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martedì 7 aprile 2009

Il Sesto di Stefano Delacroix per Lupo editore

La raccolta di racconti dal titolo Il sesto (pp. 168, euro 12), scritta da Stefano Delacroix e pubblicata da Lupo Editore nella collana incipit diretta da Michelangelo Zizzi, si presenta come un lavoro affascinante, e ricco di suggestioni. Non è propriamente appartenente al genere noir sulle dimensioni per intenderci alla Giancarlo Fusco, e nemmeno potrebbe rientrare in quello del giallo o del pulp. O meglio sembra che l’autore abbia trovato una sua personalissima chiave stilistica per fondere in maniera bilanciata tutte e tre le precedenti latitudini della scrittura appena citate. Cerco di essere più preciso. I giovanissimi aficionados della Disney/Pixar andando oggi nelle sale cinematografiche e vedendo ad esempio un film come Mostri contro Alieni, avrebbero una chiave di lettura del film molto superficiale, non cogliendo riferimenti del mainstream pop che magari un pubblico un po’ più adulto e maturo coglie immediatamente: Blob, L’uomo invisibile, Il mostro della laguna nera. E la stessa cosa potrebbe dirsi per il lavoro di Stefano Delacroix: Agata Christie, Alfred Joseph Hitchcock, Charles Bukowsky, e anche H. P. Lovecraft (per il racconto Marianera). Non sfugge inoltre il riferimento a tutto quell’universo che va dalla Legge d’Attrazione, alla Fisica Quantistica dei viaggi nel tempo come teorizzato dal “Dott. Quanto” Fred Alan Wolf nel suo lo Yoga della Mente edito da Macro edizioni, nel racconto il Sesto. La scrittura di questo narratore, si pone in bilico tra la ricercatezza di soluzioni formali eleganti, e il desiderio di lavorare al potenziamento dell’immaginifico proveniente dall’odierno mercato dello spettacolo. Ma perché poi questo libro viene definito psycotropic noir? Ce lo spiega Domenico Fumarola: «Gli otto racconti - ha scritto Domenico Fumarola - che compongono Il Sesto, infatti, si fondano tutti su un dubbio percettivo, psicologico, che disperde le energie dei protagonisti, facendoli cadere nella follia che, in questo caso, diventa una distrazione della percezione. Nel noir psicotropo in cui sono immersi i protagonisti dei racconti di Delacroix vengono meno le due coordinate esistenziali fondamentali nelle quali l’essere umano si trova a vivere: lo spazio e il tempo. Nel primo racconto della raccolta, intitolato “Il volgere del tempo”, il protagonista inizia a vivere la sua vita al contrario, tornando indietro nel tempo, fino a vedere la donna amata nascere dal grembo della madre; nel racconto che dà il titolo al libro una madre invia una lettera d’addio al figlio, anni luce lontano da lei».

Stefano Delacroix nasce a Taranto nell'agosto '66, da genitori leccesi. Dopo la militanza tra le band giovanili, scoperto da Maurizio Montanari, approda alla corte di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il '94 e il '97 i primi due album da solista, Ribelli e La legge non vale (entrambi per Ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Delacroix ha già esordito nella letteratura nel 2007, con due romanzi, La memoria del mare (ed. La Riflessione) e Peristalsi (ed. Il Foglio).

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