Matteo Renzi conduceva con un milione di voti.
Raffaele Fitto gli era sempre alle calcagna. Per l’Italia nulla di buono si
prospettava all’orizzonte. Acquaro seguiva tre televisori e armeggiava con
quattro telefoni. La sua stanza all’Hilton era tutto un cavo: il Sismi
pretendeva linee multiple in entrata e in uscita. L’apparecchio color rosso era
la sua linea privata, quella hot. I due bianchi collegavano direttamente alla
tenuta di Silvio Berlusconi ad Arcore. Il telefono azzurro metteva in
comunicazione i servizi segreti con il futuro presidente. Erano le 23,35. La
Rai definiva “combattuta” la corsa al Quirinale. “Memorabile” proclamava La7.
Mediaset sosteneva che Matteo Renzi l’avrebbe spuntata con il 51 per cento.
Acquaro guardò fuori dalla finestra. Gli uomini del Sismi si mimetizzavano alla
gente in strada: avevano prenotato quasi l’intero hotel. Il telefono bianco
numero 2 prese a trillare. Angelo, con lamentele varie. Un blogger era riuscito
a penetrare ad Arcore. Un’auto truccata coperta di striscioni grillini aveva
danneggiato il prato principale.
L’opera qui presentata è di Denis Lavezzi http://denislav.altervista.org/