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domenica 5 gennaio 2014
Catena Fiorello: “Non sono raccomandata, leggete i miei libri prima di giudicare” | Tv Fanpage
giovedì 12 gennaio 2012
ANNA BIANCHI
"Cerco di restare pura ed
indipendente nel mio modo di esprimermi". Questa è la caratteristica
artistica di Anna Bianchi. ..........La mente mi riporta al lontano 1980,
quando in pieno fermento Punk e New Wave mi imbatto in un negozio a Viareggio;
"SKA" uno dei primi negozi dedicati all'abbigliamento e accessori di
questo nuovo stile, caratteristico fin dall'adesivo e le locandine. L'adesivo
di "SKA" reca un disegno della proprietaria Anna Bianchi,
un'elaborazione stilistica di divagazione punk in nero su campo giallo, immagine
molto innovativa per quei tempi nella Viareggio regno della borghesia.
Qualche anno più tardi ritrovo
Anna in un altro negozio di abbigliamento molto personale e conosciuto per il
suo stile new wave, questa volta a Lucca e porta il nome di "Senso" e
come simbolo Anna Magnani. Pittrice e artista tuttotondo Anna Bianchi vive e
lavora a Lucca.
Nei suoi lavori si ispira
principalmente a maestri che hanno lasciato un segno nell'arte contemporanea:
A. Warhol, Hamilton, M. Rotella, Hains e Villaglé .
Le sue opere prendono spunto da
tutto ciò che ruota intorno al cinema, moda e cultura, dagli anni 50 fino agli
80, grazie a questi periodi ricchi di rivoluzioni visive e stilistiche,
l'artista ha maturato la sua crescita personale creativa. La capacitá che Anna
ha di reinventare l'arte giá esistente è fortemente intrecciata alla sua vita,
cosí come finemente intrecciati tra loro sono i soggetti della sua pittura:
volti ed espressioni che appartengono al vissuto quotidiano, i personaggi
realizzati da Anna Bianchi riemergono come valore culturale attuale, come
immagine rivisitata e fatta propria in modo eccellente. La sua è un'espressione
fondata su libera rielaborazione e parte da esigenze personali di suggestioni,
motivi, strutture, soluzioni provenienti da più fonti del presente che del
passato. Vario e molto personale è il repertorio dei personaggi (miti) che
popolano suoi quadri. Le sue realizzazioni infatti spaziano da visioni di
Marilyn Monroe, Brigitte Bardot, Anna Magnani, Bette Devis, Al Capone, alle
vecchie pubblicitá da cui sono state prodotte collezioni per l'alta moda, la
sua stilista preferita è Mary Quent, una particolare attenzione riserva ai
simboli del boom economico degli anni 60, per cui le automobili, e alcuni
marchi in voga negli anni 60.
Negli ultimi lavori ha introdotto
nuovi personaggi come Siouxsie Sioux, Grace Jones, Barack Obama, Patty Pravo,
Nina Hagen. Le sue tecniche prendono spunto dai maestri a cui si ispira e sono
processi di décollage, prendono icone del panorama cinematografico, musicale, fotogrammi
rubati a momenti ed espressioni meno felici delle dive, Anna se ne appropria,
distrugge l'originale per crearne una nuova forma. Ne da cosí un'espressione
del personaggio, mentre sta vivendo un determinato momento, perché no, anche
drammatico, e nel rubare un espressione intima, racconta il personaggio
abituato ad essere visto sui giornali, alla tv ecc, con un occhio diverso e più
interiore. La lavorazione di costante pazienza rende il lavoro finito fatto di
sovrapposizioni, strappi, cesellature, di un manierismo unico e di originalitá
incredibile. Le opere assumono dei connotati originali con ulteriore tracce di
colore, che neppure l'artista poteva inizialmente prevedere, ogni elemento
viene decontestualizzato e riposizionato in questo nuovo spazio. Anna
ricostruisce le vicende e il clima che nel corso degli anni cinquanta e la metá
degli anni ottanta hanno dato vita ad un Italia originale (contesto che oggi è
venuto a mancare), con un gusto tutto pop. Pochi interventi cromatici, su
stampe in bianco e nero pazientemente ritagliate. Ne viene fuori una
metamorfosi straordinaria, e quello che può apparire uno stracciare,
cancellare, profanare ció che è giá stato accettato, rivive di una nuova luce
propria, esaltata da una forte sensibilitá dell'artista, che mette in gioco se
stessa e da all'opera positivitá e unicitá.
Il materiale stampato che Anna
usa e da lei stessa continuamente ricercato in mercatini vintage dove acquista
riviste, pubblicità, marchi,locandine di film, originali.
Negli ultimi decenni dove con
l'arte è facile scioccare, scandalizzare, dove per farsi notare è più facile
mostrare parti del corpo o uccidere piú che avere le idee chiare, l'arte di
Anna Bianchi è invece romanticismo e coraggio di sperimentare. (Luca Gennai)”
domenica 24 aprile 2011
Virna Lisi. Un'attrice per bene (Besa Editrice) a cura di Sergio Toffetti e Alberto La Monica
Quello che più sorprende in Virna Lisi, è la duttilità – davvero non comune nel cinema italiano – di un’attrice capace di affrontare con identica immedesimazione commedie e melodrammi, passando dal confronto con Jack Lemmon in Come uccidere vostra moglie, dove Richard Quine la sceglie come “nuova Marilyn Monroe” per una parte da “svampita” tra il comico e il brillante; al tenero ritratto di Milena, la giovane cassiera innamorata che Pietro Germi le disegna addosso in Signore e signori; alla Wilma Malinverni della Cicala di Alberto Lattuada, che va apparentemente contro la sua bellezza, invecchiandola, per farle meglio esprimere una disperata vitalità. Dopo mezzo secolo di indiscusso “predominio del regista”, oggi si torna a interrogarsi su chi sia l’autore di un film, sottolineandone gli aspetti di opera collettiva, cui molti talenti e molte professionalità devono contribuire per garantirne il successo. In questa prospettiva, ripercorrere la straordinaria carriera di un’attrice come Virna Lisi può dunque suggerire una delle possibili risposte.
Col passar degli anni molte attrici smettono di lavorare. Lei, invece, è sempre riuscita a trasformarsi e avere dei personaggi in sintonia con la sua età. Perché ho saputo a volte anche precorrere il tempo. Senza averne paura. Nel film della Cavani, mi sottoponevo a tre ore di trucco la mattina perché dovevo avere le rughe, mi mettevano le sopracciglia finte, mi arricciavano i capelli. Insomma, mi facevano più vecchia della mia età. Non ho mai avuto paura di invecchiare né a venticinque né a quarant’anni. Quando mi capitava un ruolo in cui potevo essere diversa da quello che sono nella vita era il benvenuto. Tante attrici invece hanno avuto paura. Oppure ci sono persone che a sessant’anni vogliono ancora fare i ragazzini. Per loro è difficile continuare a lavorare.(dalla conversazione di Virna Lisi con Sergio Toffetti)
Col passar degli anni molte attrici smettono di lavorare. Lei, invece, è sempre riuscita a trasformarsi e avere dei personaggi in sintonia con la sua età. Perché ho saputo a volte anche precorrere il tempo. Senza averne paura. Nel film della Cavani, mi sottoponevo a tre ore di trucco la mattina perché dovevo avere le rughe, mi mettevano le sopracciglia finte, mi arricciavano i capelli. Insomma, mi facevano più vecchia della mia età. Non ho mai avuto paura di invecchiare né a venticinque né a quarant’anni. Quando mi capitava un ruolo in cui potevo essere diversa da quello che sono nella vita era il benvenuto. Tante attrici invece hanno avuto paura. Oppure ci sono persone che a sessant’anni vogliono ancora fare i ragazzini. Per loro è difficile continuare a lavorare.(dalla conversazione di Virna Lisi con Sergio Toffetti)
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