puntano su marmellate tradizionali. Il 2008, infine, segna un’altra
svolta aziendale. Con Fruttosa, la
Rigoni di Asiago, spiazza i mercati del settore commercializzando
un dessert di frutta che non ha eguali sul mercato. La Rigoni di Asiago è oggi
un’azienda di successo, ma anche una tradizione di famiglia che è stata
tramandata e viene sviluppata dalle nuove generazioni. I fratelli Antonio,
Andrea, Luigi Rigoni e il cugino Mario continuano l’attività con lo stesso
entusiasmo di nonna Elisa, alla quale va il merito di essere riuscita a
trasmettere ai nipoti la saggezza e l’amore per la natura dei Cimbri.