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domenica 23 agosto 2009
Il libro del giorno: La parrucca di Mozart di Jovanotti (Lorenzo Cherubini) per Einaudi
Affascinato dal prodigio di Salisburgo, che a 5 anni già compone, a 6 si esibisce al cospetto dell'imperatrice d'Austria, a 11 ha prodotto oltre cento composizioni e a 35, quando muore, lascia 626 opere, Lorenzo Cherubini si è gettato a capofitto nell'ascolto della sua straordinaria musica, nelle biografie e nei saggi critici e soprattutto nelle centinaia di lettere scritte dallo stesso Mozart, per afferrare il segreto di quella musica. Eppure, più si entra in contatto con la sua essenza e meno "si riesce a fare chiarezza", anzi si rimane "ancora più confusi e invischiati nel suo mistero". Da tutto questo cercare è nato questo volume, un libretto d'opera in tutto e per tutto. Ma non solo. Un racconto appassionato, ironico, gioioso, a tratti melanconico, della sua breve ma intensa esistenza: il rapporto con il padre, con la sorella-amica Nannerl e la moglie Costanza, le fitte relazioni con il potere e con l'aspetto ludico della vita, e ancora la ferrea disciplina e l'impetuosa spensieratezza. Con parole che fanno pensare, con canzoni in rima che fanno ballare, con disegni che fanno immaginare, Jovanotti regala a lettori grandi e piccini un incontro insolito e fascinoso con la musica del maestro austriaco, "convinto che nella musica ci sia una chiave per innamorarsi del mondo". "La parrucca di Mozart" è andata in scena per la prima volta nel 2006 al Teatro Signorelli di Cortona con le musiche e la regia di Bruno de Franceschi. (Prefazione di Daniel Harding)
"Il libretto in questione è scaltro abbastanza per intrigare un pubblico giovane(...)"
di Margherita Oggero tratto da Tuttolibri de La Stampa del 22/08/09, p. V
La parrucca di Mozart di Lorenzo Cherubini (Jovanotti)
2009, VI-89 p., ill., brossura, Einaudi (collana Super ET)
casa editrice Einaudi: www.einaudi.it
domenica 16 agosto 2009
Il libro del giorno: Rossini. L'uomo, la musica di Giovanni Carli Ballola (Bompiani)
"II ritorno imponente di Rossini che nella ricerca musicologica non meno che nel mondo dello spettacolo ha caratterizzato la seconda metà del '900, ha portato a tali mutamenti di giudizio sui compositore, da giustificare il termine di renaissance col quale tale fenomeno si suole indicare nel mondo della musica. Alle testimonianze degli studiosi, promosse dalla ammirevole fondazione Rossini di Pesaro, agli atti dei convegni, ai saggi e articoli sparsi nelle pubblicazioni musicologiche, non corrispondeva ancora un'opera organica che di tale rinascita fosse lo specchio fedele, offrendone un quadro completo, agile e aggiornato, tale da qualificarsi come punto di una situazione culturale che ha necessariamente consegnato alla storia e reso improponibili i precedenti e anche illustri documenti bibliografici." (Giovanni Carli Ballola)
"La musica ha una morale, interna alle proprie regole, alle tecniche, agli stili, alla consapevole memoria di sè. Di tale moralità formale Gioacchino Rossini è un consapevole campione. L'ampia monografia di Giovanni Carli Ballola (Rossini, l'uomo la musica) dedicata a un benefattore dell'umanità, capace di lenire col miraggio pietoso di un bello ideale le nostre spirituali miserie, svela pieghe creative ancora poco indagate dalla pur immensa bibliografia rossiniana"
di Sandro Cappelletto tratto da Tuttolibri de La Stampa, del 15/08/09, p. V
casa editrice Bompiani: http://bompiani.rcslibri.corriere.it/bompiani/
Rossini. L'uomo, la musica di Giovanni Carli Ballola, 2009, 403 p., brossura
Bompiani (collana Tascabili)
"La musica ha una morale, interna alle proprie regole, alle tecniche, agli stili, alla consapevole memoria di sè. Di tale moralità formale Gioacchino Rossini è un consapevole campione. L'ampia monografia di Giovanni Carli Ballola (Rossini, l'uomo la musica) dedicata a un benefattore dell'umanità, capace di lenire col miraggio pietoso di un bello ideale le nostre spirituali miserie, svela pieghe creative ancora poco indagate dalla pur immensa bibliografia rossiniana"
di Sandro Cappelletto tratto da Tuttolibri de La Stampa, del 15/08/09, p. V
casa editrice Bompiani: http://bompiani.rcslibri.corriere.it/bompiani/
Rossini. L'uomo, la musica di Giovanni Carli Ballola, 2009, 403 p., brossura
Bompiani (collana Tascabili)
sabato 15 agosto 2009
Il libro del giorno: Ernesto Assante e Gino Castaldo, Il Tempo di Woodstock (Laterza)
Cosa è stato davvero Woodstock? Di sicuro molto di più che un semplice festival di musica. Diciamo una singolarità della storia, un monumento costruito in tempo reale a una rivoluzione che si stava sbriciolando nello spazio di un sogno. Ernesto Assante e Gino Castaldo raccontano, minuto per minuto, la madre di tutti i raduni rock del mondo.
Dobbiamo pensare a Woodstock come l’effetto generato da anni di controcultura, come la materializzazione di visioni coltivate da una generazione che, come mai prima nella storia, aveva varcato il confine tra la realtà e l’immaginazione. Non ultimo come l’aggregazione di alcune tra le migliori menti musicali che circolavano in quel momento nel mondo, e in quel momento la musica parlava il linguaggio alato della rivoluzione delle coscienze. Dobbiamo pensare a Woodstock come una foto di gruppo dell’energia esplosiva e liberatoria sperimentata da un’intera generazione. Una immagine mossa, sovraesposta, successivamente manipolata, truccata, imbellettata, ma pur sempre una foto. Rimane da svelare il negativo originale.
" - Il futuro non è quello di una volta - . Lo scrivono Ernesto Assante e Gino Castaldo in un bel libro edito da Laterza, Il Tempo di Woodstock, pp.170, euro 15,00. Come a dire che, quarant'anni dopo il festival più simbolico nella storia della musica, tutto sembra irrimediabilmente perduto. Anzitutto il sogno."
di Andrea Scanzi tratto da Tuttolibri de La Stampa del 15/08/09, p. IV
casa editrice Laterza: www.laterza.it
Dobbiamo pensare a Woodstock come l’effetto generato da anni di controcultura, come la materializzazione di visioni coltivate da una generazione che, come mai prima nella storia, aveva varcato il confine tra la realtà e l’immaginazione. Non ultimo come l’aggregazione di alcune tra le migliori menti musicali che circolavano in quel momento nel mondo, e in quel momento la musica parlava il linguaggio alato della rivoluzione delle coscienze. Dobbiamo pensare a Woodstock come una foto di gruppo dell’energia esplosiva e liberatoria sperimentata da un’intera generazione. Una immagine mossa, sovraesposta, successivamente manipolata, truccata, imbellettata, ma pur sempre una foto. Rimane da svelare il negativo originale.
" - Il futuro non è quello di una volta - . Lo scrivono Ernesto Assante e Gino Castaldo in un bel libro edito da Laterza, Il Tempo di Woodstock, pp.170, euro 15,00. Come a dire che, quarant'anni dopo il festival più simbolico nella storia della musica, tutto sembra irrimediabilmente perduto. Anzitutto il sogno."
di Andrea Scanzi tratto da Tuttolibri de La Stampa del 15/08/09, p. IV
casa editrice Laterza: www.laterza.it
sabato 8 agosto 2009
Il libro del giorno: Il ladro di anime di Sebastian Fitzek Elliot (collana Scatti)
Tutto accade in una notte, la Vigilia di Natale. In una lussuosa clinica psichiatrica fuori Berlino, mentre la neve scende copiosa rendendo il luogo ancora più isolato, medici e pazienti si rendono conto con orrore che il maniaco che da tempo terrorizza la città, il cosiddetto "Ladro di anime", si trova all'interno della struttura. Di lui si conoscono soltanto i tremendi effetti provocati da un misterioso trattamento in grado di spezzare la volontà delle sue vittime, riducendole a meri involucri umani, e gli ambigui indovinelli che lascia dietro di sé come macabra firma. L'unica via di salvezza sarà affrontarlo tutti insieme: ma il piccolo gruppo, guidato da Caspar, ricoverato in seguito a un'inspiegabile amnesia che ha cancellato completamente il suo passato, si troverà a far fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato e terribile. Mentre il tempo scorre inesorabile nel tentativo di neutralizzare il Ladro di anime, Caspar viene folgorato con sempre maggior frequenza da scene della sua vita precedente, che progressivamente fanno luce sulla sua identità e sulla sua drammatica storia personale, costringendolo a uno sconvolgente viaggio negli abissi più oscuri della propria psiche...
"Se si soffre di cuore o si è spesso preda di incubi lo psychothriller del berlinese Sebastian Fitzek Il ladro di anime - elliot edizioni, pp. 300, euro 17,50, ottima traduzione di Monica Pesetti - potrebbe essere letale. Ci vuole una salute di ferro per resistere ai colpi di scena, alle violenze, alla tensione elettrizzante che il trentottenne autore di bestseller dell'orrore - dal 2006 ne ha già sfornati altri tre fra cui La terapia uscita da Rizzoli - mette in scena"
di Luigi Forte tratto da Tuttolibri de La Stampa del 8/08/09, p. III
casa editrice Elliot: http://www.elliotedizioni.com/catalog/pags/
Il ladro di anime di Sebastian Fitzek
Elliot (collana Scatti)
"Se si soffre di cuore o si è spesso preda di incubi lo psychothriller del berlinese Sebastian Fitzek Il ladro di anime - elliot edizioni, pp. 300, euro 17,50, ottima traduzione di Monica Pesetti - potrebbe essere letale. Ci vuole una salute di ferro per resistere ai colpi di scena, alle violenze, alla tensione elettrizzante che il trentottenne autore di bestseller dell'orrore - dal 2006 ne ha già sfornati altri tre fra cui La terapia uscita da Rizzoli - mette in scena"
di Luigi Forte tratto da Tuttolibri de La Stampa del 8/08/09, p. III
casa editrice Elliot: http://www.elliotedizioni.com/catalog/pags/
Il ladro di anime di Sebastian Fitzek
Elliot (collana Scatti)
domenica 26 luglio 2009
Il libro del giorno: Il mio nome è Legione di Demetrio Paolin (Transeuropa edizioni)
Questo romanzo racconta la storia di Demetrio, giornalista trentenne, e del suo rapporto con determinate figure della memoria, pubblica e privata, che da sempre lo ossessionano e lo influenzano.Il racconto si muove sul filo della deriva psicologica – tra reticenze e confessioni, sprofondamenti nel dramma e soprassalti ironici, non privi del sentimento di una conquistabile felicità: vi si mescolano, come le tessere di un misterioso mosaico di cui si debba ricostruire il disegno originario, le apparizioni di Renato Curcio, il fantasma di Mohamed Atta, il Cristo di Quattordio, la veggente in comunicazione con l’anima di Vittorio Alfieri, le spoglie di Cesare Pavese e l’icona della giovane pallavolista che nasconde nel suo passato il misfatto più grande, l’omicidio della madre e del fratellino – la giovane imperatrice che condensa su di sé i crismi fondamentali della coscienza edipica occidentale. Queste epifanie, collegate alla morte del padre del protagonista, all’infanzia turbata dalla misteriosa disfunzione sessuale del fratello minore e poi al rapporto masochistico/sadico con Giulia e con le donne che in generale popolano la sua esistenza, convincono Demetrio d’essere stato toccato dal male. Un cammino che solo alla fine sembra accennare alla possibilità di trovare un ordine, e di redimere il male senza esorcizzarlo. «Ora ho capito che il male è come per alcuni la grazia. Il male è la mia grazia. Ho accettato che sono male. Così avrò salva la vita. Non essere nel male avrebbe significato essere perduto. Sono nel male e sono salvo.»
"Libro duro, nella sua focalizzazione pervicace sul male e sullo scandalo della sua esistenza, appena velato da un reticolo di citazioni letterarie forse non necessarie, apre uno spazio ipotetico per l'altro scandalo, quello dell'esistenza del bene"
di Dario Voltolini, tratto da Tuttolibri n. 1647, de La Stampa, p. II
casa editrice Transeuropa: http://www.transeuropaedizioni.it/?Page=home.php
"Libro duro, nella sua focalizzazione pervicace sul male e sullo scandalo della sua esistenza, appena velato da un reticolo di citazioni letterarie forse non necessarie, apre uno spazio ipotetico per l'altro scandalo, quello dell'esistenza del bene"
di Dario Voltolini, tratto da Tuttolibri n. 1647, de La Stampa, p. II
casa editrice Transeuropa: http://www.transeuropaedizioni.it/?Page=home.php
sabato 20 giugno 2009
Il libro del giorno: Sonno di Roberto Tiraboschi edizioni e/o
Da quando è morta la donna che amava, il professor Gregorio Morganti vive tormentato dall’insonnia e in balìa di fenomeni inquietanti e inspiegabili, Eleonora è stata trovata annegata in pochi centimetri d’acqua, sulla riva del fiume, davanti alla villa dove vivevano, nei pressi di un manicomio abbandonato. Un incidente, hanno detto le autorità giudiziarie, ma Cosma, il fratello gemello di Eleonora, un obeso di centosessanta chili, è convinto invece che dietro la tragedia si nasconda un mistero. Gregorio, ormai giunto al limite del crollo fisico a causa dell’insonnia, decide di ricoverarsi in una clinica del sonno, un ex sanatorio un po’ lugubre, isolato tra le montagne. Qui fa conoscenza con gli altri ospiti, tutti affetti da gravi disturbi: oppressione spettrale, narcolessia, parasonnia violenta. Isolato nella Dimora del sonno, lontano dal mondo reale, mentre bruciano gli ultimi fuochi della guerra in Bosnia, Gregorio, con l’aiuto del professor Celionati, lo stravagante direttore della clinica, fa un viaggio nelle profondità della sua anima e scopre una terribile verità sulla morte di Eleonora che gli impone di portare lo sguardo nelle parti più oscure del proprio Sé. Solo attraverso la scoperta e la pratica del “sogno lucido” Gregorio alla fine troverà una risposta al mistero che gli impedisce di vivere e di amare. Un romanzo di grande suspense sul mondo misterioso del sonno, avvolto in un’atmosfera minacciosa che non ha precedenti nelle nostre lettere.
"L'atmosfera è cupa, soffocante, inturgidita da personaggi vitali ma algidi, impenetrabili. Gli eventi incalzano, inquietano. La soluzione dai toni gialli sembra quasi un rimedio al male esplorato in un excursus narrativo vischioso, di per sè assai originale nel nostro panorama letterario"
Sergio Pent tratto da Tuttolibri de La Stampa del 20/06/09, p. 3
edizioni e/o: http://www.edizionieo.it/
Sonno di Roberto Tiraboschi edizioni e/o
"L'atmosfera è cupa, soffocante, inturgidita da personaggi vitali ma algidi, impenetrabili. Gli eventi incalzano, inquietano. La soluzione dai toni gialli sembra quasi un rimedio al male esplorato in un excursus narrativo vischioso, di per sè assai originale nel nostro panorama letterario"
Sergio Pent tratto da Tuttolibri de La Stampa del 20/06/09, p. 3
edizioni e/o: http://www.edizionieo.it/
Sonno di Roberto Tiraboschi edizioni e/o
sabato 23 maggio 2009
Il libro del giorno: Credere all'invisibile di Cesare Viviani (Einaudi)
Con questa sua nuova raccolta Cesare Viviani fa un passo ulteriore nel percorso di ascolto e di meditazione che caratterizza i suoi ultimi libri. La forma è più immediata. Sono poesie brevi, con una sola voce, affabile e colloquiale anche nel proporre temi elevati, come i limiti dell'umano, la pulsione all'autenticità, il confronto con l'angoscia della fine. L'"invisibile" di Viviani non è qualche cosa di trascendente, ma è ciò che, innervato nella concretezza della natura, resta indecifrabile, incomprensibile, irriconoscibile. E dunque credere, più che l'oggettivazione di una fede, è rispettare, accettare, affidarsi alla vita. In questi versi diretti e spesso sorprendenti per clausole inattese, la via maestra è l'umiltà: rinunciare alla presunzione umana significa trovare il giusto posto di se stessi e delle cose, e sapere che tutte le esperienze, anche quelle estreme, fanno parte di un ciclo e non hanno niente di eccezionale: sono natura. Sotterranea e parallela al discorso cosmico-esistenziale, scorre una riflessione poetica in cui il medesimo atteggiamento interiore vede con distacco ogni ironia narcisistica e abilità verbale: perché un animale nel suo habitat - dicono i versi di una poesia significativamente dedicata a Mario Luzi - è più vicino all'"invisibile" di qualsiasi ambiziosa invenzione letteraria
"Credere all'invisibile (Einaudi, pp.98, euro 11) riesce a coniugare alcuni dei tratti più specifici di quei due percorsi. E'infatti, in tutta evidenza, un libro di pensiero che sboccia per frammenti di meditazione, in una lingua limpidissima, di grande eleganza ed equilibrio, e in uno stile che è il più difficile da praticare: quello della semplicità"
di Maurizio Cucchi tratto da Tuttolibri della Stampa del 23/05/09, p. V
casa editrice Einaudi: http://www.einaudi.it/
Credere all'invisibile di Viviani Cesare, 2009, 97 p., brossura
Editore Einaudi(collana Collezione di poesia)
"Credere all'invisibile (Einaudi, pp.98, euro 11) riesce a coniugare alcuni dei tratti più specifici di quei due percorsi. E'infatti, in tutta evidenza, un libro di pensiero che sboccia per frammenti di meditazione, in una lingua limpidissima, di grande eleganza ed equilibrio, e in uno stile che è il più difficile da praticare: quello della semplicità"
di Maurizio Cucchi tratto da Tuttolibri della Stampa del 23/05/09, p. V
casa editrice Einaudi: http://www.einaudi.it/
Credere all'invisibile di Viviani Cesare, 2009, 97 p., brossura
Editore Einaudi(collana Collezione di poesia)
lunedì 27 aprile 2009
Il libro del giorno: La guerra dei figli di Lidia Ravera, Garzanti
«L’ironia e la maturità del pensiero impregnano di sé una prosa sempre vivace e pungente.»
Dacia Maraini
«Vuole soltanto vivere. Vuole che vivere sia il suo incarico e il suo capolavoro. È questo che vogliono tutti. Vite forti, vite piene, vite emozionanti, vite nobili, vite speciali.
Nutrono progetti d’egoismo su vasta scala. Saranno intelligenti, saranno sprezzanti, saranno come nessuno è mai stato prima di loro.»
1967: la tredicenne Emma, carina e paziente, e la diciassettenne Maria, ironica e ribelle, sono in vacanza in montagna con il Padre e la Madre. È una Famiglia della media borghesia torinese, dove si insegna ai figli a difendersi dal mondo. Maria, com’era prevedibile, scappa di casa. Emma sa tutto ma, combattendo una nascente pietà per i grandi, tace. La ritroviamo dieci anni dopo, alle prese con un aggravarsi di quell’intimo conflitto fra complicità e compassione: Maria ha dichiarato guerra al mondo dei Padri. Una guerra armata. Emma la capisce eppure la disapprova. E intanto si impegna a crescere, cercando un nuovo assetto per sentimenti desideri e bisogni.
Con questo romanzo, dove una storia privatissima si intreccia con la Storia del nostro paese, Lidia Ravera rivive gli anni Settanta: il sogno di poter restare per sempre «figli», l’impeto collettivo verso la trasformazione della società e lo sconcerto di fronte al duro discorso del sangue. La violenza, i morti, gli agguati. La forza de La guerra dei figli è nella capacità di evocare la confusione di quegli anni lontani restando fedele al punto di vista di una ragazzina che diventa donna e alla scelta «stilistica» di raccontare il passato come se fosse il presente. Sobriamente, senza retorica, senza cedere al senno di poi, componendo il quadro attraverso una accurata collezione di dettagli
Casa editrice: http://www.garzantilibri.it/default.php
E’ scandito in quattro tempi La guerra dei figli (pp. 300. euro 17,60), che Lidia Ravera ha appena pubblicato da Garzanti. Un romanzo che conferma una sicura maturità narrativa, di cui già il romanzo precedente, Le seduzioni dell’inverno, pubblicato da nottetempo, aveva dato un’efficace testimonianza. Le ragioni? Intanto la propensione a dare la voce a un periodo attraverso i percorsi di una storia quotidiana e sentimentale (in senso flaubertiano) risulta qui affinata dal dominio sempre più solido di una materia fuggitiva (affidata molto spesso a biglietti, lettere, diari, un quaderno da vedere alla voce follia)
Giovanni Tesio
tratto da Tuttolibri, La Stampa, p.11, n.1662 del 25/04/09
Dacia Maraini
«Vuole soltanto vivere. Vuole che vivere sia il suo incarico e il suo capolavoro. È questo che vogliono tutti. Vite forti, vite piene, vite emozionanti, vite nobili, vite speciali.
Nutrono progetti d’egoismo su vasta scala. Saranno intelligenti, saranno sprezzanti, saranno come nessuno è mai stato prima di loro.»
1967: la tredicenne Emma, carina e paziente, e la diciassettenne Maria, ironica e ribelle, sono in vacanza in montagna con il Padre e la Madre. È una Famiglia della media borghesia torinese, dove si insegna ai figli a difendersi dal mondo. Maria, com’era prevedibile, scappa di casa. Emma sa tutto ma, combattendo una nascente pietà per i grandi, tace. La ritroviamo dieci anni dopo, alle prese con un aggravarsi di quell’intimo conflitto fra complicità e compassione: Maria ha dichiarato guerra al mondo dei Padri. Una guerra armata. Emma la capisce eppure la disapprova. E intanto si impegna a crescere, cercando un nuovo assetto per sentimenti desideri e bisogni.
Con questo romanzo, dove una storia privatissima si intreccia con la Storia del nostro paese, Lidia Ravera rivive gli anni Settanta: il sogno di poter restare per sempre «figli», l’impeto collettivo verso la trasformazione della società e lo sconcerto di fronte al duro discorso del sangue. La violenza, i morti, gli agguati. La forza de La guerra dei figli è nella capacità di evocare la confusione di quegli anni lontani restando fedele al punto di vista di una ragazzina che diventa donna e alla scelta «stilistica» di raccontare il passato come se fosse il presente. Sobriamente, senza retorica, senza cedere al senno di poi, componendo il quadro attraverso una accurata collezione di dettagli
Casa editrice: http://www.garzantilibri.it/default.php
E’ scandito in quattro tempi La guerra dei figli (pp. 300. euro 17,60), che Lidia Ravera ha appena pubblicato da Garzanti. Un romanzo che conferma una sicura maturità narrativa, di cui già il romanzo precedente, Le seduzioni dell’inverno, pubblicato da nottetempo, aveva dato un’efficace testimonianza. Le ragioni? Intanto la propensione a dare la voce a un periodo attraverso i percorsi di una storia quotidiana e sentimentale (in senso flaubertiano) risulta qui affinata dal dominio sempre più solido di una materia fuggitiva (affidata molto spesso a biglietti, lettere, diari, un quaderno da vedere alla voce follia)
Giovanni Tesio
tratto da Tuttolibri, La Stampa, p.11, n.1662 del 25/04/09
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