Dal mondo di Passignaro
Salentino al mondo della disco e dei flash che ammazzano. Teresa, sorella
minore, cubista nei locali notturni quando non bada a un anziano professore. E
la maggiore Ester, bodybuilder e personaggio chiacchierato degli ambienti
romani. Da Passignaro allo scandalo. Sono le protagoniste, compreso lo
scandalo, del romanzo dello spericolato Nino G. D’Attis. La solitudine di due
sorelle, che avranno destino ovviamente diverso. A forza d'estremo
disorientamento nelle cose del mondo. Mentre i flussi di coscienza di Teresa
fanno il racconto della sconfitta. Il racconto della minore delle "Sorelle
Ficainfiamme". Per l'altra disperazione, questa volta del povero padre
Pietro; papà che per difendere l'onorabilità delle due figlie diede un
biglietto d'ingresso al pronto soccorso del paesello al presentatore di grido
Dubini. Tutto messo su you tube. Alla comoda cifra di 68.634.369
visualizzazioni. In realtà Teresa Malina, a differenza della sorella Ester,
passata tra gossippate ecc., è protagonista positivo della storia. Ovvero
l'unica figura, nemmanco la madre..., prova fermamente a contrastare la
"decadenza" del presente. Dove, comunque, la sua famiglia squazza.
Fino alla morte, per dire, del poverà Pietro. Le figure più belle del romanzo,
comunque, sono la madre delle Ficainfiamme e il professore che,
nell'immaginazione di qualcuno ?, da consigli ed esperienza, chiaramente, a una
Teresa già cubista per sbarcare il lunario nella suo domicilio romano. Scattano
flash in continuazione. Ma, soprattutto, dalla penna vibrante di D'Attis
nascono situazioni che tra luccichio del moto e lettura della psciche formano
un effetto imperdibile.
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martedì 8 luglio 2014
mercoledì 4 giugno 2014
La volpe meccanica, di Mariolina Venezia (Bompiani). Intervento di Nunzio Festa
La voce della donna è l’immagine
dell’animale idealmente in gabbia ma realmente libero. Il romanzo breve di
Mariolina Venezia, “La volpe meccanica”, si differenzia, nuovamente, dagli
altri dell’autrice materana. Perché la lucana Venezia sta seguendo una linea di
gialli che vedono protagonista quella Imma Tataranni - già entrata
nell’immaginario collettivo d’almeno un pezzo degli amanti della lettura. Ché
non siamo tornati alla saga “Mille anni che sto qui”, sicuramente l’opera più
riuscita di Venezia; visto che stiamo adesso in un genere che supera
sicuramente quel giallo già vissuto però senza necessariamente riprendersi completamente
il noir di certe scene dei racconti urbani scritti in gioventù e, pure non
volendo dedicare tutta l’esperienza al noir o, tanto meno, al thriller. Ma che
stiamo leggendo?: abbiamo letto una prova letteraria che parla di cosa vuole e
fa una donna che a primo acchito apparirebbe soltanto vittima di se stessa,
prima che delle situazioni e, dunque, dell’insoddisfazione da fallimento
personale. Ecco, quindi, intanto la passione infuocata e infuocante per un uomo
più giovane di lei, Andrea, fratello del marito della donna, che finalmente
lascia il segno in un'esistenza “grigia, imprigionata in un matrimonio deciso a
sangue freddo”. Epperò oltre la passione esiste tanto altro. Descritti i baci e
tutto il resto del tradimento, la voce stessa della protagonista della storia
passa ad ascoltarsi. La promozione del testo parla di “thriller dei sentimenti,
all’inseguimento di una verità che trascende i fatti e diventa un’indagine
esistenziale”. Andando molto vicino al senso massimo del libro. Questo noir
molto leggero seleziona azioni e parole per restituirci in tutta la propria
forza e, ovviamente, oltre le sue debolezze, la libertà d’una volpe meccanica
che sceglie di togliersi per qualche frangente vitale dalla casa chiusa dentro
la quale s’era incastrata.
giovedì 8 dicembre 2011
Maria De Filippi, di Emanuele Kraushaar con prefazione di Giulia Belloni (Alet). Intervento di Nunzio Festa
Forse due riconoscimenti nella
stessa recensione, più quello all'autore del testo recensito, sono troppi; ma
per dire del recente e davvero imperdibile – scusatemi qui la banalità (oggi
eccezione che conferma la regola) - “Maria de Filippi” di Emanuele Kraushaar ci
concediamo l'ulteriore lusso. Dunque un plauso a Giulia Belloni, che oltre ad
aver inventato la collana Iconoclasti e scelto
in qualità di direttrice della stessa questo testo raro, ha definito
giustamente il libro “oggetto non identificato”. E mai parole, come si suol
dire, furono più adatte. Perché non solamente non riusciamo a dirne il genere,
per questa sconvolgente pubblicazione. Ma di più perché, e arriviamo in un
certo qual modo al secondo riconoscimento, la natura del testo per affinità ci
conduce a un altro abbastanza recente e superbo testo: “Cartoline dai morti” di
Franco Arminio. Epperò già occorre spiegare. In quanto Arminio parla, dando
loro voce, dei paesi e dei suoi morti-viventi. Mentre Kraushaar parla dei
viventi-morti del paese/televisione, ovvero del pubblico succube per esempio
dell'Uomini e Donne di Maria de Filippi e succube soprattutto del 'personaggio'
“Maria de Filippi”. Kraushaar e Arminio inoltre si somigliano per accenti e
prossimità di scelte. Dove l'affinità sta nella differenza. Cioè Arminio fa
parlare i suoi morti alla stregua di Kraushaar che fa parlare vivi ugualmente
defunti. Grazie a quest'operazione, in pratica registrando situazioni del
programma che fa ascolti su ascolti e soprattutto le vite di chi esiste in
ragione di questo, il giovane autore romano scrive un libro che apparentemente
con poco ci dice tutto del fenomeno “Maria de Filippi”. Che davvero il libro
d'esordio dello scrittore Kraushaar studia con occhi nuovi e linguaggio
scioccante una delle cause di demenza del cosiddetto italiano-medio. Destini e
in special modo disperazioni che mettono sulla porta o immettono oltre la porta
della celebrità e delle sue menzogne, essenzialmente soggetti privi di
socialità. I paragrafi sono molto brevi. Colpiscono al pari di bruciature di
sigarette. Però il loro calore lo ascolti. Sei in grado di vedere i motivi e i
linguaggi delle disperazioni. Emanuele Kraushaar fa sentire “la De Filippi” come nessun
giornale mai riuscirà. La analizza senza torcerle un capello. Girandole intorno
e osservandola seduta di fronte alle sue invenzioni in carne e ossa.
martedì 22 settembre 2009
Anteprima: La casa di Angela Bubba (Elliot Edizioni, 2009). Recensione di Nunzio Festa

La casa di Angela Bubba, Elliot Edizioni (Roma, 2009), pag. 365, euro 16.50
domenica 19 luglio 2009
Balla Juary. Sferragliando verso sud, di Fabio Izzo, prefazione di Gianluca Morozzi, Il Foglio (Piombino, 2009). Rec . di Nunzio Festa

Balla Juary. Sferragliando verso sud, di Fabio Izzo, prefazione di Gianluca Morozzi, Il Foglio (Piombino, 2009), pag. 137, euro 12.00.
giovedì 16 luglio 2009
Amnesie amniotiche, di Pasquale Vitagliano, LietoColle (2009). Rec. di Nunzio Festa

Amnesie amniotiche, di Paquale Vitagliano, prefazione di Giovanni Nuscis, LietoColle (Como, 2009), pag. 92, euro 13.00.
sabato 27 giugno 2009
Colui che gli dei vogliono distruggere, di Gianluca Morozzi (Guanda). Rec. di Nunzio Festa

Molte. Si dica, per necessità, che il volume è pieno d'umorismo. E, in questo campo come nella più semplice costruzione del narrare, Morozzi ha pochissimi rivali. La parte, tra l'altro importante, che parla delle vicende legate a questo musicista Johnny Grey è a dir poco imperdibile.
Lo scrittore con questo libro ha dato prova, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere uno dei migliori narratori italiani d'oggi. Al di là dei giudizi sommari e/o complessivi, è semplice testimoniare grazie alla lettura come il filo steso da Gianluca Morozzi faccia camminare immagini e musiche, odori. E, soprattutto, provochi sensazioni varie. Causando nel sentire di lettrice o lettore, e mentre il filo si fortifica invece di farsi male, reazioni che a ogni modo fanno piacere. Morozzi è scrittore popolare e d'indubbio talento, nonostante la critica più con la puzzetta sotto il nasone non sia sempre disposta ad accettarlo. Per questa ragione è già da tempo cominciata l'attesa per la creatura che arriverà.
Colui che gli dei vogliono distruggere, di Gianluca Morozzi, Guanda (Parma, 2009), pag. 334, euro 16,50.
mercoledì 20 maggio 2009
Dieci brevissime apparizioni di Nunzio Festa (LietoColle)

Nunzio Festa è nato nel 1981 a Matera, dove attualmente lavora. Risiede a Pomarico (MT) con la sua compagna. Poeta, narratore, critico; lavora nel campo dell'editoria ed è collaboratore giornalistico. Collabora, inoltre, con siti internet, riviste e quotidiani. Suoi articoli, poesie e racconti sono stati pubblicati su riviste e in varie antologie.Nel 2004 ha pubblicato la sua prima silloge poetica E una e una, mentre nel 2005 la sua prima raccolta di racconti Sempre dipingo e mi dipingo. Diversi i riconoscimenti ricevuti. Nel 2006, il racconto breve "Da dentro la materia" è entrato a fare parte dell'antologia Storie d'acqua dolce (Eumeswil Edizioni). Nel 2007, la silloge poetica "Deboli bellezze" è entrata a far parte della collana curata da Silvia Denti, I quaderni Divini. Nel 2008 ha pubblicato racconti e poesie per diverse case editrici, fra le quali Giulio Perrone editore, LietoColle.
Festa Nunzio- "Dieci brevissime apparizioni", LietoColle - Collana Solodieci
Sottotitolo: brevi prose poetiche
martedì 24 marzo 2009
Fototessere del delirio urbano, di Antonio Veneziani, Hacca (Macerata, 2009). Recensione di Nunzio Festa

Fototessere del delirio urbano, di Antonio Veneziani, Hacca (Macerata, 2009), pag. 126, euro 12.00.
lunedì 9 febbraio 2009
Tra melma e sangue. Lettere e poesie di guerra, di Clemente Rebora, a cura di Valerio Rossi, Interlinea edizioni. Recensione di Nunzio Festa

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