Luglio 1986. Leo Pontecorvo, quarantottenne oncologo pediatrico di fama
internazionale, viene accusato di un reato ripugnante. Dalla sera alla
mattina, il professor Pontecorvo si ritrova trasformato nell'oggetto
privilegiato del pubblico biasimo: vittima inerme di odio, pettegolezzo,
delazione, calunnie, intimidazioni. Leo sarebbe forse in grado di
sopportare tutto questo: ciò che lo annienta è il silenzio della moglie e
dei figli. Che siano loro i primi a non credere alla sua innocenza? Con
lo sguardo feroce ma sempre emotivamente compromesso, con la capacità
di affondo psicologico Piperno ci racconta la storia di un uomo di
successo giunto improvvisamente alla resa dei conti con il proprio
narcisismo e le proprie infantili fragilità; ci racconta una famiglia, i
suoi riti, le sue tenerezze e i suoi tabù. E insieme scandaglia i
meccanismi della nostra psiche, l'urgenza collettiva di capri espiatori,
le sottili ma spaventose distorsioni generate dalla lente deformante
dell'informazione.