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sabato 18 aprile 2009

I vizi capitali e i nuovi vizi: analisi di Umberto Galimberti (Feltrinelli). Di Maria Beatrice Protino

Il filosofo riprende una tematica già affrontata in alcuni articoli usciti su Repubblica e descrive il mondo contemporaneo attraverso i suoi vizi con un messaggio sociale che consegna ai lettori.


Il vizio ha sempre goduto di maggior interesse rispetto alla morale: è più interessante scoprire quale sia la perversione di una persona piuttosto che la sua morigeratezza: , scrive Galimberti nel suo saggio pubblicato da Feltrinelli.
Identificati come da Aristotele, come nel Medioevo, come espressione della tipologia umana nell’Età dei lumi, appaiono infine come manifestazione psicopatologica nel Novecento. .
Ma l'autore distingue anche tra le due . La prima è quella del soddisfacimento dei bisogni e quindi dei vizi, perché per soddisfare l'esigenza del vizio l'individuo deve consumare; la seconda è la morale della mortificazione di questi bisogni. Per questo motivo non può esistere un’economia cristiana. Come conciliare le due cose? . Se le due morali, quindi, sono incompatibili - si tratta di due etiche diverse e contrapposte, per cui la morale cristiana ha esaurito la sua storia nel momento in cui la società è passata dallo stato del bisogno allo stato della soddisfazione del bisogno - è anche vero che si è creato nella coscienza collettiva contemporanea un .
Se si evitano i trucchi, invece, si possono analizzare i sette vizi capitali - ira, accidia, invidia, superbia, avarizia, gola e lussuria – e a questi aggiungere anche nuovi vizi che nascono solo nella società contemporanea perchè sono il frutto delle mutate condizioni economiche in cui viviamo: se si possono rileggere i vizi capitali alla luce della contemporaneità come devianze della personalità individuale, i cd nuovi vizi coincidono con "tendenze collettive" a cui l’individuo riesce a opporre solo una debole resistenza, pena l’esclusione sociale.
E allora Galimberti individua il consumismo, frutto del benessere economico, il conformismo o omologazione ad un modo di vivere comune, la spudoratezza e la sessomania - -, la sociopatia, il diniego o l’indifferenza (velata la polemica all’indifferenza verso alcune scelte politiche attuali) e il vuoto, il vizio per eccellenza dei giovani.

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venerdì 17 aprile 2009

Contamination Corruption di Sergio L. Duma (Icaro edizioni)

Partiamo da alcune considerazioni piuttosto banali, ma necessarie. E’ indubitabile che stiamo assistendo ad una vera e propria scomparsa dei confini degli spazi economici e della cultura tecnologico-scientifica, come della cultura in generale. Il sapere, nel senso più ampio del termine e non solo quello scientifico delle società di oggi, è de-valorizzato e de-contestualizzato. Ovvero la costante orizzontalizzazione ( e a volte banalizzazione) dei messaggi culturali prendono vita e significanza solo se possono essere mercificati (Lyotard). Per essere ancora più meticolosi, avranno maggior senso i messaggi culturali più facilmente decodificabili ed utilizzabili. La nostra società, è la società come sostiene Z. Baumann, “dell’incertezza”. La velocità di cambiamento che ormai pervade l’economia di oggi, e non solo quella, ha prodotto una condizione di continua incertezza nell’uomo che conosce una nuova angoscia: il terrore costante di rimanere indietro. E questo è un metodo accettato e perseguito anche dal mercato dello spettacolo, dell’intrattenimento, dalle piccole e medie aziende pubblicitarie alle corporation del cinema, della radio, della televisione, del web, dell’editoria. Esse sanno che per creare dipendenza devono lavorare sulle intersecazioni dei messaggi, sulle loro ibridazioni, sulla creazione di nuove grammatiche accessibili a chiunque, stimolanti e soprattutto che creino assuefazione, proprio perché nascono all’interno del sistema mediatico, ogni giorno digerito a malapena dal singolo, sottoposto puntualmente ad un immenso pasto pantagruelico di immagini, slogan, spot, parole, odori, suoni a velocità supersonica. La ricaduta, per fare un po’ di psicologia da salotto che non fa mai male, è che tutti, indistintamente, corrono da soli come folli alla ricerca di qualcosa, non comprendendo di restare invece fermi, in quanto anche il raggiungimento dell’oggetto dei loro desideri non appaga la loro inarrestabile sete di possesso. La globalizzazione ha posto l’uomo in una nuova condizione di alienazione, e ha offerto l’illusione che la corsa inarrestabile al produci-consuma-crepa, potesse darsi come dimora definitiva dell’uomo. Ed ecco allora che dove la realtà che ci circonda appare sempre più caotica e inafferrabile, la spinta culturale proveniente da diversi sistemi di culture, sub culture, culture altre, tende ad emergere nella devastante azione virale della “Contamination Corruption” dove ci si orienta in un mondo che ha abbandonato qualsiasi volontà di definizione, perché non può darsi in nessun caso dei prodotti presentati (film, video clip, games, libri, musica, arte) alla massa generalista, perché nel momento in cui si cerca di restringere il campo di analisi l’universo mercantil-tecno-spettacolare presentato svanisce in chissà quale mondo parallelo. Il libro edito da Icaro Edizioni nella collana diretta da Angelo Semeraro, di Sergio L. Duma dal titolo per l’appunto “Contamination Corruption” ha l’ x-factor, proprio come hanno dimostrato qualche giorno fa i The Bastards Sons Of Dioniso con il loro inedito L’Amor carnale che ha nel suo codice genetico gran parte della storia del punk rock internazionale. Ora Duma secondo me fa un’operazione molto intelligente, innanzitutto sul piano della scrittura: attacca “il nemico” con le sue stesse armi. Stile graffiante, da navigato articolista di pop culture, acido, sintetico come una web scrittura da micro-blogging, ma che non rinuncia alla serietà dello scandaglio quasi accademico. Anche se l’autore ammette di non poterlo fare dalla quantità di giga informativi da presentare nel limite del prodotto editoriale. Secondo punto a favore di Duma è che scende in profondità con la sua torcia nelle viscere del nostro immaginario collettivo. O meglio del nostro inconscio collettivo iper-mediatico. E dunque il testo si costruisce in queste sezioni: Contaminati precursori, Sci-Fi corruption, Contaminati isolati, Avant Pop, Tv e Comics Files, Sex Virus, Cinema di confine, Music Corruption. L’opera diventa fruibile e gustabile da chiunque, completa sino all’inverosimile, una vera e propria wikipedia della nostra era. Nello specifico? Si va dalla teoria del cut up di William S. Burroughs e Thomas Pynchon, alla corrente letteraria Avant Pop creata e teorizzata da Larry Mccaffery e che in Italia Fanucci ha racchiuso nell’antologia Schegge d’America, da Marilyn Manson a Genesis P-Orridge degli Psychic Tv, da Aleister Crowley a Charles Manson, da X-Files di Chris Carter a Matrix dei fratelli Wachowski, dai Simpson e South Park ad Arkham Asylum per la Dc Comics, opera tra il gothic e noir dove viene presentato un Batman e un Joker psicotropici grazie all’arte immensa di Grant Morrison, per non parlare dell’universo Marvel con la generazione mutante degli X-Men, da Ciclope in poi. Un libro questo di Sergio L. Duma che non può definirsi solo una panoramica delle produzioni artistiche degli ultimi decenni che hanno avuto rilevanza per le giovani generazioni. No, non è solo quello. Come non può essere solo un’agile guida, o un viaggio in T.A.Z (zone temporaneamente autonome come direbbe Hakim Bey). E’ un viaggio in un’altra galassia, senza centro né principio, dove forse altri mondi con altre civiltà attendono di essere scoperte!

giovedì 16 aprile 2009

La futura classe dirigente di Peppe Fiore (Minimum Fax) al Dimmidisi di Roma

«Una padronanza e un'originalità di scrittura rare in un autore agli esordi».

Giovanni Pacchiano, Il Sole 24 Ore

«Le sue frasi sono mirabolanti, le sue storie sono vive. Le pagine di questo scrittore pulsano».

Francesco Borgonovo, Libero

Figlio unico napoletano trapiantato a Roma, megalomane, assediato da una selva di nevrosi erotiche, bipolare come tutte le persone di talento nell'Italia contemporanea, Michele Botta ha la sua prima vera occasione per entrare nel mondo degli adulti: viene assunto da una giovane e dinamica società di produzione televisiva. Potrebbe essere l¹anno della svolta, e invece è qui che il suo equilibrio già precario finisce per sgretolarsi. Viene mollato dalla ragazza. Il rapporto con i genitori è un ginepraio di ostilità reciproche ormai arrivato al pettine. E l'emancipazione professionale è una fiction milionaria su un mitologico regista porno degli anni Ottanta, che forse non è mai esistito. Comico, caustico, eccessivo, irresistibile, La futura classe dirigente è l'attraversamento della linea d'ombra nell'era della demenzialità istituzionalizzata e della volgarità al potere. Ma anche l'analisi amara e impietosa di un paese attraverso la messa alla berlina della sua «santa trinità»: la famiglia, il sesso, la televisione


Quando: domenica 19 aprile 2009
Start: 19.00 - 20.00

Dimmidisi
via dei Volsci, 126/b - Roma, Italy

Nell'ambito di "Happy Book"

Peppe Fiore
presenta
"La futura classe dirigente"

A seguire la mostra delle vignette di Bucnic
e il concerto dei RareTracce

Ingresso comprensivo di aperitivo con buffet 10 euro.
Dopo le ore 21 ingresso 5 euro.

Serata organizzata da Whipart.

CLAUDIA VIVENDO - Tu, poetessa della meraviglia, che continui a stupirci

Venerdì 17 aprile alle 21.30 all’ “ARTI E VINO” – La Movida (via Maremonti 9/11 presso piazzetta S. Chiara) a Lecce, verrà raccontata Claudia Ruggeri.
Verrà fatto attraverso le letture tratte dal libro di Claudia, “Inferno minore”, a cura di Luca Nicolì e Massimiliano Manieri, a cui si alterneranno le testimonianze di chi, come Walter Vergallo e Maurizio Nocera, l’ha conosciuta e frequentata.
Ci farà compagnia Maria Teresa Del Zingaro, madre di Claudia. Il fotografo Elio Scarciglia presenterà il sito dedicato alla poetessa e ci parlerà del documentario “Claudia”, che ha già proiettato a Firenze e presto anche a Taranto.
La giovane attrice salentina, Chiara Colapietro, chiuderà il racconto con un’interpretazione personale di “Corrotto barocco” e ci offrirà una piccola sorpresa.

Per informazioni e prenotazioni 347.7570002

Claudia Ruggeri, nata a Napoli nel l967 da madre napoletana e padre leccese, visse sempre a Lecce, dove è morta nel 1996.
Frequentò, contemporaneamente, la facoltà di lettere moderne e quella di teologia.
Viaggiò moltissimo: Turchia, Polonia, Ungheria, Russia, India e Sri Lanka.
A 18 anni fece parte del “Laboratorio di poesia” creato nel 1985 e diretto dal prof. Arrigo Colombo, in collaborazione con il prof. Walter Vergallo, che sfociò, poi, nella rivista “L’incantiere” che diede il via al festival “Salentopoesia”.
Claudia fu considerata come la più dotata, particolarmente creativa nel discorso lirico, straordinaria e personalissima nella recitazione. Si fece conoscere per la sua vitalità espressiva, per l’uso degli arcaismi e delle parole inventate. Strinse amicizia con Franco Fortini, Dario Bellezza, M. Luisa Spaziani, Michelangelo Zizzi, Antonio Verri.
Solo alcuni anni dopo la sua scomparsa, si iniziò a parlare di lei.
Mario Desiati, caporedattore di “Nuovi argomenti”, rivista letteraria edita dalla Mondadori, le dedicò la pubblicazione di versi, testimonianze e ritratti fotografici e, in seguito, la stampa di “Inferno minore”.
Nel 2007 "Terra d'ulivi" di Lecce ha stampato “Oppure mi sarei fatta altissima”, saggio sulla poetica di Claudia Ruggeri, di Alessandro Canzian. La stessa Associazione culturale, ha indetto un premio letterario “Claudia Ruggeri” da assegnare a giovani autori.
Buona parte dei manoscritti della poetessa si trova a Firenze, presso il “Gabinetto G.P. Vieusseux.

Progetto e cura dell’evento: Alessandro Turco

CLAUDIA VIVENDO
TU POETESSA DELLA MERAVIGLIA CHE CONTINUI A STUPIRCI


Start - venerdì 17 aprile 2009 alle ore 21.30

“ARTI E VINO” – La Movida
Indirizzo: via Maremonti 9/11 c/o piazzetta S. Chiara - Lecce, Italy


E-mail: tusandro@libero.it

Horatio - E se Orazio fosse un clown e Amleto un pianista folle?

“Orazio, sto morendo. Tu vivi. Racconta la verità su di me e sulla mia causa, a chi non sa. Oh Dio, che nome ferito mi lascio dietro, se tutto resta ignorato. Se mai mi hai tenuto nel cuore assentati per un poco dalla felicità, e in questo mondo feroce respira soffrendo per raccontare la mia storia.”
Amleto, William Shakespeare.

Orazio, il fedele confidente del principe Amleto, intrappolato nel cimitero delle mille rappresentazioni della tragedia shakespeariana, condannato a ripeterla da sempre, si ritrova esasperato nei panni di un clown costretto a convivere con un Amleto convertito in un pianista folle, che attraverso le immagini allucinanti dei “Quadri di un’esposizione” di Modest Musorgskij conduce Orazio nell’inevitabile franare degli eventi che lo porteranno a vendicarsi del re fratricida. L’universo degli infiniti travagli interiori del principe di Danimarca porta lentamente a perdere il contatto con la realtà fino a mostrare al clown, sempre confuso ed emotivamente alterato, il divario fra l’essere e il non essere, il partecipare e l’assistere. Tutto questo con il naso rosso.
Che Amleto finga di essere pazzo, non ci ha mai creduto nessuno.


Biglietto intero 12 €
Biglietto ridotto 7 €
Acquistabile online a prezzo speciale su Happy Ticket


Voce: Francesco Deri
Pianoforte: Davide Runcini
Direzione di scena: Marta Falconi
Scenografie: Teatro Carlo Felice di Genova

Il Cirque Allant Vers e Bruditheatre

presenta

Horatio

Da mercoledì 6 maggio 2009 alle ore 21.00 a venerdì 8 maggio 2009 alle ore 22.00
Teatro Altrove, Piazzetta Cambiaso 1, Genova, Italy



INFO : 3497220097
E-mail: falconi.marta@gmail.com


Teatro Altrove 6,7,8 Maggio
Piazzetta Cambiaso 1 Genova

mercoledì 15 aprile 2009

Io scrivo di Simone Maria Navarra (Delos Books)


Un manuale di sopravvivenza creativa per gli autori emergenti, che vogliono migliorare la loro scrittura e, magari, trovare anche un editore disposto a pubblicarli... Cari scrittori emergenti, ammettete con voi stessi che, se non iniziate mai a scrivere, se non riuscite ad andare oltre a un paio di pagine o se vi bloccate per un mese ogni tre righe, forse scrivere non vi piace così come credete. Forse, in fin dei conti, diventare un autore di romanzi non è davvero il sogno della vostra vita. Se poi doveste rendervi conto di odiare letteralmente la parola scritta questo potrebbe dire che, nell'intimo del vostro spirito, non si nasconde uno scrittore ma un editore. In questo caso la prima cosa che dovete chiedervi è: ho intenzione di pubblicare anche autori emergenti? Se così fosse, vi mando subito qualcosa di mio da leggere. Io scrivo è un libro intelligente, divertente e dissacrante, che pur rivelandosi una vera miniera di consigli utili per ogni autore alle prime armi che intende affinare la propria tecnica per arrivare a pubblicare, non perde l'occasione per indagare nel vasto mondo dell'editoria, con i suoi trabocchetti e i suoi percorsi difficili, e in quello, forse ancora più ampio ed eterogeneo, degli scrittori in cerca di editore, apparentemente disposti a tutto pur di pubblicare. Proprio come Simone Maria Navarra!


L'AUTORE

Nato a Roma nel 1975, Simone Maria Navarra ha scritto diversi racconti e romanzi, alcuni dei quali disponibili gratuitamente su Internet in formato ebook.
Io scrivo è il suo primo libro pubblicato.


Io scrivo di Simone Maria Navarra
Delos Books
Collana: I libri della Writers magazine Italia
Web: http://www.ilmondoquasinuovo.com

L'amor carnale - The Bastard Sons of Dioniso



That's all folk!

Senza Corpo (Minimum Fax) a Bologna al Teatro San Martino

Aa. Vv., Senza corpo
Voci dalla nuova scena italiana


a cura di: Debora Pietrobono
illustrazione di: Luigi Bicco

venerdì 17 aprile 2009
Start: h. 19.00
Teatro San Martino, Oberdan, 25 - Bologna, Italy


Intervengono
la curatrice Debora Pietrobono


Lucia Calamaro • Oscar De Summa • Alessandro Langiu • Giuliana Musso • Massimo Somaglino • Sergio Pierattini • Michele Santeramo • Daniele Timpano


Come ogni anno, minimum fax propone ai lettori un'antologia di ricerca delle nuove scritture che attraversano l'Italia. Per il 2009 il bacino di nuovi talenti dove siamo andati a pescare - sotto la guida di Debora Pietrobono - è quello degli scrittori per il teatro. Perché dietro i recenti successi di autori come Marco Paolini, Ascanio Celestini o Emma Dante, esiste una scena ricchissima di giovani drammaturghi capaci di creare un canone alternativo nella letteratura italiana contemporanea. Attraverso questi otto testi, spesso già premiati e riconosciuti come piccoli capolavori di scrittura, si delinea una panoramica che, tra differenze stilistiche e consonanze tematiche, in un passaggio continuo dalla lingua al dialetto, dà voce alla nostra società malata e crea una vicinanza con il lettore che, pagina dopo pagina, viene sempre più chiamato in causa.

martedì 14 aprile 2009

Eleonora Danco, Ero Purissima (Minimum Fax) domani alla Libreria del Cinema di Roma

«Eleonora Danco è un'artista di razza randagia, irrefrenabile ed elastica, è un fenomeno di culto come scrittrice e interprete di testi corsari, è una performer in grado di alimentare un fluxus joyciano di slang romanesco».

Rodolfo di Giammarco, La Repubblica

mercoledì 15 aprile 2009
Start h. 19.30 c/o Libreria del Cinema, via dei Fienaroli, 31/d - Roma


Eleonora Danco
presenta
Ero purissima

Presentano Edoardo Camurri e Luca Mastrantonio

Leggono Eleonora Danco
Sandra Ceccarelli e Fabrizio Gifuni


Con una conversazione con Marco Lodoli

Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono crude e struggenti. Eleonora Danco, la più grande rivelazione del «giovane teatro arrabbiato» degli ultimi anni, ci sbatte in faccia la disperazione e la nevrosi quotidiana delle nostre città. Lo fa con i suoi più significativi testi per il teatro, qui presentati in ordine cronologico in modo da ripercorrere un decennio di lavoro: un concentrato di rabbia e poesia, espresso in un linguaggio crudo ma pieno di grandi invenzioni e illuminazioni improvvise, che l'ha portata a diventare in poco tempo una vera autrice di culto, tra Pasolini e Sarah Kane. L'adolescenza, i conflitti familiari, il sesso, la droga, le periferie: il mondo della Danco rivive adesso finalmente su carta ­- uno splendido, liberatorio pugno nello stomaco per i lettori.

E IO ASPETTO..LE CRONACHE DI IRENE. Silla Hicks su Irene Càrastro Mosino, Cronache semiserie di città (Altrimedia)

È difficile scrivere. Scrivere qualcosa di buono, intendo, qualcosa che ti inchiodi per una, dieci, mille pagine, che ti guardi coi suoi occhi spalancati anche dopo che il libro l’hai chiuso.
Non basta un diploma o una laurea e nemmeno il ricordo di quello che hai visto.
Non so cosa serva.
Perché sono un camionista, io. E non dimentico di esserlo. Anche quando racconto le storie che vedo.
E così mi dispiace, signora Maestra: mi dispiace due volte, ma io, alunno che da Lei avrei preso massimo un cinque, io, che non sono istruito né chic né perbene – uso le Sue parole: ne riconosce il suono? S’accorge di quanto è aspro, senza appello? - Io, che se fossi nato tremila chilometri a Sud avrei, come la signora Paglisi, raccolto le olive nella Piana, la boccio, e le spiego anche il perché.
La boccio, perché boccio il Suo stare in cattedra, la Sua sensibilità piccolo borghese, il Suo gusto per un periodare paratattico piuttosto scarno, e non per la paratassi in sé, ché Le assicuro che un pakistanino d’Inghilterra, certo Hanif Kureishi, ne ha fatto un gioco pirotecnico da abbagliare persino un mondo in cui il sole c’è solo a mezzanotte.
La boccio, perché se è vero che critica viene dal greco e significa giudizio, a Lei, a dispetto del titolo che ha scelto, manca l’ingrediente base per una critica che non sia rifiuto e basta: l’ironia.
Lei non sorride, ma addita: Lei, che ama parole come “volgare”, o “saggio”, non riesce a capire che Cesarino – davanti cui “piange”, e prega, è da credere – avrebbe bisogno di un abbraccio, e non di una Resurrezione: a quella, semmai, penserà chi è ben più in alto: ma un abbraccio Lei è lì, e può darglielo. Io, camionista che non ha finito le superiori, direi persino “deve”.
Ma invece no, Lei guarda e basta, e guarda con distacco, signora Maestra: la Sua pietà resta sospesa a mezz’aria, resta distinta, c’è un io, e un voi.
Lei che di notte è confortata nel buio dal fracasso dei vicini che rientrano, non sa fare una carezza a un cane né a un ragazzino smarrito e metterà anche voti a tutti, ma non lascia il segno che i maestri lasciano, talvolta mettendo da parte ruolo e “princìpi” per scaldare le parole, e il cuore di qualcuno.
Perché per farlo- per insegnare, ma anche per scrivere - bisogna dimenticare tutto e perdersi, sa: perdersi nel fango se si parla di fango, e impiastricciarsi di nuvola se si parla di cielo.
Bisogna guardare per ore un taglio sul dorso di una mano, e immaginare un gatto che la graffia stanco di giocare, sentirne il calore della pelliccia, e ascoltarne le fusa: chiuda gli occhi, e immagini. No, niente “kissi, kissi”, stavolta. La prego, si fermi. Ascolti.
Ascolti la solitudine dell’uomo con la mano graffiata, e non si chieda se la merita o no.
Pensi solo che è umano: fatto della stessa sostanza fragile e imperfetta e immensa di cui è fatta lei.
Tenda le dita, lo tocchi. Lo stringa. Senta il suo dolore attraversarla come corrente elettrica, e pianga per davvero, con il trucco che le scioglie sulla faccia grinza come sulle faccette acerbe delle ragazzine che ci si impiastricciano per nascondersi, alcune delle quali - per Lei – resteranno per sempre volgari, perché non sa coglierne la devastante bellezza.
Forse non lo sa, signora Maestra, ma è stata proprio una di loro a scrivere quelle che credo siano le cronache cittadine più riuscite, intense e vere, piene insieme di ironia e di dolcezza, del sole dell’Indocina e delle brume di Parigi: una ragazzina esile, imbrattata di trucco pesante, che andava al liceo indossando un paio di vecchie scarpe da sera ricamate di strass, una ragazzina francese che Lei avrebbe detto “volgare”, che andava a letto con un cinese vent’anni almeno più vecchio di lei e si chiamava Margherite, Margherite Duras.
Legga, la prego, le sue Storie d’amore estremo, e veda come si può davvero raccontare gli “ultimi” come recita la sua quarta di copertina, stando in mezzo a loro e insieme elevandoli sul mondo.
Un primo passo, può essere non chiamarli più ultimi, ma solo persone. Provi a farlo, signora Maestra.
Poi, se vuole, scriva ancora.
Tenendo il cuore e la penna in mano, seminando tra gli inevitabili errori quelle parole giuste che arriveranno dritte in mezzo agli occhi di qualcuno, come un proiettile, a tradimento, e dalla ferita che ci apriranno faranno sgorgare a fiotti pezzetti di sé che rotolandole giù, sulla faccia, le graffieranno gli occhi a sangue, in modo assoluto, indecente, al di là di quello che è giusto o no, al di là di quello che è opportuno o no, per un tempo ben più lungo di un centinaio di pagine.
Smetta di commemorare un mondo di sane e buone piccole cose, edulcorate dal ricordo come gli amori finiti quando passano gli anni e ci si scorda quanto ci hanno fatto piangere: perché Lei lo sa, in fondo, che è questo che le fa rimpiangere le sue canzoni: il fatto che non siano, che non possano più fare male.
E non mi parli di Gozzano, adesso: le sue piccole cose erano di pessimo gusto, ricorda? Come attraverso gli occhi azzurri della servetta quindicenne, Guido stava alla finestra di un mondo quanto mai reale, incapace di starci dentro, ma desiderandolo così forte – così dolorosamente - da entrarci per davvero.
Si guardi intorno. Guardi il mondo, com’è. O lo immagini, anche. Ma standoci in mezzo, sentendolo nelle viscere, e pazienza se non è perfetto, perché è questo, Le confido, il bello dell’essere umano.
Faccia quello che crede, ma esca, vada ai “giardinetti”, se vuole, e pazienza se qualcuno ci ha portato a spasso il cane, pazienza se si sporcherà le scarpe, respiri la terra, lo smog, il sudore del mondo.
Non commiseri, non giudichi. Soltanto, sia. Sia quello che vuole raccontare.
Si faccia male. Lasci da parte il Suo doppio cognome, e non perché è per sé ostacolo: lo è per Lei, che ne ha fatto una barriera. Vada in giro scalza e nuda per il mondo.
Né Maestra, né allieva: solo, umana.
Collezionando sguardi e storie dentro a bustine di Minerva, mettendo insieme un Diario minimo di immagini che siano frammenti di vita, preghiera, non buone abitudini, come ogni messa dovrebbe essere, perdono. Per sé e il mondo insieme.
Non so dirle se basterà, per farne un libro.
Non so dirle cosa ci voglia, né se si possa imparare.
Ma almeno il mondo, la gente, i cani e i gatti e la città con il suo traffico e le sue moto e i suoi autobus le scorrerà sotto pelle, e un bel momento finalmente si accorgerà di esserne parte.
E allora, finalmente, non sarà più Maestra, ma solo Irene.
Un nome bellissimo, antico, di occhi neri che ballano il sirtaki sensuale di Zorba, di sole che acceca e piane infinite di aranci.
Si siederà sotto uno di essi, Irene, anzi: ti siederai.
E, piangendo – ferita, le vesti stracciate, il trucco sciolto – racconterai le tue cronache.
Mentre tutti staranno fermi e zitti, ad ascoltare.

(Irene Càrastro Mosino, Cronache semiserie di città, I Narratori, Altrimedia Edizioni, Matera, 2009)

Il sesto ed altri racconti. Psychotropic noir di Stefano Delacroix (Lupo editore) a Ruffano

Venerdi 17 aprile, presso il Teatro della Scuola Elementare in Via Paisiello, a Ruffano, alle ore 19.30, si terrà una serata evento, organizzata dalla locale Pro Loco, con la presentazione del libro di Stefano Delacoix, Il sesto ed altri racconti. Psychotropic noir, edito da Lupo (2008).

Si tratta della prima uscita pubblica a Ruffano, quasi un ritorno a casa per l’autore, Stefano Delacroix, nato nel 1966 a Taranto, dove vive ed opera, ma di origini ruffanesi per parte dei genitori, come il vero cognome, Cazzato, inconfondibilmente rivela. Dopo la militanza tra le band giovanili, scoperto da Maurizio Montanari, approda alla corte di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il ‘94 e il ‘97 i primi due album da solista, Ribelli, e La legge non vale (entrambi per Ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Delacroix ha già esordito nella letteratura nel 2007, con due romanzi, La memoria del mare (ed. La Riflessione) e Peristalsi (ed. Il Foglio), ma con la raccolta di racconti Il Sesto, lo scrittore tarantino esordisce nel genere del noir psicologico o “psicotropo” (la definizione è di Michelangelo Zizzi). La pubblicazione apre ufficialmente la collana “Incipio” di Lupo Editore. Gli otto racconti che compongono Il Sesto, infatti, si fondano tutti su un dubbio percettivo, psicologico, che disperde le energie dei protagonisti, facendoli cadere nella follia che, in questo caso, diventa una distrazione della percezione. Nel noir psicotropo in cui sono immersi i protagonisti dei racconti di Delacroix vengono meno le due coordinate esistenziali fondamentali nelle quali l’essere umano si trova a vivere: lo spazio ed il tempo.

Lo sfondo quasi costante di tematiche amorose, rende il genere ancora più idiopatico, irresistibilmente identificante. L’amore ne Il Sesto rimane la cosa più reale ed unicamente significante, a dispetto del suo dissolvimento. Così si ama ancora la donna della propria vita (come nel bellissimo “Il volgere del tempo”) senza poterla, a causa di fatti inspiegabili, più rivedere (nel racconto, il protagonista torna indietro nel tempo, ma realmente, fisicamente, mantenendo tuttavia coscienza del fatto, fino al giorno in cui vede la donna -che avrebbe amato nel corso regolare del tempo- nascere nel grembo della madre); così si da, per lettera abbandonata allo spazio, l’addio al figlio lontano anni luce (in senso letterale del termine, come avviene nel racconto che da il titolo al libro), mentre si va incontro a una rivelazione ontologica o forse, ancora una volta, solo percettiva, neuronale. Scompaiono le differenze tra mondo esterno e mondo interno, tra memoria e attesa del futuro: il tempo non scorre se non nel flusso circolare del percepire - ricordando.. Eppure le vicende avvengono: suicidi determinati da una falsa percezione dell’altezza; errate letture del mondo che si riconducono alla fatalità di un nome e che conducono a costruire la propria morte, apparentemente accidentale; smarrimenti spaziali o temporali che divengono irreversibili e coincidono col cambiamento irreversibile della propria collocazione nel mondo.Il Sesto ha avuto un “padrino” d’eccezione, l’attore Alessandro Haber, che durante la prima presentazione del libro, a Copertino (LE), ha letto alcuni racconti dell’opera di Delacroix (che ha anche un sito ed un blog personali molto interessanti ed interattivi).

Durante la serata del 17 aprile, coordinati da Paolo Vincenti, Presidente della Pro Loco Ruffano, interverranno Michelangelo Zizzi e Stefano Donno, con degli interventi critici sull’opera di Delacroix, lo stesso autore, che si esibirà come musicista e cantante, ed il regista Massimo Cerbera, autore del book-trailer del libro che sarà proiettato a inizio serata. Ospite d’eccezione, Salvatore Russo, talentuoso chitarrista di fama nazionale che farà vibrare la sua sei corde per il pubblico presente, peraltro avvezzo alla buona musica dal vivo, grazie al “Trend and Blues Festival”, manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale che da diversi anni si svolge a Ruffano, in luglio, e che ha visto esibirsi sul palco ruffanese i più conosciuti ed apprezzati musicisti blues a jazz di tutto il mondo. Appuntamento il 17 aprile, a Ruffano, per una serata dalle forti emozioni.

Ingresso gratuito
Organizzazione: Pro Loco Ruffano
Info: 348.1306106 – 338.9821988

domenica 12 aprile 2009

Sandor Torvjollit - La linfa del cemento

A volte se non toccassi il cielo per picchiarlo
mi accorgerei che è solo un bambino azzurro.

So già il giorno in cui mio nipote verrà
in un altare d'aperta campagna
e urlerà al vento "il nonno è morto! il nonno è morto!"

lì dove solo le anatre si permettono di morire,
lì dove si fan messe cogliendo fiori secchi

non capirò mai perché labbra azzurre
sono peggio di labbra rosse.

L'azzurro è il colore dell'azoto nell'atmosfera,
mentre il rosso invece, è il colore delle trincee.

Diteglielo,
a chi supplica la vita,
che siamo fatti delle nuvole peggiori,
che siamo vigliacchi come quelle nuvole
a quadretti

La diagnosi, è la stessa, sempre la stessa:
siamo azzurri
come mutande, telefoni, coperte, giocattoli
e a me basta.

(Sandor Torvjollit, "La linfa del cemento", Ed. Beit, 1982)

su suggerimento di Paolo Ferrante

sabato 11 aprile 2009

Svolte di costume: i giovani musulmani vogliono cambiare. Di Maria Beatrice Protino

Già subito prima dell’elezione di Barack Obama, in Iran - stando alle notizie riportate da chi in quei posti poteva permettersi di osservare con ‘occhio estetico’ la società del luogo (articolo pubblicato su Il Maschile de Il Sole 24 Ore, Sorpresa, son Millennials di Paolo Martini) – sembra si nutrisse una profonda aspettativa tra i giovani iraniani (e si badi che, nella zona ex colonia britannica che si estende dall’Asia occidentale al Nord Africa, gli under 25 sono circa la metà della popolazione), stanchi ormai del fondamentalismo e di una classe clericale insopportabile.
La voglia dei giovani di diventare come noi occidentali va a colpi di minigonne e addirittura nasi rifatti. Nonostante la censura severa, infatti, il modello di vita occidentale è un importante obiettivo, soprattutto per l’avanguardia della borghesia musulmana cresciuta a .
Questa generazione, detta dei Millennials (definizione sociologica che li identifica come , perchè nati nell’epoca digitale), sono in Iran, ma anche a Dubai e, come scriveva sul Time Sarah Raper Larenaudie: . Lo stesso accade tra i maschi modaioli: ritoccano gli abiti tradizionali con dettagli tipicamente occidentali. Si pensi che, a Kuwait City, ci sono negozi in cui i giovani vanno ad ordinare tuniche e foulard riadattati e griffati da stilisti del calibro di Tom Ford e Jil Sander.
Una giornalista inglese come Allegra Stratton ha addirittura pubblicato un libro su questa nuova tendenza culturale tipica dei paesi arabi islamici: le sue Muhajababes sono, con un gioco di parole anglo-arabe che combina il termine muhajabah (dama che porta il velo) e babe hollywoodiano, le ragazze che non rinunciano al tacchi e al look griffato occidentale, nonostante in testa usino indossare i foulard neri (magari anche questi alla moda).
Il potere della seduzione della cultura occidentale ha colpito ancora e, attraverso la cura per l’abbigliamento, diventa, come scrive il Time, .

La nuova borghesia islamica si secolarizza e sotto il velo sceglie la griff, forse nella speranza dell’inizio di un nuovo sogno americano

fonte iconografica da Il Sole 24 ore

Impronte di Luigi Marzo a cura di Ambra Biscuso e Alessandro Turco

All’interno della mostra di pittura “Impronte”, di Luigi Marzo, un sabato pomeriggio di letture poetiche con interventi di Arrigo Colombo e Walter Vergallo de “L’Incantiere” e di Maurizio Nocera e Pier Paolo De Giorgi. Luca Nicolì leggerà poesie giovanili ed inedite di Carmelo Bene, Federica Ventola farà un viaggio nella poesia femminile, con la Yourcenar e la Cvetaeva. E’ previsto un omaggio poetico a Vittorio Pagano e Vittore Fiore.


La mostra di Luigi Marzo è organizzata in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Provincia di Lecce e dall’assessorato alle Politiche culturali e giovanili del comune di Perugia in collaborazione con l’associazione Subasio Salento.
Impronte” della terra salentina lasciate nella memoria, nella storia individuale, nella cultura, nell’immaginazione, forse anche nel sogno di un uomo che le rielabora in forme, le veste di colori, le organizza in un sistema di segni, in una sorta di narrazione per immagini coerente e coesa, per simboli, allegorie, per significati che si intrecciano, stabiliscono relazioni di analogia o di differenza.

L'evento è a cura di Alessandro Turco ed Ambra Biscuso


sabato 11 aprile 2009
Start: h. 18.00
Sala "Pellegrino" - Museo S. Castromediano - ex Collegio Argento - Lecce

E-mail: tusandro@libero.it

venerdì 10 aprile 2009

Il web counseling il nuovo libro di Emauele Ria per Akademos

Questo libro apre una nuova collana per Akádemos edizioni, intitolata mens et corpus e destinata ad accogliere studi riguardanti l´aiuto, la cura, l´attenzione alla persona, intesa nella sua globalità. A tale scopo, è necessario il concorso di varie discipline e di varie esperienze, sicché la collana farà tesoro di contributi di pedagogia, medicina, psicologia, counseling...
Quest'ultima professione, approdata in Italia solo in tempi recenti, si qualifica come relazione d'aiuto in cui l'operatore è chiamato a sollecitare e potenziare le risorse del cliente, al fine di favorirne una più compiuta consapevolezza di sé, una più valida visione del mondo, relazionalità più fluide, scelte più libere ed autonome. Tutto questo può servire al cliente che abbia vissuti di oggettivo disagio, quali possono essere problemi di coppia o di famiglia, gravi lutti, difficoltà di integrazione in determinati gruppi sociali, questioni in ambito lavorativo, pesanti vissuti individuali, resistenze all'incontro con gli altri, necessità di orientamento, etc.
Il web counseling si pone come una specifica variante del counseling, che viene esercitata mediante Internet e che permette al cliente un più agevole accesso ai professionisti del counseling, in maniera discreta, non invasiva, facilmente attuabile.
Questo libro è un'introduzione al web counseling snella e chiara realizzata da Emanuele Ria, pedagogista e counselor professionista, che in essa fa tesoro delle sue esperienze sociali in favore della persona

Info
E-mail: postmaster@akademos.it

giovedì 9 aprile 2009

In libreria per Sellerio Il Silenzio dei Chiostri di Alicia Giménez-Bartlett

“Il giallo è capace di raccontare la realtà e la società come una volta facevano i romanzi epici”.
Alicia Giménez-Bartlett


È Marina, la figlia di otto anni del suo nuovo marito, a lanciare Petra sulle tracce di un assassino.
Al convento del Cuore Immacolato, dove la piccola va a catechismo, è stato ucciso frate Cristóbal, monaco cistercense dedito a ricerche di storia sacra. Dalla cappella è scomparso il corpo incorrotto del beato Asercio, meta di pellegrinaggi e visite turistiche. Petra e Garzón si ritrovano ben lontani dai soliti bassifondi. Madre Guillermina, suora basca tutta d’un pezzo, fumatrice incallita, è ben decisa a dirigere le indagini dal suo ufficio surriscaldato al centro di un labirinto di silenziosi corridoi per preservare la pace delle consorelle. Suore e monaci si danno a formulare ipotesi. Un testimone viene trovato morto in un’officina abbandonata. Il commissario Coronas richiede la consulenza di uno psichiatra famoso. Il mondo mediatico ha gli occhi incollati su una vicenda che si fa sempre più morbosa via via che pezzi della salma del beato cominciano a comparire in giro per la città.
Come sempre ribelle, Petra non vuole saperne di identikit psicologici o di vecchie storie legate al culto delle reliquie o alla Settimana Tragica di Barcellona, ma questa volta il filo da seguire è veramente troppo sottile e lo stress rischia di far fallire anche il suo terzo matrimonio.
In quello che forse è il romanzo più ambizioso della serie, Alicia Giménez-Bartlett salta con disinvoltura fra il divertente ritratto delle nuove famiglie allargate e un acido compendio degli aspetti più oscuri della Spagna profonda.

“Giménez-Bartlett ha un’antenna pazzesca, racconta sempre le cose peggiori che abbiamo intorno”.
Daria Bignardi


“I gialli di Alicia Giménez-Bartlett raccontano la Spagna di oggi meglio di un’inchiesta sociologica”.
Concita De Gregorio


Alicia Giménez-Bartlett, nota al grande pubblico grazie al personaggio della investigatrice Petra Delicado, protagonista dei romanzi Giorno da cani, Messaggeri dell’oscurità, Morti di carta, Riti di morte, Serpenti nel Paradiso, Un bastimento carico di riso, Il caso del lituano, Nido vuoto (tutti pubblicati nella collana La memoria). Con questa casa editrice ha inoltre pubblicato, nella collana Il contesto i romanzi: Una stanza tutta per gli altri (Premio Ostia Mare 2004), Vita sentimentale di un camionista, Segreta Penelope e Giorni d’amore e inganno.
Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 ha vinto il Premio Raymond Chandler organizzato dal “Courmayeur Noir in Festival”.

INCONTRI NELLA LUNA PIENA: IGNAZIO LICATA

INCONTRI NELLA LUNA PIENA
Giovedì 9 Aprile 2009, ore 21,30


UN META FISICO SICILIANO
IGNAZIO LICATA


In diretta su internet
www.oistros.it/lunapiena



Ignazio Licata è un fisico teorico, professore presso l'Institute for Basic Research di Palm Harbor, Florida, Usa ed attualmente direttore scientifico dell'ISEM, Institute for Scientific Methodology a Bagheria, Palermo. Ha iniziato lavorando nel campo delle particelle e della cosmologia quantistica. Ha discusso le sue ricerche con teorici del calibro di David Bohm e J. P.Vigier.
Oltre ai numerosi contributi specialistici (www.i-sem.net) ha pubblicato: Osservando la Sfinge. La realtà virtuale della fisica quantistica, Di Renzo, Roma, 2006 e La Logica Aperta della Mente, Codice Edizioni, Torino, 2008 che hanno incontrato un notevole successo di pubblico.
A settembre dell’anno scorso ha ricevuto il Premio “Veneri di Parabita” per l’arte e la scienza che gli ha permesso di aprire un proficuo rapporto col Salento ed in particolare con le ricerche condotte dal gruppo Oistros sul tema del tarantismo.
Un Incontro nella luna piena del 9 aprile specialissimo, dunque, che prenderà le mosse da una domanda: se tanti percorsi di conoscenza si sono risolti in circoli viziosi, possiamo continuare a pensare entro le gabbie delle discipline come ci hanno insegnato a fare, o è possibile trovare percorsi virtuosi?
L'incontro è trasmesso in diretta su internet giovedì 9 aprile 2009 alle ore 21,30 all'indirizzo web http://www.oistros.it/lunapiena - si consiglia di prenotare gli interventi all’indirizzo email lunapiena@oistros.it oppure al contatto skype casaoistros.

L’Associazione culturale Oistros sta organizzando per l’anno 2009 una serie di "Incontri nella Luna piena" con persone speciali del mondo dell'arte, della scienza, dello spettacolo e della comunicazione. Le stanze della sede in via A. Russo, 29 a San Cesario, già Loophouse, diventano ad ogni Luna piena un flusso video trasmesso in diretta su internet in forma interattiva e partecipata.
Ogni plenilunio, dalla luna piena: stravaganti lunatici in dissertazione.
"Incontri nella Luna piena" è un progetto di rinascita culturale che utilizza i modelli interattivi del web per condividere storie, progetti idee innovative. Tutti coloro che sono stanchi della melassa di luoghi comuni che ci sta soffocando sono invitati a raccontare ed a raccontarsi. Ogni incontro sarà un Oistros (pungiglione) e sarà trasmesso sul web secondo licenza Creative Commons di libero utilizzo e redistribuzione

Ersilia Cacace, Il peso sottile dell'amore edito da Enrico Folci editore

In questi giorni è uscito in libreria per i tipi di Enrico Folci editore il primo romanzo di Ersilia Cacace dal titolo "Il peso sottile dell'amore" ... un giallo che parla d'amore.

Una storia che sembra riemergere dopo anni trascorsi sotto un velo di polvere. un mistero da sciogliere e comprendere. Sospetti da dissipare e dubbi da verificare. Sullo sfondo, forte eppure nascosto, un amore che non ha ancora trovato il coraggio di emergere.

Michele Caccamo, La Sindone è una morte solo umana. Poesia tratta da La stessa vertigine, la stessa bocca (Manni editori)


"la Sindone è una morte solo umana
la deportazione di un lino
una disgrazia senza profeta
un tranello ecclesiale
la morte è già regno
deposizione e dimora
capanna croce e spavalda lastra
un gradimento divino"

La stessa vertigine, la stessa bocca
(Manni editori) 2005

mercoledì 8 aprile 2009

Civiltà dell’ulivo e della vite / il Salento contemporaneo fotografato a cura di Massimo Guastella


Giovedì 9 aprile alle ore 18, allo Spazio in Via Calvario 77 di Erchie (BR), sarà inaugurata la mostra "Civiltà dell’ulivo e della vite / il Salento contemporaneo fotografato", a cura di Massimo Guastella, nell’ambito delle festività erchiolane dedicate alla patrona Santa Lucia, che quest’anno celebrerà la presenza delle sante reliquie provenienti da Siracusa e il gemellaggio con la città siciliana.

La mostra delle opere di 20 artisti/fotografi è allestita nelle sale di via Calvario 77, da Maddalena De Nuzzo. La scelta curatoriale propone non meri scatti fotografici a carattere documentale o di fotoreportage ma una più articolata contaminazione nella dimensione estetica. Invero non si è scelto, sostiene il prof. Guastella, “celebrare retoricamente i due "motivi", di vite e ulivo, sentinelle perenni del paesaggio salentino, e più in generale del Mediterraneo, ma carpirne la percezione contemporanea, che nello scorrere di una millenaria civiltà, osserva oggi un confronto tra scenari tradizionali e mutazioni ambientali”. Esiti fruibili attraverso la singolarità interpretativa di ventuno fotografi/artisti, che nei caratteri di disomogeneità stilistica ed espressiva per denominatore comune si legano alle origini ovvero al radicamento comune al territorio salentino non privo di relazioni con le dinamiche culturali della globalità.




Tra i fotografi/artisti una certa rilevanza assume la presenza di Pio Tarantini (sua l’immagine logo della mostra), fotografo originario di Torchiarolo da anni trasferitosi a Milano e con un curriculum di ricerca fotografica, espositivo, critico e didattico di certo spessore. Il suo “ritorno” professionale nel Salento rappresenta uno stimolo e un incoraggiamento a sostenere le potenzialità creative del medium fotografico.

Al pari va considerata la partecipazione alla collettiva di Fernando Bevilacqua, riconosciuto esponente di spicco della fotografia salentina, autore di “scatti” assai noti a chi pratica gli ambienti culturali del territorio, che sarà presente con sue opere insieme a quelle del figlio Carlo Elmiro: giusto per indicare una trasversalità non solo generazionale che connota la mostra. In tal senso rilevanti sono le presenze di due accreditati fotoreporter salentini quali Claudio Longo e Massimiliano Spedicato, più noto come “Massimino”, e della fotogiornalista Nancy Motta a cui si affiancano i nomi degli artisti visivi Francesco Bramato, Giuseppe Scarciglia, Francesca Speranza. Partecipano inoltre: Pippo Affinito, Nico Barile, Federica Bruno, Arianna D’Accico, Angelo Locorotondo, Terasia Panagrosso, Alessandro Rodia, Ida Santoro, Luigia Scardicchio, Gabriele Spedicato e Giovanni Membola.

Uno spazio specifico nel percorso espositivo è stato riservato a Carlo Michele Schirinzi, giovane videomaker affermato sul piano nazionale, che presenta Addestramento all’Apocalisse un lavoro sul tema della guerra dove costante è la presenza simbolica di un ulivo.
La mostra, corredata dal catalogo stampato da Locorotondo editore resterà aperta fino al 3 maggio.

Erchie (BR) Spazio via Calvario, 77 dal 9 aprile al 3 maggio 2009
Orari mostra: tutti i giorni feriali 18-21; prefestivi e festivi 10-13, 18-21
Info: tel. 3921040404 - 333 5030680 - fax 0831 767573 - vincenzoconte69@yahoo.it


l'immagine è di Pio Tarantini, Ombra su parete rosa, Salento 2007

martedì 7 aprile 2009

MADREZMA - White Angel

In tutta sincerità ho dovuto prendermi il tempo necessario per ascoltare il lavoro dei Madrezma, e quando ci vuole tempo per metabolizzare un prodotto in ambito culturale o musicale, vuol dire che non si tratta di roba da poco.
O meglio richiede quel tanto di impegno per andare oltre rispetto a considerazioni superficiali che comunque vanno fatte per poter offrire un quadro quanto più esatto possibile. Sul loro myspace fanno un elenco di possibili influenze che nella loro musica si registrano, si percepiscono a pelle, ed è giusto visto che sono all’inizio e non si può certo parlare di maturità sia sul piano compositivo, che su quello prettamente tecnico. Devo comunque dire che il livello della band dalla batteria che non sdegna preziosi virtuosismi anche in controtempo, al basso e alla chitarra, risulta essere di un livello medio alto.
Il sound è vigoroso, a tratti acidulo, buona la resa vocale anche nei momenti corali, insomma come nella migliore tradizione dai Nirvana sino ai Subsonica. Interessante la ricerca testuale dalla quale traspira un forte decadentismo naturalmente di matrice post-moderna, macchiato di una giusta dose di noir, dark e filosofia punk (Abitudine e Schiacciami) Se fossero un libro potrei solo indicare un titolo: Costretti a sanguinare di Marco Philopat edito da Einaudi qualche anno fa.

Il loro myspace è http://www.myspace.com/madrezma
Il loro album ha come titolo White Angel


Il progetto MADREZMA nasce dall'incontro di Pablo Abbrescia (voce,chitarra), Dodo Sibillano (basso,voce) e Rino Petrosino (batteria) alla fine del 2007. Dopo meno di un mese si esibiscono per la prima volta insieme dal vivo e capiscono che non possono più farne a meno. Seguono quindi presto altre esibizioni live,tra cui quella in acustico al Teatro Kismet Oper di Bari,in occasione del "Controfestival 2007".
Alla formazione iniziale si unisce a gennaio del 2008 "il Dona" Alessandro Donadei (chitarra solista, col guanto) l'elemento mancante che rende esplosiva la reazione MADREZMA

Il Sesto di Stefano Delacroix per Lupo editore

La raccolta di racconti dal titolo Il sesto (pp. 168, euro 12), scritta da Stefano Delacroix e pubblicata da Lupo Editore nella collana incipit diretta da Michelangelo Zizzi, si presenta come un lavoro affascinante, e ricco di suggestioni. Non è propriamente appartenente al genere noir sulle dimensioni per intenderci alla Giancarlo Fusco, e nemmeno potrebbe rientrare in quello del giallo o del pulp. O meglio sembra che l’autore abbia trovato una sua personalissima chiave stilistica per fondere in maniera bilanciata tutte e tre le precedenti latitudini della scrittura appena citate. Cerco di essere più preciso. I giovanissimi aficionados della Disney/Pixar andando oggi nelle sale cinematografiche e vedendo ad esempio un film come Mostri contro Alieni, avrebbero una chiave di lettura del film molto superficiale, non cogliendo riferimenti del mainstream pop che magari un pubblico un po’ più adulto e maturo coglie immediatamente: Blob, L’uomo invisibile, Il mostro della laguna nera. E la stessa cosa potrebbe dirsi per il lavoro di Stefano Delacroix: Agata Christie, Alfred Joseph Hitchcock, Charles Bukowsky, e anche H. P. Lovecraft (per il racconto Marianera). Non sfugge inoltre il riferimento a tutto quell’universo che va dalla Legge d’Attrazione, alla Fisica Quantistica dei viaggi nel tempo come teorizzato dal “Dott. Quanto” Fred Alan Wolf nel suo lo Yoga della Mente edito da Macro edizioni, nel racconto il Sesto. La scrittura di questo narratore, si pone in bilico tra la ricercatezza di soluzioni formali eleganti, e il desiderio di lavorare al potenziamento dell’immaginifico proveniente dall’odierno mercato dello spettacolo. Ma perché poi questo libro viene definito psycotropic noir? Ce lo spiega Domenico Fumarola: «Gli otto racconti - ha scritto Domenico Fumarola - che compongono Il Sesto, infatti, si fondano tutti su un dubbio percettivo, psicologico, che disperde le energie dei protagonisti, facendoli cadere nella follia che, in questo caso, diventa una distrazione della percezione. Nel noir psicotropo in cui sono immersi i protagonisti dei racconti di Delacroix vengono meno le due coordinate esistenziali fondamentali nelle quali l’essere umano si trova a vivere: lo spazio e il tempo. Nel primo racconto della raccolta, intitolato “Il volgere del tempo”, il protagonista inizia a vivere la sua vita al contrario, tornando indietro nel tempo, fino a vedere la donna amata nascere dal grembo della madre; nel racconto che dà il titolo al libro una madre invia una lettera d’addio al figlio, anni luce lontano da lei».

Stefano Delacroix nasce a Taranto nell'agosto '66, da genitori leccesi. Dopo la militanza tra le band giovanili, scoperto da Maurizio Montanari, approda alla corte di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il '94 e il '97 i primi due album da solista, Ribelli e La legge non vale (entrambi per Ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Delacroix ha già esordito nella letteratura nel 2007, con due romanzi, La memoria del mare (ed. La Riflessione) e Peristalsi (ed. Il Foglio).

lunedì 6 aprile 2009

Da Simona Dolce a Claudio Morandini a Zammù Libreria

Dalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a - Bologna


7 Aprile 2009 :: h. 21.30

Simona Dolce, Madonne nere, Nutrimenti edizioni
introducono Luigi Bernardi e Marco Nardini


Madonne nere è una cruda storia di famiglia. L’arcaico retaggio, le consuetudini e il potere del silenzio di una terra antichissima redenti in una commovente confessione corale – coro voce dell’anima, coro di “signori e signore” e il miscuglio di questi.

Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.

Informazioni
sito web: myspace.com/zammu - malicuvata.wordpress.com
e-mail: zammu@tiscali.it – malicuvata@gmail.com
telefono: 051-330303




8 Aprile 2009 :: h. 20.30

Francesco Dell’Olio, Vivere adagio, Historica.

Può capitarvi di tutto, a un appuntamento al buio. Potreste incontrare la vostra futura sposa o una serial killer che vi mangerà il cuore a colazione. Potreste passare una meravigliosa notte d’amore in una camera d’albergo o tirarvi addosso i menù del ristorante dopo aver ferocemente discusso di politica. [...] Cosa c’entra questo con Vivere adagio? Eh, girate pagina, su.”



9 Aprile 2009 :: h. 19. 30

Claudio Morandini, Le larve, Pendragon
introducono Marco Nardini e Bruno Fiorini

Strisciano e sgattaiolano i personaggi di questo romanzo, si muovono furtivi, si accoppiano in anfratti bui, tramano nei corridoi di un palazzo tetro, i cui sotterranei inesplorati sprofondano come radici nella terra nera, tra miriadi di larve.


Casa lettrice malicuvata
da martedì 7 aprile a giovedì 9 aprile 2009

Zammù, bologna
via saragozza 32/a
Bologna, Italy

Morgan, Depeche Mode e chi più ne ha più ne metta sul nuovo numero di XL di Repubblica

XL questo mese si sdoppia e offre due copertine alternative. Una è dedicata a Morgan: viene dalla scena indipendente, leader dei Bluvertigo poi in fuga solitaria. Ha fatto dischi bellissimi ma nessuno se lo filava fino al successo tv di X Factor. Ora è imitato dai comici, braccato dai paparazzi, risucchiato dallo show business e spiazza tutti con un cd di classici italiani, perché "non c'è differenza tra Duran Duran e Sergio Endrigo".
Chi lo ha seguito nel tempo sapeva già dell'amore di Morgan per i Depeche Mode, di cui qui mostriamo il nuovo videoclip Wrong. Oggi la sua passione per il sound elettronico più rappresentativo degli 80's è chiara anche al più ampio pubblico televisivo, che ha scoperto e conosciuto il Morgan "giudice" di X Factor. Per questo XL ha chiesto a Marco Castoldi (il suo vero nome) di traformarsi in inviato e intervistare per il mensile i suoi idoli di sempre. Martin Gore ha confessato al leader dei Bluvertigo come la sua vita e la sua musica (soprattutto quella dell'ultimo album) siano cambiate dopo aver smesso di bere e di tirar tardi in giro per locali.

Il resto dell'incontro tra Morgan e i Depeche Mode lo potete leggere su XL 44, in edicola ormai già dal 2 aprile.

fonte www.xl.repubblica.it

domenica 5 aprile 2009

Fabbricanti di Libri 09 - Il Bando

FABBRICANTI di LIBRI 2009
CONCORSO INTERNAZIONALE DEL LIBRO D’ARTISTA
3a edizione
Comune di ARADEO (LE)


L’Associazione Culturale VERBAMANENT-PRESÌDIO Del Libro di SANNICOLA-ARADEO (LE), bandisce il Concorso Internazionale del Libro d’Artista FABBRICANTI di LIBRI 2009, 3a edizione, patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Aradeo.

REGOLAMENTO


Articolo 1


Il Concorso è riservato ad Artisti italiani e stranieri di età non inferiore ai 18 anni ed è finalizzato a stimolare ed incentivare la ricerca nell’ambito del libro d’Artista.
La partecipazione è gratuita.

Articolo 2

Ogni Artista può partecipare con un solo libro manufatto a tema libero, di qualsiasi forma e materiale, eseguito con qualsiasi tecnica, formato massimo cm 40x50 chiuso, spessore massimo cm 50, peso massimo kg 1,50, non premiato o segnalato in altri Concorsi.
Per installazioni o progettazioni speciali è necessaria la convalida del progetto da parte dell’Associazione.
Ogni manufatto deve essere firmato dall’Artista e risultare fruibile dal pubblico.
Sono ammesse opere collettive
Le opere che non corrisponderanno a suddetti criteri saranno escluse dal Concorso.

Articolo 3

Ad ogni opera va allegato il modulo di adesione (allegato n.1, scaricabile anche dal sito www.verbamanent.net) contenente tutti i dati inerenti all’opera unitamente a cognome, nome, indirizzo completo, recapito telefonico, eventuale indirizzo e-mail e firma autografa dell’autore.
Alla spedizione va allegato un CD-ROM con:
• una foto a colori ad alta risoluzione dell’opera, necessaria per la realizzazione del catalogo on-line;
• un file in Word contenente: cognome, nome, titolo e anno dell’opera, tecnica utilizzata, dimensioni in cm., valore e descrizione dell’opera.
L’Associazione si impegna a non diffondere, secondo quanto stabilito dalle recenti disposizioni di legge in materia, i dati personali di ogni concorrente al fine di garantirne la privacy.

Articolo 4

Pur impegnandosi nella massima cura dei manufatti, gli organizzatori declinano ogni responsabilità su furti, atti vandalici, danneggiamenti ecc. che le opere potrebbero subire in fase di trasporto, allestimento, esposizione e disallestimento della mostra.
Eventuali polizze assicurative sono pertanto a carico degli Artisti.

Articolo 5

I nomi dei componenti della Giuria saranno resi noti all’atto della premiazione.
Il giudizio della Giuria è insindacabile.

Articolo 6

Le opere dovranno essere inviate, tramite Posta Raccomandata, Pacco Postale Celere, Corriere Espresso entro e non oltre il 30 ottobre 2009 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo:

Associazione culturale VerbaManent-Presìdio Del Libro
c/o Maddalena Castegnaro
Via Martin Luther King, 7
73017 – SANNICOLA (LE)


Le opere non potranno essere sostituite previa esclusione dalla manifestazione.
Tutti gli allegati pervenuti non saranno restituiti.

Articolo 7

E’ data facoltà agli Artisti di far dono delle opere all’Associazione che provvederà ad aggiungerle al già esistente Fondo d’Archivio del Libro d’Artista DROSOS - Palazzo “Luigi Grassi”, Via della Costituzione 29 - ARADEO (LE).
Inoltre le opere verranno utilizzate per l’allestimento di Mostre itineranti di Libri d’Artista.

Articolo 8

Gli Artisti che desiderano la restituzione dell’opera devono:
1.chiederne rispedizione con esplicita richiesta nel “Modulo di adesione”
2.allegare ricevuta di versamento di 15,00 Euro effettuato sul c/c postale n. 83571398, intestato a Enrico Rapinese – Sannicola (LE).
Se la spesa di spedizione dovesse superare i 15 Euro, si chiede di versarne il relativo importo.
In caso di mancato versamento della quota, le opere non verranno restituite.

Articolo 9

La cerimonia di premiazione si svolgerà il 8 dicembre 2009 in Palazzo “Luigi Grassi”, Via della Costituzione, 29 – Aradeo (LE).

Articolo 10

PREMI
Ai primi tre classificati verranno assegnati Premi in beni per un valore complessivo di euro 1000 così suddivisi:
1° Premio – Euro 500
2° Premio – Euro 300
3° Premio – Euro 200
L’opera vincitrice diventerà il Logo del Concorso Fabbricanti di Libri 2010.
L’Associazione e la Giuria si riservano di assegnare menzioni speciali ad opere meritevoli di segnalazione.
Articolo 11
I premi potranno essere ritirati personalmente dai vincitori, in occasione della cerimonia di premiazione, o inviati previa richiesta scritta all’Associazione.
Vincitori e segnalati saranno preavvertiti e i loro nomi saranno inseriti nel sito www.verbamanent.net.
Non saranno date comunicazioni via telefono o via mail circa gli esiti del Concorso in quanto l’Associazione informerà per iscritto solo i vincitori e i segnalati.

Articolo 12

Sarà prodotto, e inserito nel sito www.verbamanent.net, un Catalogo on-line di tutte le opere ammesse al Concorso.

Articolo 13

La partecipazione al Concorso implica l’integrale accettazione di tutti gli articoli e clausole del presente Regolamento.
Date e luoghi possono subire variazioni.


Presidente VerbaManent e Referente del Presìdio del Libro
Maria Maddalena Castegnaro

vERBAmANENT

Presidio del libro di SANNICOLA-ARADEO
Via M. L. King, 7 - 73017 SANNICOLA (LE)
tel./fax: 0833.232261 - www.verbamanent.net
C.F. 91014710759

sabato 4 aprile 2009

Blues Tango's di Vito Antonio Conte


E se le ombre non fossero più materia
del tuo corpo
cercherò le tue labbra
in piccoli fogli di carta
E se la materia non potesse più dar vita
a nessuna ombra
libererò la mia anima
prigioniera del tuo abbraccio
E se la tua assenza
fosse più vicina del mio sonno
non ti chiederò più nulla
per sfuggire alla parola fine

Vito Antonio Conte, Quel che resta della polvere, Luca Pensa editore, gennaio 09. tiratura limitata di 188 copie

venerdì 3 aprile 2009

Orodè e Onehand jack

Fondo Verri
Presidio del libro di Lecce, via S.Maria del Paradiso 8

Sabato 4 Aprile, dalle 20.30
personale di pittura di Orodè "Per volontà di sinergia" a cura di Loredana Buccoliero
e “Onehand Jack” di Stefano Benni
con Giancarlo Russetti, Gianluca Milanese e Massimo Donno.


Doppio appuntamento al Fondo Verri, per sabato 4 Aprile, alle 20.30, il vernissage della personale di pittura di Orodè "Per volontà di sinergia" a cura di Loredana Buccoliero si apre con la performance “Tra la Fragmentart Crux e il velo di Maya”. A proposito della pittura di Orodè scrive l’artista e critico Gian Ruggero Manzoni: "Orodè si pone con un segno disperatamente poetico, testimone della fine di un’epoca. In un Occidente che precipita, stordendosi, danzando, avvelenandosi e guerreggiando, verso la catastrofe, il pittore e performer pugliese introduce una nota di tragico presagio e insieme ci regala il desiderio di eros, di vita, di passione, seppure le sue rasoiate e il suo continuo rapporto con l’oscuro, con la tenebra, con l’abisso. Quindi la sua diventa una drammatica avventura interpretata con lucida partecipazione al nostro tempo.
Seguirà alle 21.30 “Onehand Jack” di Stefano Benni con Giancarlo Russetti: voce recitante, Gianluca Milanese: flauto e Massimo Donno: voce e chitarra. Spettacolo brillante, costruito su una forte commistione tra narrazione e musica, racconta la storia fantastica di un uomo privo di una mano che grazie all’intervento di un dio impara a suonare il contrabbasso. Basato su un monologo di Stefano Benni, lo spettacolo prevede la presenza in scena di una voce recitante accompagnata dalla piccola orchestra musicale che proporrà in un dialogo serrato col testo, brani swing anni 40 e 50 passando dagli standard jazz il tutto in stile jam session. Al centro dello spettacolo vi è l’atto comunicativo, che insieme alla forma verbale diventa musica, il dire diventa ascolto. È la musica che permette al protagonista di entrare in relazione con l’altra protagonista del racconto, una cantante cieca. Due abilità differenti da ciò che definiamo “normalità”, che trovano il modo di dialogare tra loro e con la società.

Arte ecologica di Maria Beatrice Protino






L’arte ecologica o land art è nata negli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70 come esperienza creativa collegata soprattutto all’arte concettuale (perché i progetti più ambiziosi rimanevano spesso solo sulla carta), ma anche a molti altri movimenti che prosperarono nella stessa epoca: la minimal art - così chiamata perché le forme create sono spesso molto semplici; l' arte povera - per l'uso di materiali di poco valore; happening e performance art - poiché l'opera creata era spesso temporanea.
Tale termine venne coniato nel 1969 da Gerry Schum (gallerista tedesco: primo a fondare addirittura una Video Gallery, una galleria, cioè, dedicata alle trasmissioni delle opere immateriali della videoarte), realizzatore di un videotape che raccoglie dal vivo gli interventi degli artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Christo, che agivano direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei o facendo uso di materiali naturali.
Con l’arte concettuale ha in comune il rifiuto dei tradizionali media artistici e l’attenzione verso nuove possibilità espressive, eppure la land art trova origini molto più remote e spesso ignorate o trascurate. C’erano già, infatti, i giardini di sabbia Zen o i giardini di muschio giapponesi, e ancora i cimiteri svedesi coi loro recinti di ghiaia rastrellata a disegni geometrici, come le infinite varietà di parchi all’italiana o all’inglese: tutte forme di intervento atte a trasformare in opera d'arte frammenti di natura e paesaggi remoti e solitari, nella considerazione che i fenomeni naturali stessi possono costituire degli importanti eventi artistici quando vengono isolati, fissati, decontestualizzati.
La particolarità della land art, però, sta nell’intervento sulla e nella natura, non a scopo edonistico o semplicemente ornamentale, ma per quello che viene definito come una forte presa di coscienza dell’intervento dell’uomo su elementi che fanno parte di un ordine naturale e che, a causa dell’intervento umano appunto, ne rimangono sconvolti.
Sensibili alla ‘snaturalizzazione’ che la civiltà tecnologica in cui viviamo ci abitua, ma anche in linea con la filosofia hippy del ritorno alla natura, questi artisti esprimono il desiderio di allontanarsi dall'élite tradizionale e dal mondo delle gallerie interessate solo al risultato economico, avvertendo il disagio e il pericolo e ritornando ad utilizzare l’oggetto naturale o un oggetto quanto meno ricavato dall’ambito naturale per farsi testimoni del fatto che l’uomo può ancora trarre dalla natura degli ammonimenti, tanto più se il suo scopo è quello di integrarsi ad essa.
Le loro opere (un solco su un fiume ghiacciato o ad una fossa scavata nel terreno e poi riempita con terra presa altrove) spesso sono rimaste affidate esclusivamente alla ripresa fotografica o cinematografica delle stesse o alla loro descrizione e catalogazione attraverso tracciati o parole scritte, perdendo, così, buona parte della loro efficacia.

Lo scopo principale dell'artista land art è creare un impatto, un'esperienza con uno spazio depurato e libero da qualsiasi condizionamento.


Come operano questi artisti? Essi escono dagli spazi tradizionale quali gallerie o musei per intervenire direttamente sullo spazio macroscopico della natura e in scala col paesaggio. Per questo, le tracce e i segni lasciati dall’artista sono macroscopici ed evidenti e sono realizzati mediante strumenti tecnologici che reggono l’urto con la quantità di spazio da affrontare.

Il video è di Andy Goldsworthy e l’opera Rivers and Tides

giovedì 2 aprile 2009

CONCORSO FANDANGO – MERCOLEDI CAFFE’ CORTO

CONCORSO FANDANGO – MERCOLEDI CAFFE’ CORTO

Eccovi il regolamento - vedi anche su www.fandango.it


REGOLAMENTO

- La Fandango promuove un concorso di cortometraggi.


- Il festival avrà luogo ogni mercoledì dalle ore 21.30 alle ore 23.00 presso il Caffè Fandango, a partire da mercoledì 15 aprile 2009 e avrà una durata variabile anche in base al numero di opere presentate.


- Possono partecipare al concorso i cortometraggi italiani terminati dopo il 1 gennaio 2008, girati in qualsiasi formato e della durata massima di 15 minuti.


- Per la proiezione pubblica è ammesso esclusivamente il formato dvd.


- Il tema delle opere sarà libero.


- Ogni partecipante potrà iscrivere al festival una sola opera.


- Sono ammesse opere iscritte precedentemente ad altri festival o manifestazioni purché non coperte da esclusiva di riproduzione.


La richiesta di iscrizione al Concorso deve essere presentata direttamente al Caffè Fandango o spedita presso Caffè Fandango, Piazza di Pietra 32, 00186 Roma, presentando due copie dvd dell’opera, regolamento e modulo di iscrizione firmato a margine di ogni pagina per accettazione, unitamente a una scheda contenente il cast e i credits del film.


- Per le opere spedite farà fede la ricevuta della raccomandata mentre per i plichi consegnati a mano verrà rilasciata una ricevuta di avvenuta iscrizione.


- L’organizzazione del Concorso non si assume la responsabilità di eventuali furti, danneggiamenti o smarrimenti delle opere.


- L’autore garantisce che, nel caso vengano utilizzati all’interno del corto parti di opere o musiche coperte da diritto d’autore, gli oneri SIAE siano versati dall’autore per proiezioni pubbliche in Festival.


- Nel corso del festival verranno mostrate tutte le opere presentate, nei limiti di tempi e di spazi disponibili, nell’ordine indicativo di iscrizione delle opere stesse.


- L’organizzazione si riserva di escludere dal concorso i film che non avessero gli standard tecnici qualitativi minimi requisiti per la proiezione.


- Ogni singolo autore risponderà direttamente del contenuto della sua opera declinando qualunque tipo di responsabilità dell’organizzazione.


- Il calendario del festival verrà periodicamente aggiornato in un’apposita bacheca al caffè Fandango e su tutti i canali internet del Caffè (my space, sito ufficiale e facebook).


- Ogni mercoledì, al termine delle proiezioni, il pubblico sarà chiamato a esprimere la propria preferenza, e verrà così nominato un vincitore di serata, che sarà comunicato il mercoledì successivo prima delle proiezioni.


- Saranno presenti alle proiezioni anche uno o più responsabili della Fandango che potranno conferire una menzione speciale a propria discrezionalità.


- Il corto/i vincitore/i della serata, e quello/i eventualmente menzionato/i direttamente dalla Fandango, passano cosi direttamente alla selezione finale, che avrà luogo ogni quattro settimane.


- I corti vincitori di ciascun ciclo di 4 settimane saranno pubblicati nell’area cortometraggi della Web Tv Fandango (www.fandangowebtv.it) e visionati da una giuria di esperti del settore che a loro insindacabile giudizio eleggeranno il vincitore della rassegna. I nomi dei componenti della giuria saranno pubblicati a partire dal 1aprile sulla bacheca al caffè Fandango e su tutti i canali internet del Caffè (my space, sito ufficiale e facebook).


- Il premio che Fandango Cinema mette a disposizione consiste in 4 settimane di proiezione del corto vincitore di ciascun ciclo in testa alle proiezioni serali del Politecnico Fandango.


- La partecipazione al festival implica l’accettazione del presente regolamento.

ALESSANDRA CELLETTI in concerto a Lecce

Il 17 aprile chiude il programma degli eventi di SUONI A SUD, Rassegna Musicale giunta quest’anno alla sua terza edizione, organizzata dall’Associazione Culturale L’Orchestrina in collaborazione con il Conservatorio Musicale “Tito Schipa di Lecce.
Ospite dell’ultimo appuntamento Alessandra Celletti, pianista, compositrice e interprete che terrà alle ore 11.00, nell’Auditorium del Conservatorio Tito Schipa di Lecce, il workshop “Piano in the air” e alle ore 21.00, presso il Teatro Paisiello il concerto per pianoforte solo dal titolo “Chi mi darà le ali”.

Ulteriori informazioni sul programma della Rassegna disponibili sul sito www.orchestrina.it o scrivendo a lorchestrina@gmail.com

La prevendita dei biglietti e le iscrizioni al workshop sono disponibili a Lecce presso Erriquez strumenti musicali in via monte San Michele, 12 e presso Pick-up in via Trinchese 27/c.

Per informazioni e prenotazioni tel. 0832.314056 - 347. 0851926.

ALESSANDRA CELLETTI in concerto a Lecce

venerdì 17 aprile 2009

Teatro Paisiello - Conservatorio "Tito Schipa" Lecce
Lecce, Italy

Info
Telefono: 3294123339
E-mail: lorchestrina@gmail.com

mercoledì 1 aprile 2009

Diego Morga alla Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno" di Novoli

La rassegna Tele e Ragnatele, realizzata con il contributo della Regione Puglia e in collaborazione con la Cooperativa Coolclub, ospita venerdì 3 aprile il concerto di Diego Morga.

Diego Morga appartiene a quel genere di musicisti che sfuggono alle facili classificazioni. E' un artista dalle attitudini molteplici: ama il jazz, scrive per la danza e il teatro, coltiva l'arte dell'improvvisazione ma ammira alcuni compositori post-minimalisti (da Nyman a Wim Mertens).

"Da Qui Passano i Venti" è il suo secondo lavoro discografico che contiene dodici tracce, temi "immaginifici"
le cui le musiche sono state concepite e composte dall'autore in un arco di tempo di circa quattro anni. Il pianoforte è il centro di tutto, ma non mancano qui e là i contributi di altre voci strumentali: il contrabbasso di Ferruccio Spinetti, il violino di Emanuela Lioy, insieme a loro ospiti di questo nuovo album anche Sergio Rubini, Roberto Ottaviano, Pippo D'Ambrosio.


Diego Morga alla Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno"

venerdì 3 aprile 2009 e sabato 4 aprile 2009
Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno"
Via Matilde 7 - Novoli, Italy

Lezioni di danza on-line: Mondays with Merce… Cunningham di Maria Beatrice Protino


È l’ultima idea geniale della eclettica mente del quasi novantenne Merce Cunningham, il più rivoluzionario ballerino e coreografo d’arte contemporanea americana: mettere in rete le sue lezioni di danza, accompagnate da interviste da lui stesso rilasciate, spezzoni di vecchi spettacoli, nuove performance e testimonianze di artisti di ogni nazionalità, disciplina e tempo (Robert Rauschenberg, Frank Stella e Andy Warhol), che hanno collaborato con lui in settant’anni di carriera.
In realtà, non si tratta della prima volta che M. C. sperimenta il mezzo informatico: già nel 1986 ha ideato il primo software di animazione 3d per la notazione dei movimenti di danza Life Form, poi ribattezzato Dance Forms - di proprietà della Credo Interactive. Dalla sua intuizione di poter utilizzare un sistema elettronico che potesse aiutarlo a scoprire nuovi movimenti per le sue coreografie è nato un programma che gli permette di muovere un danzatore virtuale, inventando così nuove dinamiche e possibilità per il corpo.
Mondays with Merce non sono lezioni per dilettanti: non sono movimenti che la gente può provare a casa, ma dirette ad un pubblico di addetti ai lavori. Si tratta, infatti, di tecniche avanzate della grande compagnia di ballo Merce Cunningham Dance Company, composta da 14 selezionatissimi ballerini (sette donne e sette uomini) che ripropongono le coreografie di Merce Cunningham con la collaborazione di validi musicisti contemporanei e visual artists. Le principali attività di questa compagnia (rehearsals, performances, residencies, tours) sono supportate dalla “ Cunningham Dance Foundation”(direttori, managers, staff dello sviluppo, Merce Cunningham Studio).
A rendere possibile le ‘lezioni del lunedì con C.’ , in particolare, sono stati i contributi delle fondazioni Mellon, Rockefeller e Ferris, oltre alla collaborazione della New York University. Ed infatti, il sito www.merce.org avrà anche un secondo formato più ampio, disegnato su misura per le università interessate ad una sorta di corso a distanza, impegnando gli stessi insegnanti di danza a
Le sue lezioni sono dirette sia a mantenere la potenza del corpo, sia a sperimentare movimenti sempre nuovi, che richiedano un uso diverso dei muscoli. Questa, infatti, è l’idea cardine che ha sempre ispirato l’attività di M. C.: pensare la danza e il corpo del ballerino in modo sempre nuovo, indagando il movimento nello spazio e nel tempo.



Merce Cunningham è considerato il padre della danza post moderna: prendendo le distanze dal repertorio classico e proponendo una separazione tra danza e musica, ha anticipato l’era di internet.


M. C. ha danzato una volta alla presenza di Helen Keller, scrittrice americana sordomuta che aveva ispirato con la sua vicenda il romanzo Anna dei miracoli. Lui stesso racconta che la scrittrice, accompagnata da un assistente che toccandole la mano coi polpastrelli le spiegava cosa accadeva, chiese di poter toccare il ballerino mentre danzava. < Così andai alla sbarra. Lei si fece accompagnare fino a me e mi mise le mani sui fianchi. Mani da uccellino: riesco ancora a sentirle. Ovviamente non potevo muovermi molto senza perderla. Per cui feci solo dei piccoli salti. E sentii Helen Keller dire: < Così leggero, come la mente > e capii esattamente cosa intendesse dire>. (riportato in un articolo de Il Magazine del sole 24 ore).

martedì 31 marzo 2009

Valery Koshlyakov alla Fondazione Volume

La Fondazione Volume!, in concomitanza con la fiera The Road to Contemporary Art di Roma, presenta un progetto speciale di Valery Koshlyakov, scultore tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea russa che, per l’occasione, realizza un percorso installativo ed architettonico impostato su un equilibrato rapporto tra antichità, modernità e immaginazione.

La mostra, curata da Claudia Gioia, sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese con testi di Viktor Misiano, Mikhail Dmitreiv, Franco Purini e dello stesso artista.

In occasione dell’ intervento di Valery Koshlyakov in via San Francesco di Sales 86/88, la Fondazione Volume! inaugura un nuovo spazio espositivo nella sede dei suoi uffici in via Santa Maria dell’Anima 15.
In coerenza con l’identità della Fondazione, la nuova vetrina si pone quale luogo cerniera con lo storico spazio. L’intento è quella di offrire all’artista un ulteriore cornice al suo lavoro, con la possibilità di mostrarne le diverse
prospettive.


Da venerdì 3 aprile 2009 a venerdì 15 maggio 2009
Fondazione Volume!, Via San Francesco di Sales 86-88, Rome, Italy

Info

Telefono: 066892431
E-mail: press@fondazionevolume.com

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

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