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giovedì 10 settembre 2009
Alessandra Pierelli al Grifone di Lecce
"Non stare a lungo lontano da me se non vuoi che il ricordo invada tutto e non lasci più posto alla presenza. Ormai ti vedo spesso sotto gli alberi"
(Frank Wilcock)
Giovedì 10 settembre 2009, alle ore 21,00, la Galleria "Il Grifone" di Monica Taveri apre al mito con l'inaugurazione della mostra "La stanza di Eco" di Alessandra Pierelli, visitabile fino al 20 settembre. É la ninfa Eco che fa il suo ingresso. Chiede solo di amare. Insegue Narciso, figlio di Liriope, che fu sedotta dal fiume Cefiso una mattina mentre faceva il bagno nuda. Ma Narciso ha amore solo per se stesso. É disperata Eco. La sua passione si trasforma in dolore, e come un vecchio olivo, si consuma dal di dentro, fino a sparire del tutto. É capace di ripetere solo l'ultima sillaba che ascolta. Di lei aleggia nell'aria solo il suono. E anche Narciso, incapace di muoversi dalla fonte per non perdere di vista la propria immagine, si consuma lentamente finché al suo posto non rimane che il pallido fiore che porta il suo nome. L'amore non è materia di racconto se non è contrastato e doloroso. Il rifiuto di Narciso, la sua lontananza, diventano ossessione che tormenta la vita di Eco. Nell'asimmetria del sentimento si sviluppa la tensione affettiva che è la certezza dell'amore. Alessandra Pierelli coglie la fragilità umana che è nella storia di Eco e Narciso e la conduce in una stanza come indice di bellezza e di amore, come un fiore colto da un campo che non ci darà i suoi frutti ma che ci lascerà il suo profumo da assaporare in fretta. La sua seta, distillato di amore, si tradurrà in suono, svuotata della bellezza che scivola via, perché il tempo è corruttore, mortifica le carni e prende tutto per sé e lo depone sul suo carro alato. Le resine variopinte di Alessandra Pierelli sono testimoni silenziose di tutto quello che, in quella stana, è accaduto e ancora accade. Ci piace pensare che nel luogo d'arte di Monica Taveri, in questi giorni, si torni ad ascoltare Eco con il suo ultimo invito rivolto a chi, come noi, ha urgenza d'amore: Amore…ore…ore…ore…...
Alessandra Pierelli, anconetana, ha frequentato l'Accademia di Brera e successivamente il corso International Art School di Montecastello di Vibio.
Ha esposto in numerose mostre ed ha collaborato con Alvin Held Jacob e Giorgio Bonomi. Dopo gli studi presso L'Accademia del Superfluo di Roma, si è specializzata in decorazione e trompe l'oeil.
GALLERIA "IL GRIFONE", Via Palmieri, 20 a Lecce
Giovedì 10 settembre 2009 - Ore 21,00 presenta "La stanza di Eco"di Alessandra Pierelli a cura di Alessandro Turco, Ambra Biscuso, Monica Taveri
domenica 9 agosto 2009
Ricordanze alla Galleria Il Grifone di Lecce
Mercoledì 12 agosto alle ore 21.00 presso la galleria Il Grifone di Lecce si aprirà la mostra “Ricordanze” che sarà visitabile fino al 30 agosto. Un percorso nella memoria antica dei luoghi fisici e dell’anima con le tele e i colori di Monica Taveri, la terracotta di Ilenia Durante, le carte di Ambra Biscuso e le parole di: Daniela Cecere, Anna Colaci, Andrea Laudisa , Maurizio Muscettola, Luca Nicolì, Nino Palumbo, Maria Pia Romano, Ivan Serra
L’allestimento sarà curato da Andrea Scolavino introdurrà Rosanna Gesualdo.
Scrive la Gesualdo: “Ricordare, nell’etimologia della parola il senso di queste opere. Dal latino, recordari, comp. Di re-, che indica movimento contrario, e un derivato di cor, cordis “cuore” che per gli antichi era sede della memoria. Mostrarsi da monstrum, segno.
Ricordare rappresenta un movimento contrario al cuore, in effetti spesso vediamo solo ciò che siamo pronti a vedere. Solo allora possiamo andare a cercare ciò che avevamo occultato all’anima e solo allora siamo pronti a renderlo manifesto a noi stessi.
La memoria è un obbligo, ricordare, una pratica feroce. ….
La memoria, il suo sedimentarsi è cosa per viaggiatori differenti. Bisogna avere il coraggio di arrivare al centro del cordis, del cuore. Gli artisti sono viaggiatori differenti, appuntano i luoghi, annotano le emozioni su supporti labili, così fragili e al contempo uniche nel rivelare la forza di uno sguardo. E così, gli occhi trafitti dell’artista, miracolosamente sopravvissuti alla visione di troppe vicende non si piegano alla cecità. L’artista, prosegue il suo viaggio anche quando tutto appare nascosto sino a quando un’altra luce si accende, quella del ricordo.
Allora, proseguendo lentamente nel viaggio intrapreso, oltrepassando un velo dopo l’altro, riflesso dopo riflesso fa eco la Ricordanza … il solo pronunciare questa parola pare evocare il respiro di una sinfonia dolcissima. In verità, non v’è nulla di più feroce del rievocare. Poiché aprire lo scrigno dei ricordi è simile ad aprire il vaso di Pandora. La memoria è la meta di un viaggio la cui destinazione finale non è nota alla partenza.
Allora i colori e i grigi, il sedimentarsi delle carte, della terra, delle tele, strati e sedimenti di parole, l’apice delle passioni e l’abisso dei tradimenti.
I luoghi mutevoli, cedevoli allo sguardo talvolta carezzevole altre reso feroce dalla crudezza del ricordo. Ed è lo sguardo dell’artista a registrare il passo del narrato, la metratura ampia del vissuto, con la mano sapiente di chi non cerca la preziosità dei materiali, anzi tutt’altro. ….
L’artista infrange gli specchi del vivere perché sa, i vissuti gliel’hanno marchiato a fuoco sul derma dell’anima, che per comprendersi deve distruggere l’unità per poi ricomporla in un’altra forma … troverà da sé quale…
Open Space Il Grifone, Via Palmieri, 20, Lecce
Mercoledì 12 agosto 2009 - Ore 21,00
presenta “RICORDANZE”
nascondersi per mostrarsi di Monica Taveri, Ilenia Durante e Ambra Biscuso
Introduce Rosanna Gesualdo
Allestimento Andrea Scolavino
info:
Ambra Biscuso | 3395607242 | ambrabiscuso@hotmail.it
L’allestimento sarà curato da Andrea Scolavino introdurrà Rosanna Gesualdo.
Scrive la Gesualdo: “Ricordare, nell’etimologia della parola il senso di queste opere. Dal latino, recordari, comp. Di re-, che indica movimento contrario, e un derivato di cor, cordis “cuore” che per gli antichi era sede della memoria. Mostrarsi da monstrum, segno.
Ricordare rappresenta un movimento contrario al cuore, in effetti spesso vediamo solo ciò che siamo pronti a vedere. Solo allora possiamo andare a cercare ciò che avevamo occultato all’anima e solo allora siamo pronti a renderlo manifesto a noi stessi.
La memoria è un obbligo, ricordare, una pratica feroce. ….
La memoria, il suo sedimentarsi è cosa per viaggiatori differenti. Bisogna avere il coraggio di arrivare al centro del cordis, del cuore. Gli artisti sono viaggiatori differenti, appuntano i luoghi, annotano le emozioni su supporti labili, così fragili e al contempo uniche nel rivelare la forza di uno sguardo. E così, gli occhi trafitti dell’artista, miracolosamente sopravvissuti alla visione di troppe vicende non si piegano alla cecità. L’artista, prosegue il suo viaggio anche quando tutto appare nascosto sino a quando un’altra luce si accende, quella del ricordo.
Allora, proseguendo lentamente nel viaggio intrapreso, oltrepassando un velo dopo l’altro, riflesso dopo riflesso fa eco la Ricordanza … il solo pronunciare questa parola pare evocare il respiro di una sinfonia dolcissima. In verità, non v’è nulla di più feroce del rievocare. Poiché aprire lo scrigno dei ricordi è simile ad aprire il vaso di Pandora. La memoria è la meta di un viaggio la cui destinazione finale non è nota alla partenza.
Allora i colori e i grigi, il sedimentarsi delle carte, della terra, delle tele, strati e sedimenti di parole, l’apice delle passioni e l’abisso dei tradimenti.
I luoghi mutevoli, cedevoli allo sguardo talvolta carezzevole altre reso feroce dalla crudezza del ricordo. Ed è lo sguardo dell’artista a registrare il passo del narrato, la metratura ampia del vissuto, con la mano sapiente di chi non cerca la preziosità dei materiali, anzi tutt’altro. ….
L’artista infrange gli specchi del vivere perché sa, i vissuti gliel’hanno marchiato a fuoco sul derma dell’anima, che per comprendersi deve distruggere l’unità per poi ricomporla in un’altra forma … troverà da sé quale…
Open Space Il Grifone, Via Palmieri, 20, Lecce
Mercoledì 12 agosto 2009 - Ore 21,00
presenta “RICORDANZE”
nascondersi per mostrarsi di Monica Taveri, Ilenia Durante e Ambra Biscuso
Introduce Rosanna Gesualdo
Allestimento Andrea Scolavino
info:
Ambra Biscuso | 3395607242 | ambrabiscuso@hotmail.it
giovedì 30 luglio 2009
Ernesto Portas “XXXIX”
Secondo appuntamento per la neo-nata collaborazione artistica tra le Officine Cantelmo ed Il Grifone Arte Contemporanea di Monica Taveri. Da mercoledì 29 luglio sarà possibile visitare, presso l’ elegante sala espositiva delle Officine Cantelmo, l’ ultima produzione del Maestro spagnolo Ernesto Portas che, nato a Badalona (Barcellona), vive da diversi anni a Livorno. Sono numerosissime le sue esposizioni, soprattutto all’estero, dove è considerato tra i più importanti artisti dell’arte contemporanea. Trentatrè tele di medio e grande formato, ispirate ad altrettanti testi poetici dello scrittore Emilio Giovanneschi. Amici fedeli di lunga data, l’artista Portas e il poeta Giovanneschi hanno affidato a Lecce e i suoi luoghi di cultura le prime tappe inaugurali di una mostra itinerante che attraverserà tutto il territorio nazionale.
“XXXIX” è il titolo della rassegna di poesia-pittura che gli artisti hanno inteso scegliere, trentanove quanti sono gli anni di amicizia che hanno condiviso quotidianamente. Un’intera vita, all’insegna dell’arte. Ambientazioni silenziose, atmosfere espressioniste, intensità espressive occupano le superfici delle opere di Portas, gli spazi vivi ed emotivamente coinvolgenti dove le sue figure (e i suoi interni) vivono come in una condizione di alterità, sempre più estranei al mondo che li circonda. “L’arte prima di tutto è silenzio, contemplazione; il mezzo tramite il quale la riflessione trova, dall’energia delle opere, suggestioni e stimoli per porsi in termini nuovi davanti alla vita” scrive di lui Beniamino Nuzzati, recensendo una delle sue ultime mostre. Per il maestro Portas questa produzione rappresenta anche l’inizio di un nuovo linguaggio stilistico, che pur mantenendo intatta la sua particolare cifra compositiva, si è notevolmente trasformato nei toni e nelle forme. Un Portas nuovo dunque, da scoprire e da ammirare. Parole del poeta accanto alle immagini dell’artista, tra il vento e il sole che prendono a scomporle unendole nell’aria. Così scrive Giovanneschi: “… Un poeta, scusa se mi autodefinisco così, è per sua natura schivo e del tutto disabituato a vedere i suoi pezzi in mostra. Ti confesso, però, che accanto a te, perdo qualsiasi imbarazzo e sento la legittimità di esporre all’esterno una dimensione così vasta e fondamentale fatalmente destinata a rimanere chiusa nei cassetti. E’ tanto credimi, addirittura inimmaginabile, se visto dall’ottica di uno che scrive versi attento a non scadere nella derisione di un mondo troppo lontano da una sensibilità sconosciuta se non inconcepibile ….” La singolarità dell’evento è proprio nel gesto artistico a cui è affidato il senso di un’amicizia che li ha visti uniti e impegnati da sempre. Ne fa fede il delizioso libro “XXXIX”, una vera reliquia compositiva, che accompagna come catalogo/testimonianza la mostra.
L’esposizione sarà aperta ai visitatori dal 29 luglio all’ 8 agosto 2009.
martedì 7 luglio 2009
Salento di Venanzio Manciocchi dalla Galleria d'arte Il Grifone alle Cantelmo
Dopo le sale della Galleria Il Grifone Arte Contemporanea di Monica Taveri, la mostra itinerante “Salento” approda negli spazi espositivi delle prestigiose Officine Cantelmo. Venanzio Manciocchi espone in una mostra personale, la sua ultima produzione artistica: una suggestiva e contemporanea visione del nostro Salento. Tele di grande formato dove l’artista romano, attraverso l’uso sapiente dell’olio e della spatola, diviene un discreto scrittore dei nostri paesaggi ricchi di meraviglie e di colori accesi. Ogni opera diventa la pagina di un racconto, un racconto muto e per questa ragione passibile di nuove interpretazioni, attraverso quella matericità che dà corpo e sostanza alle sue equilibrate composizioni.
Scrive di lui il critico d’arte Giorgio Agnisola:
“…In questo contesto una immagine significativa dell’arte di Manciocchi è rappresentata dal monte Circeo. Come fu Monte Sainte-Victoire per Cézanne, la montagna con la sua sagoma misteriosa, con il suo profilo arcaico, con le sue vene scure di pietra e di verde a precipizio sul mare, è diventata per l’artista uno studio riflesso di forme simboliche e reali e di spazi che racchiudono un magmatico contenuto emozionale, quasi un cratere dei sensi…La natura diventa così un luogo complesso di indagine psicologica e metaforica, spazio che consente di rileggere dentro di sé, come in uno specchio, i percorsi della sensibilità e della immaginazione in un andare e venire continuo nell’opera: un emergere dal profondo e un rientrare, scarnificando ma anche filtrando, come in una rete spirituale e sensitiva, materia e simboli, riducendo la forma a puri segni luminosi. Così l’immagine diventa emblematicamente terra di riposo e di conquista.”
A cura di Monica Taveri.
L’esposizione sarà aperta ai visitatori dal 8 al 20 luglio 2009.
Info mail: info@officinecantelmo.it | monica@galleriailgrifone.it | tel. 320 9654542
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