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lunedì 27 gennaio 2025

Cthulhu: Il Grande Antico che Dorme e Sogna

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Howard Phillips Lovecraft, il padre del cosmic horror, ha dato vita a un pantheon di entità cosmiche che sfidano la comprensione umana. Tra queste, Cthulhu è senza dubbio la più iconica. Un'entità tentacolare, informe e dormiente, rinchiusa nelle profondità di R'lyeh, in attesa che le stelle si allineino per risvegliarsi e portare la follia e la distruzione sulla Terra.

Chi è Cthulhu?

Cthulhu non è semplicemente un mostro. È un'incarnazione del caos, un'entità al di là della comprensione umana. La sua descrizione nei racconti di Lovecraft è volutamente vaga, lasciando al lettore il compito di immaginare l'orrore della sua forma. È un essere antico, preesistente alla razza umana, che ha governato su mondi lontani e ha seminato la paura nei cuori di coloro che lo hanno incontrato.

Il Ciclo di Cthulhu e il suo impatto sulla cultura popolare

Il racconto "Il richiamo di Cthulhu" è solo una piccola parte del vasto universo creato da Lovecraft. Il cosiddetto "Ciclo di Cthulhu" è un insieme di storie interconnesse che esplorano il mito di questi Grandi Antichi e il loro impatto sulla nostra realtà.

L'influenza di Lovecraft e di Cthulhu si estende ben oltre la letteratura. I suoi miti hanno ispirato generazioni di scrittori, artisti e registi. Videogiochi, film, fumetti e persino giochi di ruolo hanno attinto a piene mani dall'universo lovecraftiano, dando vita a interpretazioni sempre nuove e originali di Cthulhu e dei suoi seguaci.

Perché Cthulhu ci affascina così tanto?

L'attrazione per Cthulhu è complessa e multiforme. Ecco alcuni motivi:

  • Il senso di paura e ignoto: Lovecraft è maestro nel creare un'atmosfera di opprimente angoscia e di paura dell'ignoto. Cthulhu rappresenta tutto ciò che non possiamo comprendere, una forza incontrollabile che minaccia la nostra fragile esistenza.
  • La sfida alla ragione: I miti di Cthulhu mettono in discussione i fondamenti della nostra realtà e ci costringono a confrontarci con l'idea che l'universo potrebbe essere un luogo molto più oscuro e pericoloso di quanto immaginiamo.
  • La bellezza del macabro: Nonostante la sua natura orrifica, Cthulhu ha una certa bellezza perversa. La sua forma informe e tentacolare, la sua antichità e il suo potere inarrestabile lo rendono una figura affascinante e inquietante al tempo stesso.


Cthulhu è molto più di una semplice creatura mostruosa. È un simbolo dell'ignoto, del caos e della paura che albergano nell'animo umano. Il suo mito continua a vivere e ad evolversi, ispirando nuove generazioni di artisti e scrittori. E anche se l'idea di un'entità cosmica che dorme in attesa di risvegliarsi può sembrare folle, non possiamo negare il fascino che esercita su di noi.


venerdì 15 luglio 2011

Neonomicon di Alan Moore e Jacen Burrows (Bao Publishing)








Cthulhu, un nome che può imporre solo orrore e angoscia. Sovrano indiscusso della cosmogonia di dei ciechi e idioti creati dalla mente di un grande scrittore come Howard Phillips Lovecraft. Un autore sovente in bilico tra fantasia e magia. Basti pensare a come ancora oggi molti studiosi cerchino di capire se il suo Necronomicon (Fanucci in Italia ha pubblicato diverse edizioni di questo libro) sia frutto di un parto immaginifico o qualcosa di oscuro realmente alberghi tra le pagine del grimorio maledetto. Infatti secondo lo stesso Lovecraft, il Necronomicon (il cui titolo originale in arabo è Al Azif) è un’opera di magia nera dello stregone arabo di nome Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell'VIII secolo e morto a Damasco in circostanze oscure. Ora scopro un lavoro editoriale che definire splendido è poco. Per i tipi di Bao Publishing esce il Neonomicon di Alan Moore e Jacen Burrows, i cui autori hanno perfettamente reso lo stile, i testi e i contesti del mondo lovecraftiano. Il ritmo per tutte le 160 pagine è semplicemente allucinogeno e psichedelico. Il senso della realtà illustrata e narrata non solo è deformata, ma porta il lettore lungo crinali di disperazione nell’escalation di perdizione del protagonista che in un’indagine estrema rasenta i reami della follia, divenendo a sua volta uno spietato “killer” del Caos. Mentre una setta dalle origini incerte e dal culto blasfemo, si prepara a “importare” sul nostro miserrimo pianeta il Dio del Disordine, ovvero Cthulhu. Il cerchio si chiude in un silenzio profondo eoni, mentre calano “ i titoli di coda” su aberrazioni sessuali, death metal, complotti e assassini seriali. Sicuramente per chi ha molto “pelo” sullo stomaco

sabato 16 agosto 2008

Che fine ha fatto Mr. Y di Scarlett Thomas (Newton Compton, 2008)

Chissà perché quando penso a un libro maledetto, subito mi viene in mente il Necronomicon di H.P. Lovecraft, un’opera che lo scrittore di Providence ha consegnato alla storia della letteratura come gigantesco contenitore di abominii che viaggiano nel tempo e lo spazio per dominare mondi e creature. Ed è l’unica associazione che ho fatto, forse l’unica che poteva saltarmi in mente, leggendo lo splendido libro di Scarlett Thomas edito dalla Newton Compton dal titolo Che fine ha fatto Mr. Y. E lo Spazio-Tempo, le sue dinamiche, il viaggio in universi paralleli, e l’incontro con divinità mostruose (nell’accezione latina di monstrum come ciò che appare straordinario) è il filo conduttore delle vicende che sorreggono la vita narrativa della protagonista Ariel Manto. Giovane ricercatrice della British University, che a seguito della scomparsa del suo mentore, e al crollo di una parte della sua università, viene diretta dal Caso (in questo caso specifico il suo anagramma Caos è molto più pertinente) in un negozio di libri usati dove trova il tassello mancante per una sua ricerca su un autore singolare e misterioso come Lumas: ovvero la sua ultima opera dal titolo per l’appunto Che fine ha fatto Mr. Y. Questo scrittore, la cui vita era stata avvolta più da zone d’ombra che da una fulgida e trasparente esistenza, aveva sviluppato una serie di esperimenti sul potere della mente e su come grazie a singolari e potentissime energie mentali eteriche insite in ciascun individuo umano, ovviamente con il supporto di una particolare mistura la cui ricetta veniva indicata all’interno del grimorio maledetto, il viaggio in dimensioni diverse dalla nostra non solo risultava possibile, ma addirittura con la debita pratica si riusciva a entrare nella mente di altri soggetti sia persone che animali modificandone comportamenti e scelte, ma anche spostarsi (attraverso la Pedesis) nel tempo per modificare la Storia, le Storie. Il mondo in cui tutto ciò è possibile nel libro si chiama Troposfera, e il suo Dio-Guida è Apollo Smintheus, mezzo uomo e mezzo topo, divinità pagana venerata da uno sparuto gruppo di seguaci (più o meno sei persone che a lui hanno dedicato un culto in una piccola cittadina di provincia del nord-america) che orienterà le azioni di Ariel Manto salvandola da agenti psichici dell’Intelligence Americana facenti parte di un progetto segretissimo chiamato Starlight per il controllo delle menti (la Cia ma potrebbe essere tranquillamente l’FBI -ndc), desiderosi di impossessarsi della formula forse per creare, chissà, un super-soldato. I punti di forza che rendono affascinante un personaggio come Ariel Manto è il suo appeal da bella tenebrosa, e sessualmente famelica, con un pizzico d’aria bohemien che non disturba affatto. Le peculiarità che rendono completo, avvincente, godibilissimo questo lavoro, è che con assoluta disinvoltura si parli di Deridda, Einstein, e Heidegger, sviluppando per quest’ultimo l’ipotesi dell’esserci (Dasein) come perfetta gestazione causale di effetti nella realtà da parte del linguaggio, ovvero una vera e propria fenomenologia della liberazione umana, da condizionamenti, imposti al di fuori delle proprie coscienze ed esistenze. Chicca delle chicche, la teorizzazione da parte di una scienziata, una delle protagoniste secondarie dell’opera, con considerazioni scientifiche fatte in maniera davvero puntuale e rigorosa ,della fisica post-strutturalista. Non cedete alla tentazione,dopo aver letto questo libro di pensare a Matrix… è veramente tutta un’altra storia! E poi …siamo sicuri che Scarlett Thomas abbia scritto quest’opera come frutto di pura invenzione?



Titolo originale: The End of Mr Y.
Traduzione di Milvia Faccia

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