Invece che ad ottobre, si svolge a metà settembre, facendo così da ineludibile start alle maggiori manifestazioni della seconda parte dell’anno. Avviene in contemporanea con Abitare il Tempo, pregiata fiera internazionale, a cui si accosta proprio ora che è più vivo il dibattito sul rapporto fra il collezionismo di design e quello di arte contemporanea. È in padiglioni e con ingressi distinti da questa, ma insieme ad essa all’interno dei quartieri di Veronafiere. Rinnova ed esalta la qualità degli espositori e delle opere presentate. E dà loro un contesto di iniziative, in fiera e fuori fiera, che contribuiscono a fare di ArtVerona non solo una delle più importanti manifestazioni di mercato, ma anche un attrattivo evento artistico culturale.
Famosi e stimati sono i curatori che le hanno progettate e le presentano.
La piacevole atmosfera d’ambiente, la fluidità dei percorsi, l’efficienza organizzativa, il gran numero di visitatori qualificati, il fascino di Verona intorno: restano immutate le caratteristiche che hanno già dato ad ArtVerona il contributo per il suo successo.
ARTISTI rappresentati dalla GALLERIA CARINI DONATINI:
jebe (adriana jebeleanu), pier paolo bandini, zoltan bela, marco biagini, marco bolognesi, andrei campan, vanni cuoghi, paolo de biasi, sonja de graaf, diego dutto, eloisa gobbo, driton hajredin, fulvia mendini, sabrina milazzo, gian marco montesano, michela muserra, nora ness, adriano persiani, luisa raffaelli, elena rapa, michael rotondi, giuliano sale, artan shabani, giuseppe veneziano, fani zguro
ARTISTI rappresentati da Sansalvatore Art Project:
Daniela Cavallo, Vanni Cuoghi, Leonardo Greco, Koroo, Silvia Levenson, Michela Muserra, Alex Pinna, Giuliano Sale
ARTVERONA 2009 - Fair of Modern and Contemporary Art
17 settembre 2009/21 settembre 2009 (Verona, italy), quartiere fieristico di Verona
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lunedì 31 agosto 2009
sabato 4 luglio 2009
… e la chiamano subcultura “Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?”. Di Maria Beatrice Protino
Un pannello murale con carta da parati in stile vittoriano e poi le rose riprodotte sui tovagliolini da usare per servirsi al tavolo del buffet: la nuova mostra “Neo Vittoriani” - inaugurata il 26 giugno alla galleria Riva Arte Contemporanea a Lecce e aperta sino al 31 luglio - impone da subito la sua intenzione: Lowbrow senz’altro, Gotico - senza teschi questa volta – e Steampunk, come scrive il curatore Ivan Quaroni nel catalogo di presentazione dei tre artisti presenti. Osservare le opere esposte è riflettere su quanto la cultura e l’estetica contemporanea sia pregna di suggestioni e richiami allo stile vittoriano, che è gotico e rococò a volte, punk eppure attento alle tecnologie - e come non esserlo ormai? – e alla meccanica più che all’elettronica forse, ma anche dark, scuro, cupo, come può sembrare lo sguardo di un passante, dice Giuliano Sale - appunto uno degli artisti -, oppure eccentrico sino all’ironico, come vuole Vanni Cuoghi - che presenta tre delle sue opere -, o addirittura bestiale sino al parossismo - come le orecchie da asino su un corpo da bimbo che dipinge Silvia Idili.
I tre artisti sembrano cogliere aspetti della contemporaneità quali il turbamento e quella speciale forma di inquietudine placida, addirittura flemmatica a volte, negli atteggiamenti dei corpi delle “vergini collocate sullo sfondo di paesaggi arcaici… sotto cieli perennemente plumbei”, o “burleschi e surreali”, in quel tipico stile satirico di matrice vittoriana.
Velluto e satin, merletti e ricami all’uncinetto, oppure frange, paillettes, fiocchi, pizzi, lacci e stringhe per le scarpe, piercing e dettagli androgini d’ispirazione rinascimentale, ma anche l’impronta di un forte individualismo e della tolleranza nei confronti della diversità e della creatività, e - all’opposto, spesso in netta contraddizione - il cinismo e l’intellettualismo: uno stile di vita oggi, non più una semplice tendenza. Lo spirito e la capacità degli artisti presentati di filtrare, di mescolare l’immaginario popolare contemporaneo - in cui si associa il concetto di ecologia a quello di catastrofe, dove la lotta per le risorse ricrea o può ricreare atmosfere e condizioni simili a quelle dei bassifondi della Londra di fine Ottocento - alla propria visione della realtà, forse insinua indirettamente l’idea della decrescita, del ritorno a condizioni protoindustriali quale vera, possibile, unica soluzione per una società più equa: un’idea legittima, ancora calda di cova ed espressa in forma non verbale con un tocco di silenziosa, ricercata e splendida eleganza.
I tre artisti sembrano cogliere aspetti della contemporaneità quali il turbamento e quella speciale forma di inquietudine placida, addirittura flemmatica a volte, negli atteggiamenti dei corpi delle “vergini collocate sullo sfondo di paesaggi arcaici… sotto cieli perennemente plumbei”, o “burleschi e surreali”, in quel tipico stile satirico di matrice vittoriana.
Velluto e satin, merletti e ricami all’uncinetto, oppure frange, paillettes, fiocchi, pizzi, lacci e stringhe per le scarpe, piercing e dettagli androgini d’ispirazione rinascimentale, ma anche l’impronta di un forte individualismo e della tolleranza nei confronti della diversità e della creatività, e - all’opposto, spesso in netta contraddizione - il cinismo e l’intellettualismo: uno stile di vita oggi, non più una semplice tendenza. Lo spirito e la capacità degli artisti presentati di filtrare, di mescolare l’immaginario popolare contemporaneo - in cui si associa il concetto di ecologia a quello di catastrofe, dove la lotta per le risorse ricrea o può ricreare atmosfere e condizioni simili a quelle dei bassifondi della Londra di fine Ottocento - alla propria visione della realtà, forse insinua indirettamente l’idea della decrescita, del ritorno a condizioni protoindustriali quale vera, possibile, unica soluzione per una società più equa: un’idea legittima, ancora calda di cova ed espressa in forma non verbale con un tocco di silenziosa, ricercata e splendida eleganza.
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