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sabato 4 luglio 2009

… e la chiamano subcultura “Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima?”. Di Maria Beatrice Protino

Un pannello murale con carta da parati in stile vittoriano e poi le rose riprodotte sui tovagliolini da usare per servirsi al tavolo del buffet: la nuova mostra “Neo Vittoriani” - inaugurata il 26 giugno alla galleria Riva Arte Contemporanea a Lecce e aperta sino al 31 luglio - impone da subito la sua intenzione: Lowbrow senz’altro, Gotico - senza teschi questa volta – e Steampunk, come scrive il curatore Ivan Quaroni nel catalogo di presentazione dei tre artisti presenti. Osservare le opere esposte è riflettere su quanto la cultura e l’estetica contemporanea sia pregna di suggestioni e richiami allo stile vittoriano, che è gotico e rococò a volte, punk eppure attento alle tecnologie - e come non esserlo ormai? – e alla meccanica più che all’elettronica forse, ma anche dark, scuro, cupo, come può sembrare lo sguardo di un passante, dice Giuliano Sale - appunto uno degli artisti -, oppure eccentrico sino all’ironico, come vuole Vanni Cuoghi - che presenta tre delle sue opere -, o addirittura bestiale sino al parossismo - come le orecchie da asino su un corpo da bimbo che dipinge Silvia Idili.
I tre artisti sembrano cogliere aspetti della contemporaneità quali il turbamento e quella speciale forma di inquietudine placida, addirittura flemmatica a volte, negli atteggiamenti dei corpi delle “vergini collocate sullo sfondo di paesaggi arcaici… sotto cieli perennemente plumbei”, o “burleschi e surreali”, in quel tipico stile satirico di matrice vittoriana.
Velluto e satin, merletti e ricami all’uncinetto, oppure frange, paillettes, fiocchi, pizzi, lacci e stringhe per le scarpe, piercing e dettagli androgini d’ispirazione rinascimentale, ma anche l’impronta di un forte individualismo e della tolleranza nei confronti della diversità e della creatività, e - all’opposto, spesso in netta contraddizione - il cinismo e l’intellettualismo: uno stile di vita oggi, non più una semplice tendenza. Lo spirito e la capacità degli artisti presentati di filtrare, di mescolare l’immaginario popolare contemporaneo - in cui si associa il concetto di ecologia a quello di catastrofe, dove la lotta per le risorse ricrea o può ricreare atmosfere e condizioni simili a quelle dei bassifondi della Londra di fine Ottocento - alla propria visione della realtà, forse insinua indirettamente l’idea della decrescita, del ritorno a condizioni protoindustriali quale vera, possibile, unica soluzione per una società più equa: un’idea legittima, ancora calda di cova ed espressa in forma non verbale con un tocco di silenziosa, ricercata e splendida eleganza.

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