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venerdì 3 febbraio 2012

“Viaggio all’alba del millennio”: tra angosce e paure dell’uomo moderno spunta un sorriso. Intervento di Roberto Martalò


L’arrivo del nuovo millennio ha avuto significati particolari e si è trascinato paure vecchie e nuove. Infatti, i primi anni del 2000 sono stati segnati da alcuni dilemmi tipici della contemporaneità che si sono aggiunti ad altri atavici: alla paura del diverso e dello straniero, purtroppo presente in ogni era, si è aggiunta quella del terrorismo. Inoltre, nonostante la tecnologia, è emerso con forza il problema dell’incomunicabilità.
“I savi non si stancano mai. Corrono e corrono. Convivono con l'emicrania cronica, con la gastrite nervosa, con l'ulcera duodenale, con il reflusso gastrico, con attacchi di panico più o meno latenti. Devono fare i conti con il sistema. Con i ritmi vorticosi di questa società che li porta a essere vittime e fautori di un subdolo meccanismo che avviluppa tutto. Savi. Ma non salvi” Tutti questi temi sono stati ripresi in un brillante romanzo-antologia di racconti di Massimo Maugeri dal titolo “Viaggio all’alba del millennio”. Strutturato come una serie di racconti slegati l’uno dall’altro e accomunati dalle tematiche introdotte in precedenza, il libro si chiude con una storia madre che racchiude tutte quelle precedenti. In effetti, alcune parti sono state pensate inizialmente come autonome, tanto che erano già state pubblicate su alcuni giornali, ma anche in questo si può apprezzare la creatività dell’autore, in grado di rivedere e rielaborare il tutto per farne un’opera unica. Per certi versi, sebbene il linguaggio e il genere sia diverso, possiamo paragonare l’intreccio dell’opera alla struttura della sceneggiatura di Pulp Fiction di Tarantino, dove una serie di episodi vengono poi collocati dallo spettatore man mano che si va avanti nel film. Anche il libro inoltre presenta una sua circolarità sorprendente. Ciò che colpisce inoltre è la capacità dell’autore di cambiare stile e registro, di passare da una storia a un’altra dando al lettore l’impressione di essere continuamente un altro narratore. Maugeri sa variare, a seconda delle situazioni, il suo modo di esprimersi e di far esprimere i propri personaggi. In questo è senz’altro molto originale. Viaggio all’alba del millennio è un quadro dei nostri tempi, carichi di dubbi e inquietudini. Un libro che mette a nudo l’uomo moderno e che, con il sorriso, ci aiuta a pensare ai nostri problemi quotidiani. Da leggere.

Viaggio all’alba del millennio di Massimo Maugeri
Perdisapop, 208 pag, 15€

venerdì 29 aprile 2011

Giovani, nazisti e disoccupati di Michele Vaccari (Castelvecchi Editore). Intervento di Roberto Martalò












Non è un romanzo di primo pelo, essendo uscito ad aprile 2010, l'ultimo lavoro di Michele Vaccari dal titolo forte e provocatorio “Giovani, nazisti e disoccupati”. Ambientato nella Bologna del “fancazzismo”, tra punkabbestia ricchi che fanno l'elemosina e giovani svuotati dagli agi concessi dalle famiglie di origine e dall'uso di droghe che “fanno figo”, tra aspiranti politicanti troppo concentrati su se stessi e falsi demagoghi che istigano alla violenza nei comportamenti, salvo poi sconfessarla a parole. Anarchico e devoto di Errico Malatesta, suo personalissimo consigliere fantasma, l'anonimo protagonista del romanzo è il “giovane-non giovane” di questi tempi: abituato a pensare al sodo, disgustato da chi cerca di essere alternativo a tutti i costi per essere notato, schifato dai fattoni sempre e comunque eppure anche lui dipendente dall'uso della trielina e vittima di uno squilibrio che lo rende quasi sociopatico. Innamorato di una ragazza che oscilla tra la tossicodipendenza e l'attivismo politico estremista, il giovane ragazzo, per realizzare il folle piano di dare una lezione ai parassiti che condividono con lui la casa, finirà a scontrarsi con la demenza delle follie del nazismo contemporaneo, che è solo un rigurgito di retorica violenta, e le ipocrisie di un certo modo di essere di sinistra dei nostri giorni. Un grido contro tutte le ipocrisie, contro i poteri forti attuali, contro chi denigra i giovani come praticanti del culto dell'ozio ma anche contro chi non fa nulla per migliorare se stesso e il nostro paese. Con un linguaggio sempre molto energico con ampi tratti tipici del pulp, Vaccari si scaglia contro le ipocrisie della nostra piccola Italia, con riferimenti non tanto velati alla società e alla politica dei nostri giorni, e denuncia il vuoto contemporaneo ideologico e politico che sforna certi caratteri da teatro dell'assurdo anche se tristemente reali.

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