Da qualche anno Tullio Pericoli conduce su se stesso, nel suo studio,
una serie di curiosi esperimenti, di cui poi racconta i risultati in
forma di libro. L'ultimo – questo – è per certi versi il più audace. Si
trattava infatti di mettere alla prova gli occhi della fronte (come li
chiama Pericoli) e gli occhi della mente, chiedendo ai primi di
controllare tutto quello che la mano al lavoro faceva, e intanto ai
secondi di addentrarsi nei «corridoi bui del cervello», riportando tutto
quello che di inusuale gli accadesse di notare. I risultati della
ricerca sono tanti quante sono le pagine di questo libro. In alcuni i
lettori riconosceranno l'autore, ma altri hanno sorpreso lui per primo,
spingendolo ad esempio a modi nuovi di vedere la pittura. Modi che
Pericoli tenta di mettere definitivamente a fuoco anche per la via che
gli è più naturale – ridisegnando cioè a matita le opere di alcuni suoi
spiriti guida, da Morandi a Saenredam, alla ricerca dei loro segreti.