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venerdì 3 dicembre 2010

Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra, di Adalberto Baldoni e Gianni Borgna (Vallecchi). Intervento di Nunzio Festa

















Necessario, indispensabile... Quanti aggettivi possono essere affidati a un libro che non è possibile non leggere? E quanti, di più, se lo stesso volume ci racconta dettagli mai indagati che riguardano la vicenda letteraria e umana dell'indomabile maestro, artista e intellettuale, poeta scrittore giornalista saggista critico regista Pier Paolo Pasolini. Non lo sappiamo. Non vogliamo saperlo. E nemmanco saranno usati quelli che subito vengono in mente; ma si provi meglio a comprendere di che cosa, esattamente, dovremmo tutti leggere. In special modo quanti dicono, giustamente e/o ingiustamente, d'essere debitori di Pasolini. Intanto, con alta probabilità, volutamente s'è scelto di dare le maiuscole, nel sottotitolo, ai termini storici “destra” “sinistra”. Con questo libro, fatto a quattro mani, diviso per metà nel racconto di Gianni Borgna (sinistra) e per l'altra metà da quello di Adalberto Baldoni (destra), introdotto da uno scritto sincero e che aiuta a riflettere ancora una volta, ovviamente a stesura del filosofo Marramao, oltre a scoprire alcuni aspetti che, forse per nostra ignoranza, non erano noti sulle opere del Pasolini senza salsa piccante e sulla sua vita, si potrebbe una volta per tutte spegnere alcuni fuochi morti del cugino Naldini e di varie penne, seppur in altro molto più attente, vedi ovvero Belpoliti. Entrambi gli autori, per cominciare, e Borgna è stato anche molto più vicino a Pasolini di Baldoni, parlano con una sincerità di fondo che traspare. Entrambi, poi, offrono a lettrice e lettore che sia piccoli e grandi punti, non oscuri forse ma taciuti, che su Pier Paolo Pasolini non erano noti almeno ai più. E lo fanno con un linguaggio oculatamente 'divulgativo'. Tralasciando alcuni piccoli passi dove Adalberto Baldoni, comunque, non riesce proprio a convincere, ma si tratta davvero – va riconosciuto – di poche circostanze, il merito del racconto a due, con il quale tra l'altro, per esempio, gli autori citano momenti che si toccano e quasi combaciano, o perlomeno s'incastrano, è d'aprire finalmente una lettura non politicizzata delle opere. Nel senso di non invischiata nelle strategie di partiti e sette. Anzi mettendo a nudo le piccolezze, e persino molte bassezze, non solamente della sinistra ufficializzata ma persino della destra in tutte le sue forme. Compreso il centro da Pasolini condannato: che era la DC. Perché è proprio vero che, per buona parte dei suoi rappresentanti della dirigenza: “la destra lo detestava per le sue idee e soprattutto per la sua dichiarata omosessualità; la sinistra, che pur lo annoverava tra le sue file, non accettava molte delle sue analisi anticipatrici e ancor meno la sua irriducibile autonomia di pensiero. E anche il mondo cattolico, di fronte alle sue opere, si divideva tra estimatori e detrattori”. Il libro potrebbe chiudersi nello sviluppo di quest'anomalia. Ma in più abbiamo la testimonianza, su tutto, che molti degli studenti dell'assalto di Valle Giulia erano fasci: con ciò che ne consegue: soprattutto in quanto Pasolini di questo non era assolutamente a conoscenza. Poi, viene benissimo fuori la diversa predisposizione del Baldoni e del Borgna. Che entrano nei libri, nei film di P.P.P. comunque con rispetto. E infine non sono solamente gli autori a parlare. Nemmeno solamente Pasolini e le sue opere. Oltre le poesie, invece, s'aprono diversi testimoni di quell'epoca. Ci scuseranno, in definitiva, gli autori del pregevole “Una lunga incomprensione” se però non ci viene voglia di leggere altri scritti loro, ma semplicemente di riprendere in mano tutti i libri che abbiamo in casa del maestro. Pasolini, d'altronde, ha letto questi tempi. Da altri tempi. Come hanno testimoniato, su tutti, le commissioni parlamentari che decenni dopo la morte del nostro poeta hanno scritto delle malefatte 'acclarate' del Potere. Come raccontano i sempre fervidi intrighi del Palazzo. Le lucciole morte in buona parte della clerico-fascista Italietta che prova a fare l'America dopo aver sfottuto l'Urss. Approfittiamo dell'occasione, per giunta, a ricordare che recentemente Effigie ha ripubblicato “Questo è Cefis”, libro inchiesta che in un certo senso sta alla base dell'incompiuto “Petrolio”. Per giunta, ricordiamo ancora che abbiamo bisogno di avere la verità sulla morte di Pier Paolo Pasolini.

Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra, di Adalberto Baldoni e Gianni Borgna, prefazione di Giacomo Marramao, Vallecchi (Firenze, 2010), pag. 342, euro 16.00.

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