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lunedì 6 luglio 2009

Io credo nei vampiri di Emilio de' Rossignoli (Gargoyle books)

La trama - Emilio de' Rossignoli - intellettuale che non perse mai di vista l'importanza della radice popolare della cultura - è il brillante cicerone di un viaggio suggestivo dove sfilano vampiri, lemuri, incubi, succubi, golem, mummie, licantropi, zombie, fantasmi, e dove storia, mito e cronaca si intrecciano in un raffinato montaggio di argomenti e interpretazioni. Una storia organica del vampirismo dalle origini ai nostri giorni, dal trascinante furore enciclopedico. La prosa limpida e lo stile sapientemente ironico conferiscono al testo una solida tenuta narrativa così che, pur trattandosi di un saggio, Io credo nei vampiri si legge come un romanzo, e proprio le pagine che sembrerebbero datate sono tra le più interessanti per i corsi e ricorsi di cui la storia del costume nostrano sembra essere popolato (le mode, le tendenze, le partigianerie, i collettivi incuriosimenti).

Il libro

Pubblicata dall'editore Luciano Ferriani per la prima volta nel 1961 e da allora mai più ristampata, Io credo nei vampiri è un'opera eccezionale che è stata e resta tuttora tra i primi e rari contributi non accademici sul vampirismo, dove competenza e intrattenimento si accordano felicemente. L'idea del libro maturò Fu sulla scia dell'enorme successo mondiale della pellicola Dracula di Terence Fisher (Horror of Dracula, 1958) - qualcosa di molto simile a quanto sta accadendo ora con il romanzo Twilight di Stephanie Meyer e con l'omonimo film che ha recentemente sbancato i botteghini di mezzo mondo - che 'de Rossignoli maturò l'idea di scrivere Io credo nei vampiri.

Nel suo saggio, l'autore si mette letteralmente al servizio di un tema che, nelle sue mani, diventa straordinariamente fertile, e scandaglia tutto lo scandagliabile attorno ai vampiri, che vengono analizzati da un punto di vista cinematografico, letterario, musicale, pittorico, religioso, mitologico, politico, scientifico, biologico, botanico, giurisprudenziale e di costume attraverso un avido e ricercato saccheggio di aneddoti, dicerie, leggende, credenze, folclori locali, visioni, formule e maledizioni arcane, cronache, trattati, rapporti ufficiali, testimonianze, antichi dizionari, e libri e giornali. Oltre a offrire un'occasione di conoscenza eccezionale e dai risvolti inattesi, de' Rossignoli mette i lettori davanti alla loro disponibilità a credere, a fidarsi, sfuggendo qualunque paura nei confronti del vampiro, una figura avvolta da pregiudizi solo in quanto diversa.
Autorevolmente e piacevolmente persuasivo, Io credo nei vampiri è un libro che dà molte risposte sul senso del terrore nell'arte e nella vita.

L'autore

Nobile di origine dalmata, Emilio de' Rossignoli nacque a Lussino in provincia di Pola, nel 1920. Dopo gli studi compiuti a Trieste e a Genova, si dedicò al giornalismo, specializzandosi nel campo dello spettacolo. Figura poliedrica di vastissima cultura, spaziò con disinvoltura dalla critica cinematografica e televisiva ai reportage di costume fino alla cronaca nera. Oltre a scrivere su quotidiani generalisti, de' Rossignoli fu un firma di spicco di periodici di settore come "Festival", "Novellefilm" e "Hollywood", collaborò anche per il cinegiornale di attualità "La Settimana Incom" e per il rotocalco "Settimo Giorno", e partecipò alla breve avventura della storica rivista di Gino Sansoni, "Horror" - a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta - dove teneva un'erudita e divertente rubrica intitolata 'Orizzonti del fantastico'. All'insegna della versatilità fu anche il rapporto che de' Rossignoli ebbe con la letteratura: egli, infatti, si cimentò con la saggistica, il romanzo rosa, il poliziesco e la fiction avveniristica. Oltre a Io credo nei vampiri - certamente la sua opera più importante -, ricordiamo i romanzi: H come Milano (1965), Lager dolce Lager (1977), Concerto per una bambola (1981), Strega della moda (1981) e La donna di ghiaccio (1982). De' Rossignoli è morto nel 1985, a Milano.

Dal Io credo nei vampiri:

Come ogni argomento trattato senza preparazione, a dritta e a rovescia, per soli fini commerciali, anche il vampirismo ha raggiunto la sua inflazione nel 1960. Se ne parlava un po' ovunque, sui giornali e nei salotti, con la frivolezza elegante e scarsamente informata che contraddistingue la nostra stampa di divulgazione e i nostri gruppi di cultura. Persino certe riviste specializzate non hanno saputo resistere all'attrazione dell'argomento [...] Questo modo, chiamiamolo "allegro", di trattare l'argomento ci sembra indicativo per documentare l'inflazione vampirica. Leggerezza, superficialità, inesattezza, tono di superiorità, distacco sarcastico, incredulità aprioristica compongono tutto quanto si è scritto e detto - molto, troppo - sui vampiri durante la "moda" 1958-1960.

Dall'introduzione di Angelica Tintori:

La scelta di riproporre il libro di de' Rossignoli è determinata dalla volontà di far ripercorrere ai lettori le pagine di un testo-chiave per diverse generazioni di appassionati, capace ancora oggi di palesare vivo interesse, competenza, rispetto e profondità di analisi riguardo a un tema davvero poco frequentato dalla critica letteraria e di costume, almeno nel nostro paese.

Da In viaggio con Emilio di Danilo Arona:

Sul fare del quattordicesimo anno di età, i ragazzini attaccano a imitare gli adulti [...] Noi giocavamo [...] a poker. E, siccome soldi da mettere sul tavolo non esistevano, ci giocavamo i beni più o meno preziosi. Fu così che vinsi, con una scala reale di picche, la mia copia di Io credo nei vampiri [...] Emilio de' Rossignoli. Chi era costui? Un grande di sicuro. Sapeva tutto e di più sul magico e terrificante mondo dei vampiri. E scriveva non da adulto snob, ma da adulto saggio, perfettamente in grado di farsi comprendere da un ragazzino. E ancora - il dato più importante, perlomeno per me - Emilio ci credeva. [...] Al punto che [...] ritenni di non nutrire alcun dubbio al proposito: i vampiri esistevano. Gli argomenti di Emilio non ammettevano contestazioni.

Da Bruciare le stoppie di Loredana Lipperini:

Manca, in Italia, la consapevolezza della potenza letteraria dell'horror. Quella che potrebbe avere, e quella che ha avuto. È esistito, nel Novecento, un gotico italiano che sembra essere passato senza lasciare traccia: quello di Tommaso Landolfi, di Dino Buzzati, dello stesso Italo Calvino. L'horror italiano, oggi, è - salvo [.] eccezioni - quello di un piccolo gruppo che si trincera dietro l'incomprensione altrui, e che vivacchia senza guardarsi attorno.

Gargoyle Books presenta, Io credo nei vampiri di Emilio de' Rossignoli
Con un'introduzione di Angelica Tintori
Interventi di Danilo Arona e Loredana Lipperini

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